Adesso che ci siamo presentati, mi sembra doveroso spiegarti perchè sei capitato qui dentro. Per caso cercavi qualcosa su Catania, l'hai trovata navigando su Google, ti era pure venuta fame vedendo le immagini e poi ti sei ritrovato in un sito personale..... pensando di aver sbagliato a cliccare? No, non ti preoccupare, è tutto normale.
Anzi, se decidi di visitare le altre stanze,
perdonami se fra una granita di mandorla
e i pupi dei fratelli Napoli leggerai anche fatti miei . E' così, anzi "è
ormai diventato"
così. Allora
pensai: perchè non tentare di rendere meno amara la loro lontananza? Da quel momento, quello che era
di fatto il mio passatempo stava per trasformarsi in
un dovere. Certo, capita che a volte mi bacchettino se sbaglio gli
ingredienti di una ricetta sicula o se scrivo di De Gregori o dell'Inter, ma sotto i baffi son contento che tutto ciò accada.
Li capisco, vorrebbero
plasmare questo posto virtuale a loro immagine: un portale marca Liotru che li rispecchi fin dentro le loro arterie ribollenti di
lapilli vulcanici. Che volete, la colpa è anche mia. Li ho tentati
parecchio!
Chiedo scusa a tutti coloro chi mi hanno
invitato agli incontri culturali e alle tavole rotonde a tema
Catania, nonchè le
testate televisive per miei interventi nelle loro
trasmissioni, ottenendo però un mio rifiuto. Non lo faccio per
superbia, è che davanti ad una telecamera o ad un microfono vado
in bambola, è qualcosa che non è fatta per me.
Preferisco stare dietro i riflettori e farmi conoscere soltanto
attraverso il mio portale. Infine, un saluto affettuoso a tutti i nuovi amici che ho conosciuto grazie a questo "malucchiffari" multimediale. Quindi colgo l'occasione per ringraziare chi mi ha seguito in questi anni e chi è diventato mio amico attraverso la collaborazione al portale, primo fra tutti Francesco Raciti (che ormai chiamo "la mia macchina fotografica") e i fotografi Andrea Mirabella, Salvo Puccio, Massimo Vittorio che costituiscono un importante volano per il funzionamento di questa giostra illuminata che gira sotto le gonne dell'Etna. Altro doveroso ringraziamento va a Milena Palermo, gestore di Melior de cinere surgo, instancabile cronista dei quartieri catanesi da lei studiati palazzo per palazzo, portone per portone. Spero, in questi anni, di avervi fatto sorridere o perlomeno avervi regalato qualche momento di spensieratezza facendovi ritornare bambini come in una sala giochi. Ogni tanto ci vuole, no? Almeno fino a quando esisterà il sistema html e le scorte di estro ed entusiasmo non si esauriranno in me, la "cosa" continuerà ad esistere e a produrre scemenze multimediali. Che lo sbaddu sia sempre con voi e, come suggerisce il flipper a destra per le 50.000 visite, cliccami ....... per giocare ancora una volta!
VIDEO CELEBRATIVO 150.000 VISITE
Il Tricheco è un mammifero classificato nel sottordine dei pinnipedi insieme a foche e otarie. Vive nelle regioni artiche lungo le coste del Canada, dell'Alaska, della Groenlandia e della Norvegia. In natura esistono tre sottospecie dell’unica specie vivente Odobenus rosmarus, tutte minacciate dal pericolo di estinzione. Ma, da recenti studi, è stata scoperta un’altra sottospecie che vive nelle acque del Mar Mediterraneo, precisamente nel mar Jonio e che sopporta le alte temperature. Fortunatamente non è stata ancora riconosciuta fra quelle in via di estinzione e per questo motivo una naturale movenza dell’animale consiste nel grattarsi le parti basse ogni qualvolta si avvicini alla sua tana un membro del WWF. Questa sottospecie prende il nome di “Tricheco liscio” (Odobenus siculae facetus). Il maschio è generalmente più grande della femmina ma non per questo può comandare nel suo territorio, anzi. La sua pelliccia rossastra diventa biancastra nell’età pensionabile. Il muso è largo, dominato da zanne che vengono utilizzate come uncini per catturare con la pietra celeste polpi, ricci (preferibilmente con spaghetti), abaloni, patelle e alga Mauro. La sua dieta non disdegna altri prodotti gastronomici dell’entroterra, motivi per cui il suo corpo è robusto, pronto per il letargo. Proprio per queste sue preferenze autoctone viene anche accostato alla famiglia dei “Mirounga angustirostris Liotrus”. In poche parole, Marca Elefante marino, va. I suoi lunghi baffi sono ricchi di terminazioni nervose ed estremamente sensibili, volti a captare suoni provenienti soprattutto dalla Scuola cantautorale romana che, sovente, lo attraggono quando si trova fra i ghiacci polari, fino a farlo saltare a bordo di un noto transatlantico. Appena nella Stiva, va a caccia di Carne di pappagallo, Ali di passerotto, Pane e castagne e soprattutto Alici che guardano gatti. Come tutti gli otaridi, può piegare in avanti gli arti posteriori e utilizzare tutte e quattro le zampe soprattutto per gioire e sventolare bandiere rossazzurre nei mesi invernali. Sono animali altamente sociali. Vivono in branchi cosiddetti Social, a volte costituiti da migliaia di individui. Provocato dalle frequenti esternazioni del maschio Alpha, il fragore generato dalle risate del branco può essere udito a grandi distanze. Hanno un’indole generalmente mite, a meno che non vengano attaccati, copiati, hakerati o commentati con “dai, e fallo un sorriso!” nelle immagini del profilo.
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