Catania.
Duomo stracolmo per l'addio al deltaplanista Un lungo applauso ha aperto il
corteo funebre Folla commossa e un'aquila in volo per l'ultimo saluto a d'Arrigo
La moglie di d'Arrigo, con i figli e l'assessore Strano CATANIA - Un lunghissimo
applauso e un'aquila bendata ad aprire il corteo funebre. Così una folla
commossa di parenti, amici, conoscenti, estimatori ha salutato la salma di
Angelo d'Arrigo, il recordman del deltaplano morto domenica scorsa in un
incidente aereo a Comiso in cui ha perso la vita anche il generale
dell'aeronautica in pensione Giulio De
Marchis. "Era un uomo semplice,
buono e libero", ha ricordato nel suo messaggio la moglie di d'Arrigo,
Laura Mancuso. Durante la cerimonia funebre, davanti a un Duomo stracolmo di
persone, ha ringraziato tutti "per i messaggi che sono arrivati da ogni
parte del mondo per Angelo". Anche padre Alfio Carciola, che ha celebrato i
funerali, ha voluto ricordare il sorriso e la gioia di vivere di d'Arrigo,
"un esempio e uno stimolo per tutti noi". "Quando si è sopra le
cose della nostra Terra si ha una visione diversa della vita, e Angelo aveva
questa grande capacità". Nel Duomo è stata portata anche un'aquila
bendata, un omaggio alla passione di d'Arrigo per il volo e al desiderio
"di avere un corpo simile a quello di un uccello". Posata sulla bara
del deltaplanista, l'aquila ha poi preso il volo aprendo simbolicamente il
corteo funebre. All'uscita dalla chiesa, un lungo applauso ha accompagnato la
salma, che ora si trova nel Municipio di Catania per il ricordo ufficiale. Nel
suo passaggio in piazza Duomo due aerei da turismo hanno sorvolato la zona per
salutare Angelo. (28 marzo 2006 - La Repubblica)
TANTE
LACRIME E UN'AQUILA IN VOLO PER L'ADDIO A D'ARRIGO CATANIA - ''Era un uomo
semplice, buono e libero''. Cosi' Laura Mancuso ricorda il marito Angelo
D'Arrigo durante i funerali del recordman di deltaplano morto domenica scorsa in
un incidente aereo a Comiso, in cui ha perso la vita anche il generale
dell'aeronautica in pensione, Giulio De Marchis. Lo ricorda leggendo tra le
lacrime sull'altare del Duomo di Catania, stracolmo di persone, durante la
celebrazione dei funerali, e ''ringraziando tutti per i messaggi che sono
arrivati da ogni parte del mondo per Angelo''. ''Il suo sorriso - ha ricordato
padre Alfio Carciola - e la gioia di vive di Angelo sono un esempio e uno
stimolo per tutti noi. Quando si e' sopra le cose della nostra Terra si ha una
visione diversa della vita, e Angelo aveva questa grande capacita'''. Per
ricordare la sua passione per il volo e ''quella di avere un corpo simile a
quello di un uccello'' nel Duomo e' stata portata anche un' aquila, bendata, che
e' stata posata anche sulla sua bara e che ha aperto il corteo funebre quando ha
lasciato la chiesa. La salma, accompagnata da un lunghissimo applauso, e' stata
portata nel Municipio di Catania per un ricordo ufficiale: durante il suo
passaggio in piazza Duomo due aerei da turismo hanno sorvolato la zona per
salutare Angelo. L' aula dell' istituto tecnico Besta di Comiso sara' intitolata
a Angelo D' Arrigo. Lo ha deciso la Provincia di Ragusa ma altre intitolazioni
sono in corso di studio anche a Catania, dove il Comune sta valutando come
''ricordare al meglio uno dei suoi figli di cui e' piu' orgogliosa e che non
dimentichera' mai''. Gli annunci arrivano nella corte del Municipio di Catania
dove la salma del deltaplanista e' stata portata per un ricordo ma anche per
onorarla. Spiega Nino Strano, assessore comunale al Turismo, che ''Catania e'
attonita ma non sorpresa dall' affetto che e' arrivato per Angelo e i suoi
familiari da tutto il mondo: lui e' un esempio nel mondo e la sua citta' -
aggiunge l' assessore Strano - e' orgogliosa di lui''. Al Comune di Catania, gli
amici di Angelo D' Arrigo, e anche il figlio del deltaplanista, Gabriele, di 14
anni, leggono commossi i messaggi che sono arrivati da tutti i continenti per
ricordare e rendere omaggio a D'Arrigo. Tra loro c' e' anche Donatella Bianchi,
di Linea Blu della Rai. ''Volavo solamente con lui - dice commossa - era un
amico, e' stato lui che mi ha insegnato a volare con l' anima e con il cuore,
Quando ero con Angelo sul deltaplano non avevo paura perche' era la persona piu'
affidabile del mondo. Era un grande, mi faceva sentire bene. Mi manchera'''.
CATANIA:
A FUNERALI D'ARRIGO UN'AQUILA VOLA SULLA BARA Catania, 28 mar. - (Adnkronos) - A
Catania, una grande folla composta da amici, ammiratori e curiosi all'interno
del duomo ha reso omaggio e l'ultimo saluto al deltaplanista etneo Angelo
D'Arrigo morto domenica scorsa a Comiso in provincia di Ragusa all'eta' di 45
anni in un incidente aereo nel quale ha perso la vita anche il generale
dell'Aeronautica in pensione, Giulio De Marchis. Il cappellano della base
militare di Sigonella, don Giovanni Salvia ed il parroco della chiesa Santi
Pietro e Paolo, padre Alfio Carciola hanno officiato la cerimonia funebre al
termine della quale e' stata liberata in volo un'aquila bendata posatasi poi
sulla bara di Angelo D'Arrigo. "Stallo in virata" e l'aereo si
schianta Così muoiono l'"uomo uccello", Angelo D'Arrigo, e un
ufficiale dell'Aeronautica in pensione L'IPOTESI Saranno effettuate oggi le
autopsie sui corpi del deltaplanista Angelo D'Arrigo e del pilota del velivolo,
il generale dell'Aeronautica in pensione Giulio De Marchis. Il procuratore capo
di Ragusa Agostino Fera ed il pm di turno Nicoletta Mari, hanno affidato
l'incarico a Francesco Coco, medico legale di Siracusa. Chiesta anche la
consulenza al capitano Rivera, pilota specializzato dell'Aeronautica militare,
esperto in tema di sicurezza. L'ufficiale è arrivato a Comiso da Sigonella.
Solo dopo aver effettuato gli accertamenti tecnici sarà disposta la rimozione
dei cadaveri. Al momento l'ipotesi più accreditata, viste anche le
testimonianze, è l'errore umano. L'esperto pilota romano avrebbe effettuato una
virata a quota bassa in fase di atterraggio. Anche se al momento non è escluso
il guasto meccanico. LA MANIFESTAZIONE "IN VOLO SUGLI IBLEI" La
manifestazione "In volo sugli Iblei" è stata organizzata
dall'Istituto tecnico commerciale "Fabio Besta" di Ragusa, in
collaborazione con la Provincia regionale e la "Sorvoliamo Onlus",
l'associazione che gestisce l'aviosuperifice di contrada Monacazza, tra Comiso e
Pedalino, per celebrare l'avvio, all'inizio dell'anno scolastico in corso, del
corso per tecnici aeronautici. Il programma dell'iniziativa ha visto sabato la
parte convegnistica, con l'incontro fra Angelo D'Arrigo e gli studenti
dell'istituto, mentre ieri mattina doveva svolgersi la parte sportiva, con
l'esibizione degli aerei ultraleggeri.
IL
RICORDO DI PIERO ANGELA "Lo ricordo con grande affetto e dolore".
Così Piero Angela ha commentato la morte di Angelo D'Arrigo che ha collaborato
a lungo con Superquark. D'Arrigo stava preparando con Marco Visalberghi, regista
di Superquark un documentario sulle sue nuove imprese in Sud America, tra cui il
sorvolo della Concagua. ANTONELLO LAURETTA COMISO. L'improvvisa picchiata e poi
lo schianto su un terreno tra gli alberi di ulivo: erano le 11 e 15 di ieri
mattina. Angelo D'Arrigo, 45 anni, recordman del volo libero,
"l'uomo-uccello", è morto in maniera così assurda insieme a Giulio
De Marchis, 63 anni, generale dell'aeronautica militare in pensione. L'incidente
si è verificato in contrada Monacazza, a qualche chilometro dall'abitato
comisano, a un tiro di schioppo dall'ex base missilistica. Entrambi esperti
piloti, avevano maturato un'esperienza di 25 mila ore di volo, si trovavano a
bordo di un piccolo Sky Arrow 650, pilotato dall'ufficiale in pensione decollato
poco prima dall'aviosupercie "Sorvoliamo Onlus", distante appena
qualche centinaio di metri dal luogo dov'è precipitato l'aereo. Un giorno di
festa si è così tramutato in pochi secondi in una tragedia. I visi festanti
delle persone, appassionati di volo ma anche semplici curiosi, giovani e perfino
bambini accompagnati dai genitori, accorsi al raduno aereo presso l'aviopista,
si sono trasfigurati in maschere di orrore. La manifestazione, denominata
"Volo tra gli Iblei" era stata promossa e organizzata dall'Istituto
Tecnico Commerciale e Aeronautico "Fabio Besta" di Ragusa,
dall'associazione di Volontariato di Protezione Civile "Sorvoliamo Onlus",
dal Club Lions Terra Iblea e dall'assessorato provinciale alla Pubblica
Istruzione per premiare i primi quattro allievi della sezione aeronautica che
avevano ottenuto i migliori voti. Sul luogo dell'incidente sono accorsi uomini
del locale commissariato di polizia e dell'Arma dei carabinieri, volontari della
protezione civile, una squadra dei vigili del fuoco del distaccamento di
Vittoria, personale della polizia municipale. La procura della Repubblica di
Ragusa e l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo hanno aperto
un'inchiesta. Quest'ultima ha inviato sul posto un proprio investigatore per
cercare di accertare le cause dell'incidente. L'inchiesta della procura della
Repubblica di Ragusa è diretta personalmente dal procuratore Agostino Fera,
collaborato dalla dottoressa Nicoletta Mari. Il velivolo è stato posto sotto
sequestro e i corpi di D'Arrigo e De Marchis sono stati rimossi solo intorno
alle 16.30 di ieri pomeriggio, dopo che sono stati effettuati tutti gli
accertamenti tecnici. Nel frattempo è arrivata a Comiso la moglie di Angelo
D'Arrigo comprensibilmente sconvolta. In fase di accertamento è la dinamica dei
fatti. "Non possiamo dire nulla circa le cause dell'incidente - ha detto il
procuratore della Repubblica di Ragusa, Agostino Fera. -. Abbiamo richiesto la
consulenza di un pilota specializzato dell'Aeronautica militare di Sigonella".
All'attenzione degli inquirenti vi sarebbe anche un video girato da un ragazzo
presente sul posto per assistere alle evoluzioni degli aeromobili. Il piccolo
velivolo sarebbe stato visto precipitare da un'altezza di circa 200-300 metri
poco dopo una virata. Se questa versione dovesse trovare conferma, si potrebbe
concludere che si sia prodotto un cosiddetto "stallo in virata".
"De Marchis e D'Arrigo erano tra i migliori piloti in Italia - dice Biagio
Picarella, istruttore di volo della Sorvoliamo Onlus che gestisce l'unica scuola
autorizzata della provincia di Ragusa e che descrive l'incidente -. Hanno
effettuato una virata e si è verificato uno stallo in virata, è questo il
termine tecnico di ciò che è accaduto. L'ala è andata in stallo, cioè è
come se l'aereo avesse perso peso per effetto della minore resistenza dell'aria
dovuta all'eccessiva riduzione della velocità prima della virata stessa. In
questi casi è molto difficile, se non impossibile, controllare l'aereo. Poi lo
schianto". E' chiaro che la ricostruzione quasi a caldo di Biagio Picarella
è un'ipotesi ancorché plausibile ma che dovrà essere confermata dalle perizie
tecniche. Non si esclude a priori nemmeno un improvviso guasto anche se Arabella
Bortolotti, dell'uffico commerciale di Sky Arrows, la ditta costruttrice
dell'aereo, ha assicurato che lo stesso era nuovo e perfettamente certificato e
collaudato.
IL
RACCONTO DEI TESTIMONI "De Marchis sapeva gestire l'aereo come voleva"
Arabella Bortolotti: "Il generale era stato il collaudatore del velivolo.
Io sono arrivata venerdì proprio con quello Sky Arrow" COMISO. Angelo
D'Arrigo non volerà più tra con le aquile. L'uomo dei record impossibili, nel
2004 era riuscito a effettuare il sorvolo in deltaplano della montagna più alta
del mondo, l'Everest, e nello scorso dicembre era salito fino a 8000 metri,
sulle Ande, insieme con i condor, si è schiantato tra gli ulivi della Valle
dell'Ippari, ai piedi dei Colli Iblei. Si trovava a bordo di un piccolo
aeromobile del tipo Sky Arrow pilotato da Giulio De Marchis, generale
dell'aviazione militare italiana in pensione. In un fiat sono morti ieri mattina
sotto il cielo di Comiso due tra i migliori e più esperti piloti italiani.
"Il generale De Marchis era uno dei migliori piloti che ho conosciuto.
Angelo D'Arrigo, un mio fraterno amico. Non so ancora capacitarmi di quanto è
accaduto, sono davvero sconvolto", dice commosso Toti Costanzo, presidente
della "Sorvoliamo Onlus", l'associazione che ha organizzato insieme
con l'Istituto tecnico aeronautico "Besta" e la Provincia di Ragusa,
il raduno di aeroclub. "L'incidente - continua - è stato una tragica
fatalità. De Marchis era un pilota capace di mettere l'aereo dove voleva
lui". Incredula e costernata per l'accaduto è anche Arabella Bortolotti,
dell'ufficio commerciale di Sky Arrows. "Sono arrivata a Comiso venerdì a
bordo dello stesso aereo. Uno dei più nuovi; il velivolo era perfettamente
collaudato e la manutenzione era stata effettuata di recente - dice -. La Sky
Arrows ha degli aerei che utilizza per questo tipo di manifestazioni. Appare
tutto così assurdo. Il generale De Marchis era stato il collaudatore di questo
aereo, prima che venisse immesso in commercio, lo conosceva benissimo e lo aveva
pilotato più volte". Girolamo Piparo, dirigente scolastico dell'istituto
"Besta" di Ragusa guarda i rottami dell'aereo e stenta a credere che
sotto quei resti vi siano D'Arrigo e De Marchis. Inevitabilmente il suo pensiero
corre al mattino precedente, quando la manifestazione "Vola sugli Iblei"
s'era iniziata nel modo più festoso, a scuola, quando nel corso della cerimonia
di consegna dei premi agli studenti più bravi della sezione aeronautica, alla
presenza di autorità politiche, scolastiche e di esperti del mondo aeronautico,
si è avuto il prestigioso intervento di Angelo D'Arrigo con la presentazione
dell'ultima sua avventura in Aconcagua. Piparo ricorda il carisma suscitato da
D'Arrigo sugli studenti e non solo, le immagini al limite dell'impossibile -
come le sue imprese - hanno lasciato senza fiato, un po' per tutti è stato come
volare lassù con lui. Anche gli studenti che presenti sull'aviosuperficie di
contrada Monacazza sono sgomenti. Bruscamente e inaspettatamente si ritrovano a
riflettere sulla caducità della vita. Alcune famiglie portano via i bambini
più piccoli, consapevoli anche questi ultimi della tragedia accaduta. "E'
stato scioccante - dice Josephine Cappello, della Sorvoliamo Onlus -. Ma che non
si speculi sull'accaduto". ANT. LAU. Angelo D'Arrigo, 45 anni, insieme con
l'aquila sua fidata compagna. A fianco, i resti del piccolo velivolo sul quale
erano a bordo D'Arrigo ed il settantenne romano Giulio De Marchis, pilota in
pensione: "Ha sempre volato, su ogni tipo di aereo. È stato anche
istruttore, e poi istruttore degli istruttori", lo ricorda generale Dino
Tricarico, capo di Stato maggiore dell'Aeronautica, amico ed ex collega di De
Marchis Inspiegabili al momento le cause della tragedia, forse un errore del
pilota, forse un guasto del velivolo. Sconvolti gli spettatori
UN
SUO RACCONTO. La Sicilia, 27.3.2006.
Il volo dell'uomo uccello Dall'Africa in Sicilia, Angelo D'Arrigo, per la prima
volta al mondo, ha attraversato il Mediterraneo col Deltaplano di tubi e tela.
....il suo racconto! Il viaggio ha inizio il giorno 6 aprile 2001 sulle dune
Sahariane di Ong Jemal che si trova tra i due villaggi sud tunisini di Nefta e
di Tozeur vicino il confine con l'Algeria. Già di mattina l'instabilità tipica
del deserto ha inizio, dalle 9.00 in poi i primi dust devil cominciano a ballare
sulle cuspidi delle dune! Programma della giornata del 6 Aprile 2001: alle 10.30
si decolla per la prima tappa, sgancio previsto a 1.000 mt sullo start che è
previsto a Tamerza: - prima boa Tamerza 60 km Cap al Nord e traversata dello
Chott el Rharsa (lago salato) - seconda boa e atterraggio previsto all'aeroporto
di Gafsa 80 km Cap ad Owest Reso conto tecnico della giornata del 6 Aprile. -
decollo con vento debole 10 km/h da SW, leggermente turbolento per
l'instabilità termica, pista di sabbia compatta. La corsa di decollo, malgrado
la presenza di vento, è lunga. Ciò è dovuto alla temperatura alta e alla
siccità dell'aria. Lo sgancio era previsto a mille metri, ma continuo fino a
quota 2.000 perchè l'instabilità che sembrava apparire negli strati bassi non
è quella sperata. Come previsto, grazie all'analisi del diagramma
termodinamico, alle h.12.00, a 2000 mt le termiche sono formate con una media di
+3 m/s, quota di condensa 2.800mt sullo Chott mentre sulla catena montuosa di
Tamerza la media passa a + 6m/s e il livello condensa passa a 4.200 mt. Tappa
totale di 140 Km 4h30' ca, termiche ben formate, vento in coda tutto il tempo.
Totale km percorsi della tappa: 60 km trainati 80 km libero Totale km mancanti
all'arrivo: 851 Programma della giornata del 7 Aprile: Decollo dall'aeroporto di
Gafsa atterraggio previsto Mezzouna distanza 105 km / vento da owest in quota a
45 km/h instabilità prevista medio forte. Il decollo avviene sulla pista
dell'aeroporto di Gafsa, facile: vento contro e pista in asfalto. La salita è,
come prevista molto turbolenta. Visto l'instabilità mi sgancio a quota 1.000
verticale pista anzichè a quota 1.500 mt come previsto, termiche forti e
violenti media 6/8 m/s quota massima raggiunta 4.600 mt sulla catena dell'Orbata
(vetta 1165 mt). Tappa di 105 km percorsi in 2h30' ca. Totale km oggi: 105 km
Totale km percorsi: 245 Totale km mancanti: 746 Programma della giornata del 8
Aprile: Oggi è prevista una tempesta di sabbia proveniente da Ovest. In effetti
nel corso delle prime ore del mattino il colore del cielo cambia in un giallo
sabbia e arrivano le prime raffiche a 80 km/h. Rimaniamo nel sacco a pelo...
Programma della giornata del 9 Aprile: Continua questa tempesta di sabbia, il
vento ruota a Nord Ovest e soffia ancora forte anche se di entità minore: 40/60
km/h. Secondo giorno di ferma. Spero che non duri. Programma del 10 Aprile: Oggi
sta per scadermi l'autorizzazione per la terza tappa. Sveglia alle 5.00 am:
bisogna partire da Mezzouna per arrivare a Zeramdine come da piano di volo
depositato la settimana scorsa!! Le autorità non hanno voluto intendere le mie
necessità relative al volo libero (termiche, instabilità e vento) nella
realizzazione del percorso e sono riuscito ad ottenere un margine di due giorni
per ogni tappa in caso di ritardo dovuto al maltempo, ma ora sono al limite
delle autorizzazioni. Il vento è diminuito notevolmente: 20/25 km/h ma rimane
sempre dal settore Nord. Per non incombere nei problemi burocratici relativo al
Notam emesso dall'aviazione civile Tunisina, decido di partire lo stesso per
arrivare in questa Aviosuperfice vicino Sousse. Per motivi di piano di volo,
condizione sine qua non per il Ministero dei trasporti e dell'aviazione civile
Tunisina, occorrerà fare questa tappa entro stasera. Viste le condimeteo della
giornata la probabilità è alta di non potere fare niente in volo libero anche
oggi e rischiare un blocco burocratico decido allora di farmi trainare per tutta
la tappa. Per evitare il vento forte da nord previsto alle ore 12.00 decido di
partire presto la mattina. Decollo alle ore 6.30 am è ancora quasi buio e fa
freddo. Oggi la turbolenza è forte ed è una turbolenza di vento e non di
termica, un sù e giù infernale...per 4 ore coprendo 180 km. Richard (il pilota
Deltamotore) ed io arriviamo stanchi. Un'ora dopo il nostro atterraggio il vento
arriva come previsto con raffiche di 80 km/h, la scelta della strategia di oggi
è stata azzeccata!... Totale km oggi: 180 km Totale km percorsi: 425 Totale km
mancanti: 566 (circa a meta) Programma del 11 Aprile: Vento da nord forte: un
anomalia meteorologica è in atto. Non avevo mai visto nulla di simile in 25
anni di studio meteorologico: un vento da Nord proveniente dritto dritto dalla
Groenlandia attraversando l'Inghilterra, la Francia, l'Italia il Mediterraneo
per arrivare nel cuore del Sahara! Anche oggi riposo. Programma del 12 Aprile:
Come prima di stessa intensità! E' previsto un calo ed una rotazione ad ovest
per domani...Insh Halla': Il riposo comincia ad essere un pò
"forzato". Programma del 13 aprile: Puntualmente il vento è passato
ad Ovest, l'intensità è buona 20/25 km/h. Decollo alle 10.30 le prime termiche
sembrano molto scarrocciate. Mi sgancio a quota 2.000 mt sulla verticale del
Monte Zaghouan a Nord di Kairouan 80 km di traino e poi risalgo la catena
montuosa fino El Haouaria per 110 km, in effetti il vento è traverso a SW ma
debole e comunque con una componente da dietro. Man mano che mi avvicina dal Cap
Bon le condizioni si fanno più deboli, il livello di condensa si abbassa e un
po dura ma si riesce a gallegiare. Aggancio l'ultimo costone che mi porterà
fino al Cap Bon il vento da dietro è stato veramente di aiuto. Oggi ho
veramente rischiato di bucare più volte, la vicinanza del mare si è fatta
sentire. Un'ora di traino e 4 ore di libero, con molta fatica arrivo
all'obbiettivo finale della Tunisia, sulla punta estrema nord del continente
Africano. Totale km oggi: 80 km trainati e 110 in libero Totale km percorsi: 615
Totale km mancanti: 376 Programma del 14 / 15 Aprile: vento da Nord Ovest
moderato che per noi significa forte. Programma del 16 aprile: Il centro
meteorologico dell'aeronautica militare italiana mi informa in questi ultimi
giorni prima della traversata ogni tre ore sulla condimeteo presente quindi
rilevamenti e sullo stimato delle successive 6 ore. Questo grande lavoro mi
permette di essere analitico e cercare la migliore strategia per attraversare il
canale di Sicilia. Dopo l'ultimo bollettino delle ore 16.00 sembrerebbe che
domani possa essere la giornata giusta: il flusso si sta prospettando con un
fronte da SW creando così una componente perfetta per me, il punto sarà quello
di anticipare il fronte quanto basta per esserci davanti e non dentro a causa
della sabbia del Sahara trasportata da questa originaria tempesta di sabbia nel
cuore del Tenerè. Avviso la Marina Militare, nella persona del Comandante
Giorgio Sciuba, che si è occupato della programmazione, per essere in
pre-allerta per la mia assistenza inerente alla traversata potenzialmente
dell'indomani. Programma del 17 Aprile: Sveglia alle ore 5.00 am, sguardo fuori
per vedere come si presenta la giornata, collegamento con la meteo e la
decisione è presa: oggi si tenta la trasvolata. Nel corso della mattinata,
saremmo proprio davanti a questo fronte, il meteorologo Capitano aeronautica
Franco Colombo mi consiglia di aspettare domani mercoledì 18 ma secondo me
sarà già troppo avanti e anche se il vento sarà più forte rischiamo di
essere presi nella trappola della forte turbolenza associata all'aria più
temperata da SW e alle polvere di sabbia a volte anche molto fastidiose. ore
6.00 italiane è partito l'elicottero assistenza della Marina Militare da
Maristaeli di Catania per essere pronti a Selinunte (Trapani). Ore 7.00 locali
avviso tutte le autorità competenti per l'uscita regolmentare del territorio
Tunisino: Dogana, Polizia di Stato, Polizia di Frontiera e Finanza sono presenti
alla mia partenza per apporre i dovuti timbri su passaporti e quant'altro
evitando così di fare il clandestino... Ore 8.00 allestimento dell'attrezzatura
di sopravvivenza in mare e vestizione: l'Atos è reso galleggiante tramite i
bordi di attacco tappati al silicone, polvere antisqualo, polvere fluorescente,
canotto gonfiabile e argos balise, razzi e giubbotti forniti dall marina, tuta
stagna, per la quota disponiamo di due sistemi di autorespirazione: maschera a
ossigeno ermetica per erogazione di ossigeno al 100% e un sistema ausiliare di
autorespirazione arrichito (è stato quello utilizzato) con una bomboletta ed un
tubicino sdoppiato alle narici, isotermia giacca e pantalone in piumino e
moffole per scalate over 8000 mt. Il sovracarico è molto contenuto circa 12 kg
. Ore 9.00 tutto è pronto, briefing con Richard per le quote e per le
traiettorie sia durante la salita che durante la traversata. ore 9.15 si decolla
ma il traino non va...vedo Richard in difficoltà a contrastare il velivolo che
gira e tende a stallare assimetricamente. Chiamata radio e decisione di abortire
il tentativo...in Francia si dice "Merde"! Pochi minuti dopo siamo di
nuovo a terra con la pesantezza di tutto adosso e a bordo. Erano stati manomessi
gli antidrappo del rimorchiatore che passavano sotto le stecche e che influivano
sulla simmetria dell'ala. Ore 9.30 decollo di nuovo, la salita è turbolenta in
quanto sta arrivando il vento da SW ma avviene normalmente con un forte rateo di
salita, Richard carbura il motore tramite uno speciale smagritore man mano per
la presa di quota, il passo dell'elica è stato tarato per l'alta quota ed io
sono molto attento a stare nella traiettoria perfetta del trainatore in modo da
favorirne la salita. Ci portiamo in sopravvento del Cap in direzione WSW così
che in alta quota con il vento presunto forte ci faccia, al massimo,
indietreggiare fino alla verticale del Cap Bon. Questa salita sarà comunque
lunga anche se perfetta: 1 ora circa di salita da quota 0 a quota 6.800 mt.
tutto contro vento, anzi negli strati alti sopra ai 5.500 mt, indietreggiando!
Prendo la decisione di sganciarmi a 6.800 mt in quanto il vento è ottimo stiamo
entrando nel flusso della corrente e dai miei calcoli eseguiti prima (in quota
si raggiona male) avevo diverse opzioni sia per la strategia (direzione ed
intensità del vento per le relative quote da raggiungere) sia per la sicurezza
(guasto al motore del traino, malessere ecc). Dopo lo sgancio la mia velocità
relativa diminuisce un po, per pochi istanti raggiungerò una velocità al suolo
di 220/230 km/h mentre la mia velocità sembra del tutto normale (il volo in
quota fà aumentare le velocità relative Vv e Vh). Questo valore si riduce
molto rapidamente con la perdita di quota a causa della diminuzione del vento e
con l'aumento della densità dell'aria, ma rimango con il vento anche se,
angolato, sempre in poppa per tutta la tratta sul mare. Fa freddo sembra tutto
fermo rispetto all'acqua ma tutto sembra regolare. La temperatura è di circa
20° sotto 0 ma si è bene equipaggiati. Richard è perfetto sul suo Pegasus che
mi sta a fianco, rannicchiato dietro il parabrezza, bello avere un parabrezza in
questo caso!. Sento il primo contatto radiofonico con l'elicottero della Marina
Militare che mi sta seguendo al radar dalla partenza in poi e ciò nella mia
posizione: verticale (quota) - orizzontale (longitudine e latitudine) con una
precisione di circa 1 metro! Il Deltamotore è una massa metallica visibile al
radar mentre io con l'Atos no, solo grazie ad un riflettente magnetico montato
sull'Atos riesco ad essere radarabile. Questo ci consentirebbe in caso di May
Day e relativo ammaraggio di essere recuperato in poche ore. A causa della
foschia portata dal vento da SW, la terra si vedrà solo negli ultimi 50 km ma
si individuano i cumuli formati nell'entroterra della Sicilia che cominciano ad
assumere uno sviluppo verticale. In due ore la traversata è fatta e sono sulla
verticale del tempio di Selinunte con qualche centinaia di metri in margine di
sicurezza. Atterraggio alle 12.30 sulla spiaggia di Tre Fontane, davanti alla
troupe di Linea Blu che mi sta aspettando insieme alla Marina Militare,
telefonata di rito alle autorità Tunisine che mi avevano assisto in partenza,
per annunciarle il superamento della tappa più impegnativa di tutto il viaggio:
la Prima Traversata del Mediterraneo in Volo Libero. Poco dopo arriva anche
Richard e ci ritroviamo, con il mio compagno di viaggio, sull'altro continente e
comunque sempre più vicini a casa, festeggiamenti opportuni...grande bagno di
...Champagne. Totale km oggi: 171 km Totale km percorsi: 786 Totale km mancanti:
205 Programma della giornata del 18 Aprile: Decollo dalla spiaggia di tre
fontane e rotta su Catania. La tratta di oggi è ambiziosa ma siamo in Italia e
bucare non è un grande problema. La giornata non promette niente di buono,
pertanto mi faccio trainare per 70 km fino al Monte Cammarata sul quale mi
sgancio a quota 3.000 mt e poi atterrerò a
Calascibetta dopo 60 km a casa di un
amico che vola da quelle parti e che ci farà passare la notte a casa sua!
Totale km oggi: 130 km Totale km percorsi: 916 km Totale km mancanti: 75 km
Programma del 19 Aprile: oggi è programmato l'arrivo all'aeroporto
Internazionale di Catania! Non posso sbagliare. Decollo alle ore 10.00 mi faccio
portare su da Richard a 2.500 mt con due termiche intermedie arrivo sul versante
Sud dell'Etna dove riesco a rimontare a quota 3.000 ma il vento sta rinforzando
da SW. Chiamo Catania avvicinamento che mi dà un sentiero di avvicinamento come
ad un aereo di linea! Ci provo ma il mio finale sarà quasi in testata pista,
chiamo in torre per il passaggio in ATZ che mi da le ultime meteo e la pista in
uso, è strano giocare agli aerei quando sei su un Atos! Di fatti snobbo la
pista e atterro davanti al piazzale di Maristaeli dove mi aspettavano mia
moglie, Gabriele mio figlio ed un pugno di amici. Richard è atterrato già da
un pezzo e quando ho messo i piedi a terra l'istinto è stato quello di
ripartire verso alte mete... Il mio viaggio è veramente finito... Totale km
oggi: 75 km Totale km percorsi: 991 km Totale km mancanti: 00 km Centrare le
condizioni favorevoli, individuare le strategie "volatorie" e
sopratutto nel difficile durante la traversata, sono stati gli obiettivi tecnici
del mio percorso. Far corrispondere i miei programmi alle esigenze burocratiche
di enti locali, tutori degli spazi aerei e gente dietro le scrivanie (che non
sempre condividono la nostra passione per il volo e sopratutto per il nostro
tipo di volo libero), non è stato facile. Ma la mia avventura è andata avanti,
con la mia equipe, preziosa, efficente. Voglio ringraziare il mio compagno di
avventura Richard Meredith, grande pilota di Deltamotore, mio antagonista nei
vari campionati che ci siamo disputati insieme or sono alcuni anni fà! Un
grande ringraziamento ai miei partners tecnici: Icaro 2000, Woody Valley,
Metamorfosi e Aire Cornizzolo che mi hanno agevolato prendendo in considerazione
le mie esigenze tecniche e a volte uscendo dai loro standard costruttivi. Ma
questo sogno è scaturito da un grande desiderio che ci accomuna ed è la grande
voglia di volare e scoprire altri orizzonti verso i quali andare con la voglia
di nuovo. Per me questa è l'avventura. Desideravo capire cosa prova un
migratore nel corso di un suo viaggio, viaggio dettato dal suo istinto che io
posso solo provare di imitare. Volevo sentirmi uno di loro rientrando a casa mia
e proveniente da un'altro continente, un migratore, e così è stato. Ma ancora
e soprattutto in volo non smettevo di pensare che ad accoglierli, questi rapaci
stremati, non trovano amici, giornalisti nè champagne... spesso uomini
vigliacchi dietro canne di fucile.
Un
caro saluto a tutti. Angelo
Forse
te ne sei andato come avresti desiderato, nel tuo cielo. Come un'aquila con l'ala spezzata, in picchiata per catturare la sua ultima preda. Sono sicuro che
sei felice, stai volando finalmente con le tue compagne di viaggio.
Un
caro saluto anche a te, Angelo (davvero).
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