Un po' di storia 2400 anni di storia compiuti per Rodi città
che diventa un centro importante quando ormai il mondo classico volge
alla sua fine. Ai tempi dei macedoni Rodi conta secondo fonti 80 mila
abitanti ricoprendo una superficie che si estendeva dal porto attuale
Mandraki al colle di Ayios Stefanos (l'attuale Monte Smith) molto oltre
i limiti attuali della città. I ritrovamenti effettuati nel borgo
vecchio testimoniano che la parte bassa di Rodi era dotata di
fortificazione muraria e aveva una razionale e imponente pianta
urbanistica curata dall'allora caposcuola Ippodamo di Mileto. Il
contatto con le vicine città ioniche favorì una certa ricchezza e un
considerevole affermazione nelle scienze e nell'arte. La richezza in
scuole, teatri, accademie e palestre di Rodi rese la città polo di
attrazione per molti governatori e intellettuali romani: Cicerone,
Cassio, Lucrezio e lo stesso Cesare completeranno a Rodi i loro studi
superiori.
La prima pianta del Palazzo dei Cavalieri e dell'enclave fortificata del borgo è da attribuire ai bizantini nel VII secolo dC e risponde a esigenze di difesa contro le incursioni di quel "nemico". Dopo l'anno mille è qua favorito l'insediamento della tribu ebraica dei Sefarditi che cacciati dalla Spagna creano nei limiti del forte un loro spazio destinato a sopravvivere fino ai nostri giorni.
Durante il tardo impero bizantino la minaccia islamica si ripresenta con
l'arrivo sulla scena degli ottomani che intanto si impadroniscono di
larghe porzioni dell'antica Ionia. A difendere la cristianità ci
penseranno i Cavalieri Giovaniti di ripiego dalla Palestina dopo le
sconfitte rimediate dai mussulmani tra il XIII e il XIV secolo. Nel XIV
secolo l'impero bizantino è in ritirata, i crociati strappano Rodi
trasformandola insieme a Cipro e al resto delle isole del dodecanneso in
base militare e importante centro logistico al servizio delle loro
spedizioni nel Medio Oriente. Riusciranno per più di due secoli di
continue scaramucce a frenare l'espansione degli ottomani che intanto
avanzano sempre più massicciamente nell'Asia Minore. Saranno gli
eserciti di Gesu nel tardo XIV secolo a definire le attuali dimensioni e
geometrie della fortezza che circonda la città vecchia.
I Cavalieri difesero l'isola e riuscirono ad ottenere parecchio successo
popolare. Il primo grande assedio ottomano del 1480 verrà
brillantemente respinto dai Crociati anche grazie all'appoggio attivo
della popolazione. Gli eserciti di Osman dovranno impegnare le loro
migliori energie per piegare la loro resistenza. Ci riusciranno nel 1522
grazie all'intervento diretto dello stesso Suleiman il Magnifico che
dopo una rovinosa battaglia riuscirà a scacciare i francocrociati
dall'isola. I turchi affermano la loro autorità sul piano sia militare
che amministrativo potenziando anche la loro presenza numerica
sull'isola. Occupano il vecchio borgo impossessandosi delle precedenti
strutture e respingendo oltre la cinta le popolazioni non mussulmane,
gli allora "raja" greci e armeni. La quasi totalità delle
chiese bizantine e latine preesistenti viene convertita in moschee che
prendono il nome del loro fondatore: Imbrahim, Redjep, Mustaphà, Abdul
Jelil, Agà ecc. Sono invece risparmiati gli ebrei che permangono nei
limiti del borgo in funzione di commercianti, artigiani e finanzieri
conservando i loro santuari e le loro residenze tipiche.
Altrettanto drammatica doveva rivelarsi la fase della capitolazione
nazifascista alle forze alleate: essa fu infatti accompagnata da una
pioggia di bombardamenti aerei inglesi di intensità tale da piegare
irrimediabilmente il vecchio centro e la sua immediata periferia. |
Un giro per il borgo vecchio
L'ingresso nel borgo vecchio avviene solitamente dalla Uscita della
Libertà (Pili Eleftherias) nel settore settentrionale del porto a
Mandraki. Questo è l'ultimo in ordine di tempo dei 7 ingressi del borgo
e risale ai primordi della presenza fascista su Rodi (1924). Il
tracciato lastricato che parte praticamente da Place Simis dove si trova
l'arcaico santuario di Venere e la Pinacoteca si incrocia a pochi metri
con la più scenica delle vie di Rodi, Odos Ipoton, la strada dei
cavalieri. Questo avviene a livello dell'ospedale crociato che
giganteggia nella sezione costiera della fortezza circondato da due
pesanti casermoni: quello di Auvergne e quello inglese. Era in grado di
ospitare un centinaio di degenti ed è il più vecchio ospedale
organizzato di tutto il Dodecanneso. Costruito nel XV secolo dai
Magister francesi Antoine Fluvian e Pierre d'Aubusson l'Ospizio ospita
oggi il museo archeologico nazionale dell'isola dove sono esibiti una
parte dei ritrovamenti effettuati a Rodi città, a Lindo, Ialissòs e
Kamiros. Le sculture di Venere e quella di Elios del III secolo aC, sono
veramente molto eleganti. Accanto a queste una serie di kouroi
giganteschi e una collezione di vasellame, ceramiche e conio di età
soprattutto ellenistica e romana. Una sala è dedicata a affreschi della
prima era cristiana rinvenuti a Rodi e sull'isola di Carpato.
Sempre su questa strada si trova la basilica crociata di San Marco, la
torre di San Giorgio e tre monumenti importanti dell'eredità ottomana,
la moschea di Enterum fondata da Suleiman il Magnifico sulle fondamenta
di una basilica bizantina a sua volta ritoccata dai crociati. Di fronte
alla moschea con il minaretto mozzato si trova la biblioteca islamica di
Ahmed Hafuz e la Corte di Imaret con annessa la chiesetta degli Ayii
Apostoli costruita nel XV secolo, ai tempi dei crociati trasformata in
mensa dei poveri. E' stata di recente ristrutturata e ospita delle
mostre d'arte itineranti. A Imaret si trova Al Diwan, il caffè turco di
Rodi dove i più curiosi potranno provare di immergersi nel fumo del
narghilè, la pipa ad acqua tradizionale degli ottomani.
La Sokratous taglia uno dei quartieri da un punto di vista
architettonico più multietnici mai visti nel mediterraneo: una
clamorosa sovrapposizione di civiltà si diffonde in ogni angolo dei
suoi vicoli interni dove hanno a lungo convissuto insieme ai greci,
comunità ebraiche, armene, occidentali, turche e arabe lasciando al
posto un colore assolutamente inconfondibile. Si conclude nella
principale piazza della città quella dedicata a Esculapio, la celebre
Ipokratous sede della bellissima moschea di Santrivan e della tremenda
Castellania Biblioteca, in stile rinascimentale che fungeva da palazzo
di giustizia dei crociati.
L'Aristotelous prosegue nella via Pidarou che comprende il celebre
Ospizio di Santa Caterina un immobile crociato nel cuore del quartiere
ebraico costruito in modo splendido nel 1392 dall'architetto italiano
adepto della Loggia Domenico d'Allemagna. Era l'albergo dei crociati e
doveva dare ospitalità a chi intraprendeva a suo rischio e pericolo il
viaggio verso le terre sante. Fu distrutto da un terremoto e ricostruito
un'altra volta ai tempi del Gran Magister italiano Fabrizio del
Carretto. A poca distanza da qui si trova l'omonima uscita di Santa
Caterina che conclude il borgo vecchio con destinazione la torre
francese e il promontorio dei mulini di pietra sul mare. La Moschea di Solimano il Magnifico e il Bagno Turco sono una testimonianza della secolare dominazione turca. Il Bagno Turco, restaurato nel 2000, è ospitato in una struttura bizantina del VII secolo e offre una sosta davvero rigenerante. Si trova in Platea Arionos, tra una grande moschea e un teatro che ospita spettacoli di danza folcoristiche.
Del quartiere ebraico restano alcune case con iscrizioni in ebraico, la
sinagoga e il cimitero. La piazza su cui si affaccia la sinagoga è
stata dedicata ai martiri ebrei della seconda guerra mondiale. Se vi
inoltrate nelle vie residenziali, troverete ancora case abbandonate e i
segni dei saccheggi e degli incendi. Una toccante testimonianza per il
futuro. Il teatro e lo stadio sono stati massicciamente ricostruiti dagli italiani prima dell'ultima guerra. Del tempio di Apollo, in stile dorico, purtroppo restano solo alcune colonne. La vista sulla città murata ricompensa della fatica per giungervi, ma è preferibile il panorama che si può ammirare dalla sommità del monte Smith. Quest'ultimo è stato identificato con l'antica acropoli e deve il suo nome all'ammiraglio inglese Smith che pose il suo quartier generale a Rodi nel 1802. Da qui si scopre una vista sulla città e sulle colline boscose della parte nord dell'isola. Elli dopo Mandraki, di certo tra le più fotografate spiagge di tutta la Grecia con sfondo lo sfarzoso casinò e l'incredibile per colori e geometrie stabile che ospita l'Acquario. Sovradimensionata e sovrafrequentata è dai primi anni '50 punto di ritrovo delle più imminenti personalità del mondo dell'arte, degli affari e dello spettacolo. Una fila di ombrelloni coloratissimi sparsi per la spiaggia a sabbia oro e sul rettro piscine, giardini e costruzioni romantiche che richiamano alla Belle Epoque. Mare quasi sempre mosso e glamour senza limiti: sotto il sole cocente dell'Egeo, colpite da un venticello assolutamente gradevole affascinanti creature scandinave esibiscono qua corpi statuari in un ambiente che fatto di seduzione e sano edonismo. |
Il Colosso di Rodi era un'enorme statua del dio Helios, situata nel porto di Rodi in Grecia nel III secolo a.C.. Era una delle cosiddette sette meraviglie del mondo antico. Nel 305 a.C. il generale Demetrio, figlio di un successore di Alessandro Magno, invase Rodi con un'armata di 40.000 uomini. La città era ben difesa e Demetrio costruì delle enormi catapulte montate sulle navi, per distruggere le mura della città. Una tempesta gli distrusse le navi. Allora costruì a terra una torre d'assedio ancora più grande delle precedenti catapulte. I rodiesi allagarono il terreno prospiciente le mura, impedendo alla catapulta di muoversi e rendendola inoffensiva. Nel 304 a.C. il generale Politemo arrivò con una flotta in difesa della città e Demetrio dovette ripiegare abbandonando la maggior parte dell'equipaggiamento. Per celebrare la loro vittoria i rodiesi decisero di costruire una gigantesca statua in onore di Helios, il loro dio protettore. La costruzione fu affidata a Chares di Lindo che aveva già costruito statue di ragguardevoli dimensioni. Il suo maestro Lisippo, aveva costruito una statua di Zeus di una trentina di metri. La statua era alta circa 32 metri. Secondo l'opinione di alcuni storici, la struttura era costituita da colonne di pietra con inserite delle putrelle di ferro a cui venivano agganciate le piastre di bronzo del rivestimento esterno. Per costruirla fu usata come impalcatura la torre di assedio abbandonata sul posto da Demetrio. La costruzione terminò nel 282 a.C., dopo 12 anni. La statua restò in piedi per 56 anni, fino a che Rodi fu colpita da un terremoto nel 226 a.C. La statua precipitò in mare. Politemo si offrì di ricostruirla, ma i rodiesi rifiutarono temendo l'ira del dio Helios a seguito della ricostruzione (che veniva interpretata come un'offesa nei riguardi del dio). La statua pertanto rimase sdraiata sul fondo per 800 anni ed anche così era talmente impressionante che molti andavano apposta a Rodi per ammirarla. Nel 654, Rodi fu conquistata dagli arabi. I vincitori si portarono via la statua tagliandola in blocchi di cui si persero ben presto le tracce. Secondo alcune ricostruzioni, il Colosso di Rodi doveva raffigurare il dio Helios con le gambe divaricate ed i piedi poggiati alle estremità del porto di Mandraki (dove ora sono presenti le due colonne su cui poggiano dei cervi in bronzo) ed essere alto al punto da permettere il transito delle navi all'interno del porto, infatti si dice che fungesse anche da faro.
In
definitiva, la città è costituita da due parti ben distinte: la
città antica, cinta da mura imponenti erette dai cavalieri, e la
città moderna, sviluppatasi dopo il 1912 sotto l'amministrazione
italiana. Le opere pubbliche e l’architettura fascista del periodo italiano Durante l’occupazione italiana protrattasi dal 1912 al 1943 e riconosciuta a livello internazionale con il Trattato di Losanna del 1923, fu dato avvio a numerose opere pubbliche e private e si procedette altresì al restauro di numerosi monumenti. Da qualche anno è in corso una rivalutazone del lavoro dell'amministrazione italiana, anche da parte dei greci stessi; il sito istituzionale del comune di Rodi, ad esempio, individua nella storia della città un "periodo italiano" e così recita : "Gli Italiani... preservarono le strutture dei periodo dei Cavalieri, demolendo le superfetazioni del periodo Ottomano..., intrapresero un ampio programma di infrastrutture (strade, elettricità, porto, etc.) trasformando radicalmente la città di Rodi, che veniva fornita di un nuovo piano regolatore, di una normativa edilizia e di molti nuovi edifici pubblici e privati." Ancora oggi se ci aggiriamo per Rodi moderna possiamo facilmente riconoscere le architetture, gli spazi e i particolari architettonici, gli arredi urbani (lampioni, balaustre, panchine ecc.) l'ambiente costruito tipico italiano del periodo tra le due guerre. Le opere pubbliche principali realizzate furono: -
la ricostruzione del Palazzo del Gran Maestro che era stato distrutto
in periodo Ottomano dall'esplosione di una polveriera; Le architetture rispecchiano le due fasi di governatorato che si ebbero a Rodi: quella di Mario Lago, protrattasi sino al 1936, e quella di De Vecchi, sino agli anni della Seconda guerra mondiale. Quelle del primo periodo furono più eclettiche e ciò si legge soprattutto negli edifici progettati dall’architetto Florestano di Fausto. I richiami sono i più disparati, dal neorinascimento del Palazzo delle Poste (uno dei primi edifici pubblici), all'arabesco della tradizione locale con la nuova Agorà, al veneziano del Palazzo del Governo, che ricorda molto da vicino il Palazzo Ducale di Venezia o, infine, alla vicina Art Déco del Grand Hotel delle Rose. Nel secondo periodo invece si ha il predominio di quel "neoclassicismo semplificato", tipico di Piacentini e tanto caro al regime per i suoi effetti monumentali e propagandistici. In quest’ultimo periodo si ritrova anche qualche accenno razionalista in edifici minori, alcuni di pregevole fattura come la chiesa di S. Francesco, o un misto di razionalismo e neoclassicismo come il Teatro Nazionale o l’Acquario. Certo a Rodi non si raggiunge quella espressione e quei canoni architettonici dell’International Style che invece si affermano, negli stessi anni, nella realizzazione “ex novo” della cittadina di Portolago, nell'isola di Leros. Rodi è il capoluogo del Dodecaneso, la città delle visite ufficiali, con una storia importante, e agli occhi del regime non può che essere celebrativa dei sogni imperiali di quegli anni. L’essenzialità funzionale delle architetture di Portolago, e addirittura la purezza di alcune di esse, mentre potevano adattarsi, forse a pennello, ad una città militare, contrastavano con quell'idea di "romanità" che il Fascismo propugnava e che voleva esportare anche nelle colonie.
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Palazzo
del Governo, progettato da Florestano Di Fausto fu realizzato nel
1926-7, esso ospitava gli uffici governativi, l'archivio, l'ufficio del
turismo, il gabinetto del Governatore con un ampio salone di
rappresentanza pavimentato in maiolica ed arredato con mobili in stile e
lampadari di Murano. Questo edificio è la maggiore realizzazione del Di
Fausto ispirata al gotico veneziano che riesce a fondersi mirabilmente
con motivi locali ed orientali, attualmente sede della prefettura. |
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La
Piazza dell'Impero poi denominata piazza Balbo (giugno 1940). Sulla
destra in fondo la Casa del Fascio e sulla sinistra il Palazzo delle
Forze Armate. La Casa del Fascio fu realizzata tra il 1936 ed il 39
sotto il Governo De Vecchi, l'edifico in pietra locale ricalca gli
schemi accademici dell'architettura di regime, nel 1939 vengono donate
da Mussolini tre statue di imperatori romani ora conservate nei giardini
del Palazzo del Gran Maestro. Attualmente è sede del Municipio di Rodi.
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Il
Grande Albergo delle Rose. E' il simbolo degli anni d'oro del Dodecaneso
di cui conserva ancora oggi il fascino intrigante della bella vita che
fu. Progettato da Florestano Di Fausto e Michele Platania fu realizzato
dalla società SAGAR negli anni 1925-27. Considerato il più lussuoso
albergo del Mediterraneo Orientale era dotato di 160 camere su quattro
piani con i comfort più moderni (ascensori, riscaldamento
centrale,sistema di aerazione caldo-freddo,telefoni etc..), fu
realizzato in uno stile misto che univa l'architettura islamica, la
merlatura veneto-bizantina ed elementi gotici derivati dal decò. Fu
quindi rimaneggiato sotto il Governo De Vecchi per renderlo più austero
e conforme allo stile squadrato e freddo di regime. Abbandonato dopo la
guerra e saccheggiato dei suoi interni dopo molti anni di degrado è
tornato ora al vecchio splendore. A
dsetra il
Grande Albergo delle Rose come appare oggi, trasformato in Casinò sulla
spiaggia dell'Acquario, è
stato lussuosamente ristrutturato ma i piani superiori non sono
utilizzati.
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L'Ordine dei Cavalieri a Rodi. Storia di una presenza (1310-1522)
Infatti in tutta la loro storia i grandi Ordini cavallereschi dovettero
difendersi non solo dagli infedeli, ma anche dalle monarchie europee che
cercarono sempre di cogliere ogni opportunità per mettere le mani sulle
loro cospicue ricchezze, ed ogni scusa o pretesto venne usato per
attenere questo risultato.
Ecco perché nel 1310, dopo aver conquistato l'isola di Rodi, divennero
abili marinai e con la loro flotta continuarono sul mare la loro guerra
contro gli infedeli, di cui diventarono il pericolo maggiore.
Le possenti mura costruite dai cavalieri permisero all'isola di
resistere agli attacchi del sultano dell'Egitto nel 1444 e di Mehmed II
nel 1480.
Così il 24 dicembre 1522, dopo sei mesi di resistenza eroica e
disperata, il Gran Maestro Villiers de l'Isle-Adam ottenne da Solimano
di lasciare l'isola di Rodi con l'onore delle armi.
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KAMIROS |
Tornati a Rodi a una ventina di chilometri a nord di Scala e con il
monte Ataviros alle spalle si estende il secondo per importanza sito
archeologico di Rodi dopo Lindos, l'immensa città di Kamiros, una delle
più distese aree archeologiche della Grecia intera. Centro dorico
importante a partire dal XII secolo aC venne scoperto nel solo 1928 da
archeologi prima inglesi e poi italiani. Nonostante le sue notevoli
dimensioni è poco conservata essendo ripetutamente saccheggiata da
"fedeli" e "infedeli". Costruita in modo
anfiteatrico sulla base di un piano regolatore ideato dal più famoso
urbanista dei tempi classici, Ippodamo, fu prima abbandonata dai suoi
abitanti (che nel IV secolo aC
si spostano nei limiti dell'attuale
capoluogo) e poi distrutta da un terremoto nel 229 aC e da un secondo
all'incirca un secolo dopo. Probabilmente in quel periodo fu distrutto
anche il tempio di Athena e la famosa stoa. Oltre che nel museo
archeologico interno all'area archeologica, reperti di Kamiros sono
esposti a Rodi e in diversi musei esteri.
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LADIKO' (Baia di Antony Queen) |
Si trova a pochi chilometri a nord di Afantou, vicino a Faliraki; si tratta in effetti non di una sola spiaggia, ma di un complesso di calette: due sono raggiungibili con la macchina, che si può parcheggiare abbastanza comodamente, una (la cosidetta Baia di Anthony Queen), si può raggiungere solo a piedi, con uno stretto sentierino. Il fondo è di ghiaietto fine, l'acqua è molto cristallina e sulla riva sono ormeggiate alcune barche di pescatori, che danno a tutto l'insieme un aspetto molto pittoresco. Sulla riva impianti igienici e taverne che offrono piatti locali e non.
Una tranquilla insenatura, piu' popolata in luglio e agosto, situata a 15 km da Rodi citta', e resa unica dalle bellissime pinete che la circondano e dalle sue acque sempre fresche. In questa baia furono girati "Zorba il greco" e "I cannoni di Navarone", con Antony Queen. Sembra che per riconoscenza, la baia fu regalata dal Re Costantino all'attore, e poi toltagli all'epoca del regime dei Colonnelli. La diatriba fra gli eredi di Queen e il governo greco non si è ancora conclusa.
Si trova pochi chilometri a sud di Afantou, ed è sabbiosa, di una bella sabbia fine; qui i bambini, dopo tanta ghiaia potranno finalmente costruire qualche castello! L'acqua è molto trasparente e la riva degrada dolcemente: ideale per i bambini. La lunga spiaggia sabbiosa di Tsampika si trova a 26 chilometri a sud-est del capoluogo di Rodi,sotto l’imponente roccia dove si trova il miracoloso monastero di Tsampika (la spiaggia ha preso il nome da questo monastero). Acque turchesi e sabbia dorata creano un bellissimo scenario, ideale per rilassarsi e godersi il sole.
Stegna. Spiaggia di sabbia e ciottoli situata a 29 km dalla citta' di Rodi e a solo mezzo km dal paese di Archangelos. Nella baia di Stegna troverete diverse piccole taverne dove degustare la cucina locale.
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FILERIMOS |
A 15 km dal capoluogo, raggiungibile da una traversa della litoranea ovest che si inerpica per le pendici boscose del monte. Sulla cima si trova un monastero con annessa una chiesa gotica dedicata alla Madonna ricostruita negli anni dell'amministrazione italiana. In epoca dorica il luogo era occupato da un'acropoli di cui rimane qualche traccia di templi. Poco lontano dal monastero si trovano i resti di una fortezza medievale eretta dai Cavalieri sul sito di una preesistente costruzione di epoca bizantina. Notevole il panorama. Questo monastero sta nel villaggio di Filerimos (a sud della Città di Rodi) e risale al dominio dei Cavalieri. E’ situato in un ambiente verdeggiante pieno di cipressi ed altri alberi. Le celle dei monaci sono contrassegnate, ognuna, da una placca decorata con un fiore differente per ogni cella. All’interno del monastero c’è l’interessante chiesa dei Cavalieri che sembra un castello medioevele con cupole rotonde. Prima della costruzione della chiesa dei Cavalieri, una basilica del primo periodo cristiano (V o/VI osecolo) si trovava sul sito dell’attuale monastero ed aveva tre navate che finivano in un’abside. La data di distruzione della basilica è sconosciuta ma solo i resti del suo battistero sono rimasti come anche il suo pavimento decorato da un bellissimo mosaico. Durante il periodo bizantino, una chiesa a cupola con una navata fu costruita nella navata settentrionale della basilica distrutta, durante il dominio dei Cavalieri, il campanile della chiesa dei Cavalieri fu costruito intorno al XIII o secolo oltre l’abside della navata centrale. Il monastero fu costruito all’inizio del XIV o secolo sul sito della chiesa bizantina e fu restaurato dagli italiani. Davanti al monastero il visitatore può vedere i resti del tempio dorico di Atena Polias. I resti di un pavimento lastricato appartenenti a un tempio fenicio più antico si possono vedere davanti ad una delle basi di statue. Questa cappella sotteranea si trova vicino al tempio antico di Atena nel villaggio di Filerimos e fu costruita durante il primo periodo bizantino. Le sue pareti sono abbellite da splendidi affreschi del XIV o-XV o secolo e si suppone che siano stati lì collocati dai Cavalieri di San Giovanni ( si spiega così la forte influenza occidentale). Difronte all’entrata c’è un quadro di Cristo fiancheggiato dagli Apostoli Pietro e Paolo e dagli altri santi. L’arcodi questa graziosa chiesa bizantina è decorato con dipinti della Vergine Benedetta e della Passione di Cristo. |
EPTA PIGES |
questo
il nome greco, è un posto tranquillo tra le montagne in cui è
possibile trovare refrigerio anche quando lungo la costa il caldo
torrido
non dà tregua… Per raggiungerla si svolta verso l’interno dell’isola
proprio in prossimità di Kolymbia. Appena arrivati ci si trova di
fronte ad un ristorante a dire il vero eccessivamente turistico, ma
che rappresenta un buon punto d’appoggio per una pausa-ristoro.
Oltre il ristorante, dei paletti di legno infissi sul terreno
identificano le 7 sorgenti, da cui sgorga gelida dell’acqua dolce..
A detta dei locali ovviamente una volta la quantità d’acqua era
molto maggiore, ora invece anche a seguito di un aumento forse
sconsiderato dello sfruttamento delle risorse idriche, alcune delle
“sorgenti” sono diventate un minuscolo zampillo… |
PETALOUDES (Valle delle Farfalle) |
nota in tutto il mondo come la Valle delle Farfalle, è una zona verdeggiante in leggera salita che si trova nell'interno dell'isola a sud est di Rodi città. Nella bella stagione, attirate dal profuno della resina sprigionato dagli alberi di ambra della zona, centinaia di farfalle sciamano nella zona: si tratta in particolare di Callimorpha quadripunctuaria, dalle ali nere punteggiate di arancio e giallo. Appena entrati nel parco, percorribile seguendo piccoli sentieri di tronchi d'albero farete fatica vederle: mimetizzate sulle cortecce ne vedrete una, due e all'improvviso un'intero tronco ricoperto... proseguendo, se sarete fortunate le vedrete roteare sopra un laghetto, una pioggia di macchie arancioni, una coreografia veramente spettacolare! Si è comunque pregati di evitare schiamazzi per farle volare, pratica che ne ha progressivamente diminuito il numero e che evidentemente non è loro gradita! All' interno troverete anche un piccolo museo e una taverna dove ristorarvi!
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Quarto
sito turistico della Grecia e grande Mecca turistica di Rodi, Lindos
dista dal capoluogo 56 km in direzione sudest ed è una delle più
privilegiate gite scolastiche in assoluto nel mediterraneo. Lindos è
bellissima a settembre quanto le folle cominciano un po' a dare il via e
il paese torna a una più accettabile normalità: è un villaggio di
all'incirca un migliaio di abitanti chiuso al traffico e dichiarato area
protetta dal ministero dei beni culturali. E' sede di una delle aree
archeologiche più clamorose dell'Egeo ed è stata il punto di approdo
dell'Apostolo Paolo sull'isola di Rodi avvenuta 57 anni dopo la morte di
Cristo. Associata ai villaggi turistici Kalathos, Lardos e Charaki a
nord, Pefki, Gennadi e Kiotari a sud rappresenta una delle migliori
soluzioni turistiche che la Grecia offre nei mesi estivi. Da qui si
potranno intraprendere escursioni verso il meno sviluppato
turisticamente sud dell'isola fino alla punta meridionale in
corrispondenza di Prassonissi, la miglior palestra di surfing conosciuta
in Grecia dopo Paros.
La storia di Lindo è insetricabilmente legata a quella della sua Akropolis dorica costruita in età geometrica (IX secolo aC) su un monolite di granito a 120 metri di altezza a picco sul mare. La fondazione del Tempio di Athena Lindia che domina la parte orientale del forte risale invece al VI secolo aC ed è associata a Cleovoulo uno dei 7 saggi dell'antichità. Questo fù distrutto nel 342 aC probabilmente da un terremoto per essere ricostruito seguendo la stessa pianta dell'originale a 4 colonne per facciata su scala altrettanto monumentale e nella stessa posizione in cui appare oggi a pochi passi dal precipizio.
Su quel santuario salirono i re di Lidia, i tirrani della
Sicilia, Alessandro magno, i magnati di età ellenistica, da Alessandro
Magno a Antigono. Fu profondamente venerato dal mondo arcaico o
destinatario di magnifiche donazioni.
L’Acropoli di Lindos è la più antica di tutta la Grecia, dove sono conservati i resti dell’antico tempio dedicato ad Atena Lidia. Ma quello che veramente colpisce ed impatta di più agli occhi degli ospiti di Lindos è la straordinaria vista del mare azzurro con i suoi giochi di luci e colori che contrastano con il bianco acceso delle sue case. Nell’Acropoli troviamo inoltre la chiesa dedicata alla Madonna di Lindos (datata XII sec.) nel cui interno potrete ammirare originali e ristrutturati affreschi dell’epoca. Il castello di Lindos giace anch'esso sul sito dell'antica acropoli. Fu rifatto al tempi dei Cavalieri di Rodi nel XIV secolo e ricostruito ai tempi del dominio italiano 1913-1947. In cima alla scala di accesso vi è un rilievo raffigurante una nave (v. foto) sulla quale poggiava la statua dell'ammiraglio Agesandro di Mikion, opera di Pitocrito, l'artista che realizzò la Nike di Samotracia esposta al museo del Louvre. All'interno c'è un vasto cortile con tre cisterne, i resti di una chiesa bizantina dedicata a San Giovanni. Qui si trovano anche alcune colonne del III secolo a.C. che facevano parte della vasta stoà del periodo ellenistico.
Baia
di San Paolo - Spiaggia di Aghios Pavlos
La piccola baia di Aghios Pavlos (San Paolo) si trova sotto l’acropolis di Lindos , a una breve distanza, a piedi, dal villaggio di Lindos e a 50 chilometri a sud-est dalla Città di Rodi.Una leggenda locale spiega che, questa baia ha preso il nome dall’apostolo Paolo che, era andato lì nel 43 d.C. a predicare il Cristianesimo; la graziosa cappella bianca che sta sulla spiaggia è dedicata a San Paolo. La spiaggia è composta da sabbia dorata e ciottoli e su di essa si possono trovare sedie a sdraio da affittare. E’ inoltre circondata da rocce ,dando la possibilità di immergersi nelle acque pulite e turchesi.
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KATTAVIA |
Paesino di poche anime con una stazione di servizio della Shell dove la proprietaria è molto gentile con gli italiani, avendo, come del resto tutti gli abitanti dell'isola di una certa età, un ottimo ricordo della "Rodi dei tempi italiani
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LACHANIA |
Benvenuti a Lachania: un paesino immerso tra le montagne nella parte meridionale dell'isola, a circa 80 km dall'aeroporto e a 73 km del capoluogo Rodi. E, come su qualsiasi altra isola, anche qui vale la regola secondo cui “l'aumento della distanza dall'aeroporto è direttamente proporzionale alla tranquillità del luogo di villeggiatura”. Sebbene in linea d'aria l'isola sia lunga circa 77 km e larga 37 km, a causa della montagne e stradine serpeggianti che la circondano, il vostro contachilometri potrebbe indicare di più. I negozi non sono ancora arrivati in paese. Tuttavia, ad appena una decina di chilometri da qui, potrete trovare tutto quello che vi siete dimenticati di portarvi da casa. In paese troverete infatti alcune tipiche taverne chiamate Platanos (il nome la dice lunga), in cui clienti abituali e passanti si danno appuntamento per assaporare i piatti dell'autentica cucina greca e in cui le immancabili bevande greche e i discorsi filosofici non si faranno certo attendere. Visitate anche il baretto del prete (Chrissis) soltanto poche vie più in alto: qui potrete incontrare gli abitanti più genuini del paese. La cucina è ottima, sappiate però che non potrete sfuggire a “Pope Georgos”, (*) padre spirituale ortodosso al limite del folkloristico, La sua chiesetta si trova accanto alla taverna Platanos sulla piazza del paese. Le faccende politiche o di pubblico interesse di solito vengono discusse nella taverna Horizon di fronte al bar Chrissis. Si tratta di un'osteria alla buona gestita dall'ex sindaco di Lachania e sua moglie.
N.D.R: (*) (caspita! senza saperlo, l'ho beccato!)
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PRASSONISSI |
E' l'estrema punta meridionale dell'isola dove si incontrano i due mari, quello orientale più calmo e quello occidentale più mosso; lungo una striscia di sabbia che collega la piccola isola del faro all' isola di Rodi si assiste ad uno spettacolo surreale che i gli amanti del windsurf amano in modo particolare, infatti grazie alle forti correnti di vento che si creano in questa zona sono molti gli sportivi che si dilettano con la tavola e la vela. La zona, fino a pochi anni fa pressochè disabitata negli ultimi anni ha assistito ad un notevole sviluppo di taverne, ristoranti e piccoli apartments ma l'atmosfera un pò selvaggia e lontana dal turismo di massa si conserva tuttora. La lunga ed estesa spiaggia di Paronissi si trova nell’estremità meridionale di Rodi, a 92 chilometri a sud del capoluogo dell’isola e a 40 chilometri a sud-ovest dal villaggio di Lindos.
Prassonissi è un paradiso per i windsurfers, in particolare durante i mesi di luglio ed agosto, quando soffiano i venti del nord (chiamati meltemi). La spiaggia consiste in due insenature sabbiose che finiscono in un’isola che può essere raggiunta a piedi o a nuoto, dipende dal livello delle acque. Nelle vicinanze si può affittare l’attrezzatura da windsurfing, anche se la maggior parte dei surfisti porta la propria; si possono trovare inoltre taverne e camere da affittare. Il paesaggio è idilliaco e le acque sono cristalline. Il Vento. Da Aprile ad Ottobre, il Meltemi soffia da Nord-Ovest, girando poi ad Ovest lungo la costa Sud dell’isola di Rodi. Nello stretto tra la costa Sud di Rodi e l’off-shore “Green Island”, il vento per effetto Venturi, soffia con maggiore intensità. Ragion per cui, a Prassonisi ci sono solitamente 1 o 2 Bft in più rispetto al resto dell’isola. |
INOLTRE, DA VISITARE
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La
Grecia con le sue innumerevoli isole baciate dal sole offre un tipo di
cucina prettamente mediterranea. Il gusto dei greci per la vita e
l'amore per le cosi semplici si riflette anche a tavola: olio d'oliva,
melanzane, pomodori, zucchine, peperoni, carne d'agnello e pesce sono
infatti gli ingredienti che più vengono usati.
Nei ristoranti, molto spesso a gestione familiare, avrete modo di apprezzare le decine di sfiziosi antipasti di gusto tutto mediterraneo; oltre ovviamente all'ottimo pesce fresco. Ottimi l'agnellino, la porchetta e gli spiedini alla griglia; famosi il Moussaka, i Souvlakis, i Dolmades e la Taramo Salade. Ottimi anche lo yoghurt, i formaggi pecorini, e il Metaxa, il brandy greco, dal gusto intenso e vellutato. Specificate al cameriere se volete un vino non resinoso. In questo caso provate il Naoussa della cantina Boutari. Il
caffè rappresenta invece un rito particolare: viene preparato
nel briki versando la polvere di caffè e lo zucchero nell'acqua
fredda. Poi si mette il briki sul fuoco e aiutandosi con un cucchiaio
si mescola bene in modo che il caffè sia ben sciolto. Quando l'acqua
incomincia a bollire e la schiuma arriva ai bordi del briki, si spegne
la fiamma e lo si fa riposare per qualche minuto. Poi se ne versa un
piccola quantità in ogni tazza in modo che tutte abbiano la schiuma e
poi si finisce di riempirle. Ovviamente non può mancare il vino: la RESTINA è un vino tipico greco ottenuto con l'aggiunta di resina di pino, si beve fresco ed è assieme all'ouzo la bevanda più bevuta e consciuta della Grecia. Caratteristico è il suo aroma asprigno molto rinfrescante!
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A questo punto, mi aspetto solo che l'Ente Turismo della Grecia visiti questa pagina per offrirmi un'altra vacanza a Rodi. Gratis. |
Salvo diversamente indicato, tutte le informazioni e i diari di viaggio presenti sono stati prelevati dal web.
Per trascuratezza non ho inserito la loro provenienza.
Chi si riconosce nelle parole qui sopra, se lo desidera è pregato di segnalarmelo.