
Da Marguerite Yourcenar (la grande scrittrice è
stata la prima a riconoscere apertamente il debito che i francesi hanno
verso l’opera dei pupi siciliani), al grande letterato inglese Henry
Festing Jones (“I pupari conoscono i diavoli meglio di Dante
Alighieri”).
E poi Bufalino, Capuana, Henze, Levi, Licata,
Martoglio, Orioles, Sciascia, Vittorini. Registi come Tornatore, Faenza,
La Rosa, Coppola e altri.
Citazioni e riferimenti sui pupi siciliani
nella letteratura, nel teatro, nel cinema, nella musica. Una
originalissima rassegna.
Prezzo: € 6,00 Edizione:
Screenpress Edizioni
1) Il debito di riconoscenza della Francia verso il teatro dell’opera
dei pupi, in En Pèlerin et en étranger di Marguerite Yourcenar
Nel saggio En Pèlerin et en étranger (Pellegrina e straniera),
Marguerite Yourcenar dedica ben cinque pagine ai pupi siciliani in un
articolo intitolato Marionettes de Sicile scritto nel 1938.
Dopo aver assistito ad uno spettacolo dei pupi in Sicilia, condensa,
con una raffinata prosa, la storia del teatro dei pupi, parla dei
pupari, dei personaggi, del repertorio.
In un importante passo del saggio scrive: Il faut environ trois
semaines pour donner, soirée par soirée, ces quelque cent chapitres de
«l’histoire de France», comme on l’appelle ici, et peut-être en effet la
France n’at-elle jamais offert d’elle -même une image plus pure que dans
ces petits drames ingénus. (Occorrono circa tre settimane per
rappresentare, sera dopo sera, tutti i cento capitoli della “Storia di
Francia” come viene chiamata in Sicilia. In effetti, la Francia stessa
non ha mai offerto di sé un’immagine più pura di quella che viene
rappresentata in questi drammi ingenui).
La grande scrittrice riconosce, così, il grande merito dell’opera
dei pupi nel rappresentare la parte più pura della Francia.
Attestando, nel contempo, il debito di riconoscenza che la Francia
stessa deve avere per questa forma di teatro siciliano.
La Yourcenar definisce i pupi siciliani “sublimi nella loro
ingenuità” e subito dopo aggiunge: “Occorre spingersi fino al
Giappone dei samurai per ritrovare una tale furia guerriera, oppure
rifarsi ai Misteri del Medio Evo per ritrovare qualche cosa del medesimo
fervore”.
[ … ]
2) L’amore di un compositore tedesco per i pupi siciliani in
Ingeborg Bachmann – Hans Werner Henze. Briefe einer Freundschaft
Il musicista tedesco Hans Werner Henze e la scrittrice austriaca
Ingeborg Bachmann furono legati da una lunga amicizia e da una proficua
collaborazione artistica (basti citare i libretti che la Bachmann
scrisse per le opere di Henze Der Prinz von Homburg - Il principe
Von Homburg e Der junge Lord - Il piccolo Lord).
La loro corrispondenza epistolare è contenuta nel libro Ingeborg
Bachmann - Hans Werner Henze. Briefe einer Freundschaft curato da
Hans Hoeller, Piper, Zürich, 2004.
In una lettera inviata da Napoli e datata 28 ottobre 1957, Henze
scrive alla Bachmann, in italiano, di aver cercato a lungo una persona
in grado di “vestire pupi, in particolare, guerrieri siciliani”.
Nel passo successivo afferma di averlo finalmente trovato: è un
puparo ambulante che gira con il suo teatro per la provincia di Napoli.
Appare evidente l’interesse di Henze per i pupi siciliani: li
colleziona, li fa completare e abbellire da un artista; riesce, persino,
ad avere una rappresentazione privata (una scena dell’Orlando Furioso)
in casa propria.
Un altro passo (scritto in un italiano incerto) della corrispondenza
è rivelatore e convalida la nostra ipotesi: “Credo che con l’idea di
servirsi del stile dei Pupi Siciliani si può fare un mucchio di cose
buone e divertenti”.
In un’altra lettera, sempre da Napoli e sempre in italiano, datata
12 novembre 1957, annunzia alla Bachmann, che “anche i due pupi
siciliani finalmente sono vestiti d’armatura e seta rossa, uno è un
saraceno, l’altro invece un italico, una delizia”.
[ … ]
3) Un’opera in tedesco per i pupi siciliani, in Die Revolte von
San Nazzaro.Oper für sizilianischeMarionetten di Hans Werner Henze
Henze scrisse il testo La rivolta di San Lazzaro nel 1955-56 come
una rappresentazione per i pupi siciliani.
L’opera venne trasmessa il 24 maggio 1957 come dramma radiofonico.
Era interpretato dagli attori tedeschi Elisabeth Flickenschildt e
Charles Regnier.Musiche dei due jazzisti americani Jimmy Giuffre e Chico
Hamilton.
Il testo del dramma è contenuto nel Sammlung Hans Werner Henze.
Musikmanuskripte (Inventare der Paul Sacher Stiftung) edito da
Schott nel 2003.
Noi immaginiamo Henze assorto a fissare quei due pupi siciliani,
ancora nudi e senza armature, mentre scrive Die Revolte von San
Nazzaro.
Li osserva e scrive, cercando di carpirne completamente l’anima.
Come sappiamo, solamente nel novembre del 1957 (dunque circa sei
mesi dopo la trasmissione radiofonica), Henze poté ammirare i suoi due
pupi finalmente rivestiti e completi di armatura.
È nostra intenzione richiedere l’autorizzazione per tradurre il
testo del grande compositore tedesco per rappresentarlo così come era
stato ideato: come spettacolo dell’opera dei pupi.
[ … ]
5f) L’Inferno di Dante e i diavoli dell’Opera dei Pupi
Alessandro Greco era molto orgoglioso della scena con i diavoli durante
la rappresentazione della “strada sotterranea”.
Certamente, poteva far pensare ad uno dei gironi infernali di Dante.
Disse a Jones:
Chi può rendere testimonianza alla verità delle parole di Dante? Non
c’è niente di simile in Dante. Ma poi, non ci sarebbe, probabilmente,
potuto essere niente di simile. Chi è Dante? Come versificazione,
lingua, la sua poesia è bella, splendida, suprema, soprattutto rispetto
ai libri di poesia di altri, ma come senso, che cos’è? E poi ancora,
perché dovrebbe essere Dante a farmi credere nei diavoli? Sono io il
sovrano di tutti i diavoli nel teatrino! Come se non conoscessi più
diavoli di chiunque altro. Dante è l’imperatore delle Parole, ma io sono
l’imperatore delle Gesta. E poi la sua oscurità! Come tema di
discussione Dante è così oscuro come la religione. Si dice: “È così”.
Mentre un altro dice: “Non è così”. Come gli uomini che discutono su un
melone e uno dice: “All’interno è rosso” mentre un altro dice: “Il suo
interno è bianco”. Chi può rendere testimonianza della verità delle
parole di Dante? Non siamo in grado di tagliare il suo poema, aprirlo e
vedere il suo significato interno. Mentre io ho tagliato il mio inferno
e l’ho aperto per voi. Vi ho mostrato il suo interno, e voi potete
rendere testimonianza della verità della strada sotterranea.
[ … ]
8) I pupi anche nei finimenti degli asinelli dei carretti siciliani,
nel film Cavalleria rusticana di Amleto Palermi
Cavalleria rusticana è un film in B/N del 1939 tratto dalla
celebre novella di Giovanni Verga. Casa cinematografica Scalera film.
Interpreti principali: Isa Pola (Santuzza), Carlo Ninchi (Alfio), Loris
Duranti (Lola), Leonardo Cortese (Turiddu).
Don Alfio, assieme alla moglie, sul tipico carretto siciliano, si
recano alla festa di San Vincenzo.
Alcuni compaesani lodano la bellezza del carretto e i paramenti
dell’animale: “Bello compare Alfio, magnifico davvero”.
Ma sono i ragazzini che descrivono le scene raffigurate sui
paramenti dell’animale: “Orlando con Angelica passano il campo
dell’imperatore Agricane, sfida diOrlando e Rinaldo, eccolo Rinaldo,
Bradamante lascia legato Brunero, morte di Almonte, Orlando uccide
l’animale parlante”.
E Rinaldo, oltre ad essere disegnato nei finimenti dell’asinello, è
anche un pupo siciliano col suo cavallo, che si muove e sobbalza alle
scosse del carretto.
Nel film una sfilata da cineteca di carretti siciliani tutti
agghindati per la festa con pinnacchi di tistera e di sidduni, ricche
bardature e paramenti per gli animali.

In questo
primo volume vengono proposti due nuovi spettacoli per l’opera dei
pupi:
Il primo spettacolo (in versi rimati in dialetto siciliano) ha
come titolo “Tri ligenni siciliani” e comprende tre leggende :
- 'U cavaddu senza testa ra via Crucifiri;
- 'A ligenna ri Gammazita;
- 'A ligenna ri Colapisci.
Il secondo spettacolo ha come protagonista Peppininu, la
maschera popolare catanese che rappresenta la saggezza, la
scaltrezza e la sagacia popolare. È un personaggio atemporale: pur
vestendo abiti settecenteschi (livrea, parrucca, ecc.) partecipa
alle avventure dei Paladini di Francia di Carlo Magno negli anni
770/778 circa. In Francia diventa una sorta di scudiero dei paladini
Orlando e Rinaldo.
Ma come è arrivato da Catania a Parigi?
Qual è stato il suo percorso?
Ecco le tappe di questo avventuroso viaggio, in un divertente
testo dal titolo: “Da Catania a Parigi, le tappe del viaggio di
Peppininu (arrancando sopra una gamba sola per tutta la penisola)“.
Con una grande sorpresa: la maschera catanese incontra alcune
maschere della commedia dell’arte. Una grande novità: il teatro
dell’opera dei pupi incontra, per la prima volta, alcune maschere
della commedia dell’arte.
L’autore vuol fare di Peppininu un vero protagonista/mattatore
di una nuova serie di spettacoli per l’opera dei pupi.
E’ in allestimento un secondo spettacolo dal titolo “La senti
la voce dell’Etna?” con le leggende e i miti legati al nostro
vulcano (La belva che sconfisse Alarico, la bambina e l’elefante
nano, re Artù nascosto nel vulcano, grazie ad Euripide, etc.) e un
terzo, molto più ambizioso, dal titolo “La riscossa dei pupi
siciliani” con la partecipazione di tutti i pupi siciliani (i
paladini, i saraceni, i garibaldini, Polifemo, Peppininu, Carmiluzzu,
la vecchia di l’acitu, etc.), tutti uniti per sconfiggere un nemico
comune che minaccia di far morire il teatro dei pupi.
Da ‘U CAVADDU SENZA
TESTA RA VIA CRUCIFIRI
Semu a Catania
n’u seculu di li lumi e di la raggiuni,
vi cuntu ‘na storia c’ha fattu scantari tanti pirsuni.
Nun di dilitti ca’ si parra
e mancu di duelli n’a sciara,
ma ri ‘n cavaddu tuttu niuru ca galoppa comu lu ventu
e tutti li notti ppi via Crucifiri porta spaventu.
Pirchì stu cavaddu ca Catania infesta,
jetta fiammi, sangu e ci manca ‘a testa.
Da ‘A LIGENNA RI GAMMAZITA
Ascuta: l’amuri
è ‘na spata,
ma sta attentu ca po’ essiri avvilinata.
L’amuri prima t’arriri e doppu ti fa ‘a dannazza.
Certi voti è ‘na freccia o’ cori, ma autri voti è ‘n colpu di mazza.
Da ‘A LIGENNA RI COLAPISCI
‘A Sicilia li
dei l’hannu pigghiata da lu funnu di lu mari,
e l’hannu modellata a furma triangulari.
‘Na terna di culonni la reggi e la susteni.
È ‘n veru giujellu tra li terri di lu re e di tutti li so’ beni.
Prezzo: € 6,00 Edizione:
Screenpress Edizioni
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