Carissimi Amici miei, fedelissimi che non mi avete mai
dimenticata!
Il disco fisico, il CD, viaggia su ruote, su strade, su camion.... e c'è stato
brutto tempo, in Italia! Non demordete! Oltre a poterlo già scaricare in
digitale, da I Tunes, Self, Made in Etaly....Oltre a richiederlo, eventualmente,
a Riserva Sonora, ordinatelo nei negozi delle Vs. città! E arriverà l'oggetto
"bello" di "Bellandare"....in settimana!
Parola di Marco Mori, il direttore artistico dell'etichetta
indipendente Riserva Sonora!
Emoticon wink Non vedo l'ora di finire tra le Vs. mani, il Vs. pensiero,
il Vs. amorevoissimo Ascolto...che è un "Sentire" comune! Grazie per tutto ciò
che mi scrivete in privato!
La Vs. "Pri", "ReginAida", "trollina", "mamma magica", etc...
la Vs. cantautrice preferita Aida S.F.!
Dubidù a tutti!
E che sia un vero "BELLANDARE"...ognuno a suo modo, con la magnifica libertà di
potere, almeno, girare liberi tra le favole...in mutande
I NEGOZI CHE R-ESISTONO - DOVE
TROVERETE "BELLANDARE"
BLUTOPIA - Via del Pigneto 116A Roma TROPPO BUIO - C.so Cavour 14/a -
Cesena DANEX RECORD - Via degli Artisti 8c –
Firenze AREA 99 - Via E. Gianturco 84 - La
Spezia
FAT JACK STORE - Via Stati Uniti 17 -
Sestri Levante (GE) MUSIC RECORD - C.so Dante 31R -
Chiavari (GE) FEELIN'BLUE - Via Filippini 8 -
Chiavari (GE) DISCO CLUB 65 - Via San Vincenzo 20r
- Genova AREAMUSICA -Via G.Puccini 72R -
Genova RECORD RUNNERS - Calata Andalo 9 -
Genova JOCKS MUSIC - Via Pia 82r - Savona KONCERTO - C.so Dante Alighieri 48 -
Cairo Montenotte (SV) TUTTO MUSICA - P.zza Unità Nazionale
1 - Imperia POPOF TUTTO MUSICA - Via Gaudio 11 -
Sanremo (IM) PACE MUSIC 2 - Via Carlo Alberto 32 -
Nizza Monferrato (AT) IL LABIRINTO - Via Benvenuto
Sangiorgio, 4 - Casale Monferrato (AL) QUEEN MUSIC - Via Borgaro 45c -
Torino BUGLINO - Via Principi D'Acaja 29 -
Torino LA PIANOLA - Via Cesare Battisti 66 -
Sondrio
DIAPASON MUSIC POINT - Via Tartarotti
8 - Rovereto (TN) MUSICA DI TAVASCI FERRUCCIO - Via
Dolzino 14 - Chiavenna (SO) VANRADIO - Via Ezio Vanoni 44 -
Morbegno (SO) DISCO STORY - Via G.Marconi 1 - Darfo
Boario Terme (BS) JUNGLE RECORDS - Viale Giacomo
Matteotti 31 - Conegliano (TV) MATRIX NEGRATON - Via S. Margherita
13 - Pavia PSYCO - Via Zamenhof 2 - Milano HE CONCEPT - Via Bovara 21 - Lecco DISCOSHOP - Via Carlo Porta 11/13 -
Lecco PACE MUSIC 1 - Via Cardinale Raimondi
28 - Acqui Terme (AL) |
Il 3
febbraio Riserva Sonora pubblica il mio nuovo inedito album "Bellandare". Amici
artisti, generosi e meravigliosi, han collaborato con me: Leo Gullotta, Mimmo
Locasciulli, Edoardo De Angelis, Vincenzo Mancuso, Giovanni Sollima.
Nell'attesa del nuovo album...mi date una mano a far crescere alcuni "numeri"?
Sul mio profilo d'artista Facebook e su You tube....
Venite
e fate venire a cliccare "Mi piace"
sull mio profilo facebook d'artista:
https://www.facebook.com/pag…/Aida-Satta-Flores/43898953207…
Per
voi il videoclip del mio
primo singolo, che fa da apripista al nuovo album "Bellandare", che sarà tra
di voi dal 3 febbraio 2015....
Grazie
di cuore
Aida
Satta Flores
Pubblicato il 3 febbraio per l'etichetta
indipendente Riserva Sonora il nuovo disco della cantautrice siciliana Aida
Satta Flores (nella foto) dal titolo "Bellandare", un antidoto alla latitanza di
Bellezza e Poesia con ospiti quali Giovanni Sollima, Mimmo Locasciulli, Edoardo
De Angelis.
L’album è stato pubblicato rigorosamente
prima della valanga del nuovo Festival di Sanremo, per l’etichetta indipendente
Riserva Sonora ed è incentrato su quello che Aida ritiene sia il vero allarme
sociale di oggi: la latitanza di Bellezza e Poesia. Tanti gli amici artisti che
han collaborato alla realizzazione di Bellandare, prodotto dalla stessa Satta
Flores e da Leonardo Bruno: Leo Gullotta, Mimmo Locasciulli, Edoardo de Angelis,
Giuseppe Milici, Giancarlo Parisi, Vincenzo Mancuso, Giovanni Sollima.
Il lavoro
giunge al termine di un lungo periodo di riflessione e composizione dell’artista
che così lo descrive: “L’album arriva mentre vado, “nell’andare” continuo che
auguro a me stessa, ai miei figli, a chi mi ascolta! Avrei voluto intitolare
l’intero album con una frase tratta dalla prima canzone che lo apre, “A cuore
nudo”, un mio personale manifesto sul ruolo dell’artista. “C’è un’assenza in
giro di Bellezza, qui ci vuole un viaggio all’incontrario”, un titolo troppo
lungo, quasi Werthmulleriano. L’ho abbreviato in “Bellandare”. Per un vero
Bellandare che “spalanchi gli occhi al blu”, alla pace, alla bellezza e al senso
poetico della Vita, ognuno, a suo modo, non può stare seduto nel suo dolce far
nulla, nella sua “torre eburnea” e dorata, non può sparare sentenze (come son
soliti fare, oggi, tutti gli opinionisti delle televisioni, tanto sui crimini
della cronaca nera che nei fatti di musica)… e nemmeno affrontare tutto con
urla, volgarità, e atteggiamenti da battaglia urbana… Freno e acceleratore… e i
percorsi saranno dolci.”
Dopo il brano “Tacco e stacco”, accompagnato
dal video realizzato con la regia di Joshua Wahlen e Alessandro Seidita (uscito
in anteprima nel maggio 2014), arriva ora il lancio dell’ album con il singolo
“Oh ma’” anche questo presentato con un video del regista Claudio Colomba. “Oh
ma’“ è una chiamata alle arti abbandonando l’idea che solo chi tenta di imporre
il suo X-factor o cerca di inserirsi tra gli Amici abbia qualcosa da dire nel
panorama musicale odierno. “L’arte della musica non è telegenica”, in questa
frase è racchiusa una filosofia anti talent che però non vuol essere un biasimo
ai tanti giovani che partecipano ma una denuncia contro chi specula sui loro
sogni, illudendoli per qualche mese per abbandonarli, più vuoti, subito dopo lo
spegnimento delle telecamere. Alla vigilia di un Festival della Canzone
Italiana, ormai sempre più show televisivo, poco attento alla necessità di
ricostruire sulle macerie di una discografia usa e getta, questo progetto vuole
parlare con il cuore nudo a chi sa guardare oltre il teleschermo ed i suoi
santoni.
Per comprare il nuovo disco su iTunes: https://itunes.apple.com/us/album/bellandare/id961064251
Ulteriori informazioni:
www.aidasattaflores.it
www.facebook.com/pages/Aida-Satta-Flores/43898953207
twitter.com/AidaSattaFlores
http://www.musicalnews.com/articolo.php?codice=29704&sz=5
Se lo scopo dell'arte è quello di trovare il
bello nelle sue variegatissime forme, allora Aida Satta Flores ha fatto centro!
Lo aspettavamo da tempo questo splendido "Bellandare". Una boccata d'aria pulita
che riempie i polmoni di musica buona, una presa di distanza dalla travolgente
mediocrità che invade la musica italiana. Un disco suonato da straordinari
musicisti: G. Sollina, V. Mancuso, G. Parisi ecc. Un pezzo di terra caduto in
mare, un meraviglioso miraggio, un atollo in mezzo al nulla. Facendo un viaggio
tra i vari brani ci imbattiamo in:
"Oh mà" favolosa poesia del tempo che passa.
Stupenda la musica con la voce calda e forte di Aida. Il prologo "Quannu crisciu"
è degno della migliore tradizione siciliana tipo Balistreri. Deliziosissimo il
brano e notevole il video.
"A cuore nudo" bel viaggio nell'arte e nel
mondo dell'artista. Racconta la cantautrice: "un artista è madre e figli,
nell'andare c'è un andare, voce senza tempo sopra la vergogna dei cretini, un
viaggio verso l'isola dei pazzi!" Bellissima!
"Il ballo della vita" intreccio magistrale la
fusione delle voci di Aida e M. Locasciulli.
"La solitudine magnifica" mi ha fatto
piangere: "Mio figlio senza logica, dedica il tempo alla sua identità" che
meraviglia!
"A me piace vivere alla grande" ironica ma
realissima! Musica sorniona e stuzzicante. Un bel film in bianco e nero.
"Perereca da vovò" piccolo capolavoro.
Splendidi la musica, l'arrangiamento e pure il testo. Aida danza con infinita
grandezza su questi ritmi popolari. Intesa la parte recitata.
"Femmine iè iè" mi ha fatto pensare al
"Bersaglio al centro", non so il perché. Mi piace, mi commuove e penso ad
Ago...(Augusto Daolio, voce storica dei Nomadi. Sono certo che queste canzoni le
avrebbe adorate)
"Tutto bene" interpretazione da brivido. La
voce di Aida nei toni bassi è un colpo di grancassa al cuore. Sembra impastata
di miele, favolosa! Incantevole come si muove la fisarmonica.
"Baci e spine" è un gioiello dell'album.
Intima e universale: "se giro il mondo io mi confondo..."
"Il tempo di cantare" il testo è strepitoso:
"libero ognuno va, schivando i desideri, tra le pieghe della mano cerchi un
aquilone. Cosa sarà quest'inquietudine...andiamo al bar per un caffè...bellezza
fragilissima, vivere!"
"Bellandare" è davvero un disco importante.
Adesso è giunto il momento di mettere in cammino queste piccole creature nate
dalla penna e dalla fantasia di una grande artista. Grazie Aida, davvero! Grazie
per le emozioni, per tutte le emozioni!
Salvo Giordano
Aida Satta Flores, a cuore nudo.
NADIA MACRI'
http://it.amolamusica.com/interviste/aida-satta-flores-intervista/
Partiamo dal lontano. Erano gli anni '80 quando vincevi
Castrocaro e partecipavi a tre Festival di Sanremo (1986 - 1989 - 1992). La tua
storia artistica è iniziata con grandi palchi e riconoscimenti, è così?
La mia vera storia artistica è iniziata lontana dai grandi
palchi: avevo 9 anni quando scrissi la prima canzone, con la chitarra
classica... più grande di me! Abitavo a Catania, la città di mia madre, per
tutto il tempo delle elementari e delle medie. Un giorno mi colpì molto
l’immagine di
due
ragazzini, a piedi nudi, al mercato della Fiera di Catania, tanto da inventare
una storia e scrivere la prima canzone… dal titolo infantile, ma premonitore, in
qualche senso: “Che colpa ho”. La mia storia artistica pubblica, invece, inizia
con la vittoria nel 1981 del “Concorso teen-agers”, per il teatro e la canzone.
Che ridere, se ci ripenso! Luciano Salce, presidente di
giuria, si complimentò per la mia interpretazione d’un testo Skakespeariano …ma
il testo che proposi, circondata da lustrini, piume e look accurati delle tante
ragazze accompagnate da madri e fidanzati (era un concorso destinato alle
ragazze che, in qualche modo, volevano entrare nel mondo dello spettacolo…una
sorta di “talent ante-litteram”, ma meno organizzato, più ruspante, più naturale
e senza l’avvento delle major a dirigere fili e burattini) non era di
Shakespeare: l’avevo scritto io! Così come la canzone “Aidaio”, che anni dopo fu
arrangiata dal mio primo produttore artistico, Edoardo De Angelis, ma mai
pubblicata!
Che nostalgia a ripensare a quegli anni! Quando comunicai
a De Angelis (che aveva già iniziato, a Roma, a produrre e arrangiare molte
delle canzoni che scrivevo) la mia vittoria a Castrocaro 1985, mise il broncio:
era convinto che la mia strada avrebbe dovuto prendere altri percorsi, piuttosto
che partecipare a Sanremo, l’anno successivo. A quell’epoca, infatti, chi
vinceva Castrocaro andava di diritto al Festival di Sanremo. Edoardo, primo
produttore di De Gregori e Venditti, ai tempi del Folk studio (ricordate
“Theorius campus”?), sognava ed intuiva, per me e per le cose che scrivo, altre
vie…e forse aveva ragione! Ma ero giovane e quella partecipazione a Sanremo mi
solleticò parecchio… già a quei tempi le mie decisioni non nascevano mai da
calcoli mirati ad una solida “carriera artistica”, ma da “moti dell’anima”
personali.
Avrei dato una gioia a mia madre. Vi partecipai ben tre
volte, raccogliendo consensi da critica e stampa, ma lasciando troppe canzoni
nei cassetti, per anni! Di quelle 3 partecipazioni ai Festival di Sanremo (fui
prodotta da Roberto Colombo - Sanremo 1986 con “Croce del Sud”; da Gino Paoli e
Pino Longobardi - Sanremo 1989 con “Certi uomini”; da Augusto Daolio e Nomadi -
Sanremo 1992 con “Io scappo via”) alcuni ricordi speciali, le congratulazioni,
via telegramma o in alcuni casi live, di Sting, Lucio Battisti, Paolo Conte,
Giorgio Faletti…
E fin da subito ti sei posta come cantautrice. Ascoltando
i tuoi brani immaginiamo in un'ipotetica scala che la penna sia prima del
microfono. Magari cantavi fin da piccola, ma in testa avevi melodie e frasi tue.
Ci confermi questa intuizione?
Si, Nadia! La “penna” è sempre stata prima del
“microfono”! Ho già quasi risposto, involontariamente, all’inizio della tua
domanda precedente. Se devo analizzare la nascita d’una mia canzone, i
meccanismi che stanno dietro alla creatività, non so darti una risposta univoca.
Quasi sempre, per me, ha prevalso l’idea Ciceronica di “intuizione ed
espressione insieme”, convinta, addirittura, che la melodia, spesso, sia insita
già nel verso, nella cadenza d’un testo. Ho scritto la maggior parte delle mie
canzoni (oltre 200 ancora inedite) accompagnandomi con la chitarra: un bel
mezzo, ma anche un limite! Infatti, anche per colpa delle mie “nuove” unghia
alla moda e colorate, non suono più la chitarra... e ho composto canzoni che mai
avrei scritto chitarra-munita!
Una di queste è “Tacco e Stacco” ...ho registrato sul mio
cellulare, per non dimenticarla, la melodia che m’era venuta in mente, insieme
alla prima bozza involontaria di testo… Il discorso sulla creatività, per me, è
così lungo e complicato, quanto semplice ed inesprimibile a parole. Chi mi
conosce bene sa quanto non apprezzi questa nuova moda circolante di scuole e
accademie per cantautori, per non parlare dei “Coach” dei tanti format
televisivi e talent. La Bellezza e la Poesia, l’Arte e la Musica, sono nelle
cose, e negli uomini, nella storia e in quella che verrà….tutto è stato detto,
ma è vero anche il contrario, perché finché c’è Vita le vie dell’estro sono
infinite! Ma “abbasso i coah”! Non s’insegna un talento! Puoi andare a scuola di
tecnicismi, non a cosiddette scuole per artisti! Quello cui stiamo assistendo è
il contrario dell’arte! E mi spiace moltissimo vedere sempre meno giovani
staccarsi dal flusso mediatico che li condiziona! No. Apparire non è Essere. E
“l’Arte della Musica non è telegenica”, come canto nel secondo singolo,
contenuto nell’album “Bellandare”, che sarà pubblicato il 6 febbraio 2015, su
etichetta Riserva Sonora, rigorosamente, e forse provocatoriamente, una
settimana prima della valanga Sanremo!
Tanto amai sempre “l’erbetta che cresce sotto ai
marciapiedi, dopo che ha piovuto”...ripenso ad un’abbanniata, ancora circolante,
nei mercati e nei “ghetti” Siciliani, a proposito dei venditori di sale “Quando
mi cercate, non mi trovate” ...ecco. Il “Sale della Vita” è tutto nelle identità
e nelle peculiarità, culturali ed umane, che vogliono toglierci, appiattendo
gusti e pulsioni, omologando tutta quell’infinità varietà di umanità, che
invece, per me, è la vera ricchezza del vivere. Uscire prima di Sanremo potrebbe
sembrare una provocazione: no! E’ di più! Una necessità che spero sia condivisa
dal mio ascoltatore “im-mediato”, non mediato, libero!
Gli anni novanta il tuo nome è accostato a quello dei
Nomadi, il duetto con Augusto Daolio, che ricordiamo con immenso piacere, ma
anche la tournée a fianco del gruppo. Anni così intensi che però paradossalmente
sono seguiti da una pausa artistica. Ci spieghi un po' il motivo perchè dopo
tanto successo dall'album del '93 il successivo arriva solo 10 anni dopo?
Mi verrebbe da risponderti “Colpa della Vita, amica mia”!
Il richiamo della Vita, per me, è stato sempre immensamente più forte d’ogni
richiamo all’organizzazione o pianificazione d’un mestiere, di una carriera,
d’una “posizione”. Gli anni con i “Nomadi” di Augusto Daolio furono anni di Vita
e Arte insieme: meravigliosi! Augusto mi insegnò ad amare il vino rosso. Fu il
produttore artistico che ogni cantautore vorrebbe avere. Era letteralmente
innamorato della mia penna e della mia voce (sentiva, tra le mie corde, Edith
Piaf e una teatralità che difficilmente si trova in giro in Italia, tra le
donne! Augusto vedeva e sentiva oltre…).
Nelle nostre interminabili discussioni, mi ha voluto
lasciare una sorta di testamento morale dell’artista: la libertà e la
determinazione e difesa del proprio lavoro, qualunque esso sia! Ah. Fosse ancora
vivo, oggi, Ago! Chissà quante belle chiacchierate sui talent! ;-) Augusto
duettò con me in “Un bersaglio al centro”, che avevo scritto per il mio
fidanzato (oggi mio marito), come regalo sotto l’albero di Natale. Una ballad
che non avrei mai pubblicato, se non l’avesse scelta Augusto! In studio di
registrazione, a Parma, voleva cantare tutte le canzoni dell’album “Il profumo
dei limoni” (era già molto malato!). Chissà che un giorno i Nomadi non
vogliano
pubblicare la mia “Qui la mafia non c’è”, che scrissi alla morte di Falcone, e
che Augusto volle cantare tutta da solo! 10 anni trascorsi tra la pubblicazione
dell’album “Il profumo dei limoni” e “Voglio portarti musica”. Perché? Se mi
inviti a pensare, ti rispondo “Colpa della Vita, Amica mia”! Alla morte di
Augusto, in poche parole, Carletti non volle saperne più nulla di me. In seguito
la Vita mi portò a realizzarmi come Donna, Persana, Madre e Amante: seguii il
mio fidanzato a militare… sì, a militare… alloggio allievi ufficiali di Nola
(Napoli)... rientrai in Sicilia, andai a convivere e nacque, nel 1995, il mio
secondo figlio. Poi concerti e una bella esperienza teatrale: dal 1999 al 2001
feci l’ “attrice”, per una produzione del teatro Stabile di Palermo, il Biondo,
in “Annata ricca”, una commedia di Nino Martoglio, in compagnia di Giustino
Durano, Tuccio Musumeci, Franco Scaldati. Che bei ricordi quando, spesso, in
varie città d’Italia, venivano a trovarmi padre e figlioletto, che sgranava gli
occhi nel dietro le quinte dei maggiori teatri Italiani, da Trieste e Brescia,
da Milano a Padova, da Venezia a Trapani! Finito il tour teatrale, c’era una
famiglia da “sistemare”, un bambino da crescere, e un nuovo album in
cantiere…quel “Voglio portarti musica” che avevo immaginato di registrare, con
la produzione artistica di Teodolindo Edmondo Negri, dopo anni di live. Ora che
ci penso: spesso, spessissimo, ho prodotto degli album dopo aver portato già in
giro le mie canzoni inedite... dopo averle “sperimentate” tra la gente…accadde
così anche per l’album-live "Aida Banda Flores", ma quello accadeva anni dopo...
c’era ancora tanta Vita da vivere.
Come ricordavi, era il 2000 quando ti sei anche affacciata
al mondo del teatro con la commedia musicale “Annata Ricca”. A teatro nascono i
grandi interpreti, quelli che si mettono in scena ogni giorno, ed è sempre un
partire da zero. Quanto è utile questa esperienza per una cantautrice?
La cantautrice in questione (io) ha amato
quell’esperienza, quel rituale quotidiano diviso tra camere d’albergo,
solitudini, centri storici da visitare “mordi e fuggi” (a Venezia mi perdevo
sempre; a Trieste mi mettevo a scrivere canzoni al bar del “Caffè degli
specchi”) e teatri, sempre nuovi, da frequentare anche due volte al giorno, per
le rappresentazioni pomeridiane e serali. L’esperienza teatrale mi è stata anche
utilissima per focalizzare, sempre di più, in me, quell’atavico e innato
distacco dall’apparire”….ma quanta antipatia provavo per le attrici! Com’è
misera la vita negli “abusi del potere”! C’era la lotta ai primi camerini, a
quelli eventuali con finestra (quelli li volevo io, anche fossero stati gli
ultimi camerini…perché fumo). Per un “minuto di celebrità” (perché il teatro è
uno spazio ridotto, non è la Televisione, o internet) diventavano “cattive”!
Ecco. Il teatro è come la vita. Amplifica caratteri e personalità,
concentrandoli in due ore di rappresentazione. Menomale che, come dicono, io sia
“teatrale”…ma rappresento sempre me stessa… e non è recita, non è finzione, non
è copione. Quindi “scorro” come la vita… e ogni tanto faccio qualche fotografia,
come il prossimo album “Bellandare”.
Ma esiste qualche tema particolare che nella tua carriera
ti ha o ti avrebbe portato delle difficoltà nell'interpretarlo? Si può cantare
tutto?
Si può pensare tutto, si può sognare tutto, si può tentare
di vivere quasi tutto…Quindi si può cantare tutto! Cantare, nella mia accezione
di “scrivere per cantare”, e non di “scrivere per far cantare”, è un’esigenza,
come respirare, come “andare”, come vivere. Per cui si può assolutamente cantare
tutto e di tutto. L’importante è sempre farlo per un’esigenza dell’Essere, non
dell’apparire! Ad esempio ora va di moda scrivere e cantare anche di argomenti
sociali, forti, come i “femminicidi”. Bene: non sono d’accordo con le
speculazioni! Ad esempio ho scritto molte canzoni su tale argomento. Una delle
mie certezze è che un Artista annusi sempre i tempi che verranno… e non mi piace
quell’attitudine a fare gli impegnati dell’ultima ora!
Il nostro Paese è in crisi da anni ormai, e l'arte e la
cultura ne ha risentito parecchio, ma esiste parallelamente una crisi anche
negli artisti che privilegiano album di cover alla sperimentazione. Si
sperimenta sugli arrangiamenti e poco sulle nuove idee. Ci sarà secondo te una
forza nuova che darà linfa alla discografia italiana, o siamo destinati solo ai
talent?
Basterebbe aprire le orecchie e gli occhi, e spegnere le
televisioni! In giro ci sono tanti artisti davvero meritevoli. Ogni volta che
una società è in declino (come la nostra) è ovvio che nasca, pulluli e si scaldi
una “opposizione” fortissima, ma nascosta! Una “carboneria” di pensatori artisti
ed operatori che opera nel sottobosco! Benvenuta, a volte, la “spazzatura”, per
godere a pieni polmoni dei “fiori”! “Dai diamanti non nasce niente…” (Faber
docet). La discografia Italiana somiglia alla vita italiana… si accoda sempre a
chi sembri “emergere”, in politica come in Europa, nelle mode come nella musica.
Basterebbe che il “nazionalismo Italiano”, quello buono, si svegliasse….in tutti
i sensi! Siamo un popolo “antico”, colto, ricco di Bellezza e Arte. Qui serve
“un viaggio all’incontrario”, per riappropriarci delle nostre magnifiche Storie,
del Rinascimento, della varietà di questo nostro stivale dominato nei secoli, da
nord e sud, da greci e turchi, arabi e normanni, etc… Il “viaggio
all’incontrario” che auspico sta tutto qui: basterebbe non volersi omologare al
sistema, di major discografiche e politiche, e riaccender l’”Uomo Italicus” che
è in noi, nelle nostre tradizioni, culinarie e identitarie, culturali e
musicali. L’Italia potrebbe rappresentare un faro, se solo strappasse il velo
del conformismo, spesso sinonimo di appiattimento e azzeramento di Bellezza e
Poesia. Qui ci vuole una concreta “chiamata alle Arti”….ma la vedo dura, senza
l’intervento di chi gestisce il “potere”. Se Maometto non va alla montagna…spero
che tutti gli indipendenti restino davvero tali, si fortifichino, e non si
facciano inficiare dai modus operandi applicati dalle major….
E a proposito di idee geniali, tu sei l'artefice di "Aida
Banda Flores" che ha coniugato la musica d’autore con le sonorità bandistiche.
Ci racconti di questa esperienza?
Idee geniali? Troppo carina tu! Non c’è nulla di geniale
negli accadimenti umani, in musica! Penso che la banda, anche la più scalcinata,
in molti paesi degli entroterra Italiani, e nello specifico Siciliani, sia un
Bene Culturale vivo! In molti paesini, infatti, i giovani emigrano verso le
città, e quei pochi che vi restano “muoiono” di torpore, di assenza di luoghi di
aggregazione, delle Istituzioni, di centri, cinema, teatri. Molti giovani
paesani conoscono prestissimo quintali di droghe, lo “sballo” che produce molti
stragi sulle strade… insomma, i ragazzi “paesani” non hanno nulla e sognano di
evadere, in qualsiasi modo credano possa renderli “migliori”, moderni,
“emancipati”. L’esistenza delle Bande è davvero un Bene Culturale da aiutare a
sopravvivere! Impugnare uno strumento, da bambini, fa sempre bene! Ho così
pensato, nel 2002, di coniugare la mia musica alle sonorità bandistiche
Siciliane. Ho registrato molti di quei concerti, ove, al solito mio, proponevo
canzoni mai pubblicate su disco. Ne venne fuori il cd-live “Aida Banda Flores”,
grazie al quale ricevetti molti riconoscimenti: il Premio Mia Martini "
Donna
Live” alla carriera; il Premio Fabrizio De Andrè; il Premio Lunezia al valore
musical-letterario della canzone d’autore Italiana; il Premio Internazionale
Suoni dal Salento, come artista “Fuori dal coro” e per quei live con le bande;
etc… Ogni tanto accade che un’idea, come quella di far suonare la bande
Siciliane, che di norma vanno dietro al Santo o al morto, insieme ad una band
“pop”, vada oltre i propri progetti… E non mi resta che ringraziare chi mi
stiede vicino, in quei tantissimi concerti: da Leonardo Bruno (oggi il mio
produttore artistico, da sempre sostenitore dei suoni del territorio Madonita)
che registrò magistralmente, in quasi tutti i concerti dell’”Aida Banda Flores”
gli oltre 20 musicisti presenti ai concerti, tra banda e band (nella band avevo
anche un quartetto d’archi), a Ruggiero Mascellino che ne curò gli
arrangiamenti, dal complesso bandistico “Giuseppe Verdi” di Mezzojuso, diretto
dal M° Salvatore Di Grigoli, a quanti, in seguito, amarono quel disco live di
canzoni inedite! Tra questi, anche Claudio Baglioni, che dopo l’ascolto del
cd-live, mi volle sua ospite ad O’ Scià, nel settembre 2009, l’evento che
organizzava ogni anno per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tante stragi
di clandestini nel nostro mare magnum.
Citavi i vari riconoscimenti che hai avuto: nel 2008 il
Premio Speciale Mia Martini “Donna Live”. Qual è il tuo ricordo di Mia Martini e
visto la grave perdita che la musica ha avuto in questo mese non posso non
chiederti anche un ricordo di Mango.
Ho sempre pensato e scritto che gli artisti veri non
muoiono mai! Il Premio Speciale Mia Martini “Donna Live” 2008 mi fece sgorgare
qualche lacrimuccia: conobbi Mimì di sfuggita. Quando alla II edizione del
“Concerto d’Autore al femminile”, al teatro Romano di Verona, organizzato dal
Club Tenco, nel 1989, c’incontrammo. Le raccontai una storia che la riguardava
da vicino, e che in pochissimi conoscono, a proposito d’una canzone che avevo
scritto… e che lei cantava… Non scorderò mai il suo sguardo, i suoi occhi... Che
cose orribili fa il sistema musicale! Povera Mimì! Mango mi fa tornare indietro
con i ricordi: neopatentata andavo a suonare a Vibo Valentia, con la mia Golf
azzurra sui ponti autostradali, al tramonto, intorno a Lagonegro. Una sua
musicassetta era il mio sottofondo musicale. “Lei verrà” una delle pochissime e
rarissime cover che proponevo ai miei concerti. Suonavo il basso elettrico e
cantavo! ;-) Mi mancano tutt’e due! Due Voci diverse e speciali, due animi
eletti, due artisti!
Ma arriviamo anche al presente, al singolo Tacco e Stacco
e al prossimo progetto discografico. Rispetto al singolo il tuo augurio di
equilibrar sempre bene il piede tra acceleratore e freno nei percorsi della
vita, arriva dopo errori di bilanciamento?
Arriva mentre vado, “nell’andare” continuo che auguro a me
stessa, ai miei figli, a chi mi ascolta! Avrei voluto intitolare l’intero album
con una frase tratta dalla prima canzone che lo apre, “A cuore nudo”, un mio
personale manifesto sul ruolo dell’artista. “C’è un’assenza in giro di Bellezza,
qui ci vuole un viaggio all’incontrario”, un titolo troppo lungo, quasi Lina
Werthmulleriano. L’ho abbreviato in “Bellandare”. Per un vero Bellandare che
“spalanchi gli occhi al blu”, alla pace, alla bellezza e al senso poetico della
Vita, ognuno, a suo modo, non può stare seduto nel suo dolce far nulla, nella
sua “torre eburnea” e dorata, non può sparare sentenze (come son soliti fare,
oggi, tutti gli opinionisti delle televisioni, tanto sui crimini della cronaca
nera che nei fatti di musica)… e nemmeno affrontare tutto con urla, volgarità, e
atteggiamenti da battaglia urbana… Freno e acceleratore… e i percorsi saranno
dolci.
E cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo album? Ci puoi
anticipare qualcosa?
L’ho realizzato in oltre un anno e mezzo di studio di
registrazione, senza guardare l’orologio. L’hanno arrangiato Leonardo Bruno e
Alessandro Valenza. Leonardo diceva di voler trattare le mie canzoni come delle
statue cui bisognava soltanto “togliere il velo”! Avrei voluto intitolarlo, come
già detto, con un titolo chilometrico, poi abbreviato in “Bellandare”. Decisi
questo titolo breve in una pausa “fumifera” a Roma, al Reference Mastering, ove
Fabrizio De Carolis curò la post-produzione. Non potrò mai scordarlo: si
dimetteva Papa Ratzinger. Tornai ad aggiustare una traccia, per un suono, ed era
il 13 marzo 2014: nasceva il nuovo Papa Francesco. Un disco involontariamente
benedetto tra due “Papa” ;-) Vi han partecipato tutti gli amici e musicisti che
io e Leonardo ritenevamo opportuni: quasi tutti Siciliani. Non mi aspettavo
l’enorme contributo dei violoncelli di Giovanni Sollima. Avrebbe voluto donarmi
un suo solo dentro ad una canzone: ha suonato, invece e inaspettatamente, tutti
i violoncelli presenti tra le canzoni, con l’aggiunta di due assoli strepitosi,
in due canzoni speciali: dentro al prossimo singolo, che pubblicherò insieme al
nuovo videoclip il 6 febbraio 2015, una canzone dichiaratamente contro i talent
e le televisioni, e dentro alla mia canzone preferita, che al momento non posso
svelarvi ;-) Impressionate e magico Mimmo Locasciulli: venne in studio per
duettare dentro ad una canzone che avevo pensato per noi due. Ha duettato, ha
suonato il pianoforte a coda dentro altre due canzoni, ha fatto il “coro”, e ha
anche interpretato la voce di un “mare nero”... dentro ad un’altra canzone.
Fosse stato per lui, avrebbe fatto anche altro…ed io ne avrei goduto!
In chiusura una domanda semi-seria: qual è la tua nota
musicale preferita e perché?
Ho scritto molte canzoni in Re+ (per me l’artista è un
RE!)che, crescendo (con l’età e le sigarette) son diventate in Do! Moltissime in
La – (le prime: s’inizia a scrivere, da giovani, soprattutto quando si è
tristi!) Amo il SI… che si sente e vorrebbe diventare “quasi un Do”. Gioco molto
con queste tre note, dentro ad una delle mie canzoni preferite contenuta in “Bellandare”:
DO, LA, SI… giocando anche con le note e con i significati “Dammi DO; resta LA;
dimmi SI".
http://it.amolamusica.com/interviste/aida-satta-flores-intervista/
Bellandare, un’anteprima del nuovo disco di Aida
Satta Flores in uscita a Settembre
di Luca Melillo - 30 maggio 2014
Aida Satta Flores torna con un lavoro dal sapore un po’
retrò, ma molto ben arrangiato e con dei testi apparentemente leggeri, quasi
favolistici ed a tratti felliniani. Chi sono i personaggi che abitano Bellandare?
È la donna la protagonista di Bellandare. La fragilità, la profondità, la
capacità di donarsi stridono contro le violenze di cui le donen sono vittime,
non solo per opera di criminali pronti anche a sacrificare la vita, ma anche nei
confronti delle mode, che spesso disegnano colpevolmente ideali fasulli e vacui.
Ancora uomini e dèi, amore, odio. Aida vuole cantarci un’umanità spesso
dimenticata, quella che si offre “A cuore nudo”: “un artista è un viaggio a
vuoto / verso l’isola dei pazzi / è un gabbiano che ha sbandato / sopra i tetti
dei palazzi…”. Un’umanità malinconica e forse un po’ circense, pronta a
meravigliarsi della natura delle cose e degli accadimenti che ci passano accanto
senza fare rumore. Talvolta un lirismo struggente, come in “La solitudine
magnifica”, inquadra la necessità di parlare e parlarsi, soprattutto a dispetto
di stili di vita tormentati e famelici (in questo caso si tratta del rapporto
madre – figlio).
Frizzante costruzione ritmica. Vecchi valzer, tango,
contrattempi, ed il grande apporto di Giovanni Sollima che con il suo
violoncello aggiunge un po’ di magia ad un disco davvero godibile, che strizza
l’occhio alle tradizioni popolari del Sud del mondo, dall’Italia al Sudamerica.
In Bellandare esiste una complessiva armonia tematica che fa apprezzare anche le
frasi più acute e brillanti. In “Tacco e stacco” ad esempio, primo singolo
uscito il 6 maggio in attesa di settembre, il gioco dei contrappesi è un
tutt’uno in testo e musica. La tensione armonica si avverte e libera facilmente.
Il tempo di cantare. Una preziosa ballata a portata di
jazz chiude idelamente il disco. In essa la lentezza paradigmatica di una vita
abbraccia la voglia di vicinanza, di empatia. Una sottile linea senza proclami
verso la sensibilità umana, e la sua mancanza. Interessanti riflessioni propone
invece la ghost track ad essa abbinata, sulla vita “da social”, includendo una
metafora sul viaggio: sia per tutti un Bellandare!
http://www.cevitasumarte.it/bellandare-unanteprima-del-nuovo-disco-di-aida-satta-flores-in-uscita-a-settembre/
Ho sempre avuto una convinzione, da quando ho
iniziato a scrivere canzoni e suonare la chitarra (che non suono più da
anni...ma la riprenderò! mi manca!): bastano 2 orecchie, solo 2 orecchie
collegate al cuore alle vene ai ricordi alle nostre storie personali, anche
quando scordiamo dettagli e facce di queste nostre storie...bastano solo 2
piccole orecchie che conducano una mia qualsiasi canzone direttamente al
"Sentire" prezioso e speciale di una sola persona....ed io sono felice! Scrivevo
e canto in "Oh mà" (che è stata dentro al cassetto per almeno 30 anni...e che ha
visto la luce adesso, in questi giorni, con qualche aggiunzione attuale del
caso...) che il mio cuore "non è schiavo delle scuderie" (oggi cambiato in "non
frequenta Mara & Maria....si, con la "e" commerciale!) e che "non mi diverto a
fare i numeri".... Amici miei: più passa il tempo, e sempre di più sono convinta
che non mi diverta "fare i numeri", anche se il fine d'una pubblicazione è
quello di arrivare alla gente! Come ho scritto in "A cuore nudo", a proposito
degli "artisti": "sono nocciolina in mano a mille scimmie"....Ecco, non sono e
non voglio essere quella "nocciolina"; non lo volli mai e mai lo vorrò! E forse
il tempo, questo maledetto e benedetto concetto del "TEMPO" (altro mio perenne
filo conduttore) alla fine mi da qualche gioia, qualche goduria personale,
proprio a me che non "amo fare i numeri" e mi fa incontrare per caso, senza
cercarle, delle Persone speciali, attente, accurate, libere, persone che si
cercano "il pane per i propri denti", e non quel che "passa il convento".
Oggi sono felice, ad esempio,
dell' "incontro", sulle vie della rete, di Sandra, e del suo magnifico Blog,
creato per l'amico Mimmo Locasciulli...Bellissimo il titolo di questo blog
monotematico...e, nella "corrispondenza d'amorosi sensi" mi sento anch'io, a mio
modo, "Folgorata da una Piccola Luce" La Luce della scoperta che a km di
distanza, e senza conoscerci di faccia, qualcuno si sia emozionato anche con la
più piccola delle mie canzoni! Emoticon wink
http://folgoratadaunapiccolaluce6.blogspot.it/
IL VIDEO
Lunedì 19
maggio, aula magna della Facoltà di Lettere, Università di Palermo, ore
16,30....tocca a me discutere confrontarmi e "andare" incontro al tema "Scrivere
per cantare", cercando di individuare, semmai ci fosse, quella "lucina" che si
accende nell'atto creativo....fermamente convinta che una cosa sia "Scrivere per
cantare" e un'altra cosa "Scrivere per far cantare"....Convinta che non servano
"scuole per autori", ma che la "Scuola della Vita" sia a portata di mano...e
spesso ce la facciamo sfuggire....E oggi torno a "Cantare per scrivere"....si,
perchè io canto come scrivessi "lettere"...e quando hai un'urgenza, non la puoi
frenare.
Ci vediamo il 19 maggio, alle ore 16,30. Da un'idea del prof. Sergio Bonanzinga.
Al mio fianco, alla chitarra, Francesco Maria Martorana.
Proietteremo anche qualche video-ricordo e il nuovo videoclip di "Tacco e
Stacco", il primo singolo del mio nuovo concept-album "Bellandare", impreziosito
dall'estro e dalla passione del violoncello di Giovanni Sollima, che ha donato
sprazzi e spruzzi meravigliosi lungo tuttu le tracce dell'album
Sarà disponibile da martedì 6 maggio
“Tacco e Stacco”, il nuovo singolo della cantautrice siciliana Aida Satta
Flores. Il brano anticipa l'uscita dell'album, "Bellandare", fissata per il
prossimo giugno. Tacco e Stacco, il singolo che farà da traino radiofonico
all’intero lavoro discografico, è un pezzo in cui l'Artista paragona il
percorso terreno dell’Amore ad un itinerario stradale, quasi un circuito
automobilistico, non sempre rettilineo. Colei o colui che ama, in fondo,
fiuta quel che gira intorno, intuisce ciò che sta per avvenire, come fa un
guidatore attento su percorsi accidentati. Gli innamorati, come un autista
nel traffico, come un artista puro che insegue estro e talento in mezzo al
caos, devono saper equilibrare bene il piede, tra acceleratore e freno, per
un felice cammino di coppia che, nel rispetto dell’identità di ognuno, resti
“immutato” e fedele nel tempo. Il singolo, come l’intero l’album, vede la
partecipazione straordinaria di un appassionato e strepitoso Giovanni
Sollima, violoncellista siciliano di fama internazionale. La “teatralità” di
Aida, in questa prima canzone che anticipa l’uscita di “BELLANDARE”, viene
esaltata dal sapiente arrangiamento di Leonardo Bruno, che gira intorno al
testo con maestria e misura, fino ad esplodere in un finale di grande
coinvolgimento “fisico” in cui è impossibile restare fermi. Il videoclip
ufficiale di “TACCO E STACCO” porta la firma di Joshua Wahlen e Alessandro
Seidita (Uroboro Project). "Tacco e Stacco" è prodotto da Aida Satta Flores
e Leonardo Bruno, su etichetta "Arte Senza Fine" e "Alta Quota Musica", e
distribuito "Artist First".
PREMIO
SPECIALE MIA MARTINI CON MENZIONE SPECIALE "DONNA LIVE (D'AUTORE)"
PER AIDA SATTA FLORES
Aida
Satta Flores, reduce dall’aver ricevuto il prestigioso Premio Lunezia
Live 2008, il 26 luglio, ad Aulla (MS), al valore musical-letterario
delle canzoni che scrive e canta, a Banara Calabra, nella serata del
Premio Mia Martini di giovedì 9 ottobre, oltre a cantare alcune canzoni
contenute nell’ultimo suo lavoro discografico “Aida Banda Flores”,
farà un tributo a Mimì interpretando “La costruzione di un amore”
di Fossati.
Nell'occasione
riceverà il PREMIO SPECIALE MIA MARTINI CON MENZIONE SPECIALE
"DONNA LIVE (D'AUTORE)"
Il PREMIO MIA MARTINI viene istituito nell'anno 1995 a Bagnara Calabra,
città natia della grande interprete della canzone italiana, per
volontà del regista Nino Romeo, a ricordo dell'amica scomparsa.
Tredici
anni di grandi successi e di soddisfazioni per una manifestazione
entrata a far parte degli appuntamenti artistici, culturali e musicali
più importanti d'Europa.
Le
Sezioni del Premio Mia Martini sono:
- "PREMIO MIA MARTINI ALLA CARRIERA": viene assegnato a un
personaggio che ha fatto la storia della canzone.
- "PREMIO SPECIALE MIA MARTINI": viene assegnato a un
personaggio della musica leggera Italiana.
- "PREMIO MIA MARTINI GIOVANI": viene assegnato a un giovane
artista che emerge nel corso dell'anno.
- "PREMIO MIA MARTINI NUOVE PROPOSTE PER L'EUROPA": viene
assegnato da una giuria qualificata a un artista che si mette in luce
durante il percorso artistico del premio.
|
Aida
ha ricevuto il Premio Lunezia Live 2008 per l'ultimo CD + DVD "Aida
Banda Flores"
Per
ascoltare il disco, che sarà distribuito nei negozi dal 25 agosto, vai
sul sito www.aidasattaflores.it ove
ci sono tutti gli indirizzi online dei negozi virtuali. Sarà possibile
scaricare tutto l'album a euro 9,90, o acquistare il cofanetto CD+DVD
direttamente da Latlantide, richiedendolo a info@latlantide.it
Redazione
Musical-Letteraria Lunezia 2008.
Analisi
musical-letteraria dell’album "Aida Banda Flores" di Aida
Satta Flores
Se
il valore musical-letterario investe la particolarità creativa delle
canzoni, la loro essenza, il loro artigianato o la loro serialità, di
certo il Premio Lunezia non può non tener presente che una canzone
diventa quella stupenda meraviglia che gira tra la gente, si tramanda
attraverso le generazioni, scruta con aria sorniona o con fare empatico
grazie anche all’interpretazione, alla performance, al rito sociale
dell’esecuzione.
Per
questo, tenendo conto della validissima fattura artistica dell’opera e
del mondo di far arrivare le emozioni, la nostra Redazione
musical-letteraria assegna ad Aida Satta Flores il “Premio Lunezia
Live” per l’album Aida Banda Flores.
La
canzone che più rappresenta il disco sembra essere Canzone semplice, in
cui viene precisamente fuori tutta l’importanza della scrittura
creativa e della sua esecuzione:
l’ipotetica semplicità cantata nel testo incontra, in un chiasmo
perfettamente riuscito, un gioco di modulazioni e un intreccio di strumenti,
in cui gli ultimi versi «Canzone duttile/ tu mi trasformi in un
giocattolo,/ alzo il volume della vita/ perché la vita è un’altra
cosa/ e una canzone non lo sa» demandano al significante verbale dei
compiti musicali e creano un porto sicuro, una semplicità appunto, con
il ritorno alla tonica, dando al significante musicale i compiti
denotativi che di solito spettano alle parole. Dietro c’è un gioco di
preterizioni, un intrecciarsi di strumenti, una dimostrazione di grande
padronanza del mezzo artistico unita all’importanza dell’esecuzione:
quei versi vanno cantati, non li si può leggere solamente, non si può
ascoltare la sola musica e sperare nello stesso tipo di emozione; è l’arte
musical-letteraria nella sua forma più sublime.
Nell’album
troviamo anche canzoni come Il ballo della vita, tempi scanditi e ritmi
decisi per una canzone che non lascia scampo a equivoci, che presenta la
crudezza della vita nel suo aspetto più estremo. Ritmi popolari si
intrecciano a ninnananne, Ninna nanna d’amore appunto, in cui l’autrice
con una voce sottile disegna la forza diafana di una vita in filigrana.
Analisi
Musical-Letteraria di Paolo Talanca
|
Catania
- Teatro Ambasciatori - 17 dicembre 2007
Aida
Satta flores nasce a Palermo il 21/09/1960. Cugina
dell'indimenticato attore Stefano Satta Flores, inizia a cantare e
suonare la chitarra in svariati gruppi.
1981 : Vince il concorso "Teen-agers canto e teatro", che la
induce a perfezionarsi. 1985 : La prima occasione importante le arriva
nel 1985 al Festival di Castrocaro che vince cantando il brano "Alkaid".
Di diritto viene ammessa al Festival di Sanremo 1986. 1986 : Presenta al
Festival di Sanremo un interessante brano da lei composto con Roberto
Colombo ed Elio Aldrighetti dal titolo "Croce del sud". Attira
l'attenzione della critica che inizia ad interessarsi alle sue attivita'.
Si apre un'intensa attivita' live. 1989 : Torna in gara al Festival di
Sanremo con il brano "Certi uomini" prodotto da Pino
Longobardi e Gino Paoli. In questo brano da lei composto Aida da' tutta
se' stessa cantandolo con eleganza ed accompagnandosi con la chitarra
tanto che le viene assegnato il "premio della critica". Il
periodo post- festivaliero, la vede impegnata in tour teatrale con Gino
Paoli. Nello stesso anno partecipa alla seconda edizione del concerto
d'autore al femminile organizzato dal premio Tenco insieme ad artiste
del calibro di Ornella Vanoni, Mia Martini, Rossana Casale, Paola Turci
e Mariella Nava. Inoltre, vince il premio Rino Gaetano come miglior
autrice di testi e musiche. 1990 : Partecipa alla maratona di
beneficenza "Telethon". 1992 : Partecipa ancora una volta al
Festival di Sanremo con il brano "Io scappo via", ma le giurie
bocciano la sua canzone. 1993 : Viene pubblicato il suo primo cd
"Il profumo dei limoni" prodotto dai Nomadi. In questo album
Aida duetta con Augusto Daolio dei Nomadi nel brano "Un bersaglio
al centro" che diviene anche sigla televisiva del programma
"Bella d'estate" trasmesso da Rai 1. Nell'estate dello stesso
anno Aida fa la spalla nel tour dei Nomadi. Dal 1994 al 1999, la Satta
Flores si concede una pausa discografica, nonostante continui a proporre
i suoi concerti in Italia ed all'estero.2000 : Recita e canta in
"Annata ricca", una commedia musicale tratta da un lavoro di
Nino Martoglio con la compagnia del teatro Biondo Stabile di Palermo
accanto a Tuccio Musumeci e Giustino Durano. 2001 :
E' presente nel programma
"Tutti in piazza a capodanno" in diretta su Rai 1 da Palermo
con Lucio Dalla, Max Gazze' ed Alexia. Inoltre propone il suo spettacolo
"Sogno l'Africa ma mi esprimo in italiano", un recital di
canzoni d'autore da lei stessa scritte, contaminate
musicalmente dalle atmosfere africane. 2003 : Esce il suo cd
"Voglio portarti musica", un interessante lavoro co-prodotto
da Francesco Panacci. 2004 : Aida propone il suo spettacolo "Sogno
l'Africa ma mi esprimo in italiano" coadiuvata da Eugenio Bennato.
Inoltre, porta la sua musica anche in diversi istituti penitenziari,
partendo proprio dall'ucciardone. Verso la fine dell'anno Aida e'
autrice del brano "La voce dell'amore" dei Nomadi contenuta
nell'album "Corpo estraneo". 2005 : L'assessorato Beni
culturali della Regione Sicilia crede fortemente nel progetto coniugare
la musica di Aida con le sonorità bandistiche e promuove il tour
"Aida Banda Flores" che riscuote un grande successo di
pubblico e critica 2006 : Esce l'album "Aida Banda Flores".La
copertina dell'album è disegnata da Sergio Staino".Partecipa alla
rassegna "o'scia" organizzato da Claudio baglioni a
Lampedusa,dove l'artista ha modo di duettare con il cantautore in un
medley che emoziona il pubblico presente.
Arte
senza fine, davvero.
Di
Aida avevo già scritto in un'altra pagina di questo portale, ma mi sento
di ribadirlo qui, in quest'altra che le ho dedicato e che è soltanto
sua.
"Cercando De Gregori in rete, ho scovato una sua versione de L'abbigliamento del fuochista
davvero originale, suonata con la
banda nel suo CD "Aida Banda Flores". Si sa, l'appetito vien mangiando e, curioso di sapere cosa cantava questa mia conterranea oltre
alle cover, ho scoperto il suo mondo. Quando vince Castrocaro nell'85, molti
quotidiani nazionali le intitolavano gli articoli come "De Gregori in
gonnella", al punto che qualche giornale sprovvisto delle sue foto
metteva quella di Francesco! Potevo ignorarla?
Ho ascoltato il suo CD
Voglio
portarti musica e mi è capitata una cosa che da tempo non accadeva: l'ho
ascoltato in auto frequentemente, (unico luogo in cui oggi si riesce davvero ad assaporare la
musica , visto il poco tempo che ci è rimasto e considerato che
siamo costretti a viverci dentro per almeno un'ora al giorno) lasciandolo nel
lettore come "disco fisso". Ascoltandola ho capito che non è vero,
come ha detto qualcuno, che i giri armonici si sono esauriti, che non c'è
più niente da raschiare in fondo al barile. Qualcosa in fondo al barile c'era
ancora, e l'ho raccolta. A volte tenera e pacata fino a farci tuffare in soavi
fiabe musicali, all'occasione sa uscire fuori gli
artigli per arrivare a ritmi e sonorità tipicamente mediterranee, quasi
nordafricane. Gli arpeggi della sua chitarra danzano da una canzone all'altra
rendendo i brani ovattati di suoni, arrangiamenti e melodie che oggi, forse,
è difficile
trovare.".
M.R.
|
Aida
Satta Flores "Aida Banda Flores"
di Ugo Ficini
Che
Aida Satta Flores sia una delle migliori cantautrici è storia
nota, ma per chi ancora non avesse avuto l'opportunità di
avvicinarsi alla sua musica, suggerisco l'acquisto del suo
ultimo lavoro "Aida Banda Flores" un album dove la
musica incontra la poesia, mixata con equilibrio ai suoni tipici
delle bande. In queste canzoni emerge tutto l'essere donna che
c'è in Aida e tutta la Sua sicilianità, tutti i sapori e gli
odori della sua terra!
La
trasparenza delle acque del mar di Sicilia, ed il sole giallo
oro che ti riscalda con naturalezza, sono presenti in
"Canzone semplice" un orecchiabile brano ispirato ai
tempi in cui l'artista era bambina, e sin da allora venne rapita
dal mondo della musica. "Il Ballo della vita" è una
canzone di denuncia contro tutte le guerre, pungente e spinosa
come i fichi d'india tipici della sua terra, che cerca di
evidenziare il buono che c'è anche in coloro che commettono
questi crimini e che "il ballo della vita" nonostante
questo "Non si esaurisce, non si scandalizza, non si
definisce mai". Abbiamo poi la sensazione di essere
sfiorati dall'olio di bergamotto nella sua delicata
"Goccia", mentre la già nota e bella "Io scappo
via" che l'artista aveva porposto al Festival di Sanremo
nel 1992, qui viene reinterpretata con un nuovo arrangiamento
che la rende "bella e buona" come la frutta martorana.
In "Sesso in frac" si legge la passionalità,
l'intensità del succo di arancia rossa e nella struggente
"Ninna nanna d'amore" c'è tutto il dolce e l'amaro
delle mandorle. "La canzone che non sai" è invece una
dolcissima dedica da parte di una madre ad un figlio per
insegnargli che "la canzone che non sai, è la vita che
scriverai" e nessuno potrà mai insegnarti a scrivere
questa canzone se non vivrai intensamente tutta la tua vita.
Questo brano è anche un grido di speranza alla vita e dato che
generalmente il colore verde si associa alla speranza, vorrei
associare questo brano al colore ed al sapore dei pistacchi
siciliani.
Chiudono
l'ottimo album alcuni omaggi che Aida vuole fare alla canzone
d'autore reinterpretando "Sulla rotta di Cristoforo
Colombo" di Lucio Dalla ed Edoardo De Angelis,
"L'abbigliamento di un fuochista" di Francesco De
Gregori e la celebre "Don Raffaè" di Fabrizio De
Andrè, dimostrando ancora una volta la sua duttilità vocale e
regalandoci quelle che sono "le sue emozioni".
L'album
è arrangiato da Ruggiero Mascellino per il novanta per cento,
con la partecipazione del complesso bandistico "Giuseppe
Verdi" diretto dal maestro Salvatore Di Grigoli ad
eccezione delle canzoni "Il ballo della vita"
arrangiata dallo stesso maestro Di grigoli e "Ninna nanna
d'amore" arrangiata da Leonardo Bruno.
Completano
il tutto un libretto ricco di foto, di appunti che rivelano la
vera essenza e poesia di Aida Satta Flores e la grande poesia di
Alda Merini. E la Sua voce e la Sua musica diventano sempre di
più la "mia cocaina"!
E
già vorrei ascoltarLa in qualcosa di nuovo...
|
Aida Satta Flores è un nuovo
fenomeno musicale in forte ascesa, un’artista che con il suo nuovo
disco, in uscita il prossimo 25 agosto e intitolato ‘Aida Banda
Flores’, è riuscita a coniugare in maniera assai feconda tradizione
e innovazione, sonorità popolari e bandistiche con atmosfere da vero
concerto ‘pop’. Un incrocio a prima vista stranissimo, che tuttavia
sta mietendo consensi soprattutto tra le generazioni più giovani,
impegnate a rifuggire con tutte le proprie forze da ciò che si lega
automaticamente al mondo delle discoteche: sonorità irrealistiche,
divertimento ‘forzato’ ed assai poco genuino, volgarità gratuite,
pericolosissime stimolazioni artificiali tramite droghe eccitanti.
Andiamo dunque a conoscere meglio questa nostra nuova amica.
Aida Satta Flores, è in
uscita il tuo nuovo lavoro artistico che, da più parti, viene
annunciato come la novità musicale italiana dell’anno: di cosa
si tratta? Ce ne vuoi parlare?
“Novità musicale italiana
dell’anno mi sembra esagerato. Comunque, a dire il vero, una
grossa novità c’è, in questo disco o, per lo meno, una ‘novità’
su tutte: si tratta di un disco ‘live’ costituito da brani
inediti, registrati durante concerti in cui ho cercato di
coniugare la mia musica d’autore con le sonorità bandistiche. Di
solito, i dischi dal vivo non sono altro che registrazioni, più
o meno fedeli, di concerti in cui i nostri cantautori
ripropongono le loro canzoni e i loro successi con nuovi vestiti
musicali ed in cui, ogni tanto, viene inserita una canzone
inedita. Nel mio caso, invece, si tratta di un ‘live’ di canzoni
tutte inedite, eccetto tre cover. Ho infatti voluto presentare
al pubblico dei miei concerti canzoni completamente nuove,
restituendo agli ascoltatori l’energia e l’immediatezza dei
brani non registrati in studio. In tempi come questi, in cui
conta più l’apparire che l’essere, mi è sembrato un modo per
riappropriarsi della libertà della canzone d’autore che, per sua
natura, deve essere ‘im-mediata’, ovvero non mediata da
venditori o commercianti di ‘saponette’. Insomma, si tratta di
un disco artigianale: è come entrare in una bottega in cui sei
capitata per caso, ma nella quale ti trovi bene (almeno spero…),
anche senza consigli per gli acquisti…”.
Mi spieghi il gioco di
parole che hai utilizzato per il titolo?
“Aida Banda
Flores è il titolo dei concerti e del cofanetto CD +
DVD edito dalla EMI su etichetta Latlantide. Venne pubblicato
per la prima volta da me stessa solamente per la Sicilia, per
venderlo ai concerti o regalarlo agli amici. Di mano in mano
arrivò all’orecchio di Claudio Baglioni, il quale decise di
invitarmi al suo ‘O’Scià’, unendo la mia voce a quella di tanti
altri artisti al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e le
istituzioni sul dramma dei clandestini di Lampedusa. In seguito,
mi capitò la gioia di vedermi arrivare un disegno dedicatomi da
Sergio Staino e, alla fine, una giovane etichetta indipendente,
Latlantide, decise di stamparlo e pubblicarlo, insieme al DVD,
su molti ‘store’ virtuali. Infine, dal prossimo 25 agosto, il
mio disco verrà finalmente distribuito nei negozi veri. Sono
riuscita a mantenere un costo accessibile: 16 euro per il CD +
il DVD con ampio libretto. E tale spesa varrà, senza costi
aggiuntivi di spedizione, anche per chi intendesse ordinare il
cofanetto a
info@latlantide.it”.
Quali
sono i brani scelti per le tre cover che hai voluto inserire?
“Nel disco ci sono queste tre
canzoni che amo definire delle ‘appropriazioni debite’, poiché
si prestavano assai bene alle sonorità bandistiche. Si tratta di
“Don Raffaè” di Fabrizio De Andrè, de “L’abbigliamento d’un
fuochista” di Francesco De Gregori per sola fisarmonica e banda
e di “Sulla rotta di Cristoforo Colombo”, di Lucio Dalla ed
Edoardo De Angelis. Oltre alle bande itineranti, che venivano a
trovarci per suonare con noi, c’è il brano ‘Il ballo della
vita’, che involontariamente è diventato il filo conduttore dei
nostri concerti, suonato da la Banda “G. Verdi” di Mezzojuso,
diretta dal Maestro Salvatore Di Grigoli. I musicisti della mia
band, tutti siciliani, sono gli stessi da anni. L’idea di
coniugare la mia musica d’autore alle sonorità bandistiche
nacque nel 2004, quando decisi di battermi contro una assai
discutibile mentalità diffusa secondo la quale, se un’orchestra
suona male, sembra una banda, mentre se una banda suona bene,
sembra un’orchestra. Ritengo, peraltro, che la Banda sia un bene
culturale da salvaguardare: soprattutto in molti paesi del sud
d’Italia, l’esistenza della Banda svolge un compito salvifico
verso molti ragazzi, poiché riesce a ‘strapparli’ dal torpore,
dai videogiochi, dall’assenza di prospettive di lavoro e dalla
droga. ‘Arruolandoli’ nei complessi bandistici e insegnando loro
ad impugnare uno strumento per molte ore al giorno, si limitano
di molto i rischi che i nostri ragazzi diventino dei
‘banditi’…”.
Questo tuo lavoro ha anche
vinto un premio prestigioso, mi pare…
“Sì: aver ricevuto il
prestigioso riconoscimento del ‘Premio Lunezia Live 2008’, nella
serata finale ad Aulla (MS), condotta da Fabrizio Frizzi lo
scorso 26 luglio, ha aggiunto al mio estro, mai domato, la
voglia di non smettere mai”.
Come sei arrivata negli
ambienti musicali italiani?
“Vinsi il festival di
Castrocaro nel 1985 con ‘Alkaid’ e di lì arrivai subito a
Sanremo, nel 1986, con il brano ‘Croce del Sud’: mi spettava di
diritto, avendo vinto Castrocaro. Ricordo ancora le parole d’un
caro amico cantautore, Edoardo De Angelis, che fu anche il primo
produttore artistico di De Gregori e Venditti (Theorius Campus),
quando apprese della mia vittoria a Castrocaro: “Se ora vai a
Sanremo, inizierà la tua fine”. Col senno di poi, devo dire che
in parte aveva ragione: certe vetrine possono servire, ma
possono anche ‘uccidere’ un certo tipo di artista. Tornai a
Sanremo nel 1989, prodotta da Pino Longobardi e Gino Paoli, con
i merletti musicali e gli arrangiamenti di un sensibile Beppe
Vessicchio. Cantai ‘Certi uomini’ che, però, nella mia originale
e primaria versione, s’intitolava ‘Oggi tira vento’. Per i
meccanismi televisivi dell’epoca, in particolar modo per quelli
di Sanremo, sembrava più incisivo un altro titolo: una decisione
cervellotica, che mi ha sempre lasciato perplessa. L’ultimo
Sanremo, quello del 1992, fu profetico già dal titolo della
canzone che proposi, prodotta dai Nomadi e da un uomo
straordinario, artista a 360 gradi, come Augusto Daolio: ‘Io
scappo via’. Per fortuna, i Nomadi pubblicarono l’album al quale
avevamo lavorato, ‘Il profumo dei limoni’, che vendette
moltissimo. In quell’album, infatti, c’era anche un
indimenticabile duetto con Augusto, ‘Un bersaglio al centro’,
una ballata che avevo scritto per il mio fidanzato e che a lui
piaceva moltissimo. Fu anche sigla televisiva, per due anni, di
un programma di Raiuno: ‘Bella estate’. Augusto, a dire il vero,
quando veniva a trovarmi in studio voleva cantarle tutte, da
‘Marinai’ a ‘Qui la mafia non c’è’. Quest’ultima se la cantò
tutto da solo e chissà che, prima o poi, gli amici Nomadi non
decideranno di pubblicarla: per me sarebbe un onore”.
Quali influenze ti hanno
guidato verso la tua maturazione artistica?
“A volte mi sorprendo a
chiedermi cosa pensano di noi i bambini, i fiori, gli alberi, la
natura, gli animali, le pietre, il mondo che ci circonda, il
portaborse d’un politico che resta chiuso per ore in auto ad
aspettarlo o i barboni, i camerieri e noi stessi, quando non
siamo sotto i riflettori. Perché tutti, ormai, siamo sotto
qualche riflettore, sotto un giudizio non libero, formato dalle
mode del momento. Mi parli di maturazione artistica e non so se
sia esatto pensare che oggi io l’abbia raggiunta. Forse, quando
iniziai a scrivere dopo i primissimi tentativi di poesie e
canzoncine, una ragazzina con chitarra e diario e penna sul
lettino della mia cameretta arancione: ecco, forse la mia
maturità artistica, se vogliamo chiamarla così, avvenne allora,
quando nessuno se ne accorse, nemmeno io. Un giorno riprenderò
tutte quelle canzoni mai pubblicate e vorrò dar loro un
‘balcone’, una ‘terrazza’, per prendere aria e andare tra la
gente. Il nuovo progetto musicale in compagnia delle bande è
nato nel 2004, realizzato nel 2005 e lo presento solo oggi
all’Italia: pensi ch’io non vada al passo con i tempi? Non sono
una ‘ginnasta’ e, del resto, torniamo al discorso della canzone
d’autore e delle canzoni mediate e/o ‘im-mediate’. Non ho mai
scritto per piacere a qualcuno, ancor meno lo farei oggi. Ecco,
forse, al di là dei successi, la mia vera maturazione artistica
è questa e, detto francamente, forse l’ho sempre avuta, poiché
tutto ci influenza, nel bene e nel male. I miei punti di
riferimento sono stati, negli anni, il modo di usare le parole e
il mondo artistico di De Gregori, di Fossati, di Battiato, di
Conte. Ma spesso mi innamoro e provo stupore e meraviglia anche
di fronte a qualche testo di alcuni di quelli che Paolo Talanca
chiama i ‘cantautori novissimi’, come Niccolò Fabi, Cristicchi e
Jovanotti (a proposito: Talanca ha citato anche me nel capitolo
dedicato alla “Novissima eletta schiera di cantautori…”). Tra
gli stranieri, ho molto amato Peter Gabriel e Sting, ma ho
trovato del bello in tanti altri artisti, anche se spesso molti
non fanno altro che riscrivere sempre la stessa canzone:
dopotutto, che male c’è? Capita anche a me: è già stato tutto
inventato… Il compito dell’artista è ormai solo quello di
annusare e trascrivere sensazioni ed emozioni, private o
collettive, sentite come urgenze o necessità. Ecco: quando io
scrivo, lo faccio per un’urgenza, una necessità. Forse, la vera
maturità artistica è proprio questa…”.
Esiste la sindrome del
prodotto di ‘nicchia’?
“Sì, certo che esiste. Ma non
scorderò mai le parole di Augusto Daolio, che mi diceva di non
vergognarmi mai di certe semplicità. A pensarci bene, cosa si
intende per ‘nicchia’? A me spiace che, a volte, molti artisti,
ma soprattutto certi addetti ai lavori, classifichino i loro
prodotti come di ‘nicchia’, quasi autocelebrandosi. Così facendo
non si aiuta l’arte a circolare e ci ritroviamo costretti ad
immergerci in ambienti che vogliono esclusivamente venderci, in
una musica e in un mondo fabbricati a tavolino, con una certa
prevedibile serialità. Alcuni anni fa ho conosciuto Angela, una
signora che faceva le pulizie. Era veramente simpatica e, quando
venne a lavorare da me, mi accorsi che dimostrava amore solo un
certo tipo di musica, quella, diciamo così, ‘neomelodica’.
Ebbene, la signora Angela - e come lei la maggior parte della
gente - non ha mai sentito i dischi dei nostri cantautori
cosiddetti di ‘nicchia’, non ha orecchie e capacità di ascolto
abituati a certe sonorità. Eppure oggi, la signora Angela ama
anche le mie canzoni, in particolare quelle con la banda
(soprattutto il disco premiato al Lunezia, ‘Aida Banda Flores’).
E provo gioia allo stato puro ogni qualvolta la sento
canticchiare “ogni giorno teste rotolanti, qui non si finisce
più” (‘Il ballo della vita’) con naturalezza, come se stesse
cantando: “Trallallero, trallallà”…”.
Tu
come ti consideri, musicalmente: adatta a tutti oppure per
palati sofisticati?
“E’ chiaro che si prova gran
gioia quando qualcuno si riconosce in quel che si scrive o si
canta. Del resto, ho sempre pensato che le canzoni non siano di
chi le scrive, ma di chi le fa proprie. Una canzone è come un
quadro o una qualsiasi opera d’arte: vive sul sentire degli
altri, oltre che nella percezione e nel sentire dell’artista che
compone, dipinge, canta o suona afferrando quel che circola
nell’aria. Se non si trova un ‘balcone’ alle opere artistiche,
esse diventano pura espressione per se stessi, perdendo di
valore”.
La creatività comincia ad
aver valore solo quando circola tra la gente?
“In un certo senso: il vero
problema non è da ricercarsi nell’artista, né nella gente, ma in
quanti detengono il potere di far circolare le idee. Quindi, per
rispondere alla tua domanda, io penso di essere adatta a tutti,
ma per il momento conosciuta o scoperta solo dai cosiddetti
‘palati sofisticati’, da chi mi viene a cercare o mi scopre per
caso ai miei concerti. Questo è il vero problema: la promozione
e la pubblicità è troppa per qualcuno, troppo poca o assente per
tanti altri, che sono la maggioranza. E il discorso potrebbe
allungarsi al mondo delle major discografiche e delle piccole
etichette, che faticano a fare circolare le opere dell’ingegno
musicale italiano nelle radio o nelle televisioni, le quali
sempre meno si occupano di musica”.
Ho notato che piaci ai
giovani, anche se ‘peschi’ in un target maggiormente
‘acculturato’: non sarai già diventata un’artista per ‘eletti’?
“Magari! Laddove per ‘eletti’
intendiamo la stessa cosa, ovviamente. Una delle gratificazioni
più grandi, ad esempio, è quando noto, ai miei concerti, che le
piazze o i teatri all’aperto (Valle dei Templi di Agrigento,
davanti la cattedrale di Noto) si vanno riempiendo di giovani
che, forse, nemmeno mi conoscevano (ti ricordo che ho
partecipato all’ultimo festival di Sanremo nel 1992). E chissà
che musica immaginavano che facessi! Insomma, è capitato più
volte che, coi telefonini accesi, abbiano invitato altri loro
amici a venirmi a sentire: ti giuro che non c’è nulla di più
eccitante del sentirsi amati da dei giovani che ti stanno
‘scegliendo’ senza che nessuno li abbia ‘plasmati’, subdolamente
educati o invogliati con bombardamenti pubblicitari”.
Cosa pensi della musica
italiana di questi ultimi anni?
“Penso che ci siano nuovi
fermenti: dopo una guerra e dopo un torpore dei sentimenti e
della bellezza, accade sempre qualcosa. Penso al dopoguerra, a
chi sconvolse la tradizione come Modugno. E poi a Battisti e ai
nostri migliori cantautori degli anni ‘70 del secolo scorso, che
poi vennero ‘usati’ da una fetta giovanile politicizzata che li
rimproverò di essersi venduti al sistema. Quegli artisti
esistono ancora e il sistema, nella maggior parte dei casi, non
li ha affatto ‘divorati’. “Per brevità chiamato artista”: per
stessa ammissione di De Gregori fu una frase che lo colpì molto,
al suo primo contratto discografico. E viene fuori solo oggi: ci
sarà un senso in tutto questo? Io credo di sì. Dopo certi
‘appiattimenti’ dei gusti, spalmati a uso e consumo di certa tv
‘spettacolistica’, in cui chiunque solamente apparendo in
televisione diventa famoso, sento in giro nuovi sani fermenti,
sia tra i conosciuti, sia tra gli sconosciuti. Gli ‘eletti’
stanno tornando a farsi sentire e i ‘nuovi eletti’ troveranno
terreno fertile…”.
Non credi che, nel nostro
panorama musicale, ci siano molte novità che, tuttavia, non
sempre riescono ad emergere per la propria carica innovativa o
identitaria?
“Anche questo è un discorso
lungo, antico come l’uomo: ogni innovazione ha bisogno di tempi
propizi. Il vero allarme, a mio avviso, non è tanto nel fatto
che le innovazioni o le musiche di maggiore abbraccio con le
proprie radici e identità fatichino ad emergere: il vero allarme
sociale è la continua perdita, ogni giorno, ad ogni nuovo
programma televisivo, ad ogni nuovo mito pubblicitario, della
vera bellezza e della poesia più autentica. Ho anche scritto una
canzone dedicata a tale ‘latitanza’ della bellezza e della
poesia, un brano ancora inedito che gode, tra l’altro, della
straordinaria partecipazione ‘a cuore nudo’ di un magnifico uomo
e attore: Leo Gullotta. Credo, tuttavia, che le ‘vie strette’
siano da sempre scelte da chi fa musica innovativa e ‘identitaria’,
mentre le autostrade son sempre quelle dritte, in cui non c’è
bisogno di grande concentrazione per trovare la direzione: basta
seguire le indicazioni. Indicazioni che, oggi, nel nostro
panorama musicale non mancano, benché siano sbiadite, non molto
bene illuminate, poco riconoscibili”.
Non pensi che, tra le
tendenze degli ultimi anni, sia stata ricercata una semplicità
talmente commerciale da appiattirsi sulla banalità?
“Si, lo credo fermamente. Ho
sempre letteralmente odiato la rima, presente in moltissime
canzoni, tra “mai” e “sai”. Ma un tempo, quando sentivo queste
rime, sapevo immediatamente di stare nuotando nelle acque del
‘pop’. Oggi, invece, anche nella musica più commerciale si ha
l’abitudine di scrivere per allegorie, per ‘poeticherie’: si
cerca di ‘meravigliare’, mentre la vera meraviglia è un’altra
cosa. La semplicità non sempre è sinonimo di banalità, così come
il sembrare impegnati non sempre è sintomo di vero impegno, di
vera profondità nella ricerca della bellezza”.
Non è forse giunto il
momento di rilanciare generi musicali più colti, maggiormente
ricercati, ad esempio riconsiderando, anche in termini di più
largo consumo, artisti del calibro di Eugenio Bennato?
“Eugenio è mio amico da lungo
tempo. Ha anche scritto una prefazione al mio nuovo disco, ‘Aida
Banda Flores’, che mi piace ricordare: “La musica di Aida, la
sua voce, la sua poesia, ci sollevano dal grigiore della
discografia italiana di oggi perché sono inafferrabili come lei,
che gravita incessantemente tra il cielo delle fate e quello
delle streghe”. I generi musicali più ‘colti’ non necessitano di
un rilancio specifico: pensa che Eugenio ha creato l’enorme
movimento della Taranta, Taranta Power, in tutto il mondo. Il
largo consumo arriva dopo la conoscenza. Ma la conoscenza da
sola non basta se non si instilla, giorno per giorno, una nuova
sensibilità, una nuova propensione a capire e a sentire la
bellezza. Insomma, inizierei dall’educazione dei sentimenti già
a scuola, ma su questo rischiamo di scrivere un libro e non di
fare una semplice intervista…”.
Alcune domande un po’
politiche: secondo te, la buona musica è quella cosiddetta di
sinistra, mentre quella ripetitiva e di massa è di destra?
“Ti rispondo con una frase di
Gaber: “Che cos’è la destra? E cos’è la sinistra”? Anzi,
sottoscrivo per intero quel testo di Gaber. Certo, l’avvento
delle ‘veline’ e delle ragazze ‘pon – pon’, delle ‘supertettone’,
delle ‘superlabbrone’ e della televisione commerciale penso
abbia qualche colpa. Ma la vera intelligenza non è né di destra,
né di sinistra: è innata in tutti o in quasi tutti. Ogni bimbo
ha l’intelligenza delle cose (dal latino “intelligere”): in
alcuni si affina, in altri muore già ai primi passi, ma sempre
per colpa degli adulti, dei grandi, dei modelli, degli usi e
costumi o del tempo che abbiamo a disposizione. Chissà perché,
ma mi vengono in mente ‘La disciplina della terra’ e ‘C’è tempo’
di Ivano Fossati…”.
Non si potrebbe fare una
musica intelligente ma anche adatta a tutti?
"Esiste già qualche caso e
non voglio fare nomi. Anche nel ‘pop’ più ‘pop’ ci sono delle
bellissime canzoni, che quantomeno aprono la mente e il cuore”.
L’Italia è tra i Paesi
fondatori dell’Unione europea e, di recente, ha ratificato
all’unanimità il Trattato di Lisbona: la nostra musica leggera,
confrontata con quella degli altri Paesi dell’Ue, in particolar
modo con l’Inghilterra, ha forse il problema di non riuscire ad
emergere dal proprio provincialismo e, allo stesso tempo, di
dover rilanciare le nostre più feconde tradizioni mediterranee?
“Se ci pensi, l’Italia è
conosciuta nel mondo per il bel canto, per gli spaghetti col
pomodoro e per la pizza: tutte queste cose originarie del sud.
La pizza, il pomodoro e la canzone melodica napoletana sono
forse la cose più conosciute in assoluto in tutto il globo. Ma
come mai la Francia è famosa per la sua tradizione degli ‘chanconierre’,
mentre noi, eccetto Paolo Conte e pochi altri, non sappiamo
esportare la nostra musica d’autore? Ci sono nomi illustri di
cantanti italiani famosissimi all’estero, ma gravitanti sempre
nel ‘pop’. E potremmo parlare anche del rock’n roll: tutti
pensano venga dall’America, ma la Taranta non è, in nuce, musica
rock”?
Chiudiamo con alcune
domande private: sei fidanzata?
“Fidanzata da 21 anni con due
figli meravigliosi, messi al mondo con due papà diversi. Stanno
tutti con me: Joshua, il mio figlio più grande, ormai è andato a
vivere da solo e si è pure laureato al Dams con una tesi molto
speciale, ideando una rassegna d’arte contemporanea
multimediale. 110 e lode + menzione speciale: orgoglio di mamma
siciliana”.
Cosa pensi della famiglia?
“La mia famiglia è sempre
stata forte e unita. Ed oggi, voglio metter su famiglia con il
pubblico, con tutto il pubblico che riuscirò ad amare, riamata”.
Come dev’essere il
compagno di un’artista che gira sempre per il mondo in concerto?
Cosa deve sopportare? La noia? L’attesa? L’interscambio di
amorosi sensi via internet?
“Dev’essere più o meno come
il mio amore: diverso e comprensivo, fedele e fiducioso, stabile
per sempre”.
http://www.laici.it/viewarticolo.asp?Id=648
|
Ciao
Luigi,
le cose qui non sono cambiate, anzi il mondo fuori dalle canzoni
sta pure peggiorando!
Tu,
però, hai smosso davvero tante coscienze, purtroppo solo nelle
menti degli autori di canzoni o rari pensatori, che magari
spesso non riescono o non vogliono gettarsi nella mischia
mediatica che ci sta fagocitando tutti.
Ah
sapessi che esibizionismi, che progressi, che telefonini senza
fili, che immagini nelle case, nelle scuole, nel privato...
l'era dell'apparire a tutti i costi ha preso il sopravvento, e
non proprio in un tempo Lontano lontano dalla tua esistenza. Per
sentire un po' di realtà, ormai, non ci resta che il
telegiornale: ma che brutte notizie!
Personalmente
non sono e non voglio allenarmi per stare al passo coi tempi, e
se ci provo... mi viene il fiatone!
Dalla
tua morte tanto si è detto e scritto su di te. Risuonano ancora
attuali, e implacabili, le parole di Quasimodo: "Luigi
Tenco ha voluto colpire a sangue il sonno mentale dell'italiano
medio. La sua ribellione, che coincideva con una situazione
personale di uomo arrivato alla resa dei conti con la carriera,
ha però ancora una volta urtato contro il muro dell'ottusità.
Chi non è in grado di domandare un minimo di intelligenza ad
una canzone non può certo capire una morte".
Lo
sai? Io che in Canzone Semplice ho scritto "io mi
sconfortavo se non producevo, e negli occhi mi viaggiava un velo
di noiezza" e ancora "alzo il volume della vita,
perché la Vita è un'altra cosa e una canzone non lo
sa"... anche ricordandomi di te... non voglio più
sconfortarmi e, nel tentativo di capire la tua morte,
continuerò per la mia strada, chiedendo sempre un minimo di
intelligenza... almeno alla canzone.
Ciao
Luigi.
Aida |
|
Nuovo
disco (CD+DVD) "AIDA BANDA FLORES"
(Premio
Lunezia live 2008 al valore musical-letterario)
e
all'omonimo concerto di Aida Satta Flores - Benevento 9 Luglio 2008
Doppio
appuntamento con la musica di Aida Satta Flores a Benevento per il 9
luglio 2008, nell'ambito della XIII edizione dell'evento "Quattro
notti e più di luna piena 2008". Un ritorno in Campania in grande
stile per la cantautrice siciliana che nella mattinata presenterà,
presso il Teatro Comunale Vittorio Emanuele, il nuovo CD-DVD dal titolo
"Aida Banda Flores", frutto dell'importantissimo progetto
portato avanti da Aida Satta Flores di rivalutazione delle bande
musicali, con la felice "contaminazione"
della musica bandistica con quella leggera della Satta Flores; in serata
si esibirà in concerto in Piazza Traiano, insieme al complesso
bandistico "Giuseppe Verdi" di Mezzojuso diretto dal M°.
Salvatore di Grigoli.
Alla
conferenza stampa, inoltre, la Satta Flores annuncerà in anteprima la
notizia relativa alla propria premiazione al prossimo Premio Lunezia,
giorno 26 luglio, ad Aulla (Massa), ove riceverà il prestigioso Premio
Lunezia live 2008 per il valore musical-letterario delle proprie canzoni
e dell'album "Aida Banda Flores". Gli altri artisti premiati:
Ornella Vanoni, Eugenio Bennato, PFM, Negramaro.
CONFERENZA-STAMPA:
9 luglio Benevento, foyer Teatro Comunale Vittorio Emanuele, Corso
Garibaldi - ore 12. Presentazione del nuovo progetto musicale e
discografico, cd-live + dvd "AIDA BANDA FLORES", pubblicato su
etichetta Latlantide, edizioni Emi, distribuito on line dal 30 giugno su
www.messaggeriedigitali.it, e in tutti i migliori negozi di musica da
fine luglio.
CONCERTO:
"AIDA BANDA FLORES" 9 luglio Benevento, piazza Traiano, ore
21. L'originale nuovo concerto "AIDA BANDA FLORES" di Aida
Satta Flores, in compagnia della propria band e del complesso bandistico
"Giuseppe Verdi" di Mezzojuso, diretto dal M° Salvatore Di
Grigoli, è inserito nell'evento "Quattro notti e più di luna
piena 2008", giunto alla sua XIII edizione, che si svolge a
Benevento, dall'8 al 13 luglio. Nello stesso giorno del 9 luglio, a
piazza Castello la II ediz. dell'Independent Music Day, con Povia e
Baccini.
Ci sarà uno scambio di partecipazioni musicali: Aida suonerà anche sul
palco dell'IMD prima del proprio concerto in piazza Traiano, a sostegno
d'una legge sulla musica Italiana, mentre Povia e Baccini saranno
ospitati nel concerto di Aida, in piazza Traiano.
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DISCOGRAFIA
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Aida
è amica mia, ed io ne sono orgoglioso.
Come
per De Gregori, ormai non mi autodefinisco un suo fan ... ma un
amico. Ci
siamo incontrati un po' per caso, cercandoci e trovandoci a
vicenda, io attratto dalla sua
musica e lei dal mio sito.
II
17 dicembre del 2007 ci siamo potuti finalmente abbracciare al
Teatro Ambasciatori a Catania. Un appuntamento che non potevo
assolutamente disertare: sia per conoscerla di persona, sia per le sue belle canzoni (Voglio
portarti musica, I ragazzi no, Io scappo via, Sesso in frac, e tante altre)
che potevo finalmente
ascoltare dal vivo con la mia cantautrice preferita che me le
cantava su un palco pieno di luci, con la sua band e.... la sua banda.
Al
momento delle cover (fra le quali "Don Raffè" e "Sulla rotta
di Cristoforo Colombo"), Aida, da grande donna qual è, ha fatto
una cosa meravigliosa. Annunciando
"L'abbigliamento di un fuochista" e conoscendo la mia
passione per De Gregori,
mi ha salutato pubblicamente in teatro
dedicandomi anche la canzone. Avrei voluto alzarmi dalla
poltrona per ringraziarla, ma il suo omaggio mi ha
talmente
spiazzato da farmi rimanere impietrito. Un nobile gesto che non
dimenticherò (Aida, lo faccio qui).
E
poi un suo spettacolo non si può perdere. Aida è una belva da
palcoscenico, un vulcano che erutta magma sulle note musicali,
è l'unica esplosione che vorresti detonasse volentieri davanti
agli occhi e alle orecchie, tanto è benevola! Quando finisci di
ascoltare una sua canzone ti viene subito voglia di pigiare
il tasto rewind per riassaporare di che pasta è fatto il
Mediterraneo sotto forma di musica.
E
poi Aida è una gran bella persona, esuberante, spontanea, una di cui
ti puoi fidare
e che non delude mai.
In
privato com'è? Sembra che continui la sua esibizione musicale
dimenticando di essere scesa dal palco; non si nasconde
niente, è esattamente come le canzoni che scrive: limpida
e solare. E stavolta non lo dico perchè potrei essere di parte ma
perchè, sinceramente, è una straordinaria artista anche nella vita.
Grazie
Signora, per aver attraversato la mia strada.
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SITO
UFFICIALE
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