Carissimi Amici miei, fedelissimi che non mi avete mai dimenticata!
Il disco fisico, il CD, viaggia su ruote, su strade, su camion.... e c'è stato brutto tempo, in Italia! Non demordete! Oltre a poterlo già scaricare in digitale, da I Tunes, Self, Made in Etaly....Oltre a richiederlo, eventualmente, a Riserva Sonora, ordinatelo nei negozi delle Vs. città! E arriverà l'oggetto "bello" di "Bellandare"....in settimana!
Parola di Marco Mori, il direttore artistico dell'etichetta indipendente Riserva Sonora! Emoticon wink Non vedo l'ora di finire tra le Vs. mani, il Vs. pensiero, il Vs. amorevoissimo Ascolto...che è un "Sentire" comune! Grazie per tutto ciò che mi scrivete in privato!
La Vs. "Pri", "ReginAida", "trollina", "mamma magica", etc...
la Vs. cantautrice preferita Aida S.F.!
Dubidù a tutti!
E che sia un vero "BELLANDARE"...ognuno a suo modo, con la magnifica libertà di potere, almeno, girare liberi tra le favole...in mutande

 

 

 

I NEGOZI CHE R-ESISTONO - DOVE TROVERETE "BELLANDARE"

 

BLUTOPIA - Via del Pigneto 116A Roma        TROPPO BUIO - C.so Cavour 14/a - Cesena            DANEX RECORD - Via degli Artisti 8c – Firenze           AREA 99 - Via E. Gianturco 84 - La Spezia

FAT JACK STORE - Via Stati Uniti 17 - Sestri Levante (GE)         MUSIC RECORD - C.so Dante 31R - Chiavari (GE)                FEELIN'BLUE - Via Filippini 8 - Chiavari (GE)    DISCO CLUB 65 - Via San Vincenzo 20r - Genova       AREAMUSICA -Via G.Puccini 72R - Genova          RECORD RUNNERS - Calata Andalo 9 - Genova           JOCKS MUSIC - Via Pia 82r - Savona          KONCERTO - C.so Dante Alighieri 48 - Cairo Montenotte (SV)            TUTTO MUSICA - P.zza Unità Nazionale 1 - Imperia            POPOF TUTTO MUSICA - Via Gaudio 11 - Sanremo (IM)          PACE MUSIC 2 - Via Carlo Alberto 32 - Nizza Monferrato (AT)   IL LABIRINTO - Via Benvenuto Sangiorgio, 4 - Casale Monferrato (AL)   QUEEN MUSIC - Via Borgaro 45c - Torino         BUGLINO - Via Principi D'Acaja 29 - Torino           LA PIANOLA - Via Cesare Battisti 66 - Sondrio

DIAPASON MUSIC POINT - Via Tartarotti 8 - Rovereto (TN)     MUSICA DI TAVASCI FERRUCCIO - Via Dolzino 14 - Chiavenna (SO)    VANRADIO - Via Ezio Vanoni 44 - Morbegno (SO)    DISCO STORY - Via G.Marconi 1 - Darfo Boario Terme (BS)            JUNGLE RECORDS - Viale Giacomo Matteotti 31 - Conegliano (TV)    MATRIX NEGRATON - Via S. Margherita 13 - Pavia   PSYCO - Via Zamenhof 2 - Milano   HE CONCEPT - Via Bovara 21 - Lecco    DISCOSHOP - Via Carlo Porta 11/13 - Lecco   PACE MUSIC 1 - Via Cardinale Raimondi 28 - Acqui Terme (AL)

 

Il 3 febbraio Riserva Sonora pubblica il mio nuovo inedito album "Bellandare". Amici artisti, generosi e meravigliosi, han collaborato con me: Leo Gullotta, Mimmo Locasciulli, Edoardo De Angelis, Vincenzo Mancuso, Giovanni Sollima.

Nell'attesa del nuovo album...mi date una mano a far crescere alcuni "numeri"? Sul mio profilo d'artista Facebook e su You tube....

Venite e fate venire a cliccare "Mi piace" sull mio profilo facebook d'artista:

https://www.facebook.com/pag…/Aida-Satta-Flores/43898953207…

Per voi il videoclip del mio primo singolo, che fa da apripista al nuovo album "Bellandare", che sarà tra di voi dal 3 febbraio 2015....

Grazie di cuore

Aida Satta Flores

 

 

Pubblicato il 3 febbraio per l'etichetta indipendente Riserva Sonora il nuovo disco della cantautrice siciliana Aida Satta Flores (nella foto) dal titolo "Bellandare", un antidoto alla latitanza di Bellezza e Poesia con ospiti quali Giovanni Sollima, Mimmo Locasciulli, Edoardo De Angelis.

L’album è stato pubblicato rigorosamente prima della valanga del nuovo Festival di Sanremo, per l’etichetta indipendente Riserva Sonora ed è incentrato su quello che Aida ritiene sia il vero allarme sociale di oggi: la latitanza di Bellezza e Poesia. Tanti gli amici artisti che han collaborato alla realizzazione di Bellandare, prodotto dalla stessa Satta Flores e da Leonardo Bruno: Leo Gullotta, Mimmo Locasciulli, Edoardo de Angelis, Giuseppe Milici, Giancarlo Parisi, Vincenzo Mancuso, Giovanni Sollima.

Il lavoro giunge al termine di un lungo periodo di riflessione e composizione dell’artista che così lo descrive: “L’album arriva mentre vado, “nell’andare” continuo che auguro a me stessa, ai miei figli, a chi mi ascolta! Avrei voluto intitolare l’intero album con una frase tratta dalla prima canzone che lo apre, “A cuore nudo”, un mio personale manifesto sul ruolo dell’artista. “C’è un’assenza in giro di Bellezza, qui ci vuole un viaggio all’incontrario”, un titolo troppo lungo, quasi Werthmulleriano. L’ho abbreviato in “Bellandare”. Per un vero Bellandare che “spalanchi gli occhi al blu”, alla pace, alla bellezza e al senso poetico della Vita, ognuno, a suo modo, non può stare seduto nel suo dolce far nulla, nella sua “torre eburnea” e dorata, non può sparare sentenze (come son soliti fare, oggi, tutti gli opinionisti delle televisioni, tanto sui crimini della cronaca nera che nei fatti di musica)… e nemmeno affrontare tutto con urla, volgarità, e atteggiamenti da battaglia urbana… Freno e acceleratore… e i percorsi saranno dolci.”

 Dopo il brano “Tacco e stacco”, accompagnato dal video realizzato con la regia di Joshua Wahlen e Alessandro Seidita (uscito in anteprima nel maggio 2014), arriva ora il lancio dell’ album con il singolo “Oh ma’” anche questo presentato con un video del regista Claudio Colomba. “Oh ma’“ è una chiamata alle arti abbandonando l’idea che solo chi tenta di imporre il suo X-factor o cerca di inserirsi tra gli Amici abbia qualcosa da dire nel panorama musicale odierno. “L’arte della musica non è telegenica”, in questa frase è racchiusa una filosofia anti talent che però non vuol essere un biasimo ai tanti giovani che partecipano ma una denuncia contro chi specula sui loro sogni, illudendoli per qualche mese per abbandonarli, più vuoti, subito dopo lo spegnimento delle telecamere. Alla vigilia di un Festival della Canzone Italiana, ormai sempre più show televisivo, poco attento alla necessità di ricostruire sulle macerie di una discografia usa e getta, questo progetto vuole parlare con il cuore nudo a chi sa guardare oltre il teleschermo ed i suoi santoni.

 

Per comprare il nuovo disco su iTunes: https://itunes.apple.com/us/album/bellandare/id961064251

 

Ulteriori informazioni:

www.aidasattaflores.it

www.facebook.com/pages/Aida-Satta-Flores/43898953207

twitter.com/AidaSattaFlores

 

http://www.musicalnews.com/articolo.php?codice=29704&sz=5

 

 

 

Se lo scopo dell'arte è quello di trovare il bello nelle sue variegatissime forme, allora Aida Satta Flores ha fatto centro! Lo aspettavamo da tempo questo splendido "Bellandare". Una boccata d'aria pulita che riempie i polmoni di musica buona, una presa di distanza dalla travolgente mediocrità che invade la musica italiana. Un disco suonato da straordinari musicisti: G. Sollina, V. Mancuso, G. Parisi ecc. Un pezzo di terra caduto in mare, un meraviglioso miraggio, un atollo in mezzo al nulla. Facendo un viaggio tra i vari brani ci imbattiamo in:

"Oh mà" favolosa poesia del tempo che passa. Stupenda la musica con la voce calda e forte di Aida. Il prologo "Quannu crisciu" è degno della migliore tradizione siciliana tipo Balistreri. Deliziosissimo il brano e notevole il video.

"A cuore nudo" bel viaggio nell'arte e nel mondo dell'artista. Racconta la cantautrice: "un artista è madre e figli, nell'andare c'è un andare, voce senza tempo sopra la vergogna dei cretini, un viaggio verso l'isola dei pazzi!" Bellissima!

"Il ballo della vita" intreccio magistrale la fusione delle voci di Aida e M. Locasciulli.

"La solitudine magnifica" mi ha fatto piangere: "Mio figlio senza logica, dedica il tempo alla sua identità" che meraviglia!

"A me piace vivere alla grande" ironica ma realissima! Musica sorniona e stuzzicante. Un bel film in bianco e nero.

"Perereca da vovò" piccolo capolavoro. Splendidi la musica, l'arrangiamento e pure il testo. Aida danza con infinita grandezza su questi ritmi popolari. Intesa la parte recitata.

"Femmine iè iè" mi ha fatto pensare al "Bersaglio al centro", non so il perché. Mi piace, mi commuove e penso ad Ago...(Augusto Daolio, voce storica dei Nomadi. Sono certo che queste canzoni le avrebbe adorate)

"Tutto bene" interpretazione da brivido. La voce di Aida nei toni bassi è un colpo di grancassa al cuore. Sembra impastata di miele, favolosa! Incantevole come si muove la fisarmonica.

"Baci e spine" è un gioiello dell'album. Intima e universale: "se giro il mondo io mi confondo..."

"Il tempo di cantare" il testo è strepitoso: "libero ognuno va, schivando i desideri, tra le pieghe della mano cerchi un aquilone. Cosa sarà quest'inquietudine...andiamo al bar per un caffè...bellezza fragilissima, vivere!"

"Bellandare" è davvero un disco importante. Adesso è giunto il momento di mettere in cammino queste piccole creature nate dalla penna e dalla fantasia di una grande artista. Grazie Aida, davvero! Grazie per le emozioni, per tutte le emozioni!

Salvo Giordano

 

 

 

 

 

Aida Satta Flores, a cuore nudo.

NADIA MACRI'

http://it.amolamusica.com/interviste/aida-satta-flores-intervista/

 

Partiamo dal lontano. Erano gli anni '80 quando vincevi Castrocaro e partecipavi a tre Festival di Sanremo (1986 - 1989 - 1992). La tua storia artistica è iniziata con grandi palchi e riconoscimenti, è così?

La mia vera storia artistica è iniziata lontana dai grandi palchi: avevo 9 anni quando scrissi la prima canzone, con la chitarra classica... più grande di me! Abitavo a Catania, la città di mia madre, per tutto il tempo delle elementari e delle medie. Un giorno mi colpì molto l’immagine di due ragazzini, a piedi nudi, al mercato della Fiera di Catania, tanto da inventare una storia e scrivere la prima canzone… dal titolo infantile, ma premonitore, in qualche senso: “Che colpa ho”. La mia storia artistica pubblica, invece, inizia con la vittoria nel 1981 del “Concorso teen-agers”, per il teatro e la canzone.

Che ridere, se ci ripenso! Luciano Salce, presidente di giuria, si complimentò per la mia interpretazione d’un testo Skakespeariano …ma il testo che proposi, circondata da lustrini, piume e look accurati delle tante ragazze accompagnate da madri e fidanzati (era un concorso destinato alle ragazze che, in qualche modo, volevano entrare nel mondo dello spettacolo…una sorta di “talent ante-litteram”, ma meno organizzato, più ruspante, più naturale e senza l’avvento delle major a dirigere fili e burattini) non era di Shakespeare: l’avevo scritto io! Così come la canzone “Aidaio”, che anni dopo fu arrangiata dal mio primo produttore artistico, Edoardo De Angelis, ma mai pubblicata!

Che nostalgia a ripensare a quegli anni! Quando comunicai a De Angelis (che aveva già iniziato, a Roma, a produrre e arrangiare molte delle canzoni che scrivevo) la mia vittoria a Castrocaro 1985, mise il broncio: era convinto che la mia strada avrebbe dovuto prendere altri percorsi, piuttosto che partecipare a Sanremo, l’anno successivo. A quell’epoca, infatti, chi vinceva Castrocaro andava di diritto al Festival di Sanremo. Edoardo, primo produttore di De Gregori e Venditti, ai tempi del Folk studio (ricordate “Theorius campus”?), sognava ed intuiva, per me e per le cose che scrivo, altre vie…e forse aveva ragione! Ma ero giovane e quella partecipazione a Sanremo mi solleticò parecchio… già a quei tempi le mie decisioni non nascevano mai da calcoli mirati ad una solida “carriera artistica”, ma da “moti dell’anima” personali.

Avrei dato una gioia a mia madre. Vi partecipai ben tre volte, raccogliendo consensi da critica e stampa, ma lasciando troppe canzoni nei cassetti, per anni! Di quelle 3 partecipazioni ai Festival di Sanremo (fui prodotta da Roberto Colombo - Sanremo 1986 con “Croce del Sud”; da Gino Paoli e Pino Longobardi - Sanremo 1989 con “Certi uomini”; da Augusto Daolio e Nomadi - Sanremo 1992 con “Io scappo via”) alcuni ricordi speciali, le congratulazioni, via telegramma o in alcuni casi live, di Sting, Lucio Battisti, Paolo Conte, Giorgio Faletti…

E fin da subito ti sei posta come cantautrice. Ascoltando i tuoi brani immaginiamo in un'ipotetica scala che la penna sia prima del microfono. Magari cantavi fin da piccola, ma in testa avevi melodie e frasi tue. Ci confermi questa intuizione?

Si, Nadia! La “penna” è sempre stata prima del “microfono”! Ho già quasi risposto, involontariamente, all’inizio della tua domanda precedente. Se devo analizzare la nascita d’una mia canzone, i meccanismi che stanno dietro alla creatività, non so darti una risposta univoca. Quasi sempre, per me, ha prevalso l’idea Ciceronica di “intuizione ed espressione insieme”, convinta, addirittura, che la melodia, spesso, sia insita già nel verso, nella cadenza d’un testo. Ho scritto la maggior parte delle mie canzoni (oltre 200 ancora inedite) accompagnandomi con la chitarra: un bel mezzo, ma anche un limite! Infatti, anche per colpa delle mie “nuove” unghia alla moda e colorate, non suono più la chitarra... e ho composto canzoni che mai avrei scritto chitarra-munita!

Una di queste è “Tacco e Stacco” ...ho registrato sul mio cellulare, per non dimenticarla, la melodia che m’era venuta in mente, insieme alla prima bozza involontaria di testo… Il discorso sulla creatività, per me, è così lungo e complicato, quanto semplice ed inesprimibile a parole. Chi mi conosce bene sa quanto non apprezzi questa nuova moda circolante di scuole e accademie per cantautori, per non parlare dei “Coach” dei tanti format televisivi e talent. La Bellezza e la Poesia, l’Arte e la Musica, sono nelle cose, e negli uomini, nella storia e in quella che verrà….tutto è stato detto, ma è vero anche il contrario, perché finché c’è Vita le vie dell’estro sono infinite! Ma “abbasso i coah”! Non s’insegna un talento! Puoi andare a scuola di tecnicismi, non a cosiddette scuole per artisti! Quello cui stiamo assistendo è il contrario dell’arte! E mi spiace moltissimo vedere sempre meno giovani staccarsi dal flusso mediatico che li condiziona! No. Apparire non è Essere. E “l’Arte della Musica non è telegenica”, come canto nel secondo singolo, contenuto nell’album “Bellandare”, che sarà pubblicato il 6 febbraio 2015, su etichetta Riserva Sonora, rigorosamente, e forse provocatoriamente, una settimana prima della valanga Sanremo!

Tanto amai sempre “l’erbetta che cresce sotto ai marciapiedi, dopo che ha piovuto”...ripenso ad un’abbanniata, ancora circolante, nei mercati e nei “ghetti” Siciliani, a proposito dei venditori di sale “Quando mi cercate, non mi trovate” ...ecco. Il “Sale della Vita” è tutto nelle identità e nelle peculiarità, culturali ed umane, che vogliono toglierci, appiattendo gusti e pulsioni, omologando tutta quell’infinità varietà di umanità, che invece, per me, è la vera ricchezza del vivere. Uscire prima di Sanremo potrebbe sembrare una provocazione: no! E’ di più! Una necessità che spero sia condivisa dal mio ascoltatore “im-mediato”, non mediato, libero!

Gli anni novanta il tuo nome è accostato a quello dei Nomadi, il duetto con Augusto Daolio, che ricordiamo con immenso piacere, ma anche la tournée a fianco del gruppo. Anni così intensi che però paradossalmente sono seguiti da una pausa artistica. Ci spieghi un po' il motivo perchè dopo tanto successo dall'album del '93 il successivo arriva solo 10 anni dopo?

Mi verrebbe da risponderti “Colpa della Vita, amica mia”! Il richiamo della Vita, per me, è stato sempre immensamente più forte d’ogni richiamo all’organizzazione o pianificazione d’un mestiere, di una carriera, d’una “posizione”. Gli anni con i “Nomadi” di Augusto Daolio furono anni di Vita e Arte insieme: meravigliosi! Augusto mi insegnò ad amare il vino rosso. Fu il produttore artistico che ogni cantautore vorrebbe avere. Era letteralmente innamorato della mia penna e della mia voce (sentiva, tra le mie corde, Edith Piaf e una teatralità che difficilmente si trova in giro in Italia, tra le donne! Augusto vedeva e sentiva oltre…).

Nelle nostre interminabili discussioni, mi ha voluto lasciare una sorta di testamento morale dell’artista: la libertà e la determinazione e difesa del proprio lavoro, qualunque esso sia! Ah. Fosse ancora vivo, oggi, Ago! Chissà quante belle chiacchierate sui talent! ;-) Augusto duettò con me in “Un bersaglio al centro”, che avevo scritto per il mio fidanzato (oggi mio marito), come regalo sotto l’albero di Natale. Una ballad che non avrei mai pubblicato, se non l’avesse scelta Augusto! In studio di registrazione, a Parma, voleva cantare tutte le canzoni dell’album “Il profumo dei limoni” (era già molto malato!). Chissà che un giorno i Nomadi non vogliano pubblicare la mia “Qui la mafia non c’è”, che scrissi alla morte di Falcone, e che Augusto volle cantare tutta da solo! 10 anni trascorsi tra la pubblicazione dell’album “Il profumo dei limoni” e “Voglio portarti musica”. Perché? Se mi inviti a pensare, ti rispondo “Colpa della Vita, Amica mia”! Alla morte di Augusto, in poche parole, Carletti non volle saperne più nulla di me. In seguito la Vita mi portò a realizzarmi come Donna, Persana, Madre e Amante: seguii il mio fidanzato a militare… sì, a militare… alloggio allievi ufficiali di Nola (Napoli)... rientrai in Sicilia, andai a convivere e nacque, nel 1995, il mio secondo figlio. Poi concerti e una bella esperienza teatrale: dal 1999 al 2001 feci l’ “attrice”, per una produzione del teatro Stabile di Palermo, il Biondo, in “Annata ricca”, una commedia di Nino Martoglio, in compagnia di Giustino Durano, Tuccio Musumeci, Franco Scaldati. Che bei ricordi quando, spesso, in varie città d’Italia, venivano a trovarmi padre e figlioletto, che sgranava gli occhi nel dietro le quinte dei maggiori teatri Italiani, da Trieste e Brescia, da Milano a Padova, da Venezia a Trapani! Finito il tour teatrale, c’era una famiglia da “sistemare”, un bambino da crescere, e un nuovo album in cantiere…quel “Voglio portarti musica” che avevo immaginato di registrare, con la produzione artistica di Teodolindo Edmondo Negri, dopo anni di live. Ora che ci penso: spesso, spessissimo, ho prodotto degli album dopo aver portato già in giro le mie canzoni inedite... dopo averle “sperimentate” tra la gente…accadde così anche per l’album-live "Aida Banda Flores", ma quello accadeva anni dopo... c’era ancora tanta Vita da vivere.

Come ricordavi, era il 2000 quando ti sei anche affacciata al mondo del teatro con la commedia musicale “Annata Ricca”. A teatro nascono i grandi interpreti, quelli che si mettono in scena ogni giorno, ed è sempre un partire da zero. Quanto è utile questa esperienza per una cantautrice?

La cantautrice in questione (io) ha amato quell’esperienza, quel rituale quotidiano diviso tra camere d’albergo, solitudini, centri storici da visitare “mordi e fuggi” (a Venezia mi perdevo sempre; a Trieste mi mettevo a scrivere canzoni al bar del “Caffè degli specchi”) e teatri, sempre nuovi, da frequentare anche due volte al giorno, per le rappresentazioni pomeridiane e serali. L’esperienza teatrale mi è stata anche utilissima per focalizzare, sempre di più, in me, quell’atavico e innato distacco dall’apparire”….ma quanta antipatia provavo per le attrici! Com’è misera la vita negli “abusi del potere”! C’era la lotta ai primi camerini, a quelli eventuali con finestra (quelli li volevo io, anche fossero stati gli ultimi camerini…perché fumo). Per un “minuto di celebrità” (perché il teatro è uno spazio ridotto, non è la Televisione, o internet) diventavano “cattive”! Ecco. Il teatro è come la vita. Amplifica caratteri e personalità, concentrandoli in due ore di rappresentazione. Menomale che, come dicono, io sia “teatrale”…ma rappresento sempre me stessa… e non è recita, non è finzione, non è copione. Quindi “scorro” come la vita… e ogni tanto faccio qualche fotografia, come il prossimo album “Bellandare”.

Ma esiste qualche tema particolare che nella tua carriera ti ha o ti avrebbe portato delle difficoltà nell'interpretarlo? Si può cantare tutto?

Si può pensare tutto, si può sognare tutto, si può tentare di vivere quasi tutto…Quindi si può cantare tutto! Cantare, nella mia accezione di “scrivere per cantare”, e non di “scrivere per far cantare”, è un’esigenza, come respirare, come “andare”, come vivere. Per cui si può assolutamente cantare tutto e di tutto. L’importante è sempre farlo per un’esigenza dell’Essere, non dell’apparire! Ad esempio ora va di moda scrivere e cantare anche di argomenti sociali, forti, come i “femminicidi”. Bene: non sono d’accordo con le speculazioni! Ad esempio ho scritto molte canzoni su tale argomento. Una delle mie certezze è che un Artista annusi sempre i tempi che verranno… e non mi piace quell’attitudine a fare gli impegnati dell’ultima ora!

Il nostro Paese è in crisi da anni ormai, e l'arte e la cultura ne ha risentito parecchio, ma esiste parallelamente una crisi anche negli artisti che privilegiano album di cover alla sperimentazione. Si sperimenta sugli arrangiamenti e poco sulle nuove idee. Ci sarà secondo te una forza nuova che darà linfa alla discografia italiana, o siamo destinati solo ai talent?

Basterebbe aprire le orecchie e gli occhi, e spegnere le televisioni! In giro ci sono tanti artisti davvero meritevoli. Ogni volta che una società è in declino (come la nostra) è ovvio che nasca, pulluli e si scaldi una “opposizione” fortissima, ma nascosta! Una “carboneria” di pensatori artisti ed operatori che opera nel sottobosco! Benvenuta, a volte, la “spazzatura”, per godere a pieni polmoni dei “fiori”! “Dai diamanti non nasce niente…” (Faber docet). La discografia Italiana somiglia alla vita italiana… si accoda sempre a chi sembri “emergere”, in politica come in Europa, nelle mode come nella musica. Basterebbe che il “nazionalismo Italiano”, quello buono, si svegliasse….in tutti i sensi! Siamo un popolo “antico”, colto, ricco di Bellezza e Arte. Qui serve “un viaggio all’incontrario”, per riappropriarci delle nostre magnifiche Storie, del Rinascimento, della varietà di questo nostro stivale dominato nei secoli, da nord e sud, da greci e turchi, arabi e normanni, etc… Il “viaggio all’incontrario” che auspico sta tutto qui: basterebbe non volersi omologare al sistema, di major discografiche e politiche, e riaccender l’”Uomo Italicus” che è in noi, nelle nostre tradizioni, culinarie e identitarie, culturali e musicali. L’Italia potrebbe rappresentare un faro, se solo strappasse il velo del conformismo, spesso sinonimo di appiattimento e azzeramento di Bellezza e Poesia. Qui ci vuole una concreta “chiamata alle Arti”….ma la vedo dura, senza l’intervento di chi gestisce il “potere”. Se Maometto non va alla montagna…spero che tutti gli indipendenti restino davvero tali, si fortifichino, e non si facciano inficiare dai modus operandi applicati dalle major….

E a proposito di idee geniali, tu sei l'artefice di "Aida Banda Flores" che ha coniugato la musica d’autore con le sonorità bandistiche. Ci racconti di questa esperienza?

Idee geniali? Troppo carina tu! Non c’è nulla di geniale negli accadimenti umani, in musica! Penso che la banda, anche la più scalcinata, in molti paesi degli entroterra Italiani, e nello specifico Siciliani, sia un Bene Culturale vivo! In molti paesini, infatti, i giovani emigrano verso le città, e quei pochi che vi restano “muoiono” di torpore, di assenza di luoghi di aggregazione, delle Istituzioni, di centri, cinema, teatri. Molti giovani paesani conoscono prestissimo quintali di droghe, lo “sballo” che produce molti stragi sulle strade… insomma, i ragazzi “paesani” non hanno nulla e sognano di evadere, in qualsiasi modo credano possa renderli “migliori”, moderni, “emancipati”. L’esistenza delle Bande è davvero un Bene Culturale da aiutare a sopravvivere! Impugnare uno strumento, da bambini, fa sempre bene! Ho così pensato, nel 2002, di coniugare la mia musica alle sonorità bandistiche Siciliane. Ho registrato molti di quei concerti, ove, al solito mio, proponevo canzoni mai pubblicate su disco. Ne venne fuori il cd-live “Aida Banda Flores”, grazie al quale ricevetti molti riconoscimenti: il Premio Mia Martini " Donna Live” alla carriera; il Premio Fabrizio De Andrè; il Premio Lunezia al valore musical-letterario della canzone d’autore Italiana; il Premio Internazionale Suoni dal Salento, come artista “Fuori dal coro” e per quei live con le bande; etc… Ogni tanto accade che un’idea, come quella di far suonare la bande Siciliane, che di norma vanno dietro al Santo o al morto, insieme ad una band “pop”, vada oltre i propri progetti… E non mi resta che ringraziare chi mi stiede vicino, in quei tantissimi concerti: da Leonardo Bruno (oggi il mio produttore artistico, da sempre sostenitore dei suoni del territorio Madonita) che registrò magistralmente, in quasi tutti i concerti dell’”Aida Banda Flores” gli oltre 20 musicisti presenti ai concerti, tra banda e band (nella band avevo anche un quartetto d’archi), a Ruggiero Mascellino che ne curò gli arrangiamenti, dal complesso bandistico “Giuseppe Verdi” di Mezzojuso, diretto dal M° Salvatore Di Grigoli, a quanti, in seguito, amarono quel disco live di canzoni inedite! Tra questi, anche Claudio Baglioni, che dopo l’ascolto del cd-live, mi volle sua ospite ad O’ Scià, nel settembre 2009, l’evento che organizzava ogni anno per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tante stragi di clandestini nel nostro mare magnum.

Citavi i vari riconoscimenti che hai avuto: nel 2008 il Premio Speciale Mia Martini “Donna Live”. Qual è il tuo ricordo di Mia Martini e visto la grave perdita che la musica ha avuto in questo mese non posso non chiederti anche un ricordo di Mango.

Ho sempre pensato e scritto che gli artisti veri non muoiono mai! Il Premio Speciale Mia Martini “Donna Live” 2008 mi fece sgorgare qualche lacrimuccia: conobbi Mimì di sfuggita. Quando alla II edizione del “Concerto d’Autore al femminile”, al teatro Romano di Verona, organizzato dal Club Tenco, nel 1989, c’incontrammo. Le raccontai una storia che la riguardava da vicino, e che in pochissimi conoscono, a proposito d’una canzone che avevo scritto… e che lei cantava… Non scorderò mai il suo sguardo, i suoi occhi... Che cose orribili fa il sistema musicale! Povera Mimì! Mango mi fa tornare indietro con i ricordi: neopatentata andavo a suonare a Vibo Valentia, con la mia Golf azzurra sui ponti autostradali, al tramonto, intorno a Lagonegro. Una sua musicassetta era il mio sottofondo musicale. “Lei verrà” una delle pochissime e rarissime cover che proponevo ai miei concerti. Suonavo il basso elettrico e cantavo! ;-) Mi mancano tutt’e due! Due Voci diverse e speciali, due animi eletti, due artisti!

Ma arriviamo anche al presente, al singolo Tacco e Stacco e al prossimo progetto discografico. Rispetto al singolo il tuo augurio di equilibrar sempre bene il piede tra acceleratore e freno nei percorsi della vita, arriva dopo errori di bilanciamento?

Arriva mentre vado, “nell’andare” continuo che auguro a me stessa, ai miei figli, a chi mi ascolta! Avrei voluto intitolare l’intero album con una frase tratta dalla prima canzone che lo apre, “A cuore nudo”, un mio personale manifesto sul ruolo dell’artista. “C’è un’assenza in giro di Bellezza, qui ci vuole un viaggio all’incontrario”, un titolo troppo lungo, quasi Lina Werthmulleriano. L’ho abbreviato in “Bellandare”. Per un vero Bellandare che “spalanchi gli occhi al blu”, alla pace, alla bellezza e al senso poetico della Vita, ognuno, a suo modo, non può stare seduto nel suo dolce far nulla, nella sua “torre eburnea” e dorata, non può sparare sentenze (come son soliti fare, oggi, tutti gli opinionisti delle televisioni, tanto sui crimini della cronaca nera che nei fatti di musica)… e nemmeno affrontare tutto con urla, volgarità, e atteggiamenti da battaglia urbana… Freno e acceleratore… e i percorsi saranno dolci.

E cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo album? Ci puoi anticipare qualcosa?

L’ho realizzato in oltre un anno e mezzo di studio di registrazione, senza guardare l’orologio. L’hanno arrangiato Leonardo Bruno e Alessandro Valenza. Leonardo diceva di voler trattare le mie canzoni come delle statue cui bisognava soltanto “togliere il velo”! Avrei voluto intitolarlo, come già detto, con un titolo chilometrico, poi abbreviato in “Bellandare”. Decisi questo titolo breve in una pausa “fumifera” a Roma, al Reference Mastering, ove Fabrizio De Carolis curò la post-produzione. Non potrò mai scordarlo: si dimetteva Papa Ratzinger. Tornai ad aggiustare una traccia, per un suono, ed era il 13 marzo 2014: nasceva il nuovo Papa Francesco. Un disco involontariamente benedetto tra due “Papa” ;-) Vi han partecipato tutti gli amici e musicisti che io e Leonardo ritenevamo opportuni: quasi tutti Siciliani. Non mi aspettavo l’enorme contributo dei violoncelli di Giovanni Sollima. Avrebbe voluto donarmi un suo solo dentro ad una canzone: ha suonato, invece e inaspettatamente, tutti i violoncelli presenti tra le canzoni, con l’aggiunta di due assoli strepitosi, in due canzoni speciali: dentro al prossimo singolo, che pubblicherò insieme al nuovo videoclip il 6 febbraio 2015, una canzone dichiaratamente contro i talent e le televisioni, e dentro alla mia canzone preferita, che al momento non posso svelarvi ;-) Impressionate e magico Mimmo Locasciulli: venne in studio per duettare dentro ad una canzone che avevo pensato per noi due. Ha duettato, ha suonato il pianoforte a coda dentro altre due canzoni, ha fatto il “coro”, e ha anche interpretato la voce di un “mare nero”... dentro ad un’altra canzone. Fosse stato per lui, avrebbe fatto anche altro…ed io ne avrei goduto!

In chiusura una domanda semi-seria: qual è la tua nota musicale preferita e perché?

Ho scritto molte canzoni in Re+ (per me l’artista è un RE!)che, crescendo (con l’età e le sigarette) son diventate in Do! Moltissime in La – (le prime: s’inizia a scrivere, da giovani, soprattutto quando si è tristi!) Amo il SI… che si sente e vorrebbe diventare “quasi un Do”. Gioco molto con queste tre note, dentro ad una delle mie canzoni preferite contenuta in “Bellandare”: DO, LA, SI… giocando anche con le note e con i significati “Dammi DO; resta LA; dimmi SI".

 

http://it.amolamusica.com/interviste/aida-satta-flores-intervista/

 

Bellandare, un’anteprima del nuovo disco di Aida Satta Flores in uscita a Settembre

di Luca Melillo - 30 maggio 2014

Aida Satta Flores torna con un lavoro dal sapore un po’ retrò, ma molto ben arrangiato e con dei testi apparentemente leggeri, quasi favolistici ed a tratti felliniani. Chi sono i personaggi che abitano Bellandare? È la donna la protagonista di Bellandare. La fragilità, la profondità, la capacità di donarsi stridono contro le violenze di cui le donen sono vittime, non solo per opera di criminali pronti anche a sacrificare la vita, ma anche nei confronti delle mode, che spesso disegnano colpevolmente ideali fasulli e vacui. Ancora uomini e dèi, amore, odio. Aida vuole cantarci un’umanità spesso dimenticata, quella che si offre “A cuore nudo”: “un artista è un viaggio a vuoto / verso l’isola dei pazzi / è un gabbiano che ha sbandato / sopra i tetti dei palazzi…”. Un’umanità malinconica e forse un po’ circense, pronta a meravigliarsi della natura delle cose e degli accadimenti che ci passano accanto senza fare rumore. Talvolta un lirismo struggente, come in “La solitudine magnifica”, inquadra la necessità di parlare e parlarsi, soprattutto a dispetto di stili di vita tormentati e famelici (in questo caso si tratta del rapporto madre – figlio).

Frizzante costruzione ritmica. Vecchi valzer, tango, contrattempi, ed il grande apporto di Giovanni Sollima che con il suo violoncello aggiunge un po’ di magia ad un disco davvero godibile, che strizza l’occhio alle tradizioni popolari del Sud del mondo, dall’Italia al Sudamerica. In Bellandare esiste una complessiva armonia tematica che fa apprezzare anche le frasi più acute e brillanti. In “Tacco e stacco” ad esempio, primo singolo uscito il 6 maggio in attesa di settembre, il gioco dei contrappesi è un tutt’uno in testo e musica. La tensione armonica si avverte e libera facilmente.

Il tempo di cantare. Una preziosa ballata a portata di jazz chiude idelamente il disco. In essa la lentezza paradigmatica di una vita abbraccia la voglia di vicinanza, di empatia. Una sottile linea senza proclami verso la sensibilità umana, e la sua mancanza. Interessanti riflessioni propone invece la ghost track ad essa abbinata, sulla vita “da social”, includendo una metafora sul viaggio: sia per tutti un Bellandare!

http://www.cevitasumarte.it/bellandare-unanteprima-del-nuovo-disco-di-aida-satta-flores-in-uscita-a-settembre/

 

 

Ho sempre avuto una convinzione, da quando ho iniziato a scrivere canzoni e suonare la chitarra (che non suono più da anni...ma la riprenderò! mi manca!): bastano 2 orecchie, solo 2 orecchie collegate al cuore alle vene ai ricordi alle nostre storie personali, anche quando scordiamo dettagli e facce di queste nostre storie...bastano solo 2 piccole orecchie che conducano una mia qualsiasi canzone direttamente al "Sentire" prezioso e speciale di una sola persona....ed io sono felice! Scrivevo e canto in "Oh mà" (che è stata dentro al cassetto per almeno 30 anni...e che ha visto la luce adesso, in questi giorni, con qualche aggiunzione attuale del caso...) che il mio cuore "non è schiavo delle scuderie" (oggi cambiato in "non frequenta Mara & Maria....si, con la "e" commerciale!) e che "non mi diverto a fare i numeri".... Amici miei: più passa il tempo, e sempre di più sono convinta che non mi diverta "fare i numeri", anche se il fine d'una pubblicazione è quello di arrivare alla gente! Come ho scritto in "A cuore nudo", a proposito degli "artisti": "sono nocciolina in mano a mille scimmie"....Ecco, non sono e non voglio essere quella "nocciolina"; non lo volli mai e mai lo vorrò! E forse il tempo, questo maledetto e benedetto concetto del "TEMPO" (altro mio perenne filo conduttore) alla fine mi da qualche gioia, qualche goduria personale, proprio a me che non "amo fare i numeri" e mi fa incontrare per caso, senza cercarle, delle Persone speciali, attente, accurate, libere, persone che si cercano "il pane per i propri denti", e non quel che "passa il convento".

 Oggi sono felice, ad esempio, dell' "incontro", sulle vie della rete, di Sandra, e del suo magnifico Blog, creato per l'amico Mimmo Locasciulli...Bellissimo il titolo di questo blog monotematico...e, nella "corrispondenza d'amorosi sensi" mi sento anch'io, a mio modo, "Folgorata da una Piccola Luce" La Luce della scoperta che a km di distanza, e senza conoscerci di faccia, qualcuno si sia emozionato anche con la più piccola delle mie canzoni! Emoticon wink http://folgoratadaunapiccolaluce6.blogspot.it/

 

 

IL VIDEO

 

 

 

Lunedì 19 maggio, aula magna della Facoltà di Lettere, Università di Palermo, ore 16,30....tocca a me discutere confrontarmi e "andare" incontro al tema "Scrivere per cantare", cercando di individuare, semmai ci fosse, quella "lucina" che si accende nell'atto creativo....fermamente convinta che una cosa sia "Scrivere per cantare" e un'altra cosa "Scrivere per far cantare"....Convinta che non servano "scuole per autori", ma che la "Scuola della Vita" sia a portata di mano...e spesso ce la facciamo sfuggire....E oggi torno a "Cantare per scrivere"....si, perchè io canto come scrivessi "lettere"...e quando hai un'urgenza, non la puoi frenare.
Ci vediamo il 19 maggio, alle ore 16,30. Da un'idea del prof. Sergio Bonanzinga.
Al mio fianco, alla chitarra, Francesco Maria Martorana.
Proietteremo anche qualche video-ricordo e il nuovo videoclip di "Tacco e Stacco", il primo singolo del mio nuovo concept-album "Bellandare", impreziosito dall'estro e dalla passione del violoncello di Giovanni Sollima, che ha donato sprazzi e spruzzi meravigliosi lungo tuttu le tracce dell'album

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Sarà disponibile da martedì 6 maggio “Tacco e Stacco”, il nuovo singolo della cantautrice siciliana Aida Satta Flores. Il brano anticipa l'uscita dell'album, "Bellandare", fissata per il prossimo giugno. Tacco e Stacco, il singolo che farà da traino radiofonico all’intero lavoro discografico, è un pezzo in cui l'Artista paragona il percorso terreno dell’Amore ad un itinerario stradale, quasi un circuito automobilistico, non sempre rettilineo. Colei o colui che ama, in fondo, fiuta quel che gira intorno, intuisce ciò che sta per avvenire, come fa un guidatore attento su percorsi accidentati. Gli innamorati, come un autista nel traffico, come un artista puro che insegue estro e talento in mezzo al caos, devono saper equilibrare bene il piede, tra acceleratore e freno, per un felice cammino di coppia che, nel rispetto dell’identità di ognuno, resti “immutato” e fedele nel tempo. Il singolo, come l’intero l’album, vede la partecipazione straordinaria di un appassionato e strepitoso Giovanni Sollima, violoncellista siciliano di fama internazionale. La “teatralità” di Aida, in questa prima canzone che anticipa l’uscita di “BELLANDARE”, viene esaltata dal sapiente arrangiamento di Leonardo Bruno, che gira intorno al testo con maestria e misura, fino ad esplodere in un finale di grande coinvolgimento “fisico” in cui è impossibile restare fermi. Il videoclip ufficiale di “TACCO E STACCO” porta la firma di Joshua Wahlen e Alessandro Seidita (Uroboro Project). "Tacco e Stacco" è prodotto da Aida Satta Flores e Leonardo Bruno, su etichetta "Arte Senza Fine" e "Alta Quota Musica", e distribuito "Artist First".

 

 

 

PREMIO SPECIALE MIA MARTINI CON MENZIONE SPECIALE "DONNA LIVE (D'AUTORE)" PER AIDA SATTA FLORES
Aida Satta Flores, reduce dall’aver ricevuto il prestigioso Premio Lunezia Live 2008, il 26 luglio, ad Aulla (MS), al valore musical-letterario delle canzoni che scrive e canta, a Banara Calabra, nella serata del Premio Mia Martini di giovedì 9 ottobre, oltre a cantare alcune canzoni contenute nell’ultimo suo lavoro discografico “Aida Banda Flores”, farà un tributo a Mimì interpretando “La costruzione di un amore” di Fossati.

Nell'occasione riceverà il PREMIO SPECIALE MIA MARTINI CON MENZIONE SPECIALE "DONNA LIVE (D'AUTORE)"
Il PREMIO MIA MARTINI viene istituito nell'anno 1995 a Bagnara Calabra, città natia della grande interprete della canzone italiana, per volontà del regista Nino Romeo, a ricordo dell'amica scomparsa.

Tredici anni di grandi successi e di soddisfazioni per una manifestazione entrata a far parte degli appuntamenti artistici, culturali e musicali più importanti d'Europa.

Le Sezioni del Premio Mia Martini sono:
- "PREMIO MIA MARTINI ALLA CARRIERA": viene assegnato a un personaggio che ha fatto la storia della canzone.
- "PREMIO SPECIALE MIA MARTINI": viene assegnato a un personaggio della musica leggera Italiana.
- "PREMIO MIA MARTINI GIOVANI": viene assegnato a un giovane artista che emerge nel corso dell'anno.
- "PREMIO MIA MARTINI NUOVE PROPOSTE PER L'EUROPA": viene assegnato da una giuria qualificata a un artista che si mette in luce durante il percorso artistico del premio.

 

 

Aida ha ricevuto il Premio Lunezia Live 2008 per l'ultimo CD + DVD "Aida Banda Flores"

 

 

Per ascoltare il disco, che sarà distribuito nei negozi dal 25 agosto, vai sul sito www.aidasattaflores.it ove ci sono tutti gli indirizzi online dei negozi virtuali. Sarà possibile scaricare tutto l'album a euro 9,90, o acquistare il cofanetto CD+DVD direttamente da Latlantide, richiedendolo a info@latlantide.it

 

Redazione Musical-Letteraria Lunezia 2008.

Analisi musical-letteraria dell’album "Aida Banda Flores" di Aida Satta Flores

 

Se il valore musical-letterario investe la particolarità creativa delle canzoni, la loro essenza, il loro artigianato o la loro serialità, di certo il Premio Lunezia non può non tener presente che una canzone diventa quella stupenda meraviglia che gira tra la gente, si tramanda attraverso le generazioni, scruta con aria sorniona o con fare empatico grazie anche all’interpretazione, alla performance, al rito sociale dell’esecuzione.

Per questo, tenendo conto della validissima fattura artistica dell’opera e del mondo di far arrivare le emozioni, la nostra Redazione musical-letteraria assegna ad Aida Satta Flores il “Premio Lunezia Live” per l’album Aida Banda Flores.

La canzone che più rappresenta il disco sembra essere Canzone semplice, in cui viene precisamente fuori tutta l’importanza della scrittura creativa e della sua esecuzione: l’ipotetica semplicità cantata nel testo incontra, in un chiasmo perfettamente riuscito, un gioco di modulazioni e un intreccio di strumenti, in cui gli ultimi versi «Canzone duttile/ tu mi trasformi in un giocattolo,/ alzo il volume della vita/ perché la vita è un’altra cosa/ e una canzone non lo sa» demandano al significante verbale dei compiti musicali e creano un porto sicuro, una semplicità appunto, con il ritorno alla tonica, dando al significante musicale i compiti denotativi che di solito spettano alle parole. Dietro c’è un gioco di preterizioni, un intrecciarsi di strumenti, una dimostrazione di grande padronanza del mezzo artistico unita all’importanza dell’esecuzione: quei versi vanno cantati, non li si può leggere solamente, non si può ascoltare la sola musica e sperare nello stesso tipo di emozione; è l’arte musical-letteraria nella sua forma più sublime.

Nell’album troviamo anche canzoni come Il ballo della vita, tempi scanditi e ritmi decisi per una canzone che non lascia scampo a equivoci, che presenta la crudezza della vita nel suo aspetto più estremo. Ritmi popolari si intrecciano a ninnananne, Ninna nanna d’amore appunto, in cui l’autrice con una voce sottile disegna la forza diafana di una vita in filigrana.

Analisi Musical-Letteraria di Paolo Talanca

 

 

 

 

 

Catania - Teatro Ambasciatori - 17 dicembre 2007

Aida Satta flores nasce a Palermo il 21/09/1960. Cugina dell'indimenticato attore Stefano Satta Flores, inizia a cantare e suonare la chitarra in svariati gruppi.

1981 : Vince il concorso "Teen-agers canto e teatro", che la induce a perfezionarsi. 1985 : La prima occasione importante le arriva nel 1985 al Festival di Castrocaro che vince cantando il brano "Alkaid". Di diritto viene ammessa al Festival di Sanremo 1986. 1986 : Presenta al Festival di Sanremo un interessante brano da lei composto con Roberto Colombo ed Elio Aldrighetti dal titolo "Croce del sud". Attira l'attenzione della critica che inizia ad interessarsi alle sue attivita'. Si apre un'intensa attivita' live. 1989 : Torna in gara al Festival di Sanremo con il brano "Certi uomini" prodotto da Pino Longobardi e Gino Paoli. In questo brano da lei composto Aida da' tutta se' stessa cantandolo con eleganza ed accompagnandosi con la chitarra tanto che le viene assegnato il "premio della critica". Il periodo post- festivaliero, la vede impegnata in tour teatrale con Gino Paoli. Nello stesso anno partecipa alla seconda edizione del concerto d'autore al femminile organizzato dal premio Tenco insieme ad artiste del calibro di Ornella Vanoni, Mia Martini, Rossana Casale, Paola Turci e Mariella Nava. Inoltre, vince il premio Rino Gaetano come miglior autrice di testi e musiche. 1990 : Partecipa alla maratona di beneficenza "Telethon". 1992 : Partecipa ancora una volta al Festival di Sanremo con il brano "Io scappo via", ma le giurie bocciano la sua canzone. 1993 : Viene pubblicato il suo primo cd "Il profumo dei limoni" prodotto dai Nomadi. In questo album Aida duetta con Augusto Daolio dei Nomadi nel brano "Un bersaglio al centro" che diviene anche sigla televisiva del programma "Bella d'estate" trasmesso da Rai 1. Nell'estate dello stesso anno Aida fa la spalla nel tour dei Nomadi. Dal 1994 al 1999, la Satta Flores si concede una pausa discografica, nonostante continui a proporre i suoi concerti in Italia ed all'estero.2000 : Recita e canta in "Annata ricca", una commedia musicale tratta da un lavoro di Nino Martoglio con la compagnia del teatro Biondo Stabile di Palermo accanto a Tuccio Musumeci e Giustino Durano. 2001 :

E' presente nel programma "Tutti in piazza a capodanno" in diretta su Rai 1 da Palermo con Lucio Dalla, Max Gazze' ed Alexia. Inoltre propone il suo spettacolo "Sogno l'Africa ma mi esprimo in italiano", un recital di canzoni d'autore da lei stessa scritte, contaminate musicalmente dalle atmosfere africane. 2003 : Esce il suo cd "Voglio portarti musica", un interessante lavoro co-prodotto da Francesco Panacci. 2004 : Aida propone il suo spettacolo "Sogno l'Africa ma mi esprimo in italiano" coadiuvata da Eugenio Bennato. Inoltre, porta la sua musica anche in diversi istituti penitenziari, partendo proprio dall'ucciardone. Verso la fine dell'anno Aida e' autrice del brano "La voce dell'amore" dei Nomadi contenuta nell'album "Corpo estraneo". 2005 : L'assessorato Beni culturali della Regione Sicilia crede fortemente nel progetto coniugare la musica di Aida con le sonorità bandistiche e promuove il tour "Aida Banda Flores" che riscuote un grande successo di pubblico e critica 2006 : Esce l'album "Aida Banda Flores".La copertina dell'album è disegnata da Sergio Staino".Partecipa alla rassegna "o'scia" organizzato da Claudio baglioni a Lampedusa,dove l'artista ha modo di duettare con il cantautore in un medley che emoziona il pubblico presente.

 

 

 

 

Arte senza fine, davvero. 

 

Di Aida avevo già scritto in un'altra pagina di questo portale, ma mi sento di ribadirlo qui, in quest'altra che le ho dedicato e che è soltanto sua.

"Cercando De Gregori in rete, ho scovato una sua versione de L'abbigliamento del fuochista davvero originale, suonata con la banda nel suo CD "Aida Banda Flores". Si sa, l'appetito vien mangiando e, curioso di sapere cosa cantava questa mia conterranea oltre alle cover, ho scoperto il suo mondo. Quando vince Castrocaro nell'85, molti quotidiani nazionali le intitolavano gli articoli come "De Gregori in gonnella", al punto che qualche giornale sprovvisto delle sue foto metteva quella di Francesco! Potevo ignorarla?

Ho ascoltato il suo CD Voglio portarti musica e mi è capitata una cosa che da tempo non accadeva: l'ho ascoltato in auto frequentemente, (unico luogo in cui oggi si riesce davvero ad assaporare la musica , visto il poco tempo che ci è rimasto  e considerato che siamo costretti a viverci dentro per almeno un'ora al giorno) lasciandolo nel lettore come "disco fisso".  Ascoltandola ho capito che non è vero, come ha detto qualcuno, che i giri armonici si sono esauriti, che non c'è più niente da raschiare in fondo al barile. Qualcosa in fondo al barile c'era ancora, e l'ho raccolta. A volte tenera e pacata fino a farci tuffare in soavi fiabe musicali, all'occasione sa uscire fuori gli artigli per arrivare a ritmi e sonorità tipicamente mediterranee, quasi nordafricane. Gli arpeggi della sua chitarra danzano da una canzone all'altra rendendo i brani ovattati di suoni, arrangiamenti e melodie che oggi, forse, è difficile trovare.".

M.R.

 

Aida Satta Flores "Aida Banda Flores"
di Ugo Ficini

Che Aida Satta Flores sia una delle migliori cantautrici è storia nota, ma per chi ancora non avesse avuto l'opportunità di avvicinarsi alla sua musica, suggerisco l'acquisto del suo ultimo lavoro "Aida Banda Flores" un album dove la musica incontra la poesia, mixata con equilibrio ai suoni tipici delle bande. In queste canzoni emerge tutto l'essere donna che c'è in Aida e tutta la Sua sicilianità, tutti i sapori e gli odori della sua terra!

La trasparenza delle acque del mar di Sicilia, ed il sole giallo oro che ti riscalda con naturalezza, sono presenti in "Canzone semplice" un orecchiabile brano ispirato ai tempi in cui l'artista era bambina, e sin da allora venne rapita dal mondo della musica. "Il Ballo della vita" è una canzone di denuncia contro tutte le guerre, pungente e spinosa come i fichi d'india tipici della sua terra, che cerca di evidenziare il buono che c'è anche in coloro che commettono questi crimini e che "il ballo della vita" nonostante questo "Non si esaurisce, non si scandalizza, non si definisce mai". Abbiamo poi la sensazione di essere sfiorati dall'olio di bergamotto nella sua delicata "Goccia", mentre la già nota e bella "Io scappo via" che l'artista aveva porposto al Festival di Sanremo nel 1992, qui viene reinterpretata con un nuovo arrangiamento che la rende "bella e buona" come la frutta martorana. In "Sesso in frac" si legge la passionalità, l'intensità del succo di  arancia rossa e nella struggente "Ninna nanna d'amore" c'è tutto il dolce e l'amaro delle mandorle. "La canzone che non sai" è invece una dolcissima dedica da parte di una madre ad un figlio per insegnargli che "la canzone che non sai, è la vita che scriverai" e nessuno potrà mai insegnarti a scrivere questa canzone se non vivrai intensamente tutta la tua vita. Questo brano è anche un grido di speranza alla vita e dato che generalmente il colore verde si associa alla speranza, vorrei associare questo brano al colore ed al sapore dei pistacchi siciliani.

Chiudono l'ottimo album alcuni omaggi che Aida vuole fare alla canzone d'autore reinterpretando "Sulla rotta di Cristoforo Colombo" di Lucio Dalla ed Edoardo De Angelis, "L'abbigliamento di un fuochista" di Francesco De Gregori e la celebre "Don Raffaè" di Fabrizio De Andrè, dimostrando ancora una volta la sua duttilità vocale e regalandoci quelle che sono "le sue emozioni".

L'album è arrangiato da Ruggiero Mascellino per il novanta per cento, con la partecipazione del complesso bandistico "Giuseppe Verdi" diretto dal maestro Salvatore Di Grigoli ad eccezione delle canzoni "Il ballo della vita" arrangiata dallo stesso maestro Di grigoli e "Ninna nanna d'amore" arrangiata da Leonardo Bruno.

Completano il tutto un libretto ricco di foto, di appunti che rivelano la vera essenza e poesia di Aida Satta Flores e la grande poesia di Alda Merini. E la Sua voce e la Sua musica diventano sempre di più la "mia cocaina"!

E già vorrei ascoltarLa in qualcosa di nuovo...

 

 

 

Aida Satta Flores è un nuovo fenomeno musicale in forte ascesa, un’artista che con il suo nuovo disco, in uscita il prossimo 25 agosto e intitolato ‘Aida Banda Flores’, è riuscita a coniugare in maniera assai feconda tradizione e innovazione, sonorità popolari e bandistiche con atmosfere da vero concerto ‘pop’. Un incrocio a prima vista stranissimo, che tuttavia sta mietendo consensi soprattutto tra le generazioni più giovani, impegnate a rifuggire con tutte le proprie forze da ciò che si lega automaticamente al mondo delle discoteche: sonorità irrealistiche, divertimento ‘forzato’ ed assai poco genuino, volgarità gratuite, pericolosissime stimolazioni artificiali tramite droghe eccitanti. Andiamo dunque a conoscere meglio questa nostra nuova amica.

Aida Satta Flores, è in uscita il tuo nuovo lavoro artistico che, da più parti, viene annunciato come la novità musicale italiana dell’anno: di cosa si tratta? Ce ne vuoi parlare?

“Novità musicale italiana dell’anno mi sembra esagerato. Comunque, a dire il vero, una grossa novità c’è, in questo disco o, per lo meno, una ‘novità’ su tutte: si tratta di un disco ‘live’ costituito da brani inediti, registrati durante concerti in cui ho cercato di coniugare la mia musica d’autore con le sonorità bandistiche. Di solito, i dischi dal vivo non sono altro che registrazioni, più o meno fedeli, di concerti in cui i nostri cantautori ripropongono le loro canzoni e i loro successi con nuovi vestiti musicali ed in cui, ogni tanto, viene inserita una canzone inedita. Nel mio caso, invece, si tratta di un ‘live’ di canzoni tutte inedite, eccetto tre cover. Ho infatti voluto presentare al pubblico dei miei concerti canzoni completamente nuove, restituendo agli ascoltatori l’energia e l’immediatezza dei brani non registrati in studio. In tempi come questi, in cui conta più l’apparire che l’essere, mi è sembrato un modo per riappropriarsi della libertà della canzone d’autore che, per sua natura, deve essere ‘im-mediata’, ovvero non mediata da venditori o commercianti di ‘saponette’. Insomma, si tratta di un disco artigianale: è come entrare in una bottega in cui sei capitata per caso, ma nella quale ti trovi bene (almeno spero…), anche senza consigli per gli acquisti…”.

Mi spieghi il gioco di parole che hai utilizzato per il titolo?

Aida Banda Flores è il titolo dei concerti e del cofanetto CD + DVD edito dalla EMI su etichetta Latlantide. Venne pubblicato per la prima volta da me stessa solamente per la Sicilia, per venderlo ai concerti o regalarlo agli amici. Di mano in mano arrivò all’orecchio di Claudio Baglioni, il quale decise di invitarmi al suo ‘O’Scià’, unendo la mia voce a quella di tanti altri artisti al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul dramma dei clandestini di Lampedusa. In seguito, mi capitò la gioia di vedermi arrivare un disegno dedicatomi da Sergio Staino e, alla fine, una giovane etichetta indipendente, Latlantide, decise di stamparlo e pubblicarlo, insieme al DVD, su molti ‘store’ virtuali. Infine, dal prossimo 25 agosto, il mio disco verrà finalmente distribuito nei negozi veri. Sono riuscita a mantenere un costo accessibile: 16 euro per il CD + il DVD con ampio libretto. E tale spesa varrà, senza costi aggiuntivi di spedizione, anche per chi intendesse ordinare il cofanetto a info@latlantide.it”.

 Quali sono i brani scelti per le tre cover che hai voluto inserire?

“Nel disco ci sono queste tre canzoni che amo definire delle ‘appropriazioni debite’, poiché si prestavano assai bene alle sonorità bandistiche. Si tratta di “Don Raffaè” di Fabrizio De Andrè, de “L’abbigliamento d’un fuochista” di Francesco De Gregori per sola fisarmonica e banda e di “Sulla rotta di Cristoforo Colombo”, di Lucio Dalla ed Edoardo De Angelis. Oltre alle bande itineranti, che venivano a trovarci per suonare con noi, c’è il brano ‘Il ballo della vita’, che involontariamente è diventato il filo conduttore dei nostri concerti, suonato da la Banda “G. Verdi” di Mezzojuso, diretta dal Maestro Salvatore Di Grigoli. I musicisti della mia band, tutti siciliani, sono gli stessi da anni. L’idea di coniugare la mia musica d’autore alle sonorità bandistiche nacque nel 2004, quando decisi di battermi contro una assai discutibile mentalità diffusa secondo la quale, se un’orchestra suona male, sembra una banda, mentre se una banda suona bene, sembra un’orchestra. Ritengo, peraltro, che la Banda sia un bene culturale da salvaguardare: soprattutto in molti paesi del sud d’Italia, l’esistenza della Banda svolge un compito salvifico verso molti ragazzi, poiché riesce a ‘strapparli’ dal torpore, dai videogiochi, dall’assenza di prospettive di lavoro e dalla droga. ‘Arruolandoli’ nei complessi bandistici e insegnando loro ad impugnare uno strumento per molte ore al giorno, si limitano di molto i rischi che i nostri ragazzi diventino dei ‘banditi’…”.

Questo tuo lavoro ha anche vinto un premio prestigioso, mi pare…

“Sì: aver ricevuto il prestigioso riconoscimento del ‘Premio Lunezia Live 2008’, nella serata finale ad Aulla (MS), condotta da Fabrizio Frizzi lo scorso 26 luglio, ha aggiunto al mio estro, mai domato, la voglia di non smettere mai”.

Come sei arrivata negli ambienti musicali italiani?

“Vinsi il festival di Castrocaro nel 1985 con ‘Alkaid’ e di lì arrivai subito a Sanremo, nel 1986, con il brano ‘Croce del Sud’: mi spettava di diritto, avendo vinto Castrocaro. Ricordo ancora le parole d’un caro amico cantautore, Edoardo De Angelis, che fu anche il primo produttore artistico di De Gregori e Venditti (Theorius Campus), quando apprese della mia vittoria a Castrocaro: “Se ora vai a Sanremo, inizierà la tua fine”. Col senno di poi, devo dire che in parte aveva ragione: certe vetrine possono servire, ma possono anche ‘uccidere’ un certo tipo di artista. Tornai a Sanremo nel 1989, prodotta da Pino Longobardi e Gino Paoli, con i merletti musicali e gli arrangiamenti di un sensibile Beppe Vessicchio. Cantai ‘Certi uomini’ che, però, nella mia originale e primaria versione, s’intitolava ‘Oggi tira vento’. Per i meccanismi televisivi dell’epoca, in particolar modo per quelli di Sanremo, sembrava più incisivo un altro titolo: una decisione cervellotica, che mi ha sempre lasciato perplessa. L’ultimo Sanremo, quello del 1992, fu profetico già dal titolo della canzone che proposi, prodotta dai Nomadi e da un uomo straordinario, artista a 360 gradi, come Augusto Daolio: ‘Io scappo via’. Per fortuna, i Nomadi pubblicarono l’album al quale avevamo lavorato, ‘Il profumo dei limoni’, che vendette moltissimo. In quell’album, infatti, c’era anche un indimenticabile duetto con Augusto, ‘Un bersaglio al centro’, una ballata che avevo scritto per il mio fidanzato e che a lui piaceva moltissimo. Fu anche sigla televisiva, per due anni, di un programma di Raiuno: ‘Bella estate’. Augusto, a dire il vero, quando veniva a trovarmi in studio voleva cantarle tutte, da ‘Marinai’ a ‘Qui la mafia non c’è’. Quest’ultima se la cantò tutto da solo e chissà che, prima o poi, gli amici Nomadi non decideranno di pubblicarla: per me sarebbe un onore”.

Quali influenze ti hanno guidato verso la tua maturazione artistica?

“A volte mi sorprendo a chiedermi cosa pensano di noi i bambini, i fiori, gli alberi, la natura, gli animali, le pietre, il mondo che ci circonda, il portaborse d’un politico che resta chiuso per ore in auto ad aspettarlo o i barboni, i camerieri e noi stessi, quando non siamo sotto i riflettori. Perché tutti, ormai, siamo sotto qualche riflettore, sotto un giudizio non libero, formato dalle mode del momento. Mi parli di maturazione artistica e non so se sia esatto pensare che oggi io l’abbia raggiunta. Forse, quando iniziai a scrivere dopo i primissimi tentativi di poesie e canzoncine, una ragazzina con chitarra e diario e penna sul lettino della mia cameretta arancione: ecco, forse la mia maturità artistica, se vogliamo chiamarla così, avvenne allora, quando nessuno se ne accorse, nemmeno io. Un giorno riprenderò tutte quelle canzoni mai pubblicate e vorrò dar loro un ‘balcone’, una ‘terrazza’, per prendere aria e andare tra la gente. Il nuovo progetto musicale in compagnia delle bande è nato nel 2004, realizzato nel 2005 e lo presento solo oggi all’Italia: pensi ch’io non vada al passo con i tempi? Non sono una ‘ginnasta’ e, del resto, torniamo al discorso della canzone d’autore e delle canzoni mediate e/o ‘im-mediate’. Non ho mai scritto per piacere a qualcuno, ancor meno lo farei oggi. Ecco, forse, al di là dei successi, la mia vera maturazione artistica è questa e, detto francamente, forse l’ho sempre avuta, poiché tutto ci influenza, nel bene e nel male. I miei punti di riferimento sono stati, negli anni, il modo di usare le parole e il mondo artistico di De Gregori, di Fossati, di Battiato, di Conte. Ma spesso mi innamoro e provo stupore e meraviglia anche di fronte a qualche testo di alcuni di quelli che Paolo Talanca chiama i ‘cantautori novissimi’, come Niccolò Fabi, Cristicchi e Jovanotti (a proposito: Talanca ha citato anche me nel capitolo dedicato alla “Novissima eletta schiera di cantautori…”). Tra gli stranieri, ho molto amato Peter Gabriel e Sting, ma ho trovato del bello in tanti altri artisti, anche se spesso molti non fanno altro che riscrivere sempre la stessa canzone: dopotutto, che male c’è? Capita anche a me: è già stato tutto inventato… Il compito dell’artista è ormai solo quello di annusare e trascrivere sensazioni ed emozioni, private o collettive, sentite come urgenze o necessità. Ecco: quando io scrivo, lo faccio per un’urgenza, una necessità. Forse, la vera maturità artistica è proprio questa…”.

Esiste la sindrome del prodotto di ‘nicchia’?

“Sì, certo che esiste. Ma non scorderò mai le parole di Augusto Daolio, che mi diceva di non vergognarmi mai di certe semplicità. A pensarci bene, cosa si intende per ‘nicchia’? A me spiace che, a volte, molti artisti, ma soprattutto certi addetti ai lavori, classifichino i loro prodotti come di ‘nicchia’, quasi autocelebrandosi. Così facendo non si aiuta l’arte a circolare e ci ritroviamo costretti ad immergerci in ambienti che vogliono esclusivamente venderci, in una musica e in un mondo fabbricati a tavolino, con una certa prevedibile serialità. Alcuni anni fa ho conosciuto Angela, una signora che faceva le pulizie. Era veramente simpatica e, quando venne a lavorare da me, mi accorsi che dimostrava amore solo un certo tipo di musica, quella, diciamo così, ‘neomelodica’. Ebbene, la signora Angela - e come lei la maggior parte della gente - non ha mai sentito i dischi dei nostri cantautori cosiddetti di ‘nicchia’, non ha orecchie e capacità di ascolto abituati a certe sonorità. Eppure oggi, la signora Angela ama anche le mie canzoni, in particolare quelle con la banda (soprattutto il disco premiato al Lunezia, ‘Aida Banda Flores’). E provo gioia allo stato puro ogni qualvolta la sento canticchiare “ogni giorno teste rotolanti, qui non si finisce più” (‘Il ballo della vita’) con naturalezza, come se stesse cantando: “Trallallero, trallallà”…”.

Tu come ti consideri, musicalmente: adatta a tutti oppure per palati sofisticati?

“E’ chiaro che si prova gran gioia quando qualcuno si riconosce in quel che si scrive o si canta. Del resto, ho sempre pensato che le canzoni non siano di chi le scrive, ma di chi le fa proprie. Una canzone è come un quadro o una qualsiasi opera d’arte: vive sul sentire degli altri, oltre che nella percezione e nel sentire dell’artista che compone, dipinge, canta o suona afferrando quel che circola nell’aria. Se non si trova un ‘balcone’ alle opere artistiche, esse diventano pura espressione per se stessi, perdendo di valore”.

La creatività comincia ad aver valore solo quando circola tra la gente?

“In un certo senso: il vero problema non è da ricercarsi nell’artista, né nella gente, ma in quanti detengono il potere di far circolare le idee. Quindi, per rispondere alla tua domanda, io penso di essere adatta a tutti, ma per il momento conosciuta o scoperta solo dai cosiddetti ‘palati sofisticati’, da chi mi viene a cercare o mi scopre per caso ai miei concerti. Questo è il vero problema: la promozione e la pubblicità è troppa per qualcuno, troppo poca o assente per tanti altri, che sono la maggioranza. E il discorso potrebbe allungarsi al mondo delle major discografiche e delle piccole etichette, che faticano a fare circolare le opere dell’ingegno musicale italiano nelle radio o nelle televisioni, le quali sempre meno si occupano di musica”.

Ho notato che piaci ai giovani, anche se ‘peschi’ in un target maggiormente ‘acculturato’: non sarai già diventata un’artista per ‘eletti’?

“Magari! Laddove per ‘eletti’ intendiamo la stessa cosa, ovviamente. Una delle gratificazioni più grandi, ad esempio, è quando noto, ai miei concerti, che le piazze o i teatri all’aperto (Valle dei Templi di Agrigento, davanti la cattedrale di Noto) si vanno riempiendo di giovani che, forse, nemmeno mi conoscevano (ti ricordo che ho partecipato all’ultimo festival di Sanremo nel 1992). E chissà che musica immaginavano che facessi! Insomma, è capitato più volte che, coi telefonini accesi, abbiano invitato altri loro amici a venirmi a sentire: ti giuro che non c’è nulla di più eccitante del sentirsi amati da dei giovani che ti stanno ‘scegliendo’ senza che nessuno li abbia ‘plasmati’, subdolamente educati o invogliati con bombardamenti pubblicitari”.

Cosa pensi della musica italiana di questi ultimi anni?

“Penso che ci siano nuovi fermenti: dopo una guerra e dopo un torpore dei sentimenti e della bellezza, accade sempre qualcosa. Penso al dopoguerra, a chi sconvolse la tradizione come Modugno. E poi a Battisti e ai nostri migliori cantautori degli anni ‘70 del secolo scorso, che poi vennero ‘usati’ da una fetta giovanile politicizzata che li rimproverò di essersi venduti al sistema. Quegli artisti esistono ancora e il sistema, nella maggior parte dei casi, non li ha affatto ‘divorati’. “Per brevità chiamato artista”: per stessa ammissione di De Gregori fu una frase che lo colpì molto, al suo primo contratto discografico. E viene fuori solo oggi: ci sarà un senso in tutto questo? Io credo di sì. Dopo certi ‘appiattimenti’ dei gusti, spalmati a uso e consumo di certa tv ‘spettacolistica’, in cui chiunque solamente apparendo in televisione diventa famoso, sento in giro nuovi sani fermenti, sia tra i conosciuti, sia tra gli sconosciuti. Gli ‘eletti’ stanno tornando a farsi sentire e i ‘nuovi eletti’ troveranno terreno fertile…”.

Non credi che, nel nostro panorama musicale, ci siano molte novità che, tuttavia, non sempre riescono ad emergere per la propria carica innovativa o identitaria?

“Anche questo è un discorso lungo, antico come l’uomo: ogni innovazione ha bisogno di tempi propizi. Il vero allarme, a mio avviso, non è tanto nel fatto che le innovazioni o le musiche di maggiore abbraccio con le proprie radici e identità fatichino ad emergere: il vero allarme sociale è la continua perdita, ogni giorno, ad ogni nuovo programma televisivo, ad ogni nuovo mito pubblicitario, della vera bellezza e della poesia più autentica. Ho anche scritto una canzone dedicata a tale ‘latitanza’ della bellezza e della poesia, un brano ancora inedito che gode, tra l’altro, della straordinaria partecipazione ‘a cuore nudo’ di un magnifico uomo e attore: Leo Gullotta. Credo, tuttavia, che le ‘vie strette’ siano da sempre scelte da chi fa musica innovativa e ‘identitaria’, mentre le autostrade son sempre quelle dritte, in cui non c’è bisogno di grande concentrazione per trovare la direzione: basta seguire le indicazioni. Indicazioni che, oggi, nel nostro panorama musicale non mancano, benché siano sbiadite, non molto bene illuminate, poco riconoscibili”.

Non pensi che, tra le tendenze degli ultimi anni, sia stata ricercata una semplicità talmente commerciale da appiattirsi sulla banalità?

“Si, lo credo fermamente. Ho sempre letteralmente odiato la rima, presente in moltissime canzoni, tra “mai” e “sai”. Ma un tempo, quando sentivo queste rime, sapevo immediatamente di stare nuotando nelle acque del ‘pop’. Oggi, invece, anche nella musica più commerciale si ha l’abitudine di scrivere per allegorie, per ‘poeticherie’: si cerca di ‘meravigliare’, mentre la vera meraviglia è un’altra cosa. La semplicità non sempre è sinonimo di banalità, così come il sembrare impegnati non sempre è sintomo di vero impegno, di vera profondità nella ricerca della bellezza”.

Non è forse giunto il momento di rilanciare generi musicali più colti, maggiormente ricercati, ad esempio riconsiderando, anche in termini di più largo consumo, artisti del calibro di Eugenio Bennato?

“Eugenio è mio amico da lungo tempo. Ha anche scritto una prefazione al mio nuovo disco, ‘Aida Banda Flores’, che mi piace ricordare: “La musica di Aida, la sua voce, la sua poesia, ci sollevano dal grigiore della discografia italiana di oggi perché sono inafferrabili come lei, che gravita incessantemente tra il cielo delle fate e quello delle streghe”. I generi musicali più ‘colti’ non necessitano di un rilancio specifico: pensa che Eugenio ha creato l’enorme movimento della Taranta, Taranta Power, in tutto il mondo. Il largo consumo arriva dopo la conoscenza. Ma la conoscenza da sola non basta se non si instilla, giorno per giorno, una nuova sensibilità, una nuova propensione a capire e a sentire la bellezza. Insomma, inizierei dall’educazione dei sentimenti già a scuola, ma su questo rischiamo di scrivere un libro e non di fare una semplice intervista…”.

Alcune domande un po’ politiche: secondo te, la buona musica è quella cosiddetta di sinistra, mentre quella ripetitiva e di massa è di destra?

“Ti rispondo con una frase di Gaber: “Che cos’è la destra? E cos’è la sinistra”? Anzi, sottoscrivo per intero quel testo di Gaber. Certo, l’avvento delle ‘veline’ e delle ragazze ‘pon – pon’, delle ‘supertettone’, delle ‘superlabbrone’ e della televisione commerciale penso abbia qualche colpa. Ma la vera intelligenza non è né di destra, né di sinistra: è innata in tutti o in quasi tutti. Ogni bimbo ha l’intelligenza delle cose (dal latino “intelligere”): in alcuni si affina, in altri muore già ai primi passi, ma sempre per colpa degli adulti, dei grandi, dei modelli, degli usi e costumi o del tempo che abbiamo a disposizione. Chissà perché, ma mi vengono in mente ‘La disciplina della terra’ e ‘C’è tempo’ di Ivano Fossati…”.

Non si potrebbe fare una musica intelligente ma anche adatta a tutti?

"Esiste già qualche caso e non voglio fare nomi. Anche nel ‘pop’ più ‘pop’ ci sono delle bellissime canzoni, che quantomeno aprono la mente e il cuore”.

L’Italia è tra i Paesi fondatori dell’Unione europea e, di recente, ha ratificato all’unanimità il Trattato di Lisbona: la nostra musica leggera, confrontata con quella degli altri Paesi dell’Ue, in particolar modo con l’Inghilterra, ha forse il problema di non riuscire ad emergere dal proprio provincialismo e, allo stesso tempo, di dover rilanciare le nostre più feconde tradizioni mediterranee?

“Se ci pensi, l’Italia è conosciuta nel mondo per il bel canto, per gli spaghetti col pomodoro e per la pizza: tutte queste cose originarie del sud. La pizza, il pomodoro e la canzone melodica napoletana sono forse la cose più conosciute in assoluto in tutto il globo. Ma come mai la Francia è famosa per la sua tradizione degli ‘chanconierre’, mentre noi, eccetto Paolo Conte e pochi altri, non sappiamo esportare la nostra musica d’autore? Ci sono nomi illustri di cantanti italiani famosissimi all’estero, ma gravitanti sempre nel ‘pop’. E potremmo parlare anche del rock’n roll: tutti pensano venga dall’America, ma la Taranta non è, in nuce, musica rock”?

Chiudiamo con alcune domande private: sei fidanzata?

“Fidanzata da 21 anni con due figli meravigliosi, messi al mondo con due papà diversi. Stanno tutti con me: Joshua, il mio figlio più grande, ormai è andato a vivere da solo e si è pure laureato al Dams con una tesi molto speciale, ideando una rassegna d’arte contemporanea multimediale. 110 e lode + menzione speciale: orgoglio di mamma siciliana”.

Cosa pensi della famiglia?

“La mia famiglia è sempre stata forte e unita. Ed oggi, voglio metter su famiglia con il pubblico, con tutto il pubblico che riuscirò ad amare, riamata”.

Come dev’essere il compagno di un’artista che gira sempre per il mondo in concerto? Cosa deve sopportare? La noia? L’attesa? L’interscambio di amorosi sensi via internet?

“Dev’essere più o meno come il mio amore: diverso e comprensivo, fedele e fiducioso, stabile per sempre”.

http://www.laici.it/viewarticolo.asp?Id=648

 

 

 

 

 

Ciao Luigi,
le cose qui non sono cambiate, anzi il mondo fuori dalle canzoni sta pure peggiorando!

Tu, però, hai smosso davvero tante coscienze, purtroppo solo nelle menti degli autori di canzoni o rari pensatori, che magari spesso non riescono o non vogliono gettarsi nella mischia mediatica che ci sta fagocitando tutti.

Ah sapessi che esibizionismi, che progressi, che telefonini senza fili, che immagini nelle case, nelle scuole, nel privato... l'era dell'apparire a tutti i costi ha preso il sopravvento, e non proprio in un tempo Lontano lontano dalla tua esistenza. Per sentire un po' di realtà, ormai, non ci resta che il telegiornale: ma che brutte notizie!

Personalmente non sono e non voglio allenarmi per stare al passo coi tempi, e se ci provo... mi viene il fiatone!

Dalla tua morte tanto si è detto e scritto su di te. Risuonano ancora attuali, e implacabili, le parole di Quasimodo: "Luigi Tenco ha voluto colpire a sangue il sonno mentale dell'italiano medio. La sua ribellione, che coincideva con una situazione personale di uomo arrivato alla resa dei conti con la carriera, ha però ancora una volta urtato contro il muro dell'ottusità. Chi non è in grado di domandare un minimo di intelligenza ad una canzone non può certo capire una morte".

Lo sai? Io che in Canzone Semplice ho scritto "io mi sconfortavo se non producevo, e negli occhi mi viaggiava un velo di noiezza" e ancora "alzo il volume della vita, perché la Vita è un'altra cosa e una canzone non lo sa"... anche ricordandomi di te... non voglio più sconfortarmi e, nel tentativo di capire la tua morte, continuerò per la mia strada, chiedendo sempre un minimo di intelligenza... almeno alla canzone. Ciao Luigi.

Aida

 

 

 

Nuovo disco (CD+DVD) "AIDA BANDA FLORES"

 (Premio Lunezia live 2008 al valore musical-letterario) 

e all'omonimo concerto di Aida Satta Flores - Benevento 9 Luglio 2008

 

Doppio appuntamento con la musica di Aida Satta Flores a Benevento per il 9 luglio 2008, nell'ambito della XIII edizione dell'evento "Quattro notti e più di luna piena 2008". Un ritorno in Campania in grande stile per la cantautrice siciliana che nella mattinata presenterà, presso il Teatro Comunale Vittorio Emanuele, il nuovo CD-DVD dal titolo "Aida Banda Flores", frutto dell'importantissimo progetto portato avanti da Aida Satta Flores di rivalutazione delle bande musicali, con la felice "contaminazione" della musica bandistica con quella leggera della Satta Flores; in serata si esibirà in concerto in Piazza Traiano, insieme al complesso bandistico "Giuseppe Verdi" di Mezzojuso diretto dal M°. Salvatore di Grigoli.

Alla conferenza stampa, inoltre, la Satta Flores annuncerà in anteprima la notizia relativa alla propria premiazione al prossimo Premio Lunezia, giorno 26 luglio, ad Aulla (Massa), ove riceverà il prestigioso Premio Lunezia live 2008 per il valore musical-letterario delle proprie canzoni e dell'album "Aida Banda Flores". Gli altri artisti premiati: Ornella Vanoni, Eugenio Bennato, PFM, Negramaro.

 

CONFERENZA-STAMPA: 9 luglio Benevento, foyer Teatro Comunale Vittorio Emanuele, Corso Garibaldi - ore 12. Presentazione del nuovo progetto musicale e discografico, cd-live + dvd "AIDA BANDA FLORES", pubblicato su etichetta Latlantide, edizioni Emi, distribuito on line dal 30 giugno su www.messaggeriedigitali.it, e in tutti i migliori negozi di musica da fine luglio.

CONCERTO: "AIDA BANDA FLORES" 9 luglio Benevento, piazza Traiano, ore 21. L'originale nuovo concerto "AIDA BANDA FLORES" di Aida Satta Flores, in compagnia della propria band e del complesso bandistico "Giuseppe Verdi" di Mezzojuso, diretto dal M° Salvatore Di Grigoli, è inserito nell'evento "Quattro notti e più di luna piena 2008", giunto alla sua XIII edizione, che si svolge a Benevento, dall'8 al 13 luglio. Nello stesso giorno del 9 luglio, a piazza Castello la II ediz. dell'Independent Music Day, con Povia e Baccini.
Ci sarà uno scambio di partecipazioni musicali: Aida suonerà anche sul palco dell'IMD prima del proprio concerto in piazza Traiano, a sostegno d'una legge sulla musica Italiana, mentre Povia e Baccini saranno ospitati nel concerto di Aida, in piazza Traiano.

 

 

DISCOGRAFIA

 

Aida è amica mia, ed io ne sono orgoglioso. 

Come per De Gregori, ormai non mi autodefinisco un suo fan ... ma un amico. Ci siamo incontrati un po' per caso, cercandoci e  trovandoci a vicenda, io attratto dalla sua musica  e lei dal mio sito.

II 17 dicembre del 2007 ci siamo potuti finalmente abbracciare al Teatro Ambasciatori a Catania. Un appuntamento che non potevo assolutamente disertare: sia per conoscerla di persona, sia per le sue belle canzoni (Voglio portarti musica, I ragazzi no, Io scappo via, Sesso in frac, e tante altre) che potevo finalmente ascoltare dal vivo con la mia cantautrice preferita che me le cantava su un palco pieno di luci, con la sua band e.... la sua banda.

Al momento delle cover (fra le quali "Don Raffè" e "Sulla rotta di Cristoforo Colombo"), Aida, da grande donna qual è, ha fatto una cosa meravigliosa. Annunciando "L'abbigliamento di un fuochista" e conoscendo la mia passione per De Gregori,  mi ha salutato pubblicamente in teatro dedicandomi anche la canzone. Avrei voluto alzarmi dalla poltrona per ringraziarla, ma il suo omaggio  mi ha talmente spiazzato da farmi rimanere impietrito. Un nobile gesto che non dimenticherò (Aida, lo faccio qui).

E poi un suo spettacolo non si può perdere. Aida è una belva da palcoscenico, un vulcano che erutta magma sulle note musicali, è l'unica esplosione che vorresti detonasse volentieri davanti agli occhi e alle orecchie, tanto è benevola! Quando finisci di ascoltare una sua canzone ti viene subito voglia di pigiare il tasto rewind per riassaporare di che pasta è fatto il Mediterraneo sotto forma di musica.

E poi Aida è una gran bella persona, esuberante, spontanea, una di cui ti puoi fidare e che non delude mai.

In privato com'è? Sembra che continui la sua esibizione musicale dimenticando di essere scesa dal palco; non si nasconde niente, è esattamente come le canzoni che  scrive: limpida e solare. E stavolta non lo dico perchè potrei essere di parte ma perchè, sinceramente, è una straordinaria artista anche nella vita.

Grazie Signora, per aver attraversato la mia strada. 

 

 

 

 

 

SITO UFFICIALE

 

 

 

 

I RAGAZZI NO                         Aida Satta Flores    (Voglio portarti musica - )