SPECIALE
23 MARZO 2013. Oggi molti romani
possono vantarsi di aver visto due papi viventi, nello stesso momento e
nella stessa casacca bianca. Mai successo nella storia.
Così come molti catanesi possono vantarsi un giorno di aver visto un
attacco stratosferico composto da Spinesi, Cantarutti, Spagnolo, Ciceri,
Olivera e Borghi, tutti assieme nello stesso pomeriggio e con la stessa
casacca rossazzurra. Mai successo nella storia.
Che bella festa che è stata! Spagnolo che corre (cammina) ancora come
trent’anni fa ma giocando solo cinque minuti esatti perchè, poveretto,
non ce la fa più: Spinesi che ha lasciato la canna da pesca alle Casse
al porto di Catania e si è infilato i pantaloncini per fare due gol da
gabbiano, Cantarutti che possiede ancora un fisico e delle movenze da
attaccante puro e un Lulù Olivera che alla sua età è in grado di
bruciare sullo scatto due o tre giovani campioni odierni.
Vicino c’era chi mi chiedeva “ma cu era stu Spagnolu?”. Eh eh, era un
bomber di razza, tutto scatto acrobazia e tiro potente, che arrivò
assieme a Benincasa dalla Reggiana dissanguando le tasche del nostro
povero Presidente. Allora era l'oggetto dei desideri di qualsiasi
squadra di serie B.
Posso vantarmi, un giorno, di raccontare questa magia. E cioè di averli
visti tutti lì in un colpo solo, sulla verde erba del Massimino, come
figurine incollate sulla pagina C dell'album Panini!
Amarcord rossazzurro
Lorenzo Magrì
Torre del Grifo. Un tuffo nel passato.
Chiudete per un attimo gli occhi e pensate a una squadra del Catania con
in panchina l'allenatore Gianni Di Marzio, il vice Salvo Bianchetti e il
massaggiatore Gino Maltese e schierati tutti insieme per fare venire in
mente le imprese rossazzurre firmate negli Anni ‘80, una «rosa» composta
dai portieri Antonio Dal Poggetto e Ciccio Bifera; in difesa Nino
Leonardi, Gigi Chiavaro, Saro Picone e Gennaro Monaco e davanti alla
difesa il libero Roberto Benincasa; l'esterno Fortunato Torrisi e in
attacco cinque punte da fare venire i brividi alle difese avversarie:
Aldo Cantarutti, Giampietro Spagnolo, Carletto Borghi, Claudio Ciceri e
Lulù Oliveira.
Non stiamo sfogliando le figurine dell'album Panini, ma stiamo parlando
di alcuni dei campioni del passato del Catania Calcio che, oggi alle 15,
allo stadio Massimino, daranno vita a una singolare sfida che farà
venire la pelle d'oca agli appassionati catanesi con «la partita
rossazzurra, i grandi del passato contro i grandi di oggi», organizzata
in sinergia con l'Ospedale Garibaldi di Catania e i cui fondi raccolti
saranno devoluti ad una Onlus che opera negli ospedali palestinesi.
Ieri, l'evento è stato presentato nella sala congressi di Torre del
Grifo, il centro sportivo del Calcio Catania, e l'occasione è stata
buona per rivedere questa squadra «stellare» che oggi sarà completata da
altri protagonisti di antiche battaglie calcistiche come Angelo Crialesi,
Renzo Castagnini, Pietro Tarantino, Orazio Russo, Andrea Suriano,
Maurizio Pellegrino, Mimmo Crisafulli, Sandro Cicchetti, Gionatha
Spinesi e Maurizio Anastasi.
Emozionato anche il direttore del Catania, Sergio Gasparin, che, con a
fianco Gianni Di Marzio e Salvo Bianchetti e il dott. Enzo Stroscio, in
rappresentanza dell'Ospedale Garibaldi. «Insieme a voi - ha sottolineato
Gasperin - potremo rivivere un passato glorioso. Al mio fianco,
allenatori che sono stati condottieri, e davanti a me professionisti che
hanno indossato la maglia del Catania con sincera passione: è un momento
importante e siamo lieti di ospitarvi».
Poi, c'è stato l'intervento di Sergio Parisi, assessore allo Sport del
Comune di Catania, che s'è rivelato una vera e propri enciclopedia del
Catania Calcio. «Per me, tifoso di lungo corso - ha fatto il suo esordio
l'assessore Parisi, portando i saluti del sindaco Raffaele Stancanelli -
è un grande onore esserci. Speriamo che vengano in tanti, allo stadio:
un impianto che ci auguriamo possa rimanere ancora lì, con il suo carico
di storia, anche se speriamo di poter avere presto una nuova struttura».
Il dott. Enzo Stroscio, delegato in rappresentanza dell'Arnas Garibaldi,
un sincero ringraziamento a chi si è prodigato per l'organizzazione e,
proprio in chiusura, è arrivato anche il dott. Angelo Pellicanò,
direttore generale dell'Ospedale Garibaldi, che ha sostenuto
l'iniziativa.
«Ho avuto il privilegio di poter guidare tutte le formazioni del Catania
- apre l'amarcord rossazzurro, Salvo Bianchetti - dai Pulcini alla prima
squadra, e non nascondo da catanese, nato proprio vicino allo stadio, la
mia gioia. Vedo molti di voi e ripenso al momento dell'arrivo e i tanti
aneddoti». Al fianco di Bianchetti, Gianni Di Marzio, l'allenatore della
promozione in Serie A nella stagione ‘82-'83 e sempre amato e stimato
dalla città e dai tifosi. «Non posso che fare i complimenti a tutti voi
per esserci stati nel Catania. Il contesto è migliorato, questa
magnifica struttura è, forse, fra le più belle in Europa e noi siamo
fieri di aver affrontato i tempi in cui tutto era un po' più difficile,
rispetto ad oggi. Voglio fare i complimenti al club per la struttura
eccellente: ho lavorato con la Juve e ora nel Qpr in Premier League, ma
non ho mai visto, nemmeno in ambito internazionale, una struttura così
all'avanguardia. Il Catania di oggi ha anche mentalità e organizzazione
perfetta, a ogni livello e merita l'Europa».
«Ricordo - interviene Bianchetti - quando eravamo costretti ad allenarci
al Tupparello, e solo con mezzo campo, con Di Marzio che doveva
inventarsi gli allenamenti, che a qualcuno sembravono metodi
avveniristici e che, invece, erano solo dettati dalla precarietà della
situazione».
Al fianco di Di Marzio e Bianchetti, c'è Aldo Cantarutti, l'attaccante
arrivato nel 1981 per l'allora notevole cifra di 900 milioni e che
regalò imprese epiche con 25 reti dal 1981 al 1984 e ancora oggi col
rimpianto per quella rete in rovesciata contro il Milan, annullata
dall'arbitro Benedetti. «Il Catania di oggi è una grande squadra - ci
dice Aldo - e sono fiero d aver fatto parte di questa società». «Ricorda
ancora uno dei mie gol più belli in maglia rossazzurra - ci dice Claudio
Ciceri, 36 reti nelle sue stagioni col Catania - quello segnato a Torre
del Greco, nella partita della promozione in B, vincendo la concorrenza
di Lecce e Bari». E con Ciceri arrivano i racconti di altri
indimenticabili attaccanti rossazzurri, come Carletto Borghi, 6 reti il
primo anno e ben 25 nelle 151 presenze dal 1984 al 1989 e, tornando
indietro, non vede l'ora di riabbracciare i tifosi catanesi Giampietro
Spagnolo, 41 reti dal ‘73 al ‘78. Poi, la festa dei catanesi doc, da
Chiavaro a Leonardi a Saro Picone, che ha un solo rammarico. «Non aver
giocato in A, solo 25 panchine nel 1983-1984».
Oggi siamo sicuri che scapperà qualche lacrima allo stadio Massimino,
con fischio d'inizio alle 15 e biglietti al botteghino a 2 euro (curve),
3 euro (tribuna B), 5 (A) e 10 euro (vip).
La Sicilia - 23/03/2013
Chi la Serie A non l'ha vissuta perchè
sudava per spingere il Catania più in alto, ha vissuto un pomeriggio da
leone
La Sicilia, Domenica 24 Marzo 2013 -
Giovanni Finocchiaro
Chi la Serie A non l'ha vissuta perchè sudava per spingere il Catania
più in alto, ha vissuto un pomeriggio da leone. Chi, invece, era già
stato protagonista, e pensiamo ad Aldo Cantarutti, è tornato da
trionfatore, acclamato dalla folla. Catania-Vecchie Glorie è stata una
festa tra sorrisi e lacrime Amarcord, qualche sorpresa (Pulvirenti
allenatore era da riprendere con una telecamera fissa) e un dopopartita
da vivere tra abbracci e aneddoti.
APPLAUSI. Al di là del risultato finale (8-2) è stata una giornata
nobile perché nobile era lo scopo: aiutare una Onlus - supportata
dall'ospedale Garibaldi (in prima fila il dg Pellicanò) a far lavorare
al meglio i medici negli ospedali palestinesi. La presentazione
all'americana dei campioni di ieri è un tuffo al cuore per chi ha
vissuto gli anni di rincorsa, crisi, resurrezione. Benincasa è il primo
che mette piedi in campo, Ciceri e Spagnolo, manco a dirlo, entrano in
tandem, l'ultimo ad essere chiamato è Lulù Oliveira e si becca lo
storico coro dei tifosi che ululano "Lu-Lu-Lu-Lu". Tutto da raccontare
l'applauso dei vecchi ai nuovo protagonisti di oggi, come un ideale
passaggio di testimone. Cantarutti contende a Lulù l'applausometro e chi
non ha pensato alla rovesciata contro il Milan annullata ai tempi della
penultima serie A?
PRESIDENTE ALLENATORE. Era passato in sordina il nome dell'allenatore di
giornata per il Catania di oggi. Quando la speaker lo sottolinea, dal
pubblico si leva un brusio di sorpresa: il presidente Pulvirenti al
posto di Maran? Goliardia pura, ma mica tanto. Perché durante la
partita, il "tecnico" Pulvirenti si alza spesso e volentieri dalla
panchina per indicare ai suoi la giusta posizione da tenere.
BERGESSIO DIFENSORE. Posizione… Biagianti centravanti, Spolli attaccante
esterno, Ricchiuti difensore centrale a far coppia con Bergessio.
Catania rivoluzionato e divertito. Ma anche irriverente, visto che passa
dopo pochi minuti con… l'attaccante Spolli. Gennaro Monaco si piazza a
uomo sul centravanti avversario e sembra di rivederlo duellare in
maniera rude con Chevanton, ai tempi della B, quando Toshack gli diede
fiducia. Ciceri e Spagnolo si danno il cambio e ai ragazzi con i capelli
bianchi spunta la lacrimuccia così come quando, Gino Maltese, corre a
centrocampo per salutare i tifosi.
GIRANDOLA. Entra anche Izco ma ha la maglia di Terracciano e si piazza
tra i pali; il terzo portiere entra in attacco. Spinesi, Lulù, un
velocissimo Torrisi, un roccioso Anastasi e il solito Monaco sono tra i
migliori in campo. Ma Lulù sbaglia quattro gol fatti, non è da lui:
l'emozione e la saudade di Catania giocano brutti scherzi al Falco, che
però è tra i più applauditi.
I GOL. Sblocca Spolli, il pari delle Vecchie Glorie è opera di Spinesi,
atterrato da Bergessio e freddo sul dischetto a spiazzare, ma sul serio,
Frison. Gomez dalla distanza ristabilisce il vantaggio. Nella ripresa
Bellusci, versione punta, triplica. Il portiere Terracciano, su azione
insistita di Bellusci fa 4-1, poi il rigore di Alvarez, Cabalceta sul
secondo palo, approfitta di uno svarione avversario per segnare il sesto
gol. Spinesi non ci sta e segna la sua doppietta su cross da destra di
Orazio Russo, rientrato in campo. A chiudere Bellusci e un eurogol di
Marchese con tiro all'incrocio a girare. Poi esultanza sotto la curva e
il grazie dei catanesi a chi, nel recente passato, ha scritto una storia
indimenticabile.
Di Marzio: «Eravamo emozionati
già sul pullman»
Monaco ultrà, Spinesi cerca la maglia numero 24 -
La Sicilia - Domenica 24 Marzo 2013
C'è più gusto a vivere il dopopartita. Perchè incontri la faccia rossa
paonazza e i capelli da rock star di Ciccio Bifera, privilegiato
abitante di Taormina, che s'accascia sulle scale: «Sono tutto un dolore,
ma che gol ho preso». In un altro angolo, Gino Maltese, acclamatissimo,
mostra la maglia personalizzata e soccorre Benincasa: «Dunque, prenditi
questo antidolorifico e poi domani mi dici». C'è qualcosa di magico,
addirittura di mistico, che vola ancora nell'aria. Come la figura
impettina, orgogliosa di Aldo Cantarutti, occhiali da sole: «Tornare
qui? Emozione da ricordare per sempre». Poi c'è l'angolo dei guasconi,
capostipite inarrivabile, Gennaro Monaco: «Ho detto a Spolli che quando
dovrà incontrare i difensori della Lazio, non dovrà lasciare loro un
millimetro di spazio. Ho la pancetta, si vede? Catania, arrivo. Tra
qualche mese torno cittadino di questa splendida città».
Maurizio Anastasi, riccioli che cominciano a diventare bianchi, esce
come al solito un'ora dopo: «Non giocavo da due anni e la Serie A
l'avevo conquistata e mai vissuta. Ho recuperato un'ora di quella
sensazione inedita». Maurizio, che gladiatore, era: abita a Riposto, a
luglio sarà papà.
Spinesi, doppietta per lui, s'arrabbia, ma per finta: «Non volevano
darmi la maglia numero 24, la mia maglia. Stavo tornando a casa. I due
gol? Ho riannodato il nastro, questo è uno stadio magico, per me».
Benincasa,
commosso: «Torno qui per la prima volta da... rossazzurro. Sa che cosa
ti emoziona di più? L'ingresso in campo». Carletto Borghi, con quella
valigetta, sembra un commesso viaggiatore: «Abito a Grosseto, ma Catania
mai l'ho dimenticata. Oggi Bergessio è un vero toro, uno che non molla
la presa ed è temuto da tutti i suoi avversari».
Bianchetti e Di Marzio, gli splendidi allenatori tornati sul luogo dei
successi, raccolgono complimenti e richieste di foto. Il professore:
«Abbiamo vissuto un pomeriggio di festa, magari l'anno prossimo faremo
meglio». E Di Marzio, l'uomo dalle mille storie: «Siamo arrivati tutti
quanti sullo stesso pullman allo stadio. E già, lì, l'emozione era
palpabile. Vedere i miei ragazzi di nuovo in campo è stato favoloso.
Grazie al Catania di oggi, ma quei 40 mila all'Olimpico di Roma, il
giorno della promozione in Serie A come dimenticarli? Sono i tifosi la
nostra storia più bella».
Leonardi esce con il ginocchio bendato: «Mi sono fatto male subito, ma
adesso il dolore non l'avverto. Ci sono altre emozioni che mi tengo
dentro». Saro Picone, discreto, elegante, cerca di nascondere la sua
commozione: «Un bel pomeriggio, affrontare gli attuali campioni della
Serie A? Un regalo che abbiamo accettato con entusiasmo». Gigi Chiavaro
si rilassa fumando e Maltese lo riprende. Ma che importa? Torrisi parla
di futuro: «Farò il corso di allenatore di Prima categoria? Correvo
molto? Mi sono preparato a dovere per non sfigurare».
Orazio Russo, team manager attuale del Catania, ha ingaggiato duelli
senza fine con i ragazzi di oggi: «Che fatica tornare, e che emozione».
Esce dal tunnel Lulù Oliveira e l'emozione aumenta. Il Falco resta
l'idolo dei tifosi dell'altro ieri: «Ho sbagliato quattro gol, dovevate
fischiarmi. Ma ricordi quella maglietta? Cu avi cchiu codda attacca u
poccu? L'ho mostrato dopo un gol. Che ridere». Ride, Lulù, ma ha gli
occhi rigati dalle lacrime.
G. Finocchiaro
Dieci gol nella divertente amichevole tra il Catania di oggi,
allenata dal presidente Pulvirenti, e le vecchie glorie (foto Galtieri).
Finisce 8-2 con doppiette di Bellusci e Spinesi
- La Sicilia
Dieci gol, cinquemila spettatori e tanto
divertimento. Un bel pomeriggio, tra emozioni e nostalgia, al Massimino,
dove il Catania di oggi ha affrontato le vecchie glorie rossazzurre in
un'amichevole a scopo benefico.
Sessanta minuti divertenti e pieni di fuori programma con la complicità
del presidente Nino Pulvirenti, che nelle insolite vesti di allenatore
della prima squadra ha schierato tutti i giocatori fuori ruolo. E' stato
così possibile vedere Izco tra i pali, Gomez o Bergessio a difendere
marcando a uomo, Spolli (sua la prima rete con un morbido tocco degno di
un vero bomber) e Terracciano in attacco.
Più "classica" la formazione delle vecchie glorie, alcune simbolicamente
in campo per una manciata di minuti come Ciceri, Spagnolo o Borghi e
altre ancora toste come Gennaro Monaco e in grado di regalare giocate da
applausi come Gionatha Spinesi, autore dei due gol della squadra
allenata da Di Marzio e Bianchetti, e Lulù Oliveira, giunto almeno tre
volte a un passo dalla rete.
TABELLINO. Catania: Frison (23' pt Izco); Gomez (19' pt Keko),
Bergessio (10' st Aveni), Ricchiuti (8' st Cabalceta), Castro (6' st
Doukara); Potenza (7' st Marchese), Legrottaglie (1' st Lodi, 11' st
Barisic), Alvarez; Salifu (7' st Petkovic), Spolli (2' st Bellusci),
Biagianti (5' st Terracciano). Allenatore: Nino Pulvirenti.
Vecchie Glorie: Bifera (1' st Dal Poggetto); Picone (21' pt Tarantino),
Monaco (25' pt Benincasa, 30' pt Leonardi), Chiavaro (20' pt Cicchetti),
Suriano; Torrisi, Anastasi, Pellegrino; Ciceri (9' pt Spagnolo, 15' pt
Oliveira), Borghi (12' pt Spinesi), Russo (25’ pt Cantarutti).
Allenatori: Di Marzio e Bianchetti.
Arbitro: Fichera di Catania.
Reti: pt 10' Spolli, 14' Spinesi su rigore, 18' Gomez; st 7' Bellusci,
9' Terracciano, 14' Alvarez su rigore, 18' Cabalceta, 21' Spinesi, 24'
Bellusci, 28' Marchese.
CATANIA – La collezione dei ricordi regalatici dalle “vecchie glorie”
che hanno trovato il tempo e la disponibilità di condividere con noi gli
attimi più significativi del loro percorso in rossazzurro. Dei
fotogrammi del passato in cui sbiadiscono i contorni, non il colore
della maglia.
Lulù Oliveira: “Quei
goal contro Messina e Palermo..”
“Esser messo fuori rosa, vedermi questa maglia
strappata di dosso è ancora una ferita enorme per me. L’ultimo anno qui
a Catania, sicuramente la squadra non era ben amalgamata, e avevamo
bisogno di compattezza. Purtroppo per colpa di qualcuno, a fine stagione
la squadra è stata distrutta, e forse per colpa di questioni
contrattuali siamo stati mandati via, io e alcuni miei compagni.Mi è
dispiaciuto molto non poter salutare il pubblico catanese a fine
stagione. Sono molto contento per la partita di domani, non so che
numero indosserò, l’importante è tornare a vestire questa maglia. Anche
se la mia carriera dopo Catania è proseguita, al Massimino non sono più
tornato, domani sarà molto emozionante. Ricordo che quando sono arrivato
a Catania il primo anno, c’erano tantissimi tifosi a salutarmi
all’aeroporto e li ho capito che avrei dovuto lottare per questa maglia
e questi tifosi. I ricordi ai quali sono legato sono tanti, tra gli
altri la tripletta nel derby vinto per tre a due con il Messina, Il gol
del tre a tre a Palermo, quando ho scartato tre giocatori prima di
segnare. Ma ricordo anche la doppietta contro la Ternana, al Massimino,
in un momento particolarmente difficile.
Gionatha Spinesi:
”Chissà dove saremmo arrivati quell’anno..”
“Ricordo la partita contro l’Udinese era una
squadra più forte di noi ma abbiamo vinto soffrendo. Con un mio goal. Da
lì in poi è stato tutto bello e in discesa. Quell’anno lì più di uno di
noi poteva andare in nazionale. Ma con i se e con i ma non si va da
nessuna parte. Come mi diceva un dirigente anni fa i se e i ma sono il
bagaglio dei falliti. Quel primo anno di serie A vorrei tornare indietro
per riviverlo e vedere dove saremmo arrivati continuando a giocare al
Massimino. E’ stato brutto vedere che tutto il mondo del Calcio
sembrasse volere che scendessimo in serie B. Per noi, le squalifiche di
due giornate diventavano di quattro. Alla fine ci ha rimesso il Chievo e
mi dispiace. E’ stata un’agonia, tutto sembrava andar storto, compreso
il mio infortunio prima dell’ultima giornata, due centimetri di strappo
dopo una stagione senza alcun intoppo fisico. Sembrava di giocare contro
tutto e tutti. Salvarsi è stata una liberazione.
“La città di Catania è un qualcosa di fantastico,
pregi e difetti le hanno tutte le città in Italia, ma non farei cambio
con nessuna altra città. Ho rivissuto la sensazione bella di vedere il
pubblico che mi acclamava, anche oggi, a distanza di tempo.
Gianni Di Marzio:
“Organizzazione disastrosa in serie A, iniziammo ad allenarci al
Tupparello..
“Vincere il campionato di B nel 1982/83 fu già
un miracolo. C’erano 9/11 nuovi in quel Catania. Ci regalammo e
regalammo al Catania qualcosa di incredibile. Siamo entrati nella storia
con quegli spareggi, con quei 40.000 a Roma. Giocavamo a calcio, e
giocavamo a zona 20 anni prima che in serie A si giocasse a zona.
Ricordo le difficoltà dell’anno in A, a livello di organizzazione fu
davvero disastroso. Ricordo il primo allenamento di quella stagione, al
Tupparello, il Cibali era impraticabile. Ad Acireale ci allenammo in
metà campo, metà longitudinalmente parlando.
Gennaro Monaco:
“L’apoteosi contro il Messina, e quelle maglie..”
“Erano anni difficili, non si riusciva ad
emergere. A Messina un episodio storico, non avevamo le magliette per
giocare, ce le diede il pubblico. Avremmo potuto anche vincere, finì in
pareggio. Credo rimarrà unica come immagine. Nel ritorno, l’apoteosi
davanti a 30.000 catanesi. C’era tanta di quella gente, e quel goal di
Manca. Tra primo e secondo tempo ci furono un po’ di scaramucce, ma
resta la vittoria, è la storia del Catania.
“Ricordo quando vincemmo il primo derby, contro l’Atletico. Davanti a
20.000 tifosi. Rimasi coi tifosi a saltare insieme a loro che dovette
venire Ciccio Bifera a ricordarmi che la partita era finita. Mi sembrava
d’aver vinto la Champions League, non una partita di Coppa Italia di
serie C.
Pietro Tarantino:
“Nel sottopassaggio di Catania-Messina”
“E’ stato bellissimo ritrovare tutta questa
gente. Una bellissima festa. Vincere un campionato qui a Catania è
difficile ma bellissimo. Ricordo la storica vittoria sul Messina, 1-0.
Nel sottopassaggio tra me e Del Nevo, durante l’intervallo, sono volate
non solo parole grosse. E’ intervenuto Monaco ed alla fine l’arbitro ha
espulso Del Nevo e Monaco, io sono rimasto in campo. Alla fine abbiamo
vinto. Nelle categorie minori queste cose succedono spesso, anche se non
dovrebbero succedere. Non è un bell’esempio..
“Ritornare al Massimino è stato bellissimo, non ci aspettavamo tutta
questa gente, complimenti a chi ha organizzato. Paragone tra noi e i
ragazzi del Catania di oggi? E’ merito di tutti che il Catania è in
queste posizioni, è merito sia nostro che loro. Certamente è successo
pure a noi che abbiamo avuto contestazioni durante i campionati. A
Messina contro il Messina è stato il nostro trampolino di lancio verso
la realtà di oggi. Un episodio di quella partita? Nel sottopassaggio è
successo che Io e Del Nero ci siamo picchiati. Purtroppo nelle categorie
minori è sempre successo, anche se non deve succedere mai. Sono sempre
quello aggressivo mi manca il fiato ma sono sempre lo stesso. Catania
merita l’Europa e il Catania più arrivare a questo obiettivo. A Palermo
pensano solo alla serie B e a costruire il prossimo campionato. Il
Palermo, secondo me, quest’anno tocca la B. Il derby mi auguro che vinca
il Palermo ma sarà dura.
Aldo Cantarutti:
“La promozione all’Olimpico, il momento più bello della mia carriera”
“Io un po’ come Bergessio. Ho dei ricordi
belli di quell’episodio, la rabbia è passata, la gente se ne ricorda
ancora. La mia rovesciata è stata interpretata male dall’arbitro, me lo
disse anche Baresi di non aver fatto niente. Ricordo anche quando venni
lasciato a piedi con la squadra già per strada in pullman. Capitò in una
trasferta, con Di Marzio, a Lecce. Ci fermammo a Trebisacce per prendere
salsicce, salami, mi hanno lasciato a far compere nel negozio e mi
lasciarono lì. Degli spareggi vinti all’Olimpico ricordo tutto, per
intensità di emozioni è stato il momento più bello della mia carriera.
Fa piacere incontrare nuovamente la gente di Catania ma i cimiteri degli
elefanti non mi son mai piaciuti.
Giampietro Spagnolo:
“I tifosi dicevano “Con Ciceri e Spagnolo, in B in un volo”, ed
infatti..”
“Ciceri mi deve ringraziare per tutti i goal
che gli ho fatto fare. I rigori li tiravamo uno per uno. Andavamo
d’accordo, non c’era rivalità, ci importava vincere il campionato. Ed è
andata bene. I tifosi dicevano “Con Ciceri e Spagnolo in B in un volo” e
da allora sono passati quasi quarant’anni. Sono diventato vecchio. Le
persone si ricordano di me perché i padri hanno tramandato i nostri
nomi. Ma è normale quando si fanno tanti goal. “Il goal più bello l’ho
fatto in amichevole, contro la Svezia, su cross di Fogli. Al Massimino,
era il 1974. Rovesciata al limite dell’area, sotto l’incrocio dei pali.
Eppure quell’anno lì siamo retrocessi. Il ricordo più intenso, la
vittoria del Campionato e la promozione in B. Negli ultimi due anni
avevo male alle anche, sembravo menefreghista ma piangevo dal dolore
dopo l’allenamento del mercoledì. Adesso ho tutt’e due le protesi alle
anche. Allora non c’era una grande società, era tutto molto campato in
aria come organizzazione ma stipendi e premi erano saldati con
puntualità. In molte società non succede. Quando giocavo alla Reggiana
mi pagavano a cambiali a sei mesi. Del pubblico ricordo che al giovedì
alle amichevoli c’erano oltre 5.000 tifosi. Molti non andavano neanche a
scuola per seguirci. Quando fai goal e vinci un campionato il tifoso non
può dir nulla, ti ringrazia, per loro il calcio è passione come per noi
lo è giocare. Della promozione ricordo il ritorno all’aeroporto da
Napoli, c’erano oltre 6.000 persone. Sono ricordi molto lontani nel
tempo. Ma quella gran folla..
Carletto Borghi:
“Ho sempre dato il massimo fino al 90°”
“Non è che segnassi tanto, ero una seconda
punta ma qualche volta mi capitava di segnare. Ricordo il goal a
Cosenza, nello spareggio per non retrocedere in C2. Catania fu la mia
prima esperienza lontano da casa. Avevo 21 anni, vincemmo subito il
campionato, poi andai al Catanzaro ma tornai. Gran parte della mia
carriera è legata al Catania. Ricordo con grande piacere Massimino, mi
voleva molto bene. Ricordo di lui quel che accadde quando giocavo con
l’Ascoli. Segnai un rigore negli ultimi minuti, nel sottopassaggio me ne
disse di tutte i colori ma dopo pochi mesi mi riportò a Catania. Come
tifoso era molto arrabbiato con me, ma poi mi riportò qui. Son anche
stato il capitano. Ho sempre pensato che al 90° bisognasse dar tutto, a
prescindere se giocasse bene o male, che può dipendere dal momento o
dall’avversario, io ho sempre dato tutto.
Claudio Ciceri:
“L’affetto del pubblico è la forza del Catania d’ogni tempo”
“Del Catania dei miei tempi ricordo il grande
affetto dei tifosi. Festeggiavo sempre il goal sotto le tribune, c’era
grande affetto ed amore. Pensavo che questi sentimenti fossero legati al
giocare e segnare goal ed invece l’affetto a distanza di tanti anni, è
rimasto come allora. Indimenticabile la partita di Torre del Greco. Dopo
un anno passato ad un punto da Bari e Lecce, vincemmo il campionato.
Lunedì, al ritorno all’aeroporto, ci aspettava una marea di gente.
Sembrava avessimo vinto la coppa del mondo. Invece eravamo semplicemente
andati dalla C alla B, una cosa normale per il Catania, ed invece ce
l’hanno dimostrato con questi grandi festeggiamenti. A Catania ho avuto
la fortuna di segnare molto anche grazie al calore di questo pubblico
meraviglioso che è l’artefice principale dei successi del Catania.
Claudio Ciceri (Attaccante Catania stagione 74/76): “E’ stata una bella
manifestazione, mai vista così perfetta. Io sono l’organizzatore delle
vecchie glorie della Reggiana, ma qui davvero è stata ben fatta. E’
stata una forte emozione per tutti noi. I Complimenti del Presidente del
Catania Pulvirenti, l’abraccio con i tifosi il tutto è stato da lacrime.
Catania grande piazza, grande entusiasmo meritano l’Europa. Era più la
partecipazione che segnare, se segnava Oliveira facevamo una grande
figura. Spero tanto che tutto questo si possa ripetere al più presto,
faccio i miei saluti a tutti.
Salvo Bianchetti: “Ogni vittoria era davvero
un’impresa..”
“Del Catania ho allenato dai pulcini alla
prima squadra. E’ stata una grande soddisfazione per me, catanese, che
allo stadio da bambino andavo a piedi. Poi sono stato collaboratore di
tanti tecnici fino a collaborare con Gianni Di Marzio nell’anno della
proozione e della serie A. Vivevo vicino alla società, alcuni di questi
giocatori li andavo a prendere all’aeroporto per parlare con Massimino.
In serie A ricordo i salti mortali di Di Marzio, non eravamo preparati,
avevamo pochi mezzi. Adeguarsi a quelle condizioni non fu semplice.
Vincere una partita era un’impresa. Catania era molto indietro in quel
momento. Quando pioveva non potevamo neanche allenarci, adesso qui c’è
una realtà futuristica.
“Alla lunga qualcosa è venuta meno fisicamente. A
livello di ritmo non ci stava partita ma era importante vedere questi
giocatori che hanno fatto la storia del Catania. Il pubblico si è
divertito e pure i giocatori del Catania. Chi segnava segnava la cosa
bella è stata che segnava il Catania. Tutte le 2 squadre davano
sensazioni diverse, chi si ricordava di Ciciri e Spagnolo, chi ricordava
Spinesi e Oliveira . Uomo partita? Ho visto Torrisi che ancora corre ed
è stato uno dei migliori. Ringrazio tutti, sono veramente emozionato.
il massaggiatore Gino Maltese, 83
anni di
passione rossazzurra, si ferma a parlare con noi “ripercorrendo” lo
scatto che, come un tempo, l’ha portato da bordocampo fino al cerchio di
centrocampo tra gli applausi del pubblico.
"Avrei voluto correre più veloce sul campo, anche se ad 83 anni molti
hanno provato a fermarmi. Mi andava di farlo per questo pubblico. Questa
maglia rossazzurra con scritto sopra il mio cognome..è stato un ritorno
particolare. Mi sento avanzato negli anni, non ancora vecchio. L’erba
verde del Massimino mi fa rinascere, è vivere respirandone solo l’odore.
Tutti dovrebbero provare quel che significa..
Ciccio Bifera (Portiere anni 90):
“Sono emozionatissimo è stato come
tornare indietro di 15 anni, una bella giornata di sport e ricordi, ci
siamo divertiti, indossare la maglia e il cappellino è stato un tornare
al passato. Catania in zona Europa, è partita un pò dai tuoi tempi?
“Meritano tanto i nuovi del Catania più che noi, perchè sono cambiate
tante cose. Hanno una grande organizzazione di squadra di calcio
rispetto a noi, il Catania può andare in Europa anche perchè lo dice la
classifica.
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“Un incontro” da favola: Il fantastico presente ed il
glorioso passato - di Ettore Attanasio (mondocatania.com)
CATANIA - Oggi sabato 23 marzo, è stato un giorno
particolare, un giorno da ricordare, una vera e propria festa
rossazzurra. Il Catania del presente “incontra” quello del passato, gli
eroi di oggi quelli di ieri. Una bellissima opportunità, per i tifosi
più grandi, quella di rivivere le splendide emozioni del passato, di un
calcio che non c’è più se non in video rovinati dal tempo o in album di
figurine o almanacchi gelosamente custoditi; ma anche quella di
mostrare, a figli e nipoti, quei giocatori prima di allora conosciuti
solo per nome, come gli eroi del mondo delle fiabe. E’ stato insomma un
giorno fantastico per i ragazzi e per gli eterni ragazzi, che tifano o
che giocano (od entrambe le cose) per i colori rossazzurri.
Prima della partita è suggestivo vedere il terreno di gioco invaso da
tantissimi bimbi di varie scuole calcio catanesi. E poi veder far
capolino dagli spogliatoi quei ciuffi di (chi più chi meno) capelli (chi
più chi meno) bianchi, Entrano le squadre a riscaldarsi e subito i primi
brividi sulla schiena di tifosi e calciatori. Le vecchie glorie in
maglia rossazzurra, i giocatori del presente in maglia bianca. Che
spettacolo vedere Ciceri riscaldarsi facendo la bicicletta con la
schiena a terra. Ormai nessun calciatore si riscalda in modo cosi
“romantico”. Gli eroi di oggi si scaldano come sempre, come prima di
ogni partita di campionato, concentrati e seri. Le vecchie glorie?
Praticamente dei bimbi! Chi pensa solo a tirare in porta, chi si passa
la palla, a fare un riscaldamento normale non ci pensa nessuno!
Lo stadio si riempie, le tribune sono quasi piene, almeno 5000 i tifosi
presenti. I giocatori rientrano negli spogliatoi, sta per iniziare la
partita, e tanta è la curiosità da parte di tutti, di vedere questo
singolare match. Le vecchie glorie vengono chiamate in campo dalla
speaker uno alla volta per raccogliere l’applauso del pubblico
rossazzurro, nel mentre l’altoparlante racconta brevemente la loro
storia a Catania. Applausi per tutti, autentici boati per Benincasa,
Ciceri e Spagnolo, Oliveira, Spinesi e Orazio Russo. Il grande Gennaro
Monaco prima della partita trascina tutti i suoi compagni sotto la
tribuna B, giocatori e tifosi a saltare insieme sulla strofa di “Chi non
salta rosanero è!”. Poi i giocatori di oggi si avvicinano alle vecchie
glorie tributando loro un significativo e bellissimo applauso.
Dopo il minuto di silenzio per la scomparsa del grandissimo Pietro
Mennea, le squadre si apprestano a iniziare la partita. Immancabile il
cappellino sulla testa del grande Ciccio Bifera, estremo difensore del
Catania che ci portò dalla C2 alla C1.
Sono tante le immagini che fanno capire a tutti che sarà una partita
molto divertente, l’allenatore del Catania è per l’occasione il
presidente Pulvirenti. La linea difensiva è formata da Gomez, Bergessio,
Castro e Ricchiuti, la coppia d’attacco Legrottaglie e Spolli. Le
vecchie glorie iniziano con Bifera in porta, Picone, Monaco, Chiavaro e
Suriano in difesa, Torrisi, Pellegrino, Anastasi e Russo a centrocampo,
La bellissima coppia Ciceri – Borghi in attacco.
Inizia la partita, e il primo fallo lo commette Pellegrino su
Legrottagile. Lo stesso Nicola batte la punizione e colpisce sul volto
Torrisi, cominciamo bene! Il primo gol lo realizza il “Catania di oggi”
con Spolli che si diverte a fare la punta e punisce Bifera con un
delizioso colpo sotto, uno a zero! Si alzano dalla panchina Spinesi e
Oliveira, Di Marzio è intenzionato a raddrizzare la partita. Vederli a
bordo campo uno accanto all’altro fa un certo effetto, se la storia ci
avesse dato l’opportunità di vederli giocare insieme nel pieno della
loro carriera ci saremmo davvero divertiti. Spinesi non se lo fa dire
due volte, si conquista un calcio di rigore e spiazza Frison, uno a uno!
Un rigore difficile da parare per qualunque portiere. Il bomber è sempre
lui. Meno fortunato l’approccio di Lulù Oliveira, che corre si impegna
ma sbaglia l’impossibile sotto porta. Monaco in difesa è con la solita
grinta che lo contraddistingueva, Torrisi in gran forma, e Russo sembra
sia ancora in attività per come corre e gioca.
Al diciottesimo Gomez tira da quasi trenta metri, Bifera si fa trovare
spiazzato e la palla entra, due a uno! Mister Pulvirenti fa uscire il
Papu sostituendolo con Keko e lo rimprovera per quel tiro da lontano, il
piccolo argentino sembra giustificarsi dicendo “che ne sapevo che Ciccio
non la prendeva?”. Intanto continuano le sostituzioni tra le vecchie
glorie, e ad ogni giocatore che entra o che esce si associa un’ovazione
da parte del pubblico. Che bello rivedere Cicchetti, Tarantino, e tutti
gli altri correre con quella maglia!
Al minuto venticinque, divertente cambio nel Catania di oggi, esce
Frison ed entra tra i pali Marianito Izco. Dopo mezzora l’arbitro
fischia la fine del primo tempo, quante emozioni, quanto divertimento.
Nel secondo tempo esce Ciccio Bifera ed entra Dal Poggetto a difendere
la porta delle vecchie glorie, Il portiere degli anni 70/80 dopo pochi
minuti esce a vuoto e permette a Bellusci di reailzzare il tre a uno.
Oliveira continua a cercare la rete, anche tirando da centrocampo, ma la
porta sembra stregata. Intanto Il mitico Gino Maltese massaggia i
muscoli di Suriano, anche questo ormai non si vedeva più da tempo.
Le vecchie glorie calano d’intensità, e i giocatori del presente anche
senza volerlo si trovano con più facilità davanti a Dal Poggetto e
cominciano a segnare a ripetizione: con il portiere Terracciano
improvvisato attaccante, con Alvarez su rigore (disturbato prima del
tiro da Dal Poggetto che gli sposta il pallone), con il primavera
Cabalceta, ancora con Bellusci e con Marchese che chiude il conto con un
sinistro ovattato all’angolino. L’unica rete da parte delle vecchie
glorie dalla ripresa arriva ancora una volta col grandissimo Spinesi che
segna con un suo marchio di fabbrica, il colpo di testa. Altro goal
difficile da evitare per qualsiasi portiere.
La partita finisce tra gli applausi del pubblico e gli abbracci dei
giocatori in campo, una giornata davvero da ricordare. Poi ecco
nuovamente le vecchie glorie a saltare sotto le tribune. Se siamo dove
siamo è anche merito loro, e meritano tutto il nostro affetto. Chissà,
magari l’anno prossimo si potrà replicare questo appuntamento, magari
per festeggiare una storica qualificazione in Europa League, incrociamo
le dita!
Vi saluto rivolgendo un pensiero al grande Angelo Massimino: “Sono
sicuro che da lassù hai visto questa partita, e ti sarai emozionato a
vedere quei fantastici ragazzi giocare insieme con quella maglia
addosso. Quella che hai amato tanto, e perciò hai difeso, anche per noi.
Uno di noi, sempre con noi”.
FORZA CATANIA SEMPRE!
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ARNAS OSPEDALE GARIBALDI DI CATANIA
IL CATANIA E IL SOGNO EUROPEO.
Oliveira: “Sarà difficile, ma
questo Catania è da Europa”
“Ho visto Torre del Grifo, è bellissimo. Catania è cambiata tanto,
struttura, presidente, giocatori. Se continua così, sarà difficile, ma
troverà un posto in Europa. Questa formazione è davvero molto
importante.
Gennaro Monaco: “In Bellusci rivedo la mia cattiveria..”
“Quante battaglie.. insieme alla tifoseria abbiamo gettato le fondamenta
per la risurrezione. Se il Catania è adesso una delle società più
importanti d’Italia è anche grazie a quei personaggi che hanno gettato
le basi. Parlo di Bifera, Brutto, mister Cucchi. Pulvirenti in questi
anni sta facendo qualcosa di magnifico. Spolli è un guerriero, è un
trascinatore, un carismatico, ma anche Lodi, ha un grande carisma, Izco
è un grande capitano. Ha giocatori di livello mondiale. Bellusci? Gli ho
fatto i complimenti, ha una forza esplosiva impressionante, l’anticipo
di Cannavaro e la cattiveria di Gennaro Monaco. L’Europa sarebbe una
cosa bellissima ma già adesso stiamo facendo cose stratosferiche.
Sarebbe immenso, come vincere lo scudetto. Ma anche se finisse domani
sarei e dovremmo esser tutti felicissimi del campionato fatto dal
Catania. Io ci credo, se viene bene, se non viene, grazie ragazzi,
grandi ragazzi..
Ciccio Bifera: “Perché non crederci?”
“Sono cambiate tante cose. Il Catania merita quel che sta ottenendo per
tutto quel che hanno profuso. La classifica dice che il Catania può
andare in Europa, perché non crederci?
Pietro Tarantino: “Non era nei programmi, ma in Europa possiamo
arrivarci”
“I successi del Catania sono merito di tutti, della società, della
società, dei tifosi. Qui a Catania non è facile vincere i campionati.
Bastano due gare giocate male che arriva la contestazione. Europa?
Possibile. Magari non era nei programmi ma può arrivarci meglio di
chiunque altra. Ha un ottimo gruppo, sta benissimo, la città risponde
alla grande.
Aldo Cantarutti: Abbiamo i numeri per farci valere anche in
Europa”
“Sono di casa a Catania. Torno sempre volentieri. Ho sempre molto
piacere. L’Europa è fattibile. Non abbiamo niente da perdere, abbiamo i
mezzi per affrontare avversari anche di caratura superiore. Giocando
sereni quel che viene è tutto di guadagnato. Ho girato campi e centi
sportivi, ma questo è unico per contorno e per attrezzature. E’ ormai
una realtà importante del calcio italiano e spero si faccia valere anche
in Europa.
Gianni Di Marzio: “L’Europa non sarà facile, ma sarebbe meritata”
“Sarebbe stato bello andare in A con l’organizzazione di oggi. Catania,
per potenzialità della piazza e del presidente si sta accontentando del
poco. Catania è come Napoli. Catania da 20anni dovrebbe esser in serie
A. Adesso si parla di battere il record ma penso che Catania dovrebbe
restare 20 anni in serie A. Ogni anno questo Catania deve poter puntare
all’Europa league. C’è una società serie, si possono fare questi
discorsi. I miglioramenti fatti nel tempo sono sotto gli occhi di tutti.
Quest’anno per Maran non era semplice succedere a Montella e far bene,
sta facendo addirittura meglio. E’ stato bravo, la sua squdra ha
un’identità e sta meritando questo piazzamento. Speriamo riesca a
meritare l’Europa anche se non sarà facile, questo si sa..
Carletto Borghi: “Catania, insieme alla Juventus il miglior
calcio della serie A”
“Sono contentissimo dei risultati di questo Catania. C’è un ambiente
davvero di serie A e mi fa piacere soprattutto per i tifosi. Credo che
insieme alla Juventus sia la squadra che in Italia esprime il miglior
calcio.
Claudio Ciceri: “Lazio, uno spareggio. Ed io ero meglio di Maxi
Lopez”
“Abitavamo ad Ognina e ci allenavamo al Cibali. Adesso vedo questa
struttura e penso non abbia nulla da invidiare a quelle più celebrate.
Credo miri alla crescita del settore giovanile, è il futuro. Dopo le
sconfitte contro Inter e Juventus la vittoria sull’Udinese ha ridato
punti ed entusiasmo. Adesso c’è uno spareggio contro la Lazio, potremmo
prendere il loro posto in classifica ma… parlano i risultati, vedremo
sabato prossimo. Nel Catania di oggi non ce ne sono giocatori che mi
sogmigliano, nel passato c’era Maxi Lopez, ma io ero superiore a lui.
Non lo dico per scherzo, io sono sempre molto realista.
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GLI INTERESSATI AL CD CON
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L'ULTIMA "RIMPATRIATA" NEL 2010
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