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1) Furlan |
22)
Martinez |
34)
Coriolano |
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27)
Biagianti |
10)
Curcio
GEN |
8)
Di Molfetta |
18) Rizzo |
29) Manneh |
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4) Vicente
GEN |
6)
Welbeck |
24) Rossitto |
16) Salandria
GEN |
Dall'Oglio |
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D. Franco |
G. Di Natale |
G. Branchina |
A. Passanisi |
E. Carboni |
S. Libra |
M. Dottore |
A. Scudero |
A. Aloisio |
Presidente |
Amm.
Delegato |
Pubbliche relazioni |
Team
Manager |
All.
Berretti |
Massaggiatore |
Resp.
medico |
Medico sociale |
Fisioterapista |
LA SQUADRA AL GIRONE DI
ANDATA
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Ha
parlato Pietro Lo Monaco, attualmente direttore
generale del Catania. Queste le sue parole: "Tre
anni e mezzo fa sono tornato per una scelta di
cuore. Era un paziente morto che abbiamo tenuto
in piedi. Se non interviene una proprietà che in
qualche modo sia in grado di portare avanti il
piano di risanamento diventa complicato.
Peccato, è una realtà del Sud che ha una
struttura per categorie superiori. E purtroppo
deve affrontare un momento di difficoltà. Il
calcio ha un senso soltanto in Serie A, in C ci
rimetti tanto denaro. Se non trovi gente che ha
voglia di investire diventa complicato. La C ha
gli stessi obblighi della Serie A con la paga di
un soldato semplice. In Sicilia mancano
investitori, qualche anno fa c’erano tre squadre
in Serie A. È difficile mantenere in piedi una
macchina che ha solo obblighi". |
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la Lega Pro ha disposto di rinviare,
a data
da destinarsi,
tutte le gare in programma
dal 10 marzo 2020 al 3 aprile 2020.
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Nel blu di...Pinto
di blu...
Max Licari –
calciocatania.com 30.6.2020
Solo da ammirare
Difficile. Difficile
anche solo pensare di poter disquisire di calcio in
situazioni simili a quella in cui vive il Catania. Tutti noi
sappiamo che la partita più importante non si gioca di certo
sul terreno di gioco, ma nelle aule dei tribunali. E, giusto
nel giorno del primo turno dei playoff, la "Partita delle
Partite" ha vissuto una brusca battuta d’arresto, per certi
versi inaspettata. Eravamo un po’ tutti sicuri della
pubblicazione (alla buon’ora!) dell’ormai celebre bando che
avvierà la procedura competitiva di vendita della società rossazzurra… e, invece, forse se ne parlerà addirittura il 2
o il 3 luglio, quando i tempi saranno ristrettissimi
(ricordiamo che l’iscrizione al campionato è fissata al 5 di
agosto). Evidentemente vi è qualcosa che non quadra e i
tifosi, giustamente, vengono proiettati in una sorta di
incubo collettivo dal quale si fatica a risvegliarsi.
Eppure, la gara giocata al “Massimino” contro la vivace Virtus Francavilla, in qualche modo, ci riconcilia con il
calcio, quello vero, quello fatto di sacrificio e di sudore.
I ragazzi capitanati da Lucarelli, privi degli ormai
evaporati Di Molfetta, Esposito, Marchese e Rizzo, sul campo
dimostrano di essere uomini veri, riuscendo nel’impresa di
recuperare due reti di svantaggio ai pugliesi. Impresa quasi
disperata, ma riuscita in pieno in virtù di valori che a
Catania da anni avevamo dimenticato. Lo stesso tecnico
livornese, a fine partita, ha confessato che molti dei
giocatori poi protagonisti della gara avevano sciolto le
riserve in merito alla stessa partecipazione al match poche
ore prima del fischio d’inizio, giacché di stipendi, per
adesso non si vede nemmeno l’ombra. Ciò ingigantisce ancor
più la statura morale di questo allenatore e di questi
ragazzi, per i quali si può provare solo ammirazione
sincera. Hanno lottato e vinto solo per la maglia, per la
gente di Catania, non lesinando fatica e ardore. Non
sappiamo se riusciranno a proseguire la corsa (il prossimo
incontro si giocherà probabilmente a Terni, con un solo
risultato a disposizione, a meno che gli umbri non si
suicidino al “Liberati” contro il modesto Avellino di Capuano oppure sempre al “Massimino”, ma contro un
avversario ben più robusto dei volenterosi virtusini di
Trocini, il Catanzaro di mister Auteri), ma già la loro
battaglia di credibilità con la piazza di Catania l’hanno
vinta.
La coerenza del “4-2-3-1
Avevamo immaginato che
Lucarelli non volesse abbandonare la strada maestra che
prima dello stop dovuto al Coronavirus aveva condotto il
Catania a risultati importanti e così è stato. Il trainer
etneo ha impostato la squadra sulla solita difesa (con il
solo Martinez al posto di Furlan), il consueto duo di
mediani davanti al reparto arretrato e un trio di
trequartisti composto da un paio di giovani di gamba come
Biondi e Capanni sulle ali e il più esperto Curcio a
supporto dell’unica punta Curiale. L’inizio del match
sembrava non dare ragione a tale strategia, poiché gli
ospiti mostravano più verve atletica e organizzazione (in
specie a centrocampo, con Zenuni, Di Cosmo e Mastropietro a
dettare legge), colpendo i rossazzurri due volte nei primi
20’ con Perez e Vazquez. Una doppia mazzata che avrebbe
accoppato un toro, ma che non ha scoraggiato i padroni di
casa, bravi ad accorciare le distanze con un tap-in di
Biondi al 25’, rimettendo in piedi il match. Il Catania,
seppur in maniera talora farraginosa, ha sempre mostrato
grinta e determinazione a voler ribaltare il risultato,
tanto che il rigore trasformato da Curcio al 56’ non può
essere considerato sorprendente. A un avversario mai domo e
incline alla ripartenza con lanci in verticale, grazie ai
due ottimi attaccanti, ideali nel 3-5-2, il Catania ha, in
specie nella ripresa, ribattuto con le percussioni di Biondi
e Capanni (il migliore in campo) sulle corsie alterali,
nonché la solidità di Salandria e Vicente in mezzo al campo.
Ancora indietro di condizione sono apparsi i difensori
centrali (in ritardo sulle segnature avversarie), mentre
addirittura straripante è risultato nel finale Pinto, autore
al 91’ di uno dei gol più belli mai visti a Catania, una
serpentina alla Baggio che ha portato il laterale mancino ex
parmense a battere da distanza ravvicinata Poluzzi, per il
meritato 3-2. Meritato perché i rossazzurri avevano
clamorosamente fallito il gol almeno in tre circostanze con
Curiale (più dinamico del solito, ma ancora impreciso),
Biondi e Curcio, prima della girandola di sostituzioni da
parte di entrambi gli allenatori che, nel convulso finale
giocato dai pugliesi in inferiorità numerica per la sciocca
espulsione di Vazquez, ha prodotto un gioco assai
confusionario e nervoso, come normale che sia alla prima
gara dopo mesi di inattività. Alla fine, una bella partita
per pochi intimi (la mancanza sugli spalti dei tifosi, unica
componente essenziale del calcio, si fa sentire, eccome…),
giocata in un terreno di gioco tutto sommato accettabile e
condita anche dall’imprevisto di un black-out di circa 10
minuti per un calo di tensione che l’ha resa ancora più
“particolare”. L’abbraccio collettivo a fine gara ci fa
comprendere, se ce ne fosse ulteriore necessità, quanto
“enorme” sia il lavoro di Lucarelli in questi “foschi”
giorni di fine ciclo. Perché una sola cosa è chiara a tutti:
un’era si è conclusa ed è vitale ricominciarne un’altra, con
la stessa matricola. E con tempi minimi a disposizione... Let’s go, Liotru, let’s go!
CATANIA
(4-2-3-1): Martinez; Calapai, Mbende, Silvestri, Pinto;
Salandria, Vicente (dal 25′ st Welbeck); Biondi (dal 31′ st
Mazzarani), Curcio, Capanni (dal 25′ Barisic); Curiale (dal
31′ st Beleck). A disp.: Furlan, Noce, Pino, Saporetti,
Panebianco, Welbeck, Biagianti, Dall’Oglio, Mazzarani,
Manneh, Barisic, Beleck. All.: Cristiano Lucarelli
VIRTUS
FRANCAVILLA (3-5-2): Poluzzi; Delvino, Marino (dal 23′ st
Castorani), Caporale; Di Cosmo (dal 37′ st Setola), Risolo
(dal 17′ st Marozzi), Zenuini, Mastropietro (dal 37′ st
Ekuban), Nunzella (dal 23′ Gallo); Perez, Vazquez. A disp.:
Costa, Sparandeo, Sarcinella, Pambianchi, Castorani, Setola,
Gallo, Ekuban, Marozzi. All.: Trocini
VOI METTETECI CUORE E CORAGGIO, I SOLDI LI
TROVIAMO NOI!
Questi
ragazzi hanno fatto qualcosa che resterà nel
nostro ricordo. Hanno dato forma a quello che
gridiamo da sempre sugli spalti: “Onorate la
nostra maglia”.
La maggior
parte di loro è giovanissima. Non prendono lo
stipendio da mesi, chi dormiva a Torre del Grifo
ha dovuto cercarsi un alloggio. Corrono il
rischio di non potersi giocare il prossimo turno
dei playoff perché non ci sono i soldi per
mandarli in trasferta.
NON LO
MERITANO. E NON PERMETTEREMO CHE ACCADA!
Lanciamo una
raccolta fondi per consentire ai nostri ragazzi
di coltivare il loro e il nostro sogno, per
trovare i fondi necessari a concludere la
stagione, coprendo le spese. Sottoscriviamo una
quota minima di 5 euro (chi vuole può mettere di
più), come se stessimo pagando il biglietto al
Massimino. Venite a staccare un biglietto, a
tutti gli effetti: un biglietto di sostegno alla
squadra. Nelle prossime ore vi diremo tutti i
dettagli per aderire.
Invitiamo
tutti a partecipare, dal Sindaco, agli
assessori, consiglieri comunali, agli
imprenditori, ai tifosi e a tutti i cittadini.
Saremo NOI ad
accompagnarli fino in campo. Perché, come
abbiamo sempre detto, il Catania SIAMO NOI.
Riscaldatevi, tocca a noi entrare!
Giovedì 2
luglio e venerdì 3 luglio, dalle 17 alle 22, ci
sarà il banchetto dietro il chiosco di piazza
Dante per l’acquisto dei biglietti (cifra
simbolica 5 euro, chi vuole può contribuire
maggiormente). Gli unici autorizzati a ricevere
i soldi a piazza Dante sono Michele Spampinato e
Pietro Russo.
Ci stiamo
attrezzando per attivare una post pay evolution
(ricaricabile anche da conto corrente bancario),
per dare la possibilità a tutti coloro che
vivono fuori di poter contribuire. È la
soluzione più veloce.
IMPORTANTISSIMO: SOLO LE MODALITÁ COMUNICATE
ATTRAVERSO QUESTA PAGINA SONO QUELLE VERE DELLA
RACCOLTA. NON CONSEGNATE SOLDI A CHI VE LI
CHIEDE AL DI FUORI DELLE INDICAZIONI CHE VI
DAREMO.
Vi
comunicheremo l’ammontare della somma ricavata,
che consegneremo direttamente a mister Lucarelli
e alla squadra.
Ps: domani
rispettate il distanziamento fisico e indossate
la mascherina.
pagina FB di Attilio Scuderi
GRAZIE IN E..TERNI
Max Licari
Bisogna vincere la
partita più importante
Un gol, due pali e mezzo,
un clamoroso rigore negato dal mediocre direttore di gara
Marcenaro di Genova, un dominio del gioco netto nei
confronti di un avversario senza capo né coda, mal
assemblato e ancor peggio allenato. Questo il succo della
commovente prestazione del Catania al “Liberati”, dal quale
avrebbe strameritato di venir fuori con una vittoria e la
qualificazione al turno successivo dei playoff. Purtroppo,
il Dio del Calcio, fin troppo malevolo negli ultimi anni con
i rossazzurri, ha voluto premiare i rossoverdi di casa che,
nell’unica vera palla gol creata a una decina di minuti dal
termine della partita, strappano un pareggio che consente
loro la continuazione nel barrage a eliminazione diretta.
Tuttavia, due cose nettamente ci dice questo match:
1) questi ragazzi e
questo allenatore meritano onore e rispetto, nonché, in
discreta parte, la conferma (con quattro-cinque ritocchi di
valore questa è una squadra che può tranquillamente lottare
per la promozione dalla C in B);
2) La miracolata Ternana
che esulta a fine partita come se avesse vinto la Champions
League, dopo aver trascorso i quindici minuti finali
praticamente a terra con quasi tutti gli effettivi a
contorcersi in evoluzioni cabarettistiche da torneo UISP, ha
le stesse probabilità di vincere i playoff quanto lo
scrivente di passare una notte d’amore con Jennifer Aniston.
La realtà è che doveva
andare come è andata. Quando gestisci una società di calcio
come è stato gestito il Calcio Catania negli ultimi cinque
anni, poi nemmeno la fortuna ti assiste, secondo la ben nota
Legge di Murphy. La squadra è stata commovente, ha dato
tutto e ha meritato il plauso dei tifosi catanesi. Ha
lottato fino all’ultimo minuto, andando a un passo da un
autentico miracolo. Certo, se al posto di Barisic il Catania
avesse avuto “nonno” Vantaggiato, probabilmente la gara si
sarebbe chiusa sul 2-0, come da meriti acquisiti sul campo,
ma quello è un altro discorso, un vecchio discorso che, a
nostro parere, si inscrive nell’unica “pecca” dello
splendido “secondo Lucarelli” in chiave rossazzurra:
l’autolesionismo nel voler mettere sempre in campo un
elemento che avrebbe dovuto da tempo chiudere la sua
avventura a Catania. Ma fa lo stesso. Chi sa di calcio
capisce quanto grande sarebbe stata l’impresa di vincere
contro una squadra che nella ripresa ti mette in campo gente
come Furlan (che cambia il volto della propria compagine),
Ferrante, Paghera o Vantaggiato… Basti fare il confronto con
i subentrati in maglia etnea per avere contezza della
differenza di organico. Eppure, il Catania avrebbe meritato
molto più della Ternana di andare avanti, grazie a
organizzazione di gioco, spirito di sacrificio e
attaccamento alla maglia. Adesso, un grazie sincero e tutti
uniti e compatti in direzione della vittoria nella partita
più importante, quella che si concluderà il 23 luglio alle
ore 11. Lì si dovrà vincere e si vincerà. Un’era si è chiusa
definitivamente e un’altra ne comincerà. Nuova eppur antica,
nel solco della nostra storia, targata 11700. Solo quello
conta. Solo quello.
Una gara praticamente
perfetta, conclusa con una beffa atroce
Nulla ha sbagliato
Lucarelli nell’impostazione di questa gara, quasi niente i
giocatori che la hanno interpretata al meglio. Riconferma in
blocco del modulo e degli undici che avevano sconfitto la
Virtus Francavilla, atteggiamento propositivo fin dal primo
minuto, avendo a disposizione un solo risultato. Benissimo
le coppie sugli esterni (Calapai-Capanni e Pinto-Biondi),
tosti Salandria e Vicente in mezzo e molto bravo Curcio a
far da raccordo con il volenteroso (ma come sempre
inconcludente) Curiale. I padroni di casa, soprattutto in
mediana (male Palumbo e Verna), non si sono quasi mai
raccapezzati, mal supportati da un attacco fumoso (il solo
Marilungo, talora, riusciva a produrre qualche strappo
interessante), andando in grande difficoltà. Dopo un paio di
buone occasioni con Curiale e Calapai, il clamoroso palo di
Biondi al 34’ faceva da preludio al meritatissimo vantaggio
siglato dallo stesso “catanesino volante” al 43’: splendido
cross di Pinto, Mbende da due passi impegnava Iannarilli,
tap-in vincente del numero 21 rossazzurro, alla sua seconda
rete in questi playoff. Nella ripresa, il Catania non
arretrava il baricentro, giocando sempre a viso aperto
(clamoroso il rigore negato agli ospiti al 52’ a seguito di
un chiarissimo fallo di mani in area di un giocatore
ternano), anche grazie alla freschezza messa in campo da
Lucarelli a partire dal 60’ (Manneh e Barisic per Curiale e
Capanni). Al 76’ come già accennato, Barisic, servito da
Curcio, ha avuto la palla per chiudere i conti: primo tiro
da due passi ciabattato, sulla ribattuta, “scavetto” su
Iannarilli che si stampa sul palo. Non sfortuna, purtroppo,
ma imperizia. E chiudiamola qui. Si sapeva, comunque, che la
panchina rossoverde fosse molto munita e l’unica cosa che
Gallo potesse fare era mettere in campo, come mossa della
disperazione, tutta la qualità a disposizione. E proprio i
due subentrati più qualitativi, Furlan (il migliore dei
suoi) e Ferrante, al minuto 80 lo hanno premiato al di là
dei suoi meriti, mandando la Ternana al turno successivo,
nell’unica vera occasione nitida creata in 90’. Nella
fattispecie, è il subentrato Biagianti a non riuscire a
stoppare il cross del fantasista e il pur bravo Pinto a
perdersi l’attaccante di casa, abile a insaccare in tuffo di
testa a due passi da Martinez. Una beffa atroce, suggellata
dai classici teatrini da terza serie andati in scena nel
finale e mal gestiti dall’arbitro. Nulla di nuovo sotto il
sole della Serie C. Una Serie C dalla quale si avrà
l’obbligo di riemergere a partire dal prossimo anno. Con una
società nuova, dall’anima antica e il cuore targato 11700.
Let’s go, Liotru, let’s go!
http://www.calciocatania.com/articoli/articoli.php?8421&fbclid=IwAR1UuTYgulkdQnrTfctLIS-afDmkNJdyPy8GveETYI9h7WLw6Txq1qTjWN0
TERNANA
(4-3-2-1): Iannarilli; Parodi, Diakité, Bergamelli,
Mammarella; Verna (78′ Vantaggiato), Palumbo (57′ Paghera),
Salzano; Defendi (61′ Furlan), Partipilo (60′ Ferrante);
Marilungo (78′ Nesta).
CATANIA
(4-2-3-1): Martinez; Calapai, Mbende, Silvestri, Pinto;
Salandria (80′ Mazzarani), Vicente (68′ Welbeck); Capanni
(60′ Manneh), Curcio, Biondi (67′ Biagianti); Curiale (60′
Barisic).
Calcio
Catania / Finisce l’era Pulvirenti, salva la matricola
11700. La Sigi nuova proprietaria
by Giovanni Rinzivillo •
24 Luglio 2020
Il Calcio Catania cambia
proprietà, da ieri la Sport Investment Group Italia (Sigi)
detiene il 95% delle azioni del club. La nuova S.p.a,
formata da una cordata di imprenditori catanesi, si è
aggiudicata l’asta fallimentare indetta dal Tribunale di
Catania per un milione 390 mila euro rilevando le quote
societarie precedentemente di proprietà di Finaria la
holding di Nino Pulvirenti.
La Sigi, promossa dai
catanesi Fabio Pagliara (segretario generale della
Federazione Atletica Leggera Italiana) e Maurizio Pellegrino
(ex giocatore ed ultimo allenatore del Catania in serie A),
ha lavorato al progetto per l’acquisizione del Catania da 7
mesi concludendo oggi il complicato iter.
Adesso per la Sigi si
apre un periodo molto impegnativo per la ristrutturazione
della società con un piano di rientro dei debiti esistenti a
carico del Calcio Catania.
Intanto nell’immediato
c’è da provvedere all’iscrizione della società al prossimo
campionato di serie C entro il 5 agosto e di conseguenza
allestire la nuova squadra.
Si chiude così dopo 16
anni l’era in agrodolce di Pulvirenti che ha visto il
Catania disputare 3 campionati di Serie B con una
promozione in serie A, 8 campionati di serie A e 5
campionati di serie C. Non dimentichiamo che sotto la
gestione Pulvirenti il Catania ha costruito il Centro
Sportivo di ” Torre del Grifo” tra i più moderni e belli
d’Europa.
https://www.vdj.it/calcio-catania-finisce-lera-pulvirenti-salva-la-matricola-11700-la-sigi-nuova-proprietaria/
HANNO
LASCIATO CATANIA
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Rossitto (Acireale) |
Curcio (Foggia) |
Salandria (Viterbese) |
Di Molfetta (svincolaro) |
Rizzo (Triestina) |
Esposito (Latina) |
Saporetti (Pro Patria) |
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Furlan (Empoli) |
Mazzarani (Livorno) |
Curiale (Catanzaro) |
Mbendè (Viterbese) |
Barisic (a so
casa) |
Capanni (Milan) |
Beleck
(svincolato) |
Biagianti e
Marchese (ritiro)
L'ERA
PULVIRENTI
clicca sui
pulsanti per accedere ad ogni singolo campionato di questo
ciclo
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