Demolita dai Normanni la torre bizantina di San Giorgio (primo
protettore di Catania) nel vecchio abside del Duomo,
di fianco la cappella di S. Agata e sul
transetto fu eretta la cappella della Madonna (della Vergine o del Rosario),
luogo in cui vengono conservati i sarcofaghi dei Reali aragonesi in Sicilia.
Cappella della Madonna (portale di
Gianbattista Mazzola): la devozione mariana ha segnato attraverso i secoli
il cammino della Chiesa di Catania: “I fedeli a loro volta si ricordino che
la vera devozione non consiste né in uno sterile e passeggero
sentimentalismo, né in una certa qual vana credulità, bensì procede dalla
fede vera, dalla quale siamo portati a riconoscere la preminenza della madre
di Dio, e siamo spinti al filiale amore verso la madre nostra e
all'imitazione delle sue virtù.” (CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Cost. dogm.
Lumen gentium, 67)
(Mons. Scionti)
ENTRANDO, A SINISTRA:
ENTRANDO, A DESTRA:
I due
sarcofagi, uno di fronte all’altro. Già nel 1597, i lavori
per il nuovo assetto del presbiterio avevano provocato un primo spostamento dei
sarcofagi al di sopra del nuovo coro ligneo. La posizione originale delle tombe
reali era sempre stata nell’abside centrale, quasi sicuramente ad altezza
d’uomo.
Nel 1628 si compì lo
scempio danneggiando irrimediabilmente i sarcofagi reali con stucchi di ogni
genere.
Nel 1952 furono compiuti
gli scavi per riportare alla luce l’originario piano di calpestio della Basilica
normanna e la Soprintendenza si rese conto che nelle pareti interne dell’abside
maggiore centrale del Duomo erano celate maldestramente le due importanti opere
d’arte antica: a sinistra quello della regina Costanza d’Aragona e a destra
quello degli altri componenti la famiglia reale di Sicilia. Nell'abside centrale
restano ancora visibili, sopra il coro ligneo, i danni provocati agli affreschi
per estrarli.
LA REGINA COSTANZA CHE
RIPOSA NEL SARCOFAGO PICCOLO
La regina Costanza
sbarcò a Trapani. Venne scortata da Artale Alagona fino a
Catania, dove venne raggiunta dal re. Le nozze vennero celebrate a Mineo. Era
l'8 febbraio 1361.
Il vescovo Marziale (1357-1375) partiva da Catania con un fastoso
corteo per celebrare le nozze tra Federico IV e Costanza. La Sicilia da quel
momento poteva vantarsi per esser governata da una giovane regina vaga d'aspetto
e gentile nell'animo, con un aspetto perfetto, naso aquilino, grandi occhi, una
bella bocca disposta al sorriso.
Il 15 aprile dello stesso anno le nozze vennero celebrate nel
duomo di Catania in forma solenne. Furono invitati tutti i baroni del regno e
per otto giorni Catania fu in festa. La regina grata delle manifestazioni di
simpatia che le erano state tributate, concesse ai catanesi molti privilegi. Il
re Federico, pure riconoscente concesse ai siciliani il privilegio di essere
liberi da ogni dogana.
La felicità di Federico III e di Costanza non durò a lungo.
Costanza morì nel luglio del 1363 nel Castello Ursino, in Catania, ove risiedeva
la Corte, tre giorni dopo aver dato alla luce Maria. Quando la Regina morì, fu
vestita con un manto regale ed ornata dei suoi gioielli; sul capo le fu posta la
corona. La sovrana venne tumulata nel duomo di Catania, in un sarcofago che reca
la sua figura sul letto di morte.
Nel suo sepolcro venne collocata la seguente epigrafe:
D.O.M. Constantia, Pelri IV Aragonum Regis
filia, ac Frederici III uxor. Catanae obiit anno salulìs 1363.
Il primo ottobre del 1958 venne effettuata una ricognizione al
sarcofago formato da un grande cassone marmoreo decorato con sculture. Sollevato
il coperchio, fu notato il sudario di seta bianco in cui era avvolta la salma
della regina, trovata allo stato scheletrico. Vicino al teschio era la cuffia e
residui del mantello rosso. Accanto alla salma un astuccio di piombo racchiudeva
una piccola pergamena. Nell'interno del feretro non fu trovata altra insegna.
Quando la sovrana morì, venne tumulata nella Cattedrale. Il
sarcofago venne posto a quel tempo accanto alla Cappella di S. Agata. Nel 1605,
durante alcuni lavori eseguiti nella Cattedrale, il sacello venne rimosso e
collocato nell'altare centrale. A quel tempo venne ricoperto con gesso e stucco.
Per effettuare questa operazione la figura della sovrana venne deturpata e
smozzicata con colpi di scalpello, forse allo scopo di fare aderire al sarcofago
la malta. Poiché non vennero più ritrovati i preziosi gioielli e la corona, era
evidente che erano stati asportati durante la ricognizione del 1605. Allo scopo
di fare sviare eventuali indagini sulla loro scomparsa e di eliminare ogni
traccia compromettente, sembra più accettabile l'ipotesi della scultura della
statua danneggiata, in modo da renderla irriconoscibile. Il viso però venne
risparmiato, forse per un atto di omaggio alla bella sovrana.
Catania - Le origini di Catania - Dal Quaternario
al terremoto del 1693 Giovanni Merode e Vincenzo Pavone - Edizioni Greco CT -
1993
...la leggenda raccontava della loro
sepoltura in duomo all'inizio della navata di destra (quella di Sant'Agata). Ma
quando a fine anni 50 fu rifatta tutta la pavimentazione della chiesa e si sondó
il sottosuolo (vennero tra le altre cose messe in luce
le
basi delle colonne del duomo normanno) ecco che davanti all'ingresso venne alla
luce la tomba di questi due soldati. Evidentemente tanto leggenda non era. Da lì
i resti vennero raccolti e racchiusi in due casse e collocate appunto
all'interno della cappella della Madonna. La storia, con tutti i dettagli, è
stata raccontata (e poi scritta anche in un suo libro) dall'allora tesoriere del
duomo mons. Reale.
.dopo 800 anni credo fosse rimasto ben poco.
Sicuramente i crani (perché uno dei due fu picconato da un operaio che pensava
di scavare sulla terra) e magari altre ossa. Per cui saranno state sufficienti
due cassettine a raccogliere i resti. Venne comunque decisa la traslazione
all'interno del duomo. Mi sembra però di ricordare (dovrei rileggere il libro..)
che la lapide in terra non indichi il punto esatto perché furono "incassati" in
una cavità del muro....comunque in corrispondenza dall'angolo di sud est della
cappella..
Antonio Trovato
1)
FEDERICO III RE DI SICILIA
Federico II di Sicilia o "Federico II d'Aragona" o "Federico
di Trinacria" (nato a Barcellona il 13.12.1273 - morto a
47 anni a Paternò il 25.6.1937).
Figlio terzogenito di Pietro III re d’Aragona e Catalogna e
dell’ultima discendente della dinastia Sveva, Costanza di
Hohenstaufen, figlia di Manfredi re di Sicilia. Era già
Vicario del regno di Sicilia nel 1291 quando il 15 gennaio
1296, in sede di Parlamento a Catania, fu acclamato dai
siciliani re di Sicilia, in quanto il fratello Giacomo, re
d’Aragona, aveva praticamente venduto la Sicilia a Carlo II
d’Angiò detto lo zoppo. Resistette validamente all’assalto
degli Angioini, sostenuti da papa Bonifacio VIII, finché col
trattato di Caltabellotta (1302) ottenne da un lato di
conservare l’isola col titolo riduttivo di re di Trinacria e
dall’altro accettò che, alla sua morte,la Sicilia passasse
alla casa d’Angiò: per suggellare la pace sposò Eleonora
figlia di Carlo II. Ma nel 1313, rotta la pace, assunse il
titolo di re di Sicilia con il nome di Federico II e nominò
suo erede al trono suo figlio Pietro dando così origine ad
una dinastia di “Aragonesi di Sicilia”. Alla sua morte,
avvenuta per malattia nel 1337, il re che aveva ridato
dignità ai siciliani fu sepolto nella città che egli stesso
aveva eletto a sua residenza.
La
moglie di Federico III, Eleonora D'Angiò, morì nel 1343 nel
convento di San Nicolò la Rena di Nicolosi. Fu sepolta a
Catania nella chiesa di San Francesco d’Assisi, che si vuole
sia stata fatta erigere da lei stessa.
La moglie di Federico III, Eleonora D'Angiò, morì nel 1343 nel convento di San Nicolò la Rena di Nicolosi. Fu sepolta a
Catania nella chiesa di San Francesco d’Assisi, che si vuole
sia stata fatta erigere da lei stessa. |
2)
GIOVANNI D'ARAGONA (SETTIMO FIGLIO DI RE FEDERICO)
Giovanni D'Aragona o Giovanni di Randazzo (ma anche di
Sicilia o di Atene) (nato a Catania nell'aprile o maggio
1317 – morto a 31 anni a Milo il 7 aprile 1348) fu Infante
d'Aragona, sin da giovane marchese di Randazzo, duca di
Atene e Neopatria (Neai Patriai) dal 1338 e reggente del
regno di Trinacria dal 1342 al 1348. Era il settimo figlio
del re di Sicilia Federico III d'Aragona e di Eleonora
d'Angiò.
Ancora in giovane età il padre gli concesse il titolo di
marchese di Randazzo.
Nel
1338, alla morte del fratello Guglielmo, che non aveva
lasciato eredi, ereditò il titolo di duca di Atene e
Neopatria, e come i suoi predecessori, anche Giovanni non si
recò mai nei territori dei due ducati. A partire da quello
stesso anno, cominciò ad esercitare la reggenza per conto
del fratello, il re di Trinacria, Pietro II.
In
quel periodo, prima del 1340, sposò Cesarina Lancia, figlia
del signore di Delia e conte di Caltanissetta, Pietro
Lancia. Nel 1342, alla morte del fratello Pietro II, assieme
alla cognata, Elisabetta di Carinzia, fu nominato tutore del
nipote Ludovico, che gli era successo sul trono, e la
reggenza fu affidata a Giovanni. Elevò a sua residenza, e
quindi capitale, la città di Randazzo. Per curare la
perdurante gotta soggiornò spesso a Milo, dove fonderà il
cenobio di Sant'Andrea.
La
sua reggenza si caratterizzerà per la diplomazia e la
ricerca di un compromesso che ponesse fine ai Vespri
siciliani. Con il Papa Clemente VI e la regina Giovanna
d'Angiò preparò una bozza di un trattato: gli Angioini
avrebbero rinunciato alle pretese sulla Sicilia, il Regno di
Trinacria avrebbe riconosciuto di far parte, come stato
indipendente, del Regno di Sicilia. L'accordo prevedeva
inoltre il soccorso di Napoli in caso di guerra e un tributo
annuo di 3000 onze al Papa da parte della Sicilia.
L'accordo detto anche la «Pace di Catania» venne firmato dai
contendenti, ma non ratificato dal Parlamento siciliano.
Infatti il 3 aprile 1348 Giovanni, colpito dalla tragica
epidemia di Peste Nera, spirò a Milo dove invano aveva
cercato scampo dalla pandemia.
Nei
ducati di Atene e Neopatria, a Giovanni, successe il figlio
Federico, mentre nel marchesato di Randazzo gli successe il
nipote, Federico, futuro re di Trinacria. Giovanni fu
sepolto nella Cattedrale di Catania, accanto al padre
Federico d'Aragona.
|
3)
LUDOVICO DI SICILIA (NIPOTE DI RE FEDERICO)
Ludovico di Sicilia (o Luigi) d'Aragona o di Trinacria,
detto il Fanciullo (nato a Catania nel 1335/1337 – morto a
19 anni al Castello di Aci, 16 ottobre 1355) è stato il
quarto re (con il titolo di re di Trinacria) della dinasta
aragonese in Sicilia dal 1342 alla sua morte. Era nipote di
Federico III di Sicilia (sarcofago grande), figlio maschio
primogenito di Pietro II e di Elisabetta di Carinzia, figlia
di Ottone III del Tirolo e di Eufemia.
Morto
il padre Pietro, nel 1342, divenne a soli sette anni Re di
Sicilia, sotto la duplice reggenza dello zio, il duca di
Randazzo Giovanni d'Aragona e della madre, che provocò
tensione ed instabilità nel Regno.
Ludovico risiedette fino al 1347 a Randazzo. Il suo regno
attraversò un delicato periodo di crisi economica e di
instabilità politica. Nell'inverno del 1347 arrivò anche una
tremenda epidemia di peste che imperversò per anni decimando
la popolazione e che l'anno dopo, nel 1348, colpì anche il
reggente, lo zio Giovanni, che, in punto di morte, designò
come suo successore, alla reggenza insieme alla regina
madre, Elisabetta, il catalano Blasco II d'Alagona, malvisto
dalla locale nobiltà siciliana.
La
rivalità fra le famiglie latine, (ovvero i Chiaramonte,
Palizzi, Ventimiglia e degli Uberti - avversi agli
aragonesi) e quelle catalane (Peralta, Alagona, Moncada -
invece di parte aragonese), che fino ad allora era stata
contenuta dalla diplomazia del duca Giovanni, provocò
ulteriore tensione nel Regno e degenerò in guerra civile.
Negli anni successivi, infatti Ludovico dovette inviare
l'esercito regio contro i Chiaromonte, sfidandoli a Milazzo.
Solo nel 1350 si arrivò a un compromesso di pace.
Nel
1352, alla morte della madre, la reggenza fu assunta dalla
sorella maggiore di Ludovico, Costanza (sarco0fago piccolo),
che la resse sino al 1354.
In
seguito alla morte di peste del cugino Federico, Signore di
Aci e figlio di Giovanni d'Aragona, avvenuta nel 1355,
Ludovico si recò dalla fortezza di Agira dove aveva cercato
riparo dalla tragica epidemia di Peste Nera, al Castello di
Aci. La pandemia, però, non risparmiò neanche il Re che,
contagiato, spirò nella fortezza acese il 16 ottobre, a soli
19 anni.
Ludovico fu sepolto nella Cattedrale di Catania, accanto al
Re Federico III d'Aragona e Giovanni d'Aragona.
|
4)
MARIA D'ARAGONA (PRONIPOTE DI RE FEDERICO)
Maria
D'Aragona (Nata a Catania nel 1363 e morta a 39 anni a
Lentini nel 1402). Regina di Sicilia, figlia di Federico IV
d’Aragona il Semplice e di Costanza di Castiglia (nel
sarcofago piccolo), nipote di Pietro II di Sicilia e
pronipote di Federico III di Sicilia.
Maria
nacque nella residenza reale di castello Ursino. Sua madre
Costanza morì dandola alla luce e la piccola Maria successe
al padre nel 1377 sotto la tutela del conte Artale Alagona.
Attorno alla giovane regina divamparono gli intrighi. Il
partito di Artale aveva interesse affinché la regina andasse
in sposa al potente Gian Galeazzo Visconti, facendo così
uscire la Sicilia dalla sfera d’influenza della Real Casa
d’Aragona per entrare in quella italiana capeggiata dalla
signoria viscontea. Ma nel 1380 Guglielmo Raimondo III dei
Moncada rapì Maria dal castello Ursino e la consegnò al
nonno Pietro IV d’Aragona che la voleva sposa per un altro
suo nipote, Martino figlio del duca di Montblanch. Nel 1391
furono celebrate le nozze a Barcellona e nel 1398 i due
sposi furono solennemente incoronati a Palermo.
|
5)
PIETRO DI SICILIA (FIGLIO DI MARIA D'ARAGONA)
Pietro di Sicilia, anche detto Federico di Aragona (nato a
Catania il 19 novembre 1398 – morto a 2 anni a Catania, 16
agosto 1400), fu principe ereditario del Regno di Sicilia
dal 1398 alla morte. Figlio unico di Maria di Sicilia
(sarcofago grande) e di Martino il Giovane o "Martino I di
Sicilia" re di Sicilia e Duca di Atene e di Neopatria e
nipote di Costanza d'Aragona (sarcofago piccolo).
Dopo
sette anni dal matrimonio, Maria diede alla luce Pietro
nello stesso luogo dov’era nata lei, al castello Ursino, il
figlio Pietro/Federico ebattezzato il 23 aprile 1399 con il
nome di Pietro
Il
piccolo Pietro morì, ucciso da un colpo di lancia alla testa
durante una giostra, gettando Maria nella più profonda
prostrazione. Pietro fu sepolto nella cattedrale di Catania.
|
(sarcofago piccolo)
COSTANZA D’ARAGONA (NUORA DI PIETRO II, FIGLIO DEL RE
FEDERICO III)
Costanza Perez, o
Costanza d'Aragona e di Navarra. (nata a Poblet nel 1343 –
morta a 20 anni a Catania il 18 luglio 1363), principessa
d'Aragona e regina consorte del Regno di Trinacria dal 1361
al 1363).
Figlia primogenita del re
di Aragona, di Valencia, di Maiorca,di Sardegna e di Corsica
e Conte di Barcellona e delle altre contee catalane Pietro
IV il Cerimonioso, e della sua prima moglie, Maria di
Navarra.
Nel 1347, l'anno in cui
rimase orfana di madre, Costanza, dato che l'unico fratello
maschio, Pietro, era morto dopo poche ore di vita, fu
proclamata erede al trono dal padre Pietro IV; tale nomina
però non fu gradita dalla nobiltà e si ebbero delle
sommosse, soprattutto nel regno di Aragona, che Pietro
dovette soffocare. Nel 1350, Costanza non fu più l'erede al
trono, essendo nato, in dicembre, il suo fratellastro
Giovanni, che poi, alla morte di Pietro IV, salì al trono
col nome di Giovanni I il Cacciatore.
Nel 1351, Costanza, l'8
febbraio, a Perpignano, fu fidanzata con il conte d'Angiò,
Luigi I, figlio secondogenito del re di Francia Giovanni II,
detto il Buono, e della di lui moglie Bona di Lussemburgo,
sorella dell'imperatore Carlo IV del Sacro Romano Impero.
Nel 1356, nacque un
secondo fratellastro, Martino, che poi, alla morte di
Giovanni I il Cacciatore, salirà al trono, col nome di
Martino I il Vecchio o l'Umanista.
Nel 1361, l'11 aprile, a
Catania, Costanza sposò il Re di Trinacria Federico IV il
Semplice (1341-1377), figlio di Pietro II di Sicilia e di
Elisabetta di Carinzia.
Costanza visse nel
Castello Maniace di Siracusa, e morì, a Catania, il 18
luglio del 1363, in seguito al parto dell'unica figlia,
Maria futura regina di Trinacria, sposata - dopo un
rapimento - con Martino il Giovane. Venne sepolta nella
Cattedrale di Catania.
|
Visite alla cappella della Madonna
(tombe reali aragonesi) e alla sacrestia (affresco dell'eruzione del
1669)
dal Martedì (primo turno ore
16.15 - secondo turno ore 17.00) al Venerdì - Sabato solo mattina - Info: 339/4859942
|