LA SUA NASCITA
E LE PRIME VITTORIE DELLE NAZIONALI DI CALCIO
Il premio
originale assegnato alle squadre vincitrici dei
mondiali di calcio è stata la Coppa Rimet,
utilizzata dalle origini di questa manifestazione
fino all'edizione del 1970.
La coppa è stata
conquistata definitivamente dalla squadra nazionale
di calcio del Brasile nel 1970: il regolamento della
FIFA imponeva che sarebbe entrata in possesso della
squadra che l'avesse vinta per prima per tre volte.
La Coppa Rimet è
stata protagonista di numerose e strane vicende che
hanno avvolto la sua storia di misteri e domande
senza risposta. Inoltre si dice che fosse maledetta.
È il 29 maggio
del lontano 1929 quando il Congresso di Amsterdam
approva il progetto di organizzare un torneo
mondiale di calcio per nazioni, la "Coppa del
Mondo".
Il Presidente
della F.I.F.A., all'epoca, è il francese Jules Rimet,
il quale incarica un orafo parigino, Abel
La
Fleur, di realizzare il trofeo da mettere in palio.
La Fleur, cresciuto alla scuola del famoso Pierre C.
Cartier, progetta dunque il trofeo che prende il
nome del Presidente: Coppa Rimet.
Raffigura una
vittoria alata, poggiata su un piedistallo di marmo
a base ottagonale. Peso complessivo: 4 chilogrammi,
di cui 1,8 in oro a 18 carati.
Il 30 luglio del
1930, l'Uruguay, padrone di casa della
manifestazione, si impone per 4 a 2 sull'Argentina e
si aggiudica la Coppa Rimet, vincendo il primo
Mondiale di Calcio della storia.
I successivi due
sono dell'Italia: a Roma nel 1934 e in Francia nel
1938.
I TEDESCHI
VOGLIO L'ORO DELLA COPPA
Quando
scoppia la Seconda Guerra Mondiale, quindi, la Coppa
Rimet si trova in Italia. I nazisti, che dappertutto
cercano ricchezze per la causa tedesca, sono
attratti dall'oro della Rimet e vogliono la coppa.
Dal Comando
tedesco di Roma parte un ordine perentorio: «Bisogna
recuperare la Coppa Rimet a ogni costo».
Una
mattina del 1941, la Gestapo bussa alla porta
dell'ingegner Ottorino Barassi. «Buongiorno,
signori», saluta cortesemente l'ingegnere. «Cosa
posso fare per voi?» «Fuori la coppa, sennò per lei
sono guai», con un sorriso che non promette nulla di
buono. L'ingegnere allora sgrana gli occhi e guarda
i nazisti come fossero marziani. «Qua-quale coppa?»,
chiede.
«Poche storie: la
Coppa del Mondo».
L'ingegnere
riferisce che lui la Coppa proprio non ce l'ha.
«L'hanno portata a Milano quelli del Coni e della
Federazione», proprio così. Lo giura. «Sono degli
ingrati», aggiunge. Non hanno voluto che la tenesse.
Spiacente, ma non può essere di nessun aiuto. I
tedeschi mettono a soqquadro la casa sotto lo
sguardo rassegnato dell'ingegnere, ma non trovano
nulla. Tante scuse e arrivederci.
Finalmente solo,
si lascia cadere su una poltrona mezzo morto dalla
paura. Si riprende, beve un sorso d'acqua e si
accerta che i tedeschi se ne siano andati. Va in
camera da letto e, da sotto il talamo, tira fuori la
Coppa. I nazisti saranno anche testardi, pensa, ma
di certo sono stupidi. La Coppa Rimet è salva.
Iniziano in questo modo le peripezie di un
oggetto che presto sarà definito "maledetto".
LA PRIMA VOLTA
CHE FU RUBATA IN INGHILTERRA, NEL 1966
Con qualche anno
di ritardo, nel 1966 i Mondiali si tengono in
Inghilterra, la patria del calcio, di Scherlock
Holmes e di Scotland Yard. Al Westminster Hall di
Londra viene organizzata una mostra celebrativa e si
decide di esporre la Coppa Rimet. Così accade che il
20 marzo il trofeo viene rubato. L'Inghilterra è a
pezzi.
Vengono strette
d'assedio le metropolitane, perquisite centinaia di
persone.
Perché hanno
rubato la Rimet? In fondo, i francobolli esposti con
la coppa valevano molto di più. Elementare, Watson:
la coppa Rimet, con i suoi quasi due chili d'oro
puro, può essere fusa. Il terrore si dipinge sul
volto impassibile della Regina: l'Inghilterra non
immaginava di incappare in un figura tanto barbina
agli occhi del mondo.
Vengono arrestati
un paio di sospetti. Tra questi, un tale di nome
Edward Betchley, 47 anni, portuale disoccupato, che
viene poi rilasciato sotto cauzione.
Nel frattempo
arriva una lettera anonima, contiene un pezzo del
basamento della coppa. I ladri vogliono intavolare
una trattativa col Presidente della FA, Joe Mars.
Si è disposti a
tutto pur di salvare l'immagine del Regno Unito,
anche a scendere a patti con delinquenti.
Ma ecco cosa
succede. Pickles – che in Italiano vuol dire
"sottaceto" - è un simpatico bastardino. Mentre
passeggia con il suo padrone – David Corbett, 26
anni, impiegato in un'agenzia di viaggi – si apparta
perché deve fare un bisognino. Però non si decide.
Inizia ad
annusare, gira in circolo, scava una piccola buca.
Trova qualcosa. Sembra un pacco. Il cagnolino si
innervosisce perché l'imprevisto sta ritardando il
suo bisognino: inizia a strappare con furia la carta
di giornale e...Ritrova la Coppa!
L'Inghilterra
torna a essere gonfia e tronfia, tutto il mondo tira
un sospiro di sollievo. Il cane diventa un eroe.
Ma restano molti
interrogativi irrisolti. Perché il ladro ha voluto
far ritrovare la Coppa senza chiedere un riscatto?
Da più parti si paventa l'ipotesi che il cagnetto
eroe abbia ritrovato solo una copia del trofeo il
cui originale è stato già fuso.
Poco
dopo essere stato rilasciato, Edward Betchley muore
di enfisema. Di fatto, il primo di una lunga scia di
morti che si lascerà dietro la Coppa Rimet.
E il simpatico
Pickles? Muore soffocato dalla sua stessa bava.
LA SECONDA
VOLTA CHE FU RUBATA, IN BRASILE, DOPO I MONDIALI DEL
1970
Dopo i mondiali
del 1970 venne rubata di nuovo a Rio.
Balordi. José
Luis Rivera, detto Luiz Bigode (baffuto), un
decoratore, e Francisco José Rocha, detto Chico
Barbudo (barbuto), ex detective e ora mercante
d'oro.
Grazie alla
indicazioni di Peralta, il 19 dicembre 1983 i due
entrano nella sede della Federcalcio Brasiliana,
immobilizzano il custode e si impossessano del
trofeo.
Cosa farne
adesso? Chiedere un riscatto miliardario? Macché, si
decide di fondere l'oro del trofeo. I tre balordi
trovano un altro complice, l'argentino José Carlos
Hernandez, proprietario di un negozio di argenteria.
Hernandez ha l'attrezzatura adatta, ma può fondere
al massimo 250 grammi per volte. Si così fa scempio
della Coppa che viene tagliata a fette.
In poco tempo, i
quattro furfanti vengono rintracciati.
Nel gennaio del
1984, Peralta viene sorpreso dalla polizia per una
strada di Rio de Janeiro. Incappucciato, come il
peggiore dei terroristi, viene condotto in un posto
segreto e tenuto tre giorni senza mangiare. Viene
torturato, malmenato, insultato. Lo stesso capita a
Bigode, a Barbudo e a Hernandez. Vengono tutti
imprigionati. Poi, i quattro sono messi in libertà
vigilata. Si danno alla latitanza quando arriva la
sentenza di condanna.
LA LUNGA LISTA
DI MORTI
Il padre di
Peralta muore per la vergogna. È solo il primo di
una lunga lista. La maledizione della Coppa esige,
come già in passato, il suo tributo di sangue.
Siamo di nuovo in
Brasile.
Nel 1989,
Hernandez fugge in Francia dove si dà al
narcotraffico. Viene catturato a Parigi e sconta
sette anni di carcere. Nel 1998, torna in Brasile
dove viene beccato con quasi otto chili di cocaina
in valigia. Un poliziotto lo riconosce: «Tu sei
quello che ha fuso la Rimet», gli dice prima di
arrestarlo. Attualmente è malato e non deve
passarsela troppo bene in un carcere duro di Rio.
Nel frattempo,
nel 1994 Peralta fugge a Cabo Frio. Un compaesano lo
riconosce per averlo visto in un programma TV e lo
fa catturare. L'anno successivo, viene rilasciato in
libertà vigilata, ma la sua vita è ormai segnata.
Muore poco dopo abbandonato da tutti.
Il Barbudo viene
assassinato nel 1989 a Santo Cristo, in quello
stesso bar dove tutto è cominciato.
Tutto sommato, a Luiz Bigode è andata meglio che
agli altri: catturato nel 1995, finisce nel carcere
duro di Bangu. Da qualche tempo è in libertà
vigilata. Si dice che, durante le sue interminabili
passeggiate nel centro cittadino, giochi con un
cucciolo immaginario che chiama Pickles. Di tanto in
tanto, si accoscia di fronte al bastardino. Le
persone che passano di lì giurano di sentirlo
parlare con Pickles. Pare che gli dica: «Pickles,
quand'è che quel maledetto trofeo sarà sazio e ci
lascerà in pace?»
La leggenda vuole
che, a questo punto, si oda uno straziante guaito.
PELE',
Edson Arantes do
Nascimento, O Rei, O Rei do Futebol, la Pérola
Negra. Più semplicemente, Pelé.
L'unico
calciatore a vincere tre edizioni dei Mondiali di
Calcio, nel 1958, 1962 e 1970.
La foto che lo
immortala con la Coppa Rimet al cielo ha fatto il
giro del mondo. Era tra quelle mani, probabilmente,
che la Rimet voleva rimanere.
Forse, nessun
altro al mondo era degno di toccarla. Solo un dio.
Pelé, il Dio del calcio. Invece, anche i comuni
mortali hanno preteso di maneggiarla, la Coppa si è
voluta vendicare.
Quella con Pelé è
anche l'ultima fotografia della Rimet. Non si è mai
saputo che fine abbia fatto realmente.
C'è chi dice che
Peralta e compagni abbiano fuso solamente una copia.
C'è chi ritiene
che la stessa coppa innalzata al cielo da Pelé fosse
già una copia. Forse, dopotutto, la vera Rimet è
sempre rimasta nell'unico posto dove si sentiva al
sicuro.
Magari è ancora
lì, sotto il letto dell'ingegnere italiano Ottorino
Barassi, e continua a prendersi gioco di noi e di
tutti quelli che sono stati raggiunti dalla sua
maledizione.
http://www.latelanera.com/misteriefolclore/misteriefolclore.asp?id=163
La Coppa del
Mondo FIFA (in inglese FIFA World Cup)
è il trofeo assegnato
alla squadra vincitrice del campionato del mondo di
calcio. Ideata e disegnata dall'orafo e scultore
italiano Silvio Gazzaniga, prodotta dall'oreficeria
Bertoni di Milano, è diventata il simbolo della
massima manifestazione calcistica internazionale.
Dopo la vittoria a Messico 1970 per la terza volta
della Coppa Rimet da parte del Brasile, che si
aggiudicò la coppa definitivamente come da
regolamento, la FIFA ebbe la necessità di creare un
altro trofeo.
Bandito un concorso, tra 53 proposte fu quella
dell'italiano Silvio Gazzaniga ad essere scelta.
Rappresenta la gioia e la grandezza dell'atleta nel
momento della vittoria; due atleti stilizzati, che
esultando sorreggono il mondo.
È alta 36,8 cm, è in oro massiccio a 18 carati, il
diametro della base è di 13 cm, e pesa 6175 g . Alla
base ci sono due bande di malachite semipreziosa,
mentre al di sotto sono incisi i nomi delle nazioni
che dal 1974 si sono aggiudicate il trofeo.
Al contrario della Coppa Rimet, questa coppa non
sarà assegnata alla squadra che la vincerà per tre
volte, ma continuerà a "girare" fino a quando tutti
i possibili 17 spazi per le incisioni delle nazioni
vincitrici verranno riempiti, quindi fino ad i
mondiali del 2038.
A partire da Germania 1974 Il trofeo è stato ad oggi
assegnato due volte alla Germania Occidentale (1974,
1990), all'Argentina (1978, 1986), all'Italia (1982,
2006), al Brasile (1994, 2002), ed una sola volta a
Francia (1998) e Spagna (2010).
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