domenica
- ore 15.00 |
27
GENNAIO 2008 |
1° giornata girone di
ritorno |
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Stadio
Massimino - Catania
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Non
sempre si può vincere, bisogna saper...Pareggiare.
di
Marco Di Mauro (mondocatania.com)
Non
demoralizzarsi, per nulla. Capire il momento, capire le oggettive
ragioni di un Catania a fuoco lento, domato dalla ragione, di
classifica, e da sopraggiunti limiti aerobici. Si poteva vincere, s’è
pareggiato, non se n’è fatto un dramma con la Juventus, lo si può
evitare anche dopo questi novanta minuti a reti bianche.
Le
ragioni del cuore, appagate da un goal strepitoso annullato per
incompetenza, o sudditanza. Un nome, Celi, e la garanzia che almeno per
questa settimana in nessuna trasmissione nazionale dovremo sopportare il
volto paonazzo di Ghirardi che grida al complotto massonico. O quello di
Di Carlo che sfonda cartongesso qua e là, Mezzo gaudio.
Le
ragioni del Campionato. Un avversario diretto, in gran forma, col quale
s’è rischiato di vincere più volte, perdere una sola, tenuto a
debita distanza, in una giornata dove prevale trasversalmente il segno
X. Non si è smesso di credere nel colpaccio, ma il rischio ha fatto
spazio al sazio appagamento da pareggio.
Un
punto d’ufficio, che leva poco almeno quanto poco dà a meriti e
classifica. Parma ordinato, fresco, gasato più che afflitto dal ratto
interista, Morrone argine, Gasbarroni jolly imprendibile ma anche
graziato da un sacrosanto doppio giallo, così è stato deciso quaggiù
nei “Cieli”, e non parliamone più. Risultato assodato, tattica
ducale, cuore etneo. Sintesi di una gara che poco assomiglia alle
classiche “pugne” etnee. Accontentarsi, ambo le parti, e godere per
quanto permette un salomonico pareggio.
Facile
non è gestire una panchina corta, spremuta a metà, tra coppa e
Campionato, e con in previsione altri impegni, duri forse anche più
degli scorsi, pieni di attese, ma anche di inconvenienti, ieri Martinez,
che si blocca in rifinitura, domani Edusei e Vargas, squalificati
entrambi per Genoa, il ghanese anche per il ritorno di Coppa.
E
Baldini, oltre all’allenatore, è costretto a fare l’alchimista,
prendendo un po’ di questo, un po’ di quest’altro, badando bene di
non dar fondo a nessuno, ed un po’ anche l’indovino, per beccar l’uomo
giusto al momento giusto, e giù tutto nel pentolone, sperando che
qualcosa di buono esca.
Giro
di boa, meno spregiudicatezza, solo chi mira in alto non s’accontenta,
per scudetto o salvezza, in medio stat “pareggio”, senza strafare,
gestire il vantaggio, capire i momenti, approfittare di quelli giusti.
Strategie e tattiche, ora più che mai basilari, decisive, da maneggiare
con cura. Tutto attorno, il supporto del pubblico plaudente, qualunque
risultato porti con sé il triplice fischio arbitrale. Fiducia.
Ciò
che non paga il cuore, trovi pace nella ragione.
Forza
Catania.
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CATANIA:
Polito, Silvestri, Stovini, Terlizzi, Vargas, Baiocco (dal 82' Izco),
Edusei, Tedesco (dal 67' Pia'), Colucci, Spinesi (dal 77' Morimoto),
Mascara. A disposizione: Bizzarri, Gazzola, Biagianti, Sottil. All.
Baldini.
PARMA: Bucci, Zenoni, Falcone, Rossi, Castellini, Mariga, Cigarini,
Morrone, Gasbarroni (dal 67' Reginaldo), Pisanu (dal 91' Budan), Corradi
(dal 82' Lucarelli). A disposizione: Pavarini, Bega, Parravicini,
Matteini. All. Di Carlo.
Arbitro Celi Di Bari
Note. Ammoniti: Mariga, Morrone, Pisanu, Silvestri, Stovini, Vargas,
Edusei.
Risultati
Sampdoria
- Siena 1-0
Roma - Palermo 1-0
Atalanta - Reggina 2-2
Cagliari - Napoli 2-1
Catania - Parma 0-0
Empoli - Fiorentina 0-2
Milan - Genoa 2-0
Torino - Lazio 0-0
Udinese - Inter 0-0
Livorno - Juventus 1-3
Classifica
Inter 50
Roma 45
Juventus 40
Fiorentina 37
Udinese 33
Milan* 30
Sampdoria 28
Atalanta 26
Palermo 25
Genoa 25
Napoli 24
Catania 23
Livorno* 21
Lazio 20
Parma 19
Torino 18
Reggina 18
Siena 17
Empoli 16
Cagliari 13
* partite in meno
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domenica
- ore 15.00 |
3
FEBBRAIO 2008 |
2° giornata girone di
ritorno |
Stendiamo
un Velotto pietoso
di
Max Licari (calciocatania.com)
Premettiamo:
non ci sembra che ciò che stiamo per dire possa essere tacciato di
vittimismo, dato che il dato numerico parla chiaro: 5 sconfitte esterne
consecutive, 2 punti nelle ultime 5 gare. Uno score negativo che esula
dai presunti torti arbitrali e che deve far riflettere
approfonditamente. Infatti, non vorremmo che continuando puntualmente
ogni domenica a ripetere che la zona retrocessione disti 5 o 6 punti
(attualmente 5 le lunghezze di distanza dalla Reggina terzultima),
malgrado non giungano i punti, la situazione si facesse molto difficile.
Tuttavia, francamente troppi stanno diventando gli errori arbitrali
decisivi a sfavore del Catania. La settimana scorsa 2 punti non
guadagnanti a causa degli scempi dell’improponibile Celi di
Campobasso, oggi 1 punto (fondamentale anche per il morale, giacché
sarebbe andato a spezzare finalmente la serie negativa in trasferta)
sottratto dall’altrettanto deficitario Velotto di Grosseto, alla sua
seconda direzione in massima serie. Con quello di oggi, 7 i rigori
stagionali concessi dal “fischietto” toscano, di cui 6 alla squadra
di casa. Non comprendiamo proprio per quale santo motivo Collina abbia
deciso di “provare” i giovani principalmente con il Catania... Forse
perché è una di quelle società che, utilizzando programmaticamente il
“low profile”, non protesta mai per gli arbitraggi e, quindi, “fessa”
secondo quello che è l’andazzo italiano? Il Presidente del Parma,
dopo le esecrande cavolate arbitrali di Milano ai danni della sua
squadra, si è fatto vedere, tuonando fulmini e saette, in tutti i buoni
“salotti” televisivi del mondo, con il risultato di “raggranellare”
un punto al “Massimino” grazie a una direzione a dir poco
sconcertante.
Il Catania, di contro, dopo aver subito in uno scontro
diretto casalingo il giovane e spaventosamente scarso Celi, in “premio”
si è ritrovato, in occasione di un’altrettanto importante sfida
diretta, un arbitro all’esordio stagionale in Serie A... Un arbitro
che prima nega agli etnei un solare rigore susseguente a incredibile “parata”
di Bovo su tocco di Spinesi in piena area piccola (non comprendiamo come
si possa pensare che il precedente tocco di gamba annulli la
"parata" del difensore ligure), e poi ne assegna uno del tutto
simile (e, quindi, giusto) al Genoa (mano di Terlizzi in area), per
giunta decisivo. È possibile continuare così? Al di là delle indubbie
problematiche che la squadra rossazzurra al momento propone, ci sembra
che il limite sia stato oltrepassato. E ci chiediamo se questo benedetto
“low profile”, in un calcio alla frutta come quello italiano, possa
risultare una scelta produttiva. In soldoni, non sarebbe meglio che il
Presidente Pulvirenti facesse sentire la sua voce in maniera decisa, in
modo da scongiurare il pericolo di passare per i “cornuti contenti”
della Serie A? Probabilmente sbagliamo, ma al momento si fiuta un’aria
non del tutto salubre.
rivestivano
importanza fondamentale. I rossazzurri, inutile negarlo, ne sono venuti
fuori in maniera assai negativa dal punto di vista del risultato
numerico. La classifica, del resto, si è accorciata molto e alcune
squadre dietro stanno cominciando a correre. Attenzione, quindi. Il
calendario riserva Inter e Milan in casa, Fiorentina ed Empoli fuori. In
pratica, tre “big” del calcio italiano e uno scontro diretto in
trasferta, dove il Catania va malissimo. Inutile dire che, a questo
punto, è necessario portare a casa qualche punticino “inaspettato”
fra le milanesi e i viola, per non rendere la classifica troppo
deficitaria. In casa gli etnei sono tosti, pertanto ci si può provare,
tanto più che Baldini avrà a disposizione tutta la rosa a partire
dalla gara con la corazzata nerazzurra avviata trionfalmente alla
vittoria del campionato. Rientreranno Vargas, Edusei e Martinez. Saranno
disponibili Alvarez e Silvestre. Bisogna ricominciare a fare punti.
Let's go, Liotru, let's go!!!
Il Milan è la squadra più
maltrattata, mentre il Catania quella più favorita". Questo
si legge su "Gazzetta.it": "
Questi
i numeri su "La Gazzetta dello Sport", peccato che, matematica
permettendo, 53-45 uguale 8 punti regalati all'Inter, che però suona
male come squadra maggiornamente favorita. Forse nemmeno a Gazzetta.it
perdono tempo a leggere "la rosa.."
Anche
la società, in serata, si è sentita in dovere di replicare alle parole
del quotidiano in rosa:
All'attenzione
del diretto della Gazzetta dello Sport Carlo Verdelli
Egr.
direttore,
riteniamo opportuno effettuare alcune precisazioni in merito all’articolo
pubblicato dal vostro giornale in data odierna, e relativo a presunti
vantaggi concessi al Catania a seguito di errate decisioni arbitrali. La
realtà è ben diversa, parlano i numeri: basti pensare che il Catania
ha usufruito di 1 solo calcio di rigore in tutto l’arco del campionato
subendone invece ben 6. Nonostante ciò, la nostra società e tutti i
tesserati hanno sempre rispettato le decisioni dei direttori di gara
mostrando concretamente senso di responsabilità anche in sede di
commento degli episodi più o meno favorevoli.
La ricostruzione dei fatti ci sembra a dir poco avventata: nè il
Catania, nè la Catania sportiva, storicamente, hanno mai usufruito di
favori di alcun tipo. Speriamo pertanto che il vostro quotidiano, in
segno di rispetto per i numerosissimi lettori e sportivi catanesi, possa
rivisitare in maniera più attenta il campionato del Catania per quel
che riguarda le decisioni dei direttori di gara. Confidando in un vostro riscontro l’occasione ci è gradita per
porgere cordiali saluti. Catania,
5 febbraio 2008
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GENOA:
Scarpi; Konko, Bovo, Santos Criscito; M.Rossi (34' st Lucarelli), Paro,
Juric, Danilo; Borriello (39' st Sculli), Figueroa (29' st Di Vaio). In
panchina: Lanza, Ghinassi, Danilo, Vanden Borre. Allenatore: Gasperini
CATANIA: Polito; Sardo, Terlizzi, Stovini, Silvestri; Baiocco 6,
Biagianti(8' st Izco), Tedesco (8' st Morimoto); Colucci, Spinesi (35'
st Pià sv), Mascara .
In panchina: G.Rossi, Gazzola, Sottil, Martinez. Allenatore. Baldini
ARBITRO: Velotto di Grosseto RETI: 14' pt Danilo, 14' st Bovo (autogol),
27' st Borriello (rigore) NOTE: giornata serena, terreno in brutte
condizioni. Spettatori: Ammoniti: Colucci, Stovini, Biagianti, Baiocco.
Angoli: 6-2 per il Catania. Recupero: 1' pt, 3' st.
Risultati
Palermo
- Livorno 1-0
Napoli - Udinese 3-1
Genoa - Catania 2-1
Inter - Empoli 1-0
Juventus - Cagliari 1-1
Lazio - Sampdoria 2-1
Parma - Atalanta 2-3
Reggina - Torino 1-3
Siena - Roma 3-0
Fiorentina - Milan 0-1
Classifica
Inter 53
Roma 45
Juventus 41
Fiorentina 37
Milan* 33
Udinese 33
Atalanta 29
Sampdoria 28
Palermo 28
Genoa 28
Napoli 27
Catania 23
Lazio 23
Torino 21
Livorno* 21
Siena 20
Parma 19
Reggina 18
Empoli 16
Cagliari 14
*
partite in meno
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domenica
- ore 20.30 |
10
FEBBRAIO 2008 |
3° giornata girone di
ritorno |
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Stadio
Massimino - Catania
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Il pubblico
di Catania, con corale ed unanime ironia, sbeffeggia e
distrugge
moralmente
il vero protagonista
della partita: lo showman
Farina.
Andiamo
avanti
di
Marco Di Mauro (mondocatania.com)
Di
quelle partite che, qualunque
cosa accada, bisogna guardare avanti, sempre avanti, mai fermarsi, ma
distrarsi.
Quando
poi la distrazione c’è, fa rabbia che non sia di un giocatore, ma di
un guardalinee.
Episodi
con l’Inter, fa specie parlarne, ma così è.
Almeno
da oggi, se non per onestà intellettuale, varrà l’evidenza:
Il
Catania non è la squadra più favorita dagli arbitri. Ed è chiaro.
Assodato ciò:
I
nerazzurri passano, alla prima sortita offensiva, con due uomini in
fuorigioco, limpido. Passano così, la passano liscia, sottoporta ed in
mezzo al campo quando Ibrahimovic ne fa a iosa di falli, e si permette
anche di dire al guardalinee: <v>“Dì a Farina che è un pezzo
di merda”. Niente omissis, lui, niente omissis noi.
Se
non è sudditanza è incompetenza, se non è incompetenza cos’é?
Prepensionamento obbligatorio, multona assicurata, perché l’ironia
non è permessa, a Catania, l’insulto è permesso, ai baldanzosi
campioni d’Italia, che bene suppliscono all’assenza della Juventus.
Chi ha orecchie per capire, capisca.
Ma
basta parlare di loro, intesi come 11+3, 3 come il Terzo tempo che non c’è.
Catania, perfetto, cosa si può rimproverare ad una squadra che per
tutto un tempo imbriglia l’Inter per stessa ammissione del suo
tecnico, per altro restio a certe chapeau?
Eventi
casuali, episodi. Commentarli si può, perderci poi troppo tempo non ha
ragione. Il miglior Catania della stagione poteva bastare, a fermare l’Inter,
l’Inter di sempre, che nulla lascia di intentato, nulla regala, in
qualsiasi regione del campo. Così non è stato.
Lode
a chi in campo ha bagnato la maglia con sudore e speranza, chi
nonostante la bolgia infernale non ha perso la testa, non è andato
fuori di matto ma s’è messo in campo, guardando avanti, credendoci
sempre, rinnegando l’impossibile. Ma se il fato premia gli audaci, non
altrettanto meritocratica è la legge degli uomini di Malebolge.
Tre
tiri in porta, Abra cadIbra... Puff, scomparso, “El Jardinero” ad
andar per campi. Alzi la mano non chi ci credeva, ma chi c’è
riuscito, in tutto un campionato. Promosso, Catania promosso, ed anche
quando il giusto premio viene negato, brutalmente, chiudiamo il passato
con l’ironia, guardiamo al futuro con la giusta carica agonistica, che
non manchi mai, quella: qualunque
cosa accada, andare avanti, disperare mai, nulla
è impossibile, solo quello che non si vuol raggiungere, tutti
insieme, tutti uniti, tutti al tuo fianco.
La
vittoria del pubblico
di
Fabio Alibrio (mondocatania.com)
Cosa
Scrivere? Boh! Mancano le idee. Anzi no, ci sono, forse son troppe, ma
confuse.
Come
il pubblico, prima ironico, poi aggressivo, poi ancora ironico, dando
fastidio. Strategia perfetta, da far saltare i nervi a chiunque,
figuriamoci ad un arbitro, ancor più se il suo nome è Stefano Farina,
l’uomo che gara dopo gara entra nella storia del Catania: il 28 Maggio
2006 fu promozione, Catania – Albinoleffe 2-1; il 2 Febbraio 2007 la
strage, la pagina più nera che il calcio rossazzurro, e non solo,
conserva, era Catania – Palermo, morì Filippo Raciti; oggi, 10
Febbraio 2008, un anno e qualche giorno dopo, si scrive ancora storia,
di tutt’altro tipo, ma importante.
I
tifosi vincono, la fragilità dei direttori di gara è finalmente emersa
a tutti, alla nazione intera, tanto da abbandonare il “terzo tempo”
ancor prima di iniziarlo. Un esempio negativo per i colleghi più
giovani, non solo a livello di CAN, andando a scovare il campo
regionale, non tralasciando quello provinciale, lì sì che nervi e
salute solo a rischio, seriamente.
Un
goal convalidato all’Inter in fuorigioco, cartellini dati a senso
unico, quasi vi fosse una predisposizione dettata da un qualcosa, come
fosse antipatia, speriamo sia solo questo. Eppure, a fine gara, si sente
dire in tv ma anche allo stadio: “Ma perché favori all’Inter? Non
ne avrebbe bisogno…”
Sicuro?
Per le sorti del campionato pura verità, non ci piove, ma oggi a
decidere sembra essere stato proprio quell’episodio, singolo, di una
disattenzione del primo assistente. Perché il Catania fino a quel
momento aveva domato gli avversari, rendendo innocui i giocatori più
rappresentativi, da Ibrahimovic a Cruz passando per Suazo, senza farli
tirare né concedendogli alcuno spazio. Ne è dimostrazione il primo
tiro in assoluto dell’Inter, al 58’, niente di pericoloso. Prima era
stato il Catania a crederci, con Izco di un soffio alto, poi Colucci su
punizione, anch’egli fuori misura.
Rete,
quella di Cambiasso, che la gara l’ha cambiata, dando la possibilità
all’Inter di raddoppiare con Suazo, a tu per tu con Polito.
Baldini
resta sereno in proiezione futura, l’avvicinarsi nei bassi fondi è
sempre più realtà, inutile negarlo. Guardare però solo la classifica
sarebbe un errore, meglio pensare ad una prestazione eccellente, di
quelle che capitano raramente. In attesa di conoscere i commenti della
“Gazzetta” di domani, aspettando con ansia quella che con pochi
dubbi verrà definita una “mancanza di rispetto verso chi fa il
proprio lavoro”. Peccato che l’arbitraggio significhi passione e
giustizia. Così non è, né giustizia per quanto visto oggi, né
passione in virtù di ricompense che per i direttori di gara sono
diventate enormi, e c’è, ancora, chi non è contento e si lamenta.
Pensando
a Farina come rappresentante degli arbitri in attività (carica
realmente ricoperta), Restando ottimisti per il proseguo della stagione,
“Non per Fama ma per Fede”
"Davanti
alle immagini non si può negare l'evidenza, è chiaro che c'è stato un
errore e vorrei sottolineare che non è solo responsabilità
dell'assistente. Siamo una squadra e lo sbaglio è anche mio". Non
sono permaloso, ho saltato il terzo tempo con il solo obiettivo di
mantenere sereno l'ambiente. Col senno di poi forse potevo scegliere di
fare diversamente, di andare in mezzo al campo, ma ripeto che in quel
momento avevo due scelte e ho preferito farne una finalizzata a rendere
l'ambiente più tranquillo".
A
CATANIA SI DICE "I MACCARUNI SU CHIDDI CA INCHIUNU A PANZA!"
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CATANIA
(4-3-3): 16 Polito; 2 Sardo, 21 Silvestri, 6 Stovini, 7 Vargas; 13 Izco,
8 Edusei, 17 Baiocco; 9 Colucci (22' st 25 Martinez), 24 Spinesi, 10
Mascara (37' st 11 Pià). In
panchina: 18 Rossi, 5 Silvestre, 19 Tedesco, 22 Alvarez, 27 Biangianti.
Allenatore: Baldini.
INTER
(4-4-2): 12 Julio Cesar; 16 Burdisso, 2 Cordoba, 23 Materazzi, 6 Maxwell;
11 Jimenez (26'pt 30 Pelè), 4 Zanetti, 19 Cambiasso, 26 Chivu (10' st
29 Suazo); 8 Ibrahimovc (26' st 28 Maniche), 9 Cruz. In
panchina: 1 Toldo, 24 Rivas, 21 Solari, 18 Crespo. Allenatore:
Mancini.
ARBITRO:
Farina di Novi Ligure.
MARCATORI:
19' st Cambiasso; 22' st Suazo. AMMONITI:
Cordoba (I), Vargas (C), Spinesi (C), Pelè (I), Silvestri (C). NOTE
- Terreno in buone condizioni. Recupero: 2' (pt), 3' (st).
Risultati
Atalanta
- Fiorentina 2-2
Roma - Reggina 2-0
Cagliari - Parma 1-1
Empoli - Lazio 1-0
Livorno - Genoa 1-1
Milan - Siena 1-0
Sampdoria - Napoli 2-0
Torino - Palermo 3-1
Udinese - Juventus 1-2
Catania - Inter 0-2
Classifica
Inter 56
Roma 48
Juventus 44
Fiorentina 38
Milan* 36
Udinese 33
Sampdoria 31
Atalanta 30
Genoa 29
Palermo 28
Napoli 27
Torino 24
Lazio 23
Catania 23
Livorno* 22
Siena 20
Parma 20
Empoli 19
Reggina 18
Cagliari 15
* partite in meno
|
domenica
- ore 15.00 |
17
FEBBRAIO 2008 |
4° giornata girone di
ritorno |
Belli
e perdenti
di
Fabio Alibrio (calciocatania.com)
Ancora
una volta a restare saranno i complimenti.
Solo
quelli, perché di punti il Catania a Firenze non ne vede, neanche uno.
Sarebbe stato meritato il pari, perché no anche la vittoria, e invece
la realtà è un’altra, purtroppo diventata abitudine, che sa di
sconfitta, in trasferta, l’ennesima.
L’handicap
con cui partono i rossazzurri non è indifferenze: c’è Pià, Spinesi
non è convocato, Martinez e Colucci chiudono le porte ad un Mascara
ancora non al meglio della condizione, anche se, a vederlo nella
ripresa, sembrerebbe l’asso vincente e nascosto della squadra.
Nonostante
tutto il Catania non soffre, doma e domina la Fiorentina di Mutu e
Pazzini, sterile in avanti e confusa a centrocampo dove gli ospiti
affermano, con un ritrovato Baiocco, la propria supremazia, non coronata
con un vantaggio meritato ma mai arrivato per la poca concretezza delle
azioni create. Poco impegnato Frey, per nulla Polito, eppure a passare
sono i padroni di casa, al 40’ del primo tempo, con Kuzmanovic servito
da uno splendido cross di Pazzini. Disattenzione difensiva unica ma
grave, imperdonabile lasciar staccare un centrocampista solo davanti al
portiere assolutamente indisturbato: centrali assenti, Baiocco
anticipato.
Si
va al riposo con l’amaro in bocca, si rientra in campo consapevoli di
poter fare di più e portare a casa qualche punto.
Per
sbloccarsi c’è bisogno di una prodezza che sa di passato, seppur
recente: si torna con la mente al Milan, coppa italia, gara di ritorno
al Massimino, Vargas tira al volo su schema da calcio d’angolo, gol e
bocche aperte, spettacolo. Quello di oggi appare come un replay,
sviluppi leggermente diversi, la sostanza non cambia: rete, 1-1 e palla
al centro.
Passa
poco, il Catania continua a fare la partita, un’altra disattenzione,
Mutu ne approfitta, tiro straordinario dal limite dell’area, potente
più che preciso: Polito, colpevole o meno, non ci arriva, Firenze
esulta, scoppia il Franchi.
La
gara resta aperta fino al 90’, fino al triplice fischio dell’ottimo
Banti, finalmente non determinante l’arbitro nel match,
indipendentemente dal risultato che, in ogni caso, resta beffardo e
bugiardo, quasi la dea bendata l’avesse col Catania, anche quando
Vargas da posizione impossibile sfiora pari e doppietta colpendo in
pieno il portiere avversario.
La
classifica chiede punti, il pubblico anche. Domenica prossima sarà una
lotta fondamentale, sempre in trasferta si vedrà l’Empoli, oggi
vincente a Napoli. Meglio sostenere, via le critiche, via i cattivi
pensieri, pur restando nella consapevolezza di un campionato difficile,
dal quale però è possibile uscire a testa alta.
Baiocco
accusa Mutu: "Ci ha scherniti."
Coda polemica per Fiorentina-Catania, partita vinta dai viola per 2-1
con gol decisivo di Mutu. E proprio sul romeno punta il dito accusatore
Baiocco, capitano del Catania. "Mutu è un grande campione - dice
il centrocampista rossoblu - ma è anche un uomo piccolo. Si parla tanto
di fair-play, ma fra noi siamo ancora al terzo mondo visto che ci sono
giocatori che scherniscono gli avversari". Secondo quelli del
Catania, nel finale di gara Mutu li avrebbe irrisi facendo qualche finta
e qualche giochetto con il pallone, cosa che ha innescato un accenno di
rissa. Alle accuse Mutu risponde così: "Quelli del Catania forse
non hanno digerito i miei giochetti ma il calcio è questo. E comunque
io sono stato riempito di insulti". Poi ha aggiunto: "Io gioco
sempre con rispetto per gli avversari, fermo restando che con la palla
al piede decido e faccio quel che voglio. Probabilmente loro erano più
arrabbiati per la sconfitta che per i miei giochetti".
Le
avversarie del Catania
Fondamentale
vittoria dell’Empoli a Napoli, 1-3 inaspettato, che fa fare ai toscani
in bel balzo in avanti in classifica, doppietta di Pozzi che poi esce
dal campo in barella infortunato (ginocchio) e gol di Budel nel finale,
per il Napoli gol del neoacquisto Mannini. Pareggio a reti bianche tra
Siena e Torino, i bianconeri perdono una buona occasione per ottenere i
3 punti; la Lazio vince finalmente all’Olimpico con un netto 3-0, due
gol di Rocchi su rigore e gol di Pandev non danno scampo all’Atalanta
di Del Neri.
Il derby della “Lanterna” se lo aggiudica la Sampdoria
con un super Cassano autore di giocate meravigliose ed ispiratore di
tutte le azioni dei blucerchiati, il gol decisivo di Maggio dopo che lo
stesso centrocampista aveva fallito almeno altre 3 nettissime palle gol.
Il Palemo allontana la crisi battendo con fatica il Cagliari per 2-1,
gol di Jankovic e Cavani, lo stesso attaccante rosanero firma però
anche l’autorete che ha permesso ai rossoblù di accorciare le
distanze.
La classifica
Meglio non guardarla la classifica al momento, i punti di vantaggio
sulle terz’ultime Parma e Siena si riducono sempre di più, sono
solamente 2 adesso; bisogna cambiare rotta, bisogna tirarsi fuori da
questa spirale negativa. Ora serve tranquillità e concentrazione in
vista dello scontro diretto di domenica prossima a Empoli, partita che
sarà fondamentale per i rossazzurri. Speriamo che siano capaci di
tornare disponibili tutti quei calciatori che al momento non sono a
posto fisicamente, in maniera tale che Baldini possa scegliere con
tranquillità chi schierare in campo. Ancora il campionato è lungo ma
bisogna riprendere la strada che ci ha dato molte soddisfazioni nel
girone d’andata.
di
Orazio Cutrona
|
Fiorentina
4-3-3: Frey, Potenza Gamberini, Dainelli, Pasqual, Kuzamanovic, Donadel,
Montolivo(19’st Jorgensen), Santana(31’st Semioli), Mutu, Pazzini.
All. Prandelli
Catania
4-3-3: Polito, Alvarez, Silvestri, Stovini, Vargas, Baiocco, Izco,
Biagianti(1’st Mascara), Colucci, Martinez, Pià. All. Baldini.
Arbitro:
Banti di Livorno.
Reti:
Kuzmanovic 40’pt; Vargas 14’st; Mutu 25’st.
Ammoniti:
Pazzini, Mutu, Donadel, Silvestri. Baiocco.
Recupero:
3’ – 4’
Risultati
Inter - Livorno 2-0
Parma - Milan 0-0
Juventus - Roma 1-0
Fiorentina - Catania 2-1
Genoa - Sampdoria 0-1
Lazio - Atalanta 3-0
Napoli - Empoli 1-3
Palermo - Cagliari 2-1
Reggina - Udinese 1-3
Siena - Torino 0-0
Classifica
Inter 59
Roma 48
Juventus 47
Fiorentina 41
Milan 38
Udinese 36
Sampdoria 34
Palermo 31
Atalanta 30
Genoa 29
Napoli 27
Lazio 26
Torino 25
Catania 23
Livorno 23
Empoli 22
Siena 21
Parma 21
Reggina 18
Cagliari 15
|
domenica
- ore 15.00 |
24
FEBBRAIO 2008 |
5° giornata girone di
ritorno |
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|
Stadio
Catellani - Empoli
|
Salvati,
salviamoci!
di
Marco Di Mauro (mondocatania.com)
A
terra, con i piedi e con la testa.
Ma
adesso è davvero troppo, non è il giorno di parlare di fortuna o di
sfortuna, il Catania non c’è per l’ennesima volta. In nessun
reparto. Senza cuore e senz’anima.
Altro
che Iene (ma auguriamoci che dopo Genoa, Firenze ed Empoli Collina non
sia anche a Livorno), non potrebbe nulla nemmeno la magia nera quando
manca la concentrazione, la voglia di vincere unita al convinzione di
poterlo farne, perché se ne hanno i mezzi. Così non pare, sul campo,
tutti disponibili, stavolta i problemi sono in casa, col capofamiglia
Baldini costretto a confrontarsi davanti l’evidenza dei fatti, d’una
gestione da risollevare, a partire dall’atteggiamento in trasferta,
inaccettabile.
Stiamo
quasi facendo il callo a che una squadra di serie A possa non combinare
nulla, ma proprio nulla fuori dalle proprie mura. Un atteggiamento già
vissuto, pericolosissimo, con sentori allarmanti. Da scongiurare.
Tutto
sarebbe potuto cambiare: quando Martinez prende un rigore in tuffo,
Spinesi quasi per giustizia divina, sbaglia il primo rigore dopo un anno
passato a fare il cecchino. Le regole non scritte del calcio impongono
poi l’ennesimo svarione difensivo, l’ennesima incertezza di Polito,
il secondo goal dell’Empoli, e partita finita. Sintomo di come quando
il Catania ci si mette riesce anche a far risuscitare l’attacco più
asfittico di tutta la serie A, privo anche del bomber Pozzi.
Errori,
senza dubbio. Classifica orribile, ma sincera, col Catania che dovrà
finalmente mettersi nella testa come ogni partita, da oggi in avanti,
sia una sfida salvezza, ogni partita, in casa o in trasferta.
Prendendola
con la giusta filosofia, quando l’anno scorso entrammo in crisi
mancavano solo 5 giornate alla fine del Campionato, dopo la gara contro
l’Empoli ne mancano parecchie di più, il che potrà permettere una
rapida ma non brusca presa di coscienza del vero obiettivo di questo
campionato, a Genoa le avvisaglie, ad Empoli l’occasione mancata che
vuol dire consapevolezza del proprio futuro.
Ci
sarà da combattere, niente spazio per distrazioni, riposini fuori
orario, leziosismi assurdi in zona goal, c’è da segnare, e da
chiudere la saracinesca. Ripartire, rimettere tutti in discussione per
ridare stimoli a chi sembra non averne ed opportunità a chi può, senza
dubbio, fare meglio d’un giocatore in campo solo per riempire la
maglia.
Inizia
un nuovo campionato per il Catania, dovrà esserne all’altezza, e qui
si parla anche di tifoseria, ed opinione pubblica, se si vuol bene a
questo Catania, se non si hanno parole di conforto e sostegno da dire,
si taccia. Non servono altri macigni da portare in groppa fino al
termine del campionato.
Ricominciamo
di
Fabio Alibrio (mondocatania.com)
Non
si può dire, almeno questa volta, che il Catania le occasione non le
abbia avute. Una traversa e un rigore sbagliato, prima Mascara e poi
Spinesi, i rossazzurri sono però tutto qui, a discapito di un Empoli
volitivo di far bene, e che, a contare le occasioni, le dita delle mani
non bastano. Nessuna sfortuna, non è discorso di assenze, è solo
mancanza di testa e concentrazione, quasi a volersi accontentare dei
complimenti ricevuti dopo Fiorentina – Catania, senza punti, così
come oggi, sempre più giù in classifica.
Una
gara, quella degli etnei, da dividere in due, come i tempi, il primo da
dimenticare, l’altro, almeno nella prima fase, che richiama il match
di Firenze, contro i viola di Prandelli.
Si
diceva di un primo tempo brutto, Empoli più cinico e impegnato dei
rossazzurri, stanchi, quasi svogliati. E’ Polito a salvare il
risultato su Giovinco nei primi minuti con una parata d’istinto che sa
di prodezza, di giornata sì, almeno per lui. E invece sul goal
realizzato al 37’ proprio da Giovinco il portiere rossazzurro non c’è,
poteva arrivarci, concorso di colpa con Terlizzi, anche oggi davvero
negativo, copia di quello visto a Genova qualche settimana fa: un’altra
partita per il centrale difensivo da mettere in un cassetto del quale
bisogna gettare via la chiave, per cambiare rotta, necessariamente.
Quel
che resta della prima frazione sono i cinque tiri in porta contro gli
zero del Catania, con Baiocco a creare l’unica conclusione pericolosa
su tiro dal limite finito di poco sul fondo alle spalle di Bassi,
lontano dal poter raggiungere il pallone. Ancora sacrificato Mascara,
tanti i suoi recuperi, e un po’ spaesato, almeno in fase difensiva,
Alvarez, neo acquisto rossazzurro, bravo per impegno e capacità ma poco
aiutato dai compagni di reparto e di centrocampo.
Seconda
frazione diversa, con un Catania che di occasioni ne crea, per volontà
sua e dell’arbitro, il signor Brighi, bravo nei primi quarantacinque
minuti, un po’ meno nei restanti, con un goal annullato per un
fuorigioco che non c’è all’Empoli e con un rigore concesso più per
un tuffo di Martinez che per altro, mal assistito, in entrambi i casi,
dai due collaboratori. La sostanza non cambia, il risultato sì, nel
finale, ancora in favore dell’Empoli: è una perla quella di Buscè,
la conclusione più che l’azione, quest’ultima possibile solo grazie
ad uno spazio lasciato che sa di spaesamento di difesa e centrocampo,
reparti assenti oggi, così come l’attacco, statico e confusionario,
con Mascara sacrificato spesso in difesa e costretto a far decine e
decine di volte il campo, Martinez troppo innamorato del pallone e
Spinesi nuovamente poco mobile, a deludere quelle aspettative nate in
settimana dopo i sei goal realizzati in amichevole. Peccato si
trattasse, con tutto rispetto, del Pozzallo Ragusa.
Una
sconfitta da digerire e dimenticare subito, già da mercoledì quando,
al Massimino, arriverà il Milan. Non c’è gap tecnico da considerare,
servono i tre punti, come obbligo, non ci si può più accontentare.
Perdere come oggi o come domenica scorsa non cambia, almeno in termini
di classifica. Giocando bene o male, con o senza complimenti, bisogna
vincere.
|
Tabellino
Empoli:
Bassi, Antonini, Marzoratti, Pratali, Tosto (25'st Raggi), Vannucchi
(15'st Moro), Buscè, Budel, Marchisio (40'st Marianini), Giovinco,
Saudati
A disposizione di mister Malesani: Balli, Abate, Rincon, Volpato.
Catania:
Polito, Alvarez, Terlizzi, Stovini, Vargas, Edusei, Izco (25' st Colucci),
Baiocco, Mascara, Martinez, Spinesi.
A disposizione di mister Baldini: Rossi, Sabato, Silvestre, Biagianti,
Pià, Gazzola.
Arbitro:
Brighi di Cesena
Risultato:
2-0
Marcatori: 37'pt Giovinco, 32'st Budel - Ammoniti: Buscè, Marzoratti,
Martinez, Giovinco.
Recupero: 2', 4'
Risultati
Torino
- Parma 4-4
Reggina - Juventus 2-1
Atalanta - Siena 2-2
Cagliari - Lazio 1-0
Empoli - Catania 2-0
Livorno - Napoli 1-2
Roma - Fiorentina 1-0
Sampdoria - Inter 1-1
Udinese - Genoa 3-5
Milan - Palermo 2-1
Classifica
Inter 60
Roma 51
Juventus 47
Milan 41
Fiorentina 41
Udinese 36
Sampdoria 35
Genoa 32
Atalanta 31
Palermo 31
Napoli 30
Torino 26
Lazio 26
Empoli 25
Catania 23
Livorno 23
Siena 22
Parma 22
Reggina 21
Cagliari 18
|
mercoledì
- ore 20.30 |
27
FEBBRAIO 2008 |
6° giornata girone di
ritorno |
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Stadio
Massimino - Catania
|
Il
Catania è in zona retrocessione
24.000
baci - di Marco
Di Mauro (mondocatania.com)
I
veri amici, si vedono nel momento del bisogno.
Quando
sembra di rimaner solo, contro tutto, e tutti.
I
veri uomini, si vedo nei momenti bui.
Quando
la strada non è mai stata così in salita, ed è più affanno che
forza, intorno.
Capita
così, capita a Catania, che vive oggi, e farà bene a ricordare:
qualora domani.
Il
momento peggiore, per la squadra, sotto di una rete,
il momento peggiore, per il pubblico, attonito,
il momento peggiore, per lui, in panca, tradito più dal pubblico che
dall’allenatore:
Un
cross, gira il corpo, gira la testa, gira il pallone, gira la fortuna,
cambia il vento:
Esplode
in “Goool”, Rimbomba in “Spinesi, Spinesi”.
“Catania
è mobile, qual piuma al vento”. Memento.
Alzare
la testa. Una prova di carattere, infinito, dopo la batosta, ennesima,
quando mollare sarebbe stato un lecito delitto psicologico. Spalle al
muro, reagire, è solo una postilla il nome dell’avversario, che
recita: Milan. Prima di tutto, in campo, è di nuovo Catania. È di
nuovo Spinesi.
Meno
critiche, più cross. Una campagna, non elettorale, che faremmo bene a
sottoscrivere. Tutti.
Giusto
il modulo, negli intenti quello del primo tempo (voglia di cambiare),
nei fini quello del secondo (voglia di segnare). Vargas sacrificato, con
Atzori spedito ambasciatore sull’out dirimpetto la panchina a
richiamarlo nella giusta posizione. L’elastico difesa-attacco non
funziona, Mascara e Martinez, nessuno al centro. Impossibilità tattica
di segnare.
Nostalgia
Spinesi, lo si intuisce allora. Ben venga allora la rete di Pato, se da
uno 0-0 senza particolari meriti porta ad un 1-1 che sa di vittoria a
metà. Polito incerto, quarta rete da fuori area, e quell’angolino che
non riesce a coprire. Bizzarri potrebbe dargli una mano, canone inverso,
di quel che fu il girone d’andata.
Poi
la svolta. Ritrovare a distanza di mesi quel “rombo” che nel derby
fece impazzire il Palermo, la squadra è quella, proprio quella, dalla
cintola in su, con un Silvestre in più, in difesa, elementare ma
efficace: di sostanza, e va benissimo così. Colucci rifinisce, Mascara
e Martinez folleggiano, Vargas sfonda a destra, Alvarez infila a
sinistra, Spinesi la butta dentro. A pallonate, termina col Milan in
assedio, e due reti annullate.
Tre
giorni, di distanza, dal vuoto di Empoli. Riflessione: la squadra della
rimonta: 9/11 quella vista al Castellani. A cambiare cosa è stato?
Riflessione... (a voi)
Ricompattato
il gruppo, testa, gambe e cuore, riannodate le fila di quella squadra
indomita, che imponeva il proprio gioco ovunque e comunque. Tutto s’inceppò
contro la Juventus, segnò Spinesi.
Ultima
rete in casa. Aprì, quella volta, chiude questa. Un pareggio che è “punto”
di partenza, solido appoggio, su una parete scoscesa e ripida, fare
perno e ricominciare la scalata.
Lo
merita un Bacio? 24..mila baci.
Così
si fa. Catania, adesso lo sai. Niente relax, ma che il Milan sia stimolo
per la vera gara importante, quattro giorni e si va a Livorno.
A
Livorno vietato sbagliare (calciocatania.com)
Tutte le possibili “ondate” di positività eventualmente generate
dal buon pareggio odierno, ovviamente, verrebbero spazzate via da una
non auspicabile “ricaduta” a Livorno (oggi sconfitto a Firenze),
ennesimo scontro diretto in programma domenica prossima. Gara
delicatissima in cui il Catania affronterà la terz’ultima in
graduatoria. Gara in cui sarà vietato sbagliare, al di là del modulo
prescelto o di qualunque altra considerazione tecnico-tattica. Che
riconfermi (noi non lo faremmo, ma noi non siamo tecnici e probabilmente
sbagliamo...) il 5-3-2 o si affidi al più classico 4-3-3, Baldini
dovrà presentare al “Picchi” una compagine che dia un seguito ai
segnali di ripresa psicologica e atletica intravisti nella sfida contro
i rossoneri, ma soprattutto dovrà mettere in campo una squadra
propositiva che giochi finalmente per vincere, in quanto 7 sconfitte
esterne consecutive possono anche bastare. Vogliamo veramente “toccare
con mano” la voglia di vincere, l’abnegazione, la grinta e l’attaccamento
alla maglia che i ragazzi dovranno profondere a larghe mani sul “green”
toscano. Ma, soprattutto, desideriamo che si porti a casa il risultato
positivo, giacché la classifica non tollererebbe ulteriori passi falsi.
Magari un match in cui, come si è fatto con Spinesi, si abbia il
coraggio di assegnare un turno di riposo a chi è più in difficoltà,
come Polito, vittima di un preoccupante processo di”pantanellizzazione”.
Ci sembrerebbe opportuno, difatti, che non si ripetessero eventi già
verificatisi lo scorso anno, in quanto la situazione adesso è ben
diversa. Se il Pantanelli in crisi nera della scorsa stagione non aveva
alternative (Spadavecchia non era da prendere nemmeno in
considerazione), quest’anno Polito è in concorrenza con due estremi
difensori credibili come Bizzarri e Rossi. Giusto che giochi chi è più
in forma: se, al momento, fosse Polito il portiere più in forma, ci
preoccuperemmo assai seriamente. Let’s go, Liotru, let’s go!!!
|
Tabellino
CATANIA
(3-5-2) -Polito; Silvestre, Silvestri, Stovini; Sardo (dal 59' Spinesi),
Baiocco, Edusei, Colucci, Vargas; Martinez (dall'84' Alvarez), Mascara.
Allenatore:
Silvio Baldini.
MILAN
(4-3-2-1) - Kalac; Cafu (dal 67' Oddo), Bonera, Maldini, Favalli;
Brocchi (dal 79' Gattuso), Emerson, Ambrosini; Seedorf; Pato, Inzaghi
dal 77' Gilardino).
Allenatore:
Carlo Ancelotti.
Arbitro:
Andrea De Marco di Chiavari.
Marcature:
55' Pato/M, 63' Spinesi/C.
Ammonizioni:
19' Stovini/C, 34' Favalli/L, 50' Colucci/C, 65' Cafu/M, 66' Baiocco/C,
68' Bonera/M, 88' Silvestri/C, 93' Gattuso/M.
Risultati
Juventus
- Torino 0-0
Atalanta - Sampdoria 4-1
Catania - Milan 1-1
Fiorentina - Livorno 1-0
Genoa - Napoli 2-0
Inter - Roma 1-1
Lazio - Reggina 1-0
Palermo - Empoli 2-0
Parma - Udinese 2-0
Siena - Cagliari 1-0
Classifica
Classifica
Inter 61
Roma 52
Juventus 48
Fiorentina 44
Milan 42
Udinese 36
Sampdoria 35
Genoa 35
Atalanta 34
Palermo 34
Napoli 30
Lazio 29
Torino 27
Parma 25
Siena 25
Empoli 25
Catania 24
Livorno 23
Reggina 21
Cagliari 18
|
domenica
- ore 15.00 |
2
MARZO 2008 |
7° giornata girone di
ritorno |
Livorno,
tre punti d'oro. Il Catania ora è terzultimo
Il
Livorno conquista tre punti preziosissimi per la lotta alla salvezza
contro una diretta concorrente: il Catania esce a testa alta dal
confronto.
La
cronaca. Camolese con il 3-5-2: davanti al portiere Amelia; difesa a tre
con Grandoni, Knezevic e Galante; robusto centrocampo con Balleri,
Pulzetti, De Vezze, Antonio Filippini e Pasquale.
In
avanti recuperato Tavano al fianco di Tristan. Baldini con Polito in
porta; in difesa Silvestri, Terlizzi, Silvestre e Stovini; a centrocampo
Izco, Vargas e Biagianti. In avanti il tridente composto da Martinez,
Spinesi e Mascara. Al 3' Catania subito pericoloso con Spinesi ma la
conclusione dell'attaccante etnei trovava pronta la deviazione di
Amelia. Un minuto dopo Martinez cadeva in area toscana ma l'arbitro
Bergonzi fischiava la simulazione e ammoniva il calciatore del Catania.
Al
10' gran tiro dalla distanza di Mascara ma la sfera terminava
abbondantemente fuori dallo specchio della porta toscana. Al 22' bravo
Martinez nel mettere in difficolta' la difesa del Livorno ma il
calciatore uruguaiano si faceva ribattere la conclusione a rete dalla
retroguardia dei toscani. Al 31' preciso diagonale di Martinez,
leggermente deviato da Galante, con palla che terminava di pochissimo a
lato. Ancora Catania pericoloso in area livornese: il peruviano Vargas
eludeva l'intervento di Balleri ma il difensore italiano era costretto a
fermarlo fallosamente. Al 38' tiro debole di Silvestri, sulla
traiettoria si inseriva Spinesi ma l'attaccante non riusciva a deviare
la sfera verso la porta di Amelia. Un minuto dopo Tavano sulla sinistra
provava il pallonetto, ignorando Tristan da solo in area catanese, ma la
conclusione del centravanti italiano terminava sul fondo.
Nella
seconda frazione di gioco, Camolese inseriva dal primo minuto una pedina
offensiva in più, Diamanti, al posto di De Vezze, nel tentativo di
vivacizzare la manovra d'attacco dei suoi. Al 17' si spezzava
l'equilibrio in campo: lo stesso Diamanti da fuori area lasciava partire
un velenoso sinistro a spiovere che si infilava alle spalle di Polito.
Due minuti dopo ancora un forte sinistro di Diamanti ma questa volta la
sfera terminava di poco fuori. Ancora Livorno pericoloso ed alla ricerca
del raddoppio: al 21' forte rasoterra di Tristan e palla che spegneva la
sua corsa contro il palo con Amelia battuto.
Baldini
dava una scossa ai suoi con un cambio: fuori Silvestri, al suo posto
dentro l'esperienza di Tedesco. Un minuto dopo gran girata di Stovini
che mancava di poco la porta dei toscani. Al 32' Camolese toglieva dal
campo lo stanco Tristan ed inseriva il portoghese Vidigal a dar maggiore
collaborazione al reparto centrale della sua squadra, sottopressione con
il forcing dei siciliani. ancora un legno per i livornesi: al 35' Tavano
si accentrava in area etnea e calciava forte ma la palla si stampava
sulla traversa con Polito battuto.
Un
minuto dopo il Catania reagiva con una gran conclusione in porta di
Spinesi ma il pallone sorvolava la traversa. Al 42' Livorno vicino al
raddoppio: colpo di testa di Vidigal con palla deviata con molta
difficoltà da Polito, sulla respinta Pavan a porta vuota spediva alto.
|
Tabellino
LIVORNO:
Amelia, Balleri, Grandoni, Galante, Knezevic (69' Pavan), A.Filippini ,
Pulzetti, De Vezze (Diamanti), Pasquale, Tavano, Tristan (76' Vidigal).
In panchina: De Lucia,
E.Filppini, Vailatti, Loviso, Bogdani.
CATANIA:
Polito; Terlizzi, Stovini, Silvestre, Silvestri (66' Tedesco), Vargas,
Izco (88' Alvarez), Biagianti, Mascara, Spinesi, Martinez. In
panchina: Bizzarri, Sardo, Sabato,Gazzola, Sottil.
Arbitro:
Bergonzi - Marcatori: 63' Diamanti. Ammonito: Martinez, Terlizzi, Izco,
Mascara, Diamanti, Balleri.
Recupero: 1' & 3'
Risultati
Roma
- Parma 4-0
Milan - Lazio 1-1
Cagliari - Genoa 2-1
Empoli - Siena 0-2
Juventus - Fiorentina 2-3
Livorno - Catania 1-0
Reggina - Palermo 0-0
Sampdoria - Torino 2-2
Udinese - Atalanta 2-0
Napoli - Inter 1-0
Classifica
Classifica
Inter 61
Roma 55
Juventus 48
Fiorentina 47
Milan 43
Udinese 39
Sampdoria 36
Genoa 35
Palermo 35
Atalanta 34
Napoli 33
Lazio 30
Torino 28
Siena 28
Livorno 26
Parma 25
Empoli 25
Catania 24
Reggina 22
Cagliari 18
|
domenica
- ore 15.00 |
9
MARZO 2008 |
8° giornata girone di
ritorno |
|
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Stadio
Massimino - Catania
|
Mentre
le altre piangono, il Catania finalmente sorride!
Catania,
vittoria in rimonta. Con il Cagliari finisce 2-1
CATANIA - Il Catania vince la sua prima partita del girone di
ritorno e dà una boccata d'ossigeno a una classifica che dopo due
pareggi e cinque sconfitte si era fatta decisamente asfittica. Al
Massimino finisce 2-1
per la squadra di casa, capace di pareggiare con Silvestri l'iniziale
vantaggio cagliaritano di Conti. Nel secondo tempo arriva l'autogol di
Canini, ma gli etnei legittimano la vittoria con una seconda parte di
gara decisamente all'attacco.
Per
dare una sferzata al ruolino di marcia dei suoi Baldini si affida al
tandem d'attacco Spinensi-Mascara. Dietro schiera Colucci. Modulo ad
albero di Natale, invece, per Ballardini: unica punta Acquafresca,
supportato dalla velocità di Jeda e Cossu.
Subito
Storari è costretto a un doppio miracolo per salvare la sua porta:
prima su Mascara e poi su Baiocco. Dopo l'iniziale sbandamento il
Cagliari prende le misure, soprattutto a Vargas. Il terzino è
continuamente raddoppiato dai difensori sardi. Il pallino del gioco è
in mano al Catania ma al 21' sono gli uomini di Ballardini ad andare in
vantaggio: dopo un calcio di punizione il pallone rimpalla in area
catanese e Conti da due passi non sbaglia.
Il
vantaggio mette le ali al Cagliari che due minuti dopo ci prova con
Cossu, ma il pallone scheggia la traversa. A sinistra Vargas ci mette
buona volontà ma non riesce a sfondare, mentre al 27' Bizzarri compie
un doppio miracolo su Jeda che brucia letteralmente Stovini.
Gli
uomini di Baldini attraversano venti minuti di totale confusione:
reparti scollegati, poche idee e automatismi che non funzionano. Dagli
spalti del Massimino iniziano a piovere i primi fischi che di certo non
aiutano Colucci e compagni. Proprio nel momento di maggiore difficoltà,
però, il Catania pesca il jolly che in questo caso assume le sembianze
di Silvestri: ancora un rimpallo in area e il terzino esce dal cilindro
una rovesciata che beffa Storari.
Nel
secondo tempo arriva come un lampo il 2-1 del Catania: le lancette
dell'orologio sono al loro terzo giro quando su uno spiovente in area
cagliaritana Canini tocca il pallone con il ginocchio e infila la
propria porta. Gli etnei adesso giocano con maggiore tranquillità e si
aprono spazi più ampi per Spinesi.
Al
23' l'attaccante catanese in contropiede va vicinissimo al gol,
negatogli però da un grande Storari che devia in angolo. Il portiere
del Cagliari è provvidenziale per i suoi anche al 32', quando devia
sopra la traversa una bomba da lontano del neoentrato Izco. L'ultima
parte di gara è un vero e proprio assalto dei padroni di casa alla
porta cagliaritana, con calci d'angolo a raffica e continue situazioni
di pericolo per Conti e compagni: al 34' ci prova Vargas con un gran
tiro al volo dai venti metri, ma un immenso Storari salva ancora. Nei
minuti finali, però, qualche brivido per gli spettatori del Massimino
ma prima Acquafresca e poi Cossu mancano il 2-2.
Bentornata
vittoria! Ci mancavi, ci mancavi davvero!
di
Dario Damico (mondocatania.com)
A
noi e ai nostri cuori assetati di emozioni; ai ragazzi, tormentati da
quella sfortuna che ogni settimana serpeggiava in tutti i suoi aspetti
crudeli; alla classifica, che aveva bisogno di una scossa, di una
boccata salutare e “ascensionale”.
Sei
tornata, o vittoria, in un pomeriggio di sole, in un Massimino vibrante,
incandescente, dove la tensione si respirava, e trapelava ansia, l’ansia
da vittoria. Match
al cardiopalmo sin dalle prime battute: un, due, tre, quattro minuti e
Colucci va via sulla sinistra, palla rasoterra per Mascara, che evita un
difensore e batte di sinistro; Storari neutralizza con bravura, e si
ripete miracolosamente su tap-in a bota di sicura dell’accorrente
Baiocco. Sembra
il preludio di un pomeriggio sul velluto per i rossazzurri, Mascara
manda alto di testa uno spiovente di Vargas, conclude a lato da fuori
area. Il Catania è vivo, voglioso. Ma
la doccia fredda non si fa attendere, e il Cagliari passa
incredibilmente in vantaggio tra lo stupore e il silenzio del Massimino:
punizione dalla destra, sfera che carambola sulla coscia di Colucci e
finisce sul piede di Conti, che fulmina Bizzarri da due passi.
Incredibile.
Eccoli di nuovo gli spettri, quelli di Livorno, Empoli e tanti altri
pomeriggi grigi. Spettri, che incombono sul prato dell’ex-Cibali e si
ficcano nelle maglie rossazzurre: il Catania, appunto, scompare.
Reazione inesistente, contraccolpo psicologico, nervosismo palpitante.
Il Cagliari rischia di incrementare il vantaggio, i rossazzurri tremano:
Cossu scheggia la traversa, Bizzarri ipnotizza Jeda due volte,
Acquafresca spreca malamente, calciando il pallone in Curva Sud.
“Noi
vogliamo gente che lotta!” urla la Nord. Un richiamo, importante, perché al 44esimo arriva il tanto auspicato
pareggio: è Cristian Silvestri a metterla dentro, una delle vecchia
guardia, uno che ha sempre lottato, dalla panchina, al campo, allo
spogliatoio.
Angolo di Colucci, Baiocco prolunga di tacco; Silvestri si coordina da
“Mostro” e la gira lì dove Storaci non può arrivare: 1-1! Pronti
via, e nella seconda frazione arriva subito il sorpasso, in maniera
incredibile e fortunosa: punizione dalla destra ancora di Colucci,
Canini svirgola, ed in qualche modo la palla finisce in rete. Esplode
il Massimino, fischi che si trasformano in urla, rabbia che muta in
felicità.
Senza
eccedere nel gioco, il Catania controlla fino alla fine con qualche
affanno.
Storari è in giornata super, e nega il terzo gol a Spinesi, Izco e
Vargas, che ci prova due volte col suo marchio di fabbrica, tiro al volo
su servizio di Mascara; Bizzarri è in apprensione sui tiri di Conti e
Cossu, che sibilano vicino al palo. Finale concitato, tra palle spazzate e quattro infiniti minuti di
recupero. Ma il Catania ce la fa. E
torna il sorriso, sui volti, nei cuori, nelle anime, ancora un po’
turbate dall’ultimo passaggio all’Inferno, tanto da rumoreggiare
inconsapevolmente, anche se per poco.
Tre
punti, e bel saltino in graduatoria: 27 punti, e tanta tanto ancora da
lavorare e da guadagnare.
Intanto, un gradito alito di buon vento, di buona sorte.
Ci
mancavi, cara, benedetta Vittoria!
|
Tabellino
CATANIA
(4-3-1-2): Bizzarri; Silvestri, Silvestre, Stovini, Vargas; Baiocco,
Biagianti (dal 20' st Izco), Tedesco; Colucci (dal 40' st Alvarez);
Spinesi (dal 24' st), Mascara. (A disp.: Polito, Sottil, Sabato, Pià).
Allenatore: Baldini.
CAGLIARI (4-3-2-1): Storari; Pisano, Canini, Bianco, Agostini; Fini (dal
16' st Foggia), Conti, Parola (dal 24' st Larrivey); Cossu, Jeda (dal
29' st Biondini); Acquafresca. (A disp.: Capecchi, Del Grosso,
Magliocchetti, Matri). Allenatore: Ballardini.
MARCATORI: Conti (Cag) al 22' pt, Silvestri (Cat) al 44' pt, aut. Canini
(Cag) al 3' stARBITRO: Banti di Livorno
AMMONITI: Baiocco (Cat), Biagianti (Cat), Tedesco (Cat), Agostini (Cag),
Cossu (Cag) NOTE: giornata primaverile, terreno di gioco in
discrete condizioni. Angoli: 9-1. Recuperi: pt 1'; st 4'.
Risultati
Inter
- Reggina 2-0
Palermo - Udinese 1-1
Catania - Cagliari 2-1
Empoli - Milan 1-3
Lazio - Livorno 2-0
Napoli - Roma 0-2
Parma - Sampdoria 1-2
Siena - Fiorentina 1-0
Torino - Atalanta 1-0
Genoa - Juventus 0-2
Classifica
Classifica
Inter 64
Roma 58
Juventus 51
Fiorentina 47
Milan 46
Udinese 40
Sampdoria 39
Palermo 36
Genoa 35
Atalanta 34
Lazio 33
Napoli 33
Torino 31
Siena 31
Catania 27
Livorno 26
Parma 25
Empoli 25
Reggina 22
Cagliari 18
|
domenica
- ore 15.00 |
16
MARZO 2008 |
9° giornata girone di
ritorno |
Anticalcio
per 70'
Max Licari (calciocatania.com)
Prima
di analizzare la nona sconfitta esterna consecutiva subita dagli etnei,
vorremmo che qualcuno ci rivelasse la soluzione di un
"busillis" che non riusciamo assolutamente a sciogliere. In
pratica, che senso ha giocare in 10 in difesa superando sì e no 5 o 6
volte la metà campo per poi, una volta subita l'inevitabile rete,
riversarsi nell'area avversaria negli ultimi 15 minuti con la forza
della disperazione? Non riusciamo proprio a capirlo, credeteci. Non
sarebbe più equilibrato giocarsi la partita per tutti i 90', forti
dell'inoppugnabile considerazione che peggio di come si è fatto in
trasferta quest'anno non si potrebbe fare? Non si potrebbe prendere atto
del fallimento totale di questo tipo di atteggiamento tattico e tentare
di modificarlo? A noi sembra di trovarci di fronte a un'autentica
vocazione al "kamikazismo". Cioè: perdo e continuo a fare le
stesse cose che mi hanno portato alla sconfitta! Mah... Francamente,
ciò cui abbiamo assistito
oggi è il culmine del "tafazzismo" tattico stagionale e il
punto più basso toccato dal Catania targato Pulvirenti. Anticalcio puro
per 72' minuti, con Mascara e Pià a fare i terzini puri e la squadra
schiacciata tutta negli ultimi 30 metri difensivi al cospetto di una
Samp spuntata e priva di idee sulla trequarti; una Samp, tuttavia,
libera da "impegni" difensivi e volenterosamente proiettata in
avanti. Dagli e dagli, il golletto lo prendi (ennesimo tiro da lontano,
ennesima "papera" del portiere, questa volta Bizzarri), ci
sembra lapalissiano!!! Incredibile e ulteriore aggravante il fatto che
dopo la squadra si sia riversata in avanti cogliendo la traversa su
colpo di testa di Izco, pareggiando con Stovini (splendido il cross di
Vargas) e, passata nuovamente in svantaggio per una dormita difensiva su
azione da corner (inzuccata di Accardi), abbia prodotto due clamorose
occasioni da rete con il Gabbiano Spinesi (paratissima di Castellazzi),
e Topolinik Mascara (sempre su imbeccata del tardivamente inserito Izco),
incredibilmente impreciso a due passi dall'ex estremo difensore
rossazzurro. Un'aggravante per il semplice fatto che, allora, non è
vero che questa squadra non sappia produrre un minimo di gioco offensivo
fuori dalle mura amiche, ma che sia proprio un problema di atteggiamento
tattico complessivo, riassumibile nel "catenaccio" proposto
dalle "provinciali" degli anni 60'. Oltre che di poca
brillantezza atletica, dato che la Samp è parsa giungere prima sul
pallone in quasi tutte le fasi della gara.
Ormai è passato sufficientemente tempo e abbiamo visto un congruo
numero di partite per poter affermare tranquillamente che, se Silvio
Baldini è stato ingaggiato per dare continuità al progetto avviato
brillantemente con Marino, la scelta non si è rivelata commisurata alle
aspettative. Ciò al di là dei risultati raggiunti, naturalmente. In
realtà, a noi pare antitetica la filosofia tattica del tecnico toscano
rispetto all'attuale trainer friulano: 4-5-1 bloccato, con attaccanti
esterni a rinculare in mediana e, addirittura, in difesa, figlio di un
"credo" improntato al "primo non prenderle" per
Baldini; 4-3-3 impostato su tre attaccanti "fissi" e una
filosofia votata al "fare un gol in più dell'avversario" per
Marino. Pertanto, addirittura netta la rottura tattica rispetto alla
scorsa stagione e di ciò bisognerà discuterne a fine stagione, nella
speranza (che è quella di tutti noi) che il Catania sia tranquillamente
in Serie A per il terzo anno consecutivo.
Baldini,
in ogni caso, al di là del risultato finale, della fortuna o della
sfortuna, dell'atteggiamento più o meno rinunciatario, delle assenze
(Sardo, Morimoto e Martinez, con Colucci acciaccato in panca), degli
scadimenti di forma (Edusei), deve spiegare alcune scelte (scusateci se
riproponiamo talora il testo delle pagelle, ma non sapremmo tradurre
meglio il nostro pensiero):
-Silvestre terzino destro. L'argentino è un buon difensore, di
personalità malgrado la giovane età. Un buon difensore, sì, ma...
centrale. Incomprensibile come possa essere impiegato in un ruolo non
suo e sottoposto a figure barbine come quelle del primo tempo con il
Cagliari e questa di oggi. Il Catania ha 3 terzini destri (anche se due,
al momento, out). Perché Alvarez, terzino di ruolo e abile crossatore,
in panchina?
-Izco in panca. La domanda sorge spontanea: perché nella prima parte
della stagione, anche quando magari non era in formissima e sbagliava
passaggi elementari, veniva proposto come titolare inamovibile e adesso
che è sicuramente il mediano più in palla della squadra parte dalla
panchina? Doveva giocare, anche in considerazione delle risultanze del
mach contro il Cagliari, dall'inizio e, in ogni caso, troppo ritardato
ci è parso il suo ingresso in campo. In 20 minuti coglie una traversa e
si produce in uno splendido assist a Mascara, poi incredibilmente
sprecato a 4 metri dalla porta di Castellazzi dall'attaccante
caltagironese;
-Mascara e Pià terzini. Se si deve giocare con 6 difensori, non sarebbe
meglio inserire difensori puri? Oltre tutto, Topolinik, fra i migliori
in questo campionato, costretto a spomparsi in affannose rincorse sulla
fascia, quando si decide di fare quello che dovrebbe sempre fare una
squadra di calcio, cioè tentare di fare gol, si ritrova poco lucido
davanti alla porta e si produce in erroracci come quello odierno,
letteralmente non da Mascara;
-Perché il ritardo nella sostituzione di Edusei, in grande difficoltà,
avvenuta dopo che Palombo aveva sfondato centralmente e siglato il
vantaggio?
-Le interviste post-gara. Dire che il Catania abbia disputato una buona
gara dopo più di un'ora di difesa a oltranza, a nostro parere significa
fornire risposte un tantino paradossali a tifosi che
"sacramentano" alla grande di fronte alle prestazioni e
all'atteggiamento tattico da trasferta della squadra etnea. Se a ciò
aggiungiamo un Baiocco in calando e un Tedesco ancora una volta
"vagante" per il campo senza poter esprimere il suo
potenziale, ci sembra che di spunti ce ne siano.
Ma la dichiarazione di Baldini che fa più pensare è quella relativa al
sostanziale non mutamento della classifica dopo il turno odierno, dato
che i rossazzurri rimangono 2 punti sopra le terz'ultime (Empoli e
Reggina). Non è vero. Cambia molto, se non tutto, per la semplice
constatazione che la straripante vittoria della Reggina sul Siena
(prossimo avversario del Catania) porta sostanzialmente a 2 i
"posti" disponibili per la B, nonché il successo del Cagliari
(14 punti nel girone di ritorno) sul Torino, proietta i sardi a quota
21; e se verranno restituiti a Cellino i 3 punti di penalizzazione, cosa
succede? Quanti divengono i "posti" disponibili, peraltro con
i rossoblù fra i più in forma del 2008? La realtà è che la
situazione si è ulteriormente complicata (7 team in 6 punti, da
Torino/Siena a 31 a Reggina/Empoli a 25) e sarebbe pericolosissimo
pensare di poter raggiungere la salvezza contando solo sul proprio
stadio. Anche in questo caso, ricorriamo ai numeri. Il Catania ha vinto
finora 6 gare interne su 13, in pratica la metà. Se mantenesse lo
stesso trend nelle restanti 6 gare casalinghe, senza cogliere punti
nelle 4 trasferte, potrebbe giungere a 39 punti (3 vittorie e 3 pareggi,
non contemplando alcuna sconfitta); una quota che non garantirebbe la
salvezza matematica. In realtà, i numeri, quelli veri, e non le
dichiarazioni di prammatica del post-partita volte a difendere il
proprio lavoro, dicono che i rossazzurri hanno racimolato 5 punti nel
girone di ritorno. Troppo poco. Necessaria un'inversione di rotta, anche
in trasferta, perché i punti lontano dal "Massimino" servono,
eccome. Baldini dovrà mettersi in testa che dovremo giocarcele a viso
aperto. Sarebbe grave battere il record della stagione 2002/03 di 11
sconfitte consecutive.
Contro il Siena, nel turno infrasettimanale in programma mercoledì
sera, il Catania si giocherà nuovamente la "partita della
vita". Gara importantissima pure per il tecnico rossazzurro,
perché una mancata vittoria renderebbe quasi insostenibile la sua
posizione. Quella con il Cagliari, pur con qualche patema, è andata
bene; quindi, la speranza è che possa accadere la stessa cosa contro i
bianconeri toscani. Noi tutti dobbiamo stringerci attorno alla squadra e
riempire lo stadio, incitando i ragazzi a più non posso. I toscani non
sono irresistibili, ma non lo è nemmeno il Catania; pertanto sarà una
partita difficile, anche perché, se dovessero perdere, gli uomini di
Beretta sarebbero nuovamente risucchiati in piena bagarre. Baldini
potrebbe ritrovare Martinez e Colucci, importanti per il gioco
d'attacco, mentre Beretta farà a meno del difensore centrale
"goleador" Loria. Al di là delle scelte o del modulo,
conterà essere propositivi e gettare il cuore oltre l'ostacolo. Con
l'aiuto del pubblico ce la si può fare. Let's go, Liotru, let's go!!!
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Tabellino
SAMPDORIA
(3-5-1-1): Castellazzi; Lucchini, Gastaldello, Accardi; Maggio, Sammarco
(37'st Ziegler), Palombo, Franceschini (15'st Bellucci), Pieri;
Delvecchio; Bonazzoli (26'st Volpi). In panchina: Mirante, Kalu, Sala,
Zenoni. Allenatore: Mazzarri
CATANIA (4-3-3): Bizzarri; Silvestri, Silvestre, Stovini, Vargas;
Baiocco, Edusei (27'st Izco), Gia.Tedesco; Pia, Spinesi, Mascara. In
panchina: Polito, Alvarez, Sabato, Terlizzi, Sottil, Colucci.
Allenatore: Baldini
ARBITRO: Romeo di Verona RETI: 23'pt Palombo, 29'st Stovini, 31'st
Accardi, 41'st Bellucci
NOTE: Pomeriggio soleggiato, terreno in buone condizioni. Spettatori:
12mila circa. Ammoniti: Silvestre, Franceschini, Sammarco, Edusei,
Lucchini, Vargas. Angoli: 9-2. Recupero: 0'pt e 2'pt.
Risultati
Udinese
- Lazio 2-2
Roma - Milan 2-1
Atalanta - Empoli 4-1
Cagliari - Torino 3-0
Fiorentina - Genoa 3-1
Inter - Palermo 2-1
Livorno - Parma 1-1
Reggina - Siena 4-0
Sampdoria - Catania 3-1
Juventus - Napoli 1-0
Classifica
Inter 67
Roma 61
Juventus 54
Fiorentina 50
Milan 46
Sampdoria 42
Udinese 41
Atalanta 37
Palermo 36
Genoa 35
Lazio 34
Napoli 33
Torino 31
Siena 31
Catania 27
Livorno 27
Parma 26
Reggina 25
Empoli 25
Cagliari 21
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mercoledì
- ore 20.30 |
19
MARZO 2008 |
10° giornata girone di
ritorno |
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Stadio
Massimino - Catania
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Catania,
pari tra i fischi
I
rossazzurri vengono bloccati sullo 0-0 dal Siena, che colpisce una
traversa con Maccarone. Il pubblico contesta: cori contro Baldini, Lo
Monaco e la squadra (Lasicilia.it)
"Baldini,
vattene a casa". Il Catania fallisce l'appuntamento con la vittoria
e al Massimino è contestazione. Reduci dalla sconfitta di Genova con la
Sampdoria, la nona di fila in trasferta, gli etnei segnano il passo pure
in casa facendosi bloccare dal Siena sullo 0-0 in una partita molto
delicata in chiave salvezza.
Il
risultato insoddisfacente e la prova opaca dei rossazzurri, imbrigliati
dall'ordine e dalla compattezza dei toscani, sancisce la fine della
tregua con i tifosi. A un quarto d'ora dalla fine, si levano i primi
cori dalla curva nord: destinatari i giocatori, il direttore generale Lo
Monaco e il tecnico, la cui posizione è adesso tutta da verificare.
Un
destro teso dalla distanza di Colucci, respinto di pugno da Manninger,
apre la gara al 3'. Bisogna attendere altri ventidue minuti, però, per
registrare un'altra nota di cronaca. Stavolta sono gli ospiti ad
affacciarsi in avanti con un colpo di testa di Ficagna su corner di
Jarolim: Polito blocca facilmente.
Tocca
al Catania fare la partita, ma il Siena occupa bene gli spazi grazie al
rombo di centrocampo studiato da Beretta con Coppola basso a protezione
della difesa, Jarolim e Galloppa sui lati e Kharja vertice alto alle
spalle di Locatelli e Maccarone.
Al
28', su un cross basso di Vargas, Spinesi cerca la deviazione
ravvicinata, ma Manninger chiude lo specchio della porta. Sei minuti
dopo la replica toscana arriva con Maccarone, autore di un rasoterra dal
limite controllato da Polito.
I
rossazzurri, come consuetudine, provano a spingere sulla sinistra, dove
Vargas può garantire profondità, ma non vanno oltre un'inzuccata alta
di Mascara sugli sviluppi di un corner e una punizione fuori misura
dello stesso Mascara da venti metri. La prima frazione si chiude con una
punizione di Galoppa dal limite troppo centrale per impensierire Polito.
Al
rientro in campo, Baldini rimpiazza Colucci con Pià, che conferisce un
po' di vivacità in più alle offensive locali. I padroni di casa
potrebbero passare al 2', ma la girata di Spinesi, dopo una buona
iniziativa di Baiocco, è alta. Un facile intervento su tiro di Galoppa
fa da preludio a un'altra ottima occasione per gli etnei: spunto di
Tedesco sulla sinistra, Mascara devia in tuffo di testa senza trovare la
porta.
Anche
il Siena ha la palla buona per sbloccare il risultato, quando, al 10',
Maccarone si destreggia bene al limite e colpisce la traversa con un
destro calibrato. Ma è il Catania a insistere. Sull'ennesimo traversone
di Vargas, Mascara manca per un soffio la deviazione sotto misura. La
riposta toscana è ancora di Maccarone, il cui sinistro di prima
intenzione finisce a lato. Mancherebbe ancora un quarto d'ora alla
conclusione, ma i padroni si arenano finendo negli spogliatoi sotto i
fischi di
tutto lo stadio.
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Tabellino
CATANIA
(4-3-3): Polito; Silvestre, Silvestri, Stovini , Vargas; Baiocco, Edusei,
Tedesco (28' st Izco); Colucci (1' st Pia'), Spinesi, Mascara. In
panchina: Rossi, Sardo, Sabato, Biagianti, Sottil. Allenatore: Baldini.
SIENA (4-4-1-1): Manninger; Rossettini, Ficagna, Portanova, Rossi;
Coppola, Jarolim, Kharja, Galloppa ; Locatelli (40' st Alberto);
Maccarone (45' st Rigano'). In panchina: Eleftheropoulos, Bertotto, De
Ceglie, Forestieri, Porta. Allenatore: Beretta.
ARBITRO: Tagliavento di Terni 6. NOTE: terreno di gioco in sufficienti
condizioni. Ammoniti: Silvestri, Colucci, Edusei, Rossi e Maccarone.
Angoli: 9-2. Recuperi: pt 0; st 3'.
Risultati
Cagliari
- Atalanta 1-0
Catania - Siena 0-0
Empoli - Juventus 0-0
Genoa - Inter 1-1
Livorno - Reggina 1-1
Milan - Sampdoria 1-2
Napoli - Fiorentina 2-0
Parma - Palermo 2-1
Torino - Udinese 0-1
Lazio - Roma 3-2
Classifica
Inter
68
Roma 61
Juventus 55
Fiorentina 50
Milan 46
Sampdoria 45
Udinese 44
Atalanta 37
Lazio 37
Napoli 36
Palermo 36
Genoa 36
Siena 32
Torino 31
Parma 29
Catania 28
Livorno 28
Reggina 26
Empoli 26
Cagliari 24
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domenica
- ore 15.00 |
22
MARZO 2008 |
11° giornata girone di
ritorno |
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Stadio
Azzurri d'Italia-Bergamo
|
Un
punto. D'orgoglio.
di
Angelo Scaltriti
Il
Catania interrompe la serie negativa in trasferta con un buon pareggio a
reti bianche, ottenuto con merito ed intelligenza in casa dell'Atalanta,
laddove in questo campionato, cifre alla mano, non è semplice per
nessuna formazione. Il risultato positivo permette di acquisire un punto
di margine sul Livorno ed agganciare il Parma a quota 29, mentre le
lunghezze sull'Empoli diventano tre ed il vantaggio su Reggina e
Cagliari rimane inalterato. Tutto questo ad otto partite dalla fine,
cinque delle quali da disputare al
"Massimino": non mancano gli spunti per la fiducia, la
salvezza, pur sofferta, è certamente nelle potenzialità di questo
gruppo. Rispetto alla partita di mercoledì, Baldini mantiene inalterati
gli assetti in difesa ed in mezzo al campo, proponendo l'unica novità
in attacco, dove concede una chance dal 1' a Pià in luogo di Spinesi.
L'Atalanta, dall'alto dall'ottava posizione in classifica, esibisce da
subito grande tranquillità e si affaccia per prima dalle parti del
portiere: al 6' Floccari ci prova dal limite, conclusione non lontana
dall'incrocio. Fase prolungata di studio, il Catania non rischia. Al 20'
prima iniziativa offensiva rossazzurra, cross di Tedesco e bella
inzuccata di Mascara, con splendida parata di Coppola: tutto vanno, il
numero 10 etneo è in fuorigioco. Al 22' il mobilissimo Floccari si
produce in una rovesciata sotto porta, Polito è attento e sicuro.
Mascara prova poi a girare un pallone verso la porta bergamasca da
posizione impossibile, nulla di fatto. L'episodio chiave della prima
frazione cade al 24': Doni calcia dal limite, Stovini in tuffo si
protegge il volto, l'arbitro giustamente sorvola sul tocco di braccio
palesemente involontario; l'assistente Niccolai, però, richiama
l'attenzione di Stefanini e lo induce ad accordare un discutibilissimo
calcio di rigore. Stovini, di cui tutti conosciamo la correttezza, viene
anche ammonito per proteste: al danno si aggiunge la beffa, Lorenzo
(già diffidato) sarà costretto in tribuna in occasione del prossimo
incontro col Torino.
Il
tiro dal dischetto del capitano nerazzurro, però, è provvidenzialmente
deviato oltre la traversa da Polito, che con un'autentica prodezza salva
il risultato e si guadagna un +3 al fantacalcio. Lo scampato pericolo
restituisce un po' di serenità al Catania: sul taccuino un cross di
Colucci ed una ghiotta occasione per Pià, servito da Mascara ma in
millimetrico fuorigioco. L'Atalanta rinviene con Tissone, che può
battere dopo un doppio generoso recupero di Stovini: Polito blocca. Poi
due "biciclette" di Mascara e Colucci (la seconda, ancora una
volta, in offside) ed una sventola di Doni che Polito gestisce senza
patemi. Primo tempo in archivio con un pareggio apprezzabile. Nella
ripresa, partenza lanciata dei bergamaschi: al 2' Floccari per Langella,
che da buona posizione calcia a lato. Il Catania è vivo e risponde al
6': conclusione di Colucci, Coppola in angolo. Due minuti più tardi,
l'estremo difensore rossazzurro esce con tempismo a frenare Doni,
lanciato da Langella. All'11', grosso rischio: Vargas non riesce a
disimpegnarsi correttamente, Ferreira Pinto gli sottrae il pallone e
s'invola, superandolo, ma calcia a lato, a fil di palo, sull'uscita
coraggiosa di Polito. I ritmi si fanno meno intensi, il Catania ci
riprova al 18' (colpo di testa di Colucci a lato) e poi al 30' (Mascara
non riesce a correggere in rete il cross di Sabato, da poco in campo al
posto di Vargas). Pià, autore di una prestazione davvero generosa,
lascia il posto a Spinesi, che al 36', servito da Sabato, prova a
sorprendere Coppola: palla di poco distante dall'incrocio alla destra
del portiere orobico. Allo scadere, brivido: il colpo di testa di
Belleri si stampa sul palo, ma l'arbitro aveva comunque ravvisato
un'irregolarità nell'azione dei padroni di casa. Al 1' di recupero,
botta di Sabato e risposta di Coppola. Scorrono i titoli di coda, il
film della partita è incoraggiante. Il Catania ha trovato un buon modo
per augurare una serena Pasqua a tutti i suoi tifosi ed insieme ha
riscoperto la via dell'ottimismo, fissando un punto. Un punto
d'orgoglio.
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Tabellino
ATALANTA
(4-4-1-1): 30 Coppola; 3 Belleri, 16 Rivalta, 2 Talamonti, 5 Manfredini;
79 Ferreira Pinto (32'st 22 Padoin), 21 Tissone, 17 Guarente (20'st 15
De Ascentis), 23 Langella (16'st 9 Paolucci); 72 Doni; 33 Floccari. A
disposizione: 1 Forsyth, 27 Capelli, 32 Fissore, 22 Padoin, 10 Inzaghi.
Allenatore: Delneri.
CATANIA (4-3-3): 16 Polito; 5 Silvestre, 21 Silvestri, 6 Stovini, 7
Vargas (21'st 3 Sabato); 17 Baiocco, 8 Edusei, 19 Tedesco; 11 Pià (31'st
24 Spinesi), 10 Mascara, 9 Colucci. A disposizione: 18 Rossi, 2 Sardo, 4
Sottil, 27 Biagianti, 13 Izco. Allenatore: Baldini
Allenatore: Baldini. DIFFIDATI: Martinez, Mascara, Morimoto, Spinesi,
Stovini, Terlizzi.
AMMONITI: Guarente, Manfredini (A), Stovini (C). ANGOLI: 1-3. RECUPERO:
2' e 3'.
ARBITRO: Stefanini (Prato).
Risultati
Atalanta - Catania 0-0
Fiorentina - Lazio 1-0
Palermo - Genoa 2-3
Reggina - Napoli 1-1
Roma - Empoli 2-1
Sampdoria - Cagliari 1-1
Siena - Parma 2-0
Torino - Milan 0-1
Udinese - Livorno 2-0
Inter - Juventus 1-2
Classifica
Inter
68
Roma 64
Juventus 58
Fiorentina 53
Milan 49
Udinese 47
Sampdoria 46
Genoa 39
Atalanta 38
Lazio 37
Napoli 37
Palermo 36
Siena 35
Torino 31
Parma 29
Catania 29
Livorno 28
Reggina 27
Empoli 26
Cagliari 25
|
domenica
- ore 15.00 |
30
MARZO 2008 |
12° giornata girone di
ritorno |
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Stadio
Massimino - Catania
|
Serve
un pronto riscatto
Nelle grandi corse ciclistiche arriva un momento, quando mancano pochi
chilometri all'arrivo, in cui tutti gli atleti non velocisti provano lo
scatto per evitare l'arrivo col gruppo; scattano per scongiurare la
volata nella quale avranno poche speranze di primeggiare, per evitare un
arrivo dove spesso cambiano i valori in campo e dove per un nonnulla si
possono perdere le gare. Ebbene oggi il Catania ha il dovere di provare
questo scatto, questo è il momento del campionato in cui, stanchezza o
no, bisogna provare a guardare gli avversari negli occhi e scattargli
davanti, due partite interne consecutive, contro un Torino dimezzato
dagli infortuni e contro un Napoli con poche ambizioni di classifica,
rappresentano un ottimo trampolino da cui lanciarsi per piazzarsi
davanti a tutti e battere sul tempo quelli che disputeranno la volata
salvezza fino
all'ultimo chilometro. Hector Cuper, attuale allenatore del Parma, era
noto, ai tempi in cui allenava l'Inter, per la botta sul cuore che dava
ai propri calciatori poco prima dell'ingresso in campo, il nostro
Baldini per caricare la squadra non ha mai usato questo espediente,
quella scossa al cuore dei rossazzurri però la dà il pubblico, i
tifosi col loro incitamento colpiscono lì dove il sangue carico di
ossigeno ritrova la forza per tornare in circolo nei muscoli: per una
volta il grande cuore in campo non dovrà essere quello tanto
reclamizzato del Torino.
Il Catania arriva a questa partita con una sola vera defezione, il
centrale Stovini infatti è stato appiedato dal giudice sportivo, per il
resto mister Baldini ha potuto scegliere senza particolari problemi chi
schierare in campo, Polito tra i pali, in difesa Silvestre torna al suo
ruolo naturale come centrale in coppia con Silvestri, sulla destra torna
Sardo e a sinistra Vargas, a centrocampo Edusei Baiocco Tedesco, in
avanti Colucci Mascara e Spinesi che torna titolare dal primo minuto. Di
contro Walter 'Monzon' Novellino deve fare i conti con tanti
infortunati, Sereni, Comotto, Natali, Ventola, Barone, solo per citare
alcuni, pertanto la formazione diventa quasi obbligatoria: Fontana in
porta, Pisano Motta Di Loreto e Della Fiore in difesa, Zanetti Grella
Diana e Rosina a centrocampo, in avanti Recoba e Stellone.
Il Catania parte fortissimo, dal forcing sin dal primo minuto scaturisce
il vantaggio dei rossazzurri, angolo di Mascara e incornata di Spinesi,
1-0 già al secondo minuto. Purtroppo la gioia dura pochissimo, sulla
seguente azione Recoba si disimpegna al limite d'area e pesca Diana
sulla destra liberissimo, stop e tiro sul primo palo del centrocampista
granata, Polito è battuto, 1-1 al quarto. Il Catania accusa un pò il
colpo, così il Torino prova a fare la partita procurandosi anche
qualche palla gol: al 15' Recoba dalla distanza impegna Polito, azione
in fotocopia al 26', stavolta Polito si rifugia in angolo; dal corner la
palla arriva sulla testa di Motta che sfiora l'incrocio dei pali. I
rossazzurri fiutano il pericolo e si riversano in avanti, Vargas non
spinge come al solito ma dall'altra parte Sardo sembra avere fiato a
sufficienza.
Dalla
destra arrivano infatti tanti cross, confezionati dalla coppia Colucci
Sardo, al 35' Mascara da pochissimi passi mette incredibilmente alto di
testa, stessa sorte per Tedesco imbeccato ancora sul secondo palo che
non riesce a schiacciare il pallone verso la porta. Il primo tempo si
chiude col Catania tutto proteso in avanti, prima dell'intervallo un
pizzico di nervosismo fa rimediare una ammonizione a Baiocco per
proteste.
Il secondo tempo comincia con un ritmo diverso, le squadre non mettono
in campo la stessa foga della prima frazione di gioco, forse pagano un
po' il ritmo frenetico dei primo 45 minuti. Al 8' la prima occasione è
sul piede di Vargas che sulla solita azione d'angolo al volo sfiora il
palo alla sinistra di Fontana; Colucci al 11' tira e grazie ad una
deviazione di Mascara al centro dell'area sfiora il palo alla destra del
portiere. Al 14' la svolta della partita, Novellino mette in campo Di
Michele al posto di uno spento Recoba, 3 minuti dopo l'attaccante
granata lanciato sul filo del fuori gioco scarta Polito in uscita e
mette in rete da posizione defilata. Da questo momento in poi la partita
diventa a senso unico, il Catania attacca a testa a bassa ma in debito
di lucidità, mentre il Torino attende e riparte in contropiede. I
rossazzurri si procurano diverse
occasioni per arrivare al pareggio, Colucci dal fondo sfiora la
traversa, ancora Vargas dalla distanza fa la barba al palo; ci provano
un po' tutti, Spinesi con una girata molle per il tuffo di Fontana. In
pieno recupero ancora 2 emozioni, prima un fallo che sembrava netto in
area su Mascara non ravvisato dall'arbitro e poi, proprio nel quarto
minuto di recupero, un miracolo di Fontana che si oppone ad una
conclusione sotto misura degli attaccanti del Catania scaturita da una
mischia.
Finisce con una sconfitta
Quella che doveva essere una vittoria per staccare gli avversari si è
tramutata nella più dolorosa della sconfitte, il gol iniziale di
Spinesi sembrava aprire la strada ad un pomeriggio tranquillo, invece il
gol di Diana ha cambiato la storia alla partita. I risultati sugli altri
campi sono solo un piccolo sollievo per le ferite che si sono aperte in
seno al morale della squadra, la contestazione dei tifosi arrivata al
triplice fischio non fa altro che sottolineare una situazione diventata
difficile nella quale serve molta forza per rialzarsi e continuare a
lottare. In fondo è questo quello che una squadra come il Catania deve
fare: lottare, lottare fino all'ultimo minuto dell'ultima partita,
nessuno ci fa sconti e niente ci verrà regalato, la gara per la
salvezza è così, sarà una volata e fino al traguardo tutti 'devono'
sgomitare per vincere.
Orazio Cutrona
Silvio
Baldini non è più l'allenatore del Catania. La notizia era
nell'aria ormai da diverse ore e, all'indomani della sconfitta degli
etnei contro il Torino, il club ha accettato le dimissioni del tecnico
toscano. "Il Calcio Catania - si legge nella nota del club
rossazzurro - preso atto della volonta' manifestata dal tecnico
responsabile della prima squadra, Silvio Baldini, dopo fitti colloqui
con il medesimo dai quali e' emerso il reiterarsi delle intenzioni
dell'allenatore, ringraziandolo per il proficuo lavoro fin qui svolto ed
augurandogli le migliori fortune umane e professionali, decide di
accoglierne la richiesta e di risolvere consensualmente il rapporto di
lavoro tra le parti". Il Catania occupa attualmente il terz'ultimo
posto in classifica, a quota 29 punti, in compagnia di Parma, Livorno e
Cagliari.
Via
Baldini, a Catania arriva Zenga
Dopo trentuno giornate di campionato, le strade del tecnico toscano e
della societa' rossazzurra si dividono. Fatale, per l'allenatore di
Massa, la sconfitta interna contro il Torino
Seconda panchina che salta in giornata, infatti dopo il clamoroso
ritorno di Cagni sulla panchina dell'Empoli al posto di Malesani, è
finita anche l'avventura di Silvio Baldini a Catania. Dopo trentuno
giornate di campionato, le strade del tecnico toscano e della societa'
rossazzurra si dividono. Fatale, per l'allenatore di Massa, la sconfitta
interna di ieri contro il Torino, costata agli etnei, ora in piena zona
calda, la contestazione dei tifosi e un secco passo indietro in
classifica.
Baldini, che gia' al termine della gara con i granata si era detto
pronto a farsi da parte, si e' nuovamente confrontato con la dirigenza e
ha chiuso nel pomeriggio la sua esperienza alle pendici dell'Etna.
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Tabellino
CATANIA:
Polito; Sardo, Silvestri, Silvestre, Vargas; Baiocco (42' st Izco),
Edusei (19' st Martinez), Tedesco; Mascara, Spinesi, Colucci (33' st
Pia' 6). In panchina: Rossi, Sottil, Alvarez, Sabato. Allenatore:
Baldini.
TORINO: Fontana; Motta, Di Loreto (1' st Lanna), Dellafiore, Pisano;
Diana, Grella, Zanetti,
Rosina (40' st Corini); Recoba (15' st Di Michele), Stellone.In
panchina: Gomis, Rubin, Asamoah, Bjelanovic.
ARBITRO: Rizzoli di Bologna RETI: 2' pt Spinesi, 5' pt Diana, 18' st Di
Michele. NOTE: giornata calda, terreno di gioco in sufficienti
condizioni. Ammoniti: Spinesi, Mascara, Motta, Lanna, Grella, Di Michele
e Zanetti. Angoli: 12-1. Recuperi: pt 1'; st 4'.
Risultati
Cagliari
- Roma 1-1
Lazio - Inter 1-1
Catania - Torino 1-2
Empoli - Sampdoria 0-2
Genoa - Reggina 2-0
Juventus - Parma Rinviata
Livorno - Siena 0-0
Milan - Atalanta 1-2
Udinese - Fiorentina 3-1
Napoli - Palermo 1-0
Classifica
Inter
69
Roma 65
Juventus 58 *
Fiorentina 53
Udinese 50
Milan 49
Sampdoria 49
Genoa 42
Atalanta 41
Napoli 40
Lazio 38
Siena 36
Palermo 36
Torino 34
Parma 29 *
Catania 29
Livorno 29
Cagliari 29
Reggina 27
Empoli 26
*
una partita in meno
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domenica
- ore 15.00 |
6
APRILE 2008 |
13° giornata girone di
ritorno |
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Stadio
Massimino - Catania
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Il Catania rinasce
La settimana scorsa il Catania era uscito dal campo a testa bassa
imprecando per le tante occasioni fallite e per quella mala sorte che
gli aveva impedito di ottenere almeno un punto nella sfida col Torino; i
tifosi sugli spalti fischiavano e i pochi passi che conducono dal prato
agli spogliatoi erano diventati un calvario. Poi ci sono state le
dimissioni di Baldini che, coerentemente, ha rimesso il mandato nelle
mani della società sentendo tremare il terreno sotto di se; a colmare
il vuoto creatosi in seno alla squadra è arrivato il nuovo tecnico
Walter Zenga. Il presidente Pulvirenti e l'AD Lo Monaco hanno
individuato nell'ex portierone della nazionale, alla prima esperienza su
una panchina in Italia Brera esclusa, l'uomo giusto per tirarci fuori
dalle sabbie mobili della zona retrocessione, e per far tornare a
sorridere l'intero ambiente. Inutile dire che tutti i tifosi sperano in
lui, l'affetto e il calore dei sostenitori rossazzurri si è potuto
tastare anche nel corso della partitella infrasettimanale del giovedì,
quando al campo d'allenamento di Massa Annunziata sono accorsi in
migliaia per accogliere e vedere all'opera il nuovo tecnico. Oggi il
Catania è chiamato ad una prova d'appello, la partita in casa contro un
Napoli già salvo deve trasformarsi in una nuova partenza, deve essere
l'inizio di uno sprint lungo 7 giornate.
Walter Zenga presenta una formazione diversa da quelle viste
ultimamente, non si è voluto discostare molto dal lavoro del suo
predecessore, ma ha inteso comunque lasciare un'impronta importante sul
volto della squadra; le novità più importanti sono il rientro di
Terlizzi al centro della difesa insieme a Stovini e l'avanzamento di
Vargas sulla linea dei centrocampisti insieme a Tedesco Izco Edusei, in
avanti Colucci e Spinesi, sulla fascia destra opera Sardo e sulla
sinistra nel posto lasciato vuoto dal peruviano c'è Sabato. Sull'altra
panchina il tecnico Reja presenta un classico 3-5-2 con Gianello in
porta, Cannavaro Santacroce e Domizzi in difesa, Hamsik Pazienza Savini
Mannini e Gargano a centrocampo, Lavezzi e Sosa in avanti. Come previsto
il Napoli punta su un centrocampo folto e sulle ripartenze sfruttando la
velocità del Pocho e la qualità sulla fascia destra di Mannini.
Tutto un altro Catania. Il Catania parte fortissimo, nei primissimi
minuti si vede tanto dinamismo, Tedesco ed Edusei dettano i tempi a
centrocampo innescando gli esterni Colucci e Vargas che quando la
squadra attacca gioca addirittura come terzo a sinistra nel tridente. Al
5' arriva il gol, punizione dalla sinistra, in pratica un corner corto,
in mezzo all'area i giocatori in maglia rossazzurra si muovono in
sincronia applicando probabilmente uno schema provato in allenamento,
Colucci batte forte e basso sul primo palo, il pallone beffa Gianello e
si infila in rete: 1-0. Lo stadio incita a gran voce i ragazzi in campo,
il Catania rimane compatto aggredendo i portatori di palla partenopei a
metà campo. Al 16' il raddoppio: Edusei con un lancio millimetrico
pesca Sardo sulla destra, il terzino campano con lo stop di petto a
seguire si libera del suo controllore e si invola fino a raggiungere la
linea di fondo, poi di piatto appoggia rasoterra sul secondo palo dove
arriva puntuale Spinesi per il 2-0! Incredibile quello che succede sugli
spalti, una squadra che fino a ieri faticava ad andare a rete dopo 20
minuti è sopra di due gol con merito.
Ovviamente un allenatore in 4
giorni non può fare miracoli ma di sicuro Zenga avrà impresso alla
squadra una carica particolare, i ragazzi in campo corrono su tutti i
palloni a perdifiato ma rimangono sempre lucidi nelle chiusure e nelle
coperture difensive. Il Napoli si fa pericoloso solo al 25' quando Sosa
su calcio d'angolo fa valere i propri centimetri e di testa mette a fil
di palo. Prima dell'intervallo c'è ancora un' altra grande occasione
per i rossazzurri: Baiocco, subentrato a Colucci infortunato, calcia
strozzando il pallone da buona posizione sull'ennesima incursione a
sinistra del Loco Vargas.
Vargas arma totale. Il Catania comincia la ripresa così come aveva
fatto nella prima frazione di gioco, al 3' su azione d'angolo i
rossazzurri applicano un nuovo schema che porta Vargas a smarcarsi sul
secondo palo, l'esterno sinistro prova la prima conclusione al volo ma
cicca il pallone, ritrova la coordinazione e da pochi passi trafigge
Gianello tirando fortissimo sotto la traversa: 3-0. In pratica la
partita sul piano della sfida per la vittoria finisce qui, il resto del
secondo tempo è quasi una passerella, infatti il Napoli che pure si
porta generosamente in avanti non riesce mai a trovare il pertugio per
segnare almeno il gol della bandiera. Le occasioni fioccano, addirittura
i partenopei colpiscono anche tre legni, uno con Savini di testa, uno
con Pazienza e uno con Lavezzi dalla distanza, ma oggi non c'è nulla da
fare, oggi al Catania va bene tutto. I rossazzurri quando conquistano
palla ripartono in maniera sempre pericolosa, Vargas ha sul piede la
palla della doppietta personale ma tira sull'esterno della rete, Spinesi
intorno al 30' prova con una rovesciata spettacolare ma la palla schizza
sopra la traversa.
La partita finisce dopo 3 minuti di recupero, il Catania porta a casa i
3 punti che sono oro colato per la classifica, anche in considerazione
delle sconfitte di Livorno Reggina e Cagliari. Una vera boccata
d'ossigeno, era quello che si cercava, quello che si auguravano tutti
dopo le delusioni delle ultime giornate. Non sarà ovviamente solo
merito dell'uomo ragno, come ama definirsi il nostro nuovo mister Walter
Zenga, ma è innegabile che nel giro di una settimana abbiamo potuto
ammirare una squadra tremendamente diversa, una squadra che chiude con
tre gol all'attivo una partita delicatissima e che mostra voglia e
carattere forse mai visto prima. Questa è la strada giusta, adesso
basta solamente continuare così.
di Orazio Cutrona (calciocatania.it)
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Tabellino
CATANIA: Polito; Sardo,
Stovini, Terlizzi (25'st Silvestre), Sabato; Izco, Edusei, Tedesco, Vargas
(30'st Martinez); Colucci (36'pt Baiocco),
Spinesi
In panchina: Rossi, Silvestri, Gazzola, Pià.
Allenatore: Zenga 7.
NAPOLI: Gianello; Santacroce
(24'st Grava), Cannavaro, Domizzi;
Mannini (11'st Calaiò), Pazienza, Gargano, Hamsik (36'st Bogliacino),
Savini; Sosa, Lavezzi.
In panchina: Navarro, Contini, Montervino, Dalla Bona Allenatore: Reja.
ARBITRO: Orsato di Schio.
RETI:
4'pt Colucci, 16'pt Spinesi; 3'st Vargas.
NOTE: pomeriggio soleggiato e ventoso, terreno di gioco in buone
condizioni, spettatori 18mila circa. Ammoniti: Sardo, Vargas, Sabato,
Santacroce, Savini. Angoli:6-4 per il Catania. Recupero: 2'; 3'.
Risultati
Roma - Genoa 3-2
Milan - Cagliari 3-1
Atalanta - Inter 0-2
Catania - Napoli 3-0
Fiorentina - Reggina 2-0
Parma - Lazio 2-2
Sampdoria - Livorno 2-0
Siena - Udinese 1-1
Torino - Empoli 0-1
Palermo - Juventus 3-2
Classifica
Inter 72
Roma 68
Juventus 58
Fiorentina 56
Milan 52
Sampdoria 52
Udinese 51
Genoa 42
Atalanta 41
Napoli 40
Lazio 39
Palermo 39
Siena 37
Torino 34
Catania 32
Parma 30
Livorno 29
Empoli 29
Cagliari 29
Reggina 27
Risultati
Roma
- Genoa
Catania - Napoli
Palermo - Juventus
Sampdoria - Livorno
Atalanta - Inter
Parma - Lazio
Siena - Udinese
Fiorentina - Reggina
Milan - Cagliari
Torino - Empoli
Classifica
|
sabato
- ore 18.00 |
12
APRILE 2008 |
14° giornata girone di
ritorno |
Reagire,
subito!
di
Fabio Alibrio (mondocatania.com)
Si parte da casa nostra,il sito del giornale "La Sicilia"
titola: "Miccoli - gol, Catania giù", premettendo subito la
buona gara dei rossazzurri: "Una punizione dell'attaccante rosanero,
uomo-chiave della gara, decide il derby a favore del Palermo a soli 5
minuti dalla fine. I rossazzurri non demeritano".
Il pezzo si apre così: "Il Palermo fa festa, il Catania ci resta
male. Il derby del Barbera premia i rosanero, esaltati da una prodezza
di Miccoli su punizione, e castiga i rossazzurri, che disputano una
partita ordinata tenendo bene il campo per larga parte della contesa e
non rinunciando a proporsi in avanti. […]Il Catania, resosi pericoloso
a più riprese sino alla prima parte del secondo tempo e mostratosi
capace di chiudere gli spazi con un centrocampo molto folto, perde
compattezza nel finale, non trae giovamento dai cambi di Zenga e finisce
col perdere una sfida in cui non ha comunque demeritato".
Ed in conclusione: "La partita si decide al 40' quando Miccoli si
guadagna un calcio di punizione dai 20 metri, sistema la palla sulla
zolla preferita e non sbaglia bucando la barriera, colpevolmente larga,
e Polito. Partita finita perchè il Catania accusa il colpo e non riesce
a reagire."
Pier Luigi Todisco, Gazzetta dello Sport, dedica meritatamente
l'apertura del servizio al match winner di giornata: "Prima
funziona da acceleratore, poi da folletto, quindi da mago: è Miccoli il
match winner di un derby che nel primo tempo, senza di lui, aveva detto
veramente pochino. Dal suo ingresso, nei primi minuti della ripresa (era
reduce da infortunio), è tutta un'altra storia, il Palermo un'altra
squadra, la parita un'altra cosa".
Si passa subito all'analisi della gara dei rossazzurri: "verso
metà tempo, domata la sfuriata iniziale degli avversari, il Catania
inizia a fare capolino nei pressi della loro area. E sono proprio gli
uomini di Zenga a costruire la prima vera occasione verso la mezz'ora,
quando Izco riesce a penetrare in area e a toccare per Spinesi la cui
conclusione viene deviata in angolo […] Il Catania non è più quello
del primo tempo, si difende con affanno ma sembra reggere. E' la
classica partita da sbloccare con una prodezza: un lavoro Miccoli, che
trova la punizione a giro che si insacca all'incrocio. Così Zenga, che
nel frattempo aveva tolto Spinesi per Martinez, si ritrova a inseguire
senza un vero centravanti, un ariete".
Chiudiamo con il Corriere dello Sport: "Una magia da derby. Una
punizione fantastica che ha piegato le gambe al Catania e ha consentito
al Palermo di centrare la seconda vittoria consecutiva dopo quella con
la Juve. Quella del Barbera è stata la grande serata di Fabrizio
Miccoli, lanciato nella mischia da Colantuono a inizio ripresa al posto
di Tedesco e tornato alla grandissima dopo un mese di stop per
infortunio. […]Mastica amaro invece Walter Zenga, che assapora la
prima sconfitta dopo il trionfale debutto di domenica scorsa con il
Napoli. Domenica prossima con la Lazio servirà il riscatto
immediato".
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Tabellino
PALERMO(4-2-3-1);
Agliardi; Zaccardo, Rinaudo, Barzagli, Balzaretti; Tedesco (8' st
Miccoli), Migliaccio; Jankovic (41' st Guana), Bresciano (20' st Cavani),
Caserta; Amauri. In panchina: Ujkani, Cossentino, Biava, Di Matteo.
Allenatore: Colantuono.
CATANIA(4-1-4-1): Polito; Sardo, Stovini, Terlizzi, Sabato; Edusei; Izco,
Tedesco, Biagianti (20' st Mascara), Vargas (33' st Baiocco); Spinesi
(26' st Martinez). In panchina: Rossi, Silvestri, Silvestre, Alvarez.
Allenatore: Zenga.
ARBITRO: Dondarini di Finale Emilia
RETI: 39' st Miccoli.
NOTE: Giornata serena, terreno in buone condizioni. Spettatori: 24.811
per un incasso di 351.885,92 euro. Ammoniti: Izco, Barzagli, Migliaccio,
Edusei. Angoli: 5-3 per il Palermo. Recupero: 0' pt, 5' st.
Risultati
Palermo
- Catania 1-0
Juventus - Milan 3-2
Empoli - Parma 1-1
Genoa - Torino 3-0
Lazio - Siena 1-1
Livorno - Cagliari 1-2
Napoli - Atalanta 2-0
Reggina - Sampdoria 1-0
Udinese - Roma 1-3
Inter - Fiorentina 2-0
Classifica
Inter
75
Roma 71
Juventus 64
Fiorentina 56
Milan 52
Sampdoria 52
Udinese 51
Genoa 45
Napoli 43
Palermo 42
Atalanta 41
Lazio 40
Siena 38
Torino 34
Catania 32
Cagliari 32
Parma 31
Reggina 30
Empoli 30
Livorno 29
|
domenica
- ore 15.00 |
20
APRILE 2008 |
15° giornata girone di
ritorno |
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Stadio
Massimino - Catania
|
Catania,
tre punti d'oro contro una Lazio in nove
CATANIA
- Pur giocando contro una Lazio ridotta in nove uomini per gran parte
del secondo tempo, il Catania fa soffrire i propri tifosi fino
all'ultimo e vince al "Massimino" solo grazie a un calcio di
rigore di Spinesi. Tre punti fondamentali, comunque, per gli etnei che
ora guardano con magiore fiducia alla lotta per non retrocedere. Match
sempre condotto dagli uomini di Zenga e Lazio mai pericolosa, ma Vargas
e compagni sprecano tante occasioni da gol che avrebbero potuto mettere
in salvo il risultato risparmiando palpitazioni al pubblico etneo.
Zenga
ripropone Vargas come esterno di centrocampo e sceglie Mascara e Spinesi
nel ruolo di punte del suo 4-4-2. Qualche novita' nello schieramento
biancoceleste: Rossi opta per il 4-3-1-2, con Meghni nel ruolo di
fantasista dietro le due punte che sono Rocchi e Bianchi. Pandev si
accomoda in panchina.
Partenza a mille per i siciliani, che nel giro di 60 secondi colgono due
traverse: la prima con una tiro da fuori di Sardo e la seconda con una
botta da 30 metri di Tedesco. Gli uomini di Rossi vedono spuntare maglie
rossazzurre da tutte le parti e ci mettono un po' prima di registrarsi
in difesa.
Al
12' Vargas si beve mezza difesa laziale e mette al centro un pallone per
Mascara che in solitudine spreca tirando alto da buona posizione. La
prima vera occasione di marca laziale arriva al 18', con un piattone di
Meghni che finisce di poco a lato. Calano i ritmi ma le occasioni per il
Catania continuano a manifestarsi: al 23' uno spiovente in area trova
Tedesco che colpisce a botta sicura, ma Ballotta compie il miracolo.
Nulla può, invece, il portiere biancoceleste sul rigore calciato da
Spinesi al 34' e concesso per un fallo da ultimo uomo di Zauri su
Mascara.
Nell'occasione
Celi opta per l'espulsione diretta del capitano laziale per aver
ostacolato una chiara occasione da gol. I più si aspetterebbero a
questo punto una reazione della Lazio, ma gli uomini di Delio Rossi
restano nel loro torpore fino all'intervallo. Al ritorno in campo Delio
Rossi inserisce De Silvestri e Pandev per gli evanescenti Meghni e
Bianchi, ma il canovaccio della gara è sempre il solito: Catania in
avanti e Lazio ripiegata in difesa.
Al
13' la situazione gia' difficile per la Lazio si fa drammatica: Dabo
viene ammonito per un fallo a centrocampo e forse una parola in piu' nei
confronti di Celi gli costa il secondo giallo. Gli uomini di Zenga sono
praticamente padroni del rettangolo di gioco ma non riescono a piazzare
il colpo del ko. Gli uomini di Zenga continuano a sprecare, come con
Spinesi al 33' che sceglie la soluzione personale anzi servire i
liberissimi Vargas e Colucci.
Al
35' Pandev avrebbe l'occasione buona, ma il macedone dopo aver fatto
tutto bene spreca tirando debolmente a lato. Il film resta uguale fino
allo scadere: Catania che spreca in tutti i modi possibili e
immaginabili, Lazio inerme e che forse non è mai scesa al
"Massimino".
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Tabellino
CATANIA:
Polito, Sardo, Silvestre, Stovini, Sabato, Izco, Biagianti, Tedesco (26'
st Baiocco), Vargas, Mascara (31' st Colucci), Spinesi (39' st Martinez).
In panchina: Rossi, Silvestri, Colucci, Edusei, Morimoto. Allenatore:
Zenga.
LAZIO:
Ballotta, Zauri, Rozenhal, Cribari, Kolarov, Dabo, Ledesma, Mutarelli,
Meghni (1' st De Silvestri), Bianchi (7' st Pandev), Rocchi (33' st
Tare). In panchina: Muslera, Radu, Mudingayi, Mauri. Allenatore: Rossi.
ARBITRO:
Celi di Campobasso.
RETE:
34' pt Spinesi (rig).
NOTE:
espulsi Zauri al 33' pt per fallo da ultimo uomo e Dabo al 13' st per
doppia ammonizione. Ammoniti: Sardo, Zauri, Ledesma e Kolarov. Angoli:
5-4. Recuperi: pt 0'; st 3'.
Risultati
Roma
- Livorno 1-1
Fiorentina - Palermo 1-0
Atalanta - Juventus 0-4
Cagliari - Empoli 2-0
Catania - Lazio 1-0
Milan - Reggina 5-1
Parma - Napoli 1-2
Sampdoria - Udinese 3-0
Siena - Genoa 0-1
Torino - Inter 0-1
Classifica
Inter
78
Roma 72
Juventus 67
Fiorentina 59
Milan 55
Sampdoria 55
Udinese 51
Genoa 48
Napoli 46
Palermo 42
Atalanta 41
Lazio 40
Siena 38
Catania 35
Cagliari 35
Torino 34
Parma 31
Livorno 30
Empoli 30
Reggina 30
|
domenica
- ore 15.00 |
27
APRILE 2008 |
16° giornata girone di
ritorno |
Il
Catania meritava di più contro un'inferiore Udinese ma con la fortuna
di avere due assi in attacco.
UDINE
- La differenza l'ha fatta un grande, grandissimo Fabio Quagliarella.
L'attaccante di Castellamare di Stabia ha inventato l'assist in
occasione del primo gol dei bianconeri realizzato da Di Natale, si e'
superato quando ha trafitto Polito per il definitivo 2-1, ha distribuito
passaggi splendidi ed e' stato autore di altre giocate d'autore. I
bianconeri salgono così a quota 54, a due lunghezze dall Samp sesta in
classifica, in attesa che la coppa Italia dia buone notizie (se la
finale sarà Inter-Roma in Uefa andrà anche la settima in graduatoria).
Ha vinto l'Udinese ma il Catania e' caduto in piedi e il pari gli e'
stato negato al 40' della ripresa da un ottimo intervento di Handanocvic
su colpo di testa di Martinez. Ora l'Udinese rientra in corsa per l'Uefa,
il Catania e' condannato a soffrire ancora, ma l'undici etneo odierno e'
parso in salute e' nella condizione di salvarsi.
Il primo tempo e' stato divertente, giocato su ritmi sostenuti
nonostante la giornata calda, con l'Udinese che si e' fatta subito
minacciosa con Di Natale e Quagliarella davvero ispirati e i due al 6'
confezionano il primo gol dell'Udinese: Quagliarella, su lancio lungo di
Inler, inventa un assist per Di Natale che scatta sul filo del
fuorigioco e batte in uscita Polito con un secco rasoterra.
La reazione degli etnei non si e' fatta sentire, il centrocampo ha
recuperato e smistato molti palloni, Izco, pur accusando ben presto la
fatica, e' parso continuo, pericoloso negli affondo, Vargas imprendibile
sulla fascia sinistra per l'incerto Mesto, ma al momento di
concretizzare la difesa bianconera, imperniata sull'ottimo Zapata, si e'
sempre salvata e la prima vera parata di Handanovic si ha al 20' su
cross dell'onnipresente Vargas su cui il portiere riesce a deviare
anticipando Martinez.
Vargas si fa minaccioso anche al 22' su punizione, ma Handanovic dice
ancora di no. E' il miglior momento del Catania con l'Udinese che soffre
soprattutto sulle corsie dato anche Dossena appare in giornata no e al
34' giunge meritato il pari degli etnei su un'azione di contropiede con
splendido cross lungo di Izco per Vargas (lasciato libero da Mesto) che
al volo di sinistra trova l'angolino basso sorprendendo nettamente
Handanovic.
L'Udinese reagisce, si gioca a tutto campo, ma al 38' Quagliarella
inventa un gol fantastico: stoppa a tre quarto un lancio di Zapata,
evita Silvestre e da quasi trenta metri fa partire un bolide che si
insacca proprio sotto la traversa.
Nella ripresa la supremazia territoriale e' del Catania, Tedesco e
Biangianti sono infaticabili a sospingere la squadra di Zenga, ma in
avanti Mascara e Martinez si vedono poco. Entra Spinesi, ma la musica
non cambia di molto anche se e' sempre il Catania a mantenere in mano le
redini del gioco anche se all' 11 Di natale, va via in contropiede e
serve un ottimo pallone a Pape che sbaglia grossolanamente.
L'Udinese agisce di rimessa, Marino manda in campo forze fresche,
dapprima Isla poi Pinzi e la squadra si schiera con il 4-4-2; il Catania
insiste, Vargas le prova tutte ma il suo tiro e' sempre scentrato. Gli
etnei, che si rendono pericolosi al 30' con un colpo di tacco di Spinesi
di poco fuori, collezionano calci d'angolo e al 40' su tiro dalla
bandierina di Sardo Martinez colpisce di testa quasi a colpo sicuro, ma
Handanovic sulla linea di porta sventa da campione. Poi non succede piu'
nulla.
|
Tabellino
UDINESE:
Handanovic, Zapata, Coda, Lukovic; Mesto, D'Agostino (16'st Isla), Inler,
Dossena;
Pepe 5 (29'st Pinzi), Quagliarella (38' st Floro Flores sv),Di Natale In
panchina: Saulo, Colombo, Moreno Eremenko. Allenatore: Marino.
CATANIA: Polito, Sardo, Silvestre, Stoini, Sabato; Izco (14'st Spinesi),
Bigianti(41'st Morimoto), G.Tedesco, Vargas; Mascara (29'st Colucci);
Martinez. In panchina: G.Rossi, Silvestri, Baiocco, Edusei. Allenatore:
Zenga.
ARBITRO:
Bergonzi di Genova
RETI: 6'pt Di Natale, 34'pt Vargas, 38'pt Quagliarella.
NOTE: giornata di sole, terreno in ottime condizioni, spettatori 13.958
per un incasso di 113.682,10 euro. Angoli 11-3 per il Catania. Ammoniti
Sardo, Sabato, Lukovic, Stoini, Pinzi. Recupero: 1'; 4'.
Risultati
Fiorentina
- Sampdoria 2-2
Genoa - Empoli 0-1
Inter - Cagliari 2-1
Juventus - Lazio 5-2
Livorno - Milan 1-4
Napoli - Siena 0-0
Palermo - Atalanta 0-0
Reggina - Parma 2-1
Roma - Torino 4-1
Udinese - Catania 2-1
Classifica
Inter
81
Roma 75
Juventus 70
Fiorentina 60
Milan 58
Sampdoria 56
Udinese 54
Genoa 48
Napoli 47
Palermo 43
Atalanta 42
Lazio 40
Siena 39
Catania 35
Cagliari 35
Torino 34
Empoli 33
Reggina 33
Parma 31
Livorno 30
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domenica
- ore 15.00 |
4
MAGGIO 2008 |
17° giornata girone di
ritorno |
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Stadio
Massimino - Catania
|
Il
Catania ripiomba nell'incubo
Sergio Stanco
Un colpo di testa
in tuffo dell'attaccante dà il vantaggio agli amaranto sul finire del
primo tempo. Gli ospiti trovano addirittura il raddoppio nel finale
(ancora Amoruso su rigore). Arriva troppo tardi il gol speranza di
Martinez per la squadra di Zenga
CATANIA,
4 maggio 2008 - Alla Reggina è bastato un lampo di Amoruso sul finire
del primo tempo per realizzare i sogni di capitan Cozza: "A Catania
per vincere", era il motto della vigilia e così è stato. Il
Catania, però, ha di che recriminare: una partita giocata in costante
proiezione offensiva, con diverse occasioni da rete sprecate e, alla
prima distrazione difensiva, la rete che gela il Massimino.
La reazione
c'è, ma l'attacco è sterile e il finale funambolico non cambia l'amaro
verdetto in casa siciliana. Dolcissimi 3 punti, invece, per la Reggina,
che supera i rivali di giornata in classifica e intravede una salvezza
davvero insperata fino a qualche giornata fa. Per i calabresi prima
vittoria in trasferta della stagione, forse nell'occasione più
importante.
BANDA BASSOTTI -Orlandi teme gli spifferi sulle fasce e si copre un po'
di più: addio alla difesa a tre e dentro Costa sulla sinistra. A
destra, però, Lanzaro avrebbe bisogno di un moment già dopo pochi
minuti, perché Vargas dimostra di essere in giornata e lo salta con una
semplicità disarmante. Il pendolino peruviano, tuttavia, predica nel
deserto, perchè i suoi traversoni sono preda facile della difesa
ospite: al Catania manca la testa di Spinesi a centro area; Mascara e
Colucci fanno quello che possono, cioè poco, quasi nulla. E anche
quando il laterale di Zenga decide di fare tutto da solo e arriva alla
conclusione, Campagnolo respinge. Il portiere dei calabresi si fa
saltare solo in un'occasione, da Mascara, che però cade dopo il
dribbling lamentando un tocco dell'estremo difensore avversario: Rocchi
non è dello stesso avviso e fa proseguire tra le proteste dei padroni
di casa.
NICK TESTA CALDA - La Reggina ha il grande merito di non perdere mai le
distanze, di difendere con attenzione, ma senza affanno, e di non
lesinare ripartenze e, soprattutto, di andare in gol alla prima
occasione: Cozza cerca Amoruso, l'attaccante amaranto si nasconde dietro
Terlizzi e a due metri da Polito decide d'interrompere la dieta che
durava da fine febbraio (rigore contro la Juve). E per farlo, sceglie
l'appuntamento decisivo della stagione. La reazione veemente dei padroni
di casa arriva in avvio di ripresa, quando Mascara manca la deviazione
vincente a pochi passi da Campagnolo. Qualche minuto dopo è sempre il
portiere dei calabresi che, con tempismo, esce su Vargas lanciato a
rete.
PIRATI ALL'ARREMBAGGIO - Il Catania è ormai padrone del campo, la
Reggina con pazienza e dedizione costruisce il suo bunker a difesa di un
risultato che sarebbe fondamentale. Zenga, dunque, abbandona ogni timore
e mette sul tavolo tutte le sue carte migliori: dentro Martinez e
Morimoto per Tedesco e Baiocco, ma dal mazzo non esce il jolly vincente.
Diventa un assedio, spiovono traversoni in mezzo, Mascara prova anche a
deviarli verso la porta, ma Campagnolo rimbalza ogni tentativo
avversario. Il finale è pirotecnico, ma neutro ai fini del risultato e
della classifica: Sardo stende Barreto, e Amoruso realizza l'inevitabile
rigore assegnato da Rocchi, Martinez nel recupero trova il più classico
dei gol della bandiera che non risolleva il morale in casa siciliana.
Anzi, forse l'unico effetto è quello di aumentare i rimpianti...
|
Tabellino
CATANIA
(4-4-2) - Polito; Sardo, Terlizzi, Stovini, Sabato; Baiocco (dal 66'
Morimoto), Biagianti, Tedesco (dal 55' Martinez), Vargas; Mascara,
Colucci. Allenatore:
Walter Zenga.
REGGINA
(4-4-2) - Campagnolo; Costa, Aronica, Cirillo, Lanzaro; Barreto,
Tognozzi, Modesto, Cozza (dal 70' Vigiani); Brienza (dal 58' Cascione),
Amoruso (dal 91' Stuani).
Allenatore:
Nevio Orlandi.
Arbitro:
Gianluca Rocchi di Firenze.
Marcatori:
41' e 90' rig. Amoruso/R, 93' Martinez/C. Ammoniti:
23' Cozza/R, 45' Lanzaro/R, 57' Stovini/C, 85' Cirillo/R, 85' Terlizzi/C,
91' Aronica/R.
Risultati
Atalanta
- Livorno 3-2
Cagliari - Fiorentina 2-1
Catania - Reggina 1-2
Empoli - Udinese 0-1
Lazio - Palermo 1-2
Milan - Inter 2-1
Parma - Genoa 1-0
Sampdoria - Roma 0-3
Siena - Juventus 1-0
Torino - Napoli 2-1
Classifica
Inter
81
Roma 78
Juventus 70
Milan 61
Fiorentina 60
Udinese 57
Sampdoria 56
Genoa 48
Napoli 47
Palermo 46
Atalanta 45
Siena 42
Lazio 40
Cagliari 38
Torino 37
Reggina 36
Catania 35
Parma 34
Empoli 33
Livorno 30
|
domenica
- ore 15.00 |
11
MAGGIO 2008 |
18° giornata girone di
ritorno |
Come
far scoppiare le coronarie dei tifosi rossazzuri!
Torino,
11 mag. - Il Catania pareggia all'Olimpico contro la Juve e fa un deciso
passo avanti verso la salvezza che si giochera domenica in casa con la
Roma. Per i siciliani a inizio ripresa segna Martinez, nel finale
pareggia Del Piero. Al fischio d'inizio bianconeri in campo con Tiago e
Palladino, rispettivamente al posto di Zanetti e Nedved, Catania con
Bizzarri in porta e Martinez in avanti accanto a Mascara. Nel primo
quarto Juve pericolosa in due occasioni con Del Piero, al 27' bianconeri
ancora insidiosi con una bella sventola dalla distanza di Sissoko finita
di poco alta sopra la traversa.
Nelle
battute finali dei primi 45 minuti c'e' ancora il tempo per gustarsi la
prima vera occasione capitata sui piedi degli isolani: calcio di
punizione di Vargas e respinta a pugni chiusi di Buffon. Al rientro in
campo e' il Catania ad accendere la sfida e alla prima occasione sblocca
il risultato: su calcio d'angolo battuto da Mascara si crea una mischia
in area, in tre si avventano sulla sfera ma e' Martinez ad
approfittarne. La reazione della Juve non e' efficasissima.
Nemmeno gli innesti di Nocerino e Nedved, rispettivamente al posto
dell'impalpabile Tiago e dell'incolore Palladino, danno un'accelerata al
gioco dei padroni di casa. Quasi inoperoso per tutto il tempo anche
Bizzarri che a otto minuti dalla fine viene chiamato alla parata da un
cross di Chiellini. Ma il miracolo Bizzarri lo fa a tre minuti dalla
fine quando respinge da distanza ravvicinata una conclusione di
Trezeguet. Nulla puo' pero' a un minuto dalla conclusione quando Del
Piero trova il pari e raggiunge in testa alla classifica cannonieri il
compagno Trezeguet e il genoano Borriello. Su cross dalla sinistra di
Chiellini arriva la zampata del numero 10 bianconero, cui poco dopo il
tecnico Ranieri regala la standing ovation rilevandolo con il primavera
Pasquato.
Non
c’erano dubbi, nessun regalo, fino alla fine. (mondocatania.com)
Come
destino vuole, come da copione non scritto, anno dopo anno, 90’
decisivi, gli ultimi, nei quali giocarsi tutto.
Ancora
una volta l’appello della storia riserva a Catania i brividi finali,
inutile stare a sindacare sui “se”, che c’accompagnano ad ogni
occasione mancata, c’è una partita, domenica prossima, due squadre,
un solo obiettivo, impossibile da dividere. Niente radio, niente
calcolatrici né tabelle, che tengano.
E’
la resa dei conti; dove si decide che fare delle nostre aspettative, di
quello in cui abbiamo sempre sperato, e con tanto sacrificio
conquistato, passo dopo passo. Momenti nei quali restare compatti, dove
credere, fortissimamente credere, risulta indispensabile.
Di
tutti, c’è bisogno del meglio di tutti, di ognuno di noi, tifosi, di
ognuno di loro, giocatori, senza esclusione alcuna. Cuore, non solo,
Voce, non solo, Anima, anche.
Sempre
lui, maledetto 90°, minuto e marcatore. Come all’andata la Juventus
agguanta il Catania allo scadere dopo una partita combattuta, di quelle
che a vincerle restano nella storia.
Beh,
pensare ad un 1-1 nel pre-match sarebbe stato sicuramente positivo.
Vederlo al termine, soprattutto per com’è maturato, non lo è.
Una
gara che i rossazzurri hanno combattuto minuto per minuto, secondo per
secondo, attaccando quando bisognava attaccare, soffrendo quando era
necessario difendere.
A
far male è che si dovrà lottare ancora, per altri 90’, quando invece
fino all’ottantottesimo sembrava essere fatta con una giornata di
anticipo, a dispetto di Parma, Empoli e Livorno che, almeno le prime
due, potranno ancora dire la loro. Ma che Del Piero tenesse a segnare lo
si era visto fin dai primi minuti, dalle conclusioni finite sul fondo
per un non niente, il che faceva presagire ad una giornata diversa e
fortunata, elemento quest’ultimo che è mancato per gran parte del
campionato, soprattutto in trasferta.
Tesi
avvalorata dal goal di Martinez: occasionale ma anche voluto, non nella
fattura ma nell’intenzione di volerlo realizzare. Importante perché
realizzato in apertura di ripresa: cross da calcio d’angolo, mischia
davanti a Buffon, Martinez tocca con i glutei, poi forse con la coscia.
Goal strano, che l’esultanza te la lascia in gola fino a quando l’arbitro
indica il centrocampo, con la paura che il fischio indichi un fallo che
in questo caso non c’è.
Bene
Trefoloni, due righe di commento le merita anche lui: è facile
criticare l’arbitro, difficile elogiarlo; questa volta è giusto
farlo, ha diretto in maniera impeccabile, o quasi.
Un
1-1 che deve dare fiducia, che ha espresso le vere potenzialità di
questo Catania. Già, perché la Juventus non si è proprio risparmiata:
tiri in porta, aggressività e cartellini sono la prova di ciò che
questo match ha voluto lasciare, di una partita vera, di un calcio che
non si fa di calcoli ma di volontà, di attaccamento alla maglia.
Speriamo
ne segua l’esempio il Livorno domenica prossima. Quel che importa ai
tifosi rossazzurri è concentrarsi sul Massimino, non badare, se non al
90’, ai risultati provenienti dagli altri campi.
|
Tabellino
JUVENTUS
(4-4-2): Buffon; Zebina, Legrottaglie, Chiellini, Grygera; Camoranesi,
Sissoko, Tiago (65' Nocerino), Palladino (71' Nedved); Del Piero,
Trezeguet.
CATANIA
(4-3-3): Bizzarri; Silvestri, Stovini, Terlizzi, Sabato; Biagianti;
Baiocco, Tedesco (68' Edusei), Mascara, Vargas (59' Izco); Martinez.
ARBITRO:
Trefoloni
RETI:
47' Martinez, 89' Del Piero. AMMONITI:
Tiago, Grygera, Camoranesi, Chiellini, Nocerino, Izco.
Risultati
Fiorentina
- Parma 3-1
Genoa - Lazio 0-2
Inter - Siena 2-2
Juventus - Catania 1-1
Livorno - Torino 0-1
Napoli - Milan 3-1
Palermo - Sampdoria 0-2
Reggina - Empoli 2-0
Roma - Atalanta 2-1
Udinese - Cagliari 0-2
Classifica
Inter
82
Roma 81
Juventus 71
Fiorentina 63
Milan 61
Sampdoria 59
Udinese 57
Napoli 50
Genoa 48
Palermo 46
Atalanta 45
Lazio 43
Siena 43
Cagliari 41
Torino 40
Reggina 39
Catania 36
Parma 34
Empoli 33
Livorno 30
|
UN
CAMPIONATO INCREDIBILE
Inter-Roma:
tutto in 90' - Salvezza: in 3 per un posto
Il
passo falso dei nerazzurri con il Siena tiene in corsa i giallorossi,
che ora sognano il tricolore. Catania, Parma ed Empoli inseguono all'ultima
giornata l'ultimo treno salvezza. La Fiorentina sorpassa il Milan al 4°
posto. Vota i Più e i Meno e assegna gli Oscar del campionato
De Rossi esulta, Materazzi si dispera: e la corsa scudetto resta più
aperta che mai
MILANO, 12 maggio 2008 - Ci siamo. A 90' dai verdetti finali del
campionato. Con l'Inter che si suicida sportivamente con il Siena e
tiene in corsa la Roma, che stende l'Atalanta, e ora, giustamente, allo
scudetto ci crede. Con la Fiorentina che supera il Milan al quarto posto
tornando padrona provvisoria di un posto Champions, con in coda le
salvezze di Cagliari, Torino e Reggina. Restano in tre con un solo posto
salvagente a disposizione: Catania, Parma ed Empoli. Sono i temi dei
Più e i Meno della settimana. Assegna gli Oscar del campionato votando
i sondaggi.
I PIU - La Roma è la squadra della settimana. Batte l'Atalanta e
rosicchia due punti all'Inter. Si giocherà lo scudetto negli ultimi
90'. E ora ci crede. In nomination pure Fiorentina e Reggina. I viola
tornano al 4° posto, i calabresi conquistano la salvezza matematica
vincendo uno scontro diretto.
Kharja è il giocatore della settimana. Gol e assist a San Siro. Rovina
la festa dell'Inter con una prova sontuosa. Siena lo ha rigenerato. Bene
Hamsik e De Rossi. Lo slovacco segna un gol pazzesco e trascina il
Napoli al successo sul Milan, il romano segna e prende per mano la Roma
che sogna il tricolore.
Ballardini è l'allenatore della settimana. Ha salvato un Cagliari che
sembrava ormai spacciato. Poche parole e tanti fatti, bravo. Note di
merito pure per Orlandi e Prandelli. L'allenatore della Reggina,
sconosciuto al grande pubblico, è stato una rivelazione; quello viola
ha ricaricato i suoi dopo la passata settimana, da dimenticare.
I MENO - L'Inter fa harakiri contro il Siena. Spreca il secondo match
ball e complica la corsa scudetto. Incredibile. Male Milan e Livorno. I
rossoneri crollano a Napoli e si trovano in zona Uefa, i toscani
salutano la serie A con l'ennesima sconfitta.
Materazzi l'ha combinata grossa. Respinge un tiro di Cruz che somigliava
tanto a un potenziale gol. Poi va sul dischetto scavalcando Cruz e
sbaglia il rigore scudetto. Giorantacce per Kaladze e Sidny. La
prestazione del georgiano è l'emblema del Milan che va a picco,
l'esordio del brasiliano del Livorno è un disastro.
Cagni finisce dietro la lavagna. Il destino del suo Empoli è appeso ad
un filo. Colpa della sconfitta di Reggio. La salvezza non dipende più
solo dai toscani, ma da Catania e Parma. Male Ancelotti e Cuper. Il calo
di tensione dei rossoneri a Napoli, contro un avversario che giocava
solo per il prestigio, è incredibile. Il tecnico del Parma non fa il
miracolo a Firenze, ma il suo ruolino di marcia in Emilia è deficitario
a prescindere. Ora serve un mezzo miracolo contro la "sua"
Inter.
Riccardo Pratesi
Il Siena gela l'Inter Il 2-2 riapre i giochi
Incredibili
emozioni a Milano: i nerazzurri vanno in vantaggio due volte con Vieira
e Balotelli ma sono raggiunti e ora la Roma è a -1. Materazzi sbaglia
un rigore al 33' della ripresa. La squadra di Mancini si gioca lo
scudetto domenica in casa del Parma di Hector Cuper a caccia della
salvezza
MILANO, 11 maggio 2008 - L'Inter spreca il secondo match point scudetto.
Pareggia 2-2 in casa con il Siena, sprecando due volte il vantaggio, e
fallendo un rigore. Al gol di Vieira risponde Maccarone, a quello di
Balotelli replica Kharja. E Materazzi si fa parare un penalty da
Manninger. Ora la Roma è -1, dopo il successo sull'Atalanta, per
vincere il tricolore alla banda Mancini servirà una vittoria a Parma
nell'ultima giornata. La "pazza" Inter ha colpito ancora,
dunque, sprecando il non sprecabile, di fronte a un Siena mai domo, che
ha giocato oltre ogni aspettativa. E dire che dopo lo spavento del primo
tempo, rimediato allo scadere da Turbo Mario, nessuno qui a San Siro,
neanche un tifoso ospite, avrebbe immaginato un pari. L'Inter resta
favorita e padrona del proprio destino, ma l'aspetta una settimana
psicologicamente terribile.
PRIMO TEMPO DA BRIVIDI - I primi 45' che non ti aspetti. Vibranti,
combattuti. L'Inter sembra un toro che carica a bassa la coreografia
tricolore mostrata dalla curva nord. Tutti avanti, non c'è tempo da
perdere. Il Siena è in difficoltà ma resta calmo, ragiona, con
Locatelli ispirato, e riparte quando può, deciso a non recitare la
parte della vittima sacrificale. Dunque: subito un destro di Vieira,
Manninger si tuffa, San Siro trattiene il respiro, palla a lato. Poi la
replica di Kharja, a mettere le cose in chiaro - il Siena non è qui in
gita -, Julio Cesar risponde con una presa sicura. L'Inter si riversa
tutta in avanti. Traversa di testa di Materazzi su angolo da sinistra di
Balotelli. Sale alto il grido Inter-Inter. Il pubblico si gasa, spinge
la banda Mancini.
SCHIACCIATO
- Che chiude subito il Siena nell'angolo: tutto schiacciato nella sua
area di rigore, alle corde. All'11' arriva il gol tanto agognato. Lo
segna di testa Vieira, su angolo da destra di Jimenez. San Siro esplode.
Sembra il gol scudetto. Ma, siccome è meglio star sicuri, l'Inter
insiste a caccia del 2-0. Ma al 30' succede l'impensabile. Kharja si
accentra dalla destra e suggerisce per il taglio di Maccarone che brucia
Burdisso sullo scatto e di destro di prima intenzione trova l'1-1. San
Siro ammutolisce. Accusa il colpo, come l'Inter. Il pubblico riprende
fiato quando sul tabellone luminoso arriva la segnalazione dell'1-0 del
Napoli sul Milan. Qualche primo mugugno dagli spalti arriva al 40', per
un passaggio comodo toppato da Maxwell. Affiora un minimo di nervosismo.
IL BIVIO DELLA GARA - Al 41' il Siena ha la clamorosa occasione del 2-1:
Rossi in contropiede fila via come un treno alta velocità,
approfittando di una difesa in momentaneo sciopero, Julio Cesar è
provvidenziale in uscita. Una parata che vale oro. Perchè al 45'
Balotelli a porta vuota segna il 2-1 di testa, sugli sviluppi di un
fallo laterale di Maicon su cui Vieira aveva fatto la sponda mandando in
tilt la serratura toscana. Sospiro di sollievo generale di San Siro,
abbracci sugli spalti. La paura è di nuovo messa da parte, in un
angolino, nella speranza di 80.000 anime che non torni più
d'attualità.
BEFFA - Cruz sfiora subito il 3-1. Il suo sinistro finisce a lato, il
popolo nerazzurro dovrà soffrire ancora un po'. L'Inter insiste, in
fuga dalla paura. I minuti passano, il pubblico applaude. Ritmato.
Quando Maccarone spinge forte in contropiede arrivano i fischi: il
groppo in gola è sempre lì, ancora da buttare giù. Al 18' esce
Balotelli, per crampi. Viene sommerso dagli applausi. Dentro Suazo. Al
24' del secondo tempo arriva la beffa. Ficagna, dopo un errore di
Maxwell, centra dalla destra, respinta corta di Burdisso, Kharja trova
l'interno destro del 2-2 da fuori area. Clamoroso. Stadio annichilito.
Silenzio. Ora saltano tutte le tattiche: Inter all'arrembaggio. San Siro
prova a dare una mano, ma i tifosi nerazzurri vedono spettri mai fugati.
IL RIGORE - Poi Gava vede un rigore discutibile per un contatto in area
Riganò-Materazzi. Dal dischetto Materazzi, l'eroe di Siena un anno fa.
Il difensore tira forte, Manninger para. Lo stadio è scioccato. Terrore
generale e feste del gruppetto dei tifosi ospiti. L'Inter è tutta
sbilanciata, sfiora il gol con Jimenez, chiede il rigore con Vieira. Ma
il gol non arriva. Finisce 2-2. Tra i fischi. Campionato aperto,
incredibile.
Riccardo Pratesi
Materazzi:
"Cruz, scusami Il pareggio è colpa mia"
Il difensore interista spiega così il rigore sbagliato contro il Siena:
"Mi spiace, avrei dovuto far tirare Julio cui ho chiesto scusa. Ora
bisogna rialzarsi e pensare al Parma, sarà una finale". Mancini:
"Il rigore non lo doveva tirare Marco"
Spalletti: "Le possibilità sono salite al 2 per cento".
Febbre scudetto, esplode già la festa , per domenica maxischermi in
città Radio, gol e bambini: Roma in delirio
"Andrò a Catania anche io, come potrei perdermela?".
Francesco Totti è l´ultimo a uscire dal campo, quasi volesse gustarsi
ogni istante di un dopo gara che riporta indietro negli anni, a quando
il profumo di scudetto inebriava le domeniche dei romanisti. In braccio
il piccolo Cristian, il capitano un po´ scalpita, perché vorrebbe
tanto poter aiutare i compagni. Ma bloccato dall´infortunio al
ginocchio, vuole stare il più possibile vicino alla squadra. "Una
giornata bellissima, emozioni uniche. Ma lo scudetto l´ha vinto l´Inter",
e non si fatica poi troppo a capire l´ironia scaramantica del numero
dieci, anche perché la frase viene accompagnata da un sorriso che la
dice lunga. D´altra parte, anche prima della gara con l´Atalanta aveva
detto che lo scudetto era sicuramente dei nerazzurri, perché non
provare quindi a giocarsela anche sulla scaramanzia?
Il primo messaggio, invece, De Rossi lo ha scritto a Kharja, suo amico
ai tempi della Roma: domenica scorsa il giocatore del Siena ha regalato
il secondo posto ai giallorossi bloccando la Juventus, ieri ha riaperto
una corsa scudetto che sembrava già da archiviare. "Ma chiamerò
anche Materazzi - commenta Daniele - perché lui è stato tra i primi a
chiamarmi quando ho sbagliato il rigore a Manchester. Capisco come si
sente e mi dispiace molto per lui. Ma onore a questo Siena! Si parla
tanto di campionato inglese, più sportivo e regolare rispetto al
nostro, quando invece anche noi fino all´ultimo stiamo dimostrando
regolarità. Che felicità, poi, gioire con i tifosi e con i nostri
figli, ora a Catania sarà dura vincere, il campionato non è finito,
mancano partite vere. Questo scudetto lo meriterebbe la Roma, ma onore a
una grande Inter: stiamo dando vita a un bel duello, fino all´ultimo.
Speriamo che la testa li abbandoni. Noi, intanto, pensiamo a noi stessi,
a fare bene, vincendo in Sicilia: non abbiamo alibi, andiamo lì a
conquistare i tre punti, tenendo un orecchio alla radiolina".
D´accordo con De Rossi è Spalletti: "Lavoriamo con tranquillità
questa settimana, e andiamo a Catania a vincere. Le speranze scudetto
sono salite al 2%, e noi meritavamo questa possibilità, per quanto
fatto durante tutto il campionato, un campionato lungo e
logorante". Rosella Sensi quasi non riesce a parlare per
l´emozione. Ha sofferto, durante la partita, ora è il suo momento:
"Il calcio è incredibile, tutto questo è bellissimo e la Roma
merita di vivere questo momento e anche molto di più. Come lo merita
mio padre, il presidente, ringrazio lui e tutti quelli che lavorano
dietro le quinte".
Dopo tanto parlare di futuro, è il presente a regalare emozioni e
sogni. Come è il semplice pragmatismo di Vucinic a sintetizzare.
"Dobbiamo assolutamente vincere a Catania, sperando che l´Inter
perda a Parma". La settimana di vigilia è appena cominciata,
perché, a questo punto, non costa veramente nulla sognare. (12 maggio
2008)
Febbre
scudetto, esplode già la festa , per domenica maxischermi in città
Un "mini-scudetto", sofferto, voluto e festeggiato da un
Olimpico impazzito di gioia. Si rivedono i caroselli in città con
clacson e bandiere. E il tam tam degli sms convoca tutti nella chiesa di
S. Caterina da Siena, al Pantheon, per ringraziare del miracolo della
squadra toscana che ha bloccato l´Inter. La Roma tiene aperto il
campionato, la città quasi non ci crede, inebriata da un finale
inaspettato, avvincente. "Saranno 90 minuti di fuoco", prevede
Totti. E il sindaco Alemanno dice "Grazie Roma": "Ho già
contattato la società e la questura per installare dei maxischermi e
far seguire a tutti la partita". Ma a meno uno dall´Inter, sarà
difficile dire ai tifosi di non partire per Catania, una trasferta che
l´Osservatorio è deciso a vietare ai romanisti. Troppa rivalità, gara
avvelenata dal 7-1 dello scorso anno e dagli scontri annunciati, con gli
agenti già allertati in caso di partenze dalla capitale.
(francesca ferrazza (12 maggio 2008)
Parma: Esonerato Cuper
PARMA,
12 maggio 2008 - Dalla gara del 16 marzo 2008 a quella del 12 maggio. Da
Livorno-Parma 1-1 a Fiorentina-Parma 3-1: il ducato di Hector Cuper a
Parma è durato poco meno di due mesi. Questa sera l'esonero, con un
comunicato della società di Viale Partigiani d'Italia che ha incaricato
l'allenatore della formazione Primavera, Andrea Manzo, di guidare la
prima squadra nella
settimana decisiva per raggiungere la salvezza. Sarà lui che cercherà
di superare l'Inter nell'ultimo match di campionato: Manzo durante la
stagione in corso aveva già guidato un allenamento di capitan Falcone e
compagni, l'11 marzo, mentre si attendeva la firma del contratto del
tecnico argentino, nei momenti successivi all'esonero di Di Carlo.
L'allenatore sudamericano, quindi, non incrocerà il suo destino con la
società che l'ha portato per la prima volta in Italia. Con i nerazzurri
milanesi due stagioni e qualche mese, prima della sostituzione con
Alberto Zaccheroni in seguito ad un pareggio esterno contro il Brescia.
FARO' IL TIFO - "Sto male. Ma l'importante, in questo momento, è
che la squadra pensi all'incontro di domenica. Non è tempo per le
polemiche". Hector Cuper ha rotto il silenzio in tarda serata dalla
sua casa a due passi dal Duomo di Parma dopo l'esonero dalla panchina
crociata. "Come posso stare? - ha commentato al sito
parma.repubblica.it - bisogna pensare solo alla partita. I ragazzi
devono cercare la vittoria a tutti i costi. Domenica prossima tiferò
Parma, spero tanto che riesca a salvarsi. Anche se per quanto mi
riguarda, io non ci sarò".
NIENTE FRUTTI - Il suo arrivo a Parma per sostituire Di Carlo non ha
portato i frutti sperati dal presidente Tommaso Ghirardi, che aveva
attuato una operazione simile nella scorsa stagione (via Pioli ed arrivo
di Ranieri), raggiungendo una insperata salvezza. Cuper se ne va da
Parma dopo dieci partite: due vittorie, tre pareggi e cinque sconfitte,
l'ultima delle quali, in terra Toscana, fatale all'allenatore argentino.
Il Parma con lui in panchina ha realizzato 10 gol e ne ha subiti 17.
Nato a Mestre nel 1961, il neo-allenatore del Parma Andrea Manzo ha un
passato da centrocampista nel Padova (C1) e nel Vicenza (B). Poi il
passaggio in serie A con le maglie della Fiorentina, della Sampdoria e,
per quattro anni, del Milan, prima di andare ad Avellino e Cesena. Nel
1995-'96 torna a giocare nel Mestre dove termina la sua carriera di
calciatore. Per lui si tratta della prima stagione come allenatore della
Primavera del Parma.
"Tutta
la città sarà con noi"
Il presidente Pulvirenti rimuove la delusione per la mancata
salvezza anticipata del Catania e si proietta sulla sfida contro la
Roma: "Abbiamo motivazioni incredibili, in 90' può succedere di
tutto. Con i giallorossi non c'era alcun accordo. I loro tifosi? Noi
nella Capitale non siamo andati"
ROMA
- "Noi abbiamo motivazioni incredibili e in 90' contro la Roma può
succedere di tutto. Ci sarà un clima importante qui al Massimino e
tutta la città spingerà la squadra". Il presidente del Catania
Antonino Pulvirenti, intervenuto a Radio Anch'io Lo Sport su Radiouno,
scuote i rossazzurri dopo la mancata salvezza.
"Noi
abbiamo anche la possibilità di pareggiare e salvarci, ma c'e una
partita da giocare e lo faremo. Speravamo di salvarci ieri a Torino, ma
il gol di Del Piero ha rimesso tutto in discussione. Comunque sapevamo
di doverci giocare il campionato fino alla fine. Noi abbiamo fatto un
buon girone di andata e un ritorno meno brillante. C'è grande
equilibrio in tutte le zone della classifica e questo ci può stare.
Tutto questo ci deve servire per crescere e programmare meglio in
futuro. Non credo che la nostra stagione sia stata da buttare, ma tutto
sarà visto alla luce di quello che accadrà domenica perchè la
salvezza significherebbe aver centrato il nostro programma".
Stagione
particolare per il Catania guidato per gran parte della stagione da
Silvio Baldini. "La decisione di andare via l'ha presa il tecnico,
non si sentiva di continuare per motivi suoi e noi non avevamo
assolutamente pensato alla sostituzione. Non ci pentiamo della scelta di
Zenga".
Qualcuno
malignamente aveva ipotizzato un tacito accordo con la Roma tra Coppa
Italia e campionato. "Non c'è stato alcun accordo sotterraneo. La
partita di Coppa è andata come doveva andare e adesso ci giocheremo
questa. La Juve ieri ha onorato la sport fino all'ultimo, da altre parti
è successa la stessa cosa, è un campionato molto corretto".
Un
nodo importante da sciogliere sarà anche quello della trasferta in
Sicilia dei tifosi della Roma. "Il settore ospiti può contenere al
massimo 1500 spettatori. Non so nulla di decisioni dell'Osservatorio,
vorrei solo ricordare che le ultime due trasferte a Roma sono state
vietate ai tifosi del Catania. Premio salvezza? Già giocarci qui la
salvezza e con le motivazioni che ci sono costituisce un premio".
Pulvirenti
non ha particolari recriminazioni per le decisioni arbitrali nel corso
della stagione. "Gli arbitri hanno fatto un lavoro eccezionale. Ci
sono stati tanti errori, ma tutti commessi in buona fede. Si deve
cercare di migliorare ma ciò accade solo con l'esperienza. Noi abbiamo
subito qualche torto, ma tutti sono nelle stesse condizioni. Abbiamo i
punti in classifica che abbiamo meritato". 12/05/2008
NO
AI ROMANISTI AL CIBALI
Il
nostro "grande amico" Matarrese ci aveva tentato ancora una
volta: spinto da forze politiche, ha cercato di rendere il Cibali come
il Colosseo alimentando un'altra giornata simile a quella del 2
febbraio.
La
sua proposta evidenzia come certe decisioni del vertice
del calcio risultino ancor oggi (dopo tutto quel che è successo) di
parte, scriteriate, irresponsabili ed estremamente scellerate!
PARMA - Si è conclusa la riunione del Comitato per l'ordine
pubblico di Parma e la decisione per la partita Parma-Inter di domenica
è quella di vietare l'accesso allo stadio per i tifosi nerazzurri. Lo
ha comunicato il sindaco di Parma, Pietro Vignali.
Pur convinto della correttezza dei tifosi parmigiani e nerazzurri, il
prefetto di Parma ha deciso la chiusura del settore ospiti dello stadio
Tardini per domenica quando arriverà per la sfida-scudetto-salvezza l'Inter.
Lo spazio, di circa 1.600 posti, sarà assegnato alle scuole o alla
libera vendita a Parma. Lo ha spiegato lui stesso ai cronisti, motivando
la scelta coi pericoli derivanti dalla contemporanea trasferta vietata
dei romanisti a Catania.
"Non avevo dubbi sulla correttezza dei tifosi del Parma e dell'Inter
- ha spiegato il prefetto Paolo Scarpis - ma alla luce del divieto della
Prefettura di Catania di vietare la trasferta degli ultras romanisti
motivata dai precedenti fra le due squadre, e sentito il Comitato per
l'ordine pubblico, ho emesso un decreto che impone la chiusura del
settore ospiti ai gruppi ultrà dell'Inter e la destinazione dei posti
alle scuole o alla libera vendita. In più, la segnalazione del questore
di Roma sull'eventualità che tifosi romanisti potessero arrivare a
Parma ha aumentato la possibilità di pericolo".
"Comunque - ha detto ancora Scarpis - le forze dell'ordine della
nostra città sarebbero state in grado di controllare la situazione ma
in ogni caso è dovere del prefetto evitare qualunque possibile ferita
alla città. Mi auguro che domenica sia una festa di sport quale sia il
risultato finale".
Il prefetto ha imposto la vendita di soli due biglietti nell'area di
Parma e Provincia e il divieto della vendita dei tagliandi del Tardini
nel circuito telematico. La prevendita terminerà sabato alle ore 19.
Romanisti, stop esecutivo
Dopo la conferma dell'Osservatorio del Viminale, il prefetto di Catania
ha firmato il divieto di trasferta al Massimino per l'ultima gara di
campionato: "Provvedimento indispensabile"
CATANIA - Il prefetto di Catania, Giovanni Finazzo, ha firmato il
decreto che impone il divieto di accesso allo Stadio Massimino domenica
prossima ai tifosi della Roma.
Il provvedimento, che è stato già inviato al questore Michele
Capomacchia per la sua attuazione, prevede la vendita di biglietti
singoli della gara Catania-Roma di domenica prossima esclusivamente ai
residenti a Catania e provincia.
"Il provvedimento era indispensabile - ha spiegato il prefetto
Finazzo - per i gravi problemi di ordine pubblico che ne sarebbero
derivati. Certo dispiace che a questo incontro non possano assistere i
tifosi di entrambe le squadre, ma la prudenza e la necessità di
tutelare le persone che vanno allo stadio per divertirsi e rilassarsi è
indiscutibilmente prioritaria. Speriamo che domenica si giochi una bella
partita in un ambiente sereno e rilassato".
"Siamo
più carichi della Roma"
Mascara pronto alla sfida decisiva con i giallorossi. Il presidente
Pulvirenti: "Settimana difficile, ma i ragazzi stanno bene e sono
concentrati"
CATANIA - Un occhio alla squadra e l'orecchio teso ad ascoltare le
notizie che arrivano dall'Osservatorio del Viminale. Catania si avvicina
così alla domenica che vale una stagione.
Beppe Mascara spiega: "Il Catania ha persino più motivazioni della
Roma per la partita di domenica al Massimino" perchè, sostiene
l'attaccante etneo, "dobbiamo assolutamente fare risultato per
centrare la salvezza" e quindi sarà "difficile stare ad
aspettare i giallorossi".
Prova
a gettare acqua sul fuoco per stemperare gli animi il presidente
Antonino Pulvirenti: "Mi rendo perfettamente conto che questa è
una settimana difficile per noi - osserva - siamo concentrati, i ragazzi
stanno bene e quindi la affrontiamo con grande decisione, convinti che
possiamo fare il risultato perchè la partita si gioca sul campo".
"I tifosi del Catania - ribadisce il presidente - hanno dato
dimostrazione di grande disciplina. In generale credo che la situazione
sia migliorata e che le nuove norme siano servite. Mi auguro che ora si
possa fare un passo avanti perchè il calcio senza tifosi non esiste. Ne
sappiamo qualcosa noi che abbiamo giocato dieci partite a porte
chiuse".
Pulvirenti parla anche del rapporto con il tecnico: "Con Zenga
abbiamo un discorso aperto che riguarda la permanenza in Serie A - dice
- questo era l'accordo su cui ci siamo mossi. Eventuali altre situazioni
andrebbero riviste".
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domenica
- ore 15.00 |
18
MAGGIO 2008 |
19° giornata girone di
ritorno |
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Stadio
Massimino - Catania
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IMPRESA
STORICA (mondocatania.com)
di
Marco Di Mauro
L’edicolante
di Viale Andrea Doria mi accoglie con un largo sorriso. “La Sicilia ed
il Corriere”; “Bravo risponde lui, è l’unico leggibile”.
Saggezza.
Corriere,
appunto, l’inviato è Luigi Ferrajolo:
“Per
poco più ci un’ora la Roma ha visto lo scudetto, il Catania l’inferno
di una B ormai sotto i piedi. Al raddoppio di Ibrahomovic, si è
ribaltata di colpo la situazione [...] ed il Catania ha intuito che
forse non era ancora arrivato il momento di andare all’inferno. Ha
buttato dentro tutte le energie che gli erano rimaste [...] solo un
cinismo esasperato avrebbe potuto spingere la Roma a ripartire, a
riprovarci. Non lo ha fatto [...] Più che una partita è stato un
drammone collettivo con la gente divisa tra quello che vedeva e quello
che accadeva a Parma [...] Il Catania non avrebbe mai trovato il pari e
sarebbe davvero finito all’inferno. Ma nella ripresa due sono state le
mosse decisive: ...il gol di Ibra a Parma, l’inserimento di Morimoto
come seconda punta accanto a Martinez [....] Tra svenimenti e
maledizioni [...]al 40’ è arrivato il pari dei siciliani [...] tenuto
conto della traversa e delle occasioni buttate via sino a quel momento,
il pari è parso più che meritato, oltre che liberatorio per tutto lo
stadio [...] Saccani, dando prova di intelligenza, ha evitato il
recupero [...] mentre il Catania teneva palla e la Roma gliela lasciava,
senza infastidirlo. E’ giusto che il Catania festeggia questa
salvezza, messa in dubbio la settimana scorsa [...] ma nel complesso
meritata e strappata con partite vigorose, piene di slanci. Zenga è
stato bravo nel motivare il gruppo sino alla fine [...] è quasi uno
scudetto per lo Zenga allenatore.
Sempre
all’interno del Corriere evidenziamo lo scambio di battute tra il
presidente Pulvirenti e quello dell’Empoli, Corsi che attacca: “Il
gol dell’1-1 a Catania è stata una comica”, risponde il presidente
etneo: “Corsi parla di comiche ma lui se ne intende benissimo: l’altro
anno a Empoli ci fu un 3-3 che dire ridicolo è poco”; toccato sul
vivo non manca la replica piccata dello stesso Corsi: “A Empoli
abbiamo una cultura sportiva ben radicata. Non so se convenga più
questo atteggiamento o i sassi lanciati contro il pullman degli
avversari come a Catania. A giudicare dalla salvezza dei siciliani forse
hanno ragione loro”. Ricordiamo che Corsi fu quello che, in Empoli –
Catania del campionato scorso, venne colto in flagrante dalle telecamere
mentre rivolgeva ai giocatori etnei un simpatico nomignolo “Mafiosi e
Pezzi di m...”. Questo è il tipo.
Chiudiamo
con la massima di Zenga: “Forse, se fossi arrivato prima ci saremmo
salvati in anticipo”.
Passiamo
a “La Sicilia”, la parola torna ad Andrea Lodato, titolo: “Grazie
Roma? E perché? Piuttosto Grazie al Catania”:
“Ieri
si giocavano, per terribili incroci del destino a tratti beffardi, una
serie di partite incrociate [...] la Roma [...] ha lasciato [...] non
potendo più farci nulla [...] e al Massimimo ha smesso di dannarsi
quando il pensiero si è spostato dallo scudetto alla Coppa Italia. Ma
il Catania, la seconda salvezza consecutiva che permette dalla città di
restare trionfalmente in serie A, l’aveva costruita lungo tutto quest’anno
difficile, bello, tormentato [...] Onore a questa squadra e a chi l’ha
costruita [...] il pubblico non ha mai abbandonato la squadra [...] se
non si soffre non si strappa nulla al destino, è vero [...] soffrire
così è davvero dura e non sappiamo quanto si posa resistere [...] La
serie A del Calcio Catania è un miracolo oggi per questa Catania [...]
Domani sarà futuro, sarà il tempo di valutare chi resterà e chi se ne
andrà. La certezza è che per il secondo anno consecutivo ci saranno
fondamenta solide su cui poter costruire, non improvvisazioni, non spese
folli ed inutili, ma un parco giocatori di tutto valore [...] Così
anche il Catania Calcio può diventare grande.
Gianni
di Marzio (salvaci tu...), titolo “Conquista Eroica”:
“Cala
il sipario sul campionato di Serie A e il Catania concede il bis
meritando una standing ovation per una salvezza che non è esagerato
definire eroica, per come i rossazzurri si sono battuti [...] è caduto
il gelo sul vecchio Cibali al gol di Vucinic, ma lo smarrimento è
durato poco. Il Catania ha messo sul piatto agonismo, cuore,
determinazione per controbilanciare la superiore qualità di gioco della
Roma [...] Il Catania ha schiacciato la Roma nella sua area, un vero
assedio, con tanta rabbia in corpo, ma anche con razionalità e buona
gestione di palla. Tutta Catania ha spinto con il cuore il pallone alle
spalle di Doni [...] Adesso è il tempo dei festeggiamenti ma anche di
bilanci e riflessioni. Al grande girone d’andata [...] è seguito un
girone di ritorno sofferto, in cui la squadra ha dimostrato limiti
tecnici sul piano offensivo e caratteriali in trasferta. Sono mancati i
gol di Spinesi [...] ma anche un altro attaccante con le stesse
caratteristiche per integrarsi con i pesi piuma [...] Fuori casa il
rendimento negativo è stata una costante per l’incapacità di imporre
il proprio gioco con autorità e spregiudicatezza, a prescindere dal
modulo [...] L’ex portierone dell’Inter avrà le idee molto chiare
su quel che manca al Catania per soffrire di meno nella prossima
stagione, magari un attaccante di peso e giocatori di spessore nella
zona centrale; guai però a smembrare un gruppo che pur con limiti
oggettivi, ha dato ampie garanzie sul piano della compattezza e dello
spirito di sacrificio.
di
Fabio Alibrio
Giornata
di Verdetti. Strano a dirsi, è l’ultima.
Non accadeva da tempo che il campionato venisse deciso all’ultima
giornata, non succedeva neanche da poco che i posti Champions fossero
incerti e non destinati alle solite “grandi”.
Beh, alla fine, è andata così. Ne va della spettacolarità del calcio,
ne va anche della regolarità dei campionati. Dunque, oltre a prenderne
atto, dobbiamo ringraziare i protagonisti di questa lotta Scudetto –
Champions – Salvezza.
Del resto se il calcio è lo sport più bello del mondo un motivo ci
sarà.
Partiamo
da casa nostra, da quella rossazzurra: al Massimino va di scena uno dei
due incontri fondamentali per le sorti del torneo. Ad affrontarsi sono
Roma e Catania. I giallorossi passano subito in vantaggio con Vucinic,
al 9’. Ne viene un assalto senza sosta dei rossazzurri che ha il suo
epilogo, dopo due traverse ed un goal annullato, soltanto a 5’ dalla
fine della partita con il goal di Jorge Martinez. Catania salvo, la Roma
deve accontentarsi del secondo posto.
La
squadra di Spalletti è infatti bloccata, oltre che dal pari ottenuto al
Massimino, anche dalla vittoria che l’Inter rifila al Parma. Avviene
tutto nel secondo tempo grazie all’ingresso di Ibrahimovic che
realizza una doppietta, un goal ogni 17’ giocati. Spiacevole l’episodio
accaduto nella città dell’Emilia Romagna, con due poliziotti feriti
ma, per fortuna, non in pericolo di vita: per uno soltanto lievi
lesioni, l’altro ne avrà per una ventina di giorni. I “tifosi”
nerazzurri che si trovavano a Parma nonostante vigesse l’obbligo del
divieto della trasferta, hanno a fine gara distrutto anche una scuola
materna.
Dunque se all’Inter è andato lo scudetto, il Parma può soltanto
sperare in una rapida risalita in massima serie.
Sempre
in chiave salvezza è inutile la vittoria dell’Empoli sul Livorno per
2-1. Furioso il presidente dei padroni di casa che ha dichiarato: “Il
goal del Catania è una comica”. Pronta la risposta di Nino Pulvirenti,
massimo dirigente rossazzurro: "Corsi parla di comiche, ma lui se
ne intende benissimo: l'anno scorso a Empoli ci fu un 3-3 che dire
ridicolo è poco".
Accede
alla prossima Champions League la Fiorentina che, pur soffrendo e tra le
polemiche, supera per 1-0 il Torino con Osvaldo, in extremis. Non serve
dunque a nulla l’ampia vittoria (4-1) del Milan sull’Udinese di
Marino: entrambe le squadre, insieme alla Sampdoria, approdano in Coppa
Uefa.
Con
i due goal di ieri proprio contro i blucerchiati, Alex Del Piero fa suo
il titolo di capocannoniere della Serie A mentre è dell’Inter la
miglior difesa (appena 26 reti subite).
Chiudono
il quadro dell’ultima giornata di Serie A Atalanta – Genoa 2-0,
Cagliari – Reggina 2-2, Lazio – Napoli 2-1 e Siena – Palermo 2-2.
di Marco Di Mauro
Sbem,
traversa. Come prenderla in
faccia.
Mentre
attorno non si capisce più cosa importi davvero, che l’Internazionale
ne faccio 10, o che il Catania ne butti dentro una sola. Il guardalinee
fischia, fuorigioco.
Sbem,
traversa. Il cuore da uno
strattone, avesse più anni resterebbe fermo, a quell’istante, senza
voler sapere più nulla, di tutto quello che sarebbe stato, poi,
comunque.
Morimoto
in volo d’angelo, non è ancora paradiso, si rimbalza all’inferno,
senza purgatorio.
E’
gol.... E’ gol, no.
Uno
sguardo intorno, tra chi guarda il cielo, ed esulta, e chi guarda il
campo, ed impreca ad una sola voce. Dice fuorigioco di Mascara, lui.
Mentre A restarne incredulo è lo stesso Doni: “Non l’ha capito
ancora, ‘sto guardalinee?”.
Perché
gli occhi non bisogna chiuderli, anche quando vedi buio, ma intorno sai
essere luce.
Interminabili,
minuti, secondi, che non saprei descrivere, assisi in uno spazio ed in
un tempo a sé, dove non è scorrere, ma soffrire, non attimi ma
desideri, non grida, ma lacrime, quando tutto si compie, quando va, come
doveva andare, com’era nell’ordine delle cose; quel che si spera,
fortissimamente spera, ma non si ha il coraggio di proferire. Più che
una parola, oltre,
E’
gol, E’ gol, e stavolta la bandierina punta al centrocampo.
Vedo,
attorno a me, nulla e tutto, colori ed occhi, gli uni negli altri, so di
nomi, e di nomi che non so, li so stretti a me, in quell’abbraccio che
non so a chi, ma come ad un fratello, ritrovato. Sento singhiozzi, vedo
lacrime, da sotto quel cappello che servirebbe per ripararsi dal sole.
Mani davanti al viso, parole ripetute tra sé e sé, tra sé ed il
mondo. E’ anche questo, è così
Si
riparte senza ben capire quel che sia accaduto, prima, durante; so solo
che quella palla, a centrocampo, quando non sia né inizio di primo o di
secondo tempo, significa pareggio.
Ed
un pareggio, significa vittoria, a Catania mille volte uno scudetto.
L’attesa,
è come non ci fosse, e sordi sono i tre fischi, vengano dalle tribune o
dal campo, non saprei dire. Tutti in campo, è questo il nostro terzo
tempo, capire che è ancora tempo per noi di giocare in serie A, è
ancora un appello passato, con 37, che sarà il minimo, ma significa il
massimo, della gioia, di tutto quello che si poteva ottenere, in questa
sfida, che il Catania ha meritato di vincere, e che la Roma ha ben
capito come l’epilogo finale fosse giusto, così come i tifosi l’avevano
immaginato, così come i tifosi avevano meritato. Era
giusto, così.
di
Fabio Alibrio
La
mia partita
Qualunque
giornalista o sportivo, anche il più bravo, non riuscirebbe a
raccontare le emozioni, quelle da tifoso, vissute al Massimino.
Opinione
personale, nessuno si senta offeso. Eppure il desiderio di provarci è
tanto, irrefrenabile, quasi a voler sfogare in poche righe la gioia
incontenibile di una partita.
Allora
voglio farlo, desidero raccontavi la mia di partita. Forse la narrazione
che farò assomiglierà alla vostra, a voi la scelta se cambiare pagina
o ascoltare. Anzi leggere.
Prima
di arrivare al fischio di inizio, bisogna partire dallo stato d’animo
mattutino, che riassume quello vissuto durante la settimana: tensione,
attesa ma anche gioia e angoscia allo stesso tempo, fiducia e
scoramento. Un mix imbarazzante che svanisce tutto di un tratto all’ingresso
al Massimino: via i conti, via le radioline, gli altri non importano,
anche perché la convinzione di farcela aumenta, a pensarlo non sono
più io ma è il collettivo, sono, anzi siamo, i 25.000 dell’ex
Cibali.
Ci
si avvicina ai 90’ più importanti della stagione, quelli decisivi: il
pubblico si prepara, incita a più non posso. I giocatori sembrano
consapevoli di ciò che andranno a giocarsi e di quello che la salvezza
vale per noi tifosi rossazzurri.
Comunque,
tra i mille pensieri, si comincia. Il Catania parte bene, i ragazzi in
campo sembrano convinti quasi quanto quelli sugli spalti. Bastano pochi
minuti però per far smaterializzare ogni convinzione, solo otto sono i
minuti che passano dall’inizio alla rete di Vucinic. E che goal!
Mi
è facile dirlo ora, prima sarebbe stato un po’ più difficile
ammettere che si tratta di un capolavoro, di una di quelle reti mai
apprezzate in tv ma di difficile fattura.
Poco importa, la Roma è avanti, noi sotto. Scende il silenzio per
qualche minuto, poi si ricomincia a sostenere senza sosta ma,
lasciatemelo dire, con meno fermezza.
Inutile
tra l’altro far finta che negli altri campi non succeda niente: l’Empoli
è in vantaggio a Livorno. Prevedibile, ma immaginare al termine del
primo tempo il Catania in B fa male a tutti, anche alla mitica speaker
del Massimino che non accenna minimamente ai parziali degli altri match,
preferendo lanciare immediatamente gli spot pubblicitari. E come non
condividere questa saggia scelta.
Il
rientro nel campo è atteso da tutti, me per primo, ma vorrebbe anche
essere rimandato. La sensazione di volersi in ogni caso godere quanto
più possibile la Serie A si scorge, è netta.
Si
ricomincia. Il tempo passa, il Catania cresce.
Due traverse, un goal annullato, occasioni a ripetizioni. Che dire? E’
qui le emozioni diventano impossibili da raccontare. Preferisco non
descriverle, ognuno le riveda a modo suo, sono sempre emozioni.
Arriviamo
al goal dell’Inter: è un boato al quale ne succederà un altro dopo
pochi minuti. Ma è una sofferenza, la palla non vuole entrare, la Roma
sembra non voler affondare ma neanche strafare.
E’ il tempo dei sorrisi che mancano, che non escono fuori neanche al
più ipocrita di questo mondo: gli sguardi sono tutti di preoccupazione,
ma anche di fiducia. Qualcuno diceva: “Finchè c’è vita, c’è
speranza”. Del resto proprio noi ne eravamo stati massimi artefici
appena una settimana addietro, a Torino andava di scena Catania –
Juventus, Del Piero mise a segno il pareggio al 90’.
Quel
goal che ci riporta ad oggi, al Massimino, che ci costringe a soffrire
fino in fondo, fino a quando Martinez non spinge noi tutti ad esultare,
ad abbracciarsi e a far uscire quel sorriso spontaneo di cui parlavamo
prima.
La felicità è tanta, l’infarto dietro l’angolo. Già, quella
sensazione di malore che ci ha accompagnato tutti, nessuno escluso, dal
1’ al 90’. A quel fischio finale che sa di liberazione, per noi e
per i ragazzi in campo.
Cinque…
Quattro… Tre… Due… Uno… Via! Tutti sull’erba del Massimino:
capriole, sventolio di bandiere e baci al prato sono i gesti più
comuni.
Eccoci,
svegliamoci dal sogno, rendiamoci conto che il Catania è ancora in
Serie A.
La
mia speranza personale è quella di avervi fatto rivivere dei momenti
fantastici, tra quello che per un tifoso sono tra i più belli della sua
“carriera”.
Già,
vorrei chiudere proprio con un appunto sulla nostra tifoseria, su ognuno
di noi che è riuscito a dire “c……e” al tale che ha lanciato nel
secondo tempo quel fumogeno in campo: bravi voi, noi, io. Nessuno forse
ne parlerà di questo comportamento, a me andava di sottolinearlo.
A
chi è arrivato fin qui dico un grazie per avermi “sopportato”, per
aver letto questa “Cronaca Speciale” forse, e spero, più
interessante di quella che narra semplicemente le azioni di una partita.
Perché
questa non è stata una partita, è stata la partita.
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Tabellino
CATANIA
(4-1-4-1): Bizzarri; Sabato (1'st Morimoto),Silvestri, Stovini, Terlizzi;
Vargas, Baiocco, Tedesco, Biagianti, Colucci (14'st Mascara), Martinez.
ROMA
(4-2-3-1): Doni; Panucci, Mexes,Cassetti,Pizzarro, Tonetto, De Rossi,
Mancini (10'st Giuly); Perrotta, Aquilani (30'st Brighi), Vucinic.
Arbitro:Saccani
di Mantova
Marcatori:
Vucinic 8' pt, MArtinez 40' st Ammoniti:
Vucinic e Terlizzi 15'pt, Panucci 28'pt, Baiocco 43'pt
Recupero:
1' e 0'
Risultati
Sampdoria
- Juventus 3-3
Atalanta - Genoa 2-0
Cagliari - Reggina 2-2
Catania - Roma 1-1
Empoli - Livorno 2-1
Lazio - Napoli 2-1
Milan - Udinese 4-1
Parma - Inter 0-2
Siena - Palermo 2-2
Torino - Fiorentina 0-1
Classifica
Classifica
Inter 85
Roma 82
Juventus 72
Fiorentina 66
Milan 64
Sampdoria 60
Udinese 57
Napoli 50
Atalanta 48
Genoa 48
Palermo 47
Lazio 46
Siena 44
Cagliari 42
Torino 40
Reggina 40
Catania 37
Empoli 36
Parma 34
Livorno 30
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