Ringo Starr (pseudonimo di Richard Starkey jr., Liverpool, Regno Unito, 7 luglio 1940), musicista, compositore, attore e cantante britannico. Dal 1962 al 1970 è stato il batterista e cantante (spesso d'accompagnamento e, più raramente, solista) del complesso musicale dei Beatles, per i quali ha anche composto alcune canzoni (quali ad esempio Don't Pass Me By e Octopus's Garden). Dopo lo scioglimento del gruppo ha intrapreso una carriera individuale sia come musicista sia come attore cinematografico. Richard
Starkey imparò a suonare la batteria a diciassette anni, su uno
strumento avuto in regalo. Nel 1960 divenne batterista professionista e
- dopo aver adottato lo pseudonimo di “Ringo” per via dell'abitudine
di portare numerosi anelli (rings in inglese) - iniziò a suonare con il
gruppo di Liverpool Rory Storm & The Hurricanes. Quello stesso anno,
durante una tournée ad Amburgo, incontrò i Beatles che fornivano
supporto alle esibizioni del cantante inglese Tony Sheridan. Nel 1962,
prima del provino dei Beatles alla EMI-Parlophone, sostituì Pete Best
all'interno della formazione. Buon ultimo - secondo alcuni a torto - nella gerarchia e nella popolarità all'interno dei Beatles, Ringo Starr brillò quasi sempre di luce riflessa, assumendo negli anni un ruolo di comprimario, un po' goffo e non molto attraente, in netto contrasto con le "splendenti" personalità dei più illustri colleghi. Per anni si limitò all'accompagnamento strumentale dei Favolosi e solo occasionalmente gli furono affidate parti vocali (Act Naturally, Boys, Yellow Submarine, With a Little Help From My Friends le più famose). Figura anche come autore in diversi album, tra cui The Beatles (Don't Pass Me By) e Abbey Road (Octopus's Garden). In
contrapposizione alla non particolarmente brillante personalità di
musicista, Starr vanta invece una discreta carriera cinematografica,
iniziata durante la carriera con i Beatles (Help! e A Hard Day's Night,
entrambi di Richard Lester, in Italia noti rispettivamente come Aiuto! e
Tutti per uno) e protrattasi durante tutti gli anni Settanta. A parte
quelli girati durante la parentesi beatlesiana, il primo film a cui
prese parte fu Candy (1968), nel quale ebbe una parte al fianco di
Charles Aznavour, Marlon Brando ed Eva Aulin. Poi recitò in The Magic
Christian (1969), con Peter Sellers e Raquel Welch. A breve distanza seguì Beaucoups of Blues (1970), un album in tipico stile country and western, che confermava la sua predilezione per uno stile sostenuto e promosso già in alcune sue interpretazioni con i Beatles. Nello stesso periodo Starr, pur mentre il gruppo di Liverpool si avviava allo scioglimento, apparve in molti dischi di suoi colleghi (ad esempio in alcuni di John Lennon e George Harrison). La scalata al successo e alle classifiche di vendita iniziò però solo con i singoli "It Don't Come Easy" (1971, presentata anche al Concerto per il Bangladesh organizzato da George Harrison nell'agosto dello stesso anno e con "Back Off Boogaloo" (1972), entrambe sue composizioni. L'attività
cinematografica lo ha visto apparire nel film western Blindman (1971) ed
impersonare Frank Zappa in 200 Motels (1971). Ha poi interpretato That'll
Be the Day con David Essex (1973); ha diretto anche il lungometraggio
Born to Boogie (1973), film biografico sulla vita di Marc Bolan. Il momento favorevole è continuato con l'album Goodnight Vienna (1974), che ha fruttato a Starr due altri successi importanti: l'interpretazione di Only You (il "sempreverde" dei Platters) e No No Song. Sul fronte cinematografico, invece, Starr ha proseguito la sua attività interpretando Son of Dracula (1974) con Harry Nilsson ed apparendo in un cameo in Lisztomania (1975), ancora al fianco di David Essex. Nel
1975 ha inaugurato una propria etichetta discografica Ring-O-Records,
per poi passare però alla statunitense Atlantic Records. Nel 1976 è
stato tra gli ospiti del The Last Waltz (L'ultimo walzer), concerto
d'addio del gruppo storico di Bob Dylan, The Band. Dall'evento venne poi
ricavato due anni dopo un film con il medesimo titolo, frutto della
registrazione integrale del concerto. Nel 1980 ha recitato come protagonista nel film Caveman al fianco di Barbara Bach. I due si sono sposati nell'aprile del 1981. Sul fronte discografico, dopo alcuni album mediocri della seconda metà degli anni Settanta, Starr ha pubblicato Stop and Smell the Roses (1981), realizzato con diversi produttori ed inciso in vari studi di registrazione. È stato il suo album migliore da anni e gli ha procurato l'ultimo ingresso in classifica con la canzone Wrack My Brain, prodotta da George Harrison. Successivamente,
il decennio degli '80, dal punto di vista musicale, lo ha visto
partecipare in più occasioni a dischi altrui e pubblicare un solo album
passato pressoché inosservato,Old Wave (1983), fra l'altro neppure
distribuito sui mercati inglese e americano. Si annovera anche qualche
comparsa in progetti cinematografici e televisivi. Gravi problemi di
alcolismo hanno segnato tutto il periodo motivando, in un certo qual
senso, la scarsa attività artistica. Il ritorno in studio si è avuto con Time Takes Time (1992), un buon lavoro prodotto da Don Was con special guest varie (le più sorprendenti sono state quelle dei Jellyfish e dei Posies). Le luci della ribalta si sono poi riaccese su di lui in occasione del lancio del progetto Anthology dei Beatles tra il 1995 ed il 1996 che, nonostante le critiche controverse, ha consolidato ulteriormente il mito della più famosa pop band del Novecento. Anche Vertical Man (1998) si è segnalato per il buon repertorio di brani, una ritrovata freschezza interpretativa ed un nutrito gruppo di all-star a supporto, tra cui Scott Weiland, Tom Petty, Alanis Morissette, Paul McCartney e George Harrison. Nell'album Ringo Starr ha fatto i conti col passato incidendo una nuova versione di Love Me Do, unico brano dei Beatles in cui - nell'incisione originale - non compariva ufficialmente alla batteria. I
Wanna Be Santa Claus, pubblicato nel 1999, è invece una raccolta di
standard natalizi, in cui Starr ha riproposto la vecchia incisione dei
Beatles Christmas Time Is Here Again ed altri classici. Due le canzoni
nuove da lui composte, la title-track e Dear Santa. Il batterista ha continuato, nel frattempo, ad esibirsi regolarmente dal vivo con la sua All-Starr Band, il cui organico si è rinnovato annualmente. I momenti migliori dei concerti sono stati poi raccolti nel cofanetto The Anthology... So Far (2001), uscito per celebrare il decimo anniversario della formazione. Nella
primavera del 2003 Starr ha quindi pubblicato l'album Ringo Rama, a cui
tra gli ospiti hanno partecipato Eric Clapton, David Gilmour e Willie
Nelson. Più recentemente è uscito Choose Love (2005).
Il figlio di Ringo suona con gli Oasis Uno Starkey con i Gallagher Musica: Ringo Starr, Il Figlio Suona La Batteria Con Gli Oasis Londra, 11 mag. - (Adnkronos) - Zak Starkey, figlio di Ringo Starr, si unira' agli Oasis nel corso del concerto che la band di Manchester terra' al Glastonbury Festival. Noel Gallagher, chitarrista degli Oasis, ha confermato che il 38enne batterista fara' parte della formazione in sostituzione di Alan White, il componente degli Oasis che nel gennaio scorso ha lasciato il gruppo. Non dovrebbe trattarsi, pero', di una sostituzione permanente: ''Se ci fa avere un autografo del padre, e' dentro la band'', ha scherzato Gallagher. Starkey ha suonato in precedenza anche nel corso di alcune esibizioni con gli Who e assieme al gruppo del padre Ringo. Il Festival di Glastonbury si terra' dal 25 al 27 giugno prossimi. Tra i musicisti che prenderanno parte alla rassegna, anche Paul McCartney. Quando
si discute di musica non manca mai il coglione di turno che, per darsi
un contegno, sostiene la seguente, originalissima tesi: Ringo Starr in
fondo era un personaggio mediocre e la sua fortuna derivò dal fatto di
trovarsi, senza alcun merito personale, a far parte del più famoso
complesso musicale del mondo. I redattori di Peninsula sono venuti in
possesso di documenti riservati da cui si evince in maniera
inconfutabile che questa argomentazione è una fesseria. Da una prima,
rapida consultazione di queste carte, pare che Ringo Starr sia stato uno
dei Beatles, che abbia suonato la batteria sulle versioni originali di
canzoni come She Loves You, Ticket To Ride, Michelle, Penny Lane,
Strawberry Fields Forever, Hey Jude, Something e Let It Be, e che abbia
addirittura cantato Yellow Submarine e With A Little Help From My
Friends. Se poi consideriamo che nella sua autobiografia (Many Years
From Now) Sir Paul McCartney indica Ringo come il suo batterista
preferito, collocandolo in cima a un triangolo che comprende anche Keith
Moon e John Bonham, allora il frusto luogo comune diventa una vera e
propria volgarità. Quando la smetteranno? - B.A. Chi, nel mondo, può permettersi di incidere un album a proprio nome con la partecipazione diretta di John Lennon, Paul McCartney e George Harrison? Spiegatelo ai detrattori di professione, quelli abituati a darsi un contegno diffamando impunemente Ringo Starr. Noi possiamo offrire loro solo un’onorevole possibilità per redimersi: chinino il capo, giungano le mani e ammettano di avere (stra)parlato a vanvera. Poi, magari, liberino un posto in redazione e facciano domanda in fabbrica. Intanto, con loro grande scorno, proprio Ringo è titolare di uno dei dischi più belli incisi da un ex-Beatle dopo lo scioglimento del quartetto. Il successo dell’impresa è dovuto al “piccolo aiuto dai suoi amici” e alla produzione di Richard Perry, perfetta sotto ogni profilo, dall’allestimento del cast alla cura dei suoni. Scritta da John su misura per Ringo - nello stile bellicoso di Instant Karma! - I’m The Greatest è una dedica agrodolce al batterista, in cui Lennon sfoga la propria amarezza per il disagio psicologico di quattro ragazzi trasformati in idoli. Sir Paul contribuisce con Six O’Clock, una ballad all’altezza dei suoi capolavori del periodo (Maybe I’m Amazed, My Love, Live And Let Die etc.), che da sola vale il titolo di Lord. Con Photograph - grande hit a 45 giri - George leva una toccante ode alla nostalgia, trainata dalla 12 corde acustica e da un maestoso arrangiamento orchestrale di Jack Nitzsche. La frizzante cover di You’re Sixteen - classico degli anni '60 - produsse un secondo singolo da alta classifica. Il romantico sarcasmo di Randy Newman - Have You Seen My Baby (Hold On) - è temperato dagli assoli congiunti di James Booker (piano) e Marc Bolan (chitarra). You And Me (Babe), ancora di Harrison, è un elegante finale intriso di blues, in coda al quale Ringo recita i ringraziamenti di rito. La copertina merita una menzione speciale. Indossando una buffa salopette di jeans, Ringo posa davanti a uno sfondo disegnato che evoca lo storico fotomontaggio di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band e ritrae affettuosamente i personaggi chiave della sua vita. Naturalmente, non mancano gli adorati ex-compagni: George tiene in mano un palloncino col simbolo degli Hare Krishna; Paul è abbracciato a Linda; John, accanto a Yoko, regge addirittura una capziosa stella rossa. http://www.peninsula.eu/ringo.htm
1970 - Sentimental Journey
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