Pulvirenti: «E' il Catania migliore di tutti i tempi»

 

CATANIA - Il sindaco di Catania, Stancanelli, ha premiato il presidente del club rossazzurro, Pulvirenti, consegnandogli le chiavi della città perchè "grazie ai risultati sportivi ottenuti ha dato lustro alla città". Il massimo dirigente etneo ha espresso la sua gratitudine al Primo Cittadino: «La società appartiene alla proprietà ed ai catanesi, è un patrimonio comune: sono emozionato ed orgoglioso. Speriamo di ottenere altri risultati sportivi e strutturali: sotto il primo aspetto migliorarsi sarà davvero difficile e la gente lo sa. Il nostro scudetto è la salvezza, così come la permanenza è il primo obiettivo per 13 squadre della massima serie. Catania ed il Catania sono molto apprezzati in ambito nazionale per la maturità complessiva che l'ambiente sta dimostrando.

Il Catania migliore di tutti i tempi? Credo di sì. Non era difficilissimo giungere a questo livello, per onestà, considerando che l'unica parentesi davvero importante in Serie A era quella degli anni '60; sarà più difficile ottenere risultati migliori ma ci proveremo, con lo stesso spirito e le stesse qualità che abbiamo messo in campo fin qui».

 

 

 

STAGIONE STREPITOSA
Ultima sfilata per Torino e Catania, la matricola ha ottenuto una meritata salvezza, i rossazzurri sono stati protagonisti di un'annata strepitosa, coronata da un ottavo posto in classifica, foriero non soltanto di gloria ma anche dell'accesso diretto agli ottavi di Coppa Italia. È stata anche la serata degli addii per alcuni giocatori importanti su entrambi i fronti, dall'idolo della curva Maratona Rolando Bianchi a Ricchiuti, amatissimo dalla tifoseria e dal gruppo, per finire al Papu Gomez, per lui certamente ci sarà un'offerta che Pulvirenti non potrà rifiutare.
Sul campo, Ventura ripiegava ancora sul 5-3-2 contro il 4-2-3-1 di Maran, che sacrificava Izco a completamento della retroguardia, affidando la regìa delle operazioni di centrocampo alla coppia Biagianti-Almiron e metteva il trio tutto argentino Gomez- Castro- Barrientos al servizio del bomber Bergessio. Pur libero da pressioni di classifica, l'avvio del Toro è stato piuttosto timido e lento, in quanto i piemontesi si limitavano a cercare controllo e possesso palla senza affondare, mentre il Catania appariva più determinato, intraprendente e quasi costantemente in superiorità numerica a centrocampo, in quanto i due esterni bassi granata rimanevano in posizione molto arretrata.
La squadra di Ventura trovava, infatti, difficoltà a impostare l'azione e spesso era costretta a ricorrere a lanci lunghi, mentre la manovra dei rossazzurri era più fluida e incisiva, come in occasione del bel gol di Almiron. Dopo il vantaggio del Catania, il ritmo si abbassava ulteriormente, tanta gestione del possesso palla e poca verticalizzazione, ma quando i rossazzurri decidevano di spingere sull'acceleratore e di sfruttare le loro doti di destrezza e rapidità nelle ripartenze, mettevano sempre in apprensione la difesa avversaria.
A inizio di ripresa, Almiron non approfittava di una dormita della retroguardia granata per chiudere la partita, ma l'emozione, da brividi, era tutta per l'ingresso in campo di Bianchi, che metteva subito lo zampino nel pareggio di Cerci. Maran ridisegnava il suo scacchiere, passando al 3-5-2 con l'innesto di Augustyn: non si accontentava, infatti, del pari e spingeva i suoi a guadagnare metri e a cercare la profondità. Ma era la caparbietà di Gonzalo Bergessio a lasciare il segno anche allo Stadio Olimpico. Nel finale, c'era spazio soltanto per la gioia e le lacrime di Rolando Bianchi e della sua famiglia, meritato il suo gol nella notte dell'addio. Si spengono ora i riflettori sul campionato, tacciono i cori dei tifosi, restano i rumor di mercato, che ci terranno con il fiato sospeso per tutta l'estate.
La Sicilia 20/05/2013
 

 

  Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
Campione d'Italia 1. 600px Nero e Bianco (Strisce).png Juventus  Champions League 87 38 27 6 5 71 24 +47
Coppacampioni.png 2. 600px Azzurro con N cerchiata.png Napoli    Champions League 78 38 23 9 6 73 36 +37
Coppacampioni.png 3. 600px Bianco e Rosso (Croce) e Rosso e Nero (Strisce).svg Milan   1° fase Champions League 72 38 21 9 8 68 39 +28
Coppauefa.png 4. 600px Viola con giglio Rosso su sfondo Bianco.png Fiorentina       Europe  League 70 38 21 7 10 72 44 +28
Coppauefa.png 5. 600px Colori di Udine.png Udinese     Europe Leage 66 38 18 12 8 59 45 +14
  6. 600px Giallo oro e Rosso cremisi.svg Roma    f 62 38 18 8 12 71 56 +15
  7. 600px Bianco e Celeste con aquila.svg Lazio 61 38 18 7 13 51 42 +9
  8. 600px Azzurro e Rosso (Strisce).svg Catania 56 38 15 11 12 50 46 +4
  9. 600px Nero e Azzurro (Strisce)2.png Inter 54 38 16 6 16 55 57 -2
  10. 600px Bianco e Nero (Croce) e Blu e Giallo (Strisce).png Parma 49 38 13 10 15 45 46 −1
  11. 600px Rosso Blu coi 4 mori.png Cagliari 47 38 12 11 15 43 55 −12
  12. 600px Giallo e Blu (Bordato)2.png Chievo 45 38 12 9 17 37 52 −15
  13. 600px Rosso e Blu (Strisce) con croce Rosso e Giallo.svg Bologna 44 38 11 11 16 46 52 -6
  14. 600px Blu Bianco Rosso e Nero (Strisce Orizzontali) con croce di San Giorgio Bianca e Rossa.png Sampdoria[30] 42 38 11 10 17 43 51 −8
  15. 600px Azzurro e Nero (Strisce).png Atalanta[31] 40 38 11 9 18 39 56 −17
  16. Flag - Garnet with white bull.svg Torino[32] 39 38 8 16 14 46 55 −9
  17. 600px Rosso e Blu con striscia Bianco e croce Rossa su sfondo Bianco.png Genoa 38 38 8 14 16 38 52 −14
1downarrow red.svg 18. 600px Rosa e Nero in diagonale con aquila.png Palermo 32 38 6 14 18 34 54 −20
1downarrow red.svg 19. 600px Bianco e Nero (Strisce).png Siena[33] 30 38 9 9 20 39 54 −15
1downarrow red.svg 20. 600px Blu e Celeste con delfino Bianco.svg Pescara 22 38 6 4 28 27 84 −57

 

 

Classifica marcatori

Gol Rigori   Giocatore Squadra
29 7   Uruguay Edinson Cavani 600px Azzurro con N cerchiata.png Napoli
23 4   Italia Antonio Di Natale 600px Colori di Udine.png Udinese
16 0   Italia Stephan El Shaarawy 600px Bianco e Rosso (Croce) e Rosso e Nero (Strisce).svg Milan
16 2   Italia Pablo Osvaldo 600px Giallo oro e Rosso cremisi.svg Roma
15 0   Germania Miroslav Klose 600px Bianco e Celeste con aquila.svg Lazio
15 0   Argentina Erik Lamela 600px Giallo oro e Rosso cremisi.svg Roma
15 3   Italia Giampaolo Pazzini 600px Bianco e Rosso (Croce) e Rosso e Nero (Strisce).svg Milan
15 5   Argentina Germán Denis 600px Azzurro e Nero (Strisce).png Atalanta
13 0   Argentina Gonzalo Bergessio 600px Azzurro e Rosso (Strisce).svg Catania
13 0   Italia Alberto Gilardino 600px Rosso e Blu (Strisce) con croce Rosso e Giallo.svg Bologna
13 1   Montenegro Stevan Jovetić 600px Viola con giglio Rosso su sfondo Bianco.png Fiorentina
12 0   Argentina Rodrigo Palacio 600px Nero e Azzurro (Strisce)2.png Inter
12 1   Italia Marco Sau 600px Rosso Blu coi 4 mori.png Cagliari
12 2   Italia Marco Borriello 600px Rosso e Blu con striscia Bianco e croce Rossa su sfondo Bianco.png Genoa
12 3   Italia Francesco Totti 600px Giallo oro e Rosso cremisi.svg Roma
12 6   Italia Mario Balotelli 600px Bianco e Rosso (Croce) e Rosso e Nero (Strisce).svg Milan
11 0   Slovacchia Marek Hamšík 600px Azzurro con N cerchiata.png Napoli
11 0   Colombia Luis Muriel 600px Colori di Udine.png Udinese
11 1   Serbia Adem Ljajić 600px Viola con giglio Rosso su sfondo Bianco.png Fiorentina
11 1   Francia Cyril Théréau 600px Giallo e Blu (Bordato)2.png Chievo
11 2   Brasile Hernanes 600px Bianco e Celeste con aquila.svg Lazio
11 3   Italia Rolando Bianchi Flag - Garnet with white bull.svg Torino
10 0   Argentina Mauro Icardi 600px Blu Bianco Rosso e Nero (Strisce Orizzontali) con croce di San Giorgio Bianca e Rossa.png Sampdoria
10 0   Slovenia Josip Iličič 600px Rosa e Nero in diagonale con aquila.png Palermo
10 1   Italia Amauri 600px Bianco e Nero (Croce) e Blu e Giallo (Strisce).png Parma
10 2   Montenegro Mirko Vučinić 600px Nero e Bianco (Strisce).png Juventus
10 5   Cile Arturo Vidal 600px Nero e Bianco (Strisce).png Juventu

 

BOLOGNA SIENA CAGLIARI FIORENTINA JUVENTUS
ROMA PESCARA MILAN GENOA PALERMO
CHIEVO PARMA SAMPDORIA LAZIO INTER
ATALANTA NAPOLI TORINO UDINESE

 

 

 

 

 

 

   

 

 

Dove sono quelli che hanno lasciato il Catania.

 

 

A GENNAIO

           
      Morimoto (a) Paglialunga (c)      
      AL-NASR HERCULES A.      

AD INIZIO STAGIONE

Maxi Lopez (a) Llama (c) Carrizo (p) Seymour (c) Lanzafame (a) Motta (d) Kosicky (p) Martinho (c)
SAMPDORIA FIORENTINA LAZIO-INTER GENOA GROSSETO BOLOGNA NOVARA  VERONA
Catellani (a) Antenucci (a) Ebagua (a) Suazo (a) Moretti (c) Donnarumma (a) Campagnolo (p) Wellington (d)
SASSUOLO SPEZIA VARESE RITIRATO  MODENA COMO SIENA KOP. ISTRIA

 

 

 

R. MARAN C. MARANER R. DE BELLIS G. IRRERA C. ARGURIO E. BIATO D. SCUDERO F. RISO
Allenatore Vice All. Prep. Atl. Prep. Tecnico Capo Osservatori Prep. Portieri Medico Medico
N. PULVIRENTI S. GASPARIN N. SALERNO G. BONANNO O. RUSSO S. LIBRA C. COTRONEO G. DISPINZIERI
Presidente Amm. Delegato Direttore Sportivo Direttore Tecnico Team Manager Massaggiatore Massaggiatore Fisioterapista

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

ROMA - CATANIA  2-2

Marchese, Osvaldo, Gomez, Lopez.

 

ROMA(4-3-3): Stekelenburg; Piris, Burdisso, Castan, Balzaretti; Bradley, De Rossi, Pjanic; Lamela (Nico Lopez), Osvaldo, Totti. A disp.: Lobont, Taddei, Romagnoli, Marquinhos, Florenzi, Tachtsidis, Lamela, Bojan, Marquinho, Tallo, Svedskauskas. All: Zeman

CATANIA(4-3-3): Andujar; Alvarez, Bellusci, Legrottaglie, Marchese, Biagianti, Lodi, Almiron; Barrientos, Bergessio, Gomez. A disp.: Frison, Terracciano, Capuano, Spolli, Salifu, Castro, Llama, Ricchiuti, Sciacca, Antenucci, Doukara, Morimoto. All.: Maran.

ARBITRO: De Marco di Chiavari; Viazzi-Liberti; IV De Pinto. INDISPONIBILI: Dodò, Perrotta e Borriello ; Potenza, Izco, Rolin e Lanzafame. SQUALIFICATI: Destro (1) e Guberti (1).

 

Buona la prima, ma…

Che peccato! Esordio ‘agrodolce’ per il Catania di Rolando Maran in un “Olimpico” pieno di entusiasmo nel giorno del ritorno del maestro Zeman sulla panchina della Lupa. Il 2-2 finale, risultato giusto per le occasioni create da entrambe le formazioni, lascia, però, un briciolo di amaro in bocca agli etnei. Amaro ‘Unicum’(quello in boccetta con etichetta rossa e croce dorata, tanto per intenderci), riversato nel bicchiere di ogni tifoso rossazzurro, per un pareggio giunto inaspettatamente (al minuto 91) ad opera di uno dei tanti esordienti della serata: Nico Lopez, classe 1993, talento da vendere e futuro assicurato.

Una prodezza, favorita in verità dallo svarione di Alvarez e dalla poca reattività di Andujar, che spezza bruscamente il sogno di espugnare per la prima volta nella storia la casa della Roma. E dire che, anche sul 2-2, il Catania avrebbe potuto trovare un nuovo sorpasso, ma la sfortuna (sottoforma di traversa) e un briciolo di egoismo (il mancato assist ad un Antenucci completamente solo davanti alla porta sguarnita) hanno impedito all’esordiente Castro di regalarsi un debutto da mille una notte. Niente da fare. Ecco un altro pareggio, sempre con lo stesso risultato, così come accaduto lo scorso 5 maggio. Un punto che, però, dà morale e smentisce i soliti detrattori estivi, mortificando le solite frasi fatte e destabilizzanti: “Ma u Catania non accatta a nuddu?” o “Semu i stissi di l’annu scossu!” o “ A unni ama gghiri iennu cu sta squadra?”. La forza della continuità (nessuna cessione illustre unita ad acquisti mirati, tra l’altro non ancora visti ad eccezione di Castro) confermano le scelte fatte dalla ‘triade’ Gasparin-Salerno-Bonanno. Il nuovo corso è partito bene.

The Edge, debutto da sogno
L’esordiente (Maran) blocca il veterano (Zeman). Un debutto in serie A migliore di questo il buon Rolando da Rovereto non poteva immaginarlo. Primo tempo sontuoso con un pressing alto che impedisce alla ‘creatura zemaniana’ di sfornare la solita quantità industriale di gioco e di occasioni da rete, con un Catania accorto e ben messo in campo. Discorso un tantino diverso nella ripresa: etnei cinici (bravi a sfruttare il magistrale contropiede imbastito da un monumentale Lodi e concretizzato da un pungente Gomez) ma un po’ distratto in difesa. Non sempre, però, le ciambelle riescono col buco, questo è vero; ma aver limitato per buona parte dell’incontro la Roma di Zeman (eccezion fatta per i primi venti minuti della ripresa) è una soddisfazione non da poco. Oltretutto, il poco ‘cinematografico’ Maran aveva qualche conto in sospeso col tecnico boemo: l’assurda ‘staffetta’ (inaspettato esonero dopo una vittoria per 0-3 in trasferta) ai tempi di Brescia (stagione 2005/06) non era stata ancora del tutto digerita. Bene così ‘The Edge’ (palese la somiglianza fisica del tecnico rossazzurro col chitarrista degli U2): persona umile, lavoratrice, che preferisce i fatti concreti alle parole astratte. La mancata vittoria in un ‘Olimpico’ entusiasta ci può stare all’esordio. Di certo, è ancora troppo presto per azzardare un paragone col Catania di Montella, che sia chiaro. Ma l’inizio è nettamente incoraggiante. Avanti così.

Bergessio croce o delizia?
Che non fosse un goleador da 20 reti a stagione lo si era già capito da tempo. Corsa a perdifiato, continue sportellate con la difesa giallorossa e un lavoro immenso per i compagni. Tiri in porta? Ahimè, nessuno. Nei ‘compiti tattici’ del ‘Lavandina’ questa voce sembra essere ‘bannata’. È questo il sacrificante e sfiancante lavoro di un Bergessio che esce dal campo stremato e col capo chino. Già dalla passata stagione, in molti invocavano una punta in grado di tramutare in rete almeno una minima parte delle tante occasioni da rete create dalla formazione rossazzurra. Un ‘leitmotiv’ che rischia di proseguire anche in questa stagione. Domanda: al gioco di questo Catania serve una punta che lavora per la squadra (come Bergessio, appunto) od un cinico cecchino solista il cui compito è perforare le difese avversarie e basta? Gli ultimi cinque giorni di mercato (chiusura alle ore 19 del 31 agosto) ci aiuteranno a capire la risposta giusta.

Al “Massimino” contro il Grifone
Doveva essere l’atteso ritorno (da avversario) dello ‘Zio Petrus’ al “Massimino”. Non per il presidente genoano Enrico Preziosi che, dopo neanche due mesi, ha dato il benservito all’ex a.d. etneo Pietro Lo Monaco togliendo, così, un po’ di pepe (eufemismo) alla gara tra etnei e liguri. Catania-Genoa, in programma domenica 2 settembre, ha si perso una componente importante ma non di certo tutto il suo fascino e temi interessanti. Innanzitutto, sarà il debutto ufficiale tra le mura amiche (dopo l’antipasto di Coppa Italia col Sassuolo) per gli etnei di Maran. Inoltre, il Genoa di De Canio e dell’ex Seymour, vittorioso sul Cagliari con un secco 2-0, vorrà riscattare il pesante cappotto (4-0) rimediato la scorsa stagione. Altro motivo d’interesse? Conquistare quei tre punti sfumati all’improvviso nell’umida notte romana. -39 all’Alba: “Siete stati affamati, siete stati folli, siete stati umili, siete stati elefanti!”

Salvo Emanuele (calciocatania.com)

 

 

 

CATANIA - GENOA 3-2

 

26' pt Kucka, 21' st, 23' st Bergessio, 37' st Jankovic, 39' st Lodi.

CATANIA (4-3-3): Andujar 7; Alvarez 6, Legrottaglie 6.5, Bellusci 6.5, Marchese 6; Biagianti 6 (22' st Izco 6), Lodi 7, Almiron 6 (9' st Castro 6.5); Barrientos 6 (42' st Sciacca sv), Bergessio 7.5, Gomez 6. In panchina: Terracciano, Frison, Spolli, Rolin, Capuano, Salifu, Morimoto, Ricchiuti, Doukara. Allenatore: Maran 6.
GENOA (4-3-3): Frey 6; Sampirisi 5.5, Canini 5, Granqvist 5.5, Antonelli 6 (39' st Moretti sv); Seymour 5.5 (13' st Jorquera 6), Kucka 6.5, Tozser 5.5; Jankovic 6.5, Immobile 5.5, Vargas 5.5 (31' st Borriello 6). In panchina: Tzorvas, Stillo, Bovo, Anselmo, Marchiori, Bertolacci, Piscitella, Ferronetti. Allenatore: De Canio 6.
Arbitro: Giannoccaro di Lecce 6. NOTE: serata fresca, con pioggia nel secondo tempo, terreno in buone condizioni. Ammoniti: Canini, Seymour, Castro, Bellusci, Bergessio. Angoli 9-5 per il Catania. Recupero: 0', 4'.

 

Un Catania più forte della sfortuna e della pioggia

Un Catania infinito, più forte della sfortuna e della pioggia, si aggiudica il primo match interno in una gara non adatta ai deboli di cuori. I rossazzurri sono letteralmente padroni del campo, ma subiscono il vantaggio ospite della squadra di De Canio, su una pazzesca indecisione difensiva che favorisce Kucka. Gli etnei vanno al riposo sotto di un gol, ma nella ripresa l’ingresso di Castro risulta decisivo nel bene e nel male. “El Pata” si fa ammonire dopo 60 secondi e poi ha un battibecco incandescente con Bergessio. Poi torna sulla terra e serve il pallone per il pareggio, proprio di Bergessio. Lo stesso “Lavandina” fa 2-1 appena due minuti dopo su corner di Lodi. Quando il successo sembra ormai certo, Jankovic trova l’eurogol che rimette tutto in discussione. Serve una super punizione di Lodi per regalare ai ragazzi di Maran i primi tre punti stagionali. Una gara di cuore ed un successo meritato anche quando all’ultimo minuto la traversa nega il 3-3 a Samperisi.

Per la prima in campionato sul “campo amico” del Massimino, Maran ripropone lo scacchiere che domenica scarsa a sfiorato la vittoria a Roma. In panchina si vede per la prima volta Alexis Rolin, così come viene recuperato l’ex capitano dello scorso anno Mariano Izco. De Canio per dare continuità al successo dello scorso turno contro il Cagliari, si affida al tridente Jankovic, Immobile ed il nuovo arrivato Juan Manuel Vargas, ex di turno. Solo panchina per il nuovo arrivato Marco Borriello.

Stadio gremito che annovera quasi 13.000 presenze ed in curva nord uno striscione incita i beniamini rossazzurri: “Come prima, più di prima, ti sosterrò”. Dalle prime battute s’intuisce come De Canio schieri due mediani davanti alla difesa per imbrigliare l’estro del Pitu. I ritmi sono subito alti e dopo appena 4 minuti è Granqvist a rischiare il clamoroso autogol per liberare l’area da un pericolo inesistente. Due minuti dopo Gomez innesca con un cross Bergessio in area di rigore, ma il Lavandina non riesce a deviare la sfera in porta con una spaccata acrobatica.

La reazione genoana arriva con Kucka che s’infila in area di rigore e serve al centro Immobile, ma è provvidenziale l’intervento di Legrottaglie a liberare. Ancora il veterano della difesa etnea è decisivo su una percussione verticale insistita di Antonelli. Entrambi i reparti arretrati delle due formazioni sono ben messi in campo, rendendo difficile la vita agli attaccanti. Al 18’ occasionissima del Catania: Barrientos prova il tocco di precisione su cross di Gomez, ma la palla esce di poco.

I rossazzurri vogliono trovare il vantaggio e al 21’ è Gomez, ben servito d’esterno da Lodi, ad impensierire Frey che abbranca a terra il tiro. Ancora Catania che prova a sfruttare il momento favorevole e sfiora l’1-0 con Bergessio che in spettacolare rovesciata manda fuori. Al 24’ è il turno ad Almiron, servito dal limite del fondo da Bergessio, a chiudere troppo l’angolo calciando al lato. Dopo aver sciupato un incredibile numero di palle da rete, è il Genoa a trovare il vantaggio su una pazzesca dormita difensiva. Tutti dimenticano solo in area Kucka che, da due passi, concretizza il più facile dei tap in, servito da un perfetto assist di Immobile.

Il Catania prova subito a replicare con Almiron, servito in mezzo all’area da Gomez, ma l’ex juventino sfiora solo il palo. I padroni di casa si sbilanciano in avanti nel tentativo disperato di pareggiare prima della fine del primo tempo e al 37’ vale quanto un gol l’intervento decisivo di Almiron sul contropiede di Immobile, che si sarebbe trovato a tu per tu con Andujar. La pressione degli etnei cozza contro la difesa del grifone e davanti ad una porta che sembra stregata, come al 42’ quando Granqvist è costretto ad immolarsi per evitare la rete di Lodi. Al fischio dei primi 45 minuti, applausi dei tifosi nei confronti degli undici rossazzurri a cui manca solo il gol.

Nessun cambio ad inizio ripresa per i due tecnici. Con il Genoa tutto schierato nella propria metà campo, la squadra di Maran fa fatica ad imbastire il gioco. A complicare la situazione ci si mette anche una fastidiosa pioggia estiva che tende a rendere il terreno di gioco scivoloso. Il Catania non affonda ed il primo tiro in porta è del Genoa con Kucka che però non inquadra la porta. Al 59’ Maran è costretto a mettere fuori un claudicante Almiron per far esordire al Massimino il nuovo arrivato Castro, che dopo 60 secondi becca un giallo per un’entrata troppo decisa.

Il nervosismo è alle stelle e dopo una clamorosa palla sciupata da Castro, Bergessio sbotta contro il compagno di squadra reo di non averlo servito in area di rigore. Nel frattempo De Canio prova a passare ad un modulo più offensivo, inserendo Jorquera per Seymour. Al 62’ proprio il neo entrato nei rossoblù costringe Legrottaglie alla deviazione decisiva in corner.

Al 65’ finalmente l’incantesimo si spezza e a risolvere il match ci pensano i due litiganti. Castro serve un pallone con il contagiri per Bergessio che stoppa e batte Frey. Festeggiamenti da parte dei due che fanno pace con un gol importantissimo. Ma il calcio è stranissimo e nel giro di due minuti il Catania ribalta il match. Sul perfetto corner dalla destra di Lodi incorna in modo vincente “El Lavandina” e Frey incassa due reti in appena due giri d’orologio.

Il Genoa prova a reagire ed Andujar è chiamato uno strepitoso intervento per evitare il gol 2-2 su una bordata di Jankovic dal limite. De Canio si gioca il tutto per tutto e toglie un Vargas abbastanza abulico, che esce fra gli applausi del pubblico catanese che non lo ha mai dimenticato, per mettere dentro Borriello. Ritmo più lento, con la stanchezza e la pioggia che rendono il controllo della sfera più complesso. Quando il successo del Catania sembra in cassaforte, all’82’ Jankovic trova il pertugio giusto con l’esterno rendendo vano il tuffo di Andujar.

Serve una magia per tornare in vantaggio, ed il “mago” delle prodezze a Catania si chiama Francesco Lodi. Il numero 10, asciuga la palla, la bacia e su punizione dai 25 metri disegna una parabola pazzesca a cui Frey nulla può. Esplode il Massimino che inneggia il suo specialista, autore del primo gol stagionale. Maran prova a blindare il risultato togliendo Barrientos ed inserendo il catanese Sciacca. Nei minuti finali c’è gloria anche per Andujar, protagonista due strepitose parate, prima su Borriello e poi su Jorquera. Al 93’ brividi al Massimino per una traversa colpita da Samperisi sugli sviluppi di un corner. Dopo quattro minuti di recupero, il Catania può finalmente festeggiare.

Vittoria importante che dimostra le capacità corali di una squadra mai doma. Adesso spazio alla pausa per le Nazionali. Si torna in campo fra due settimane contro la Fiorentina dell’ex tecnico etneo, Vincenzo Montella, oggi sconfitto 2-1 al San Paolo di Napoli.

Andrea Mazzeo (www.catania46.net)

 

 

FIORENTINA - CATANIA: 2-0

43’ Jovetic (F), 65’ Toni.

 

FIORENTINA (3-5-2): Viviano, Rodriguez, Roncaglia, Tomovic, Cuadrado (72’ Fernandez), Pizarro, Borja Valero, Migliaccio, Pizarro, Pasqual (82’ Cassani), Ljajic (63’ Toni), Jovetic. A disposizione: Neto, Hegazi, Olivera, Lupatelli, Seferovic, Llama, Capezzi, Camporese, Romulo. All. Montella

CATANIA (4-3-3): Andujar, Alvarez, Spolli, Legrottaglie, Marchese; Biagianti (81’ Izco), Lodi, Almiron (46’ Castro); Barrientos, Bergessio, Gomez. A disposione: Frison, Rolin, Sciacca, Bellusci, Ricchiuti, Terracciano, Salifu, Capuano, Doukara. All. Maran

ARBITRO: Doveri di Roma AMMONITI: Ljajic, Pizarro, Jovetic (F), G omez, Spolli (C).

 

Non è felice il ritorno sul rettangolo verde per il Catania dopo la pausa per gli impegni delle Nazionali. La squadra di Maran regge per quasi tutto il primo tempo contro la Fiorentina di Montella, poi deve arrendersi al solito Jovetic. Nella ripresa, i rossazzurri appaiono più spenti e al 65’ incassano il raddoppio di Toni, entrato da pochi minuti al posto di Ljajic. Resta il notevole rammarico per non aver sfruttato a dovere dei contropiedi importanti con Lodi e Bergessio. Poca efficacia davanti la porta e poco movimento senza palla. Da lodare la prova di Spolli. Involuzione per il tridente offensivo e lo stesso Lodi.

Per questa sfida dal sapore particolare, Montella deve rinunciare ad Aquilani, Savic, Della Rocca e El Hamdaoui, e manda in campo i viola con il consueto 3-5-2 con Cuadrado e Migliaccio in mediana, e Ljajic a dare supporto a Jovetic. Solo panchina per Toni. Maran riparte del 4-3-3 confermando lo stesso identico scacchiere che ha affrontato Roma e Genoa, salvo la novità in difesa Spolli al posto di Bellusci. Inamovibile il tridente offensivo argentino composto da Barrientos, Bergessio e Gomez.

L’avvio gara è su ritmi elevatissimi, con entrambe le squadre che provano subito le verticalizzazioni rapide. Spolli prende in consegna Jovetic sin dal primo minuto, con l’argentino che morde con decisione le caviglie al montenegrino. La squadra di casa ha subito un atteggiamento aggressivo, sfruttando particolarmente le incursioni degli esterni di centrocampo. La sfida del Franchi s’infiamma ed il Catania gela il pubblico di casa andando a segno con Bergessio al 9’, ma la posizione del Lavandina sul perfetto cross di Barrientos è di chiaro offside.

Al 12’ è ancora Bergessio a rendersi pericoloso in area viola, ma ha del miracoloso l’intervento difensivo di Tomovic sul numero 9 etneo. La squadra di Montella si affida molto all’utilizzo dell’out di sinistra dove agisce Pasqual, ma sono puntuali i raddoppi di Legrottaglie e Barrientos. Il primo giallo del match arriva ai danni di Ljajic, reo di aver simulato un fallo al limite su veniale tocco di Biagianti.

La formazione di Maran regge bene l’urto dei gigliati con la giusta applicazione dei dettami del tecnico trentino, e sfrutta i lanci lunghi per innescare il tridente argentino. Al 25’ è provvidenziale l’intervento in copertura di Spolli sulla volata in contropiede di Roncaglia, bravo a leggere un passaggio corto di Lodi al limite dell’area viola. Intorno alla mezzora si registra il momento migliore dei padroni di casa che schiacciano dietro la linea della sfera la squadra rossazzurra, ma la difesa etnea regge bene il massimo sforzo offensivo dei viola.

L’unico limite della squadra di Maran e l’eccessiva lentezza nella manovra di ripartezza, dove si registra poco movimento da parte dei calciatori senza palla. Il nervosismo comincia a salire copioso, e dopo gli scontri verbali tra Spolli e Jovetic, le scaramucce tra Pizarro e Gomez costringono l’arbitro Doveri a scriverli nel “taccuino dei cattivi”. Al 41’ Lodi si divora la palla del possibile vantaggio per un eccesso di leziosismo, dopo aver avviato un bel contropiede e triangolato con Barrientos. Gol sbagliato, gol subito: la regola si ripete. Sul capovolgimento di fronte, Jovetic rende merito alla sua fama di bomber e realizza la rete dell’1-0 con un preciso sinistro che non lascia scampo ad Andujar. Si chiude così il primo tempo.

Nella ripresa, Maran mette subito dentro Castro al posto di Almiron, con un Catania molto più offensivo. Dopo appena due minuti è ancora Bergessio ad andare vicino alla via della rete con un pallone rasoterra controllato da Viviano sul fondo. Al 55’ strepitosa giocata di Jovetic che scucchiaia per Ljajic, la cui conclusione scavalca Andujar ma non Spolli che manda in angolo. Tre minuti dopo, Roncaglia segna di testa sugli sviluppi di una punizione calciata da Ljajic, ma l’arbitro annulla per millimetrica posizione di fuorigioco dell’argentino.

Al 63’ entra Toni tra gli applausi di quel pubblico che aveva lasciato più di 5 anni fa. Non passano nemmeno due minuti che proprio l’ex Bayern Monaco mette dentro il più facile dei gol su perfetto assist di Jovetic. Il cambio di modulo non dà giovamento alla squadra di Maran che nel secondo tempo patisce tantissimo il calo fisico. Al 68’ Spolli prova a suonare la carica improvvisandosi attaccante e dribblando mezza squadra avversaria, l’argentino calcia ma la difesa viola è attenta, poi Bergessio non riesce a sfruttare il rimpallo calciando debolmente su Viviano. Quattro minuti dopo, su punizione di Lodi, Viviano è costretto a smanacciare in corner sulla schiacciata di testa del solito Bergessio.

La risposta dei locali non si fa attendere ed al 77’ Toni per poco non fa il bis di testa sul preciso traversone del neo entrato Fernandez che finisce fuori bersaglio. Dall’altra parte è Castro a non trovare la via del gol, con una bordata da pochi metri che viene respinta sulla linea da un difensore. Nel finale c’è da registrare solo l’ingresso in campo di Izco e l’esordio in serie A del franco-senegalese Doukara, ma la gara non cambia più.

Un 2-0 senza appello che deve far riflettere, specialmente per le tante occasioni sfumate sotto porta. Domenica si torna in campo con un’altra protagonista del campionato, il Napoli di Mazzarri, oggi vittorioso sul Parma.

Andrea Mazzeo (www.catania46.net)

 

 

 

 

 

 

 

CATANIA - NAPOLI: 0-0

43’ Jovetic (F), 65’ Toni.

CATANIA (4-3-3): Andujar; Alvarez, Legrottaglie, Spolli, Marchese; Biagianti (46’ Izco), Lodi, Almiron (73’ Castro); Barrientos (22’ Bellusci), Bergessio, Gomez. A disposizione: Frison, Messina, Capuano, Rolin, Salifu, Castro, Sciacca, Doukara, Ricchiuti, Morimoto. All.: Maran.
NAPOLI (3-5-1-1): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica (65’ Vargas); Maggio (83’ Maggio), Inler (46’ Insigne), Dzemaili, Hamsik, Zuniga; Pandev; Cavani. A disposizione: Rosati, Grava, Gamberini, Fernandez, Uvini, Mesto, Behrami. All.: Mazzarri.
AMMONITI: Bergessio, Legrottaglie, Almiron (C), Zuniga, Inler, Aronica, Vargas (N).
ESPULSI: Alvarez (C). Arbitro: Sig. Mauro Bergonzi della Sezione A.I.A. di Genova.

UN PAREGGIO CHE VALE TRE PUNTI

Andrea Mazzeo (www.Catania46.net)

Non inganni il risultato di parità. Questo 0-0 casalingo contro il Napoli vale quanto, e forse più di una vittoria. Il Catania strappa un pareggio ad i partenopei dopo una clamorosa amnesia di Alvarez su Cavani, che costringe i rossazzurri a giocare quasi l’intera partita in dieci uomini. Maran, grande stratega, organizza la squadra senza orchestrare cambi per i primi venti minuti. La squadra non resta arroccata in difesa, ma prova a ripartire sfruttando un pazzesco lavoro di Bergessio. Nemmeno l’ingresso nella ripresa di Insigne e Vargas cambiano le sorti del match, anzi, è il Catania a sfiorare la clamorosa vittoria colpendo un palo con Gomez ad un minuto dalla fine. Un pareggio che porta la squadra rossazzurra a 5 punti in classifica, ma cosa avrebbe fatto in parità numerica?

Reduce dalla sconfitta di Firenze, Maran si affida allo stesso scacchiere tattico con i medesimi uomini. Il Napoli di Mazzarrin, finora mai sconfitto e reduce dal rotondo 4-0 rifilato all’Aik Solna giovedì scorso nella prima giornata di Europa League, annovera tra i titolari Pandev e Cavani con Hamsik pronto ad innescarli. In difesa out Britos, recupera Aronica. A centrocampo coppia elvetica Dzemaili-Inler.

Dopo il minuto di silenzio per commemorare Arrigo Gattai, ex presidente del Coni, scomparso all’età di 84 anni, inizia il match del Massimino. Dopo un avvio promettente, la partita della squadra etnea si mette subito in salita: Alvarez non riesce a controllare un retropassaggio troppo forte di Legrottaglie, ne approfitta Cavani che ruba palla e s’invola in porta. Per il numero 22 del Catania non resta altra alternativa che stendere il “matador”: Bergonzi non ha dubbi ed espelle Alvarez. Maran, costretto a giocare per più di 88 minuti con un uomo in meno, non effettua cambi e retrocede in difesa Biagianti sul versante destro.

La partita diventa subito nervosa e nell’arco di pochi minuti vengono sanzionati con il giallo anche Zuniga e Bergessio, quest’ultimo reo di aver protestato veemente per un fallo di mano in area partenopea. Il Napoli non accelera i ritmi, contando sul vantaggio numerico, e prova ad amministrare il match. Al 9’ Andujar esce malissimo e per poco non consegna il pallone del vantaggio azzurro a Campagnaro. Nonostante la differenza numerica, le squadre restano larghissime con rapidi capovolgimenti di fronte. Al 18’ il portiere etneo si fa perdonare prendendo il tempo a Hamsik che aveva provato il taglio in area di rigore con la difesa impreparata.

Al 22’ Maran decide di inserire Bellusci, togliendo il posto a Barrientos: sia il giocatore che il pubblico del Massimino non gradiscono la scelta di rinunciare al Pitu. L’attacco etneo è affidato alle velocissime discese di Gomez, che trova sempre in Campagnaro un ostacolo difficile da aggirare. Il passaggio al 4-3-2 resiste anche perché i rossazzurri difendono in nove e la squadra di Mazzarri non si mette certamente in mostra per il movimento senza palla. Alla mezzora brividi per l’ennesima amnesia di Andujar che per poco non si lascia sorprendere da un tiro velenoso di Cavani dai 30 metri; provvidenziale l’intervento in corner di Legrottaglie sull’accorrente Pandev.

Il Catania paga a centrocampo i troppi errori in appoggio di Biagianti: tre-quattro volte il capitano rossazzurro perde palla in zona pericolosa e per poco non permette ai partenopei di passare. Al 37’ prima conclusione di marca etnea, con Almiron che prova una conclusione dalla distanza che non impensierisce De Sanctis. Due minuti dopo, uno strepitoso Bergessio fa tutto da solo, superando due uomini, ma non il terzo che si rifugia in corner. Sugli sviluppi dell’angolo, il Catania sfiora il clamoroso vantaggio con Spolli che, di testa, non trova la porta, così come Bergessio che in ritardo non trova la palla in spaccata sottomisura. Al 43’ Cavani fa l’extraterrestre e si libera di mezza difesa etnea, facendo partire, dopo una doppia finta, una bordata che trova l’interdizione di Andujar in corner. Dopo due minuti di recupero finisce il primo tempo sullo 0-0.

Mazzarri prova a sbloccare la staticità del match inserendo, sin dal primo minuto della ripresa, Insigne al posto di uno spento Inler. Gli risponde Maran, togliendo un abulico e confusionario Biagianti ed inserendo un più dinamico Izco. Al 50’ la prima conclusione è ancora di marca ospite, con Pandev che su punizione dal limite sorvola di poco l’incrocio dei pali con Andujar che controlla. Un minuto dopo è invece decisivo l’intervento in chiusura di corpo del numero 21 del Catania su  Cavani da posizione angolata. I ritmi si abbassano ed i centrocampisti rossazzurri provano a far respirare la difesa con delle percussioni sugli esterni che non sono degne di terminare sul taccuino della cronaca.

Al 61’ strappa applausi a scena aperta Gomez, bravissimo a conquistarsi un fallo dopo aver agirato la marcatura asfissiante di Aronica. Mazzarri si sbilancia passando al 4-2-4, inserendo l’eroe di giovedì sera, Edu Vargas, togliendo proprio Aronica. Il Catania prova a ragionare ma Marchese vanifica tante occasioni di contropiede facendosi trovare spesso in offside. Dall’altra parte è ancora approssimativo Andujar sulla bordata di Hamsik da distanza siderale: si salva la difesa che spazza la sfera. Al 73’ uno stremato Almiron lascia il posto a Castro, a cui vengono affidati anche compiti di ripartenza.

Nei minuti finali, Maran prova ad abbottonarsi un po’ e retrocede la squadra passando ad un più guardingo 5-3-1. L’ultima mossa del tecnico partenopeo arriva all’83’ con l’inserimento di Dossena che prende il posto di Maggio per dare maggiore freschezza sulla corsia di sinistra. All’86’ pazzesca occasione per Gomez che da destra fa partire una fucilata che trova la grande contrapposizione di De Sanctis che salva il Napoli dal clamoroso tonfo. Il Catania ha uno spunto d’orgoglio e dopo aver perso l’occasione di un grandissimo contropiede fermato da Campagnaro, ad un minuto dalla fine Gomez centra il palo approfittando di uno scopertissimo Napoli. Dopo due minuti di recupero, il Catania può festeggiare un pareggio inatteso.

 

 

 

 

CATANIA - ATALANTA: 2-1

49’ Moralez (A), 52’ Spolli (C), 64’ Barrientos (C).

 

CATANIA (4-3-3): Andujar; Bellusci, Legrottaglie, Spolli, Marchese; Izco, Lodi, Almiròn (72’ Biagianti); Barrientos, Bergessio (92’ Morimoto), Gomez (78’ Castro). A disp.: Frison, Messina, Capuano, Rolin, Salifu, Sciacca, Doukara, Ricchiuto. All.: Maran.

ATALANTA (4-4-1-1): Consigli; Ferri, Stendardo (18’ Lucchini), Manfredini, Brivio; Raimondi (55’ Schelotto), Cigarini, Cazzola, Troisi (De Luca); Moralez; Denis. A disp. Frezzolini, Polito, Matheu, Scozzarella, Palma, Bonaventura, Parra. All.: Colantuono.

AMMONITI: Gomez, Bellusci (C), Cazzola, Lucchini (A). Arbitro: Sig. Massimiliano Irrati della Sezione A.I.A. di Pistoia. Assistenti: Alfonso Marrazzo (Tivoli) e Fabio Galloni (Lodi).

 

EROICI ANCHE DAVANTI AGLI ORRORI

Andrea Mazzeo (www.Catania46.net)

 

Cambiano i tecnici, i dirigenti ed i calciatori, ma l’emozioni e le sofferenze che si vivono al Massimino restano sempre. Il Catania supera in rimonta l’Atalanta dopo essere andato clamorosamente sotto per un incredibile errore di Andujar che permette a Maxi Moralez di portare in vantaggio gli orobici. L’orgoglio etneo si sveglia e nell’arco di 12 minuti i rossazzurri ribaltano il punteggio, prima con Spolli e poi con Barrientos. Il finale è da evitare per i deboli di cuore, specie quando Ferri all’ultimo secondo non inquadra la porta lasciata sguarnita. Una vittoria che trascina gli etnei al sesto posto in condominio con Fiorentina e Roma.

Dopo l’eroico pareggio contro il Napoli, Maran rispetto alla gara contro i partenopei effettua solo solo due cambi: al posto dello squalificato Alvarez gioca Bellusci, mentre Izco va in mediana al posto di Biagianti. In avanti, nessun turn over per il collaudato tridente albiceleste Barrientos-Bergessio-Gomez. Colantuono dove fare a meno di Peluso e Bellini, quindi spazio a Ferri e Stendardo in difesa. Schelotto, altro ex dell’incontro insieme a Colantuono, Polito, Stendardo e Manfredini, parte dalla panchina. In avanti Denis è supportato da Moralez appena dietro. A centrocampo la novità è l’australiano James Troisi.

Le prime fasi del gioco sono di studio, con entrambe le squadre che cercano di trovare gli spazi giusti per puntare la porta. Ma è il Catania a rendersi particolarmente pericoloso, sfruttando le incursioni degli esterni di fascia Marchese ed Izco. Barrientos prova a dettare i tempi e al 7’ arriva la prima occasione di marca etnea, con Lodi che direttamente su punizione, da posizione defilata, impegna Consigli. Al 10’ su corner di Lodi, Bergessio svetta di testa indisturbato ma non inquadra lo specchio e manda alto. Al 14’ proteste di Spolli per un presunto fallo di Denis che si libera dell’argentino sbracciando, ma l’opportunità non viene sfruttata da Moralez. Dopo 18 minuti finisce la gara dell’ex Stendardo, infortunatosi piantando il piede sul terreno: al suo posto entra Lucchini.

La squadra di Colantuono ha le idee annebbiate, specialmente a centrocampo, dove il pressing degli attaccanti rossazzurri non permette ai mediani orobici di respirare. La gara diventa spigolosa e in pochi minuti si fa la conta degli uomini a terra per interventi al limite dell’ammonizione. Al 26’ su un’ennesima punizione di Lodi, Gomez sfrutta il rimpallo sulla barriera e calcia in porta, ma Consigli è bravo a rifugiarsi in corner. Un minuto dopo arriva la prima azione di marca nerazzurra con Denis che centra bene per Troisi che, a tu per tu con Andujar, si fa fermare dall’arquero argentino con il braccio di richiamo.

 

Momento positivo degli ospiti che al 32’ vanno nuovamente vicino al vantaggio con un tiro-cross di Raimondi dalla traiettoria beffarda: la sfera si stampa sulla traversa. Il Catania paga un poco ispirato Almiron che non riesce a fare il solito lavoro di metronomo perdendo molte palle a centrocampo. Gli etnei inevitabilmente si allungano, affidandosi ai lanci spesso imprecisi. Al 36’ proteste dei locali per un tocco di Lucchini su Barrientos in area di rigore non ravvisato dall’arbitro Irrati.

Al 39’ Troisi arriva sino al limite dell’area senza essere contrastato e fa partire un tiro telefonato che non sorprende Andujar. Due minuti dopo, su uno schema da calcio di punizione, Gomez impegna severamente Consigli con un diagonale simile a quello che si era infranto sul palo contro il Napoli. Il finale diventa nervoso, a causa di un presunto pugno rifilato da Bergessio ai danni di Lucchini non ravvisato dagli assistenti dell’arbitro. Dopo due minuti di recupero finisce il primo tempo sullo 0-0. Spento Almiron, spenta l’inventiva etnea.

La ripresa inizia senza cambi ma con lo stesso copione: Catania poco incisivo a causa di un’evidente lentezza dei calciatori senza palla. La gara clamorosamente si sblocca al 49’: Andujar commette una pazzesca ingenuità servendo Moralez con i piedi, l’argentino scarta il portiere ed infila per lo 0-1. Il Massimino è gelato ma il vantaggio orobico dura appena tre minuti. Sugli sviluppi di un corner Lucchini si perde Spolli che di testa fa secco Consigli. Immediato pareggio e tutto da rifare. L’inerzia del match cambia improvvisamente e i tanti errori in campo da parte di entrambe le squadre rendono la sfida imprevedibile.

Al 55’ Gomez coglie in controtempo Consigli con una conclusione velenosissima che sibila a fil di palo. Tre minuti dopo, bell’azione articolata dei rossazzurri su un pallone perso a centrocampo dai bergamaschi, ma dal limite Bergessio non trova la porta calciando alto. Il Catania comincia a crederci facendo aumentare il giro palla e al 63’ è Lodi a sfiorare il vantaggio con una bordata dalla distanza che finisce fuori con Consigli che controlla agevolmente. Un minuto dopo la squadra di Maran ribalta il punteggio: Bergessio serve in area Barrientos che con un preciso “scucchiaio” supera Consigli e fa 2-1.

Colantuono decide di aumentare la trazione anteriore facendo uscire Troisi e mettendo dentro quel De Luca cercato durante il mercato estivo dalla dirigenza etnea. Al 72’ gli risponde Maran che toglie dal campo Almiron per coprirsi maggiormente con Biagianti. L’Atalanta resta nel match e guadagna diversi metri senza però riuscire a trovare lo spazio giusto per le conclusioni. Anche un esausto Gomez lascia la gara al 79’ per dare spazio al connazionale Castro, con un Catania che passa al 4-4-1-1. All’82’ grande percussione di Bellusci che ruba palla ed in contropiede serve Bergessio che, preso un po’ in controtempo, non inquadra la porta.

I rossazzurri si chiudono dietro e ripartono velocemente in contropiede, in uno di questi Lucchini è costretto ad intervenire con le mani per fermare Bergessio lanciato a rete: giallo per il numero 3 nerazzurro. Il Catania stringe i denti nel tentativo di far scorrere i minuti conclusivi, dove la squadra di Colantuono prova il tutto per tutto. Al 91’ il cuore del Massimino si ferma per un clamoroso errore di Marchese che permette a Ferri di calciare in porta, ma il tiro del difensore nerazzurro finisce fuori con Andujar fuori causa. Dopo un infinito prolungamento del recupero il Catania può festeggiare la seconda vittoria stagionale che lo porta a quota 8 punti. Grandi emozioni al Massimino.

 

 

PIETRO LO MONACO NUOVO A.D. DEL PALERMO ED AZIONISTA AL 10 % (A MODO SUO E' UN DISPETTO? CATANIA LO HA GIA' DIMENTICATO)

Zamparini investe Lo Monaco - "Il nuovo a.d. avrà pieni poteri"
Palermo, 27 settembre 2012

L'ex dirigente del Catania diventa anche azionista del Palermo con l'acquisizione del 10 per cento. Il numero uno rosanero: "Dopo 10 anni di presidenza mi sento logoro. Le mie aziende e il mio movimento per i cittadini hanno bisogno di me"

Pietro Lo Monaco, nuovo amministratore delegato del Palermo. AnsaIl nuovo ribaltone in casa Palermo ha il volto di Pietro Lo Monaco. L'uomo della svolta a cui il presidente Zamparini ha deciso di affidare la gestione della società, ma non solo. Perché l'ex a.d. del Catania diventa anche azionista della società rosanero con l'acquisizione del 10 per cento. "Ritengo che la mia figura di presidente dopo dieci anni mi abbia logorato parecchio - dice il presidente -, ritengo che la crisi economica richieda maggiore attenzione per le mie aziende e che la mia lotta non politica ma per i cittadini attraverso 'il movimento per la gente' vada seguita perché molto importante. Credo anche di dare fastidio al palazzo e ad una certa stampa nazionale. Nella vita capitano occasioni importanti, a me è capitato Lo Monaco con cui avevamo iniziato a parlare alla fine della scorsa stagione. Poi lui, con mio grande rammarico, è andato al Genoa. Adesso ci siamo ritrovati. Lo Monaco sarà il nuovo ammistratore delegato con pieni poteri. Si occuperà dell'intera gestione della società, io faccio un passo indietro e per almeno sei mesi non voglio più parlare, anzi non mi cercate perché non rispondo".

 

 

 

 

 

BOLOGNA - CATANIA: 4-0

 

18’ Guarente (B), 40’ e 61’ Gilardino (B), 95' Kone (B).

 

 

BOLOGNA (4-3-1-2): Curci (45’ Agliardi); Garics, Antonsson (49’ Carvalho), Natali, Morleo; Taider, Perez (65’ Pazienza), Guarente; Kone; Diamanti, Gilardino. A disp.: Sorensen, Cherubin, Motta, Abero, Pulzetti, Gimenez, Pasquato, Gabbiadini, Acquafresca. All.: Pioli.

CATANIA (4-3-3): Andujar; Alvarez, Legrottaglie, Spolli (24’ Bellusci), Capuano; Izco, Lodi, Almiron (57’ Gomez); Barrientos, Bergessio, Castro (73’ Ricchiuti). A disp.: Frison, Messina, Marchese, Rolin, Biagianti, Salifu, Sciacca, Doukara, Morimoto. All.: Maran.

Ammoniti: Diamanti (B), Izco (C). Espulso: Capuano (C).

Arbitro: Sig. Piero Giacomelli della Sezione A.I.A di Trieste. Assistenti: Giacomo Paganessi (Bergamo) e Mauro Tonolini (Milano).

Al Catania non basta un buon possesso palla per tornare a casa con qualche punto dalla trasferta di Bologna. Contro i rossoblù di Pioli, la formazione di Maran si fa apprezzare per la buon mole di passaggi ma anche per la scarsa propensione a mettere dentro la sfera. Ne viene fuori una gara sfortunata che premia oltremodo i felsinei, grazie ad un super Gilardino, autore di una doppietta, e ad una rete di Guarante che spiana la strada agli emiliani. In pieno recupero arriva il poker di Kone. Un Catania troppo impreciso in fase conclusiva per essere vero, resta anche in dieci uomini per l’espulsione di Capuano all’83’, dopo che lo stesso terzino campano aveva colpito un incrocio dei pali alla fine del primo tempo.

Nel tentativo di sbloccare il tabù interno, Pioli si affida al consueto 4-3-1-2, con Diamanti pronto a far di nuovo coppia con Gilardino, mentre a centrocampo si rivede Taider. In difesa si torna a quattro con Antonsson e Natali centrali, Morleo a sinistra e Garics a destra. Dopo la vittoria in rimonta contro l’Atalanta, Maran propone alcune modifiche al suo 4-3-3. Confermato in porta Andujar, nonostante la papera contro i nerazzurri di mercoledì. In difesa torna Alvarez a destra, mentre a sinistra c’è la novità Capuano al posto di Marchese. In attacco, respira Gomez il cui posto viene preso da Castro che, con Barrrientos e Bergessio, forma il tridente offensivo.

L’avvio del Catania è promettente e dopo pochi secondi Bergessio potrebbe approfittare di un’amnesia di Curci per sbloccare il punteggio, ma è tempestivo l’intervento di Guarente che sbroglia la matassa. La squadra di Maran parte in modo autoritario con Almiron interno basso e Castro propositivo sull’out di sinistra. Il Bologna entra nel match solo al 6’ con un colpo di testa pericolosissimo di Natali sugli sviluppi di un corner che trova la plastica risposta di Andujar. Al 12’ Izco serve in area un pallone insidioso che trova nuovamente impreparato Curci, la sfera s’impenna e Castro non riesce a correggerla in rete in semisforbiciata.

Il Bologna sembra avere grosse difficoltà in fase di costruzione, ma alla prima vera palla gol trova il vantaggio: Lodi non riesce a liberare l’out di destra e Garics riesce a crossare, Diamanti di testa prolunga e di gran carriera arriva Guarente che al volo di sinistro fa 1-0. I felsinei trovano il vantaggio nel momento migliore dei rossazzurri, che devono anche incassare i problemi fisici di Spolli ed Izco. Proprio il marcatore della sfida contro l’Atalanta è costretto a chiedere il cambio e al suo posto entra Bellusci. Due minuti dopo, su perfetta punizione di Lodi, Castro viene dimenticato dalla difesa rossoblù ma l’ex Racing non riesce a centrare di testa il bersaglio grosso.

Alla mezzora è ancora il Catania a rendersi pericoloso con Bergessio che, servito da un lancio con il contagiri di Legrottaglie, si libera con un perfetto movimento di Antonsson ma non riesce con il diagonale a trovare lo specchio della porta. Il ritmo del match si abbassa inevitabilmente, con i padroni di casa che riescono a gestire agevolmente il vantaggio nonostante le continue percussioni degli etnei.

Al 40’ i locali mettono in ghiaccio il successo: Garics lancia in verticale Gilardino che, in posizione regolare, si libera di Bellusci e supera Andujar con un tocco morbido. La reazione del Catania è immediata con Capuano, servito da un delizioso esterno di Almiron, ma la fucilata da dentro l’area del terzino si stampa sull’incrocio. Dopo un minuto di recupero, dove i rossoblù perdono per infortunio il portiere Curci, finisce il primo tempo con i rossazzurri sotto di due reti.

 

Nessuna novità nelle formazioni ad inizio ripresa. Il Catania riparte subito forte e dopo appena due minuti Castro ha subito la palla del possibile 2-1, ma sul tiro dell’argentino è decisivo l’intervento in corner di Morleo. Nonostante i rossoblù tengano i ritmo piuttosto compassato al 54’ è Lodi ad impensierire il nuovo entrato Agliardi con un preciso sinistro da fuori che costringe il numero 25 felsineo al tuffo acrobatico per togliere la palla dal sette. Maran decide di sbilanciare tutta la squadra in avanti e toglie dal campo Almiron per dare spazio a Gomez.

Il Bologna ha ancora una volta l’occasione per sfondare, grazie ad una magistrale apertura di Gilardino che serve in area Diamanti, ma è bravo Andujar ad opporsi con il corpo. Gilardino è incontenibile e dopo aver mancato il bersaglio grazie all’intervento di Andujar in corner, sulla successiva battuta del corner, il bomber si libera di Capuano e mette dentro di testa la palla del 3-0. Catania alla deriva e crollo psicologico che appanna le residue idee degli uomini di Maran.

Al 69’ ci prova ancora su punizione Lodi dai 30 metri, ma è bravissimo Agliardi a dire di no al numero 10 etneo con un plastico tuffo. Maran al 73’ effettua l’ultimo cambio inserendo l’esperienza di Ricchiuti al posto di un Castro bravo a gestire ma un po’ meno a finalizzare. L’italo-argentino si fa subito notare con una perfetta verticalizzazione per Bergessio e per un tiro insidioso, ma lo “zero” del punteggio non si sblocca. I minuti finali scorrono veloci ma la formazione catanese non riesce a rendersi seriamente pericolosa, permettendo al Bologna di amministrare il largo vantaggio.

A completare la pessima giornata arriva il rosso diretto a Capuano reo di aver cinturato Kone dopo aver perso palla ingenuamente. In inferiorità numerica e con la quarta rete di Kone in pieno recupero, calano i titoli di coda su una partita da dimenticare. Dopo le buone prove contro Napoli ed Atalanta, brutta inversione di tendenza per i rossazzurri, bravi nel possesso ma da cancellare in attacco, dove la precisione è mancata. Nessun dramma, ma la fase difensiva va curata. Non si possono prendere quattro gol contro un Bologna tutt’altro che irresistibile.

 

 

 

CATANIA - PARMA: 2-0

2°Gomez, 80°Bergessio

 

Catania 4.3.3: Andujar, Alvarez, Bellusci, Legrottaglie, Marchese; Izco, Lodi, Almiron (dal 88° Ricchiuti); Gomez (dal 86° Castro), Bergessio, Barrientos (dal 73°Biagianti). All. Maran (a disp. Frison, Messina, Rolin, Salifu, Doukara, Morimoto).
Parma 3.5.2: Mirante, Banalouane, Paletta, Lucarelli, Biabiany, Parolo (dal 77°Zaccardo), Valdes, Galloppa, Gobbi, Belfodil (dal 62°Pabon), Amauri. All. Donadoni (a disp. Pavarini, Bajza, Fideleff, Acquah, Morrone, Musacci, Ninis, Rosi, Marchionni, Sansone).
Arbitro: Calvarese di Teramo
Ammoniti: Galloppa (PR), Biabiany (PR), Lucarelli (PR), Benalouane (PR), Parolo (PR), Biagianti (CT), Mirante (PR).
Espulsi: Al 68° Benalouane (PR).
Angoli: 3-10
Recupero: 0'-5'

Note: Giornata soleggiata e calda, imprevista per ottobre. Campo in buone condizioni. Circa 9.000 presenti allo stadio. Una decina di rappresentanti della tifoseria gialloblu.

 

Al termine del match del Massimino, che ha visto i rossazzurri vittoriosi per 2-0 sui ducali, hanno parlato in “mix zone” i protagonisti della gara. Per la formazione del Catania, hanno parlato ai microfoni dei cronisti il tecnico Rolando Maran e l’attaccante Gonzalo Bergessio. Per il Parma, ha rilasciato delle dichiarazioni il tecnico Roberto Donadoni.

Il tecnico del Catania, Rolando Maran: “Approccio giusto da parte nostra, sapevamo avremmo potuto incontrare molte difficoltà contro il Parma. Abbiamo avuto anche alcune occasioni per arrotondare ulteriormente il risultato, nel complesso mi ritengo soddisfatto. Giocavamo contro una squadra difficile da incontrare. Il gol immediato ha condizionato la loro gara. Nel secondo tempo abbiamo cambiato subito marcia. Abbiamo avuto un sacco di occasioni anche per chiudere la partita. Nel primo tempo non siamo stati bravi nel ripartire. Ora avremo una successione di partite molto impegnative: da stasera iniziamo a costruire il percorso per il prossimo mese, che sarà fondamentale. Dobbiamo giocarci le partite al massimo. Non è mai semplice. A volte il compito è più complicato di quel che sembrerebbe. Non sempre riusciamo a metter sotto l’avversario. Magari i miei giocatori fossero tutti ambiti da grandi società: se capiterà vorrà dire che stiamo facendo bene. Non penso al mercato ora come ora, mi godo semplicemente la rosa a disposizione“.

L’attaccante del Catania, Gonzalo Bergessio: “Mi sono subito accorto che il secondo gol era regolare visto che ero dietro la palla ma alla fine va bene così. Abbiamo ottenuto una vittoria molto importante fra le mura amiche che ci dà fiducia, Ora durante la pausa dovremmo lavorare duramente per migliorare ancora. Non ho sentito Montella, ma gli faccio i complimenti perché la Fiorentina sta giocando un grande calcio. Le voci mi fanno piacere perché i viola sono una grande squadra, ma io sto molto bene qui a Catania. Stiamo facendo una bella stagione e anche se il campionato è ancora lungo siamo convinti di poter fare ottime cose. Maran sta lavorando benissimo con grande umiltà e ci sta mettendo sulla strada giusta per fare bene“.

Il tecnico del Parma, Roberto Donadoni: “Abbiamo provato sempre a recuperare il risultato. Partire subito con un gol di svantaggio ci ha penalizzato. Abbiamo mancato di cattiveria cosa che invece ha avuto il Catania. Dobbiamo fare tesoro degli errori commessi oggi. Oltre alla qualità ci vuole anche la giusta determinazione. Ho rivisto le immagini dell’espulsione. Non credo che sia stato un fallo che meritava il cartellino. E’ stata comunque una ingenuità che non dobbiamo commettere perchè ha compromesso la partita. Ci sono stati i presupposti importanti per andare in gol ma abbiamo mancato di lucidità negli ultimi metri. Abbiamo avuto difficoltà soprattutto a sfondare in avanti per vie centrali, un po’ per merito del Catania un po’ per colpa nostra. Gomez e Bergessio sono stati determinanti per le sorti della partita. La classifica rispecchia i valori delle squadre. E’ un campionato molto equilibrato dove i dettagli fanno la differenza. Oggi il Catania è stato premiato da una maggiore determinazione rispetto a noi“.

(Andrea Mazzeo - catania46.net)

 

 

Basta dirlo. Rolando Maran aveva chiesto al Catania una reazione immediata dopo le quattro reti incassate a Bologna e i rossazzurri lo accontentano più in fretta che possono. Agli etnei sono sufficienti 68 secondi per sbloccare la partita con il Parma. Duetto Almiron-Barrientos sulla trequarti, imbucata del Pitu per l'inserimento di Gomez e tocco vincente sull'uscita di Mirante.

Rete-lampo che inevitabilmente segna l'incontro mettendo la gara in discesa per i padroni di casa e chiamando il Parma a farsi avanti. Un bel problema per i ducali, che al Massimino, oltre a confermare una tradizione ampiamente sfavorevole, ribadiscono chiari limiti offensivi: nessuna parata degna di tale nome per Andujar nell'arco dei 90 minuti e la sensazione di una sterilità dura a morire. Buon per il Catania, che vive un po' di rendita e a lungo andare riesce blindare il risultato nella ripresa sfruttando l'ingenua espulsione di Benalouane e gli spazi concessi da un avversario costretto a sbilanciarsi.

Il primo tempo, rete di Gomez a parte, scorre via senza sussulti. Gli emiliani, con Valdes play e Biabiany schierato largo a destra, collezionano solo angoli (8-0 il parziale) non sfruttati. Neppure il Catania affonda i colpi. La scarsa ispirazione in avvio di Lodi, che consegna più di un pallone agli avversari, non aiuta gli uomini di Maran, che in compenso ritrovano Almiron sugli standard migliori e dopo la mezz'ora passano al 3-4-3 avanzando Marchese di qualche metro e allargando Izco a destra per chiudere meglio le fasce. L'unica fiammata arriva nel giro di 60 secondi, tra il 13' e il 14': alla girata fuori bersaglio di Gobbi su cross di Biabiany segue un colpo di testa di Barrientos, spesso pronto ad accentrarsi per muoversi da rifinitore, bloccato da Mirante.

La ripresa si apre con un colpo di testa a lato di Biabiany a lato su cross di Amauri, ma per il Parma è solo un'illusione. Gli etnei gestiscono il vantaggio senza patemi e vanno vicini al raddoppio con Bergessio, il cui diagonale su servizio di Barrientos supera Mirante ma viene fermato sulla linea dal recupero di Paletta. Poco più tardi è Almiron a sfiorare il capolavoro rubando palla a centrocampo e scagliando verso la porta di Mirante una parabola da 50 metri che l'estremo difensore ospite riesce a mandare in angolo in extremis.

I giochi si compiono definitivamente quando Benalouane, già ammonito, rimedia il secondo giallo per un intervento su Gomez. Il Parma si scompone e il Catania ne approfitta trovando il raddoppio con un'imbeccata di Lodi, cresciuto nel secondo tempo, per Izco, lesto a involarsi sulla destra e a servire in mezzo Bergessio, libero di appoggiare in rete il pallone del 2-0. Nel finale Lodi e Bergessio (rete annullata per un fuorigioco che non c'è su passaggio di Castro) vanno vicini anche al tris, ma al Catania, issatosi sino al quinto posto in classifica, può andare bene così.

(lasicilia.it)

 

 

 

INTER - CATANIA: 2-0

Cassano, Palacio

 

Inter (3-4-2-1): Handanovic 6; Ranocchia 7, Samuel 6, Juan Jesus 6.5; Zanetti 6.5, Mudingayi 6 (26' st Guarin 5.5), Cambiasso 6.5, Obi 6 (16' st Gargano 6); Palacio 6.5, Cassano 7 (24' st Alvarez 5), Milito 6. (27 Belec, 32 Cincilla, 6 Silvestre, 7 Coutinho, 31 Pereira, 33 Mbaye, 52 Jonathan, 41 Duncan, 88 Livaja). All.: Stramaccioni 6.
Catania (4-3-3): Andujar 5.5; Alvarez 5, Legrottaglie 5.5, Spolli 6.5, Marchese 6.5; Izco 5.5 (20' st Castro 5.5), Lodi 6, Almiron 6 (36' st Ricchiuti 5.5); Barrientos 6, Bergessio 5.5, Gomez 5.5. (1 Frison, 34 Messina, 2 Potenza, 5 Rolin, 33 Capuano, 27 Biangianti, 30 Salifu, 15 Morimoto, 35 Doukara). All.: Maran 5.5.
Arbitro: Russo 5.
Reti: nel pt 28' Cassano; nel st 40' Palacio.
Note: recupero 1' e 3'. Angoli: 5-4 per l'Inter. Ammoniti: Alvarez per gioco scorretto, Castro per comportamento non regolamentare. Spettatori: 48.708 per un incasso 1.202.010 euro.

 

Cassano e Palacio si aggiudicano il Festival del Tango

(di Andrea Mazzeo - calciocatania46.nt)

 

Nonostante il Catania non demeriti, il “mal di trasferta” sembra aver contagiato nuovamente la squadra rossazzurra. Nella giornata del tango (ben 13 gli argentini titolari in campo) è l’Inter a festeggiare grazie alle reti di Cassano e Palacio. Gli etnei possono recriminare per tutte le occasioni sciupate anche a causa di un Bergessio poco ispirato e sempre anticipato da Ranocchia. Inevitabilmente i valori individuali saltano fuori ed il talento barese approfitta di una pessima copertura di Alvarez per sbloccare il match. Solo nel finale l’attaccante genoano mette in ghiaccio il successo. Inizia male il tour de force degli uomini di Maran.

La squadra di Stramaccioni, reduce da tre vittorie consecutive e dal successo nel derby, si affida al 3-4-1-2 con Ranocchia, Samuel e Juan Jesus in difesa. A centrocampo agiscono Mudingayi e Cambiasso, con Zanetti e Obi sugli esterni. In avanti i nerazzurri puntano ad un tridente iper offensivo con Cassano, Palacio e Milito. Il Catania di Maran, dopo la bella vittoria contro il Parma, deve fare i conti con alcune defezioni in difesa e propone il rientrante Spolli con Legrottaglie (non al meglio), Alvarez e Marchese confermati sulle fasce. In mediana ci sono Izco, Lodi ed Almiron, mentre in avanti spazio al tridente Gomez-Bergessio-Barrientos.

 

La sfida tra meneghini ed etnei inizia su ritmi molto elevati con Cassano che dà spettacolo con bellissime giocate personali che infiammano il pubblico di casa. Il Catania non butta via la sfera e si affida a giocate corali e rapide per non concedere alla difesa nerazzurra di potersi schierare. Al 6’ Barrientos lancia lungo e buca a centro area Ranocchia e Juan Jesus, la sfera arriva ad Almiron che, a tu per tu con Handanovic, calcia malissimo sopra la traversa: occasionissima per gli uomini di Maran che non riescono clamorosamente a capitalizzare. Risponde tre minuti dopo Samuel con un lancio chirurgico per Cassano che stoppa di petto ma non riesce a calciare ben anticipato dall’uscita di Andujar.

I rossazzurri continuano a dimostrare di avere eccellente qualità nel palleggio e due volte mettono in ambasce la retroguardia interista, prima con Bergessio e poi con Marchese, ma il punteggio non si sblocca. Ispiratissimo Barrientos che, come un magistrale Picasso, pennella calcio sul rettangolo di gioco. Al 19’ il Catania mostra avere dei problemi sui lanci lunghi per la profondità del tridente di casa: è Palacio ad avere di testa la palla del vantaggio ma la conclusione è un passaggio per Andujar.

La gara perfetta degli etnei sfuma al 28’ quando i padroni di casa trovano il vantaggio: Milito manda fuori tempo Spolli in scivolata e scarica indietro per Cambiasso, il numero 19 nerazzurro crossa in area per scavalcare la difesa, Cassano si libera di un’inadeguata copertura di Alvarez e di testa fulmina Andujar. Quinto gol stagionale per “Fantantonio”. La reazione del Catania è immediata e per poco Marchese non indovina la traiettoria vincente con una staffilata dai 30 metri che esalta le proprietà acrobatiche di Handanovic.

Con il passare dei minuti la manovra dei rossazzurri perde smalto permettendo ai meneghini di amministrare il punteggio. In difficoltà Bergessio, messo alle strette da un Ranocchia sempre attento. Sale un po’ il nervosismo in casa Catania e per poco Barrientos non prende un giallo per un battibecco con Juan Jesus. Brivido all’ultimo minuto per la difesa nerazzurra: Izco, solissimo in piena area di rigore, non riesce a trovare la porta con Handanovic immobile su perfetto cross di Marchese. Finisce il primo tempo con l’Inter avanti 1-0.

Nella ripresa nessuno dei due tecnici effettua cambi e le due squadre vanno avanti con lo stesso scacchiere in campo. I primi minuti del secondo tempo proseguono sulla falsariga della prima frazione di gioco: Inter ad amministrare nel tentativo di trovare il gol del ko e Catania un po’ spento nelle idee negli ultimi 30 metri. Al 53’ Milito crossa basso per Zanetti ma Andujar è in anticipo ed abbranca in presa sicura. Ancora Inter al 57’: guizzo di Cassano in area di rigore e rasoterra al centro per Palacio che non arriva in spaccata.

Al 61’ prima sostituzione del match con Stramaccioni che richiama Obi per lasciare spazio a Gargano. I nerazzurri pressano con insistenza e per poco una conclusione di Milito dall’interno dell’area di rigore non sorprende Andujar che si rifugia smanacciando in corner. Maran prova a stimolare l’avanzata dei suoi inserendo Castro al posto di Izco, con l’intento di alzare il baricentro. Al 67’ il Catania si divora il pallone del possibile pareggio con Bergessio che in modo macchinoso non riesce a girarsi su invito di Gomez.

In pochi minuti Stamaccioni effettua un doppio cambio, di cui uno indotto dall’infortunio di Mudingayi: dentro Alvarez e Guarin per Cassano ed il congolese. Il Catania ci prova a mettere il cuore ed Almiron, ben servito da Bergessio, viene fermato in angolo dal recupero di Ranocchia. Dall’altra parte è decisivo Spolli che immolandosi evita il raddoppio di Ricky Alvarez ben servito da Milito. Il finale è incandescente e Ranocchia centra anche il palo al 76’ su cross all’altezza dell’angolo di Cambiasso.

Maran si gioca il tutto per tutto e mette dentro anche Ricchiuti al posto di Almiron. Ancora Inter all’81’ con Ricky Alvarez ancora una volta fermato da Andujar in corner. Gli etnei provano il forcing finale ma dopo aver sfiorato il pari con Legrottaglie e Barrientos, l’Inter trova il 2-0 con uno splendido gol di Palacio con un sinistro sul primo palo dopo essere stato magistralmente innescato da Milito. Si spengono le luci di San Siro dopo tre minuti di recupero. Il Catania esce nuovamente battuto da una trasferta contro un avversario tutt’altro che irresistibile.

 

 

 

CATANIA - JUVENTUS: 0-1

Vidal

 

CATANIA (3-5-2): Andujar; Rolin, Legrottaglie, Spolli; Izco, Lodi, Almiron (78’ Biagianti), Barrientos (69’ Castro), Marchese; Gomez (81’ Morimoto), Bergessio. A disp.: Frison, Messina, Potenza, Alvarez, Salifu, Capuano, Ricchiuti, Doukara. All.: Maran.

JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner (88’ Caceres), Vidal, Pirlo, Pogba, Asamoah; Vucinic (78’ Giovinco), Bendtner. A disp.: Storari, Rubinho, De Ceglie, Isla, , Padoin, Marrone, Giaccherini, Pepe, Quagliarella, Matri. All.: Alessio.

Arbitro: Gervasoni di Mantova.

Ammoniti: Rolin, Spolli, Barrientos, Marchese, Legrottaglie (C), Asamoah, Vidal (J). Espulsi: Pulvirenti, Marchese (C).

 

Gervasoni & Co. confezionano il delitto perfetto.

di Andrea Mazzeo (www.calciocatania46.net)

 

Il Catania continua a giocare le sue gare contro gli arbitri, e dopo aver perso a San Siro per un rigore non assegnato a Gomez, anche la Juventus esce vittoriosa contro i rossazzurri contando sull’aiuto della direzione arbitrale. Non ci sono mezzi termini per definire questa “truffa” orchestrata dalla Gervosoni band. Annullato un gol regolarissimo a Bergessio. Innumerevoli gialli comminati agli etnei, con un fischietto a senso unico e tutto a favore dei bianconeri. Una rete convalidata alla Juve su evidente posizione irregolare di Bendtner. Espulsioni a Pulvirenti e Marchese del tutto gratuite. Questo è in poche parole il copione di Catania-Juventus.

Il Catania di Rolando Maran cerca riscatto dopo la sconfitta contro l’Inter e per il “Lunch Match” propone una formazione inedita con un modulo tattico inusuale per i colori rossazzurri, il 3-5-2. Durante la settimana il tecnico ha testato lo scacchiere potendo contare sul recupero in difesa di Rolin. La novità che salta subito all’occhio è l’utilizzo dal primo minuto dell’uruguaiano davanti alla porta difesa da Andujar. A centrocampo, Izco e Marchese giocano esterni, mentre Lodi, Almiron e Barrientos si posizionano al centro. Dopo il pari in Champions League contro i danesi del Nordsjealland, Conte propone la novità Bendtner in attacco al posto di Giovinco che va in panchina.

Davanti ad uno stadio Massimino gremito in ogni suo ordine di posto (ben 25.000 gli spettatori presenti sugli spalti) è splendido il gioco coreografico per salutare l’impegnativo match contro i bianconeri. Dopo un minuto di silenzio in memoria del Caporale Tiziano Chierotti, morto nello scontro a fuoco in Afghanistan, inizia la sfida contro la “Vecchia Signora”. Il primo brivido per la porta etnea arriva al 3’ quando Vidal fa partire una bordata dai 25 metri che costringe Andujar ad un parata in due tempi.

La Juventus si affida molto al giro palla nel tentativo di aggirare la retroguardia etnea sugli esterni, dove Marchese ed Izco sono chiamati a dover rinculare indietro. Rolin prende in consegna Asamoah, mentre è Lodi a far mordere il freno a Pirlo. Il Catania resta molto guardingo dietro la linea della palla ma inevitabilmente concede agli ospiti il pallino del gioco e la quasi totalità del possesso. Al 13’ sugli sviluppi di una punizione di Pirlo respinta dalla difesa, ci prova da distanza siderale Asamoah, ma la conclusione del ghanese non inquadra lo specchio della porta.

Il Catania si fa vedere finalmente dalle parti di Buffon al 16’, quando Gomez s’invola sulla destra e crossa al centro per Bergessio: è decisivo l’intervento in corner di Barzagli. Cinque minuti dopo, ancora Vidal, non riesce ad imprimere la forza giusta con la testa per indirizzare la sfera in porta. Al 25’ succede il finimondo al Massimino: il Catania trova il vantaggio con Bergessio che ribadisce in rete la sfera che si era infranta sul palo a Buffon battuto. Gervasoni convalida la rete, ma il guardalinee fa sovvertire l’esito dell’azione segnalando un’inesistente posizione irregolare dell’attaccante argentino sul tocco di Lodi in area di rigore. Esplode la rabbia della panchina rossazzurra mentre il presidente Pulvirenti prova a riportare la calma in campo (e Gervasoni di tutta risposta lo espelle).

La gara diventa nervosissima e in pochi minuti fioccano le ammonizioni: sanzionati Spolli, Barrientos, Marchese e Legrottaglie. Il pubblico etneo non gradisce ed iniziano gli applausi di scherno all’indirizzo dell’arbitro mantovano. La Juventus ci prova sempre con conclusioni dalla distanza ed al 38’ è Pogba a tentare fortuna ma senza trovarla. Un minuto dopo, uno sfortunato rimpallo in area di rigore mette Vucinic in condizione di calciare, ma è decisivo l’intervento di un difensore etneo. Al 40’ i bianconeri vanno vicinissimi al vantaggio con il solito Vucinic, ispirato da una sponda di Bendtner, ma Andujar è in giornata di grazia e salva la propria porta sulla conclusione ravvicinata. Dopo un minuto di recupero e sotto i fischi roboanti del Massimino, finisce il primo tempo.

Nessun cambio per entrambe le squadre ad inizio ripresa. Il secondo tempo inizia sulla falsa riga del primo: tanto possesso palla per la Juventus e Catania pronto a ripartire in contropiede. Al 49’ Gomez fa tutto da solo sull’out di sinistra e crossa al centro, ma è tempestivo l’intervento di Buffon in presa bassa. La beffa in casa rossazzurra arriva al 57’: Vucinic libera al tiro Bendtner chiaramente in posizione di offside non ravvisata. Il tiro viene respinto da Andujar ma sulla ribattuta arriva Vidal che in tap in fa 0-1.

Il Catania non può più aspettare e deve cominciare ad essere più intraprendente per poter riprendere le sorti del match. Al 63’ potrebbe arrivare il raddoppio di Vidal, ma la percussione del numero 23 bianconero non trova la porta. La giornata beffarda il casa rossazzurra si completa al 66’ quando Marchese viene mandato sotto la doccia anzitempo per aver toccato la sfera con un braccio, anche se in realtà appare evidente l’involontarietà dovuta ad un movimento di Vucinic che manda fuori tempo il difensore di Delia.

Ancora Juventus che va vicino al 2-0 con Pogba di testa, ma Andujar è bravissimo a proteggere il suo palo. Al 69’ Maran decide di effettuare il primo cambio, inserendo Castro al posto di Barrientos. I minuti scivolano via senza che il Catania riesca a rendersi seriamente pericoloso dalle parti di Buffon. Il tecnico rossazzurro non sembra voler spingere ulteriormente e decide di togliere Almiron per dare a spazio a Biagianti. Scelta decisamente discutibile con Morimoto e Doukara in panchina.

Nonostante il successivo ingresso del giapponese (incomprensibile la decisione di togliere Gomez!), è sempre la Juve a mettere paura dalle parti di Andujar, specie con Vidal che sembra avere un conto in sospeso con il portiere etneo. Al 91’ Giovinco semina il panico facendo tutto da solo ma al momento della conclusione calcia altissimo. Dopo cinque minuti di recupero finisce la sfida del Massimino. Una partita compromessa dalle decisioni arbitrali. Dopo il secondo impegno contro le “big” il Catania resta ancora a zero punti.

 

Polemiche su Catania-Juventus. 

A proposito degli errori arbitrali nella gara del Massimino, all’Ansa è intervenuto il designatore Braschi con questo comunicato: “Capisco Pulvirenti, sul gol annullato al Catania contro la Juve c’è un errore. Lo sbaglio è dell’assistente Maggiani, uno solitamente bravo ed esperto. I primi ad essere dispiaciuti siamo noi”. Si ha l’impressione è che questo Catania-Juventus diventerà un nuovo tormentone stile “Gol-No Gol di Muntari” dello scorso anno, considerando che sul risultato c’è la nettissima impronta dell’arbitro Gervasoni e dei suoi assistenti.
Gli etnei si sono visti annullare una rete regolare di Bergessio dopo le proteste vibranti dei giocatori della Juventus. Su punizione dalla sinistra, Spolli, in posizione regolare, ha staccato a centro area, colpendo il palo alla sinistra di Buffon. Sulla palla è piombato Bergessio, anche lui partito in posizione regolare, che con un tap-in ha firmato la rete che avrebbe permesso ai rossazzurri di passare a condurre nel lunch match della nona giornata di Serie A.

Non così per il signor Gervasoni, che dopo aver in un primo tempo convalidato la marcatura, viste le proteste vibranti dei bianconeri e consultatosi con l’assistente Maggiani e l’arbitro di porta Rizzoli, ha deciso in seguito di annullarla, commettendo un grave errore tecnico e scatenando le proteste dei padroni di casa.

Decisivo è parso l’intervento di Rizzoli, chiamato in causa per confermare il tocco di Lodi successivo a quello di Spolli. Maggiani, evidentemente convinto che Bergessio fosse in gioco sul colpo di testa del difensore ma non sul successivo intervento di Lodi, ha suggerito a Gervasoni di annullare il gol.

Ironia della sorte, nella ripresa, nella stessa area di rigore si verifica la situazione opposta: Bendtner è in fuorigioco sul filtrante di Vucinic ma non viene fermato da Gervasoni e i suoi assistenti. Sul prosieguo dell’azione il danese conclude a rete trovando l’opposizione di Andujar. Sulla respinta, Vidal insacca con un facile tap-in realizzando il gol che decide la partita. Rispetto al primo episodio, l’errore è meno clamoroso perchè la differenza tra Bendtner e l’ultimo giocatore del Catania, in termini di centimetri, è meno consistente. Ma chiaramente il fuorigioco c’è ed è decisivo.

Singolare la linea adottata dal pubblico del Massimino dopo la rete non assegnata a Bergessio. Scemata la furia iniziale, i tifosi del Catania hanno cominciato ad applaudire l’arbitro ad ogni sua decisione, invocando persino un rigore a favore della Juventus dopo un contatto nell’area etnea. Anche l’espulsione per doppia ammonizione di Marchese è stata accompagnato con una surreale standing ovation.

(catania46.net)

“Tutta l’Italia sportiva ha visto la vergogna che si è consumata oggi allo stadio Massimino di Catania“. Lo afferma il sindaco Raffaele Stancanelli dopo il ko con la Juve. “Un’offesa grave per i tifosi e la città perpetrata da una direzione arbitrale inqualificabile sotto ogni profilo“, aggiunge il sindaco che chiede che “gli organi competenti intervengano per evitare il ripetersi di episodi che disonorano lo sport e fanno male al calcio” e che il designatore “porga pubbliche scuse“.

Raffaele Stancanelli, Sindaco di Catania.

ROMA - Arbitri, favori in corso. A chi sì, a chi no. Due pesi, due misure, interpretazioni discusse e discutibili che agitano in campo e fuori. Campionato nella bufera.
A Firenze la Lazio esce sconfitta, ma soprattutto penalizzata dalle decisioni dell'arbitro Bergonzi. Che giudica irregolare un gol regolarissimo di Mauri e poi sorvola su un mani in area di Cuadrado. La Fiorentina vince così 2-0, ma il risultato riflette solo in parte i valori in campo.

A Catania Gervasoni concede prima il gol del vantaggio ai padroni di casa, poi dopo le proteste della panchina della Juventus va a consultarsi con l'arbitro di porta Rizzoli e annulla la rete per un fuorigioco che non c'è. Nella ripresa arriva poi la marcatura di Vidal, viziata da una posizione sospetta di Bendtner. Uomini di Conte sempre più primi, ma si riscatenano le polemiche sulla sidditanza psicologica.

Il Messaggero

Capisco Pulvirenti, sul gol annullato al Catania contro la Juve c’e’ un errore”.

Anche il designatore arbitrale, Stefano Braschi, ammette al telefono con l’Ansa quello che tutta Italia ha visto in tv.
”Lo sbaglio -prosegue- e’ dell’assistente Maggiani, uno solitamente bravo ed esperto. I primi ad essere dispiaciuti siamo noi”.

Braschi, designatore arbitri

 

 

L'ira di Pulvirenti: "Ripetiamo la partita" - Marotta: "Idea assurda" - Maggiani: "Sono sereno"
Polemiche sul gol annullato

Il presidente degli etnei avanza nuovi dubbi sull'operato dell'assistente Maggiani, reo di aver annullato un gol regolare a Bergessio: "Sul suo profilo Facebook c'è lo stemma della Juve. Se la pagina non è sua sporga denuncia". L'Aia smentisce: "Maggiani non ha alcun profilo sul social network"

 

Roma, 29 ottobre 2012 - Non si placano le polemiche per la vittoria della Juventus contro il Catania. Il presidente Antonino Pulvirenti, intervenendo a 'Radio anch’io Sport' su Radio1, avanza nuovi dubbi sull'operato del guardalinee Luca Maggiani, che ha annullato il gol regolare di Bergessio che avrebbe portato la squadra di Maran in vantaggio sui bianconeri.

"Stamattina sono andato sul profilo Facebook di Maggiani e c'è lo scudetto della Juventus - dice il numero 1 del club etneo -. Tutti sono liberi di tifare per qualsiasi squadra ma se vedo questo e penso a quello che e’ successo ieri in campo, il fatto che si sia fatto influenzare dai giocatori della Juve, ditemi voi cosa devo pensare".
"Sono disorientato, non riesco più a capire - aggiunge Pulvirenti -. Accettiamo gli errori degli arbitri, non abbiamo mai parlato, ma quello che è successo ieri è sconcertante".
Poche ore dopo il parziale passo indietro: “Se quello di Maggiani su Facebook è un falso profilo lo invito a denunciare, in caso contrario a toglierlo”. E aggiunge: “Rifacciamo la partita, iniziamo da qua, tanto la Juventus è sicura di vincerla. Le scuse mi bastano, ma qui siamo oltre la buona o la cattiva fede. Conosco questo mondo, ma qui gli arbitri avevano fatto bene. Rifacciamo la gara, lo deve chiedere lo stesso Agnelli”.
MAROTTA: "SAREBBE ASSURDO RIPETERE LA GARA. L'ERRORE C'E', IL COMPLOTTO NO" - Botta e risposta. L’amministratore delegato della Juventus Giuseppe Marotta non vuole sentir parlare di complotto in favore della capolista, dopo la clamorosa svista arbitrale di Catania che ha portato all’annullamento di un gol regolare di Bergessio: “Se si parla di errore arbitrale condivido - spiega Marotta sulle frequenze di Radio Anch’io Sport su Radio1 - l’errore c’è stato. Ma complotto proprio no, respingo in modo categorico. Nessuno può dire che la Juventus avrebbe perso qualora fosse stato convalidato il gol”.

 

 

L’ex dirigente della Sampdoria tende la mano all’infuriato presidente del Catania, Antonio Pulvirenti: “Capisco la sua amarezza, ma ripetere la gara mi sembra un'idea assura. Ieri in Manchester-Chelsea ci sono stati errori clamorosi, come quelli accaduti a Catania e non mi pare sia successo niente. O si accettano o il calcio non cambierà mai. Commettere degli errori è umano e bisogna dare fiducia al gruppo arbitrale. Peraltro non sono stati i nostri giocatori a convincere il guardalinee in occasione del gol annullato: Maggiani aveva già deciso di alzare la bandierina”.

Un’opinione, infine, sul delicato tema della sudditanza psicologica da parte del settore arbitrale nei confronti della Signora: “Sudditanza psicologica? Se n’è sempre parlato, ma l’arbitro quando viene a dirigere una partita non può considerare il peso specifico di una squadra e dell’altra. Ripeto, al momento del gol annullato mancavano ancora settanta minuti e la Juve avrebbe potuto tranquillamente rimontare, visto che la superiorità territoriale è apparsa evidente per tutta la gara”.
PETRUCCI: "BISOGNA STARE ZITTI E ACCETTARE GLI ERRORI ARBITRALI" - "Gli errori ci sono stati, è sotto gli occhi di tutti, e ci saranno sempre. Ma tutti dovrebbero accettarli, stare più zitti e ritirare le denunce fatte". Questo il commento del presidente del Coni Giovanni Petrucci sulle polemiche seguite ai discussi arbitrati del weekend, e in particolar modo agli errori nelle gare Catania-Juventus e Fiorentina-Lazio.
"L'ho detto, lo ripeto e lo ripeterò oggi: i mali del calcio arrivano dall'interno - ha spiegato Petrucci - dovremmo essere più umili tutti quanti". Ieri, ha spiegato Petrucci, "due allenatori sono stati straordinari per come hanno reagito, Petkovic e Montella. Petkovic ha detto che la Fiorentina meritava al di là degli episodi arbitrali, Montella ha preferito tacere. Sono due atteggiamenti di fair play e di classe, tutti dovrebbero prendere esempio, stare zitti e non fare i primi della classe. Il calcio è bello - ha concluso - ma non è il paradiso: ogni sentenza del giudice sportivo non può essere un dramma, sembra che la colpa sia di Palazzi o della Federazione, ma finchè non si possono usare termini apodittici per una partita di calcio, bisogna tornare con i piedi per terra".
L'AIA SMENTISCE PULVIRENTI: "MAGGIANI NON HA ALCUN PROFILO FACEBOOK" - La notizia secondo cui Luca Maggiani, il guardalinee di Catania-Juventus, "sia titolare di un profilo personale o di una pagina sul social network Facebook è destituita di ogni fondamento". E' quanto rende noto l'Associazione italiana arbitri (Aia) in un comunicato dopo le accuse rivolte all'assistente arbitrale da Antonino Pulvirenti. L'Aia ha anche segnalato l'episodio alla procura federale "affinchè accerti le responsabilità di soggetti eventualmente tesserati". L'Aia fa sapere nella nota che "ha ricevuto dall'assistente arbitrale della C.A.N. A Luca Maggiani attestato in cui egli precisa che la notizia secondo cui lo stesso sia titolare di un profilo personale o di una pagina sul social network Facebook è destituita di ogni fondamento".
MAGGIANI: "SONO SERENO, PUO' CAPITARE DI SBAGLIARE" - Il guardalinee Luca Maggiani, colui che ha contribuito ad annullare il gol del Catania contro la Juve, ha dichiarato all'Ansa: "Sono sereno, molto sereno. Può capitare di sbagliare e capiterà ancora". Maggiani non ha voluto parlare della motivazione tecnica che ha portato ad annullare la rete di Bergessio, né del caso sollevato dal presidente del Catania Pulvirenti che ha scoperto sul profilo Facebook del guardalinee lo scudetto della Juventus. "Il presidente non mi ha autorizzato a parlare, ma l’Aia ha già smentito la storia del profilo Facebook".
BRASCHI: "CI SONO STATE DOMENICHE PEGGIORI" - Il designatore Stefano Braschi torna sulle polemiche arbitrali dell'ultima giornata di campionato: "Non è stata una delle domeniche peggiori. Ieri ci sono stati certamente errori degli assistenti ma ci sono stati anche arbitraggi di buon livello, alcuni anche ottimi. Per otto giornate non si e’ parlato degli arbitri e questo mi fa molto piacere e testimonia come il nostro livello sia molto alto".
"E’ inevitabile che ci siano errori - ha detto ai microfoni di Radio Sportiva -, quello a Catania sicuramente era da evitare ma la maggioranza degli errori sono fisiologici. Siamo dispiaciuti quando si sbaglia, ma state certi che quello più dispiaciuto di tutti è Maggiani: è un assistente esperto, con oltre 200 partite in A e questo non va dimenticato". "Gli arbitri di area? - continua - Sono una novità interessante, che hanno fatto diminuire gli errori ma non si può pensare che all’improvviso gli sbagli scendano a zero".
NICCHI: "CATANIA-JUVE NON SI RIGIOCA" - "Rigiocare Catania-Juventus? No, non si tratta di un errore tecnico ma di una errata valutazione, purtroppo un errore importante, di uno dei migliori assistenti". Il presidente dell'Aia, Marcello Nicchi getta acqua sul fuoco rovente delle polemiche che hanno caratterizzato la nona giornata di serie A e accantona ogni ipotesi di rigiocare Catania-Juventus anche se il regolamento della Federcalcio prevede la possibilità di ripetere il match in caso di ammissione dell'errore tecnico dell'arbitro.
"L'arbitro quando va in campo non si fa influenzare da nessuno - continua Nicchi -. Nel calcio si giocano 12mila partite e ogni domenica basta un fuorigioco o un fallo laterale in serie A e si scatenano questo tipo di situazioni. Noi continuiamo a lavorare serenamente come stiamo facendo".
IL CATANIA SUL SUO SITO: "’Scandaloso al Cibali, il day after" - Il giorno dopo la sconfitta contro la Juventus, il Catania torna a commentare le decisioni arbitrali sul proprio sito internet: "Il Catania ha sempre sostenuto l’accettazione dell’errore arbitrale - afferma la società etnea - ed intende farlo ancora oggi, pur avendo subito ieri una somma ingiustizia: la trasformazione di un netto 1-0 (gol di Bergessio regolare, gol di Vidal viziato dall’off-side determinante di Bendtner) in un inverosimile 0-1. 0-1 a referto, 1-0 sul campo".
Il Catania sottolinea che "al di là delle certezze palesate da chi sostiene che la Juventus avrebbe vinto comunque (il risultato finale resta sempre ovviamente impossibile da prevedere, almeno per noi), resta il fatto inevitabile che: l’arbitro può sbagliare". Secondo la società etnea, quindi, "le parole del designatore della Can Serie A Stefano Braschi si sposano perfettamente con le nostre idee. Noi, inoltre, non abbiamo avanzato il dubbio che la panchina della Juventus potesse aver interferito nella decisione di non convalidare la rete di Bergessio - aggiunge il Catania - noi abbiamo purtroppo constatato questa evidenza, considerando immagini e tempi delle convulse fasi successive all’assegnazione del gol. Impossibile nascondersi: impossibile nascondere questo gravissimo episodio che mina alle fondamenta l’immagine del nostro calcio, proponendo un quadro di confusione in cui basta insinuare un dubbio e fare la voce grossa per rimettere in discussione una decisione (regolarissima) e "costringere" a cambiarla (in una sbagliatissima)".
"Ciò che un direttore di gara non può e non deve fare, per tutelare la sua autorevolezza e credibilità e per il bene del calcio italiano - conclude la società etnea - è lasciare che i calciatori di una squadra, addirittura partendo dalla panchina, giungano a circondare un assistente di gara, sorvegliando e reclamando attenzioni, senza incorrere in sanzioni disciplinari".

http://qn.quotidiano.net/sport/calcio/2012/10/29/794102-serie-a-catania-juve-pulvirenti-guardalinee-Maggiani.shtml

 

 

 

UDINESE - CATANIA: 2-2

Di Natale (R), Castro, Lodi, Di Natale

 

Udinese (3-5-1-1): Brkic 5.5, Coda 5.5 (23' st Ranegie 6), Danilo 5, Domizzi 5.5, Pereyra 5, Badu 6.5, Allan 6, Lazzari 5.5 (23' st Basta 6), Armero 6, Maicosuel 5.5 (11' st Gabriel Silva), Di Natale 7 (25 Padelli, 93 Pawlowski, 4 Angella, 75 Heurtaux, 88 Willians, 6 Faraoni, 31 Fabbrini, 9 Barreto, 94 Zielinski). All.: Guidolin 6
Catania (3-5-2): Andujar 7, Rolin 5.5, Spolli 6, Bellusci 5.5 (1' st Castro 7), Izco 6.5, Lodi 7, Almiron 6, Biagianti 6 (30' st Salifu sv), Capuano 5, Bergessio 6.5, Gomez 6 (46' st Doukara sv) (1 Frison, 34 Messina, 2 Potenza, 22 Alvarez, 24 Ricchiuti, 15 Morimoto). All.: Maran 6.5
Arbitro: Rocchi di Firenze 5
Reti: nel pt, 30' Di Natale (rig.), nel st 17' Castro, 41' Lodi, 48' Di Natale.

 

Dopo il pareggio per 2-2 nella sfida del Friuli tra Udines e Catania, parlano a fine gara i protagonisti del match. Per i bianconeri sono intervenuti ai microfoni dei cronisti il tecnico Francesco Guidolin ed il calciatoreGabriel Silva. Per i rossazzurri hanno parlato l’amministratore delegato Sergio Gasparin, il tecnico Rolando Maran ed i calciatori Francesco Lodi e Nicolas Castro.

Il tecnico dell’Udinese, Francesco Guidolin: “Secondo me avremmo dovuto chiudere i conti nel primo tempo in cui abbiamo giocato come si deve e creato occasioni. Poi il destino ci ha regalato un campo pesante, e dopo tante partite ravvicinate con due trasferte e pochi ricambi, se i miei giocatori calano un pochino non posso dire niente. Questo è quello che è successo e che succederà ancora perché sono ragazzi ben allenati ma non di ferro. L’1-1 è stato un gollonzo e abbiamo anche rischiato di perderla, ma ancora una volta i ragazzi hanno rimesso in piedi la partita. Questo è un segnale piccolo ma importante. Noi dovevamo andare a 4 perché il Catania giocava con 3 attaccanti larghi. Potevo scegliere di far uscire Armero al posto di Maicosuel ma ho fatto così. Stava per far uscire Di Natale per Ranégie. Mathias era già pronto e volevo inserire un attaccante con altre caratteristiche e togliere mezz’ora di pantano a Totò. Se si deve recuperare, però, io non lo tolgo per nessun motivo, deve essere lui a chiedermelo perché può sempre dare la zampata decisiva“.

Il centrocampista dell’Udinese, Gabriel Silva: “Questo pareggio per noi vale come una vittoria. C’è un pizzico di rammarico perché si trattava di una gara da vincere e perché avevamo le redini del gioco in mano, ma per come si è evoluto l’incontro va bene così. Probabilmente saremmo dovuti tornare in campo con maggior intensità dopo l’intervallo. Guidolin sul Catania ci aveva messo in guardia: sapevamo di incontrare una bella squadra. Di Natale è un gran giocatore fuori e dentro il campo. E’ il nostro faro“.

L’amministratore delegato del Catania, Sergio Gasparin: “E’ una giornata molto strana, sicuramente lasciamo questo stadio con l’amaro in bocca dato che a pochi secondi dalla fine eravamo convinti di portare a casa i tre punti. Dentro lo spogliatoio è naturale che i ragazzi ne risentano un po’, però è anche vero che non si torna a mani vuote e comunque muoviamo la classifica. E’ sempre un piacere tornare a Udine, per un bel po’ di tempo è stata casa mia, ma adesso pensiamo alla Lazio“.

Il tecnico del Catania, Rolando Maran: “Veder sfumare così una vittoria, dopo essere andati in avanti alla fine e dopo aver giocato molto bene nella seconda frazione di gara, su un campo così impervio, lascia l’amaro in bocca. Il nostro obiettivo doveva essere cercare di costruire, essere corti e grintosi. Siamo riusciti a farlo più in fase difensiva che là davanti. Il rammarico è grande per come è arrivato il pareggio, ma bisogna guardare anche i lati positivi. Una volta tanto abbiamo fatto punti fuori casa. Il rigore? Dubbio“.

Il centrocampista del Catania, Francesco Lodi: “Un po’ di rammarico c’è perchè tra oggi e Roma gli ultimi trenta secondi abbiamo perso quattro punti. Penso che oggi ci sia stata una grandissima reazione dopo Domenica contro la Juve; abbiamo giocato un buon calcio e sicuramente abbiamo creato qualcosa in più rispetto all’Udinese, poi però non bisogna dimenticare che c’era un attaccante come Di Natale che non bisogna mai lasciare solo in area perchè è proprio in quel momento che fa vedere le sue qualità. I tatuaggi? Sì, sono nuovi e sono i nomi dei miei figli, più una frase che preferisco tenere per me. Il primo tempo è stato più difficile, è vero, ma indubbiamente l’ingresso di Castro è stato determinante. Ha messo in difficoltà la difesa bianconera, sono contento per il suo primo gol in serie A. Forse con un pò di attenzione in più adesso potevamo parlare di un’altra partita. Adesso pensiamo alla Lazio. Sono molto contento dei complimenti ricevuti dal presidente Pozzo, secondo lui non hanno aspettato abbastanza e probabilmente in quel periodo venivo impiegato come attaccante“.

Il centrocampista del Catania, Lucas Castro: “Sono contento per il mio primo gol però sono anche molto triste perchè proprio alla fine non siamo riusciti a portare a casa i tre punti. Diventare titolare? Penso di sì, ma sono tranquillo perchè il mister pensa sempre a me quindi spero principalmente di ripagare la fiducia che mi dà. La posizione che preferisco? Indifferente, mi sento bene in qualsiasi ruolo. Domenica contro la Lazio spero di giocare dal primo minuto. Dedico questo gol alla mia famiglia“.

Andrea Mazzeo (catania46.net)

 

 

 

 

CATANIA - LAZIO: 4-0

Gomez, Gomez, Lodi (R), Barrientos

 

CATANIA (4-3-3): Andujar; Alvarez, Legrottaglie, Spolli, Marchese; Izco, Lodi, Almiron (63’ Biagianti); Barrientos, Bergessio (26’ Doukara), Gomez (70’ Castro). A disp.: Frison, Messina, Potenza, Rolin, Capuano, Salifu, Ricchiuti, Morimoto. All.: Maran
LAZIO (4-5-1): Bizzarri; Konko, Biava, Dias, Cavanda (46’ Brocchi); Lulic, Ledesma, Candreva, Hernanes (46’ Floccari), Mauri; Rocchi (70’ Kozak). A disp.: Carrizo, Guerrieri, Radu, Scaloni, Ciani, Gonzalez, Zarate, Cana, Onazi. All.: Petkovic
Arbitro: Mazzoleni di Bergamo.MARCATORI: 9’ e 29’ Gomez (C), 25’ rig. Lodi (C), 69’ Barrientos (C). Ammoniti: Alvarez (C).

 

Dopo tre giornate il Catania torna al successo passeggiando su una Lazio inesistente. Dopo un buon avvio degli ospiti, un super Gomez regala il vantaggio con la complicità di Bizzarri. Il raddoppio arriva poco dopo con Lodi su rigore concesso per fallo di mano di Dias. Ancora Gomez mette in ghiaccio il successo portando i rossazzurri sul 3-0 già alla mezzora. Nella ripresa c’è spazio per il quarto gol di Barrientos. Il Catania vola a 15 punti e guadagna il sesto posto in condominio con Atalanta e Parma.
Dopo la buona prova di Udine, Maran ripropone il 4-3-3, vero marchio di fabbrica del Catania, rinunciando all’indisponibile Bellusci, ritrovando però Marchese e Legrottaglie. Alvarez in campo dal primo minuto al posto di Rolin che si riaccomoda in panchina. Torna disponibile anche Barrientos che forma il tridente offensivo insieme a Gomez e Bergessio. In casa Lazio, Petkovic decide di sostuire Klose con Rocchi. Solo panchina per Floccari, nonostante l’attaccante venisse dato in vantaggio sul numero 9 biancoceleste. A centrocampo, dopo la squalifica, tornano Ledesma ed Hernanes. Dopo la prevista “pañolada” da parte dell’intera tifoseria rossazzurra per protestare contro i recenti torti arbitrali, ha inizio la sfida del Massimino.
L’avvio degli ospiti è propositivo, tanto che il Catania resta bloccato nella propria trequarti. Al 5’ i biancocelesti vanno vicinissimi al vantaggio con Rocchi che trova il pallone in area di rigore dopo un batti e ribatti, ma la conclusione a botta sicura è fuori di pochi centimetri dal palo sinistro di Andujar. Al primo affondo è per il Catania a trovare il vantaggio: Gomez scende palla al piede sulla sinistra ben lanciato da Spolli, il Papu vince il duello con Biava e fa partire una conclusione che Bizzarri battezza fuori ma s’insacca sotto il “sette”.
La Lazio reagisce subito dopo l’inatteso svantaggio e prova a schiacciare gli etnei nella propria metà campo. E’ però ancora il Catania a sfiorare il raddoppio: Gomez porta via due uomini e serve in area Barrientos in imbucata, il Pitu calcia un diagonale rasoterra che costringe Bizzarri alla miracolosa deviazione in corner. Con il passare dei minuti aumentano gli errori a centrocampo degli ospiti ed i rossazzurri diventano padroni del campo. Al 22’ Cavanda rischia l’autogol di testa su calcio d’angolo, ma due minuti dopo è Dias a commettere un ingenuità toccando con il braccio un pallone sull’incursione di Izco. Dal dischetto Lodi non fallisce e fa 2-0.
Dopo il doppio vantaggio, Bergessio è costretto ad arrendersi ad un problema muscolare ad un polpaccio. Maran lo toglie dal campo e mette dentro il giovanissimo Doukara. Il Catania è inarrestabile e al 29’ arriva il terzo gol: Marchese fugge sulla sinistra e crossa al centro, in spaccata arriva Gomez che mette la palla dentro nonostante l’intervento disperato di Biava sulla linea di porta. Successo in ghiaccio dopo appena mezzora. La Lazio ha una fiammata al 34’ con Candeva che costringe Andujar alla respinta corta, poi è Spolli a liberare in corner. Finisce il primo tempo dopo due minuti di recupero con il Catania che si limita ad amministrare il largo vantaggio.
Petkovic nella ripresa rinuncia ad abulico Hernanes e ad un confusionario Cavanda ed inserisce il più ruvido Brocchi e Floccari in attacco. Stesso scacchiere per Maran che predica ai suoi attenzione fino a fine gara. Proprio il nuovo entrato Floccari si rende subito pericoloso saltando Spolli, ma è reattivo Andujar che anticipa in uscita bassa. Il passaggio al 4-3-1-2 rende gli ospiti molto più propositivi rispetto alla prima frazione di gioco, ma la retroguardia rossazzurra regge bene.
Il Catania lascia il pallino di gioco agli ospiti che provano ad impensierire Andujar con conclusioni non sempre precise, come quella di Mauri dalla distanza al 54’ che si spegne a fondo campo. Tutto difesa e contropiede il gioco degli uomini di Maran, che non tendono ad alzare i ritmi del gioco. Al 60’ Marchese prova a fare poker con una gran staffilata dalla distanza che però non trova lo specchio della porta. Maran prova a far legna a centrocampo e toglie Almiron per dare spazio a Biagianti.

 

 

I rossazzurri dilagano al 69’: Gomez si libera di Konko e s’invola sull’out di sinistra, crossa basso al centro dove Barrientos deve solo appoggiare in rete per 4-0. A vittoria ormai acquisita, Maran si concede anche il lusso di far entrare Castro concedendo la standing ovation al Papu Gomez, autore di una doppietta. Petkovic mette dentro Kozak al posto di uno spento Rocchi, ma i biancocelesti hanno ormai da tempo ammainato la bandiera. Al 78’ Doukara sfonda a destra e mette al centro dove Bizzarri è bravo ad anticipare in uscita l’accorrente Barrientos.

Nonostante il punteggio ormai acquisito, i minuti finali sono concitati: prima è Lodi a cercare l’incrocio senza fortuna, poi è Candreva a tentare da fuori ma Andujar salva la propria porta con un plastico tuffo. L’estremo difensore etneo vuole mantenere inviolata la propria porta e si oppone due minuti dopo anche sulla conclusione di Floccari. All’85’ anche Castro potrebbe scrivere il proprio nome sul tabellino dei marcatori, ma la deviazione sotto porta del numero 19 sull’assist di Barrientos è fuori misura. I minuti finali sono concitatissimi ma il punteggio non cambia più. Adesso il pensiero vola alla sfida di sabato contro il Cagliari.

Gasparin (Amministratore Delegato Catania): “Oggi è stata una partita ben giocata da un gran gruppo, e tutto ciò ci fa rammaricare ancora di più per il pareggio di Udine, che poteva lanciarci dopo aver ribaltato la partita, ma stiamo migliorando anche fuori casa. Godiamoci questo importantissimo risultato e siamo contenti che le scelte iniziali stanno dando i frutti sperati. Questi 15 punti sono meno di quello che meritiamo, ma sono punti che ci danno un’ottima classifica, ma ripeto, mi aspettavo qualcosa in più, ma le situazioni negative ci hanno penalizzato. Sono felice per Gomez, ma io sono certo delle sue potenzialità e anzi sono stranito quando gioca al disotto di esse.”

 

 

CAGLIARI - CATANIA: 0-0

 

CAGLIARI (4-3-1-2): Agazzi; Pisano, Rossettini, Astori, Avelar; Dessena, Conti, Nainggolan; Cossu (75’ Thiago Ribeiro); Nenè (63’ Pinilla), Sau (83’ Ibarbo). A disp.: Avramov, Perico, Del Fabro, Ekdal. All.: Pulga.

CATANIA (4-3-3): Andujar; Alvarez, Spolli, Legrottaglie, Marchese; Izco, Lodi, Biagianti (80’ Almiron); Barrientos (75’ Castro), Doukara (65’ Morimoto), Gomez. A disp.: Frison, Terraciano, Potenza, Bellusci, Rolin, Capuano, Salifu, Ricchiuti. All.: Maran.

Arbitro: Di Bello di Brindisi. Ammoniti: Conti, Dessena, Nainggolan, Astori (CA), Gomez, Almiron (CT).

 

Non resterà negli annali questo anticipo di serie A. Fra Cagliari e Catania finisce 0-0 nel risultato così come per l’emozioni. Un punto che accontenta entrambe le squadre, dato che le due isolane non cercano di pungere più del dovuto per sbloccare una gara che ha messo in luce le capacità di entrambe le difese. Il Catania di Maran dà un seguito al pareggio esterno di Udine ottenendo il secondo pari di fila e intavolando un mini ruolino di marcia che lo vede imbattuto da tre turni. Un punto che muove la classifica e che permette al Catania di affrontare domenica prossima in Chievo al Massimino con 16 punti in carnet, due in più rispetto alla gestione Montella.

In attesa di poter inaugurare in modo completo l’Is Arenas, il tecnico Pulga può disporre della migliore formazione, eccezion fatta per il difensore Ariaudo. Conti e Nainggolan, assenti giustificati contro la Fiorentina, rientrano in campo dal primo minuto. L’attacco è affidato alla coppia Nenè-Sau. Solo panchina per Pinilla. Dopo una settimana di speranza, Maran ha dovuto accettare il forfait di Bergessio, costretto ai box da uno stiramento al polpaccio. E’ Doukara il sostituto naturale del “Lavandina”. Il franco-senegalese viene supportato da Barrientos e Gomez. Solo panchina per Bellusci, rientrato dopo i problemi fisici. A centrocampo la sorpresa è Biagianti al posto di Almiron.

L’avvio non è particolarmente brillante, con entrambe le squadre che studiano l’avversario e restano guardinghe per evitare le ripartenze degli esterni. Al 3’ è Gomez a provare a seminare il panico nella difesa sarda, andando in velocità sull’out di destra, ma l’interdizione della retroguardia rossoblù è utile a regalare solo il primo corner agli etnei che non riescono a sfruttare l’occasione. Al 10’ Doukara, da fondo campo, mette il pallone al centro per l’accorrente Gomez, ma il Papu è un po’ in ritardo e la difesa libera in fallo laterale. Due minuti dopo, il capitano cagliaritano Conti entra con il piede a martello su Doukara e viene comminata la prima ammonizione del match.

Dopo il primo quarto d’ora la gara non decolla e Legrottaglie predica attenzione ai compagni di squadra per evitare sorprese contro un Cagliari tutt’altro che irresistibile. Marchese dimostra di avere buona personalità e ci prova con l’ennesima conclusione al volo da fuori area, ma il difensore di Delia calcia male d’esterno e la palla finisce fuori. I padroni di casa cominciano con il passare dei minuti a guadagnare terreno, sfruttando le imprecisioni di un centrocampo alle volte un po’ troppo svagato nei passaggi orizzontali. E’ sicuramente Sau il più attivo degli uomini di Pulga, tanto che gli stessi compagni di squadra fanno fatica a seguirlo.

Il Catania prova a distendersi al 25’ con un contropiede innescato da Biagianti, sfonda sulla destra Gomez che prova a mettere Barrientos nella condizione di battere a rete, ma il Pitu viene anticipato. Brivido alla mezz’ora su un clamoroso errore di Legrottaglie a metà campo: il centrale perde palla e concede a Cossu di involarsi sull’out di sinistra. La scodellata al centro del numero 7 però non trova preparato Sau, ben ostacolato da onnipresente Spolli.

I rossazzurri hanno una fiammata prima con Gomez e poi con Doukara, ma i due attaccanti non riescono a mettere in seria difficoltà Agazzi. Maran si accorge di un problema fisico di Spolli e comincia a far scaldare a bordo campo Rolin e Bellusci. Le difese continuano ad avere la meglio sugli attaccanti: lo stesso esito accade al 38’ quando Nenè viene murato da ben tre etnei davanti all’area di rigore. Poco prima del fischio della fine della prima frazione di gioco, il Cagliari si sveglia: prima è Dessena a calciare da fuori area senza inquadrare la porta, poi è Sau a far venire i brividi per ben due volte alla retroguardia ospite, ma Andujar si guadagna la pagnotta con altrettanti interventi sull’ex Juve Stabia.

Nella ripresa, si prosegue con gli stessi ventidue in campo. Dopo appena due minuti, Andujar commette un errore clamoroso su rinvio servendo Nainggolan. Il centrocampista belga prova la conclusione ma la difesa ribatte, la palla s’impenna favorendo Sau che davanti alla porta s’incarta e la difesa libera. La risposta dei rossazzurri non si fa attendere ed al 52’ su punizione di Lodi, Agazzi cicca l’intervento mettendo Spolli nella condizione di sorprenderlo, ma il difensore non si accorge dell’errore ed il Catania ottiene solo un corner.

La gara non decolla, mantenendo i ritmi flemmatici della primi 45 minuti, anche se i padroni di casa appaiono decisamente più in partita rispetto ad un Catania troppo attendista. Pulga prova a dare una scossa offensiva ai suoi ed al 63’ mette dentro Pinilla al posto di un abulico Nenè. Gli risponde subito il collega etneo, che toglie un poco propositivo Doukara per inserire Morimoto. Nonostante l’innesto del giapponese, la squadra catanese appare con il freno a mano tirato, tanto che i raddoppi di marcatura dei sardi, fanno scattare pericolosi contropiedi che costringono Legrottaglie e Spolli a provvidenziali interventi decisivi sugli attaccanti rossoblù.

Il Catania non gestisce più la sfera e si limita a far scorrere i minuti per blindare lo 0-0. Maran e Pulga provano a mettere forze fresche per sbloccare l’inerzia del match: entrano Castro e Thiago Ribeiro per Barrientos e Cossu. Si entra nel quarto d’ora finale con entrambe le squadre che non sembrano intenzionate a pungere, quasi a volersi accontentare del punto. Dopo Morimoto e Castro, in campo entra anche Almiron al posto di Biagianti. Risponde ancora una volta Pulga, che inserisce Ibarbo al posto Sau (sostituito subito dopo aver costretto Andujar ad un’uscita provvidenziale di piede).

I minuti scorrono senza particolari emozioni, se si esclude un collo esterno di Avelar che Andujar battezza fuori. L’ingresso di Ibarbo dona maggiore potenza fisica all’attacco sardo, anche se la difesa riesce ad avere sempre la meglio sul colombiano. Dopo tre minuti di recupero la gara termina: poche emozioni, un punto per uno.

 

 

 

CATANIA - CHIEVO: 2-1

Almiron, Almiron, Andreolli

 

CATANIA(4-3-3) - Andujar; Alvarez, Legrottaglie, Spolli, Marchese; Biagianti(29'Izco), Lodi, Almiron; Castro, Bergessio(26'Doukara), Gomez(76'Barrientos). A disposizione: Frison, Terracciano, Bellusci, Capuano, Potenza, Rolin, Salifu, Ricchiuti, Morimoto. Allenatore: Rolando Maran.

CHIEVO(4-3-1-2) - Sorrentino; Sardo, Dainelli, Andreolli, Dramè; Guana, Vacek(79'Paloschi), Hetemaj(64'Di Michele); Luciano(77'Cofie); Thereau, Pellissier. A disposizione: Puggioni, Viotti, Farkas, Jokic, Cesar, Stoian, Moscardelli, Samassa. Allenatore: Eugenio Corini

Arbitro: Peruzzo di Schio Marcatori: 51' e 85'Almiron(Ca), 93'Andreolli(Ch) Espulsi: Nessuno

 

 

Prosegue l'impressionante continuità al Massimino del Catania: i rossoazzurri di Maran, infatti, battono anche il Chievo per 2-1 e salgono al sesto posto in classifica. A decidere il match è stata una doppietta di Almiron, mattatore dell'incontro, che rende vano il gol nel finale di Andreolli.

IL MATCH - La gara comincia con ritmi piuttosto blandi e il primo episodio degno di nota è un giallo arbitrale: al 12', su un cross da sinistra, Castro, schierato titolare a sorpresa al posto di Barrientos, anticipa Dainelli che tocca l'argentino in piena area di rigore. Per l'arbitro Peruzzo non c'è fallo da rigore e la gara prosegue. Il Chievo si sveglia e quattro minuti dopo i clivensi costruiscono una buona palla gol: Luciano va via a destra e lascia partire un cross sul quale Thereau, favorito da un velo di Pellissier, calcia di prima intenzione mettendo la sfera alta non di molto. La prima pericolosa conclusione a rete del Catania arriva al 23' per merito di Gomez: il 'Papu' si libera sui venticinque metri e lascia partire un destro secco che lascia immobile Sorrentino ma sfiora il palo alla sinistra del portiere clivense. Tre minuti dopo, invece, il piccolo fantasista argentino si divora un gol enorme: direttamente su un rilancio di Andujar lisciato da Dainelli, Gomez si ritrova a tu per tu con Sorrentino, graziato da un tiraccio del numero diciassette rossoazzurro che mette sul fondo. Il Catania sale di tono e alla mezz'ora ci prova dal limite Castro dopo un'ottima triangolazione con Doukara, subentrato all'infortunato Bergessio, ma il tiro a giro del giocatore sudamericano è debole e Sorrentino blocca senza problemi. I rossoazzurri non riescono a dare continuità al loro forcing e si arriva così al duplice fischio di Peruzzo, non prima però di due brividi nel finale provocati da amnesie di Andujar: su due corner susseguenti, il portiere argentino prima liscia la sfera provocando la quasi autorete di Legrottaglie mentre poco dopo respinge malissimo regalando palla a Dainelli che da due passi calcia alto. Il Catania tira un sospiro di sollievo e al riposo è 0-0.

La ripresa comincia con i rossoazzurri subito alla ricerca dei tre punti e dopo solo due minuti Marchese, sugli sviluppi di un'azione d'angolo, colpisce di testa da buona posizione mettendo però al lato. Non perdona, invece, Almiron al 51': su un corner da destra di Gomez, infatti, l'argentino anticipa Dainelli e con un'inzuccata precisa trafigge l'incolpevole Sorrentino per il gol del meritato vantaggio etneo. I veronesi non si rendono mai pericolosi e al 67' il Catania spreca l'occasione per chiudere il match: Lodi pesca al limite dell'area piccola Doukara il quale, di testa, mette incredibilmente al lato. 

Il Chievo si fa vivo dalle parti di Andujar per la prima volta al 69' con Thereau che prova il destro a giro dal limite dell'area trovando la pronta risposta in tuffo di del numero uno etneo. E' un fuoco di paglia e la gara si chiude al minuto numero ottantacinque grazie al bellissimo gol che sancisce la doppietta di Almiron: l'argentino prende palla a sinistra, si accentra approfittando della marcatura troppo morbida di Sardo e lascia partire un destro a giro che si insacca imparabilmente sul secondo palo. I rossoazzurri allentano la tensione e all'89' Pellissier sfiora il gol con un sinistro potentissimo che centra in pieno il palo. I clivensi trovano il gol della bandiera al 93' con Andreolli, bravo a battere di testa Spolli e a trafiggere Andujar ma è troppo tardi: al fischio finale il Catania vince 2-1 e sale a quota diciannove punti in classifica.

 

 

 

PALERMO - CATANIA: 3-1

Miccoli, IIicic, IIicic, Lodi


Palermo (3-4-2-1): Benussi 6.5, Munoz 6.5, Donati 6.5, Von Bergen 6.5 (30' st Pisano sv), Morganella 7, Arevalo Rios 6, Kurtic 6.5, Garcia 6, Ilicic 8, Brienza 7.5 (41' st Viola sv), Miccoli 7.5 (21' st Dybala 6.5) (22 Brichetto, 4 Cetto, 12 Fulignati, 15 Milanovic, 16 Zahavi, 17 Giorgi, 19 Budan). All.: Gasperini 7.
Catania (4-3-3): Andujar 6.5, Alvarez 5.5, Legrottaglie 5, Spolli 4.5 (41' st Capuano sv), Marchese 5, Izco 5 (44' pt Castro 6), Lodi 6, Almiron 5, Barrientos 4.5, Morimoto 5 (18' st Doukara 5), Gomez 5 (1 Frison, 5 Rolin, 14 Bellusci, 16 Paglialunga, 18 Augustyn, 24 Ricchiuti, 29 Terraciano, 30 Salifu). All.: Maran 5.
Arbitro: Romeo di Verona 6.
Reti: nel pt 10' Miccoli; nel st 4' e 15' Ilicic; 24' Lodi.
Note: ammoniti Munoz, Doukara e Almiron per gioco falloso, Spolli e Donati per proteste, Miccoli (dalla panchina) per comportamento non regolamentare. Angoli: 7 a 3 per il Catania. Recupero: 2' e 4'. Spettatori: 20.969, per un incasso di 245.266 euro.


Il Palermo c'è, il Catania no
di Alberto Cigalini

Il derby del Barbera va ai rosanero, più tonici e determinati: Miccoli sblocca subito l'incontro (foto Galtieri), una doppietta di Ilicic lo chiude. I rossazzurri, molli e poco incisivi, sbagliano l'approccio alla gara. La bella punizione di Lodi serve solo ad accorciare le distanze
Il derby è così. Senza mezze misure. Nel bene e nel male. Capace di esaltare e deprimere in maniera direttamente proporzionale alle emozioni che è in grado di suscitare. Nel recente passato era stato spesso il Catania a godersi il bello della classica di Sicilia lasciando al Palermo amarezze e rimpianti.

Stavolta è il contrario. Il verdetto del Barbera è chiaro. Il 3-1 evidenzia i meriti dei rosanero, che si regalano la soddisfazione più grande di una stagione sin qui povera di note liete, e sottolinea le lacune dei rossazzurri, protagonisti di un vistoso passaggio a vuoto proprio in occasione di uno degli incontri più sentiti dell'intero campionato.

La squadra di Maran marca visita sbagliando l'approccio alla gara e facendosi sorprendere da un avversario maggiormente tonico e subito in partita. Sembra lo spartito, a ruoli invertiti, di altri incroci del recente passato. E', a conti fatti, il tema lungo il quale si snodano i novanta minuti.

Il Palermo corre di più, lotta di più, ci crede di più. Quella di Gasperini è una formazione senza dubbio inferiore ad altre che negli scontri diretti degli scorsi anni hanno ceduto il passo - rimediando talvolta anche sonore batoste - al Catania, ma stavolta al cospetto dei rivali per antonomasia esibisce una robustezza mentale superiore.

Su questi presupposti, preziosi per sopperire con la grinta a limiti per altri versi non eludibili, possono emergere le individualità in grado di dare qualità al gioco dei padroni di casa: da Miccoli, che sblocca presto il risultato raccogliendo un pallone sporcato da Spolli e facendosi luce in area prima di scagliare un preciso destro all'incrocio, a Ilicic, autore di una doppietta propiziata dalla libertà e dalla scarsa opposizione riservatagli dagli avversari.

Al Catania, in quel gioco di specchi che è questo derby, accade l'opposto. I rossazzurri non hanno il passo giusto, appaiono lenti e macchinosi e la manovra non può non risentirne, così come le prestazioni dei singoli.

Il tridente, tradizionale arma in più del gruppo di Maran, paga dazio in modo particolare. Al centro l'assenza di Bergessio si avverte eccome: né Morimoto, promosso tra i titolari, né Doukara hanno il peso specifico necessario per fare male. Ciò consente, tra l'altro, alla sin qui tanto vituperata difesa rosanero di concentrare i propri sforzi sugli esterni.

Gomez e Barrientos si vedono pochissimo: il Papu prova qualcosa solo nel finale, quando la partita è già compromessa; il Pitu sbaglia molto restando ben lontano dai propri standard e finalizzando malamente una delle migliori occasioni da gol costruite dal Catania.

In un quadro così delineato, la piega presa dalla gara è di facile lettura. Il Catania, incassato il gol di Miccoli in apertura, non riesce a organizzare una reazione lineare sbagliando troppo in fase di impostazione e rifinitura. Non resta che provarci su calcio piazzato e così Lodi, sulle cui tracce Gasperini piazza subito Rios, dopo due tentativi sventati da Benussi (promosso titolare al posto dello squalificato Ujkani e ben comportatosi) riesce a disegnare a metà ripresa una splendida parabola per il 3-1.

Ma è un lampo isolato in una serata di poche luci. I ripetuti cambi di modulo di Maran, che parte col 4-3-3 per poi passare al 3-5-2 e quindi tornare al tridente con l'innesto di Castro, non cambiano le sorti di un derby in cui il Palermo - sorretto nelle ripartenze dalla vivacità di Brienza e Morganella - si rende pericoloso più volte mettendo in difficoltà la difesa avversaria (salvataggi di Andujar su Brienza con l'aiuto della traversa e su Morganella e Dybala più un recupero in extremis di Spolli su conclusione a botta sicura ancora di Morganella) legittimando la vittoria al cospetto di un Catania presosi una pausa nella serata sbagliata.

 

PRIMA DEL DERBY

Continua a gettare benzina sul fuoco l'amministratore delegato del Palermo, Pietro Lo Monaco. Dopo il comunicato stampa del Catania, il dirigente di Torre Annunziata ha rincarato la dose ai microfoni di Itasportpress: "Non ho offeso nessuno, né tantomeno nelle mie dichiarazioni c'è violenza verbale o volgarità. Ho legittimato il valore del Catania paragonandolo persino al Barcellona. Cosa dovevo dire di più? Evidentemente qualcuno non ha capito il senso del mio discorso. Ritengo invece il comunicato del Catania patetico, fuori luogo e assolutamente demenziale. Quando parlano di nuovo stile dimenticano il post partita di Catania-Juventus quando in conferenza stampa sono stati proferiti termini in lingua siciliana come "min…" e "ca…" che tutta Italia ha sentito. Altro che "dolce stil novo". Ma è la storia che parla per il sottoscritto non le chiacchiere. Io ho lasciato l'oro a Catania mentre questi nuovi dirigenti parlano di stile. Mi accontento della storia fatta di realtà tecnica ed economica di alto profilo. Il derby? Il Palermo lotta per salvarsi e affrontiamo una squadra che sta nelle parti alte della classifica e che va a gonfie vele. Sarà un match combattuto e spero che i nostri ragazzi lo giochino con il massimo ardore possibile. Sappiamo perfettamente pregi e limiti del Catania e cercheremo di sfruttare le nostre armi e le loro debolezze. Se prenderò Barrientos? Pitu è un giocatore importante. Per me è il calcio e il Catania farà bene a tenerselo stretto. Io lo vorrei sempre dalla mia parte un giocatore così".
È già derby. Palermo in silenzio, parla Pietro Lo Monaco. Di fronte c'è il Catania che l'ex a.d. rossazzurro considera ancora una sua creatura. "La squadra è la stessa che ho lasciato io, non ho lasciato solo la squadra, ma tutto, è una realtà costruita dal sottoscritto - dice Lo Monaco -. Non è stato cambiato niente dal punto di vista tecnico e anche le stesse strategie di comunicazione pre-derby. Se non parlano loro però parlo io. Non ho motivi particolari di rivalsa dopo otto anni. Per me Catania è un figlio, sarei stupido a negare quello che io ho creato. Posso prendere atto di un processo di evoluzione che è partito dal niente e che oggi annovera il Catania tra le società migliori d'Italia, sia tecnicamente che economicamente. Pulvirenti? Non lo saluterò. Non ho mai fatto polemica sul motivo del divorzio, ma lui lo sa. Anche Pulvirenti ha messo del suo in questo progetto, è stato importante tanto quanto l'autista Antonio Pennisi…".
Il Palermo parte sfavorito, lo dicono gli otto punti di differenza in classifica: "Il Catania deve andare in Europa, se non lo fa ha fallito - continua l'a.d. rosanero - sento già dire che hanno vinto, in effetti arriva una corazzata, arriva il Barcellona e noi nel nostro piccolo proveremo a fermarla. Il derby sfugge a qualsiasi logica, è una partita che si carica da sé. Io voglio vincere per i tre punti e basta. Sono sicuro che le due squadre si affronteranno al massimo della tensione sportiva. In campo getteremo sangue, venderemo cara la pelle. Ho letto i toni trionfalistici del vicino della porta accanto, sembra che la partita sia già decisa, che sia inutile pure giocarla considerato che il Real Madrid… il Barcellona viene qui a fare la passeggiata. Vogliamo avere la presunzione di dire che ci rimboccheremo le maniche e cercheremo di fronteggiare il Barcellona".

Sul possibile arrivo di Marchese al Palermo: "Non penso che la dirigenza attuale del Catania possa mai dare un giocatore all'attuale dirigenza rosanero. In passato abbiamo avuto rapporti cordiali e dei trasferimenti, ma hanno troppe aperture mentali rispetto a noi per pensare di fare con noi delle operazioni. Sono troppo avanti e noi siamo troppo piccoli, non possiamo trattare con loro".

DOPO IL DERBY

Da adesso in poi questa squadra ha il dovere di giocare in campionato con la stessa attenzione e determinazione messa in campo col Catania. Vittoria che vale doppio per me? Non ho gioito per aver battuto il Catania ma per i tre punti che ci fanno risalire in classifica. Abbiamo lavorato bene in settimana e oggi abbiamo incassato il giusto premio battendo nettamente il... Barcellona. Può capitare anche alle grandi squadre un passo falso (ride,ndr)". Così, con la consueta ironia, Pietro Lo Monaco, intervistato da Itasportpress, ha commentato la vittoria del Palermo nel derby contro il Catania.

 

 

CATANIA - MILAN: 1-3

Legrottaglie, El Shaarawy, El Shaarawy, Boateng


 

CATANIA (4-3-3): Andujar; Alvarez, Legrottaglie, Rolin, Marchese; Almiron (71’ Bellusci), Lodi, Salifu (71’ Paglialunga); Castro, Bergessio (77’ Doukara), Barrientos. A disp.: Frison, Terracciano, Addamo, Augustyn, Barisic, Morimoto. All.: Maran.

MILAN (4-3-3): Amelia; De Sciglio, Mexes, Acerbi, Constant; Montolivo (66’ Emanuelson), De Jong, Nocerino; Robinho (92’ Ambrosini), Boateng, El Shaarawy. A disp.: Gabriel, Narduzzo, Zapata, Strasser, Flamini, Niang, Pazzini, Bojan. All.: Allegri.

Arbitro: Orsato di Schio. Ammoniti: Barrientos, Bellusci, Rolin (C), Amelia, El Shaarawy (M). Espulso: Barrientos (C), Boateng (M).

 

 

 

Era iniziata nel migliore dei modi questa gara contro il Milan, poi nella ripresa è accaduto di tutto ed il sogno si è tramutato in incubo. In vantaggio con una splendida rete di testa di Legrottaglie, i rossazzurri sono crollati nella ripresa a causa di alcuni eventi che hanno capovolto l’esito del match. Prima Barrientos si fa mandare fuori dall’arbitro Orsato commettendo uno sciocco fallo su Nocerino, poi è la stessa terna arbitrale a metterci del suo convalidando un gol in fuorigioco di El Shaarawy. Con il Catania in 10, è tutto facile per i rossoneri che fanno 1-3 prima con Boateng (poi espulso nel finale) ed ancora con il “Faraone”. Nuova battuta d’arresto e nuovo 3-1 dopo quello del derby. Il Catania incassa il secondo stop di fila e rischia di perdere il piazzamento che lo vede nella prima parte della classifica.

Maran è costretto a fare di necessità virtù, a causa delle molteplici assenze in casa rossazzurra. Con Spolli e Gomez appiedati dal giudice sportivo, il tecnico rossazzurro deve fare a meno anche di Biagianti ed Izco. Non per questo il trentino decide di variare il modulo, confermando il 4-3-3 con Rolin al centro della difesa e Salifu in mediana. Torna come vertice dell’attacco etneo l’argentino Bergessio. Allegri, nonostante la lunga lista di indisponibili, può contare sul rientro di Mexes e sul ritrovato Nocerino. Squalificato Yepes, in difesa va Acerbi. Inamovibile in attacco il giovane talento El Shaarawy.

Davanti ad una bella cornice di pubblico, nonostante l’inusuale impegno calcistico del venerdì, l’avvio gara dei rossazzurri è di buona intensità, con gli ospiti costretti a cercare di impostare il ritmo di gioco. I rossazzurri aspettano le avanzate rossonere troppo bassi e più volte si prendono dei rischi decisamente evitabili. La prima conclusione è degli uomini di Allegri con Boateng, ma è bravo Andujar a parare in due tempi. Break del Catania che, dopo aver sfondato con Castro ed ottenuto un corner, sugli sviluppi del medesimo svetta di testa Legrottaglie ed al 10’ porta avanti gli etnei.

Il gol subìto alla prima offensiva dei rossazzurri scombussola i piani al Milan che non riesce a costruire azioni degne di nota per cercare di riprendere le redini del match. Anzi si fa vedere ancora il Catania al 16’ su cross dalla sinistra, Amelia esita nell’uscita ma Almiron non riesce a correggere in rete. La Maran Band’s amministra bene il vantaggio e prova ad affondare ancora su palla inattiva, ma la retroguardia dei diavoli ci mette quasi sempre una pezza. L’attacco rossonero è asfittico con un Robinho senza idee e un Boateng con la lampadina spenta. Anche lo stesso El Shaarawy è ai margini del gioco, così il primo tempo scivola via senza tante emozioni ma con un Catania cinicamente in vantaggio.

La ripresa inizia con gli stessi ventidue della prima frazione di gioco, ma subito la gara cambia volto. Barrientos, avulso ed abulico fino al 49’, commette una pazzesca ingenuità scalciando fallosamente Nocerino: già ammonito, Orsato la manda sotto la doccia. Il “Pitu” esce tra i fischi del pubblico di casa mentre il Presidente Pulvirenti prova a rincuorarlo. Il vantaggio etneo si sgretola al 53’ quando El Shaarawy sfrutta un tocco corto di Robinho e realizza l’1-1: peccato che la posizione del numero 92 rossonero sia palesemente irregolare.

L’ennesimo torto arbitrale fa scatenare la tifoseria rossazzurra ma il Milan non è domo e trova subito il gol del vantaggio: è il 57’ quando Boateng si libera della marcatura stretta e fa partite una conclusione dalla distanza che sorprende Andujar e s’insacca nell’angolino. Inevitabilmente la gara cambia spartito con i rossoneri che si limitano a gestire il possesso palla ed il Catania che resta tutto dietro la linea del pallone. Al 68’ Andujar ipnotizza El Shaarawy giunto a tu per tu con l’estremo difensore rossazzurro, permettendo al Catania di restare in partita.

Maran prova a dare freschezza ed inserisce Bellusci e Paglialunga al posto di Almiron e Salifu: una decisione che il tecnico è costretto a prendere per infortunio alla caviglia del numero 4 etneo. Pochi giri d’orologio dopo è Bergessio a lasciare il campo: al suo posto entra Doukara. Il Catania si dimostra generoso ma nonostante il Milan si divori l’impossibile con Robinho ed Emanuelson, trova la rete del definitivo 1-3 ancora con El Shaarawy quando i rossoneri sono stati ridotti in dieci per espulsione di Boateng.

Un Catania che può rimproverarsi poco: paga tanto l’ingenuità di un disarmante Barrientos e l’ennesimo torto arbitrale sul gol dell’1-1. Un venerdì da dimenticare in casa rossazzurra.

Andrea Mazzeo (www.catania46.net)

 

 

Dopo la pesante sconfitta 3-1 contro il Milan, parlano a fine gara i protagonisti del match. Per i rossazzurri, fortemente rammaricati dall’ennesimo torto arbitrale, sono intervenuti ai microfoni dei cronisti il tecnico Rolando Maran, l’amministratore delegato Sergio Gasperin, ed i calciatori Nicola Legrottaglie, Mario Paglialunga e Gonzalo Bergessio. Per il club rossonero, hanno parlato Massimiliano Allegri e Stephan El Shaarawy.

Il tecnico del Catania, Rolando Maran: “Sono due episodi che hanno condizionato la gara. Prima dell’espulsione non avevamo concesso nulla ed eravamo riusciti a interrompere tutte le trame del Milan. Stavamo facendo la gara che volevamo e che avevamo preparato in settimana. L’espulsione nasce però nel primo tempo quando Barrientos è stato ammonito per una simulazione in mezzo al campo. Purtroppo a Catania ci siamo abituati a certe cose e non è una bella abitudine. Non voglio colpevolizzare il giocatore, anche se l’errore è stato pagato a caro prezzo dal Catania. Sono situazioni che possono capitare in una gara, in cui uno non ci pensa specie se si tratta di un giocatore che viene ammonito di rado. Dovevamo reagire dopo la prestazione di Palermo per tornare a essere squadra e l’abbiamo fatto, anche se poi nella ripresa si è complicato tutto e ci siamo un po’ demoralizzati subendo anche il raddoppio. Siamo amareggiati per il risultato perché ci tenevamo molto a rifarci dopo la sconfitta nel derby“.

L’amministratore delegato del Catania, Sergio Gasparin: “Gol in fuorigioco? Quando si gioca contro una grande squadra sembra che questa sia la regola. Abbiamo perso contro l’Inter a San Siro con lo stesso Stramaccioni che ha ammesso che c’era un rigore a nostro favore per fallo in area di Guarin su Gomez. Con Juventus e Milan sappiamo cosa è successo. Abbiamo dato a tutte e tre le grandi, paghiamo sul terreno di gioco oltre le nostre colpe. C’è sudditanza psicologica e - dopo quello che è successo in queste tre partite - non c’è bisogno di sottolinearlo ulteriormente. Castro? Ha giocato bene, siamo molto contenti del suo processo di maturazione. Ha qualità importanti, ideali per il calcio italiano. Mercato? Non credo sia arrivato il momento di parlare di questo. Per il prossimo impegno in Coppa Italia contro il Cittadella dobbiamo tornare ad essere incisivi. Ritorneranno anche Spolli e Gomez. Solo con il lavoro, l’impegno e attenzione possiamo superare questo momento“.

Il difensore del Catania, Nicola Legrottaglie: “Sono deluso, in cinque minuti non ci siamo accorti di nulla e cambiato il nostro umore e di conseguenza abbiamo risentito dello stress fisico. Dispiace di aver giocato in 10 contro il Milan nella ripresa. La cosa più grave è la condotta di gara. Era chiaro che Nocerino aspettava il fallo di Barrientos per fallo espellere. Credo che l’arbitro ci sia cascato come non doveva e doveva essere più attento, fischiando subito quando Nocerino si ferma in attesa del fischio dell’arbitro sul primo fallo. Poi Barrientos ha fatto una cosa che non doveva fare e ha sbagliato. Stiamo vivendo un periodo no, ma ci rifaremo perché siamo un gruppo forte come abbiamo dimostrato in passato. Rinnovo? Io non chiedo nulla, se la società sarà contenta di me troveremo un accordo“.

Il centrocampista argentino del Catania, Mario Paglialunga: “Non siamo contenti del risultato, ma ci abbiamo creduto fino alla fine anche quando eravamo in inferiorità numerica. Il mio esordio? Io mi alleno ogni giorno sperando di giocare. La concorrenza è tanta e so che ogni occasione devo sfruttarla. La mia felicità è stata smorzata dalla sconfitta, ma prima di entrare in campo ho pensato alla mia famiglia, a quanto mi è stata vicina in questi momenti“.

L’attaccante del Catania, Gonzalo Bergessio: “E’ un peccato, fa troppo male perdere così, anche per errori nostri. Adesso dobbiamo fare tesoro di questi e ripartire subito. La mia condizione? Sono ancora lontano dal livello delle partite precedenti. Posso migliorare. Barrientos nervoso? No, non lo è. E’ stata una giornata sfortunata. Gli parleremo per capire come uscire da questo momento“.

Il tecnico del Milan, Massimiliano Allegri: “Il fuorigioco sul primo gol di El Shaarawy c’è anche se non era facile da vedere. È stata una gara difficile con il Catania che ci ha chiuso bene gli spazi trovando il vantaggio su un’azione d’angolo in cui siamo stati un po’ troppo passivi. Il Catania ha molti meriti nel primo tempo, il pressing è una delle sue armi e l’ha fatto bene. Avevamo iniziato bene anche in fase di palleggio e avevo chiesto grande attenzione sulle palle inattive perché il Catania è molto bravo in queste giocate. La partita è stata equilibrata specialmente nel primo tempo, nella ripresa siamo migliorati, facendo bene e soffrendo poco anche per la superiorità numerica, arrivata per un’espulsione che mi pare giusta. Abbiamo fatto bene nella gestione della palla pur sbagliando un po’ troppo in avanti. Montolivo volevo schierarlo davanti alla difesa nella ripresa, ma poi l’espulsione ha cambiato tutto e ci ho ripensato. Berlusconi porta bene? L’ho sentito e la sua presenza ci dà tanta carica. Tornerà presto a trovarci“.

L’attaccante del Milan, Stephan El Shaarawy: “Spero che questo momento continui il più possibile. Sono stati 3 punti fondamentali per dare continuità alle ultime prestazioni. Noi non abbiamo obiettivi principali, ma pensiamo solo a risalire la classifica partita per partita. Stiamo ritrovando un equilibrio in campo e sono contento che tutta la squadra abbia giocato una buona partita“.

 

 

 

SIENA - CATANIA: 1-3

Rosina, Castro, Bergessio, Bergessio

 

SIENA (3-4-2-1): Pegolo; Neto, Paci, Felipe; Sestu, Vergassola (52’ Rodriguez), Bolzoni, Del Grosso; Valiani (71’ Larrondo), Rosina; Calaiò. A disp.: Farelli, Marini, Contini, Dellafiore, Rubin, Coppola, Verre, D’Agostino, Mannini, Reginaldo. All.: Cosmi.

CATANIA (4-3-3): Andujar; Alvarez, Rolin, Legrottaglie, Marchese; Salifu (91’ Capuano), Lodi, Almiron; Gomez (91’ Paglialunga), Bergessio (87’ Doukara), Castro. A disp.: Frison, Terracciano, Augustyn, Cabalceta, Addamo, Aveni, Morimoto. All.: Maran.

Arbitro: Doveri di Roma.  

Ammoniti: Sestu, Rodriguez (S), Legrottaglie, Almiron (C).

 

 

Il Catania trova la prima vittoria esterna della sua stagione, conquistando tre punti in rimonta contro un buon Siena nella prima frazione di gioco. I bianconeri sbloccano il punteggio con Rosina al 10’ e poi amministrano il vantaggio. I rossazzurri provano a rientrare in partita ma Pegolo para il parabile, ed anche di più. Nella ripresa i rossazzurri entrano in campo con un altro piglio e trovano subito il pari con Castro imbeccato da Bergessio. Poi è il bomber rossazzurro a chiudere il match realizzando la seconda doppietta in appena cinque giorni dopo quella contro il Cittadella. Torna a correre la formazione di Maran dopo i due stop contro Palermo e Milan. Un successo che galvanizza l’ambiente catanese.

Cosmi prova a lasciare l’ultimo posto in classifica dimenticando la sconfitta casalinga dello scorso turno contro la Roma e per farlo prova a dimenticare le assenze di Belmonte, Vitiello e Terzi, squalificati di lungo corso, nonché quelle degli indisponibili Zé Eduardo, Campagnolo e Angelo. Per il 3-4-2-1, il tecnico bianconero si affida a Valiani e Rosina alle spalle di Calaiò. Anche Maran, da parte sua, deve fari i conti con le tante assenze. Senza gli squalificati Barrientos e Bellusci, oltre agli indisponibili Spolli, Potenza, Izco, Ricchiuti, Biagianti, Sciacca e Keko, l’allenatore trentino conferma il 4-3-3 con Castro, Bergessio e Gomez a formare il tridente d’attacco.

L’avvio è su ritmi elevati con due occasioni da ambo le parti: prima è Calaiò a provarci ma è puntualissimo intervento in chiusura di Alvarez, poi il break etneo è sui piedi di Lodi e Bergessio che concludono da fuori area ma i tiri non inquadrano la porta di Pegolo. La gara si sblocca al 10’ quando Valiani sfrutta una bella ripartenza dei toscani e serve al centro area Rosina che approfitta di una caduta di Legrottaglie e fa secco Andujar. Subito sotto, i rossazzurri provano a tornare immediatamente in partita con un destro insidioso di Gomez che viene deviato in corner da Paci.

Il Catania fa fatica a creare la manovra offensiva ma al 22’ sfiora il pareggio con un’incredibile deviazione di Paci che per poco non sorprende clamorosamente il proprio portiere. Pegolo è reattivo e devia in angolo. Legrottaglie è in serie difficoltà ed un’ennesima sua incertezza libera Calaiò: il difensore etneo è costretto al fallo a centrocampo e becca il giallo. Lo stesso Calaiò sfiora il raddoppio pochi minuti con un colpo di testa poco preciso che non trova lo specchio della porta. Al 28’ dubbi per un contatto in area di rigore tra Bergessio e Neto, ma per Doveri molto vicino all’azione è tutto regolare. Al 32’ Bolzoni spiana la strada per Valiani che, ostacolato da un puntualissimo Alvarez, manca l’impatto con la palla ad un passo dalla porta di Andujar.

Il Siena prova a tenere bassi i ritmi ma al 38’ i rossazzurri vanno vicinissimi al pari con Castro, bravissimo a superare con un pallonetto Pegolo in uscita, ma sulla linea è provvidenziale intervento di Felipe. Dopo un rasoterra di destro di Almiron terminato sul fondo ed una torsione di testa senza forza di Calaiò, finisce il primo tempo. Colpito a freddo, il Catania non è riuscito a trovare con precisione la porta senese.

Maran striglia i suoi negli spogliatoi e l’effetto si vede subito ad inizio ripresa. Grande occasione di Almiron dopo pochi secondi, con una conclusione violenta che si spegne ad un soffio dal palo. Pochi secondi dopo è Gomez a fallire il raddoppio calciando debolmente a pochi centimetri dalla porta esaltando la reazione di Pegolo. Il gol del pari è maturo: Bergessio in scivolata libera sul filo del fuorigioco Castro che stavolta sfonda la rete dei padroni di casa con una fortissima conclusione. Seconda rete stagionale per l’ex Racing.

Cosmi nota un calo dei suoi e decide di mettere subito dentro Rodriguez al posto di Vergassola per dare maggiore qualità al centrocampo. Gli etnei hanno un altro piglio ed al 58’ vanno vicinissimi al vantaggio: prima Castro (che controlla male a centro area) e poi Gomez mettono a dura prova la resistenza della porta di Pegolo. Un minuto dopo, Rolin svetta di testa su corner, la palla viene deviata in modo decisivo da Bolzoni ma l’angolo non viene accordato.

Nel momento in cui il Siena riesce a prendere le misure, il Catania trova il vantaggio: Castro avvia una velocissima ripartenza sulla sinistra, serve in mezzo Lodi che vede sull’out opposto Bergessio. Il “Lavandina” è implacabile e con un preciso pallonetto su cui Pegolo nulla può fare. Quarto gol stagionale per il numero nove etneo. I bianconeri provano a rispondere subito con un tiro insidioso di Sestu, ma è bravo Andujar a bloccare a terra nonostante la palla rimbalzi sul campo in modo irregolare. La squadra rossazzurra non è sazia e prova a chiudere il match con Almiron di testa ma Pegolo è in giornata di grazie ed evita con uno spettacolare tuffo la capitolazione ed anche il calcio d’angolo.

Per evitare un contropiede di Sestu, Almiron è costretto ad un fallo tattico a centrocampo e viene punito con l’ammonizione. Essendo diffidato, il “coccodrillo” salterà l’impegno di domenica prossima con la Sampdoria. La partita si fa più cattiva e i contatti duri tra Sestu e Marchese, nonché tra Neto e Gomez, ne sono una chiara prova. Il Catania mette in ghiaccio i tre punti all’81’: calcio d’angolo di Lodi, Castro spizza di testa per Bergessio che da pochi passi realizza la sua doppietta personale con il piatto destro. Strepitosa la reazione del Catania. Incredibile il calo di tensione del Siena.

Nei minuti finali Maran concede la standing ovation a Bergessio, autore di due doppiette nella stessa settimana. Al suo posto entra Doukara. Nel recupero entrano anche Capuano e Paglialunga per Salifu e Gomez. Dopo quattro minuti di recupero il Catania può festeggiare il primo successo esterno stagionale che cancella le due sconfitte consecutive contro Palermo e Milan.

 

 

CATANIA - SAMPDORIA: 3-1

Maresca (R), Paglialunga, Bergessio, Castro

 

 

CATANIA (4-3-3): Andujar; Alvarez, Bellusci, Legrottaglie, Marchese; Izco, Lodi, Salifu (14’ Paglialunga); Barrientos, Bergessio, Castro (90’ Capuano). A disposizione: Frison, Messina, Potenza, Rolin, Spolli, Augustyn, Ricchiuti, Keko, Morimoto, Doukara. All. Maran.
SAMPDORIA (4-5-1): Romero; Mustafi (67’ Castellini), Rossini, Costa, Berardi; Krsticic, Tissone, Maresca (38’ Eder), Obiang, Poli (80’ Pozzi); Icardi. A disposizione: Da Costa, Berni, De Sivestri, Poulsen, Renan, Soriano, Estigarribia. All. Ferrara.
AMMONITI: Salifu, Legrottaglie, Bellusci (C). Eder, Tissone (S). ARBITRO: Giacomelli di Trieste.
 

Il Catania saluta il pubblico di casa vincendo la sua ultima gara interna del 2012. Gli etnei volano a quota 25 punti superando in rimonta, ancora una volta, la Sampdoria di Ciro Ferrara. Passati in vantaggio con rigore generoso concesso da Giacomelli e realizzato da Maresca (che poi uscirà per infortunio), gli ospiti incassano la ripresa con il cuore del Catania. Trovato il pareggio con Paglialunga, gli etnei vincono grazie alle reti di Bergessio e Castro.
Maran, oltre alle assenze di Almiron e Gomez, deve fare i conti con la condizione fisica non ottimale di alcuni dei suoi elementi. In difesa a sorpresa c’è Bellusci al centro della difesa al posto di Spolli, mentre a centrocampo trova spazio Izco dal primo minuto che si riprende la fascia di capitano. Ferrara non propone alcuna novità sostanziale nel suo 4-5-1 con Icardi unico terminale offensivo. In panchina vanno Pozzi ed il recuperato in extremis Eder.
L’avvio dei rossazzurri è intenso sin dalle prime battute. L’eccesso di agonismo di Salifu costa l’ammonizione dopo appena 90 secondi per un brutto fallo a centrocampo su Maresca. La prima azione pericolosa arriva al 4’, quando sugli sviluppi di una punizione calciata da Lodi, Romero esce goffamente dalla porta ma Bergessio non riesce al volo a correggere la sfera in porta. La Sampdoria prova ad orchestrare la manovra offensiva ma Icardi è troppo isolato e la difesa etnea chiude bene gli spazi.

 


Al quarto d’ora, Maran è costretto a togliere del campo per un problema fisico Salifu. Al posto del numero 30 etneo entra Paglialunga. Al 17’ strappa applausi a scena aperta una bella triangolazione del Catania con conclusione in prima battuta di Izco: l’argentino calcia bene ma non trova la porta per questione di centimetri. Pochi giri d’orologio più tardi è Bergessio a non trovare il jolly calciando alto sulla traversa, dopo un clamoroso errore di alleggerimento di Rossini.
Il Catania è padrone del campo ed al 22’ Castro ci prova in acrobazia su perfetto cross di Alvarez: la conclusione viene murata dalla difesa. Dopo una totale immobilità dell’attacco doriano nei primi 25 minuti, è l’arbitro Giacomelli ad inventarsi un calcio di rigore per sbloccare le sorti del match. La difesa etnea si addormenta e sulla pressione di Krsticic su Andujar la palla arriva ad Icardi. Sull’attaccante interviene Legrottaglie ma per il direttore di gara non in modo regolare. Rigore e ammonizione per il numero 6 etneo: dal dischetto Maresca spiazza Andujar e porta avanti gli ospiti.
Il Catania va letteralmente nel pallone e nell’arco di cinque minuti rischia di incassare il raddoppio per ben due volte con Tissone ed Icardi, ma i liguri non riescono ad approfittarne. I rossazzurri provano a reagire e in due occasioni mettono i brividi a Romero con due incursioni di Castro e Paglialunga, entrambe senza fortuna. Al 38’ problemi ai flessori per Maresca che è costretto a lasciare il campo: Ferrara al suo posto mette dentro Eder. Romero è costretto agli straordinari per evitare che Rossini nel tentativo di anticipare Bergessio per poco non mette la sfera dentro la propria porta.
Il Massimino al 40’ diventa una polveriera per un clamoroso atterramento di Bergessio su uscita a valanga di Romero: non solo per Giacomelli non c’è rigore, ma nel successivo capovolgimento di fronte con la squadra di casa ferma a protestare, per poco Eder non raddoppia. Il nervosismo serpeggia e l’arbitraggio del direttore triestino appare visibilmente a senso unico, dispensando gialli solo nei confronti dei locali. Poco prima del fischio del primo tempo, Lodi prova a rimettere in pari la gara su punizione ma il tiro sorvola l’incrocio di un soffio.
Nella ripresa si parte subito forti: dopo un tentativo andato a vuoto per i rossazzurri a causa di un’eccessiva lentazza di Barrientos, dall’altra parte è decisivo per ben due volte Bellusci sugli attaccanti blucerchiati. Al 49’ nuova protesta in casa etnea: una conclusione di Lodi viene fermata con un braccio da Rossini, ma per Giacomelli non ci sono gli estremi per il penalty. Nonostante la continua pressione del Catania, un errato disimpegno di Bellusci mette Icardi nella condizione di battere a botta sicura ma calcia alle stelle.
Il pareggio arriva finalmente al 55’ e realizzarlo è il neo entrato Paglialunga. Il numero 16 etneo infila Romero con un pregevole destro che colpisce il palo e finisce nel sacco. Torna finalmente a far parlare di sé l’ex Rosario Cental dopo il lungo periodo di anonimato. Il pari galvanizza gli uomini di Maran che dopo aver provato ad imbastire il contrattacco, trovano il meritato vantaggio al 64’: Marchese riesce a tenere in campo un pallone destinato sul fondo crossando in maniera impeccabile al centro. Puntualissimo Bergessio si fa trovare al posto giusto e di testa supera imparabilmente Romero. Determinante il fuorigioco sbagliato da Costa, Sesto gol stagionale per il “Lavandina”.
Ferrara prova a rimettere in corsa i suoi inserendo Castellini al posto di uno spento Mustafi, ma il Catania è bravo ad amministrare il vantaggio andando anche vicino al terzo gol ancora con Bergessio che, servito da Lodi, di testa non trova il bersaglio grosso. I minuti finali diventano frammentari a causa di tante interruzioni di gioco per diversi falli. Nei restanti dieci minuti, Ferrara si affida al bomber Pozzi per cambiare le sorti di un match che appare ormai compromesso.
Il forcing finale dei blucerchiati è a testa bassa e senza inventiva, favorendo così i rossazzurri che riescono a spazzare l’area senza tanti patemi. E’ da standing ovation la prova di Pablo Alvarez: inaccessibile la fascia destra per gli attaccanti doriani. Il Catania arretra totalmente il suo baricentro, attendendo la Samp nella propria metà campo. Nonostante questo riesce a pungere al momento opportuno: è il minuto 89’ quando su una ficcante discesa di Barrientos, Bergessio libera Castro approfittando di una dormita di Rossini e mette dentro il pallone del definitivo 3-1.



 

Non è andata giù a Ciro Ferrara la sconfitta rimediata a Catania questo pomeriggio, maturata nel corso della ripresa dopo che i primi 45 minuti di gioco si erano chiusi con gli ospiti blucerchiati in vantaggio per 1-0 grazie al calcio di rigore trasformato da Maresca. Il finale di gara è stato particolarmente caotico, con il tecnico della Sampdoria che ha mandato a quel paese il collega etneo Rolando Maran, rifiutando la classica stretta di mano al termine del match. Sconfitta che mantiene il club doriano al tredicesimo posto a quota 17 punti, mantenendo un vantaggio di tre lunghezze sulla zona retrocessione, con il Pescara che occupa attualmente la terzultima posizione. Ma qual è stato il motivo scatenante che ha reso Ferrara furioso?
PRESSIONI – Ciò che ha fatto scattare Ferrara contro Maran sarebbero state presunte pressioni operate dal tecnico di casa Maran nei confronti della terna arbitrale al rientro negli spogliatoi durante l’intervallo, pressioni che si sarebbero prolungate anche nel post intervallo. Da qui la considerazione da parte di Ferrara su come il secondo tempo sia stato pesantemente condizionato da una direzione di gara non più serena come invece era stata nel corso della prima frazione di gioco.
CHIARIMENTO – Pochi minuti dopo la plateale protesta di Ferrara contro lo stesso Maran, i due allenatori si sono chiariti come testimoniano le dichiarazioni del post-partita rilasciate ai giornalisti presenti al Massimino. Ferrara ha spiegato come avesse frainteso un gesto del collega etneo, per poi sottolineare come non fosse sua intenzione attribuire la sconfitta della sua squadra alle decisioni della terna arbitrale. Anche Maran ha voluto ribadire come il tutto fosse rientrato nella normalità, confermando il suo rispetto verso tutti gli altri allenatori, ricordando il match contro il Milan e la stretta di mano finale con Massimiliano Allegri.

 


PESCARA - CATANIA: 2-1

Celik, Barrientos, Togni

 

UFFICIALIPescara (4-3-1-2): Perin; Balzano, Terlizzi, Capuano, Modesto (68 Zanon); Nielsen, Togni, Bjarnason; Weiss (79 Caprari); Abbruscato, Celik.

A disp.: Pellizzoli, Bochetti, Crescenzi, Colucci, Quintero, Brugman,  Jonathas, Soddimo. All.: C. Bergodi

Catania (4-3-3): Andujar; Alvarez (43 Bellusci), Legrottaglie, Spolli, Marchese; Izco, Lodi, Almiron; Barrientos, Castro, Gomez (76 Morimoto)

A disp.: Frison, Terracciano, Augustyn, Capuano, Potenza, Rolin, Paglialunga, Ricchiuti, Doukara, Keko. All.: R. Maran

In avvio di gara il Catania è subito pericoloso, al 2' su cross di Barrientos è Gomez ad avere sul sinistro la prima palla gol ma a pochi passi dalla porta tira alto. Reagisce il Pescara che guadagna metri, al 10' Celik tenta la rovesciata ma il tiro viene murato dalla difesa, sul capovolgimento di fronte Castro ruba palla a Terlizzi e si invola nell'area del Pescara facendo partire un tiro angolato che si stampa sul palo. Ci riprovano i siciliani quattro minuti più tardi, Izco entra in area da posizione defilata ma il tiro finisce sull'esterno della rete. Al 23' sbloccano la partita i padroni di casa, Terlizzi ferma una azione degli etnei al limite dell'area e innesca un contropiede portato avanti da Modesto che passa a Weiss, lo slovacco serve al limite dell'area Celik che piazza la sfera alla destra di Andujar: 1-0. Il Catania si scuote, al 27' ci prova Lodi con un tiro da lontano alto sopra la traversa. Azione confusa dei siciliani al 27', Castro sulla linea di fondo alza un pallone su cui interviene il portiere del Pescara che subisce fallo da Gomez. Il pareggio del Catania è nell'aria e arriva al 35' grazie ad una azione sulla destra di Izco che entra in area, si libera della marcatura di un difensore e scarica indietro per Barrientos che fulmina Perin.

La ripresa si apre con un tiro di Gomez rimpallato da un giocatore del Pescara. Replicano i padroni di casa con Celik che dal limite dell'area lascia partire un gran tiro deviato in angolo, non senza difficoltà, da Andujar. Si susseguono i capovolgimenti di fronte, al 9' è il Catania con una azione insistita ad andare al tiro con Lodi ma la palla viene deviata in angolo. Un minuto dopo i catanesi vanno in gol con Marchese lesto a ribadire in rete una respinta corta di Perin ma l'arbitro annulla per fuorigioco. Il copione della partita vede la squadra di Maran tenere in mano il pallino del gioco con il Pescara pronto a colpire in contropiede. Sfortunato al 68' il Catania, su angolo Almiron colpisce di testa ma la palla viene deviata da un compagno di squadra. Risponde Weiss per il Pescara al 70', il giocatore ruba palla ed entra in area ma al momento del tiro viene contrastato. Insiste il Catania, Almiron al 82' ci prova dalla media distanza, palla fuori, un minuto più tardi è la volta di Barrientos ma Perin fa buona guardia e blocca. Al 84' Bellusci viene avanti e dal limite lascia partire un tiro centrale deviato da un difensore, la strana traiettoria obbliga l'estremo difensore del Pescara alla deviazione acrobatica sopra la traversa. Ma la palla gol più ghiotta è del Pescara all'88' in contropiede, Caprari a tu per tu con Andujar si fa anticipare dal portiere di un soffio. Al quinto minuto di recupero esplode la festa dello stadio Adriatico, su punizione il brasiliano Togni sorprende Andujar e segna la rete del 2-1.

 

CATANIA -  TORINO: 0-0

 

CATANIA (4-3-3): Andujar; Bellusci, Legrottaglie, Spolli, Marchese; Izco, Lodi, Almiron (81’ Salifu); Bergessio (66’ Castro), Barrientos, Gomez. A disposizione: Frison, Terracciano, Potenza, Rolin, Augustyn, Paglialunga, Ricchiuti, Doukara, Keko. All. Maran.
TORINO (4-3-3): Gillet; Darmian, Rodriguez, Glik, Masiello; Gazzi (58’ Birsa), Basha, Vives; Cerci (81’ Verdi), Bianchi, Meggiorini (74’ Sansone). A disposizione: Gomis, Agostini, D’Ambrosio, Di Cesare, Caceres, Suciu, Brighi, Stevanovic, Sgrigna, Diop. All. Ventura.
ARBITRO: Bergonzi di Genova.
AMMONITI: Barrientos, Legrottaglie (C), Gazzi, Vives, Darmian, Masiello, Glick (T). ESPULSO: Lodi, Maran, Pulvirenti (C).
 

ZERO A ZERO SU TUTTI I FRONTI (Andrea Mazzeo - www.catania46.net)

Finisce 0-0 la prima gara del 2013 del Catania. Una partita nata male e finita peggio, ma dopo la sconfitta di Pescara nei minuti di recupero, riuscire a muovere la classifica dinnanzi a queste gare è il miglior risultato. I rossazzurri faticano più del doppio per portare a casa uno striminzito punto contro un Torino spuntato, incapace di sfruttare la superiorità numerica dovuta dall’espulsione nei primi minuti di Lodi. La fortuna non aiuta i rossazzurri nemmeno quando Bergonzi concede un generoso rigore per fallo di Vives su Izco. Dagli undici metri, Bergessio riesce a fare la cosa più difficile: centrare la traversa. Fiocca il nervosismo e a farne le spese sono il tecnico Maran ed il presidente Pulvirenti, entrambi mandati negli spogliatoi da un discutibile Bergonzi.
Rolando Maran, non può contare sul terzino Pablo Alvarez, out a causa di un infortunio. Al posto dell’esterno destro di difesa gioca Bellusci. Buone notizie invece per Bergessio, tornato ad allenarsi in gruppo, immediatamente schierato dal tecnico trentino insieme a Barrientos e Gomez. Ventura recupera Brighi, che aveva saltato l’ultima gara per un problema muscolare. Assenti Ogbonna e Santana, ancora convalescenti dai rispettivi infortuni. L’ex tecnico del Giarre, decide di abbandonare il 4-2-4 per un più oculato 4-3-3, con Vives al centrocampo al posto di Sansone in attacco.
L’avvio dei rossazzurri è subito arrembante, con Almiron che ci prova da limite con una conclusione insidiosa che si spegne di poco al lato. Al 4’ è Barrientos a mettere i brividi ai granata con una girata di testa che si perde alta sulla traversa di Gillet. Il Torino si limita a gestire il pallone, cercando di tenere il ritmo gara molto basso. Al 12’ cambia lo spartito del match: Lodi viene pressato fallosamente da Meggiorini ed il numero 10 reagisce con uno schiaffo all’attaccante granata. Per Bergonzi non ci sono dubbi, rosso diretto e Catania subito in inferiorità numerica. Reazione sciocca da parte di Lodi, che solitamente è molto corretto.
Maran chiede ai suoi di passare al 4-4-2, ma subito gli ospiti vanno vicini al vantaggio con un tiro da fuori area che viene involontariamente deviato da Legrottaglie. Andujar è reattivo e ci mette una pezza. Al 22’ può clamorosamente volgere a favore dei padroni di casa: Vives ostacola in area di rigore Izco (episodio decisamente dubbio) e per Bergonzi è rigore. Dal dischetto va Bergessio che calcia molto alto e centra la traversa ed il Toro si salva. Catania in credito con la Dea Bendata.
Gli etnei reagiscono allo svantaggio numerico con grande aggressività, costringendo i granata a restare schiacciati dietro la linea del pallone. Al 26’ Gillet si esalta sul potentissimo destro da fuori area di Gomez: decisiva la deviazione del portiere belga in calcio d’angolo. La gara s’innervosisce e fioccano le ammonizioni, a volte anche gratuite come quella a Barrientos della mezzora. Poco prima della fine del primo tempo, il Catania si divora una nitida occasione per chiudere la prima frazione in vantaggio. Cerci ai 30 metri si dimentica della pressione di Almiron e perde palla. Il mediano etneo serve al limite Gomez che trova l’imbucata giusta per Bergessio in posizione regolare. Il “Lavandina” davanti a Gillet s’incarta e non riesca a calciare in porta.
Nessun cambio nella ripresa, ma la squadra di Ventura appare decisamente più convinta rispetto al primo tempo. La maggiore propensione offensiva di Darmian sull’out di destra costringe Marchese agli straordinari. Il Catania prova a reagire in modo rabbioso e al 51’ Bergessio costringe Gillet a doversi distendere in tuffo per evitare che il numero 9 etneo sbloccasse il risultato. Pochi minuti dopo è Bianchi a divorarsi il gol del vantaggio calciando debolmente su Andujar, dopo essere stato ben liberato in area da Meggiorini.
Ventura prova a cambiare l’inerzia del match effettuando un cambio per rendere l’azione dei granata più offensiva: dentro Birsa al posto di Gazzi. Il Toro prova ad alzare un po’ i ritmi e la difesa etnea è costretta a dover fare gli straordinari per evitare che gli ospiti sfondino. Il Catania è visibilmente sulle gambe e si denotano tanti errori in fase di alleggerimento. Al 65’, con i rossazzurri sempre più schiacciati in difesa, è Cerci a provarci con un sinistro a giro che sorprende Andujar, ma la sfera termina di un soffio fuori.
Maran decide di non dare punti di riferimento alla difesa granata e toglie dal campo uno stanco Bergessio per dar posto a Castro. La gara vive di scarne e rare fiammate. Dopo un destro dalla distanza di Almiron che non desta problemi a Gillet, il Catania sciupa l’ennesima chance prima con Gomez, che perde il tempo per la conclusione a rete, e poi con Castro, che calcia debolmente. All’80’ Bergonzi grazia Darmian, già ammonito, reo di aver colpito in viso Castro in un’azione di contrasto.
Le ultime operazioni di cambio vedono entrare in campo Salifu al posto di un maestoso Almiron, e Verdi per Cerci. La direzione arbitrale continua a sorprendere in negativo e all’84’ il tecnico Maran viene mandato negli spogliatoi per aver protestato in modo troppo concitato in occasione di un fallo di Glick su Gomez che gli aveva soffiato il pallone davanti l’area. Il Catania non si arrende e all’86’ ci prova con il destro Salifu da distanza siderale, Gillet è imperforabile. Il timore di perdere la gara nei minuti finali, come a Pescara, si ripete anche oggi: è Verdi a sfiorare la rete con una spaccata sotto misura che mette i brividi ai tifosi del Massimino.
Dopo tre minuti di recupero, nei quali trovano spazio solo l’ingresso in campo di Capuano per Barrientos e l’espulsione di Pulvirenti, finisce la gara. Va in archivio la prima gara del 2013. Adesso bisogna pensare alle romane: prima la Lazio in Coppa Italia, poi la Roma al Massimino in campionato.
Il regista del Catania, Francesco Lodi, chiede ‘’scusa”

 prima che finisca la partita per la sua espulsione al 12′ del primo tempo nella gara con il Torino. Sarebbe potuta costare caro, ma alla fine il suo Catania è riuscito comunque a portare a casa un punto d’oro. Il numero 10 etneo fa “mea culpa” su Twitter scrivendo: “Chiedo scusa ai compagni, hai i tifosi e a tutta Catania per l’espulsione“. Poi, accortosi dell’errore grammaticale, ha trovato anche modo di sdrammatizzare con un nuovo tweet: “Tra campo, espulsione e verbi sbagliati…non è proprio serata“.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CATANIA -  ROMA: 1-0

Gomez

 

CATANIA (4-3-3): Andujar; Bellusci, Legrottaglie, Spolli, Marchese; Izco, Salifu (61’ Paglialunga), Almiron (35’ Castro); Barrientos, Bergessio, Gomez (77’ Ricchiuti). A disposizione: Frison, Terracciano, Alvarez, Potenza, Augustyn, Rolin, Capuano, Doukara, Keko. All. Maran.
ROMA (4-3-3): Goicoechea; Piris (57’ Marquinhos), Burdisso, Castan, Balzaretti; Bradley, Tachtsidis, Florenzi; Lamela, , Marquinho (70’ Dodò), Destro. A disposizione: Stekelenburg, Lobont, Taddei, De Rossi, Perrotta. All. Zeman.
Arbitro: Antonio Damato di Barletta. Ammoniti: Bellusci, Legrottaglie, Marchese, Bergessio (C). Balzaretti, Destro,

 

L'ELEFANTE AZZANNA LA LUPA

Andrea Mazzeo - www. catania46.net

 

Evidentemente Zeman non ha proprio fortuna contro il Catania. Il boemo nella sua storia di tecnico è riuscito solo una volta a battere gli etnei. Il copione si ripete anche oggi. Una perla di Alejandro Gomez, il migliore dei suoi, regala i tre punti agli uomini di Maran che meritano il successo odierno e tornano a correre in campionato. Primo tempo più di marca ospite, con un Andujar un po’ in difficoltà. Nella ripresa salgono in cattedra i rossazzurri e la Roma va ko.
Nessuna novità da parte di Maran rispetto alla formazione prevista. L’assenza per squalifica di Lodi promuove automaticamente a centrocampo Salifu, mentre in difesa sull’out di destra viene confermato Bellusci al posto dell’indisponibile Alvarez. Zeman deve rinunciare all’infortunato Osvaldo e a Totti che non ce la fa durante la rifinitura. Il boemo si presenta così a Catania con il tridente offensivo formato da Lamela, Marquinho , Destro. Solo panchina per De Rossi e Perrotta.


Che la gara sia viva lo si intuisce dalle prime battute. Al 3’ minuto Izco s’improvvisa discesista di uno slalom gigante e manda in ambasce la difesa ospite. Servito sulla sinistra Gomez, il Papu centra per Bergessio ma l’attaccante viene anticipato di un soffio da un’uscita bassa di Goicoechea. Grande difficoltà da parte di Florenzi e Piris a contenere le progressioni di Izco e Gomez.
La Roma prova a sfondare centralmente con Bradley e Lamela, ma la difesa etnea chiude bene. Grossa ingenuità dei padroni di casa al minuto 12’: errato alleggerimento di Marchese che serve Florenzi. Il numero 48 giallorosso entra in area di rigore ma non riesce a trovare lo specchio della porta per un soffio.

Il Catania soffre non poco a centrocampo, dove sia Salifu che Almiron non riescono a dar man forte a Gomez e Bergessio, spesso raddoppiati in marcatura. In pochi minuti fioccano le prime ammonizioni: per il Catania viene sanzionato Bellusci, mentre per la Roma finiscono sul taccuino Balzaretti e Destro, quest’ultimo reo di un ingenuo fallo di mano in area di rigore.
Intorno alla mezzora la sfida s’infiamma. Prima è Destro a sfiorare il palo della porta di Andujar con una conclusione da fuori area, poi è Gomez, ben servito da Bergessio, a mettere i brividi all’estremo difensore ospite, ma la mira è da rivedere. Ancora un break dei rossazzurri, ed ancora Gomez a costringere Goicoechea, sorpreso dal tiro, ad un salvataggio in corner. Il Massimino si ammutolisce quando Andujar si fa scappare dalle mani un facile intervento servendo involontariamente Destro, ma la fortuna aiuta i locali.
Al 35’, dopo un colpo di testa non andato a buon fine di Florenzi, Almiron è costretto a lasciare il rettangolo verde: entra Lucas Castro. Due minuti dopo è ancora Andujar il protagonista in negativo con la seconda respinta corta della giornata. Stavolta è Bradley a non trovare il bersaglio grosso calciando alto da posizione favorevole. Al 42’ è il turno di Marquinhos a provare la via della porta, ma anche stavolta il Catania è graziato. Finisce il primo tempo con i rossazzurri che soffrono molto le ripartenze e non riescono a dare maggiore densità in zona offensiva.
La ripresa inizia con gli stessi uomini in campo. La prima conclusione è di marca etnea, con Castro che prova a pescare il jolly dal mazzo con un tiro dai 25 metri, ma mira è da rivedere. La strigliata negli spogliatoi di Maran sortisce i suoi effetti ed il Catania ha un altro piglio, costringendo i giallorossi ad una manovra più accorta ed abbottonata.
Dopo i cambi di Marquinhos per la Roma e Paglialunga per il Catania, al 62’ si sblocca la gara. Assist di Bergessio che libera Gomez, tocco sotto a scavalcare il portiere e Goicoechea è battuto. Inevitabilmente la partita s’innervosisce e Damato comincia a distribuire gratuitamente cartellini gialli in direzione dei padroni di casa. Pesa tantissimo quello rifilato a Legrottaglie che, diffidato, salterà l’impegno contro il Genoa.
La Roma non sembra essere scesa in campo nella ripresa e nonostante l’ingresso di Oddò, la formazione capitolina non impensierisce Andujar in modo serio. Al 77’ standing ovation per Gomez che merita gli applausi del pubblico di casa. Al suo posto entra Ricchiuti. Proprio il nuovo entrato, due minuti dopo, potrebbe mettere il sigillo alla gara ma il passaggio in profondità di Castro è troppo lungo e l’azione sfuma.

I minuti finali tengono il pubblico di casa con il fiato sospeso, anche quando all’81’ Bergessio ruba palla in area di rigore ma non riesce a fare il 2-0 con un tocco sotto che si alza sopra la traversa. Il Catania mantiene il possesso palla, impedendo agli uomini di Zeman di provare le ultime sortite. Nuovo brivido all’88’ quando Dodò viene servito solo davanti ad Andujar, ma l’estremo difensore argentino riesce a metterci la mano ed a deviare in corner. Il neo entrato si lamenta con l’arbitro per una presunta trattenuta in area di Barrientos, non ravvisata da Damato.
Dopo tre minuti di recupero, e due conclusioni senza fortuna di Castro e Bergessio, il Catania può festeggiare il ritorno alla vittoria. Un successo voluto che porta i rossazzurri a quota 29 punti. Il sogno continua.
 

 

 

GENOA - CATANIA: 0-2

Bergessio, Barrientos


GENOA (4-4-2): Frey; Sampirisi (49’ Rossi), Granqvist, Manfredini, Moretti; Olivera (57’ Floro Flores), Kucka, Matuzalem, Antonelli; Borriello, Immobile (70’ Nadarevic). A disposizione: Zima, Donnarumma, Bovo, Bertolacci, Said. All.: Delneri.
CATANIA (4-2-3-1): Andujar; Alvarez, Bellusci, Spolli, Capuano; Izco, Paglialunga (67’ Biagianti); Castro, Barrientos, Gomez (79’ Ricchiuti); Bergessio. A disposizione: Frison, Terraciano, Potenza, Augustyn, Rolin, Salifu, Doukara, Keko. All.: Maran.
ARBITRO: Rizzoli di Bologna. AMMONITI: Matuzalem (G), Bergessio (C).


 

Con 32 punti, a 4 dall’Europa League, la gara di domenica prossima contro la Fiorentina di Montella può diventare decisiva per la stagione dei rossazzurri.
Delneri non può commettere errori e senza gli squalificati Seymour e Pisano, si affida al tandem offensivo Immobile-Borriello. Il nuovo arrivato Olivera va subito in campo, mentre Nadarevic va in panchina. Maran deve fare nuovamente di necessità virtù e, senza i senatori Legrottaglie, Marchese, Almiron e Lodi, vara un 4-2-3-1 inedito che prevede Izco e Paglialunga davanti alla difesa. In attacco, Begressio è supportato da Castro, Barrientos e Gomez.
I padroni di casa partono subito fortissimo ed il nuovo acquisto Olivera mette sulla testa di Borriello la sfera del vantaggio dopo appena 30 secondi, ma l’attaccante colpisce male e la sfera si perde fuori. Il Catania reagisce subito ed al primo affondo trova il vantaggio: spettacolare apertura da centrocampo di Barrientos per Gomez, il Papu serve al centro il liberissimo Bergessio che mette dentro. Settimo gol stagionale per il Lavandina.
Il Genoa prova a rimettere subito in carreggiata la gara e sul perfetto traversone dalla sinistra di Immobile, è incredibile l’errore di Borriello da pochi centimetri. Si salva la difesa etnea presa troppo facilmente in contropiede, ma l’attaccante rossoblù commette il secondo errore in poco più di 300 secondi. La gara è su ritmi elevatissimi e questo permette agli etnei di agire in velocità sugli spazi, dove la retroguardia del grifone non sembra perfetta con Sampirisi e Manfredini.
La prima conclusione in porta dei padroni di casa arriva da fuori area al 19’ con Matuzalem, ma Andujar abbranca facilmente in presa bassa. Brutta tegola per gli etnei quando Rizzoli ammonisce Bergessio per un braccio largo su Manfredini. Diffidato, il numero 9 rossazzurro salterà la gara interna contro la Fiorentina. Andujar al 23’ si guadagna la pagnotta andando a deviare in corner un pallone angolato colpito di testa in tuffo da un Borriello, molto attivo, ma altrettanto impreciso.
La manovra del Genoa è troppo complicata e perde diverse chance per trovare la via del pareggio. Al 31’ nuova occasione per la squadra di Maran, pericolosa sull’asse Barrientos-Castro, i rossoblù si salvano spazzando via l’area dopo una mischia furibonda. Dopo il gol immediato, il Catania ha lasciato molto spazio al possesso palla locale, ma gli uomini di Delneri non hanno impensierito oltremodo la difesa etnea ben ordinata. Al 43’ ci prova da buona posizione Immobile, ma il tiro è ancora da rivedere. Otto conclusioni, pochi pericoli. Dopo un minuto di recupero finisce il primo tempo con il Catania avanti di un gol.
La ripresa inizia con gli stessi uomini in campo ma la pioggia continua a cadere copiosa. Pochi secondi ed il Genoa va vicinissimo al pari: triangolo in area tra Immobile e Borriello, interviene in Capuano che manda la palla sul proprio palo. La reazione etnea arriva sugli sviluppi di un clamoroso errore di Sampirisi che si dimentica di Gomez. Serve una gran parata di Frey per evitare il raddoppio rossazzurro. Al 49’ esce Scampirisi tra i copiosi fischi di Marassi. Al suo posto entra Marco Rossi.
Nonostante a centrocampo manchino i titolari Almiron e Lodi, sono più che apprezzabili le prove di Izco e Paglialunga in mediana. La difesa etnea resta molto bassa, concedendo un po’ troppi metri alle avanzate dei padroni di casa. E’ ancora Borriello a provarci con una conclusione improvvisa al 58’, ma Andujar prende bene le misure. Al 61’ il Catania perde l’occasione per chiudere la gara con la difesa del grifone presa in contropiede: Castro ha il tempo per servire in area Bergessio in posizione regolare, ma il Pata allarga troppo la diagonale e la difesa locale si salva.
Al 67’ Maran effettua il primo cambio, togliendo un ottimo Paglialunga per dar spazio al rientrante Biagianti. Risponde Delneri con l’inserimento di Nadarevic al posto di un Immobile calato vistosamente nella ripresa. Al 72’ il Catania si divora la palla del raddoppio: Bellusci lancia in posizione regolare Bergessio, solissimo sulla metà campo rossoblù. L’attaccante argentino cincischia troppo e Frey, uscendo a valanga, salva il Genoa dalla capitolazione.
Il Genoa sembra sulle corde ed i rossazzurri si limitano al giro palla a centrocampo per fare sfiancare l’avversario. Maran prova a dare vivacità ai suoi inserendo Ricchiuti al posto di un generoso Gomez in campo per 79 minuti. Proprio il nuovo entrato, ben servito da Izco, non riesce ad inquadrare bene al porta per il colpo del ko. Ma la rete è solo rimandata: ancora una volta Izco, imprendibile, parte in campo aperto ed al limite dell’area serve Barrientos che piazza il diagonale, leggera deviazione di Granqvist, e Frey è battuto. Quarta rete stagionale per il Pitu.
Gli ultimi attimi sono solo di accademia e dopo i tre minuti di recupero il Catania può festeggiare il secondo successo esterno in campionato. Gli etnei volano a quota 32 punti ed il sogno Europa non può più chiamarsi tale.



 

Dura risposta del presidente del Catania, Antonino Pulvirenti, alle parole del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, che aveva dichiarato di essere sorpreso dell’elezione del presidente rossazzurro a consigliere delegato, a causa della sua “latitanza” dalla Lega da quasi 10 anni. Il numero uno etneo non le ha mandate a dire poco prima dell’inizio della sfida contro il Genoa: “E’ una provocazione, ma anche il suo comportamento durante l’assemblea è stato discutibile, da zitella isterica in crisi d’astinenza. La Lega non è uscita divisa dalla votazione, visto che in 14 hanno votato compatti per Beretta e 14 su 20 mi sembra siano una solida maggioranza e non una spaccatura a metà“.
 

 

CATANIA - FIORENTINA - 2-1

Migliaccio, Legrottaglie, Castro

 

CATANIA (3-5-2): Andujar; Bellusci (75’ Potenza), Legrottaglie, Spolli; Alvarez, Izco, Biagianti (85’ Paglialunga), Barrientos, Capuano (56’ Ricchiuti); Castro, Gomez. A disposizione: Frison, Terracciano, Augustyn, Salifu, Keko, Doukara, Petkovic. All. Maran.
FIORENTINA (3-5-2): Neto; Roncaglia, Rodriguez, Savic; Cuadrado, Aquilani, Migliaccio, Borja Valero, Pasqual (80’ Tomovic); Jovetic, Ljajic (69’ Toni). A disposizione: Viviano, Lupatelli, Camporese, Cassani, Romulo, Capezzi, Llama, Seferovic, Larrondo. All. Montella.
ARBITRO: Domenico Celi di Bari. AMMONITI: Capuano, Bellusci, Biagianti, Spolli, Alvarez, Castro (C), Savic, Cuadrado (F). ESPULSO: Aquilani (F).


CASTRONERIE NON PARLARE DI EUROPA - di Andrea Mazzeo (www.catania46.net)

Non si può non sognare con un Catania così. I rossazzurri vincono la sfida con il loro passato e volano a quota 35 punti. La gara è su ritmi altissimi sin dalle prime battute, con i locali che ci provano in più occasioni, ma sono gli ospiti a passare con l’ex rosanero Migliaccio. Nella ripresa è un altro Catania e l’immediato pareggio di Legrottaglie spiana la strada agli uomini di Maran. Nel finale, Aquilani lascia i suoi in dieci e Castro all’87’ fa esplodere il Massimino. Una grande prova per un Catania che non può più parlare di salvezza.
Maran, forte di un 2013 senza reti subite ma con tante assenze, si affida ad un inedito 3-5-2 con Bellusci, Legrottaglie e Spolli in difesa. Alvarez e Capuano sono esterni con il compito di far ripartire l’azione. In mediana trova nuovamente spazio Biagianti, mentre la coppia offensiva, orfano di Bergessio, è composta da Castro e Gomez. Non va nemmeno in panchina Marchese. Montella, ancora a secco di vittorie nell’anno nuovo, deve fare a meno di Pizarro a centrocampo e si affida a Migliaccio. Il tandem d’attacco è composto da Ljajc e Jovetic. Solo panchina per Toni.
All’ingresso in campo delle due squadre, ci sono più applausi che fischi per l’ex di turno Vincenzo Montella. L’avvio dei rossazzurri è di buon auspicio: Alvarez ruba palla a centrocampo e, dopo una triangolazione con Gomez sull’out di destra, va al tiro sfiorando il palo alla sinistra di Neto. Al 4’ l’arbitro Celi grazia Aquilani reo di aver commesso un fallo da dietro su Izco. Ancora etnei pericolosi con Legrottaglie su perfetto traversone al centro di Capuano, ma la palla colpita di testa dal centrale difensivo termina fuori con Neto battuto.
Il ritmo è altissimo, ma negli ospiti fanno fatica ad entrare in partita, specie Jovetic, autore di due grossolani errori di possesso palla. La Fiorentina con il passare dei minuti guadagna metri ed il Catania ha difficoltà ad uscire dalla propria metà campo, anche a causa della mancanza di un uomo che faccia risalire l’azione a centrocampo. La pressione dei viola sortisce i suoi effetti ed al 21’ la squadra di Montella passa: sul cross dalla sinistra di Pasqual, la difesa etnea dimentica completamente Migliaccio che, indisturbato, di testa fa 0-1. Si ferma a poco meno di 300 minuti l’imbattibilità di Andujar.

 

 

Celi, che arbitra un po’ troppo all’inglese, indispone il pubblico del Massimino fischiando con ritardo un fallo su Migliaccio mentre il Catania era in piena azione di ripartenza. Pochi istanti dopo, Borja Valero va da tergo su Barrientos, ed il fischietto pugliese non estrae il giallo sicuramente dovuto. Finalmente Celi si ricorda di avere con sè i cartellini ed ammonisce Savic per un fallo sicuramente meno evidente dei precedenti. Al 34’ è lo stesso Savic ad immolarsi per evitare che Castro trovi la via della porta a pochi metri da Neto.
La gara s’innervosisce quando sugli sviluppi di un corner, Bellusci viene trattenuto in area e per Celi non c’è rigore, anzi, ammonisce il difensore etneo per proteste. Il direttore di gara s’intestardisce sui calciatori rossazzurri e pochi istanti dopo anche Biagianti finisce sul taccuino dell’arbitro di Bari. Al 38’ gran lavoro di Ljajic che penetra in area di rigore e cade giù dopo un contrasto con Legrottaglie, ma anche stavolta non ci sono gli estremi per la massima punizione. Dopo un fallito “colpo dello scorpione” da parte di Gomez, finisce il primo tempo con i toscani avanti.
Nella ripresa, Maran non fa cambi e passa al 4-2-3-1 visto a Marassi, mandando a destra Bellusci ed Alvarez a sinistra. A centrocampo avanza di qualche metro Capuano. Tutto confermato in casa viola. Bastano pochi minuti ed il Catania trova subito la rete del pareggio: al 50’ su un calcio di punizione dalla sinistra svetta di testa Legrottaglie, anticipa Neto e realizza la sua seconda realizzazione stagionale che vale l’1-1.
La reazione dei viola è immediata. Prima Cuadrado di testa colpisce la traversa a due passi da Andujar, uscito maldestramente, poi su punizione è Ljajic su punizione a colpire il legno con l’estremo difensore etneo battuto. Il Catania si affida ai lanci lunghi e su uno di questi, Neto è costretto ad uscire ai 30 metri per anticipare Gomez. Al 56’ finisce la gara di Capuano, al suo posto entra Ricchiuti per dare maggiore qualità al centrocampo. I padroni di casa sono vivi e, su un “coast to coast” di Barrientos, i rossazzurri sfiorano il vantaggio, ma la conclusione del numero 28 termina di un soffio fuori.
Il ritmo continua ad essere altissimo e Cuadrado, una vera furia in campo, impegna severamente con un diagonale che il portiere devia in corner. Montella prova a giocarsi la carta Toni per dare maggiore fisicità all’attacco, togliendo uno Ljajic in debito d’ossigeno. E’ però ancora il Catania a rendersi maggiormente pericoloso: sul lungo rinvio di Andujar, Gomez guadagna metri sul versante sinistro e serve al centro Castro. Il tiro del Pato impegna Neto che devia in corner.
Al 75’ Maran è costretto a togliere un claudicante Bellusci per inserire Potenza, da quasi un anno assente dal rettangolo di gioco. Pochi istanti dopo finisce anzitempo la gara di Aquilani, mandato sotto la doccia con un rosso diretto per avere mandato a quel paese Celi dopo un fallo a centrocampo. All’82’ Jovetic si sveglia dal suo torpore e da distanza ragguardevole sfiora il sette con Andujar in evidente ritardo.





 

Nei minuti finali Alvarez becca un giallo pesante che lo costringerà a saltare per squalifica l’anticipo del sabato a Napoli. Il Catania è carico e vuole i tre punti e al minuto 87’ si materializza il sogno: cross all’altezza bandierina di Barrientos, al centro Castro anticipa Roncaglia e batte imparabilmente Neto. Esplode il Massimino. I restanti quattro minuti di recupero sembrano interminabili. Castro prende un giallo che costa la sfida del San Paolo, ma alla fine il Catania può festeggiare. Il sogno continua!

 

Il Torino Fc è in lutto per la prematura scomparsa di Pierantonio Bortot, 57 anni, con un passato nelle giovanili granata, dove fu ad un passo dall'esordire in quella prima squadra che poi vinse l'ultimo scudetto della storia granata. Bortot la sua carriera l'ha poi svolta quasi tutta al Sud, dove in Sicilia si sposò ed ebbe una figlia, anche se la squadra che meglio di tutti lo consacrò fu la Reggina. Così ricordò qualche anno fa Bortot il suo approdo al Torino, solo quindicenne, come ricorda il sito strill.it: "Non fu facile, il calcio è bello ma duro. E’ un mondo che ti dà tanto ma pretende molto di più. Da giovanissimo, lontano da casa, con l’obbligo di dovere anche studiare, rischia di travolgerti. E poi la vita di collegio è difficile per un ragazzo. Dopo un anno andai dal direttore sportivo del Toro, Bonetto, e gli dissi che se non mi avessero trovato un appartamento lontano da quella prigione del collegio me ne sarei tornato subito a casa mia, a Conegliano”.
Bortot fu aggregato alla prima squadra a metà degli anni 70, quando ormai era diciannovenne, ma visse ai margini del progetto, perchè davanti aveva gente del calibro di Pulici, Graziani, Bui, Claudio Sala, Agroppi, Zaccarelli. Nell'anno dello scudetto Bortot erà già a Cremona, prima di approdare a Catania, dopo arrivò la bella avventura alla Reggina. L'attaccante veneto era malato da qualche tempo e viveva con un rene solo.
Le sue esequie si svolgeranno domani, sabato 26 gennaio, a Conegliano, presso la Chiesa di S. Pio X, alle 11. La redazione di TorinoGranata si unisce al dolore di tutto il mondo granata che ricorda un ex figlio del Filadelfia.

Bortot, ai tempi in cui giocava nel Catania. Ciao Pietrantonio..... ti chiamavamo "u Pileri!"

 

 

 

 

 

 

 

 

NAPOLI - CATANIA: 2-0

 

Hamsik, Cannavaro
 

 

NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis; Grava, Cannavaro, Gamberini; Mesto, Behrami, Dzemaili (63’ Inler), Zuniga (84’ Armero), Hamsik (77’ Insigne), Pandev; Cavani. A disp.: Rosati, Colombo, Rolando, Donadel, El Kaddouri, Calaiò. All.: Mazzarri.
CATANIA (4-3-3): Andujar; Bellusci, Rolin, Spolli, Capuano; Izco, Lodi (87′ Doukara), Biagianti (72’ Almiron); Barrientos, Bergessio, Gomez. A disp.: Frison, Terracciano, Augustyn, Potenza, Ricchiuti, Salifu, Keko. All.: Maran.
ARBITRO: Calvarese di Teramo. AMMONITI: Behrami, Grava, Dzemaili (N), Spolli (C).

 

Basta un tempo per il Napoli per avere ragione di un Catania un po’ troppo guardingo e portarsi in vetta alla classifica in attesa della gara di domani della Juventus. Stavolta i rossazzurri hanno un po’ ciccato l’appuntamento, giocando in modo un po’ troppo attendista. Sulla gara gravano non poco le imprecisioni dell’arbitro Calvanese che non concede un rigore al Catania per fallo di mano di Zuniga e non espelle Grava, reo di aver colpito Gomez a gioco fermo. La contemporanea sconfitta di ieri della Roma, permette agli etnei di confermare il settimo posto. Da rivedere le prestazioni di Capuano e Biagianti.
Napoli-Catania inizia nonostante si sia temuto un rinvio di qualche ora o addirittura a domani per la protesta di un centinaio di persone legate al mondo dell’ippica napoletana, driver e dipendenti dell’ippodromo di Agnano. Mazzarri deve fare a meno di Campagnaro e Britos per squalifica e di Maggio fuori per infortunio. Il tecnico partenopeo opta per la difesa a tre con Grava, Cannavaro e Gamberini. Maran risponde con il consueto 4-3-3: con Bellusci al posto di Alvarez e Rolin per il febbricitante Legrottaglie. In attacco torna Bergessio.


La partenza dei partenopei fa realmente paura: bastano dieci secondi a Pandev per impensierire Andujar con una bella giocata che termina di un soffio fuori. La risposta degli etnei non si fa attendere: sugli sviluppi di una punizione calciata da Lodi, Barrientos calcia al volo ma non inquadra la porta. Il Catania regge bene l’urto azzurro tanto da indispettire il tecnico Mazzarri, furioso con i suoi per l’incapacità di attaccare gli spazi.
Nonostante la pioggia continui ad essere copiosa, i ritmi di gioco sono molto alti. I rossazzurri hanno qualche difficoltà a gestire la palla a centrocampo, intimoriti dalla pressione di Dzemaili e di Hamsik sull’esterno sinistro. Capuano ha notevoli difficoltà a tenere a bada nella sua fascia di competenza le sovrapposizioni di Mesto e Pandev. La squadra di Maran mantiene un profilo basso e tenta di rallentare la manovra per non permettere le accelerazioni tipiche dei calciatori partenopei.
La squadra di Maran continua a rimanere troppo schiacciata dietro la linea del pallone e al 30’ il Napoli trova la rete del vantaggio: Zuniga prova a calciare in diagonale, la palla finisce a Hamsik che, dimenticato completamente dal solito approssimativo Capuano, mette dentro da posizione più che ravvicinata. La rete scuote un po’ il Catania, apparso troppo remissivo nella prima mezzora. Proteste al 36’ per un evidente fallo di mano di Zuniga non ravvisato da Calvarese. Sulla ripartenza, Spolli è costretto ad atterrare al limite Pandev, sulla successiva punizione calciata da Cavani è la traversa a salvare i rossazzurri.
La gara s’incattivisce quando Grava colpisce a gioco fermo Gomez e l’arbitro ammonisce solamente l’improvvisato pugile. Al 41’ grandissima apertura di Biagianti per Barrientos, colto in posizione regolare a tu per tu con De Sanctis. Il numero 28 etneo, anziché stoppare e calciare prendendo la mira, prova un inguardabile tiro al volo che termina fuori. Prima della fine del primo tempo, il Napoli raddoppia: palla a Hamsik sugli sviluppi di un corner, assist dello slovacco per Cannavaro che da due passi non sbaglia.
La ripresa inizia senza sostituzioni e con un mezzo sussulto per i tifosi etnei. Al 47’ viene annullato un gol al Catania: corner di Gomez e Bergessio insacca dopo aver messo giù Zuniga. Stavolta la decisione di Calvarese è giusta. Sia Mazzarri che Maran provano a cambiare il modulo tattico passando specularmente ad un 4-4-2 più coperto a centrocampo. Al 53’ nuova combinazione Bergessio-Gomez con il “Papu” che prova il sinistro ma è fuori misura. In Napoli si chiude molto in difesa attendendo un Catania che sembra priva di personalità con Barrientos molto lezioso ed impreciso. E’ Mazzarri ad effettuare il primo cambio, inserendo Inler al posto di Behrami.
Al 66’ è Lodi a provare a suonare la riscossa con una perfetta punizione dai 25 metri che costringe De Sanctis al plastico volo per deviare in corner. Pochi minuti dopo, veloce contropiede tre contro tre del Napoli: Hamsik sciupa tutti servendo Dzemaili centralmente ed ignorando Cavani. Al 72’ Maran prova a cambiare le carte in tavola inserendo Almiron, non al meglio, per un Biagianti un po’ ai margini del gioco. All’84’ percussione di Cavani, la difesa respinge, Inler prova il tiro dal limite, ma la palla fuori. Nel finale entra anche Doukara per Lodi, ma il punteggio non cambia più.
 

Continua a subire torti arbitrali in modo vergognoso. Nonostante le “penalizzazioni” reiterate, il Catania resiste e veleggia a quota 35 punti in settima posizione. Sentito dal quotidiano locale “La Sicilia“, il presidente rossazzurro, Antonino Pulvirenti, ha parlato della pessima direzione arbitrale di Calvarese nella sfida di sabato sera persa a Napoli: “L’hanno visto tutti, i particolari incriminati: il rigore netto non concesso, l’espulsione non sanzionata a Grava. E, per completare il conto, credo che il gol di Bergessio fosse regolare. Arbitrare al San Paolo, per di più con una squadra che lotta al vertice, è complicato. E’ andata come è andata, detto questo, la rabbia resta e fa parte del gioco. Ma a me piace guardare la prestazione che è stata all’altezza dell’avversario. Quel che è capitato nel match interno con la Juve non è paragonabile a nessun altro errore. E’ stato un caso unico nella storia del calcio“.
Piccola parentesi sulla mancata convocazione di Marchese contro i partenopei: “E’ un giocatore che ha gli stessi diritti degli altri. La sua assenza a Napoli è dovuta al fatto che l’allenatore ha confermato, a parte l’emergenza, i protagonisti della partita precedente. Non dimenticate che il giocatore ha toccato corde delicate nel rapporto col gruppo e con l’allenatore“.

 

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Pietro Lo Monaco, ex amministratore delegato del Palermo, tira le somme dopo i quattro mesi trascorsi al club di Viale del Fante. Intervistato dalla Gazzetta del Sud, si è così espresso:” Ora potrò dedicarmi a tempo pieno al Messina però dico con molta sincerità che mi sono emozionato il giorno in cui, lasciando il "Barbera, sono stato applaudito da tanti tifosi rosanero. Posso assicurare di aver ricevuto più affetto in quattro mesi a Palermo che in nove anni a Catania".

 

 

ATALANTA - CATANIA: 0-0

 


ATALANTA (4-3-2-1): Consigli; Scaloni, Canini, Stendardo, Del Grosso; Biondini (73’ Radovanovic), Giorgi, Carmona (62’ Cazzola); Bonaventura, Brienza; Denis (82’ Livaja). A disp.: Polito, Frezzolini, Bellini, Contini, Brivio, Raimondi, Budan, Moralez, Parra, De Luca. All.: Colantuono.
CATANIA (4-2-3-1): Andujar; Alvarez, Bellusci, Spolli, Capuano (21’ Marchese); Izco, Lodi; Castro, Barrientos, Gomez (79’ Biagianti), Bergessio. A disp.: Frison, Terracciano, Augustyn, Potenza, Rolin, Legrottaglie, Almiron, Ricchiuti, Salifu, Keko, Doukara. All.: Maran.
ARBITRO: Massa di Imperia. AMMONITI: Scaloni, Del Grosso, Bonaventura, Biondini, Livaja (A), Bergessio, Alvarez, Castro (C).
 

Il Catania esce imbattuto dalla seconda trasferta consecutiva, andando a strappare un buon pareggio a Bergamo contro l’Atalanta. Una partita combattuta su ambo i fronti ma senza particolari sussulti da parte dei portieri. Meglio il primo tempo dei rossazzurri, poi nella ripresa escono i padroni di casa che reclamano un po’ troppe volte dei penalty inconcedibili. Gli etnei volano a quota 36 punti, accorciando sulla Fiorentina ed allungando sulla Roma. La vittoria dell’Udinese permette agli uomini di Guidolin di condividere il settimo posto con i rossazzurri.
Dopo la sconfitta di sabato scorso contro il Napoli, il Catania di Maran prova a conquistare punti in trasferta affidandosi ad un più accorto 4-2-3-1 con Izco e Lodi in mediana ed una batteria di trequartisti dietro all’unica punta Bergessio. Il tridente Castro, Barrientos, Gomez ha il compito di dare vivacità e fantasia alla manovra offensiva rossazzurra. L’Atalanta di Colantuono si schiera con il consueto 4-3-2-1, con Bonaventura e il neo acquisto Brienza a supporto di Denis.
Il fondo dell’Atleti Azzurri d’Italia è provato dal freddo delle ultime settimane e presenta preoccupanti buche sulla zona nevralgica del campo. Partono bene i locali: Bonaventura prova subito ad infilarsi fra la difesa etnea. La progressione del numero 10 non trova la deviazione vincente di Denis, ben chiuso dalla retroguardia rossazzurra. L’avvio di gara è molto veloce, con entrambe le squadre che non si risparmiano nel tentativo di scardinare la porta avversaria.
Sia i locali che gli ospiti prediligono il gioco di prima: se da una parte è Bonaventura a dar man forte a Denis, dall’altra Castro si sovrappone spesso a Bergessio per non dare punti di riferimento alla difesa orobica. Al 12’ furibonda mischia in area di rigore catanese, ma la squadra di Maran riesce a sbrogliare la matassa. L’Atalanta si muove agevolmente fino alla trequarti, poi non trovano l’ultimo passaggio. Al 18’ Bergessio si libera bene al limite dell’area e fa partire una conclusione lenta troppo facile per Consigli.
Al 21’ finisce la gara di Capuano per un problema muscolare: al posto del terzino entra Marchese dopo i problemi con la società. Poche conclusioni per entrambe le formazioni in campo, anche se i nerazzurri appaiono un po’ più propositivi. Maran si lamenta con i suoi che si affidano troppo ai lanci lunghi, decisamente troppo prevedibili. Il primo giallo arriva alla mezzora, quando viene sanzionato Scaloni per aver commesso fallo di mano a centrocampo. Al 34’ il Catania va vicinissimo al vantaggio: Bergessio serve un diagonale veloce per Castro a centro area, ma il passaggio è troppo profondo e Castro non riesce a correggere in rete in scivolata.
Dopo una mischia in area in occasione di un corner (vengono ammoniti Del Grosso e Bergessio), al 42’ è Gomez a provare la conclusione in porta dalla distanza, il tiro sul fondo irregolare diventa insidioso e Consigli si rifugia in corner. Ancora Catania al 44’: schema degli etnei e Marchese di testa non inquadra la porta ma il terzino è comunque in offside. Prima della fine del primo tempo ci prova dal limite Denis ma la sfera vola in curva.
La ripresa parte con gli stessi elementi che hanno concluso la prima frazione di gioco. Canini al limite tocca col braccio, Massa gli concede il beneficio del dubbio, giudicandolo involontario. Al 50’ Lodi arriva alla conclusione su appoggio indietro di Barrientos, il regista etneo però non riesce a tener basso il pallone. La gara diventa sempre più spigolosa ed il nervosismo serpeggia in campo. Al 56’ il Catania non riesce a trovare la via della porta dopo una mischia in area e tre tentativi ben murati dagli orobici.
Al 61’ Bergessio parte in contropiede uno contro uno, ben lanciato da Barrientos, ma Stendardo lo chiude molto bene. Al 69’ azione pericolosa per gli uomini di Colantuono: Andujar allontana di pugno, Bonaventura raccoglie la respinta e tenta il pallonetto al volo che si spegne fuori. Ci prova su punizione dai 30 metri Lodi al minuto 72, la conclusione del numero 10 è interessante ma prevedibile per Consigli. L’Atalanta spinge sull’acceleratore e Maran decide di coprirsi inserendo Biagianti al posto di Gomez.
Il Catania ancora ci crede e all’85’ Castro taglia tutta l’area con un fendente potente. Bergessio non ci crede e la palla sfila. Poco prima del recupero Livaja si lascia cadere in area di rigore sul contrasto di Biagianti: per Massa è simulazione e l’ex attaccante dell’Inter viene sanzionato con l’ammonizione. Dopo quattro minuti di recupero finisce una gara che non meritava vincitori.
 

Le dichiarazioni di Andujar

“Devo dire che il merito della mia crescita e del mio rendimento è molto merito dell’allenatore. Senza dimenticare il lavoro fatto con il preparatore dei portieri, Enzo. Io sono tornato dal prestito all’Estudiantes con tanta tranquillità. Devo dire che ho trovato un’altra società rispetto a quella che avevo lasciato, una società che mi ha dato fiducia e mi ha permesso di avere un’altra chance qui a Catania. Credo di poter dire che le mie prestazioni confermano che sono all’altezza della Serie A. Cerco di migliorare e lavorare tanto, a volte va bene e a volte si può sbagliare.
“Quota 40 è la salvezza ma dobbiamo ormai pensare che siamo una squadra di medio-alta classifica. Anche oggi abbiamo dimostrato che il Catania è stato attento e concentrato e non abbiamo perso la testa. Parlare di Europa forse sarebbe eccessivo ma possiamo pensare di fare il salto di qualità solo vincendo adesso in casa. Andiamo avanti e capiremo dove possiamo veramente arrivare, senza nasconderci.
“La partita oggi è stata difficile per colpa dell’Atalanta che è una squadra tosta e per il campo che ci penalizza. Fare un punto su questo campo è un ottimo risultato, dobbiamo essere contenti. Non ho nessun rammarico. Un punto oggi, qui, è un punto guadagnato.
“Anche se cambia un po’ lo schema e il modulo, per me è lo stesso e i giocatori in campo alla fine sono più o meno gli stessi. Bravo il mister a trovare questa alternativa che ci permette di giocare le partite in modo diverso e di adattarci alle situazioni in cui serve un modulo piuttosto che un altro.

 

 

 

 

CATANIA - BOLOGNA: 1-0

Almiron
 

CATANIA (4-3-3): Andujar; Alvarez, Bellusci, Spolli, Marchese; Izco, Lodi, Almiron (57’ Biagianti); Castro (83’ Legrottaglie), Bergessio, Gomez (89’ Ricchiuti). A disp.: Frison, Terracciano, Rolin, Augustyn, Potenza, Salifu, Keko, Doukara. All.: Maran.
BOLOGNA (3-4-2-1): Curci; Sorensen, Antonsson, Cherubin (70’ Moscardelli); Motta (78’ Garics), Perez, Khrin, Morleo; Diamanti, Kone (46’ Gabbiadini); Gilardino. A disp.: Agliardi, Stojanovic, De Carvalho, Naldo, Abero, Guarente, Pazienza, Pasquato, Christodouloupoulos. All.: Pioli.
ARBITRO: Russo della sezione di Nola. AMMONITI: Biagianti (C), Morleo, Perez (B).

Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Il Catania incamera i tre punti contro un Bologna troppo guardingo capitalizzando al meglio un colpo di testa di Almiron alla fine della prima frazione di gioco. Il gol del “Coccodrillo” proietta i rossazzurri a quota 39 punti, ottenendo la matematica salvezza ed il momentaneo aggancio al sesto posto, in attesa di Fiorentina-Inter.
La squadra di Maran, reduce da due gare in trasferta dove hanno raccolto solo un punto, prova a tornare al successo affidandosi al consueto 4-3-3. Assenti Capuano e Barrientos, spazio dal primo minuto a Marchese e Castro. Parte dalla panchina Legrottaglie, con Bellusci che viene riproposto titolare al centro della difesa. Il Bologna dopo il pareggio casalingo contro il Siena, prova ad allontanarsi dalla zona calda. Pioli recupera Gabbiadini, ma perde Taider e propone il 3-4-2-1 con Diamanti e Kone dietro Gilardino.
La partenza dei padroni di casa è subito arrembante, specie con Castro ed Izco che si propongono molto sulle fasce. Il Bologna risponde al 5’ con Diamanti che prova un gol impossibile da distanza siderale: Andujar è attento e non si fa sorprendere. La sfida si gioca prevalentemente a centrocampo, dove i batti e ribatti alimentano dei pericolosi campanili che non vengono mai sfruttati adeguatamente per le ripartenze.
I felsinei si limitano a tenere i ritmi bassi con un giro palla volto a sfiancare i locali. In effetti, la politica di Pioli paga, anche se al 22’ i rossoblù rischiano di capitolare su un contropiede rapidissimo di Gomez che però non riesce a sfruttare a dovere la situazione di tre contro due provando la conclusione personale. Nelle prime battute il “Papu” si dimostra egoista, innamorandosi troppo della sfera e non servendo i compagni in posizione più favorevole.
Alla mezzora gli ospiti tornano al tiro con Diamanti ma la conclusione è da dimenticare. Dall’altra parte ci prova Gomez con un tiro al volo che termina alto sulla traversa. Il pubblico del Massimino inveisce contro la direzione di Russo troppo anglosassone: più volte i rossoblù avrebbero meritato l’estrazione di qualche giallo, ma il fischietto di Nola è eccessivamente generoso. Al 36’ brivido dalle parti di Curci: sul calcio d’angolo dalla sinistra calciato da Lodi, svetta di testa Almiron che però non riesce ad inquadrare lo specchio.

 

 

L’ex di turno Motta non sembra essere al meglio, sbagliando spesso in chiusura sulla propria fascia di competenza, così come in fase di appoggio nelle ripartenze. Il Catania prima della fine del primo tempo fa le prove tecniche del vantaggio. Prima sfiora la marcatura colpendo il palo con Bergessio su perfetto assist di Gomez, poi sul successivo corner Almiron stacca di testa da solo battendo imparabilmente Curci. Terzo gol stagionale per il “Coccodrillo”. Dopo un minuto di recupero, il Catania torna negli spogliatoi avanti di una rete.
Nella ripresa, Pioli prova subito a cambiare spartito inserendo Gabbiadini per Kone, ma la prima occasione è ancora di marca rossazzurra, ed ancora con Almiron di testa: stavolta Curci è attento. Al 47’ plateale protesta di Gilardino per un presunto fallo di mano in area di Marchese. Le braccia del difensore sono attaccate al corpo e per Russo è tutto regolare. Cinque minuti dopo ancora Bologna: Diamanti trova a centro area Gabbiadini che gira a lato di sinistro.
Prima di uscire dal campo per dare spazio a Biagianti, Almiron (provato da un problema al ginocchio) si rende protagonista di una strepitosa discesa che taglia la difesa felsinea come il burro. Sfortunatamente l’ultimo passaggio dell’argentino non è preciso e la difesa emiliana libera. Al 62’ fiammata dei rossoblù con Gilardino ben imbeccato da Diamanti, ma l’attaccante ex Milan viene però murato in tandem da Andujar e Bellusci. Momento positivo per la squadra di Pioli che ci prova anche con Gabbiadini dalla distanza: bravo Andujar ad alzare la saracinesca.
La reazione etnea arriva su una percussione Bergessio-Castro, con quest’ultimo che dopo una ribattuta della difesa prova la conclusione a giro. Curci non si fa sorprendere. Pioli decide di giocarsi il tutto per tutto e getta nella mischia anche Moscardelli al posto di Cherubin. Diamanti arretra di qualche metro per alimentare il tridente Gabbiadini-Gilardino-Moscardelli. Da lodare la prova di uno strepitoso Marchese, letteralmente inesauribile sull’out di sinistra e nemico pubblico numero uno di Motta.
Ultimo cambio per i felsinei: esce uno spento Motta per far posto a Garics. Al 79’ brivido per il pubblico del Massimino: cross del neo entrato Garics per Gilardino che con la punta del piede manda lato di un soffio. Maran corre ai ripari ed inserisce Legrottaglie per Castro in modo da garantire maggiore copertura. I minuti finali sono concitattisimi ma la retroguardia etnea è sempre attenta sul pezzo. Dopo quattro minuti di recupero il Catania può festeggiare il successo che vale la salvezza matematica.
 

PARMA - CATANIA: 1- 2

Lodi, Keko, Amauri

 

PARMA (4-3-3): Mirante; Rosi, Coda (46’ Lucarelli), Paletta, Mesbah; Marchionni, Valdes (75’ Ninis), Parolo; Biabiany, Amauri, Belfodil (25’ Palladino). A disp.: Pavarini, Bajza, Ampuero, MacEachen, Morrone, Strasser, Gobbi, Boniperti, Benalouane. All.: Donadoni.
CATANIA (4-2-3-1): Andujar; Bellusci (49’ Alvarez), Spolli, Legrottaglie, Marchese; Izco, Lodi; Castro, Keko (75’ Salifu), Gomez (88′ Rolin); Bergessio. A disp.: Frison, Terracciano, Potenza, Ricchiuti, Doukara. All.: Maran.
ARBITRO: Giacomelli di Trieste. Ammoniti: Paletta (P). Bellusci (C). Espulso: Legrottaglie (C).

 

I SOGNI DIVENTANO VERTIGINOSI (Andrea Mazzeo - www.catania46.net)

Un Catania strepitoso sotto ogni punto di vista, espugna il Tardini e vola al sesto posto in condominio con la Fiorentina che giocherà martedì sera. Con 42 punti, la squadra di Maran è lontana appena due lunghezze dal terzo posto (e domenica arriva l’Inter, stasera impegnata nel derby). La partenza degli etnei è straripante ed il vantaggio arriva su punizione con Lodi. Il Catania spreca più volte il raddoppio, ma non al 43’ quando Keko indovina il tap in vincente. Nella ripresa esce il Parma che trova la rete solo nel finale con Amauri. Le uniche note dolenti arrivano dalla difesa: Bellusci (ammonito) e Legrottaglie (espulso) non giocheranno contro i nerazzurri.
Superato il problema della neve, Donadoni si affida al 4-3-3 con il tridente d’attacco formato da Biabiany, Amari ed il rientrante Belfodil. Senza gli indisponibili Mariga e Galloppa, il tecnico dei ducali è costretto a chiamare anche i giovani MacEachen e Boniperti. Maran deve fare di necessità virtù non potendo contare, oltre dello squalificato Biagianti, anche di Capuano, Sciacca, Almiron, Barrientos e l’atteso Çani. La novità è l’inserimento di Keko nella batteria di trequartisti dietro l’unica punta Bergessio. In difesa torna Legrottaglie dato che Alvarez è febbricitante.
L’immane lavoro degli addetti durante la notte ha permesso al terreno del Tardini di presentarsi all’appuntamento delle ore 15 in condizioni abbastanza ottimali. La partenza degli etnei è dirompente: è il 5’ quando Castro ottiene una punizione importantissima da posizione defilata sulla destra. Si presenta alla battuta lo specialista Lodi che buca la barriera di due uomini e sorprende un poco preciso Mirante. Sbloccato il punteggio, il Catania potrebbe subito raddoppiare con Bergessio, che di testa colpisce il palo. L’azione è vanificata comunque da una segnalazione di offside inesistente.
L’impatto alla partita degli uomini di Maran è incredibile ed il Parma appare sorpreso dai rossazzurri. All’11’ serve un intervento di piedi di Mirante per evitare che Bergessio faccia il bis. I ducali provano a prendere le misure, anche se Donadoni non è contento del ritmo gara impresso dai suoi. Al 18’ decisiva uscita alla disperata di Andujar che anticipa Belfodil ed evita il peggio. La gara dell’attaccante algerino naturalizzato francese finisce al 25’ quando il riacutizzarsi di un problema fisico lo costringe a lasciare il posto a Palladino. La prima vera occasione dei padroni di casa arriva pochi istanti dopo con Parolo che dai 25 metri calcia un diagonale che sorprende Andujar ma termina sul fondo.
Alla mezzora Bellusci entra con il piede a martello su un avversario e viene sanzionato con il giallo: diffidato salterà il match di domenica contro l’Inter. Al 31’ il Catania spreca la palla gol per il raddoppio con Bergessio che calcia alto un rigore in movimento. Cinque minuti dopo è Keko a rendersi protagonista con una discesa rapida sulla destra. Il cross al centro dello spagnolo viene spazzato via dall’intervento di Coda. Molti gli errori di Valdez nell’impostazione della manovra, con un Parma che resta imbrigliato nella tela tesa dai catanesi.
Poco prima della fine del primo tempo, il Catania mette il sigillo: è il 43’ quando Castro si beve Valdes e fa partire un diagonale velenoso che Mirante riesce appena a deviare, irrompe Keko che con un facile tap in fa 0-2 e realizza il suo primo gol in Italia. Il Parma è alle corde e, dopo due minuti di recupero, termina la prima frazione di gioco con gli etnei avanti di due lunghezze.
Nella ripresa, Donadoni è costretto a mettere dentro subito Lucarelli a causa di un problema muscolare di Coda, ed il Parma effettua il secondo cambio del match. Maran conferma in toto gli undici del primo tempo, ma dopo quattro minuti è costretto a togliere dal campo Bellusci per un problema al polpaccio inserendo Alvarez. I locali provano a rientrare in partita con Amauri che di testa anticipa tutti ma non trova la porta di un soffio. Pochi istanti dopo ci prova Biabiany con un cross dalla destra che non trova nessun compagno pronto alla deviazione vincente.
Proteste dei crociati per un intervento al limite dell’area di Legrottaglie su Biabiany, per Giacomelli non c’è nemmeno fallo. Il Parma continua a crescere e al 60’ sfiora la rete con Amauri che sfrutta un perfetto cross di Biabiany calciando al volo, ma Andujar è attento e si rifugia in corner. Il Catania si rifà vedere dalle parti di Mirante su una punizione di Lodi dai 30 metri, ma il numero 10 stavolta non inquadra lo specchio della porta. Gli etnei viaggiano ad un ritmo più compassato ed il Parma si affida anche alle conclusioni da fuori: al 69’ ci prova ancora Parolo ma Andujar dice ancora di no.
Al 74’ la fortuna aiuta i rossazzurri: su cross di Rosi ed Andujar fuori dai pali, Biabiany riesce incredibilmente a colpire la traversa di testa a porta vuota. Ultimi cambi per entrambe le squadre: nel Parma entra Ninis per un Valdes sottotono, mentre nel Catania esce Keko per dar spazio a Salifu. Nonostante i continui tentativi della squadra di casa, sono ancora i rossazzurri a sfiorare la terza marcatura con Bergessio, ma Rosi riesce a deviare in corner al momento giusto.
La gara si riapre all’87’ quando Biabiany trova al centro area Amauri che in torsione fa 1-2. Nell’occasione del gol, Legrottaglie protesta in modo veemente contro l’arbitro per un chiaro fallo di Amauri sul difensore. L’eccessiva foga del centrale difensivo costa caro al Catania: in pochi minuti incassa due gialli e va sotto la doccia. Dopo tre minuti di recupero ed un po’ di sofferenza cala il sipario del Tardini. I rossazzurri continuano a sognare.

 

 

CATANIA - INTER: 2- 3

Bergessio, Marchese, R. Alvarez , Palacio, Palacio

 

CATANIA (4-2-3-1): Andujar; P.Alvarez, Rolin, Spolli, Marchese; Biagianti (76’ Almiron), Lodi; Izco, Castro, Gomez; Bergessio (84’ Çani). A disposizione: Frison, Messina, Potenza, Augustyn, Salifu, Sciacca, Ricchiuti, Keko, Doukara. All. Maran.
INTER (4-2-3-1): Handanovic; Zanetti, Chivu, Juan Jesus, Pereira; Kuzmanovic (46’ Stankovic), Gargano; Schelotto, Guarin (76’ Cambiasso), R.Alvarez; Rocchi (46’ Palacio). A disposizione: Carrizo, Di Gennaro, Jonathan, Mbaye, Pasa, Benassi, Kovacic, Colombi. All.: Stramaccioni.
ARBITRO: Bergonzi di Genova. AMMONITI: P.Alvarez, Rolin, Bergessio, Çani (C), Handanovic (I).

 


 

Il Catania getta alle ortiche una vittoria fondamentale in chiave Europa, regalando la ripresa all’Inter dopo aver chiuso in vantaggio di due reti il primo tempo. Bergessio e Marchese illudono il pubblico etneo con un pesantissimo uno-due che sfianca gli ospiti. I rossazzurri avrebbero l’occasione per chiudere la gara più volta ma peccano di cinismo. Nella ripresa, Stramaccioni mette dentro Palacio e Stankovic e la gara cambia. Maran non è tempestivo nel correggere lo schieramento in campo e Ricky Alvarez trova subito il gol del 2-1. Si scatena poi Palacio che realizza una doppietta e fa crollare i castelli in area del pubblico del Massimino.
Davanti ad un Massimino tutto esaurito, Maran conferma il 4-2-3-1 visto a Parma inserendo Rolin al centro della difesa e Biagianti in mediana accanto Lodi. Prima panchina per il nuovo arrivato Edgar Çani. In casa Inter c’è tensione dopo l’ultima “Cassanata”. Stramaccioni, privo del talento di Bari Vecchia, si affida a Rocchi in attacco con Alvarez, Guarin e l’ex Schelotto a supporto. A centrocampo spazio a Gargano e Kuzmanovic.

 


 

L’avvio di gara è subito su ritmi importanti anche se i rossazzurri provano a tenere il pallino del possesso palla per evitare le ripartenze veloci dei nerazzurri. Al primo vero affondo i padroni di casa, finora sempre protagonisti sul campo, trovano il vantaggio: è il 7’ quando Juan Jesus nel tentativo di proteggere il fallo di fondo commette un clamoroso erroraccio che agevola Bergessio. L’attaccante argentino d’esperienza si libera del difensore brasiliano e con un tocco perfetto fa secco Handanovic. Ottavo gol stagionale per il “Lavandina”.
La reazione al gol dei nerazzurri è sterile ed al 13’ Gomez potrebbe trovare anche il raddoppio con un destro dal limite, ma stavolta Handanovic è attento. L’Inter si affida alle iniziative personali e Kuzmanovic al 17’ ci prova da distanza siderale senza trovare lo specchio della porta. Il Catania è dilagante ed al 19’ fa 2-0: chirurgico calcio di punizione dai 35 metri di Lodi, la palla arriva a Marchese che sovrasta Chivu e con un delizioso incrocio in torsione beffa l’estremo difensore nerazzurro.
Sotto di due reti, la squadra di Stramaccioni è letteralmente “non pervenuta” a Catania. Le stesse percussioni di Schelotto, sempre velocissimo sulla fascia, vengono mirabilmente anticipate da un sontuoso Rolin. La reazione degli ospiti è tutto sui piedi di Rocchi che dimostra palesemente di non riuscire a far dimenticare l’assenza in attacco di Milito. Troppo prevedibili le azioni offensive dei nerazzurri, a differenza di quelli etnei che trova nella poca attenzione di Juan Jesus terreno fertile.
Nei minuti finali della prima frazione di gioco, l’Inter ha una reazione d’orgoglio ed al 43’ ha l’opportunità per accorciare le distanze: cross teso dalla sinistra di Guarin che sorprende la difesa etnea, ma non Pablo Alvarez che anticipa Ricky Alvarez a pochi centimetri dalla linea di porta. Si chiude sul 2-0: Catania cinico e padrone, Inter lenta e mai pericolosa.
Nella ripresa, Stramaccioni cambia subito spartito inserendo dal primo minuto Stankovic e Palacio al posto di Kuzmanovic e di uno spento Rocchi. Nonostante le sostituzione è il Catania ad avere subito la palla per mettere in ghiaccio i tre punti: Bergessio, ben lanciato, a tu per tu con Handanovic calcia addosso al portiere, poi Izco non riesce a ribadire in rete sulla ribattuta. Gol sbagliato, gol subito: la regola si ripete. L’Inter riapre la gara al 52’ quando Palacio si libera di Rolin e cross al centro dove Ricky Alvarez anticipa Spolli e di testa fa 2-1.
La rete scuote la squadra nerazzurra, mentre il Catania appare visibilmente in difficoltà. I rossazzurri sono molto sfilacciati e Rolin ha il suo bel da fare nel contenere Palacio, decisamente meno marcabile rispetto a Rocchi. Al 68’ Pereira trova l’inserimento per Guarin, ma il colpo di testa termina alto. Dopo un’occasionissima del Catania sciupata clamorosamente, l’Inter trova il pareggio: ancora un cross dalla destra di Pereira, Palacio viene dimenticato dalla difesa etnea e di testa buca Andujar. Tutto da rifare. Catania in evidente difficoltà nella ripresa.
Maran prova a cambiare le carte in tavola ed inserisce Almiron al posto di Biagianti. Risponde Stamaccioni, dentro Cambiasso per Guarin. Subentra un po’ di paura da ambo i lati di perdere la gara e il ritmo ne risente visibilmente. Improvvisa fiammata in pochi secondi: prima è Castro a provare il tiro al volo che termina alto, poi è Schelotto a non sfruttare il clamoroso colpo del 2-3 calciando addosso ad Andujar.
All’84’ fa il suo esordio in campo Çani al posto di uno stremato Bergessio, che si rende protagonista di un’immediata ammonizione dopo pochi secondi. E’ ancora l’Inter a sfiorare la rete del vantaggio con Cambiasso che, ben impeccato da Schelotto in area di rigore, calcia al volo sfiorando il palo alla destra di Andujar. I nerazzurri ci credono e al 92’ trovano il gol vittoria: Cambiasso mette al centro per Palacio che completa la rimonta beffando Andujar. Dopo quattro minuti di recupero finisce una gara che il Catania ha amministrato male: strepitoso nel primo tempo, disastroso nella ripresa.
(Andrea Mazzeo www.catania46.net)



 

 

JUVENTUS - CATANIA: 1- 0

Giaccherini

 

JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Pogba, Pirlo, Marchisio, Asamoah (75’ Giaccherini); Vucinic (76’ Quagliarella), Giovinco (65’ Matri). A disposizione: Storari, Rubinho, Peluso, De Ceglie, Marrone, Isla, Padoin, Anelka. All. Conte.
CATANIA (3-5-2) Andujar; Bellusci, Spolli (85’ Rolin), Alvarez; Izco, Biagianti (81’ Salifu), Lodi, Almiron, Marchese; Castro, Gomez (83’ Çani). A disposizione: Frison, Terracciano, Potenza, Sciacca, Augustyn, Ricchiuti, Keko, Barrientos, Doukara. All. Maran.
ARBITRO: Giannoccaro di Lecce. AMMONITI: Giaccherini (J). Gomez, Biagianti, Spolli (C). ESPULSO: Maran (C).
 

Dopo l’Inter, il Catania riesce a crollare emotivamente nei minuti finali di gara anche a Torino. Una gara strepitosa per 91’ minuti degli uomini di Maran (ingiustamente espulso per proteste a metà primo tempo) viene vanificata da una sola incertezza difensiva, arrivata per l’ennesima volta in pieno recupero. E’ Giaccherini a rendere inutili le monumentali prestazioni in difesa di Izco e Bellusci. Una sconfitta amarissima per i rossazzurri che in due gare gettano alle ortiche quattro punti. I rossazzurri conservano l’ottavo posto e sentono il fiato sul collo dell’Udinese di Guidolin che sabato prossimo arriverà al Massimino.
Conte si affida ad un ampio turn-over, con Chellini, Lichtsteiner, Marchisio, Asamoah, Vucinic e Giovinco in campo dato che avevano dovuto rinunciare all’impegno di Champions League vinto a discapito del Celtic. Unici due assenti, lo squalificato Vidal e Caceres, fermato ancora da problemi alla schiena. Difficoltà di formazione per Maran, che deve rinunciare oltre allo squalificato Legrottaglie, anche agli indisponibili Capuano e Bergessio. Barrientos e Ricchiuti risultano convocati, ma non in grando di scendere in campo. Rispolverato il 3-5-2 con Castro e Gomez in avanti.
I padroni di casa partono subito molto forte e Marchisio ha tra i piedi il primo pallone pericoloso in area di rigore, ma Alvarez ci mette una pezza in corner. Il Catania è schiacciato nella propria metà campo, bloccato dall’iniziativa offensiva dei bianconeri ispirati dall’entusiasmo del pubblico amico. I rossazzurri soffrono troppo la pressione della squadra di Conte e non riescono a mettere il muso fuori dalla linea del centrocampo anche a causa dei troppi errori in fase di appoggio della linea mediana.
Al 15’ è Vucinic a sfiorare il vantaggio con una gran botta dalla distanza dopo aver eluso il tentativo di ritorno di Bellusci, ma sulla conclusione è attendo Andujar che in tuffo si rifugia in calcio d’angolo. Il Catania finalmente si va vedere dalle parti di Buffon con un velenoso diagonale di Gomez che costringe il portiere bianconero all’intervento in due tempi. La squadra di Maran soffre tantissimo il raddoppio di marcatura dei mediani di Conte, tanto che Castro e Gomez sono costretti a dover cercare la sfera a ridosso della linea del centrocampo.
Gli spazi sono strettissimi nonostante il ritmo gara resti molto alto. Intorno alla mezzora, il Catania comincia ad acquistare fiducia ed al 27’ è Lodi a provare a pescare il jolly con una conclusione troppo pretensiosa che si spegne larga sul fondo. La sfida continua a salire d’intensità, e dopo una conclusione di Marchese dopo una bella apertura di Gomez, è Marchisio a sfiorare il vantaggio con un rasoterra che viene sporcato in corner da Spolli.
Al 34’ Juventus va vicinissima al vantaggio dopo un clamoroso fallo a centrocampo di Bonucci su Gomez non ravvisato da Giannoccaro: Vucinic ruba palla a Bellusci a centro area ed in girata centra il palo, poi è Almiron a spazzare l’area. Furioso Maran per la mancata concessione della punizione sul Papu: il quarto uomo Liberti richiama l’arbitro che espelle il tecnico etneo per le proteste veementi.
Continuano le scorie polemiche tra Juventus e Catania e Giannoccaro non fa nulla per stemperare gli animi. Il fischietto pugliese continua il suo show ed ammonisce Gomez per simulazione al limite dell’area: alla moviola il fallo di Chiellini pare evidente. Al 42’, ancora Gomez, prova un improbabile tiro-cross dalla destra, ma la sfera termina addirittura in fallo laterale. Finisce il primo tempo senza recupero e senza reti. Tante polemiche e strenua difesa etnea che regge l’urto bianconero.
Nella ripresa si riparte con gli stessi uomini in campo. Le due squadre provano a scardinare la difesa avversaria con lanci lunghi che non sempre hanno la giusta efficacia. Il pubblico di casa fischia a ripetizione Giovinco, apparso finora molto sotto le righe, ed invoca l’ingresso in campo di Matri. Al 52’ ci prova dalla distanza Pogba con una bordata poderosa di destro che Andujar respinge con puntualità in corner. Le coperture difensive di Bellusci sono semplicemente perfette: solo in occasione del palo del montenegrino il numero 14 rossazzurro è apparso in difficoltà. Stesso discorso per le coperture di Izco su Asamoah.

 

 

Al 62’ provvidenziale l’intervento di testa a spazzare di Chiellini sul perfetto cross di Marchese per Biagianti. Il Catania è più intraprendente e Conte corre ai ripari inserendo l’acclamato Matri al posto di Giovinco. Tanti gli errori a centrocampo di Pirlo ed i rossazzurri provano a sfruttare il momento no del centrale della Nazionale. Al 67’ è Castro a tentare l’invenzione, ma il tiro di destro termina ancora fuori misura.
La Juventus sfiora l’1-0 al 72’: punizione generosa dal limite concessa da Giannoccarro. Si presenta Pirlo che buca la barriera ma trova l’intercetto di Alvarez in area. La corta respinta favorisce Marchisio che da pochi passi fallisce clamorosamente l’appuntamento con il vantaggio. Conte si gioca il tutto per tutto e mette dentro Giaccherini e Quagliarella per Asamoah e Vucinic. La Juve prova a gettare il cuore oltre l’ostacolo e il nuovo entrato Matri prova ad impensierire la retroguardia ospite: il colpo di testa termina alto.
I primi cambi del Catania arrivano nel finale di gara: esce un buon Biagianti al posto di Salifu, nonché entra l’albanese Çani per Gomez. I rossazzurri provano a guadagnare minuti importanti e Maraner mette dentro anche Rolin al posto di Spolli con il chiaro intento di far scorrere le lancette dell’orologio. Non trovando la via della rete, Giaccherini prova a conquistare un rigore simulando vistosamente in area etnea: Giannoccaro non abbocca l’ammonisce. Quando la gara sembra ormai finita, si ripete il copione della gara di domenica scorsa con l’Inter: strepitoso stop dalla destra di Pogba che crossa al centro. La palla deviata da Marchese costringe Andujar a smanacciare sui piedi di Giaccherini che, da due passi abbatte il muro del Catania. Dopo quattro minuti di recupero finisce un’altra triste gara.

Mi chiamo Maran, e non posso fiatare.

“Devo esser più bravo a non urlare, non fiatare in panchina. Un “ma dai” è già troppo per me. Certi episodi sono chiari, come sull’azione del goal col giocatore della Juventus che si ferma a chiedere scusa e l’arbitro che non fischia nulla. E’ talmente chiaro il fallo che non c’è da aggiungere nulla.

“Fa rabbia non portare a casa nulla dopo una prestazione del genere contro la Juventus. Potevamo far meglio in ripartenza ma abbiamo fatto in pieno il nostro dovere primario. La prestazione resta positiva anche come risposta alla sconfitta di settimana scorsa contro l’Inter. Siamo arrivati compatti, convinti. Abbiamo sofferto ma con ordine. Avremmo meritato il risultato positivo che è sfumato per le situazioni dette poc’anzi.
“Non ha influito la sostituzione di Spolli quanto i falli non concessi negli ultimi minuti. Avremmo portato a casa un pareggio meritato se ci fossero stati fischiati a favore i falli che abbiamo subito
“Possiamo sognare e continueremo a farlo. Non cambieremo i toni, rimanendo umili. Ci siamo incontrati con realtà molto diverse dalla nostra. Non sono preoccupato perché ho visto una squadra quadrata, con tanta voglia, anche in classifica è cambiato poco. Continuiamo sulla strada tracciata finora.
“Ho visto una squadra, squadra davvero. La reazione della squadra resta al centro della mia attenzione da allenatore. Non c’è stato nulla di fortunoso nei nostri meriti. Siamo stati timidi nella prima parte. Pensavamo di subire un po’ di più. Nel secondo tempo siamo venuti fuori meglio, andando spesso all’uno contro uno con i nostri attaccanti. Serviva un pizzico di spigliatezza in più ma correre per chiudere tutti gli spazi ci ha tolto un po’ di brillantezza negli ultimi metri.

 

 

CATANIA - UDINESE: 3- 1

Gomez, Gomez, Lodi, Muriel

 

CATANIA (4-2-3-1): Andujar; Alvarez, Bellusci, Legrottaglie, Marchese; Lodi, Almiron (79’ Biagianti); Izco, Barrientos, Castro (92’ Keko); Gomez (89’ Doukara). A disposizione: Frison, Terracciano, Potenza, Rolin, Salifu, Ricchiuti, Bergessio, Çani, Petkovic. All.: Maran.
UDINESE (3-5-1-1): Brkic; Benatia (86’ Zielinski), Danilo, Angella; Faraoni (59’ Campos Toro), Badu, Allan, Merkel (79’ Ranegie), Gabriel Silva; Pereyra; Muriel. A disposizione: Padelli, Pawlowski, Berra, Rodriguez, Marsura. All.: Guidolin.
ARBITRO: De Marco di Chiavari. AMMONITI: Bellusci, Alvarez (C). Benatia (U). ESPULSO: Potenza (C

 

HABEMUS PAPU…DUE VOLTE!
Andrea Mazzeo  (www.catania46.net)

Un Catania dai due volti trova un importantissimo successo in chiave Europa League superando con un perentorio 3-1 una giovanissima Udinese. Primo tempo senza sussulti, dove sono i friulani a rendersi maggiormente pericolosi. E’ bravo Andujar a far chiudere sullo 0-0 la prima frazione di gioco. La strigliata di Maran negli spogliatoi sortisce i suoi effetti ed il triumvirato Castro-Barrientos-Gomez mette in ginocchio i bianconeri con una doppietta del “Papu” in appena 18 minuti. Una punizione di Lodi deviata dalla difesa ospite mette il sigillo al successo. Inutile la rete di Muriel nel finale. Il Catania torna a respirare aria europea salendo al settimo posto e portandosi a due punti dalla Lazio, prossima avversaria dopo la sosta.
Non può ancora contare sulla migliore formazione, ma il tecnico Maran fa di necessità virtù. A causa della squalifica di Spolli, la coppia central è formata da Legrottaglie e Bellusci. Ritorna Barrientos che gioca accanto a Castro con Gomez unica punta. Solo panchina per Bergessio, in dubbio fino all’ultimo. Tante le assenze in casa Udinese. Guidolin deve fare a meno di Di Natale e Basta, oltre a Pinzi, Lazzari e Pasquale. Fase offensiva affidata a Muriel con dietro Pereyra.
Nonostante la formazione sia giovanissima, la squadra friulana è la prima a trovare subito la porta con un colpo di testa di Danilo su punizione di Markel: Andujar è attento. Risposta del Catania al 3’ con una sventola di Almiron che trova lo stinco di Benatia e per poco non sorprende Brkic. I primi minuti di gara non si fanno notare per il ritmo. I tanti falli a centrocampo spezzettano notevolmente il gioco impedendo alle due squadre di proporsi seriamente in avanti.
I rossazzurri sembrano scesi in campo privi del piglio giusto, permettendo agli ospiti di poter contenere senza troppi patemi. Al 18’ è ancora Merkel su punizione ad impensierire Andujar, che in volo mette il pallone in angolo. Sulla successiva battuta del corner, Allan ci prova da fuori ma non trova la porta. Gli etnei sembrano mentalmente fuori dall’impegno e solo Almiron e Gomez provano ad illuminare il gioco dei rossazzurri.
Al 24’ sinistro tagliato di Lodi da fermo: svetta Castro e manda alto; dietro di lui era messo meglio Almiron. Due minuti dopo, buona giocata in velocità del Catania, ma Barrientos perde tempo e palla al limite dell’area. La squadra di Maran prova a salire in cattedra e poco prima della mezzora è ancora il Pitu a sfiorare il vantaggio con un tiro al volo che sorvola di poco la traversa dopo una respinta di pugni di Brkic.
Break dei bianconeri al 32’ con Faraoni, che prima s’inventa un bel dribbling al limite, poi fa partire una conclusione che non sorprende Andujar. A parte un tiro senza pretese di Castro che trova la facile parata di Brkic ed un diagonale di Merkel di poco a lato non c’è più nulla da registrare in questo abulico primo tempo. 0-0 dai tratta quasi irritabili: squadre imballate e spazi ridotti all’osso.

Nella ripresa, i due tecnici ripresentano in campo lo stesso scacchiere della prima frazione di gioco. Finalmente il Catania reagisce al torpore e trova il vantaggio: bellissimo lancio al 49’ di Barrientos per Gomez. Il Papu chiama in causa Castro che con un gesto di altruismo chiude il triangolo con il numero 17 che supera Brkic grazie ad una carambola sul palo. Sesto gol stagionale per Gomez.
Subìto lo svantaggio, l’Udinese prova subito a rispondere con Badu: il ghanese calcia in modo violento ma troppo impreciso. I friulani guadagno metri, mentre i padroni di casa hanno difficoltà a far ripartire l’azione. Al 52’ mischia in area etnea e Benatia prova la girata senza fortuna. La gara s’innervosisce, e dopo l’ammonizione di Bellusci per un fallo a centrocampo su Muriel, Potenza dalla panchina viene espulso per proteste nei confronti di De Marco reo di non aver sanzionato lo stesso Muriel per un fallo di reazione plateale.
Nel momento migliore degli ospiti, il Catania trova il raddoppio: splendida percussione sull’asse Castro-Barrientos, con quest’ultimo che crossa al centro area, dove da dietro sbuca Gomez e realizza la sua doppietta personale. C’è un altro Catania in campo nella ripresa. Dopo una punizione velenosa di Merkel senza fortuna, i rossazzurri chiudono la gara. E’ il 71’ quando Lodi su punizione mette il sigillo andando a realizzare contro la sua ex squadra: la rete del numero 10 scaturisce da una leggera deviazione della barriera che sorprende imparabilmente Brkic.
Nei minuti finali c’è spazio per i cambi: nel Catania entra Biagianti al posto di un claudicante Almiron, mentre nell’Udinese entra Ranegie per Merkel. Pochi minuti dopo, i friulani accorciano le distanze con un bel diagonale di Muriel che fa secchi Bellusci e Legrottaglie, trovando il sesto gol stagionale. La squadra di Guidolin prende coraggio e prova a rientrare in partita, ma non c’è più tempo ed i rossazzurri possono festeggiare il ritorno al successo.
Francesco Guidolin : “Abbiamo preso due goal che potevano essere letali. Invece siamo rimasti in partita.

Non abbiamo reso vita facile al Catania. Eravamo giovanissimi, penso sia stato un record. Se avessimo fatto goal nel primo tempo avremmo potuto far male, sportivamente. Ad inizio secondo tempo abbiamo commesso un errore, sono comunque contento della prestazione della squadra.
“Il Catania non è lontano da noi. Non ho mai parlato d’Europa ma di rimanere nella classifica di sinistra. C’è molto entusiasmo nel Catania. Sta maturando, giocano insieme da diversi anni e da quattro, allenata anche da tecnici diversi, riesce a migliorare. Ha consapevolezza, può ambire all’Europa. Ammiravo il Catania per quel che stava facendo, voleva essere un complimento quando si è parlato di fastidio. C’è chi ha voluto capire male.
“Non ho mai venduto fumo. Non è possibile andare sempre in Europa. Il Catania potrebbe esser la provinciale che va in Europa rompendo i piani delle grandi ma dovrà riuscire a mettersi alle spalle qualche altra squadra. Non sarà facile. Ad Udine sanno che non si può sempre ambire all’Europa.
“Qui al Massimino è stato difficile per tutti giocare, samba e rumba, non sono sorpreso che la squadra sia riuscita a metter in difficoltà il Catania ma sono felice.

Barrientos-Castro-Gomez e il Catania va

Pronti via e il Catania passa. Con un pallone illuminante di Barrientos che al 4’ serve in profondità Castro, bravo a mettere il Papu solo davanti al portiere. Gomez è freddo e con un po’ di fortuna segna l’1 a 0. La partita si accende e Guidolin inserisce Campos Toro al posto di Faraoni per provare a pareggiare. Ma a segnare sono ancora i siciliani con il trio made argentino in San Lorenzo. Castro lancia, Barrientos crossa e il Papu, 165 cm, segna di testa. Il catania chiude la partita, con un po’ di fortuna al 78’. Punzione di Lodi e deviazione della barriera. Brkic è sorpreso. 3-0 e un quarto d’ora e poco più di garbage time. Guidolin mette Ranegie per Merkel e l'Udinese spinge. Molta pressione ma un solo gol la perla del colombiano Muriel all'81'. Il Catania dopo due sconfitte nel recupero supera momentaneamente la Roma e si iscrive alla corsa per l’Europa.

 

'Que orgullo'': i calciatori argentini pazzi per Bergoglio

Il San Lorenzo pubblica la foto della tessera del Pontefice: "È un nostro socio".
Come a un goal nella finale di un Mondiale il calcio argentino è esploso in un incredibile boato di gioia per l’elezione di un Papa di Buenos Aires. Dallo Stretto di Magellano all’Inghilterra passando per Spagna, Francia e Italia tutti i calciatori argentini hanno voluto manifestare in tutti i modi la loro gioia. Sui social network, sulle agenzie di stampa, sui giornali, in tv. Un evento che vivono quasi come un segno premonitore di un futuro raggiante.
“Que orgullo”
Un finto Lionel Messi l’ha scritto su Twitter: “Un Papa argentino! Quanta felicità. Francesco I mi piacerebbe poterti dedicare il Mondiale 2014”. Ma poco importa che non sia l’originale. Tutti i nazionali argentini sono entusiasti.
L’attaccante del Manchester City, Sergio Aguero scrive “Che orgoglio”. Quello del Real Madrid Gonzalo Higuain “sono orgoglioso che il Papa è argentino. È una notizia che una persona così importante rappresenti il nostro Paese”.
Quello del Paris Saint Germain el Pocho Lavezzi aggiunge: “Un’emozione e una felicità incredibile per la nomina di Papa Francesco. Un Papa argentino che tifa San Lorenzo”.
Zanetti: “Voglio conoscerlo”
E anche gli argentini d’Italia fanno festa. Sempre da Twitter arrivano gli auguri ufficiali della Roma e dell'Inter, in cui militano ben otto argentini.
Il più emozionato sembra proprio il capitano dei nerazzurri Javier Zanetti: “Mi aspetto di conoscere il nuovo Papa connazionale, sarebbe una grandissima emozione per me e per tutta la mia famiglia. Gli auguro tutto il bene possibile e, ripeto, per tutti noi come popolo argentino è una grande emozione".

 

 

Il Papu tifa per il Papa. Gomez: "Felici che sia un sostenitore del San Lorenzo". Bergessio: "In Argentina sono impazziti". Izco: "Lo hanno eletto nel giorno del mio compleanno, magari mi porta fortuna"

 

Andujar: “Porta il Sud del mondo in Vaticano”
Con dieci giocatori argentini in rosa, il Catania è la più grande colonia di calciatori argentini in Italia. E l’elezione del Papa ha suscitato davvero una grande emozione tra loro.
"Sono davvero emozionato, è un momento storico e ho accolto la notizia con un grande sorriso. Ho sentito quasi tutti i miei compagni e per noi argentini l’origine del nuovo Papa è certamente un motivo in più per gioire. Francesco I porta il Sud del mondo, le sue speranze e la sua energia in Vaticano: possa essere uno splendido percorso sulla retta via della fratellanza per tutti, proprio come è stato detto”, ha detto portiere Mariano Andujar.

Burdisso: “Sarà il vescovo di tutti”
Gioiscono anche gli argentini della Roma Nicolas Burdisso, Erik Lamela e Pablo Daniel Osvaldo.
“È un'emozione grandissima, prima come credente e poi come argentino. Il nuovo Papa non sarà solo il Vescovo di Roma, sarà il Vescovo di tutti” ha confessato Burdisso dopo aver seguito assieme alla famiglia davanti alla televisione l'elezione di Bergoglio, appassionato di calcio e tifoso del San Lorenzo de Almagro.

http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?titolo=%27%27Que+orgullo%27%27%3A+tutti+i+calciatori+argentini+sono+%27%27pazzi%27%27+di+Papa+Bergoglio&idSezione=20236

 

CONTINUA LA CAVALCATA DEI SOGNI. IL CATANIA RESTA NELL'EUROSTAR - Gianluca Cocina (www.catania46.net)

Volendo forse esagerare un po’, la gara contro l’Udinese che è appena stata messa in archivio avrebbe rappresentato per il Catania, alla vigilia, l’ultima chiamata per l’Europa, l’ultimo avvertimento del capostazione il cui richiamo invitava i ritardatari a salire a bordo di quell’Eurostar pronto a viaggiare verso il nord Italia, per poi valicare le Alpi e oltrepassare il confine italiano, fino ad entrare ed immergersi nell’atmosfera europea in quel di maggio, mese deputato alla chiusura del campionato 2012/2013. E la squadra di Rolando Maran, all’avviso ai naviganti, non è stato di certo sorda, ma anzi ha prontamente risposto con tre squilli acutissimi, vincendo e convincendo (solo a tratti) contro un’Udinese scevra di ben otto elementi indispensabili, battuta al “Massimino” con un 3-1 che non ammette repliche.
I due cazzotti presi da Inter e Juventus, che avrebbero potuto mandare k.o. qualsiasi pugile di grossa levatura, non ha invece minimamente scalfito il morale e, soprattutto, la dignità della compagine rossoazzurra, pronta a rimettersi in carreggiata e a rimanere agganciata a quel treno dei desideri di stazza europea, nella speranza di compiere un vero e proprio miracolo sportivo. Come se non bastasse, poi, arrivava al “Massimino” l’Udinese di Francesco Guidolin, in difficoltà manifestamente acclarata rispetto alle scorse stagioni, ma fattasi pericolosamente sotto negli ultimi turni e ad una sola lunghezza di distanza dagli etnei prima dell’incontro. Con una formazione rimaneggiata per le assenze che l’avevano falcidiata durante la settimana di preparazione al match e con una età media di 22 anni, il rischio di sottovalutazione da parte della band di Maran poteva essere forte, ma così non è stato, per fortuna.
Come spesso accade nel calcio, le partite possono essere divise in due perfetti tronconi, rispondenti alle fasi di primo e secondo tempo, per meglio analizzarne l’andamento complessivo. Orfano ancora di Bergessio, portato comunque in panchina ma ancora instabile fisicamente, Rolando Maran si era risolto ad optare per il 4-2-3-1, suo sistema di gioco “di scorta” (come, d’altro canto, lo era stato il 3-5-2 per Vicenzo Montella nella stagione passata). Dovendo sopperire alla mancanza di un punto di riferimento centrale in avanti che facesse da boa come “El Lavandina”, l’arduo e forse ingrato compito di aprire gli spazi, cercando la profondità e l’incursione delle mezze punte era toccato a Gomez, entrato in palese difficoltà sin dalle prime battute di gioco, vista la mancanza di rifornimenti unita alla sua scarsa vena non solo realizzativa, ma di conoscenza profonda del ruolo di prima punta (il che non rappresenta sicuramente una colpa per lui).

 

 

Nel secondo tempo, invece, tutta un’altra musica suonava al caro vecchio “Cibali”. Il cambio di modulo dal 4-2-3-1 al ben oleato 4-3-3 ha modificato sensibilmente il registro della gara. Lo spostamento di un fin lì abulico Izco, spaesato nel compito di ala sinistra, al classico ruolo di mezzala destra, con Barrientos ala destra e Gomez “falso nove” aveva portato, nel giro di pochi minuti, alla doppietta del “Papu”, prima di piede su un’azione ricamata ad arte da Barrientos e Castro, conclusa poi con un colpo di biliardo dello stesso Gomez, poi con un abile colpo di testa messo dentro sempre dal folletto argentino su assist fantastico del “Pitu” Barrientos, salito sugli scudi per la prova offerta e per i lampi di genio con in quali ha illuminato e incantato la platea del “Massimino”. Il gol su piazzato di Lodi, deviato dalla barriera, aveva infine suggellato una gara gestita al meglio, “mortificata” soltanto dalla rete della bandiera di Muriel, opportunista nell’approfittare di una topica colossale creata da Marchese e Bellusci.
Scavalcata momentaneamente la Roma e balzato al settimo posto in graduatoria, al Catania non resta che stare a guardare la giornata delle altre partecipanti alla corsa per l’Europa, sperando in alcuni passi falsi. Con nove giornate alla fine e con un calendario che, dati alla mano, potrebbe consegnare squadre già in vacanza anticipata per via di obiettivi stagionali pienamente centrati o, ancor meglio, già ampiamente mancati, potrebbe aprire scenari importanti in casa rossoazzurra.
Senza mai dimenticare, ovviamente, la logica del passo dopo passo (tra due settimane si gioca all’ “Olimpico” contro la Lazio di Vladimir Petkovic, in piena corsa per la Champions League, forse la compagine più in forma di questo campionato) e della non obbligatorietà del raggiungimento del piazzamento europeo, pena il fallimento di un’intera stagione. Mai pensiero, infatti, sarebbe più errato, diabolico e in totale malafede di questo.

 

 

vai allo speciale

 

DUE UOMINI, DUE ESEMPI DI STILE.

Ho voluto fortemente rinsaldare il mio legame con il Catania perché in questi mesi mi sono trovato splendidamente sotto ogni aspetto: societario, tecnico ed ambientale, dalla struttura alla città. Il rinnovo è la proiezione naturale della qualità del lavoro quotidiano e della linearità di un progetto che suscita continuamente la voglia di esserci e di partecipare. La Serie A con questi colori è una realtà splendida: ho esordito in questa categoria grazie al Catania ed abbiamo raccolto già, insieme ai ragazzi ed allo staff tecnico, risultati importanti. Solitamente, nelle circostanze favorevoli, cantano le sirene, magari alcune davvero ammalianti, ed è piacevole essere gratificati dagli apprezzamenti: passione, intelligenza e lucidità ti conducono infine alla scelta giusta. Per me Catania rappresenta ciò che desidero e l’entusiasmo rispetto al primo giorno è aumentato. Resto qui, felice”. “Solitamente, nelle circostanze favorevoli, cantano le sirene, magari alcune davvero ammalianti, ed è piacevole essere gratificati dagli apprezzamenti: passione, intelligenza e lucidità ti conducono infine alla scelta giusta. Per me Catania rappresenta ciò che desidero e l’entusiasmo rispetto al primo giorno è aumentato. Resto qui, felice”

Lo Monaco contro Pulvirenti: "Non mi ha pagato, lo porto il tribunale".
E' guerra aperta tra Pietro Lo Monaco e il Catania. L'ex dirigente del club etneo, che quest'anno ha interrotto i contratti prima con il Genoa e successivamente con il Palermo, ha chiesto 6 milioni e 650 mila euro di stipendi non retribuiti, dal giugno 2004 al maggio 2012, in qualità di amministratore delegato e il relativo Trattamento di fine rapporto.
Secondo l'avvocato Sergio Marullo di Condojanni che, come riporta oggi Milano Finanza, ha depositato una citazione a giudizio nel Tribunale civile di Catania, Lo Monaco, che "è stato l'artefice dello straordinario sviluppo patrimoniale e economico" della società, "non ha peraltro mai ricevuto alcun compenso per lo svolgimento della sua attività di amministratore delegato, ricevendo compensi soltanto per l'incarico di direttore generale".
Secca la replica della società del presidente Pulvirenti: 'Abbiamo preso atto di quanto contenuto nella citazione, che riteniamo totalmente infondata"

 

LAZIO - CATANIA: 2- 1

Izco, Legrottaglie (autogol), Candreva

 

LAZIO (3-5-1-1) Marchetti; Biava, Cana, Radu; Gonzalez, Ledesma, Onazi (dal 19′ s.t. Ederson), Hernanes (dal 30′ s.t. Klose), Lulic; Candreva; Saha (dal 18′ s.t. Kozak). (Bizzarri, Strakosha, Crecco, Pereirinha, Mauri, Stankevicius, Antic, Rozzi). All.: Petkovic.
CATANIA (4-3-3) Andujar; Alvarez, Legrottaglie, BelluscI, Marchese; Izco, Lodi, Biagianti (dal 41′ s.t. Doukara); Barrientos, Bergessio, Gomez (dal 33′ s.t. Castro). (Frison, Terracciano, Rolin, Ricchiuti, Salifu, Cani, Keko, Petkovic). All.: Maran.
ARBITRO Massa di Imperia. AMMONITI: Ledesma, Marchetti (L), Marchese, Lodi, Barrientos (C).
 

di Andrea Mazzeo (catania46.net)

Non sarà una serena Pasqua per il Catania di Rolando Maran. La formazione etnea torna sconfitta dalla trasferta capitolina contro una Lazio letteralmente padrona del campo. Nonostante la formazione biancoceleste abbia messo d’assedio la porta di Andujar (15-0 il conto dei tiri verso i pali del portiere argentino), la squadra catanese è riuscita nell’intento di portare a compimento il primo tempo sullo 0-0.

La buona organizzazione della squadra di Petkovic, ed un Candreva in giornata di grazia, sono gli elementi che lasciano senza fiato i rossazzurri, costretti a giocare per quasi 45 minuti a difendersi nella propria metà campo, alzando un bunker ben protetto da un attento Andujar. Al 9′, Candreva a tu per tu con il portiere etneo, si fa ipnotizare da Andujar. Errori pazzeschi a rendere merito al taccuino giornaliero: al 15’ Saha, con la porta spalancata, non inquadra i pali producendo qualcosa di inguardabile. Nell’assalto laziale c’è da annoverare anche la traversa di Cana.

Nella ripresa accade l’inverosimile: la Lazio incassa la classica doccia fredda al primo affondo etneo. Al 49’ su un rilancio apparentemente innocuo di Radu, la palla sbatte su Izco. La parabola è velenosa e beffa Marchetti. Come un regalo trovato nell’uovo, il Catania si ritrova improvvisamente in vantaggio. La Lazio accusa visibilmente il contraccolpo, tanto che la squadra di Maran comincia a prendere fiducia guadagnando metri.
La carica della riscossa la suona Petkovic che inserisce in pochi minuti Ederson, Kozak e poi anche Klose (al rientro dopo 54 giorni di stop per l’infortunio). Proprio i nuovi entrati risulteranno decisivi. Accade tutto in due minuti. Prima, al 79′, Legrottaglie intercetta il traversone di Radu e beffa Andujar. Passano appena due giri di lancetta e la Lazio ribalta il punteggio: devastante progressione di Ederson, Bellusci abbocca e lo mette giù vistosamente. Inevitabile il rigore concesso dall’arbitro Massa. Dal dischetto Candreva non perdona, mandando la Lazio alle stelle. Torna sulla terra un Catania che fino ad undici minuti dalla fine aveva cullato il sogno di scavalcare in un sol colpo Inter, Roma e Lazio. Un peccato visto come si erano messe le cose, ma obiettivamente non un’ingiustizia.

 

 

 

Per sognare bisogna riscattarsi contro il Cagliari
ROMA – Così Rolando Maran al termine di Lazio-Catania
“Abbiamo preso goal nel nostro momento migliore. A causa dei risultati delle altre squadre restiamo in lotta e continuiamo a sognare. La Lazio è riuscita a tirar fuori qualcosa in più unito al campo scivoloso che ha condizionato la nostra gara. In vantaggio siamo cresciuti.
“Archiviamo questa sconfitta, brucia anche se in un campo difficile, se vogliamo continuare a sognare dobbiamo far punti. Bisogna partire con l’entusiasmo di sempre.
“Perdiamo Pitu, troviamo Spolli. Da martedì cominciamo a pensare al Cagliari. Vogliamo subito tornare a far risultato. Peccato non aver messo la sorpresa nell’uovo di Pasqua del Catania. Vogliamo continuare a stupire. Ce la metteremo tutta per regalare un post-Pasqua più sereno.

 

Pietro Lo Monaco infanga e minaccia il Catania.

Appena rientrato da uno dei suoi soliti viaggi in Argentina, ha rilasciato una lunga intervista al direttore di Tuttomercatoweb, Michele Criscitiello, dove, oltre a parlare del burrascoso rapporto con il presidente dei rosanero, Maurizio Zamparini, ha spiegato i motivi della sua richiesta di 6,5 milioni di euro al Catania: “E’ un atto dovuto. Per 9 anni sono stato il Direttore generale del club e ho percepito regolarmente il mio stipendio come prevede un contratto federale. C’è un particolare che qualcuno dimentica, forse. Ero anche l’Amministratore Delegato del Catania, eletto regolarmente dal Cda della società. E da Amministratore Delegato il sottoscritto non ha mai percepito un solo euro. Da Direttore Generale invece ho fatto la risoluzione del contratto, rinunciando dunque a due anni di emolumenti e senza pretendere nemmeno un euro come avrebbe fatto chiunque. Questo lo sapete? Lo scrivete? Perchè 6,5 milioni? Il compenso di un amministratore delegato normalmente si stabilisce sulla base di due parametri: l’incremento patrimoniale della società conseguito grazie all’’opera svolta dall’’amministratore e gli emolumenti degli altri Amministratori Delegati della serie A. La vertenza è partita e quando prenderò quei soldi so anche cosa farò. Devolverò la cifra alle povere famiglie dei dipendenti Wind Jet e non aggiungo altro. Perchè non li ha chiesti prima? Perché da aziendalista quale sono ho sempre pensato prima al bene delle mie aziende e mai alle mie tasche. Ho gestito la società con oculatezza e questo ha permesso che una piccola realtà come il Catania potesse crescere nel modo che oggi tutti conoscono. E poi a chi dovevo chiederli i soldi? A me stesso? Cioè a chi addirittura è stato costretto a metterci di tasca propria? Nessuno sa che il Catania Calcio si è potuto iscrivere al campionato 2011-2012 grazie al conto corrente personale di Pietro Lo Monaco. Dopo aver chiesto a Pulvirenti di anticipare la somma necessaria al pagamento degli stipendi del mese di aprile 2011 (adempimento necessario senza il quale il Catania non si sarebbe potuto iscrivere al campionato successivo) fui costretto ad intervenire io personalmente perché il presidente non se ne volle occupare, lavandosene le mani. Ho dato io una garanza bancaria e il Catania si potè iscrivere al campionato. Ricordo a qualcuno che finge di aver dimenticato qualcosa che come ho acceso la luce al Catania, in un attimo la posso spegnere. Avviso per i naviganti“.

 

 

 

 

CATANIA - CAGLIARI: 0-0


CATANIA (4-2-3-1): Andujar; Alvarez, Bellusci, Spolli, Marchese; Izco, Biagianti (82’ Salifu), Keko (82’ Ricchiuti); Castro (71’ Doukara), Bergessio, Gomez. A disposizione: Frison, Potenza, Legrottaglie, Rolin, Augustyn, Capuano, Çani, Petkovic. All.: Maran.
CAGLIARI (4-3-3): Agazzi; Pisano (32’ Cabrera), Rossettini, Astori, Avelar; Dessena, Conti, Nainggolan; Ibarbo (57’ Ekdal), Sau (77’ Thiago Ribeiro), Pinilla. A disposizione: Avramov, Ariaudo, Casarini, Nené. All.: Pulga.
ARBITRO: Valeri di Roma. AMMONITI: Bellusci (CT), Cabrera, Nainggolan, Dessena, Pinilla, Ekdal (CA).
 

Nel giorno in cui la fase offensiva della squadra di Maran appare più che scarna ed il Cagliari non cede un millimetro ai rossazzurri, il Catania abbandona definitivamente i sogni d’Europa League impattando al Massimino per 0-0. Senza il fosforo a centrocampo di Almiron e Lodi, e le invenzioni del “Pitu” Barrientos, gli etnei riescono solo a conquistare il 46° punto stagionale che li mantengono all’ottavo posto, ma rischiano di vedersi raggiunti e sorpassati dall’Udinese di Guidolin, oggi vittoriosi per 3-1 sul Chievo. Clamorosi gli errori di Pinilla e Thiago Ribeiro a tu per tu con Andujar.
Un Catania privo di molti elementi a centrocampo, è costretto ad affidarsi ad una mediana più tecnica con l’innesto di Keko, mentre Castro va a formare con Bergessio e Gomez il tridente offensivo. Se Maran piange le assenze di Lodi, Almiron e Barrientos, Pulga non se la ride, dato che deve fronteggiare l’assenza di Cossu. Per scardinare la porta etnea, il tecnico dei sardi si affida ad un terzetto tutta velocità formato da Ibarbo, Sau e Pinilla, rinunciando inizialmente a Thiago Ribeiro.
Nonostante le piogge del primo pomeriggio, le due squadre giocano su buoni ritmi, anche se è il Catania a gestire il pallino del gioco. Il Cagliari si limita a stringere gli spazi e ad accorciare la squadra, affidando il gioco solo alle ripartenze con lanci lunghi, spesso preda di una coppia difensiva ben registrata come quella di Bellusci e Spolli. In particolare, l’argentino riesce a prendere bene le misure a quell’Ibarbo, che in passato è andato in rete diverse volte contro i rossazzurri.
A centrocampo, Izco e Keko riesco a guadagnarsi la pagnotta con delle belle verticalizzazioni, sfruttando molto l’out di destra. Dall’altra parte, l’apporto di Marchese è come sempre encomiabile. Al 22’ Bergessio potrebbe sfruttare di testa un’uscita maldestra di Agazzi, forse ingannato dal sole, ma la palla viene deviata in corner. Dieci minuti dopo, finisce la partita di Pisano, infortunatosi dopo un contrasto fortuito con Gomez: al suo posto entra Cabrera.
Dopo una conclusione senza pretese di Izco, è proprio il nuovo entrato Cabrera a sfiorare il clamoroso gol del vantaggio ospiti, ma l’uruguagio non riesce a sfruttare il bell’invito di Ibarbo sparando alto sulla traversa. Prima del fischio del primo tempo, dopo ben cinque minuti di recupero, finisce sul taccuino delle azioni pericolose il tentativo di Marchese dalla distanza, ben contenuto da Agazzi. Senza reti e senza grosse occasioni la prima frazione di gioco.
La ripresa ripete il medesimo copione del primo tempo, anche se le ripartenze degli ospiti si fanno più pericolose. La prima azione è di marca sarda, con Nainggolan che non inquadra la porta ma mette paura alla difesa etnea. Le due squadre faticano molto a produrre gioco, ed il Catania si affida spesso ai lunghissimi rinvii di Andujar per i perfetti stop di Gomez. Maran risponde al cambio di Pulga, che toglie dal campo un spento Ibarbo per Ekdal, ed inserisce Doukara al posto di un Castro decisamente con la lampadina fulminata.
Gli spazi sono strettissimi ed a parte un gol spettacolare di Bellusci, giustamente annullato per gioco già interrotto, non si registra nulla di rilevante da sottolineare. Nel festival del gioco spezzettato, all’80’ è Pinilla ad avere la palla del match point andando in progressione solitaria, ma il tiro dell’ex rosanero è clamorosamente al lato. Maran si gioca il tutto per tutto a otto minuti dalla fine, ed inserisce Salifu e Ricchiuti per Biagianti e Keko.

 

 

Nel forcing finale etneo, ci prova prima Gomez che va via sul fondo e crossa per Bergessio, ma è bravo Avelar a salvare la porta, poi è Bergessio a provarci su punizione dal limite senza fortuna. Dopo tre minuti di recupero, dove Thiago Ribeiro si divora il gol del vantaggio a tu per tu con Andujar (bravissimo Marchese a riprenderlo in velocità), finisce una pessima gara dei rossazzurri, decisamente poco attivi in attacco e senza idee in fase creativa.
Andrea Mazzeo (catania46.net)


Altra opportunità persa sulla strada dell’Europa per un Catania che oggi non ha espresso tutto il suo potenziale contro un Cagliari che ha chiuso ogni varco ed ha sfiorato la vittoria nel recupero. Maran ha problemi soprattutto a centrocampo in cui mancano gli infortunati Lodi ed Almiron mentre Barrientos è squalificato e quindi rispolvera lo spagnolo Keko accanto a Gomez e Castro nel 4-2-3-1 in cui Izco e Biagianti si schierano davanti alla difesa e Bellusci viene preferito a Legrottaglie affiancando il rientrante Spolli; Bergessio è ovviamente la punta centrale. Pulga e Lopez confermano Ibarbo a supporto di Pinilla e Sau nel 4-3-1-2 iniziale.
Si comincia a ritmi blandi con il Catania che cerca di penetrare nella munita difesa sarda ed il Cagliari che prova a sfruttare la velocità di Sau ed Ibarbo con rapide ripartenze. Keko dimostra subito di essere in palla e viene anticipato di un niente da Astori su lancio di Gomez. Sulla sinistra Marchese gode di grande libertà ma i suoi lanci difettano di precisione. Grande occasione per Bergessio su bel lancio di Keko ma Agazzi salva in angolo. Poi è Gomez di testa di poco fuori su cross di Marchese. Si infortuna il cagliaritano Pisano ed entra Cabrera con arretramento di Dessena esterno di difesa. Il neo entrato uruguajo si fa subito notare tirando però fuori un appoggio di Ibarbo. Ci prova anche Izco da lontano ed Agazzi si supera in angolo. E’ Marchese tra i più attivi a provarci sia con un cross perocoloso che Astori libera, sia con un tiro da fuori parato da Agazzi.
La ripresa si apre con un’occasione per Naingollan il cui tiro, deviato fortuitamente da Sau, finisce fuori. Pulga fa entrare Ekdal per uno spento Ibarbo. Giuste ammonizioni per Naingollan e Cabrera per falli su Alvarez e Gomez. Ci prova Keko su assist di Gomez ma la difesa sarda chiude ogni varco. Il Cagliari in evidenza per gioco duro ed anche Dessena e Pinilla finiscono sul taccuino di Valeri per brutti falli su Gomez ed Izco. A gioco fermo Bellusci spara una cannonata che finisce in rete e Valeri lo ammonisce. Cambi dalle panchine con Doukara per Castro e Thiago Ribeiro per Sau. E’ ancora Marchese a provarci ma Agazzi c’è.
Incredibile occasione per Pinilla che solo davanti ad Andujar tira fuori. Maran prova le ultime mosse inserendo Salifu e Ricchiuti per Biagianti e Keko. Il Catania ci prova con le ultime forze ed è Avelar che salva di testa su Bergessio e poi Doukara viene abbattuto al limite dell’area ma non c’è Lodi e Bergessio incoccia la barriera. Ancora un’ammonizione per il sardo Ekdal ma nel recupero è Thiago Ribeiro che in una ripartenza tutto solo si fa anticipare da un grande Marchese che salva quella che ancora una volta sarebbe stata una beffa. E’ però Spolli che di testa ha l’ultima occasione ma la palla finisce sopra la traversa.
Il pareggio tutto sommato è giusto ma con un pò di fortuna in più i 3 punti potevano arrivare: ora si va a Verona contro un Chievo non ancora salvo ma va cercata una vittoria che rilancerebbe le ambizioni europee e farebbe raggiungere con largo anticipo il record dei punti.
I migliori: Alvarez gioca un ottima gara ed è in gran forma al pari di Izco che regge il centrocampo; Marchese è tra i più pericolosi in avanti e salva il pareggio nel finale. Tra i sardi Astori dimostra di meritare la nazionale.
I peggiori: Castro oggi è stato al di sotto dei suoi standard. Nel Cagliari Ibarbo molto sotto tono e Thiago Ribeiro si è divorato l’occasione della vittoria.
Piero Russo de Cerame (Catania46.net)
 

 

 

CHIEVO - CATANIA : 0-0



CHIEVO (5-3-2): Puggioni; Frey, Cesar, Andreolli, Dainelli, Dramé (65’ Sardo); Rigoni (82’ Guana), Hetemaj, Cofie; Thereau (60’ Samassa), Pellissier. A disp.: Ujkani, Squizzi, Papp, Seymour, Stoian, Vacek, Luciano, Paloschi, Hauche. All.: Corini.
CATANIA (4-3-3): Andujar; Alvarez, Bellusci, Spolli, Marchese; Izco, Lodi (75’ Castro), Biagianti (88’ Almiron); Barrientos, Gomez; Bergessio. A disp.: Frison, Messina, Potenza, Legrottaglie, Capuano, Rolin, Keko, Salifu, Doukara, Çani. All.: Maran.
AMMONITI: Samassa (CH), Bellusci, Izco (CT).  ARBITRO: Giacomelli di Trieste.

 

TUTTO IL RESTO E' NOIA (Andrea Mazzeo - catania46.net)

Trovare qualche nota positiva, brillante o degna di essere annoverata, è cosa ardua davvero. Non resterà certamente negli annali degli almanacchi questo Chievo-Catania sotto il cogente sole veronese. Uno 0-0 che rispecchia fedelmente l’andamento della gara vista in campo. Pochezza e fantasia al lumicino hanno fatto scivolare la partita senza emozioni fino al 90’. I rossazzurri ottengono il punticino che permette di arrivare a quota 47, ma il successo strepitoso dell’Udinese sul campo del Tardini, costringe gli etnei a vedersi scivolare al nono posto. Un vero peccato, considerando il clamoroso stop dell’Inter in quel di Trieste contro il Cagliari. Domenica c’è il Derby, e lì tutta una città rivuole il ritorno al successo.
Corini si affida ad un coperto 5-3-2 che, in fase di possesso, permette a Dramè di schierarsi a centrocampo. L’attacco dei gialloblù è affidato al tandem Theareu-Pellissier, con Paloschi che si accomoda in panchina. Nessuna novità per il Catania di Maran, in campo con il consueto 4-3-3. Biagianti prende il posto di Castro a centrocampo, mentre nel tridente offensivo torna dal primo minuto Barrientos.
L’avvio gara è su ritmi molto compassati, anche a causa del forte caldo pomeridiano sul rettangolo di gioco del Bentegodi. Il Catania appare molto rilassato nei primi dieci minuti di partita, concedendo ai locali il pallino del gioco. Nonostante il blackout degli etnei, i “Mussi Volanti” non sembrano così incisivi e le occasioni latitano dalle parti di Andujar.

 


 

I rossazzurri provano ad organizzarsi, ma la verve non è certa quelle delle ultime uscite. Al 20’ prima azione pericolosa che sveglia il pubblico dal torpore del match: gran numero di Pellissier che colpisce al volo su perfetto assist di Thereau. La palla termina alta, ma il gesto atletico è degno di cronaca. L’unico nota etnea è invece rappresentata dal giallo all’indirizzo di Bellusci, come dire, decisamente poca cosa.
Finalmente, solo al 28’, il Catania si vede in campo: Dramè sbaglia un appoggio servendo Gomez. Il Papu s’invola e serve Lodi in profondità, ma è bravissimo Puggioni a capire tutto e ad anticipare il numero 10 rossazzurro. Maran suona la carica, e alla mezzora è Barrientos a seminare il panico tra la difesa clivense. Nonostante i buoni proposti del Pitu, l’azione sfuma per un eccesso di velo dell’ex San Lorenzo.
I ritmi continuano ad abbassarsi e gli errori non tardano ad arrivare. Al 37’ grossa ingenuità di Bellusci che buca l’intervento difensivo. Ne approfitta Pellissier che s’invola verso la porta, ma è tempestiva l’interdizione di Spolli che sbroglia la matassa. Prima della fine del primo tempo, restano da annoverare una punizione di Lodi terminata alta di un soffio, ed una bel dribbling in area di Izco non finalizzata al meglio da Gomez. 0-0, senza arte né parte.
La ripresa inizia con gli stessi protagonisti in campo, ma con un Catania che appare decisamente più tonico, sintomo che Maran ha catechizzato i suoi nello spogliatoio. Passano appena due minuti e sugli sviluppi di una punizione dal limite di Lodi, Bergessio impegna severamente Puggioni svettando di testa: buona la risposta dell’estremo difensore clivense. Break locale con Dramè che s’invola 30 metri senza alcun ostacolo da parte della retroguardia etnea, ma il tiro del senegalese è ciabattato e viene facilmente fermato da Andujar.
Corini prova a scuotere la pochezza offensiva dei suoi inserendo nel giro di pochi minuti, Samassa e Sardo, per uno spento Thereau ed un altrettanto poco incisivo Dramè. Nuova reazione degli etnei: prima è Barrientos a sfiorare il gran gol, ma la sua conclusione viene respinta di schiena da Bergessio, poi è Biagianti a servire nella corsa una splendida palla per Gomez che viene anticipato d’un soffio da Puggioni.
Al 75’ finisce la propria gara Lodi. Maran decide di togliere l’evanescente centrocampista per inserire Castro e provare a sfondare sugli esterni. Pochi minuti ed è il Chievo a sfiorare il clamoroso vantaggio con Bellusci che rischia di infilare la propria porta nel tentativo di salvare sul colpo di testa di Andreolli: decisivo l’intervento in tuffo di Andujar. La gara scivola via senza eventi meriti di finire sul taccuino, salvo l’ingresso in campo di Almiron, match winner della gara d’andata, al posto di Biagianti. Dopo quattro minuti di recupero, finisce la gara del Bentegodi. Nessuna delle due squadre ha voluto farsi del male. Lo stadio veronese continua a rimane un tabù per i colori rossazzurri.
Una partita di fine stagione giocata al rallentatore da Chievo e Catania che hanno preferito non farsi male, anche se gli etnei nella ripresa ci hanno messo un pò di impegno in più ma senza grandi risultati. Finisce con un pareggio a reti bianche che per i rossazzurri vuol dire soprattutto salvezza matematica a 6 giornate dalla fine e c’è ancora un lumicino acceso per l’Europa anche se l’Udinese, vincendo a Parma, scavalca gli uomini di Maran all’ottavo posto. I rientri di Lodi e Barrientos consentono di presentare quasi la formazione tipo nel 4-2-3-1 con il solo Almiron in panchina e Biagianti in campo, mentre Bellusci viene ancora una volta preferito a Legrottaglie. Il 4-3-1-2 di Corini vede Cesar e Dramè preferiti a Sardo e Guana.
Si comincia con una ripartenza di Gomez stoppata da Corini che ostacola El Papu dalla sua area tecnica ma non c’è acredine a dimostrazione del poco accanimento che si vedrà in campo. Ci sono tantissimi errori a centrocampo e non si segnala nemmeno un’azione degna di essere raccontata per molti minuti e l’unica nota di cronaca la fornisce Bellusci che finisce sul taccuino di Giacomelli per un fallo su Thereau.
Finalmente un pericolo per Puggioni che è bravo ad anticipare Lodi su assist di Gomez e subito dopo è Andreolli a salvare su affondo di Barrientos. Bergessio si batte come al solito e conquista una punizione sulla mattonella di Lodi che sfiora la traversa. Nel finale su azione di Izco è Gomez a sparare fuori.
Nel secondo tempo il Catania parte subito forte e Bergessio si conquista una punizione che stavolta Lodi piazza per la testa dello stesso Bergessio ma Puggioni compie un miracolo salvando in angolo. Oggi ancora in ombra Gomez che non sfrutta un assist di Izco. Corini cerca di cambiare qualcosa inserendo il maliano Samassa per uno spento Thereau mentre il mai amato ex Sardo rileva Dramè. Il Catania sembra averne di più ma non è aiutato dalla fortuna su un bel tiro di Barrientos che finisce addosso a Bergessio che poco prima era stato fermato ingiustamente da Giacomelli dopo che si era correttamente svincolato dalla gabbia dei difensori clivensi.
Dopo un’ammonizione a Samassa è Alvarez, oggi davvero in grande spolvero, che si fa tutta la fascia destra e crossa al centro ma Bergessio è in ritardo. Maran inserisce Castro per un Lodi che non ha ripreso il ritmo partita dopo l’infortunio alla mano. E’ però Andujar a salvare il risultato su un colpo di testa di Bellusci all’indietro e poi è Puggioni tempestivo ad anticipare Gomez. Dopo un’ammonizione ad Izco e gli ingressi di Guana per Rigoni e di Almiron per Biagianti, i 4 minuti di recupero non offrono ulteriori spunti di cronaca anche se il Catania sembra averne di più, ma con poco profitto.
Ora la concentrazione si sposta al derby di domenica contro un Palermo disperato. Gli obiettivi restano almeno l’ottavo posto ed il superamento di quota 50 con il passaggio automatico dei primi turni di Coppa Italia. Per l’Europa è molto più difficile ma il calendario non è impossibile e bisogna ancora crederci.
I migliori: Pablo Alvarez è stato decisamente il migliore in campo ed è da parecchie gare che si sta mettendo in evidenza per valori assoluti di continuità e di impegno; Barrientos ha provato qualche magia ma oggi era troppo solo. Bergessio è il solito toro ed ha sfiorato anche il gol. Puggioni e Andreolli i più sicuri della difesa del Chievo.
I peggiori: Gomez e Lodi i più in ombra. Per i veronesi gli attaccanti Thereau, Samassa e Pellissier non hanno creato un solo pericolo ad Andujar.

 

 

 

CATANIA - PALERMO : 1-1

Barrientos, Iilic

 

CATANIA: 21 Andujar; 14 Bellusci, 6 Legrottaglie, 3 Spolli, 12 Marchese; 13 Izco (dal 44′ Biagianti) 10 Lodi, 4 Almiron (dal 57′ Castro); 28 Barrientos, 9 Bergessio, 17 Gomez. A disposizione: 1 Frison, 2 Potenza, 5 Rolin, 26 Keko, 30 Salifu, 32 Cani, 33 Capuano, 34 Messina, 35 Doukara.
Allenatore: Rolando Maran.
PALERMO: 54 Sorrentino; 6 Munoz (dal 73′ Rios), 25 Von Bergen, 3 Aronica; 89 Morganella, 5 Barreto, 23 Donati, 28 Kurtic (dal 77′ Hernandez), 8 Dossena; 27 Ilicic (cap.), 17 Boselli (dal 57′ Dybala). A disposizione: 99 Benussi, 7 Viola, 14 Anselmo, 16 Fabbrini, 18 Faurlin, 22 Nelson, 29 Garcia, 30 Brichetto, 33 Formica.
Allenatore: Giuseppe Sannino.
ARBITRO: Paolo Silvio Mazzoleni (Bergamo).

 

Ennesima beffa:stavolta a tempo scaduto, il Catania si fa raggiungere dal Palermo in un derby che aveva dominato in lungo e in largo ma una disattenzione della difesa costa ai rossazzurri altri 2 punti persi ed oramai l’Europa diventa un miraggio. Maran deve fare a meno di Alvarez e schiera Bellusci esterno destro di difesa riproponendo Legrottaglie al centro e recuperando Almiron davanti alla difesa. Sannino deve fare a meno di Miccoli rimpiazzato da Boselli. Subito un giallo a Donati per fallo su Barrientos. Il Catania fa la partita e Marchese fornisce un assist a Gomez ma Sorrentino para. In sequenza un tiro di Almiron dalla distanza alto, un’occasione per Izco che sbaglia a piazzare il pallonetto e poi una punizione di Lodi con Sorrentino che devia in angolo.
Il Palermo la mette sul gioco duro e Dossena si merita il giallo per fallo su uno scatenato Barrientos. Poi è Andujar a salvare con un grande intervento su Ilicic che per fortuna si dimentica di Boselli che era libero in mezzo all’area. E’ Almiron a provarci su cross di Izco ma la palla finisce di alta e poi ancora una punizione di Lodi di poco fuori. Nel finale di tempo infortunio muscolare ad Izco, fin qui tra i migliori, che deve lasciare il posto a Biagianti.
Si riprende con il Catania che prova a passare in tutti i modi e Lodi ci prova ancora su punizione ma oggi non è giornata. Ancora Barrientos con un bel cross che Bergessio sfiora di poco per la deviazione vincente. Dossena meriterebbe il secondo giallo per un fallaccio su Bellusci ma poi Mazzoleni ammonisce Munoz per un intervento duro su Bergessio.
Le panchine provano ad intervenire e Maran inserisce Castro per Almiron mentre Sannino fa entrare Dybala per un deludente Boselli. E’ subito Castro in evidenza con un tiro neutralizzato e poi ci prova ancora Gomez senza fortuna. Azione corale dei rossazzurri che si chiude con un tiro di Castro che sembra dentro ma Sorrentino fa un miracolo.
Finalmente il Catania la sblocca con Gomez che fa impazzire la difesa rosanero e crossa per Barrientos che con un tiro al volo un pò sporco la mette dentro. Sannino inserisce Rios ed Hernandez per Munoz e Kurtic ignorando la richiesta di un esausto Ilicic che chiedeva la sostituzione. Spolli si fa ammonire per un fallo su Ilicic e salterà la gara contro il Milan di domenica prossima.
Il Catania prova comunque a chiuderla con Bergessio ben servito da Castro ma Sorrentino si supera ancora una volta. Infine anche Castro e Legrottaglie sfiorano la marcatura. Palermo oramai rassegnato ma poi nell’ultimo di recupero Bellusci si fa ammonire ingenuamente dopo una discesa forsennata (salterà anche lui il Milan) e sulla punizione a tempo scaduto è Ilicic a beffare una difesa distratta.
Finisce in rissa e Andujar viene sanzionato con il rosso da Mazzoleni per proteste. La maledizione della zona Cesarini ha colpito ancora e nel derby fa ancora più male perchè la vittoria sembrava davvero cosa fatta. Scippati dal raggiungimento dei 50 punti, bisogna continuare a giocare con questa intensità per finire in bellezza un campionato fantastico, nonostante la delusione odierna.
I migliori: Barrientos oltre al gol costruisce gran calcio e si dimostra tra i più lucidi in ogni occasione; Gomez oggi ha fatto impazzire Morganella e compagni ed è un vero peccato che l’anno prossimo non vestirà più i colori rossazzurri; Castro entra e vuol spaccare il mondo dimostrandosi tra i più pericolosi. Per i rosanero Ilicic non era nella miglior giornata ma è un pericolo comunque mentre Sorrentino ha salvato in più di un’occasione la sua porta.
I peggiori: difficile trovare un’insufficienza nel Catania di oggi. Per i rosanero Boselli e Dybala non incidono.
Barrientos: "Fregati da una distrazione. "Il Palermo non meritava il pari, ma il calcio è questo. Abbiamo riscattato il derby dell'andata. L'Europa? Sono gli altri a parlarne, noi andiamo avanti gara per gara"
Legrottaglie: "Scusate per la rissa. Siamo dispiaciuti per il finale di gara, abbiamo dato il cattivo esempio. Se avessimo vinto, l'Europa sarebbe stata a portata di mano. Il prolungamento di contratto? Giocherò un altro anno qui, poi vedrò se continuare"
Marchese: "Dovevamo chiuderla. Abbiamo dominato dall'inizio alla fine, peccato per il gol alla fine. Ce la siamo giocata al meglio, al contrario di quello che dicevano certe malelingue. La rissa? Loro sono andati verso la nostra curva"
 

Izco rinnova il contratto: A vita con il Catania
E’ stato il primo argentino a indossare la maglia del Catania da quando, nel 2006, i siciliani sono tornati in Serie A. Il legame con gli etnei non è messo a repentaglio dalla crisi del settimo anno. Anzi s’appresta a rinsaldare il rapporto con il club di Pulvirenti: contratto in scadenza nel 2014, ma le parti hanno già raggiunto l’intesa per prolungare la sua permanenza fino al giugno del 2017. A giudicare dalle sue parole, è orgoglioso della scelta fatta. Una vera e propria dichiarazione d’amore: ”Qui sono cresciuto come uomo e come professionista – ha detto attraverso il sito ufficiale del club il centrocampista di Buenos Aires, che ha appena tagliato il traguardo delle 200 partite ufficiali con la maglia etnea – qui vivo con grande serenità, qui voglio chiudere la mia carriera: Catania a vita, quindi, con gioia. Questa città ormai è anche mia, e questo vuol dire tanto, umanamente”.



 

MILAN - CATANIA: 4-2

Legrottaglie, Flamini,  Bergessio, Pazzini, Pazzini, Balottelli.

 

MILAN (4-3-3): Amelia; Abate, Bonera, Mexes, De Sciglio; Flamini, Montolivo, Nocerino (67’ Pazzini); Boateng (87’ Niang), Balotelli, El Shaarawy (81’ Muntari). A disposizione: Gabriel, Petkovic, Constant, Yepes, Antonini, Zaccardo, Traoré, Robinho. All.: Allegri.
CATANIA (4-2-3-1): Frison; Izco, Legrottaglie, Rolin, Marchese; Lodi (87’ Capuano), Almiron (82’ Biagianti); Barrientos, Castro, Gomez; Bergessio. A disposizione: Messina, Terracciano, Cabalceta, Potenza, Augustyn, Ricchiuti, Salifu, Keko, Çani, Doukara. All.: Maran.
ARBITRO: Massa di Imperia. AMMONITI: De Sciglio, Balotelli, Flamini (M), Frison, Legrottaglie, Bergessio, Barrientos, Marchese

 

Che partita beffarda

Andrea Mazzeo - catania46.net)
Continua il periodo negativo del Catania, che chiude questo mese di Aprile senza neanche un successo. Anche stavolta la rabbia sale alle stelle per la squadra di Maran che, dopo il pareggio nel derby all’ultimo secondo, incassa una sonora sconfitta contro il Milan dopo essere andato due volte in vantaggio con Legrottaglie e Bergessio. In due minuti, Pazzini approfitta delle uniche due incertezze di Frison e ribalta il punteggio. Il sigillo della beffa arriva nel recupero con un rigore di Balotelli. Il discorso Europa è definitivamente tramontato, e non senza rammarichi.
Se i rossoneri recuperano Balotelli in attacco, graziato di una giornata di squalifica, il Catania, di contro, deve fronteggiare una situazione tutt’altro che ideale. I rossazzurri devono fare a meno degli appiedati dal giudice sportivo Andujar, Bellusci e Spolli, nonché dell’infortunato Alvarez. Maran così propone Frison tra i pali e Izco esterno destro difensivo.

 

L’avvio di gara è di pura marca rossonera, con la squadra di Allegri che reclama dopo pochi minuti un fallo di mano di Legrottaglie in area di rigore. Nonostante il difensore centrale abbia visibilmente le braccia eccessivamente distese, per l’arbitro Massa non ci sono gli estremi per la massima punizione. Il Catania è tutto schiacciato alla difesa dei suoi 16 metri, ma il pressing offensivo dei padroni di casa ha spesso il sopravvento sulla retroguardia etnea. All’11’ gran botta dalla distanza di Montolivo che sorprende l’esordiente Frison, la palla non viene trattenuta dall’estremo difensore ma l’azione si ferma per l’offside di Flamini.
La prima iniziativa dei rossazzurri arriva al 12’ con Barrientos, che scodella un pallone in area rossonera che non trova la presenza di compagni di squadra. La pressione dei locali è incessante e Maran chiede a gran voce alla propria squadra di salire di qualche metro per non restare schiacciati dietro la linea del pallone. Gli effetti si vedono subito e gli etnei prendono coraggio. Nonostante il Milan resti padrone del campo, al primo vero affondo il Catania passa. Calcio di punizione di Lodi che con il goniometro trova la testa di Legrottaglie che in torsione batte Amelia.
Il vantaggio ospite spiazza i rossoneri, che rischiano di incassare un pesante uno-due con Gomez, ma Amelia stavolta risponde presente. Al 32’ Boateng demolisce la traversa con una bordata che sorprende Frison ma s’infrange sul montante. Due minuti dopo il Milan sfiora il pareggio ma la difesa etnea regge nonostante un furioso batti e ribatti in area di rigore. Giro d’orologio e Frison deve volare per evitare che El Shaarawy realizzi con il suo preciso destro di controbalzo.
L’assedio alla porta catanese regge grazie anche ad un super Frison, decisivo in più occasioni: al 42’ l’ex Vicenza dice di no ad una bordata di Balotelli che il portiere devia in corner. Quando chiudere in vantaggio sembra fattibile, ancora una volta i minuti finali risultano decisivi in casa Catania. E’ il 45’ quando Flamini raccoglie un pallone da posizione defilata dell’area e con un diagonale trafigge l’incolpevole Frison. Pareggio meritato per la squadra di Allegri che va all’intervallo sull’1-1.
Nessun cambio per i due tecnici ad inizio ripresa, e Milan pericolosissimo dopo appena 4 minuti: ci prova Boateng di testa, ma è provvidenziale l’intervento sulla linea del ben appostato Lodi. Frison dimostra di essere in giornata di grazia e dice di no ad El Shaaeawy prima al 51’ e Montolivo dopo al 57’. I rossoneri provano a ragionare palla al piede, ma il Catania dimostra di essere cinico ed al momento giusto punge nuovamente. E’ il 65’ quando Barrientos fa una magia innescando un mirabolante contropiede finalizzando in maniera chirurgica da Bergessio, che con un colpo sotto di sinistro supera Amelia e realizza il nono gol stagionale.
Allegri prova a rimettere in corsa i suoi, ed inserisce immediatamente Pazzini per Nocerino, passando così ad un Milan a trazione anteriore. I rossazzurri diventano molto più spavaldi e sicuri, ma i padroni di casa quando attaccano fanno paura. El Shaarawy non riesce a sfruttare un ottima sponda di Pazzini calciando fuori la sfera.

 

 


Quando tutto sembra girare a favore del Catania, in due minuti i rossazzurri perdono la gara. Al 70’ sulla gran botta di Balotelli, Frison riesce malamente a respingere ma lo fa sui piedi di Pazzini che da due passi mentre dentro la sfera del 2-2. Passano appena 180 secondi e Frison, finora impeccabile, commette una clamorosa ingenuità respingendo male un tiro di El Shaarawy e concedendo a Pazzini, con la seconda corta respinta consecuitiva, la possibilità di mettere il sigillo del 3-2. Pandemonio in campo, con tutti i rossazzurri a protestare con l’arbitro Massa per un chiaro fallo su Gomez nell’azione del gol.
Il Catania è tutt’altro che affondato e all’80’ Bergessio gela San Siro calciando con il polpaccio a pochi metri da Amelia: la palla sorvola di poco centimetri la traversa. Doppio cambio: dentro Muntari per El Shaarawy e Biagianti per Almiron. Nella beffa della gara, la squadra di Maran incassa anche l’ammonizione di Marchese che, diffidato, salterà la sfida del Massimino contro il Siena. A concludere la serata negativa arriva anche il rigore concesso a Balotelli per fallo lievissimo di Izco. Dal dischetto va lo stesso attaccante e Frison viene mandato dall’altro lato. 4-2 e gara finita. Si spengono le luci di San Siro.

IL “PAZZO” GELA UN CATANIA CHE SFIORA L’IMPRESA
(Piero Russo de Cerame - catania46.net)

Una sconfitta di dimensioni esagerate dopo un primo tempo di sofferenza ma un doppio vantaggio che poteva portare almeno un punto e che invece conferma il tabù Milan, unica squadra che il Catania non ha ancora battuto dal rientro in serie A. Maran fa esordire Frison in porta ed arretra Izco esterno destro basso con Rolin centrale per sopperire alle assenze degli squalificati Andujar, Bellusci e Spolli, mentre è Castro ad affiancare Pitu e Papu nel 4-2-3-1. Allegri recupera il miracolato Balotelli che fa compagnia a El Shaarawy e Boateng.
Il Milan parte subito all’arrembaggio e Balotelli sfiora il palo. Il Catania non riesce ad entrare in partita. De Sciglio è il primo ad essere ammonito per fallo su Izco. Il primo tentativo dei rossazzurri è di Barrientos che sfiora il palo su cross di Castro. Massa arbitra a senso unico nei confronti di Bergessio fischiandogli contro ogni intervento ed alla fine lo ammonisce per fallo su Abate. Improvvisamente su palla inattiva arriva il vantaggio del Catania con Legrottaglie che di testa insacca una punizione di Lodi.
Il Milan è sorpreso e Gomez si divora l’occasione del raddoppio. I rossoneri si scuotono e suonano la carica mettendo alle corde il Catania prima con Boateng il cui tiro viene deviato sulla traversa da Frison e poi con un batti e ribatti in cui la difesa fa muro. Il portiere etneo si fa ammonire per aver ritardato la rimessa in gioco. Il Catania prova ad alleggerire la pressione con Castro che spara alto. Anche Legrottaglie finisce sul taccuino di Massa per un fallo dubbio su Boateng. Nel finale di tempo, dopo una bella deviazione in angolo di Frison su punizione di Balotelli, il portiere rossazzurro non può nulla su un diagonale di Flamini servito da Boateng che frutta il pareggio ai rossoneri.
La ripresa ripropone un Milan alla ricerca del gol e sono Lodi e Frison a salvare la rete del Catania che però sembra meglio messo in campo e si propone fino al limite dell’area rossonera mancando però sempre l’ultimo passaggio. Ecco però una grande discesa di Izco sulla destra con imbeccata per Barrientos che offre a Bergessio una grande palla che El Toro non fallisce con un pallonetto che supera Amelia.
Allegri prova la carta Pazzini per Nocerino e sarà la mossa vincente. Balotelli si fa ammonire per proteste ma subito dopo indirizza un gran tiro verso la porta di Frison che non trattiene e Pazzini irrompe per il pareggio. Incredibile svista di Massa che non fischia un netto fallo di Boateng su Gomez che resta a terra al limite dell’area e sulla ripartenza è purtroppo ancora Frison a non trattenere un tiro di El Shaarawy e Pazzini da rapece insacca la rete del vantaggio milanista.
Un’ammonizione a Flamini e poi Bergessio sfiora la traversa con un bel pallonetto imbeccato da Gomez. Muntari per El Shaarawy con Allegri che cerca di coprirsi mentre Maran inserisce Biagianti per uno stanco Almiron. Massa ammonisce Marchese per un mani sembrato involontario. Gli ultimi cambi vedono Capuano e Niang per Lodi e Boateng. Nel recupero Massa regala un rigore al Milan per un fallo inesistente di Izco su Baoltelli che non sbaglia e sigla il finale 4-2.
Un altro finale amaro, anche se va detto che nel primo tempo il Milan ha dominato la scena ma un Catania certamente in partita nella ripresa non è riuscito a tenere il vantaggio ed è stata punito più da 2 sviste di Massa che da due tiri non trattenuti da Frison. Europa addio ma non bisogna smobilitare ed onorare questo grande campionato fino alla fine con il record dei punti mirando all’ottavo posto.
I migliori: Izco, uomo ovunque, il capitano è l’anima di questo Catania, anche quando è costretto a giocare in un ruolo non suo, Bergessio lotta sempre come un toro e sfiora anche la doppietta; Massa lo blocca spesso ingiustamente. Una nota di merito a Rolin e Frison (anche se quest’ultimo ha sulla coscienza le 2 reti di Pazzini, che ha cambiato il trend della gara).
I peggiori: Castro oggi era sotto tono ed ha sbagliato molti passaggi. Nel Milan Bonera e Nocerino insufficienti.
 

 

 

CATANIA - SIENA: 3-0

Bergessio, Bergessio, Bergessio.

 

CATANIA (4-3-3): Frison; Alvarez (39’ Potenza), Rolin, Spolli, Capuano; Izco, Lodi, Biagianti; Castro (76’ Gomez), Barrientos, Bergessio (74’ Çani). A disp.: Terracciano, Messina, Legrottaglie, Ricchiuti, Almiron, Salifu, Keko, Doukara. All.: Maran.
SIENA (3-4-2-1): Pegolo; Texeira, Paci, Felipe; Angelo, Della Rocca, Calello, Rubin; Rosina (70’ Bogdani), Sestu (58’ Mannini); Emeghara. A disp.: Farelli, Grillo, Terlizzi, Terzi, Bolzoni, Verre, Belmonte, Reginaldo, Agra, Pozzi. All.: Iachini
ARBITRO: Banti di Livorno. AMMONITI: Spolli (C). ESPULSO: Felipe (S).

 

Dopo un mese di aprile disastroso, il Catania torna al successo ed in sol colpo ottiene il record di punti in Serie A da quando sono stati istituiti i tre punti, ed eguaglia il numero il vittorie casalinghe in una stagione di massima serie (14). Chi ne fa le spese è un tramortito Siena, affondato in graduatoria da uno strepitoso Bergessio, autore di una tripletta. Bianconeri ridotti in dieci per l’espulsione (forse eccessiva) di Felipe.
Maran deve fare ancora i conti con l’emergenza difesa, dato che la sua squadra deve fare a meno di Andujar, Bellusci e Marchese squalificati. Spazio dal primo minuto a Frison tra i pali, dopo il buon esordio in A contro il Milan, ed Alvarez e Capuano sugli esterni. Il tridente offensivo è affidato a Castro, Barrientos e Bergessio, con Gomez non al meglio in panchina. Per il Siena di Iachini, Sestu è tornato a disposizione dopo aver saltato le ultime due sfide e rientra dal primo minuto, formando il reparto con Rosina ed Emeghara. A centrocampo Calello sostituisce lo squalificato Vergassola. Panchina per l’ex rossazzurro Terlizzi, solo tribuna per Paolucci.
Giornata ventilata al Massimino e pubblico non certamente delle grandi occasioni (appena 13.000 i presenti sugli spalti). L’avvio dei rossazzurri è autoritario ed i toscani sono subito costretti a difendersi. Al 3’ Emeghara lamenta una trattenuta in area di rigore: data la lieve entità, è corretto il metro di giudizio dell’arbitro Banti. Dopo il promettente inizio, il Siena prende le misure agli etnei e progressivamente guadagno metri, approfittando anche di un eccessivo possesso palla dei centrocampisti rossazzurri.
Al 10’ primo squillo del Catania: perfetta apertura in area di Barrientos per Bergessio, il “Lavandina” prova la girata al volo ma è provvidenziale l’intervento con il corpo di Pegolo. L’appuntamento con il gol è solo rimandato, ed ancora una volta è il “Pitu” ad illuminare la scena: minuziosa apertura da centrocampo di Barrientos per Castro. Il “Pata” stoppa e serve un pallone d’oro a Bergessio che, in modo sporco, trova il diagonale che supera Pegolo. 10 gol stagionale per il numero 9 etneo.
Il Catania non ha affatto la pancia piena e prova a mettere in ghiaccio i tre punti. La reazione dei senesi è tutta sui piedi di Rosina ed Emeghara, ma i bianconeri toscani sembrano aver accusato il colpo e non riescono a rendersi realmente pericolosi dalle parti di Frison. Al 24’ è ancora Bergessio a provare la via della rete, ma l’attaccante argentino chiude troppo l’angolo e la sfera si spegne di poco a lato.
Improvviso break degli uomini di Iachini due minuti dopo: su un cross dalla sinistra in area di rigore, interviene in controtempo Rubin che fa partite un destro velenoso che sorprende Frison, ma fortunatamente termina di un soffio fuori dallo specchio della porta etnea. Il Catania, superata la mezzora, si limita ad amministrare il vantaggio senza tanti patemi. Al 39’ si fa male Alvarez, già non al meglio: torna in campo dopo quasi 3 mesi e mezzo Potenza (l’ultima gara contro la Fiorentina al Massimino).
La gara dei rossazzurri si mette in discesa a pochi minuti dalla fine del primo tempo. Bergessio ha l’occasione di penetrare in area ma Felipe, ultimo uomo, ferma la sfera con una mano in fase di caduta: rosso diretto per Banti e Siena in dieci per i restanti 50 minuti di gara. Dopo un minuto di recupero termina la prima frazione di gioco.

La ripresa inizia subito con il Catania subito in rete con Castro, ma Banti annulla per un presunto tocco di mano del centrocampista argentino. La reazione ospiti è sui piedi di Sestu che, favorito da un alleggerimento difensivo errato, prova a pescare il jolly ma Frison risponde presente. Al 51’ i rossazzurri trovano il bis: cross sporco di Izco per Bergessio che stoppa e di sinistro fa secco per la seconda volta Pegolo.
Lo schema tattico di Iachini non regge ed il tecnico dei bianconeri corre ai ripari inserendo Mannini per Sestu. Il Catania avrebbe l’occasione per calare il tris con Bergessio che sfonda per vie centrali, ma al momento di servire Castro non calibra bene le distanze e l’azione sfuma. I ritmi calano vistosamente e Iachini prova a dare qualità inserendo Bogdani per Rosina. Pochi istanti dopo, Bergessio fa tris e si porta il pallone a casa: ancora Barrientos serve uno strepitoso assist per il match winner che controlla e poi fulmina Pegolo.
Maran concede la standing ovation a Bergessio, al suo posto entra Çani. Dentro anche Gomez per Castro. Al 77’ il Siena prova a sollevare la testa con un buon destro di Mannini dal limite, ma Frison controlla senza problemi. Risposta immediata degli etnei, con un bel triangolo tra Gomez e Çani, con quest’ultimo che impegna severamente Pegolo costretto a rifugiarsi in corner. I minuti scivolano via senza altre emozioni ed il Catania può festeggiare i suoi 51 punti, così come Bergessio la sua prima tripletta in Serie A.
Andrea Mazzeo (www.catania46.net)


 

 

 

CATANIA - SIENA: 1-1

De Silvestri, Spolli

 

SAMPDORIA (3-5-2): Da Costa; Castellini, Palombo, Gastaldello; De Silvestri, Renan, Obiang, Poli (87’ Munari), Estigarribia; Eder (62’ Sansone), Maxi Lopez. A disp.: Romero, Berni, Mustafi, Rossini, Berardi, Poulsen, Soriano, Maresca, Rodriguez, Icardi, Sansone. All.: Rossi.

CATANIA (4-3-3): Frison; Izco, Rolin, Spolli, Marchese; Biagianti, Lodi (79’ Keko), Almiron; Barrientos, Gomez, Bergessio (92’ Çani). A disp.: Terracciano, Messina, Potenza, Augustyn, Legrottaglie, Ricchiuti, Castro, Salifu, Doukara. All.: Maran.

ARBITRO: Celi di Bari. AMMONITI: De Silvestri (S), Almiron, Marchese, Rolin, Keko (C).

 UN PARI CHE ACCONTENTA TUTTI - (Andrea Mazzeo - catania46.net)

Un Catania non bello da vedere, complice la pochezza di Lodi ed Almiron a centrocampo, strappa un punto importante a Genova, contro la Sampdoria. Dopo il meritato vantaggio dei blucerchiati con De Silvestri, la squadra di Maran, molto labile in attacco, trova il pareggio con Spolli, anche se l’azione è viziata da un fuorigioco di Bergessio non ravvisato dal guardalinee. Poco male se si considerano tutti i torti arbitrali subiti dagli etnei durante l’anno. Il Catania va a 52 punti e si porta ad un solo punto dall’Inter, oggi crollata in casa contro la Lazio. Il sorpasso e l’ottavo posto potrebbe arrivare sabato sera contro il Pescara (nerazzurri in campo a Marassi contro il Genoa).

Rossi conferma le indiscrezioni della vigilia ed inserirsi Palombo in difesa, riproponendo sull’esterno Gastaldello. In avanti la sorpresa è l’innesto di Maxi Lopez al posto di Sansone. Ancora panchina per Icardi. Maran abbandona l’idea 3-5-2 e si affida al consueto 4-3-3 con Izco al posto di Alvarez e Gomez fa staffetta con Castro nuovamente nel tridente offensivo.

Clima surreale dopo i tragici fatti del porto di Genova. Marassi è ammutolito ed i tifosi blucerchiati limitano al minimo le urla di incoraggiamento verso i propri beniamini. L’avvio dei padroni di casa è subito importante e Rolin è spesso costretto a metterci una pezza per evitare pensieri a Frison. Il Catania si limita a concedere il pallino del gioco alla squadra di Rossi e la formazione rossazzurra resta tutta dietro la linea del pallone.

Il silenzio di Marassi viene interrotto quando da Palermo giungono notizie positive: il vantaggio dell’Udinese con la rete di Muriel. Dopo vari tentativi dei liguri senza centrare la porta, al 17’ sul cross teso di Eder dalla destra, Frison è costretto a metterci i pugni per allontanare. Il centrocampo etneo è latitante con Almiron e Lodi decisamente sotto tono. A peggiorare la situazione si registra anche un problema a Spolli, a cui gira la testa.

La Sampdoria, superata la mezzora, sale in cattedra e, dopo aver sfiorato la rete con Maxi Lopez (bravo Frison nell’intervento), al 35’ trova il meritato vantaggio con un colpo di testa di De Silvestri che sovrasta Marchese e deposita in rete il perfetto cross proveniente dalla destra. Il gol dei blucerchiati arriva al momento giusto, dato che al Barbera il Palermo trova il pareggio con Miccoli su rigore. Il Catania sembra rimasto all’Aeroporto Fontanarossa e per l’estrem difensore Da Costa c’è un biglietto omaggio per assistere al match. Finisce il primo tempo e lo zero nella casella dei tiri in porta del Catania la dice lunga sulla prestazione degli etnei.

Negli spogliatoi Maran sprona i suoi ed un campo si vede subito un altro Catania, anche se la difesa Sampdoria è sicura di sé, specie con un sontuoso Palombo sempre puntuale negli interventi. Le azioni nella ripresa languono e Rossi inserisce Sansone al posto di uno stanchissimo Eder. Al 62’ ci prova dalla distanza l’ex Maxi Lopez, ma la diagonale dell’attaccante argentino è troppo larga. Poco dopo, Frison è costretto prima ad uscire di piede della sua area per interrompere un’azione pericolosa di Sansone, poi ad intervenire in modo decisivo sulla conclusione velenosa di Renan.

Nel momento migliore dei blucerchiati, il Catania trova il pareggio: calcio di punizione di Lodi che trova la sponda in area di Bergessio per Spolli, che di testa supera un approssimativo Da Costa. Polemiche doriane per un evidente fuorigioco di Bergessio non ravvisato dal guardalinee. La reazione della squadra di Rossi non si fa attendere, specie dopo il momentaneo pareggio del Palermo contro l’Udinese. Al 76’ è clamoroso il palo colpito da Sansone a botta sicura con Frison completamente immobile sulla conclusione ravvicinata.

Nonostante Benatia riporti in vantaggio l’Udinese a Palermo, la Sampdoria vuole il successo. All’82’ intervento pericoloso di Spolli su Maxi Lopez in area: l’attaccante argentino va giù, ma l’arbitro Celi lascia proseguire. Due minuti dopo, De Silvestri va ad un passo dalla doppietta ma solo una deviazione gli nega la gioia del secondo sigillo personale.

Nel finale sale in cattedra Frison, ancora una volta decisivo. L’estremo difensore etneo salva il risultato prima su Renan e poi Maxi Lopez. Alla luce del risultato di Palermo, la Sampdoria abbassa i ritmi (anche se Obiang si divora un’azione pazzesca all’ultimo secondo) e dopo tre minuti festeggia la salvezza. Un Catania tutt’altro che irresistibile vola a quota 52 punti e rosicchia un punto all’Inter.

 

 

 

CATANIA - PESCARA: 1-0

Gomez

 


CATANIA (4-3-3): Andujar; Bellusci, Legrottaglie (23’ Biagianti), Spolli, Capuano; Izco, Lodi, Almiron (71’ Castro); Barrientos (91′ Salifu), Bergessio, Gomez. A disp: Frison, Terracciano, Potenza, Marchese, Augustyn, Ricchiuti, Keko, Doukara, Çani. All. Maran.
PESCARA (4-2-3-1): Perin; Zanon, Balzano (73’ Zauri), Cosic, Capuano; Blasi (81’ Iannascoli), Togni; Di Francesco, Bjarnason, Bocchetti; Sforzini. A disp: Falso, Kroldrup, Bianchi Arce, Cascione, Mancini, Catalano, Vukusic, Celik, Abbruscato, Caraglio. All. Nobili-Bucchi
ARBITRO: Pasqua di Tivoli. AMMONITI: Bellusci (C), Cosic, Bocchetti (P).
 

Al termine del match tra Catania e Pescara, Ciro Capuano, ha parlato ai microfoni dei cronisti nella mix zone: “E’ stato emozionante questa sera. Abbiamo regalato ai nostri tifosi una bellissima emozione e vogliamo regalargliene ancora delle altre. Siamo la rivelazione di questo campionato. Non era semplice vincere questa sera, le squadre che vengono qui al Massimino si difendono sempre bene. In questa stagione sono stato un po’ sfortunato ma sono contento di aver giocato questa partita. A Catania sto benissimo, sono disposto a rimanere qui ma dipende anche dalla società, fosse per me resterei senza problemi”.
Al termine del match contro il Pescara, abbiamo raccolto le dichiarazioni del capitano rossazzurro, Mariano Izco. Queste le sue parole in mix zone ai microfoni dei cronisti: “Abbiamo fatto di tutto per vincere questa partita, volevamo far contenti i nostri tifosi, adesso l’obiettivo è l’ottavo posto. Questa partita è stata emozionante, come molte altre in questa stagione. Abbiamo disputato un campionato straordinario, lottare per l’Europa è stato motivo di soddisfazione per noi”.
Subito dopo il match tra Catania e Pescara, abbiamo sentito l’amministratore delegato etneo, Sergio Gasparin. In mix zone il dirigente rossazzurro ha parlato della splendida stagione del Catania, evitando di parlare di voci di mercato: “Mi sono emozionato parecchio quando i ragazzi hanno fatto il giro del campo. E stata un’annata straordinaria, soprattutto per l’atteggiamento e la compattezza con cui abbiamo superato momenti più brutti. Oggi abbiamo suggellato questi concetti e questi valori. Molti pensavano che ci saremmo fermati dopo i 26 punti dell’andata e invece abbiamo già fatto 29 punti in questo girone di ritorno. Siamo stati sempre coerenti in questo senso. Adesso ci godiamo questa notte rossazzurra. C’è un po’ di rammarico per qualche occasione persa ma devo dire che sono molto soddisfatto di quello che è stato il nostro percorso. A tal proposito volevo elogiare il presidente Pulvirenti e tutto il nostro staff. Eravamo sicuri di puntare su Maran. E’ un grande professionista e i risultati gli danno ragione, sono inconfutabili“.
Festa grande in casa Catania dopo il successo nell’anticipo serale del Massimino contro il Pescara. Grazie al successo contro gli adriatici, la squadra di Rolando Maran vola a quota 55 punti e sorpassa l’Inter in attesa della sfida di Marassi contro il Genoa. Intervenuto ai nostri microfoni, il tecnico etneo ha parlato della splendida stagione dei rossazzurri: “Mi sono emozionato a fine gara con un finale che meritavamo. Questo è il giusto premio per noi è per la città. Quello che ho visto stasera me lo porterò per tanto tempo. Mi auguravo di fare una splendida stagione così, la mia prima in serie A. La stagione di Barrientos? Ha avuto qualche problema fisico ma il lavoro ha pagato. Tanti record quest’anno, proveremo a centrare anche quello delle vittorie esterne a Torino. Noi ci crediamo. Questi ragazzi meritano un applauso ed ha fine gara mi è sembrato doveroso abbracciare anche Adrian Ricchiuti che ha giocato poco. Sapevamo che la sfida con il Pescara non era facile. Ora siamo ottavi fino a domani, ci crediamo e proveremo a chiudere così fino alla fine. Marchese? Ha avuto dei problemi fisici ed ho voluto dare spazio a Capuano”.
Pablo Barrientos, queste le parole raccolte in mix zone: “Per me è stato emozionante ricevere l’applauso di tutto il pubblico del Massimino al termine della gara. Se la prossima stagione sarò ancora qui? Spero di si, dipende comunque anche dalla società. Io ho un contratto con il Catania e per adesso sto bene qui. Se dovessi dare un voto a questo Catania? Dieci sicuramente, la stagione è stata perfetta. Non abbiamo mai mollato, siamo una squadra davvero forte. Abbiamo grandi qualità ma siamo soprattutto uomini. Non penso al futuro, voglio solo terminare al meglio la stagione”.
Il pubblico del “Massimino” non vuole più andare via alla fine della partita contro il Pescara, sconfitto per 1-0, per salutare e ringraziare la squadra per lo straordinario campionato dei propri beniamini, giunti momentaneamente all’ottavo posto superando l’Inter che sarà di scena domenica contro il Genoa. Maran schiera il classico 4-3-3 con Capuano e Bellusci esterni di difesa e la squadra parte di slancio creando occasioni a ripetizione nella prima frazione di gioco, ma vuoi per la troppa precipitazione, vuoi per le spettacolari parate di Perin, prima su Barrientos, strepitosa la sua prova, poi su Gomez, il primo tempo termina a reti inviolate.
Nella ripresa il Catania passa subito con Gomez che raccoglie un assist di Bergessio e trafigge Perin, realizzando probabilmente il suo ultimo gol al “Massimino” con la maglia rossazzurra. Il Catania amministra il vantaggio mentre il Pescara prova ad impensierire Andujar con Sforzini, ma il portierone fa buona guardia, con gli etnei che cercano il raddoppio con Bergessio e Barrientos, ma la gara termina con il risultato di 1-0 e può bastare per festeggiare i giocatori che fanno la passerella attorno al campo, unica nota stonata l’uscita di Legrottaglie con una sospetta frattura dello zigomo.
Il Catania di Rolando Maran si congeda dal proprio pubblico con una vittoria, sia pur di misura, con un Pescara già retrocesso e mentalmente lontano dal rettangolo di gioco. Basta un gol di Alejandro Gomez a spezzare le sorti di un match blindato da una prestazione maiuscola dell’estremo difensore pescarese Perin. Il Catania vola a quota 55 e, in attesa della gara di domani dell’Inter, vola all’ottavo posto. Festa per tutta la squadra, specie per il “Papu” che saluta (forse per l’ultima volta) il suo pubblico con un gol.
Maran per l’ultima stagionale al Massimino recupera Andujar e Bellusci e li manda subito in campo al posto di Frison e dello squalificato Rolin. Solo panchina per Marchese, prossimo a lasciare il Catania per abbracciare i colori del Genoa: al suo posto confermato Capuano. Bucchi, con la sua squadra ormai retrocessa da diverse settimane, è costretto a fare la conta degli indisponibili e propone in attacco il solo Sforzini, con Abbruscato e Caraglio inizialmente in panchina. A sorpresa non c’è il rientrante Kroldrup in mediana: a formare il reparto davanti la difesa c’è il tandem Blasi-Togni.
Nonostante gli adriatici siano ormai in B, l’avvio della squadra del duo Nobili-Bucchi fa intendere di non voler regalare i tre punti ai rossazzurri, ma alla prima vera occasione il Catania rischia di trovare subito il vantaggio: è il 5’ quando sugli sviluppi di un calcio di punizione, lo schema studiato in allenamento non permette a Barrientos di sfondare in apertura, ma la palla sfiora il palo e termina fuori con Perin sorpreso.
La squadra di Maran si diverte e fa divertire il pubblico del Massimino (15.000 sugli spalti): il Catania ci prova a sfondare con Bergessio, il cui tiro al volo al 11’ però finisce alto, e non di poco. Nonostante gli etnei non alzino più di tanto i ritmi di gioco, al 15’ Perin è costretto a volare per impedire a Capuano di trovare il primo gol stagionale. Dopo appena 23’ finisce la gara di Nicola Legrottaglie: il difensore risente di un colpo ricevuto allo zigomo e Maran precauzionalmente fa entrare Biagianti, retrocedendo in difesa Izco.
I rossazzurri continuano a cercare il gol con insistenza, sfruttando un Barrientos molto ispirato, peccato che Bergessio non appaia al meglio e i traversoni del “Pitu” finiscono spesso per essere ribattuti dalla difesa biancazzurra in evidente affanno. Al 36’ sul cross di Izco, svetta di testa Almiron ma il tentativo è ancora fuori misura. L’assalto dei padroni di casa non sortisce l’effetto voluto e le conclusioni di Barrientos ed Almiron servono solo ad esaltare le doti di Perin. Finisce il primo tempo ed è 0-0.
La ripresa inizia senza variazioni sullo scacchiere tattico delle due squadre e con il Catania che continua a fare la partita. Al 48’ occasionissima per i rossazzurri: Bergessio lancia in area Biagianti che calcia al volo, ma Perin continua a mantenere inviolata la propria porta. Tre minuti dopo, il fortino pescarese crolla: perfetto assist a centro area di Bergessio per l’accorrente Gomez che in spaccata fa secco Perin e realizza l’ottava rete stagionale.
La rete del “Papu” galvanizza l’ambiente etneo e al 57’ Barrientos serve l’ennesimo pallone d’oro per Bergessio che da posizione favorevole sciupa calciando alto. Nel primo capovolgimento, Sforzini prova a guastare la festa catanese, ma sul colpo di testa del “tagliagole” trova la risposta di un puntuale Andujar. Una lunga discussione tra Bellusci e Bocchetti costringe l’esordiente Pasqua ad ammonire entrambi i giocatori.
Il forcing offensivo del Catania mette solo paura al Perin che, prima deve intervenire di piede sulla conclusione di Almiron, poi deve ringraziare il palo sul tiro direttamente da calcio d’angolo di Barrientos. Ancora il “Pitu” si destreggia in gioco di prestigio al 76’ facendo fuori tre difensori in uno spazio strettissimo, poi serve la sfera a Bergessio che con il piattone non riesce a superare un ottimo Perin. Dopo due minuti di recupero finisce una gara senza sussulti, ma l’importante oggi era vincere e salutare degnamente i tifosi.


 

 

TORINO - CATANIA: 1-0

Almiron, Cerci, Bergessio, Bianchi


TORINO (3-5-2): Coppola; Rodriguez, Di Cesare, Ogbonna; Darmian, Bakic (69’ Gazzi), Vives (46’ Brighi), Basha, Caceres; Jonathas (51’ Bianchi), Cerci. A disp.: Gillet, Gomis, Diop, Glik, Masiello, Gomis, Menga, Meggiorini. All. Ventura.
CATANIA (4-2-3-1): Frison; Izco, Bellusci, Spolli, Capuano (56’ Augustyn); Biagianti, Almiron (48’ Sciacca); Barrientos, Castro, Gomez (88’ Petkovic); Bergessio. A disp.: Andujar, Terracciano, Cabalceta, Ricchiuti, Çani, Salifu, Keko, Doukara. All.: Maran
ARBITRO: Peruzzo di Schio. AMMONITI: Frison, Augustyn (C).

 

Il Catania saluta i suoi tifosi con un bel pareggio all’Olimpico di Torino. Due volte in vantaggio e due volti ripresi, la squadra di Maran non guasta la festa d’addio di Rolando Bianchi (autore del gol del definito 2-2). A segno per i rossazzurri Almiron e Bergessio. Grazie al contemporaneo ko dell’Inter (tracollo in casa contro l’Udinese di Guidolin), il Catania chiude all’ottavo posto e l’anno prossimo partirà come testa di serie della Coppa Italia. Complimenti a tutti! Nessuno escluso!
Serata particolare per il Torino, dato il sicuro addio di Rolando Bianchi (lasciato inizialmente in panchina) ed il probabile saluto di Ventura ai granata. Dopo lo stucchevole “biscotto” nel pari interno contro il Genoa, i tifosi pretendono una prova d’orgoglio per l’ultima in casa. Se i padroni di casa hanno già ottenuto l’obiettivo stagionale, il Catania è ancora in corsa per un ottavo posto che permetterebbe ai rossazzurri di eguagliare i record degli d’oro del ’60 ed evitare un fastidioso turno estivo in Coppa Italia. Maran, oltre alle assenze annunciate degli infortunati Legrottaglie, Alvarez e Potenza, dovrà fare a meno anche di Marchese, Rolin e Lodi. In panchina sono presenti i giovani della Primavera, Cabalceta e Petkovic. Etnei sbilanciati in avanti con un quartetto d’archi formato da Castro, Barrientos, Gomez e Bergessio.
L’avvio di gara inizia positivamente per gli etnei, che ricevono da Milano la notizia del vantaggio dell’Udinese dopo pochi secondi con Pinzi. Dopo uno studio tra le due squadre, è il Torino a farsi pericoloso: al 5′ Cerci reclama il calcio di rigore per un leggero contatto in area con Spolli. Passano pochi secondi e Frison è costretto a non usare mezze misure per fermare l’attaccante granata: giallo per l’estremo difensore etneo e punizione dal limite non sfruttata da Caceres.
Il Catania è molto schiacciato dietro la linea del pallone e si affida solo all’estro geniale del Pitu Barrientos, spesso fermato dai difensore locali con le cattive. Continua il duello a distanza tra Cerci e Frison, con l’attaccante granata che al 16’ impegna severamente il portiere ex Vicenza, costretto ad un plastico tuffo per salvare la propria porta dal velenoso diagonale del numero 7 granata. I risultati provenienti da San Siro (1-2 per i friulani) confortano i rossazzurri, che giocano in campo senza necessità di accelerare i ritmi.
Nonostante lo svantaggio dell’Inter, il Catania passa in vantaggio al primo tentativo utile: errore difensivo dei locali, ne approfitta Castro che guadagna la profondità e serve ad Almiron un pallone d’oro che il centrocampista scaraventa dietro le spalle di Coppolo. 4 gol stagionale per l’argentino che eguaglia lo score di reti realizzate nella sua prima stagione a Catania. Lo svantaggio scuote i padroni di casa che ci provano a stretto giro, prima con Jonathas e poi con Cerci (che realizza pure di testa in bello stile), ma in entrambi i casi arrivano puntali le chiamate di offside. Dopo un altro rigore reclamato dal Toro (ridicolo chiedere il fallo di mano con Spolli in caduta). Finisce un primo tempo tutto positivo: Torino-Catania 0-1; Inter-Udinese 1-3.
Novità nella ripresa, con Ventura che mette dentro Brighi per Vives, mentre dura appena due minuti il secondo tempo di Almiron: problemi fisici per lui, entra Sciacca. Al 51’ arriva il momento di Rolando Bianchi, accolto da un tifo da brividi dell’intero stadio piemontese. Il Torino si carica e dopo vari tentativi al 53’ arriva il meritato pareggio granata: Cerci triangola con Brighi e segna con un preciso diagonale su cui nulla può Frison. L’ingresso in campo del capitano granata carica l’ambiente ed il Catania sembra decisamente in debito d’ossigeno.
Maran ridisegna la squadra ed inserisce Augustyn al posto di Capuano. Dopo un tentativo non andato a buon fine di Gomez, il Catania ritrova il vantaggio: è il 63’ quando su un pasticcio di Ogbonna, ne approfitta Bergessio che dal limite dell’area realizza il tredicesimo gol con un tiro incrociato dal limite che supera imparabilmente Coppola. La rete del “Toro” non spegne l’entusiasmo etneo, che viaggia sulle ali del vantaggio e sull’andamento della sfida del Meazza (Inter-Udinese 2-5).
I padroni di casa giocano con il solo intento di far segnare Rolando Bianchi ed all’82’ il numero 9 prima ci va vicino colpendo il palo con Frison battuto, poi 60 secondi dopo realizza a pochi centrimetri dalla porta eludendo l’intervento di Bellusci, palesemente in ritardo. Esplode l’intero stadio che esalta le doti realizzative del bomber granata. Il Torino prova a chiudere la gara vincendo la sfida ed all’87’ Darmin di testa sfiora il clamoroso gol. A pochi minuti dalla fine, Maran manda in campo per l’esordio in Serie A il giovane Bruno Petkovic al posto del “Papu” Gomez che saluta il Catania e, probabilmente anche l’Italia.
Dopo tre minuti di recupero finisce l’ultimo atto di questo spettacolare campionato. Il Catania chiude all’ottavo posto e taglia il traguardo dei 56 punti stagionali. La squadra di Maran partirà il prossimo anno dopo aver chiuso il torneo tra le prime otto migliori del massimo torneo italiano. Chapeau a Maran e alla squadra. Ora è il turno delle meritate vacanze.
L’orologio scandisce le ultime ore in rossazzurro per l’italo-argentino Adrian Ricchiuti. Stasera il fantasista chiuderà la sua avventura al Catania durata ben 4 anni. Arrivato in Sicilia nella stagione 2009/10 dal Rimini, Ricchiuti con la casacca etnea ha collezionato 86 presenze mettendo a segno quattro reti, realizzate ai danni di Cagliari, Bari, Milan e Chievo. Festa grande ieri sera con i compagni di squadra che gli hanno dedicato una festa ed splendido messaggio sulla lavagna dell’albergo in cui i rossazzurri sono in ritiro: “Adrian gracias por tu futbol“. Ricchiuti ha ringraziato in sui compagni in un commosso “tweet” apparso sulla sua pagina personale del famoso social network: “Ragazzi grazie sempre nel cuore“. Il suo futuro? “Rumors” parlano di un interesse di Trapani, Rimini e Messina.
Un pareggio che chiude una stagione esaltante per il Catania targato Rolando Maran. Al suo esordio in Serie A, l’allenatore trentino si è reso protagonista di un campionato strepitoso, conclusosi con tanti record ed un ottavo posto di prestigio. Sentito nella “mix zone” dello stadio Olimpico di Torino, Maran parla della classifica, senza tralasciare i rimorsi per un piazzamento Europa non arrivato: “I complimenti fatti a me li giro alla squadra ed a tutto lo staff. Nello spogliatoio abbiamo festeggiato stappando una bottiglia, come da rito. E’ motivo di grande orgoglio esser stato un tecnico di questa squadra che è riuscita a salire così in alto. Siamo andati oltre i nostri limiti e sempre al massimo dall’inizio alla fine. Nel corso della stagione è stata tangibile la crescita di motivazioni e mentalità. Dobbiamo essere fieri di questi aspetti. Finire il campionato in questo modo fa capire come siamo cresciuti. È un insieme di record e prestazioni notevoli che hanno fatto sì che si riuscisse ad arrivare a certe cifre e a certi numeri. Da ricordare che quasi tutti i nostri attaccanti hanno battuto il loro record personale di gol. Se andiamo a rileggere questo campionato, al di là degli incidenti di percorso dovuti a noi, altri eventi hanno condizionato parecchio, ma noi dobbiamo guardare solo a noi. L’anno prossimo? L’obiettivo sarà anzitutto salvarsi e stupire ancora. Dobbiamo ripartire ricominciando da zero e confermando ciò che abbiamo fatto di buono. Mi fa piacere aver fatto esordire tutti i ragazzi del gruppo rendendoli partecipi di questo Catania dei record. Mi dispiace per Terracciano. Purtroppo quello del portiere è un ruolo particolare. Ma il resto della squadra è entrato tutto il campo. Ho voluto schierare un giocatore della Primavera per premiare la squadra che ha raggiunto la finale scudetto“.
Una stagione strepitosa, terminata con un punteggio finale record ed una graduatoria invidiabile: 56 punti ed ottavo posto. Nonostante la festa in casa rossazzurra, l’unica nota stonata sarebbe rappresentata dal possibile addio dell’amministratore delegato Sergio Gasparin. Sentito nella “mix zone” dello stadio Olimpico di Torino, il dirigente etneo glissa e si sofferma sui risultati: “Abbiamo finito la stagione come avevamo promesso. Spero ricordiate che si diceva che, una volta raggiunta la salvezza, c’era il rischio di togliere il piede dall’acceleratore. Abbiamo risposto ottenendo il miglior risultato possibile, facendo anche meglio che nel girone d’andata. Abbiamo chiuso col record di punti e l’ottavo post: un risultato importante ed un traguardo che festeggiamo tutti insieme, tra l’altro suggellato dal debutto di Petkovic che rappresenta in maniera emblematica l’attestazione per il grande lavoro del settore giovanile. Un debutto che va diviso con gli altri ragazzi della Primavera che giocheranno le Final Eight. Lui è una scommessa che abbiamo fatto tutti insieme. Raccogliamo i frutti di un lavoro sinergico che abbiamo fatto tutti insieme ed è coinciso con risultati importanti dal punto di vista sportivo e gestionale. Questa, inoltre, sarà l’ennesima stagione che si chiuderà con il bilancio in utile per questa società. Il mio futuro? Questa sera mi godo i risultati che abbiamo colto, nei prossimi giorni avrete una risposta circa la mia partenza o meno. Sarà una notizia ed una decisione basata sulla credibilità che ha sempre contraddistinto questa nostra stagione“.

Gasparin lascia il Catania
Risoluzione consensuale del contratto tra la società rossazzurra e il suo amministratore delegato. Ufficiale la nomina di Cosentino alla vicepresidenza del nuovo Cda
Si chiude dopo una sola stagione l'avventura al Catania di Sergio Gasparin, che la scorsa estate aveva ereditato la scrivania di Pietro Lo Monaco.
La società rossazzurra, in una nota, ha fatto sapere che "dopo un incontro avvenuto stamane in sede fra il presidente Antonino Pulvirenti e l'amministratore delegato Sergio Gasparin, si è deciso di risolvere consensualmente il contratto in essere fra le parti". "Si esprime reciprocamente stima ed apprezzamento per il grande lavoro svolto in questa stagione sportiva e per il proficuo rapporto professionale intercorso".
Contestualmente, il club rossazzurro ha ufficializzato la composizione del nuovo consiglio d'amministrazione, che vede la nomina di Pablo Cosentino, procuratore di numerosi calciatori argentini (incluso l'ultimo nuovo acquisto Leto), quale vice presidente. Completano il Cda l'altro vice presidente Angelo Vitaliti e il consigliere Giuseppe Bonanno.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GARE DI FASCIA A
Tribuna Elite 180,00 euro
Tribuna A 100,00 euro
Tribuna B 50,00 euro
Curve 30,00 euro
 
GARE DI FASCIA B
Tribuna Elite 140,00 euro
Tribuna A 75,00 euro
Tribuna B 40,00 euro
Curve 24,00 euro
GARE DI FASCIA C
Tribuna Elite 120,00 euro
Tribuna A 65,00 euro