ROMA
- CATANIA 2-2
Marchese, Osvaldo, Gomez, Lopez.
ROMA(4-3-3):
Stekelenburg; Piris, Burdisso, Castan, Balzaretti; Bradley, De Rossi,
Pjanic; Lamela (Nico Lopez), Osvaldo, Totti. A disp.: Lobont, Taddei,
Romagnoli, Marquinhos, Florenzi, Tachtsidis, Lamela, Bojan, Marquinho,
Tallo, Svedskauskas. All: Zeman
CATANIA(4-3-3):
Andujar; Alvarez, Bellusci, Legrottaglie, Marchese, Biagianti, Lodi,
Almiron; Barrientos, Bergessio, Gomez. A disp.: Frison, Terracciano,
Capuano, Spolli, Salifu, Castro, Llama, Ricchiuti, Sciacca, Antenucci,
Doukara, Morimoto. All.: Maran.
ARBITRO:
De Marco di Chiavari; Viazzi-Liberti; IV De Pinto.
INDISPONIBILI:
Dodò, Perrotta e Borriello ; Potenza, Izco, Rolin e Lanzafame.
SQUALIFICATI: Destro (1) e Guberti (1).
Buona
la prima, ma…
Che
peccato! Esordio ‘agrodolce’ per il Catania di Rolando Maran in un
“Olimpico” pieno di entusiasmo nel giorno del ritorno del maestro
Zeman sulla panchina della Lupa. Il 2-2 finale, risultato giusto per le
occasioni create da entrambe le formazioni, lascia, però, un briciolo
di amaro in bocca agli etnei. Amaro ‘Unicum’(quello in boccetta con
etichetta rossa
e croce dorata, tanto per intenderci), riversato nel bicchiere di ogni
tifoso rossazzurro, per un pareggio giunto inaspettatamente (al minuto
91) ad opera di uno dei tanti esordienti della serata: Nico Lopez,
classe 1993, talento da vendere e futuro assicurato.
Una prodezza, favorita in verità dallo svarione di Alvarez e dalla poca
reattività di Andujar, che spezza bruscamente il sogno di espugnare per
la prima volta nella storia la casa della Roma. E dire che, anche sul
2-2, il Catania avrebbe potuto trovare un nuovo sorpasso, ma la sfortuna
(sottoforma di traversa) e un briciolo di egoismo (il mancato assist ad
un Antenucci completamente solo davanti alla porta sguarnita) hanno
impedito all’esordiente Castro di regalarsi un debutto da mille una
notte. Niente da fare. Ecco un altro pareggio, sempre con lo stesso
risultato, così come accaduto lo scorso 5 maggio. Un punto che, però,
dà morale e smentisce i soliti detrattori estivi, mortificando le
solite frasi fatte e destabilizzanti: “Ma u Catania non accatta a
nuddu?” o “Semu i stissi di l’annu scossu!” o “ A unni ama
gghiri iennu cu sta squadra?”. La forza della continuità (nessuna
cessione illustre unita ad acquisti mirati, tra l’altro non ancora
visti ad eccezione di Castro) confermano le scelte fatte dalla ‘triade’
Gasparin-Salerno-Bonanno. Il nuovo corso è partito bene.
The
Edge, debutto da sogno
L’esordiente (Maran) blocca il veterano (Zeman). Un debutto in serie A
migliore di questo il buon Rolando da Rovereto non poteva immaginarlo.
Primo tempo sontuoso con un pressing alto che impedisce alla ‘creatura
zemaniana’ di sfornare la solita quantità industriale di gioco e di
occasioni da rete, con un Catania accorto e ben messo in campo. Discorso
un tantino diverso nella ripresa: etnei cinici (bravi a sfruttare il
magistrale contropiede imbastito da un monumentale Lodi e concretizzato
da un pungente Gomez) ma un po’ distratto in difesa. Non sempre,
però, le ciambelle riescono col buco, questo è vero; ma aver limitato
per buona parte dell’incontro la Roma di Zeman (eccezion fatta per i
primi venti minuti della ripresa) è una soddisfazione non da poco.
Oltretutto, il poco ‘cinematografico’ Maran aveva qualche conto in
sospeso col tecnico boemo: l’assurda ‘staffetta’ (inaspettato
esonero dopo una vittoria per 0-3 in trasferta) ai tempi di Brescia
(stagione 2005/06) non era stata ancora del tutto digerita. Bene così
‘The Edge’ (palese la somiglianza fisica del tecnico rossazzurro col
chitarrista degli U2): persona umile, lavoratrice, che preferisce i
fatti concreti alle parole astratte. La mancata vittoria in un ‘Olimpico’
entusiasta ci può stare all’esordio. Di certo, è ancora troppo
presto per azzardare un paragone col Catania di Montella, che sia
chiaro. Ma l’inizio è nettamente incoraggiante. Avanti così.
Bergessio
croce o delizia?
Che non fosse un goleador da 20 reti a stagione lo si era già capito da
tempo. Corsa a perdifiato, continue sportellate con la difesa
giallorossa e un lavoro immenso per i compagni. Tiri in porta? Ahimè,
nessuno. Nei ‘compiti tattici’ del ‘Lavandina’ questa voce
sembra essere ‘bannata’. È questo il sacrificante e sfiancante
lavoro di un Bergessio che esce dal campo stremato e col capo chino.
Già dalla passata stagione, in molti invocavano una punta in grado di
tramutare in rete almeno una minima parte delle tante occasioni da rete
create dalla formazione rossazzurra. Un ‘leitmotiv’ che rischia di
proseguire anche in questa stagione. Domanda: al gioco di questo Catania
serve una punta che lavora per la squadra (come Bergessio, appunto) od
un cinico cecchino solista il cui compito è perforare le difese
avversarie e basta? Gli ultimi cinque giorni di mercato (chiusura alle
ore 19 del 31 agosto) ci aiuteranno a capire la risposta giusta.
Al
“Massimino” contro il Grifone
Doveva essere l’atteso ritorno (da avversario) dello ‘Zio Petrus’
al “Massimino”. Non per il presidente genoano Enrico Preziosi che,
dopo neanche due mesi, ha dato il benservito all’ex a.d. etneo Pietro
Lo Monaco togliendo, così, un po’ di pepe (eufemismo) alla gara tra
etnei e liguri. Catania-Genoa, in programma domenica 2 settembre, ha si
perso una componente importante ma non di certo tutto il suo fascino e
temi interessanti. Innanzitutto, sarà il debutto ufficiale tra le mura
amiche (dopo l’antipasto di Coppa Italia col Sassuolo) per gli etnei
di Maran. Inoltre, il Genoa di De Canio e dell’ex Seymour, vittorioso
sul Cagliari con un secco 2-0, vorrà riscattare il pesante cappotto
(4-0) rimediato la scorsa stagione. Altro motivo d’interesse?
Conquistare quei tre punti sfumati all’improvviso nell’umida notte
romana. -39 all’Alba: “Siete stati affamati, siete stati folli,
siete stati umili, siete stati elefanti!”
Salvo
Emanuele (calciocatania.com)
CATANIA
- GENOA 3-2
26' pt Kucka, 21' st, 23' st Bergessio, 37' st Jankovic, 39' st
Lodi.
CATANIA
(4-3-3): Andujar 7; Alvarez 6, Legrottaglie 6.5, Bellusci 6.5, Marchese
6; Biagianti 6 (22' st Izco 6), Lodi 7, Almiron 6 (9' st Castro 6.5);
Barrientos 6 (42' st Sciacca sv), Bergessio 7.5, Gomez 6. In panchina:
Terracciano, Frison, Spolli, Rolin, Capuano, Salifu, Morimoto,
Ricchiuti, Doukara. Allenatore: Maran 6.
GENOA (4-3-3): Frey 6; Sampirisi 5.5, Canini 5, Granqvist 5.5, Antonelli
6 (39' st Moretti sv); Seymour 5.5 (13' st Jorquera 6), Kucka 6.5,
Tozser 5.5; Jankovic 6.5, Immobile 5.5, Vargas 5.5 (31' st Borriello 6).
In panchina: Tzorvas, Stillo, Bovo, Anselmo, Marchiori, Bertolacci,
Piscitella, Ferronetti. Allenatore: De Canio 6.
Arbitro: Giannoccaro di Lecce 6. NOTE: serata fresca, con pioggia nel secondo tempo, terreno in buone
condizioni. Ammoniti: Canini, Seymour, Castro, Bellusci, Bergessio.
Angoli 9-5 per il Catania. Recupero: 0', 4'.
Un
Catania più forte della sfortuna e della pioggia
Un
Catania infinito, più forte della sfortuna e della pioggia, si
aggiudica il primo match interno in una gara non adatta ai deboli di
cuori. I rossazzurri sono letteralmente padroni del campo, ma subiscono
il vantaggio ospite della squadra di De Canio, su una pazzesca
indecisione difensiva che favorisce Kucka. Gli etnei vanno al riposo
sotto di un gol, ma nella ripresa l’ingresso di Castro risulta
decisivo nel bene e nel male. “El Pata” si fa ammonire dopo 60
secondi e poi ha un battibecco incandescente con Bergessio. Poi torna
sulla terra e serve il pallone per il pareggio, proprio di Bergessio. Lo
stesso “Lavandina” fa 2-1 appena due minuti dopo su corner di Lodi.
Quando il successo sembra ormai certo, Jankovic trova l’eurogol che
rimette tutto in discussione. Serve una super punizione di Lodi per
regalare ai ragazzi di Maran i primi tre punti stagionali. Una gara di
cuore ed un successo meritato anche quando all’ultimo minuto la
traversa nega il 3-3 a Samperisi.
Per
la prima in campionato sul “campo amico” del Massimino, Maran
ripropone lo scacchiere che domenica scarsa a sfiorato la vittoria a
Roma. In panchina si vede per la prima volta Alexis Rolin, così come
viene recuperato l’ex capitano dello scorso anno Mariano Izco. De
Canio per dare continuità al successo dello scorso turno contro il
Cagliari, si affida al tridente Jankovic, Immobile ed il nuovo arrivato
Juan Manuel Vargas, ex di turno. Solo panchina per il nuovo arrivato
Marco Borriello.
Stadio
gremito che annovera quasi 13.000 presenze ed in curva nord uno
striscione incita i beniamini rossazzurri: “Come prima, più di prima,
ti sosterrò”. Dalle prime battute s’intuisce come De Canio schieri
due mediani davanti alla difesa per imbrigliare l’estro del Pitu. I
ritmi sono subito alti e dopo appena 4 minuti è Granqvist a rischiare
il clamoroso autogol per liberare l’area da un pericolo inesistente.
Due minuti dopo Gomez innesca con un cross Bergessio in area di rigore,
ma il Lavandina non riesce a deviare la sfera in porta con una spaccata
acrobatica.
La
reazione genoana arriva con Kucka che s’infila in area di rigore e
serve al centro Immobile, ma è provvidenziale l’intervento di
Legrottaglie a liberare. Ancora il veterano della difesa etnea è
decisivo su una percussione verticale insistita di Antonelli. Entrambi i
reparti arretrati delle due formazioni sono ben messi in campo, rendendo
difficile la vita agli attaccanti. Al 18’ occasionissima del Catania:
Barrientos prova il tocco di precisione su cross di Gomez, ma la palla
esce di poco.
I
rossazzurri vogliono trovare il vantaggio e al 21’ è Gomez, ben
servito d’esterno da Lodi, ad impensierire Frey che abbranca a terra
il tiro. Ancora Catania che prova a sfruttare il momento favorevole e
sfiora l’1-0 con Bergessio che in spettacolare rovesciata manda fuori.
Al 24’ è il turno ad Almiron, servito dal limite del fondo da
Bergessio, a chiudere troppo l’angolo calciando al lato. Dopo aver
sciupato un incredibile numero di palle da rete, è il Genoa a trovare
il vantaggio su una pazzesca dormita difensiva. Tutti dimenticano solo
in area Kucka che, da due passi, concretizza il più facile dei tap in,
servito da un perfetto assist di Immobile.
Il
Catania prova subito a replicare con Almiron, servito in mezzo all’area
da Gomez, ma l’ex juventino sfiora solo il palo. I padroni di casa si
sbilanciano in avanti nel tentativo disperato di pareggiare prima della
fine del primo tempo e al 37’ vale quanto un gol l’intervento
decisivo di Almiron sul contropiede di Immobile, che si sarebbe trovato
a tu per tu con Andujar. La pressione degli etnei cozza contro la difesa
del grifone e davanti ad una porta che sembra stregata, come al 42’
quando Granqvist è costretto ad immolarsi per evitare la rete di Lodi.
Al fischio dei primi 45 minuti, applausi dei tifosi nei confronti degli
undici rossazzurri a cui manca solo il gol.
Nessun
cambio ad inizio ripresa per i due tecnici. Con il Genoa tutto schierato
nella propria metà campo, la squadra di Maran fa fatica ad imbastire il
gioco. A complicare la situazione ci si mette anche una fastidiosa
pioggia estiva che tende a rendere il terreno di gioco scivoloso. Il
Catania non affonda ed il primo tiro in porta è del Genoa con Kucka che
però non inquadra la porta. Al 59’ Maran è costretto a mettere fuori
un claudicante Almiron per far esordire al Massimino il nuovo arrivato
Castro, che dopo 60 secondi becca un giallo per un’entrata troppo
decisa.
Il
nervosismo è alle stelle e dopo una clamorosa palla sciupata da Castro,
Bergessio sbotta contro il compagno di squadra reo di non averlo servito
in area di rigore. Nel frattempo De Canio prova a passare ad un modulo
più offensivo, inserendo Jorquera per Seymour. Al 62’ proprio il neo
entrato nei rossoblù costringe Legrottaglie alla deviazione decisiva in
corner.
Al
65’ finalmente l’incantesimo si spezza e a risolvere il match ci
pensano i due litiganti. Castro serve un pallone con il contagiri per
Bergessio che stoppa e batte Frey. Festeggiamenti da parte dei due che
fanno pace con un gol importantissimo. Ma il calcio è stranissimo e nel
giro di due minuti il Catania ribalta il match. Sul perfetto corner
dalla destra di Lodi incorna in modo vincente “El Lavandina” e Frey
incassa due reti in appena due giri d’orologio.
Il
Genoa prova a reagire ed Andujar è chiamato uno strepitoso intervento
per evitare il gol 2-2 su una bordata di Jankovic dal limite. De Canio
si gioca il tutto per tutto e toglie un Vargas abbastanza abulico, che
esce fra gli applausi del pubblico catanese che non lo ha mai
dimenticato, per mettere dentro Borriello. Ritmo più lento, con la
stanchezza e la pioggia che rendono il controllo della sfera più
complesso. Quando il successo del Catania sembra in cassaforte, all’82’
Jankovic trova il pertugio giusto con l’esterno rendendo vano il tuffo
di Andujar.
Serve
una magia per tornare in vantaggio, ed il “mago” delle prodezze a
Catania si chiama Francesco Lodi. Il numero 10, asciuga la palla, la
bacia e su punizione dai 25 metri disegna una parabola pazzesca a cui
Frey nulla può. Esplode il Massimino che inneggia il suo specialista,
autore del primo gol stagionale. Maran prova a blindare il risultato
togliendo Barrientos ed inserendo il catanese Sciacca. Nei minuti finali
c’è gloria anche per Andujar, protagonista due strepitose parate,
prima su Borriello e poi su Jorquera. Al 93’ brividi al Massimino per
una traversa colpita da Samperisi sugli sviluppi di un corner. Dopo
quattro minuti di recupero, il Catania può finalmente festeggiare.
Vittoria
importante che dimostra le capacità corali di una squadra mai doma.
Adesso spazio alla pausa per le Nazionali. Si torna in campo fra due
settimane contro la Fiorentina dell’ex tecnico etneo, Vincenzo
Montella, oggi sconfitto 2-1 al San Paolo di Napoli.
Andrea
Mazzeo (www.catania46.net)
FIORENTINA
- CATANIA: 2-0
43’
Jovetic (F), 65’ Toni.
FIORENTINA
(3-5-2): Viviano, Rodriguez, Roncaglia, Tomovic, Cuadrado (72’
Fernandez), Pizarro, Borja Valero, Migliaccio, Pizarro, Pasqual (82’
Cassani), Ljajic (63’ Toni), Jovetic. A disposizione: Neto, Hegazi,
Olivera, Lupatelli, Seferovic, Llama, Capezzi, Camporese, Romulo. All.
Montella
CATANIA
(4-3-3): Andujar, Alvarez, Spolli, Legrottaglie, Marchese; Biagianti (81’
Izco), Lodi, Almiron (46’ Castro); Barrientos, Bergessio, Gomez. A
disposione: Frison, Rolin, Sciacca, Bellusci, Ricchiuti, Terracciano,
Salifu, Capuano, Doukara. All. Maran
ARBITRO:
Doveri di Roma AMMONITI:
Ljajic, Pizarro, Jovetic (F), G omez, Spolli (C).
Non
è felice il ritorno sul rettangolo verde per il Catania dopo la pausa
per gli impegni delle Nazionali. La squadra di Maran regge per quasi
tutto il primo tempo contro la Fiorentina di Montella, poi deve
arrendersi al solito Jovetic. Nella ripresa, i rossazzurri appaiono più
spenti e al 65’ incassano il raddoppio di Toni, entrato da pochi
minuti al posto di Ljajic. Resta il notevole rammarico per non aver
sfruttato a dovere dei contropiedi importanti con Lodi e Bergessio. Poca
efficacia davanti la porta e poco movimento senza palla. Da lodare la
prova di Spolli. Involuzione per il tridente offensivo e lo stesso Lodi.
Per
questa sfida dal sapore particolare, Montella deve rinunciare ad
Aquilani, Savic, Della Rocca e El Hamdaoui, e manda in campo i viola con
il consueto 3-5-2 con Cuadrado e Migliaccio in mediana, e Ljajic a dare
supporto a Jovetic. Solo panchina per Toni. Maran riparte del 4-3-3
confermando lo stesso identico scacchiere che ha affrontato Roma e
Genoa, salvo la novità in difesa Spolli al posto di Bellusci.
Inamovibile il tridente offensivo argentino composto da Barrientos,
Bergessio e Gomez.
L’avvio
gara è su ritmi elevatissimi, con entrambe le squadre che provano
subito le verticalizzazioni rapide. Spolli prende in consegna Jovetic
sin dal primo minuto, con l’argentino che morde con decisione le
caviglie al montenegrino. La squadra di casa ha subito un atteggiamento
aggressivo, sfruttando particolarmente le incursioni degli esterni di
centrocampo. La sfida del Franchi s’infiamma ed il Catania gela il
pubblico di casa andando a segno con Bergessio al 9’, ma la posizione
del Lavandina sul perfetto cross di Barrientos è di chiaro offside.
Al
12’ è ancora Bergessio a rendersi pericoloso in area viola, ma ha del
miracoloso l’intervento difensivo di Tomovic sul numero 9 etneo. La
squadra di Montella si affida molto all’utilizzo dell’out di
sinistra dove agisce Pasqual, ma sono puntuali i raddoppi di
Legrottaglie e Barrientos. Il primo giallo del match arriva ai danni di
Ljajic, reo di aver simulato un fallo al limite su veniale tocco di
Biagianti.
La
formazione di Maran regge bene l’urto dei gigliati con la giusta
applicazione dei dettami del tecnico trentino, e sfrutta i lanci lunghi
per innescare il tridente argentino. Al 25’ è provvidenziale l’intervento
in copertura di Spolli sulla volata in contropiede di Roncaglia, bravo a
leggere un passaggio corto di Lodi al limite dell’area viola. Intorno
alla mezzora si registra il momento migliore dei padroni di casa che
schiacciano dietro la linea della sfera la squadra rossazzurra, ma la
difesa etnea regge bene il massimo sforzo offensivo dei viola.
L’unico
limite della squadra di Maran e l’eccessiva lentezza nella manovra di
ripartezza, dove si registra poco movimento da parte dei calciatori
senza palla. Il nervosismo comincia a salire copioso, e dopo gli scontri
verbali tra Spolli e Jovetic, le scaramucce tra Pizarro e Gomez
costringono l’arbitro Doveri a scriverli nel “taccuino dei cattivi”.
Al 41’ Lodi si divora la palla del possibile vantaggio per un eccesso
di leziosismo, dopo aver avviato un bel contropiede e triangolato con
Barrientos. Gol sbagliato, gol subito: la regola si ripete. Sul
capovolgimento di fronte, Jovetic rende merito alla sua fama di bomber e
realizza la rete dell’1-0 con un preciso sinistro che non lascia
scampo ad Andujar. Si chiude così il primo tempo.
Nella
ripresa, Maran mette subito dentro Castro al posto di Almiron, con un
Catania molto più offensivo. Dopo appena due minuti è ancora Bergessio
ad andare vicino alla via della rete con un pallone rasoterra
controllato da Viviano sul fondo. Al 55’ strepitosa giocata di Jovetic
che scucchiaia per Ljajic, la cui conclusione scavalca Andujar ma non
Spolli che manda in angolo. Tre minuti dopo, Roncaglia segna di testa
sugli sviluppi di una punizione calciata da Ljajic, ma l’arbitro
annulla per millimetrica posizione di fuorigioco dell’argentino.
Al
63’ entra Toni tra gli applausi di quel pubblico che aveva lasciato
più di 5 anni fa. Non passano nemmeno due minuti che proprio l’ex
Bayern Monaco mette dentro il più facile dei gol su perfetto assist di
Jovetic. Il cambio di modulo non dà giovamento alla squadra di Maran
che nel secondo tempo patisce tantissimo il calo fisico. Al 68’ Spolli
prova a suonare la carica improvvisandosi attaccante e dribblando mezza
squadra avversaria, l’argentino calcia ma la difesa viola è attenta,
poi Bergessio non riesce a sfruttare il rimpallo calciando debolmente su
Viviano. Quattro minuti dopo, su punizione di Lodi, Viviano è costretto
a smanacciare in corner sulla schiacciata di testa del solito Bergessio.
La
risposta dei locali non si fa attendere ed al 77’ Toni per poco non fa
il bis di testa sul preciso traversone del neo entrato Fernandez che
finisce fuori bersaglio. Dall’altra parte è Castro a non trovare la
via del gol, con una bordata da pochi metri che viene respinta sulla
linea da un difensore. Nel finale c’è da registrare solo l’ingresso
in campo di Izco e l’esordio in serie A del franco-senegalese Doukara,
ma la gara non cambia più.
Un
2-0 senza appello che deve far riflettere, specialmente per le tante
occasioni sfumate sotto porta. Domenica si torna in campo con un’altra
protagonista del campionato, il Napoli di Mazzarri, oggi vittorioso sul
Parma.
Andrea
Mazzeo (www.catania46.net)
CATANIA
- NAPOLI: 0-0
43’
Jovetic (F), 65’ Toni.
CATANIA
(4-3-3): Andujar; Alvarez, Legrottaglie, Spolli, Marchese; Biagianti (46’
Izco), Lodi, Almiron (73’ Castro); Barrientos (22’ Bellusci),
Bergessio, Gomez. A disposizione: Frison, Messina, Capuano, Rolin,
Salifu, Castro, Sciacca, Doukara, Ricchiuti, Morimoto. All.: Maran.
NAPOLI (3-5-1-1): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica (65’
Vargas); Maggio (83’ Maggio), Inler (46’ Insigne), Dzemaili, Hamsik,
Zuniga; Pandev; Cavani. A disposizione: Rosati, Grava, Gamberini,
Fernandez, Uvini, Mesto, Behrami. All.: Mazzarri.
AMMONITI: Bergessio, Legrottaglie, Almiron (C), Zuniga, Inler, Aronica,
Vargas (N).
ESPULSI: Alvarez (C). Arbitro: Sig. Mauro Bergonzi della Sezione A.I.A.
di Genova.
UN
PAREGGIO CHE VALE TRE PUNTI
Andrea
Mazzeo (www.Catania46.net)
Non
inganni il risultato di parità. Questo 0-0 casalingo contro il Napoli
vale quanto, e forse più di una vittoria. Il Catania strappa un
pareggio ad i partenopei dopo una clamorosa amnesia di Alvarez su
Cavani, che costringe i rossazzurri a giocare quasi l’intera partita
in dieci uomini. Maran, grande stratega, organizza la squadra senza
orchestrare cambi per i primi venti minuti. La squadra non resta
arroccata in difesa, ma prova a ripartire sfruttando un pazzesco lavoro
di Bergessio. Nemmeno l’ingresso nella ripresa di Insigne e Vargas
cambiano le sorti del match, anzi, è il Catania a sfiorare la clamorosa
vittoria colpendo un palo con Gomez ad un minuto dalla fine. Un pareggio
che porta la squadra rossazzurra a 5 punti in classifica, ma cosa
avrebbe fatto in parità numerica?
Reduce
dalla sconfitta di Firenze, Maran si affida allo stesso scacchiere
tattico con i medesimi uomini. Il Napoli di Mazzarrin, finora mai
sconfitto e reduce dal rotondo 4-0 rifilato all’Aik Solna giovedì
scorso nella prima giornata di Europa League, annovera tra i titolari
Pandev e Cavani con Hamsik pronto ad innescarli. In difesa out Britos,
recupera Aronica. A centrocampo coppia elvetica Dzemaili-Inler.
Dopo
il minuto di silenzio per commemorare Arrigo Gattai, ex presidente del
Coni, scomparso all’età di 84 anni, inizia il match del Massimino.
Dopo un avvio promettente, la partita della squadra etnea si mette
subito in salita: Alvarez non riesce a controllare un retropassaggio
troppo forte di Legrottaglie, ne approfitta Cavani che ruba palla e s’invola
in porta. Per il numero 22 del Catania non resta altra alternativa che
stendere il “matador”: Bergonzi non ha dubbi ed espelle Alvarez.
Maran, costretto a giocare per più di 88 minuti con un uomo in meno,
non effettua cambi e retrocede in difesa Biagianti sul versante destro.
La
partita diventa subito nervosa e nell’arco di pochi minuti vengono
sanzionati con il giallo anche Zuniga e Bergessio, quest’ultimo reo di
aver protestato veemente per un fallo di mano in area partenopea. Il
Napoli non accelera i ritmi, contando sul vantaggio numerico, e prova ad
amministrare il match. Al 9’ Andujar esce malissimo e per poco non
consegna il pallone del vantaggio azzurro a Campagnaro. Nonostante la
differenza numerica, le squadre restano larghissime con rapidi
capovolgimenti di fronte. Al 18’ il portiere etneo si fa perdonare
prendendo il tempo a Hamsik che aveva provato il taglio in area di
rigore con la difesa impreparata.
Al
22’ Maran decide di inserire Bellusci, togliendo il posto a
Barrientos: sia il giocatore che il pubblico del Massimino non
gradiscono la scelta di rinunciare al Pitu. L’attacco etneo è
affidato alle velocissime discese di Gomez, che trova sempre in
Campagnaro un ostacolo difficile da aggirare. Il passaggio al 4-3-2
resiste anche perché i rossazzurri difendono in nove e la squadra di
Mazzarri non si mette certamente in mostra per il movimento senza palla.
Alla mezzora brividi per l’ennesima amnesia di Andujar che per poco
non si lascia sorprendere da un tiro velenoso di Cavani dai 30 metri;
provvidenziale l’intervento in corner di Legrottaglie sull’accorrente
Pandev.
Il
Catania paga a centrocampo i troppi errori in appoggio di Biagianti:
tre-quattro volte il capitano rossazzurro perde palla in zona pericolosa
e per poco non permette ai partenopei di passare. Al 37’ prima
conclusione di marca etnea, con Almiron che prova una conclusione dalla
distanza che non impensierisce De Sanctis. Due minuti dopo, uno
strepitoso Bergessio fa tutto da solo, superando due uomini, ma non il
terzo che si rifugia in corner. Sugli sviluppi dell’angolo, il Catania
sfiora il clamoroso vantaggio con Spolli che, di testa, non trova la
porta, così come Bergessio che in ritardo non trova la palla in
spaccata sottomisura. Al 43’ Cavani fa l’extraterrestre e si libera
di mezza difesa etnea, facendo partire, dopo una doppia finta, una
bordata che trova l’interdizione di Andujar in corner. Dopo due minuti
di recupero finisce il primo tempo sullo 0-0.
Mazzarri
prova a sbloccare la staticità del match inserendo, sin dal primo
minuto della ripresa, Insigne al posto di uno spento Inler. Gli risponde
Maran, togliendo un abulico e confusionario Biagianti ed inserendo un
più dinamico Izco. Al 50’ la prima conclusione è ancora di marca
ospite, con Pandev che su punizione dal limite sorvola di poco l’incrocio
dei pali con Andujar che controlla. Un minuto dopo è invece decisivo l’intervento
in chiusura di corpo del numero 21 del Catania su
Cavani da posizione
angolata. I ritmi si abbassano ed i centrocampisti rossazzurri provano a
far respirare la difesa con delle percussioni sugli esterni che non sono
degne di terminare sul taccuino della cronaca.
Al
61’ strappa applausi a scena aperta Gomez, bravissimo a conquistarsi
un fallo dopo aver agirato la marcatura asfissiante di Aronica. Mazzarri
si sbilancia passando al 4-2-4, inserendo l’eroe di giovedì sera, Edu
Vargas, togliendo proprio Aronica. Il Catania prova a ragionare ma
Marchese vanifica tante occasioni di contropiede facendosi trovare
spesso in offside. Dall’altra parte è ancora approssimativo Andujar
sulla bordata di Hamsik da distanza siderale: si salva la difesa che
spazza la sfera. Al 73’ uno stremato Almiron lascia il posto a Castro,
a cui vengono affidati anche compiti di ripartenza.
Nei
minuti finali, Maran prova ad abbottonarsi un po’ e retrocede la
squadra passando ad un più guardingo 5-3-1. L’ultima mossa del
tecnico partenopeo arriva all’83’ con l’inserimento di Dossena che
prende il posto di Maggio per dare maggiore freschezza sulla corsia di
sinistra. All’86’ pazzesca occasione per Gomez che da destra fa
partire una fucilata che trova la grande contrapposizione di De Sanctis
che salva il Napoli dal clamoroso tonfo. Il Catania ha uno spunto d’orgoglio
e dopo aver perso l’occasione di un grandissimo contropiede fermato da
Campagnaro, ad un minuto dalla fine Gomez centra il palo approfittando
di uno scopertissimo Napoli. Dopo due minuti di recupero, il Catania
può festeggiare un pareggio inatteso.
CATANIA
- ATALANTA: 2-1
49’
Moralez (A), 52’ Spolli (C), 64’ Barrientos (C).
CATANIA
(4-3-3): Andujar; Bellusci, Legrottaglie, Spolli, Marchese; Izco, Lodi,
Almiròn (72’ Biagianti); Barrientos, Bergessio (92’ Morimoto),
Gomez (78’ Castro). A disp.: Frison, Messina, Capuano,
Rolin, Salifu, Sciacca, Doukara, Ricchiuto. All.: Maran.
ATALANTA
(4-4-1-1): Consigli; Ferri, Stendardo (18’ Lucchini), Manfredini,
Brivio; Raimondi (55’ Schelotto), Cigarini, Cazzola, Troisi (De Luca);
Moralez; Denis. A disp. Frezzolini, Polito, Matheu, Scozzarella, Palma,
Bonaventura, Parra. All.: Colantuono.
AMMONITI:
Gomez, Bellusci (C), Cazzola, Lucchini (A).
Arbitro:
Sig. Massimiliano Irrati della Sezione A.I.A. di Pistoia. Assistenti:
Alfonso Marrazzo (Tivoli) e Fabio Galloni (Lodi).
EROICI
ANCHE DAVANTI AGLI ORRORI
Andrea
Mazzeo (www.Catania46.net)
Cambiano
i tecnici, i dirigenti ed i calciatori, ma l’emozioni e le sofferenze
che si vivono al Massimino restano sempre. Il Catania supera in rimonta
l’Atalanta dopo essere andato clamorosamente sotto per un incredibile
errore di Andujar che permette a Maxi Moralez di portare in vantaggio
gli orobici. L’orgoglio etneo si sveglia e nell’arco di 12 minuti i
rossazzurri ribaltano il punteggio, prima con Spolli e poi con
Barrientos. Il finale è da evitare per i deboli di cuore, specie quando
Ferri all’ultimo secondo non inquadra la porta lasciata sguarnita. Una
vittoria che trascina gli etnei al sesto posto in condominio con
Fiorentina e Roma.
Dopo
l’eroico pareggio contro il Napoli, Maran rispetto alla gara contro i
partenopei effettua solo solo due cambi: al posto dello squalificato
Alvarez gioca Bellusci, mentre Izco va in mediana al posto di Biagianti.
In avanti, nessun turn over per il collaudato tridente albiceleste
Barrientos-Bergessio-Gomez. Colantuono dove fare a meno di Peluso e
Bellini, quindi spazio a Ferri e Stendardo in difesa. Schelotto, altro
ex dell’incontro insieme a Colantuono, Polito, Stendardo e Manfredini,
parte dalla panchina. In avanti Denis è supportato da Moralez appena
dietro. A centrocampo la novità è l’australiano James Troisi.
Le
prime fasi del gioco sono di studio, con entrambe le squadre che cercano
di trovare gli spazi giusti per puntare la porta. Ma è il Catania a
rendersi particolarmente pericoloso, sfruttando le incursioni degli
esterni di fascia Marchese ed Izco. Barrientos prova a dettare i tempi e
al 7’ arriva la prima occasione di marca etnea, con Lodi che
direttamente su punizione, da posizione defilata, impegna Consigli. Al
10’ su corner di Lodi, Bergessio svetta di testa indisturbato ma non
inquadra lo specchio e manda alto. Al 14’ proteste di Spolli per un
presunto fallo di Denis che si libera dell’argentino sbracciando, ma l’opportunità
non viene sfruttata da Moralez. Dopo 18 minuti finisce la gara dell’ex
Stendardo, infortunatosi piantando il piede sul terreno: al suo posto
entra Lucchini.
La
squadra di Colantuono ha le idee annebbiate, specialmente a centrocampo,
dove il pressing degli attaccanti rossazzurri non permette ai mediani
orobici di respirare. La gara diventa spigolosa e in pochi minuti si fa
la conta degli uomini a terra per interventi al limite dell’ammonizione.
Al 26’ su un’ennesima punizione di Lodi, Gomez sfrutta il rimpallo
sulla barriera e calcia in porta, ma Consigli è bravo a rifugiarsi in
corner. Un minuto dopo arriva la prima azione di marca nerazzurra con
Denis che centra bene per Troisi che, a tu per tu con Andujar, si fa
fermare dall’arquero argentino con il braccio di richiamo.
Momento
positivo degli ospiti che al 32’ vanno nuovamente vicino al vantaggio
con un tiro-cross di Raimondi dalla traiettoria beffarda: la sfera si
stampa sulla traversa. Il Catania paga un poco ispirato Almiron che non
riesce a fare il solito lavoro di metronomo perdendo molte palle a
centrocampo. Gli etnei inevitabilmente si allungano, affidandosi ai
lanci spesso imprecisi. Al 36’ proteste dei locali per un tocco di
Lucchini su Barrientos in area di rigore non ravvisato dall’arbitro
Irrati.
Al
39’ Troisi arriva sino al limite dell’area senza essere contrastato
e fa partire un tiro telefonato che non sorprende Andujar. Due minuti
dopo, su uno schema da calcio di punizione, Gomez impegna severamente
Consigli con un diagonale simile a quello che si era infranto sul palo
contro il Napoli. Il finale diventa nervoso, a causa di un presunto
pugno rifilato da Bergessio ai danni di Lucchini non ravvisato dagli
assistenti dell’arbitro. Dopo due minuti di recupero finisce il primo
tempo sullo 0-0. Spento Almiron, spenta l’inventiva etnea.
La
ripresa inizia senza cambi ma con lo stesso copione: Catania poco
incisivo a causa di un’evidente lentezza dei calciatori senza palla.
La gara clamorosamente si sblocca al 49’: Andujar commette una
pazzesca ingenuità servendo Moralez con i piedi, l’argentino scarta
il portiere ed infila per lo 0-1. Il Massimino è gelato ma il vantaggio
orobico dura appena tre minuti. Sugli sviluppi di un corner Lucchini si
perde Spolli che di testa fa secco Consigli. Immediato pareggio e tutto
da rifare. L’inerzia del match cambia improvvisamente e i tanti errori
in campo da parte di entrambe le squadre rendono la sfida imprevedibile.
Al
55’ Gomez coglie in controtempo Consigli con una conclusione
velenosissima che sibila a fil di palo. Tre minuti dopo, bell’azione
articolata dei rossazzurri su un pallone perso a centrocampo dai
bergamaschi, ma dal limite Bergessio non trova la porta calciando alto.
Il Catania comincia a crederci facendo aumentare il giro palla e al 63’
è Lodi a sfiorare il vantaggio con una bordata dalla distanza che
finisce fuori con Consigli che controlla agevolmente. Un minuto dopo la
squadra di Maran ribalta il punteggio: Bergessio serve in area
Barrientos che con un preciso “scucchiaio” supera Consigli e fa 2-1.
Colantuono
decide di aumentare la trazione anteriore facendo uscire Troisi e
mettendo dentro quel De Luca cercato durante il mercato estivo dalla
dirigenza etnea. Al 72’ gli risponde Maran che toglie dal campo
Almiron per coprirsi maggiormente con Biagianti. L’Atalanta resta nel
match e guadagna diversi metri senza però riuscire a trovare lo spazio
giusto per le conclusioni. Anche un esausto Gomez lascia la gara al 79’
per dare spazio al connazionale Castro, con un Catania che passa al
4-4-1-1. All’82’ grande percussione di Bellusci che ruba palla ed in
contropiede serve Bergessio che, preso un po’ in controtempo, non
inquadra la porta.
I
rossazzurri si chiudono dietro e ripartono velocemente in contropiede,
in uno di questi Lucchini è costretto ad intervenire con le mani per
fermare Bergessio lanciato a rete: giallo per il numero 3 nerazzurro. Il
Catania stringe i denti nel tentativo di far scorrere i minuti
conclusivi, dove la squadra di Colantuono prova il tutto per tutto. Al
91’ il cuore del Massimino si ferma per un clamoroso errore di
Marchese che permette a Ferri di calciare in porta, ma il tiro del
difensore nerazzurro finisce fuori con Andujar fuori causa. Dopo un
infinito prolungamento del recupero il Catania può festeggiare la
seconda vittoria stagionale che lo porta a quota 8 punti. Grandi
emozioni al Massimino.
PIETRO
LO MONACO NUOVO A.D. DEL PALERMO ED AZIONISTA AL 10 % (A MODO SUO E' UN
DISPETTO? CATANIA LO HA GIA' DIMENTICATO)
Zamparini
investe Lo Monaco - "Il nuovo a.d. avrà pieni poteri"
Palermo, 27 settembre 2012
L'ex
dirigente del Catania diventa anche azionista del Palermo con
l'acquisizione del 10 per cento. Il numero uno rosanero: "Dopo 10
anni di presidenza mi sento logoro. Le mie aziende e il mio movimento
per i cittadini hanno bisogno di me"
Pietro
Lo Monaco, nuovo amministratore delegato del Palermo. AnsaIl nuovo
ribaltone in casa Palermo ha il volto di Pietro Lo Monaco. L'uomo della
svolta a cui il presidente Zamparini ha deciso di affidare la gestione
della società, ma non solo. Perché l'ex a.d. del Catania diventa anche
azionista della società rosanero con l'acquisizione del 10 per cento.
"Ritengo che la mia figura di presidente dopo dieci anni mi abbia
logorato parecchio - dice il presidente -, ritengo che la crisi
economica richieda maggiore attenzione per le mie aziende e che la mia
lotta non politica ma per i cittadini attraverso 'il movimento per la
gente' vada seguita perché molto importante. Credo anche di dare
fastidio al palazzo e ad una certa stampa nazionale. Nella vita capitano
occasioni importanti, a me è capitato Lo Monaco con cui avevamo
iniziato a parlare alla fine della scorsa stagione. Poi lui, con mio
grande rammarico, è andato al Genoa. Adesso ci siamo ritrovati. Lo
Monaco sarà il nuovo ammistratore delegato con pieni poteri. Si
occuperà dell'intera gestione della società, io faccio un passo
indietro e per almeno sei mesi non voglio più parlare, anzi non mi
cercate perché non rispondo".
BOLOGNA
- CATANIA: 4-0
18’
Guarente (B), 40’ e 61’ Gilardino (B), 95' Kone (B).
BOLOGNA
(4-3-1-2): Curci (45’ Agliardi); Garics, Antonsson (49’ Carvalho),
Natali, Morleo; Taider, Perez (65’ Pazienza), Guarente; Kone;
Diamanti, Gilardino. A disp.: Sorensen, Cherubin, Motta, Abero,
Pulzetti, Gimenez, Pasquato, Gabbiadini, Acquafresca. All.: Pioli.
CATANIA
(4-3-3): Andujar; Alvarez, Legrottaglie, Spolli (24’ Bellusci),
Capuano; Izco, Lodi, Almiron (57’ Gomez); Barrientos, Bergessio,
Castro (73’ Ricchiuti). A disp.: Frison, Messina, Marchese, Rolin,
Biagianti, Salifu, Sciacca, Doukara, Morimoto. All.: Maran.
Ammoniti:
Diamanti (B), Izco (C). Espulso: Capuano (C).
Arbitro:
Sig. Piero Giacomelli della Sezione A.I.A di Trieste. Assistenti:
Giacomo Paganessi (Bergamo) e Mauro Tonolini (Milano).
Al
Catania non basta un buon possesso palla per tornare a casa con qualche
punto dalla trasferta di Bologna. Contro i rossoblù di Pioli, la
formazione di Maran si fa apprezzare per la buon mole di passaggi ma
anche per la scarsa propensione a mettere dentro la sfera. Ne viene
fuori una gara sfortunata che premia oltremodo i felsinei, grazie ad un
super Gilardino, autore di una doppietta, e ad una rete di Guarante che
spiana la strada agli emiliani. In pieno recupero arriva il poker di
Kone. Un Catania troppo impreciso in fase conclusiva per essere vero,
resta anche in dieci uomini per l’espulsione di Capuano all’83’,
dopo che lo stesso terzino campano aveva colpito un incrocio dei pali
alla fine del primo tempo.
Nel
tentativo di sbloccare il tabù interno, Pioli si affida al consueto
4-3-1-2, con Diamanti pronto a far di nuovo coppia con Gilardino, mentre
a centrocampo si rivede Taider. In difesa si torna a quattro con
Antonsson e Natali centrali, Morleo a sinistra e Garics a destra. Dopo
la vittoria in rimonta contro l’Atalanta, Maran propone alcune
modifiche al suo 4-3-3. Confermato in porta Andujar, nonostante la
papera contro i nerazzurri di mercoledì. In difesa torna Alvarez a
destra, mentre a sinistra c’è la novità Capuano al posto di
Marchese. In attacco, respira Gomez il cui posto viene preso da Castro
che, con Barrrientos e Bergessio, forma il tridente offensivo.
L’avvio
del Catania è promettente e dopo pochi secondi Bergessio potrebbe
approfittare di un’amnesia di Curci per sbloccare il punteggio, ma è
tempestivo l’intervento di Guarente che sbroglia la matassa. La
squadra di Maran parte in modo autoritario con Almiron interno basso e
Castro propositivo sull’out di sinistra. Il Bologna entra nel match
solo al 6’ con un colpo di testa pericolosissimo di Natali sugli
sviluppi di un corner che trova la plastica risposta di Andujar. Al 12’
Izco serve in area un pallone insidioso che trova nuovamente impreparato
Curci, la sfera s’impenna e Castro non riesce a correggerla in rete in
semisforbiciata.
Il
Bologna sembra avere grosse difficoltà in fase di costruzione, ma alla
prima vera palla gol trova il vantaggio: Lodi non riesce a liberare l’out
di destra e Garics riesce a crossare, Diamanti di testa prolunga e di
gran carriera arriva Guarente che al volo di sinistro fa 1-0. I felsinei
trovano il vantaggio nel momento migliore dei rossazzurri, che devono
anche incassare i problemi fisici di Spolli ed Izco. Proprio il
marcatore della sfida contro l’Atalanta è costretto a chiedere il
cambio e al suo posto entra Bellusci. Due minuti dopo, su perfetta
punizione di Lodi, Castro viene dimenticato dalla difesa rossoblù ma l’ex
Racing non riesce a centrare di testa il bersaglio grosso.
Alla
mezzora è ancora il Catania a rendersi pericoloso con Bergessio che,
servito da un lancio con il contagiri di Legrottaglie, si libera con un
perfetto movimento di Antonsson ma non riesce con il diagonale a trovare
lo specchio della porta. Il ritmo del match si abbassa inevitabilmente,
con i padroni di casa che riescono a gestire agevolmente il vantaggio
nonostante le continue percussioni degli etnei.
Al
40’ i locali mettono in ghiaccio il successo: Garics lancia in
verticale Gilardino che, in posizione regolare, si libera di Bellusci e
supera Andujar con un tocco morbido. La reazione del Catania è
immediata con Capuano, servito da un delizioso esterno di Almiron, ma la
fucilata da dentro l’area del terzino si stampa sull’incrocio. Dopo
un minuto di recupero, dove i rossoblù perdono per infortunio il
portiere Curci, finisce il primo tempo con i rossazzurri sotto di due
reti.
Nessuna
novità nelle formazioni ad inizio ripresa. Il Catania riparte subito
forte e dopo appena due minuti Castro ha subito la palla del possibile
2-1, ma sul tiro dell’argentino è decisivo l’intervento in corner
di Morleo. Nonostante i rossoblù tengano i ritmo piuttosto compassato
al 54’ è Lodi ad impensierire il nuovo entrato Agliardi con un
preciso sinistro da fuori che costringe il numero 25 felsineo al tuffo
acrobatico per togliere la palla dal sette. Maran decide di sbilanciare
tutta la squadra in avanti e toglie dal campo Almiron per dare spazio a
Gomez.
Il
Bologna ha ancora una volta l’occasione per sfondare, grazie ad una
magistrale apertura di Gilardino che serve in area Diamanti, ma è bravo
Andujar ad opporsi con il corpo. Gilardino è incontenibile e dopo aver
mancato il bersaglio grazie all’intervento di Andujar in corner, sulla
successiva battuta del corner, il bomber si libera di Capuano e mette
dentro di testa la palla del 3-0. Catania alla deriva e crollo
psicologico che appanna le residue idee degli uomini di Maran.
Al
69’ ci prova ancora su punizione Lodi dai 30 metri, ma è bravissimo
Agliardi a dire di no al numero 10 etneo con un plastico tuffo. Maran al
73’ effettua l’ultimo cambio inserendo l’esperienza di Ricchiuti
al posto di un Castro bravo a gestire ma un po’ meno a finalizzare. L’italo-argentino
si fa subito notare con una perfetta verticalizzazione per Bergessio e
per un tiro insidioso, ma lo “zero” del punteggio non si sblocca. I
minuti finali scorrono veloci ma la formazione catanese non riesce a
rendersi seriamente pericolosa, permettendo al Bologna di amministrare
il largo vantaggio.
A
completare la pessima giornata arriva il rosso diretto a Capuano reo di
aver cinturato Kone dopo aver perso palla ingenuamente. In inferiorità
numerica e con la quarta rete di Kone in pieno recupero, calano i titoli
di coda su una partita da dimenticare. Dopo le buone prove contro Napoli
ed Atalanta, brutta inversione di tendenza per i rossazzurri, bravi nel
possesso ma da cancellare in attacco, dove la precisione è mancata.
Nessun dramma, ma la fase difensiva va curata. Non si possono prendere
quattro gol contro un Bologna tutt’altro che irresistibile.
CATANIA
- PARMA: 2-0
2°Gomez,
80°Bergessio
Catania
4.3.3: Andujar, Alvarez, Bellusci, Legrottaglie, Marchese; Izco, Lodi,
Almiron (dal 88° Ricchiuti); Gomez (dal 86° Castro), Bergessio,
Barrientos (dal 73°Biagianti). All. Maran (a disp. Frison, Messina,
Rolin, Salifu, Doukara, Morimoto).
Parma 3.5.2: Mirante, Banalouane, Paletta, Lucarelli, Biabiany, Parolo
(dal 77°Zaccardo), Valdes, Galloppa, Gobbi, Belfodil (dal 62°Pabon),
Amauri. All. Donadoni (a disp. Pavarini, Bajza, Fideleff, Acquah,
Morrone, Musacci, Ninis, Rosi, Marchionni, Sansone).
Arbitro: Calvarese di Teramo
Ammoniti: Galloppa (PR), Biabiany (PR), Lucarelli (PR), Benalouane (PR),
Parolo (PR), Biagianti (CT), Mirante (PR).
Espulsi: Al 68° Benalouane (PR).
Angoli: 3-10
Recupero: 0'-5'
Note:
Giornata soleggiata e calda, imprevista per ottobre. Campo in buone
condizioni. Circa 9.000 presenti allo stadio. Una decina di
rappresentanti della tifoseria gialloblu.
Al
termine del match del Massimino, che ha visto i rossazzurri vittoriosi
per 2-0 sui ducali, hanno parlato in “mix zone” i protagonisti della
gara. Per la formazione del Catania, hanno parlato ai microfoni dei
cronisti il tecnico Rolando Maran e l’attaccante Gonzalo Bergessio.
Per il Parma, ha rilasciato delle dichiarazioni il tecnico Roberto
Donadoni.
Il
tecnico del Catania, Rolando Maran: “Approccio giusto da parte nostra,
sapevamo avremmo potuto incontrare molte difficoltà contro il Parma.
Abbiamo avuto anche alcune occasioni per arrotondare ulteriormente il
risultato, nel complesso mi ritengo soddisfatto. Giocavamo contro una
squadra difficile da incontrare. Il gol immediato ha condizionato la
loro gara. Nel secondo tempo abbiamo cambiato subito marcia. Abbiamo
avuto un sacco di occasioni anche per chiudere la partita. Nel primo
tempo non siamo stati bravi nel ripartire. Ora avremo una successione di
partite molto impegnative: da stasera iniziamo a costruire il percorso
per il prossimo mese, che sarà fondamentale. Dobbiamo giocarci le
partite al massimo. Non è mai semplice. A volte il compito è più
complicato di quel che sembrerebbe. Non sempre riusciamo a metter sotto
l’avversario. Magari i miei giocatori fossero tutti ambiti da grandi
società: se capiterà vorrà dire che stiamo facendo bene. Non penso al
mercato ora come ora, mi godo semplicemente la rosa a disposizione“.
L’attaccante
del Catania, Gonzalo Bergessio: “Mi sono subito accorto che il secondo
gol era regolare visto che ero dietro la palla ma alla fine va bene
così. Abbiamo ottenuto una vittoria molto importante fra le mura amiche
che ci dà fiducia, Ora durante la pausa dovremmo lavorare duramente per
migliorare ancora. Non ho sentito Montella, ma gli faccio i complimenti
perché la Fiorentina sta giocando un grande calcio. Le voci mi fanno
piacere perché i viola sono una grande squadra, ma io sto molto bene
qui a Catania. Stiamo facendo una bella stagione e anche se il
campionato è ancora lungo siamo convinti di poter fare ottime cose.
Maran sta lavorando benissimo con grande umiltà e ci sta mettendo sulla
strada giusta per fare bene“.
Il
tecnico del Parma, Roberto Donadoni: “Abbiamo provato sempre a
recuperare il risultato. Partire subito con un gol di svantaggio ci ha
penalizzato. Abbiamo mancato di cattiveria cosa che invece ha avuto il
Catania. Dobbiamo fare tesoro degli errori commessi oggi. Oltre alla
qualità ci vuole anche la giusta determinazione. Ho rivisto le immagini
dell’espulsione. Non credo che sia stato un fallo che meritava il
cartellino. E’ stata comunque una ingenuità che non dobbiamo
commettere perchè ha compromesso la partita. Ci sono stati i
presupposti importanti per andare in gol ma abbiamo mancato di lucidità
negli ultimi metri. Abbiamo avuto difficoltà soprattutto a sfondare in
avanti per vie centrali, un po’ per merito del Catania un po’ per
colpa nostra. Gomez e Bergessio sono stati determinanti per le sorti
della partita. La classifica rispecchia i valori delle squadre. E’ un
campionato molto equilibrato dove i dettagli fanno la differenza. Oggi
il Catania è stato premiato da una maggiore determinazione rispetto a
noi“.
(Andrea
Mazzeo - catania46.net)
Basta
dirlo. Rolando Maran aveva chiesto al Catania una reazione immediata
dopo le quattro reti incassate a Bologna e i rossazzurri lo accontentano
più in fretta che possono. Agli etnei sono sufficienti 68 secondi per
sbloccare la partita con il Parma. Duetto Almiron-Barrientos sulla
trequarti, imbucata del Pitu per l'inserimento di Gomez e tocco vincente
sull'uscita di Mirante.
Rete-lampo
che inevitabilmente segna l'incontro mettendo la gara in discesa per i
padroni di casa e chiamando il Parma a farsi avanti. Un bel problema per
i ducali, che al Massimino, oltre a confermare una tradizione ampiamente
sfavorevole, ribadiscono chiari limiti offensivi: nessuna parata degna
di tale nome per Andujar nell'arco dei 90 minuti e la sensazione di una
sterilità dura a morire. Buon per il Catania, che vive un po' di
rendita e a lungo andare riesce blindare il risultato nella ripresa
sfruttando l'ingenua espulsione di Benalouane e gli spazi concessi da un
avversario costretto a sbilanciarsi.
Il
primo tempo, rete di Gomez a parte, scorre via senza sussulti. Gli
emiliani, con Valdes play e Biabiany schierato largo a destra,
collezionano solo angoli (8-0 il parziale) non sfruttati. Neppure il
Catania affonda i colpi. La scarsa ispirazione in avvio di Lodi, che
consegna più di un pallone agli avversari, non aiuta gli uomini di
Maran, che in compenso ritrovano Almiron sugli standard migliori e dopo
la mezz'ora passano al 3-4-3 avanzando Marchese di qualche metro e
allargando Izco a destra per chiudere meglio le fasce. L'unica fiammata
arriva nel giro di 60 secondi, tra il 13' e il 14': alla girata fuori
bersaglio di Gobbi su cross di Biabiany segue un colpo di testa di
Barrientos, spesso pronto ad accentrarsi per muoversi da rifinitore,
bloccato da Mirante.
La
ripresa si apre con un colpo di testa a lato di Biabiany a lato su cross
di Amauri, ma per il Parma è solo un'illusione. Gli etnei gestiscono il
vantaggio senza patemi e vanno vicini al raddoppio con Bergessio, il cui
diagonale su servizio di Barrientos supera Mirante ma viene fermato
sulla linea dal recupero di Paletta. Poco più tardi è Almiron a
sfiorare il capolavoro rubando palla a centrocampo e scagliando verso la
porta di Mirante una parabola da 50 metri che l'estremo difensore ospite
riesce a mandare in angolo in extremis.
I
giochi si compiono definitivamente quando Benalouane, già ammonito,
rimedia il secondo giallo per un intervento su Gomez. Il Parma si
scompone e il Catania ne approfitta trovando il raddoppio con
un'imbeccata di Lodi, cresciuto nel secondo tempo, per Izco, lesto a
involarsi sulla destra e a servire in mezzo Bergessio, libero di
appoggiare in rete il pallone del 2-0. Nel finale Lodi e Bergessio (rete
annullata per un fuorigioco che non c'è su passaggio di Castro) vanno
vicini anche al tris, ma al Catania, issatosi sino al quinto posto in
classifica, può andare bene così.
(lasicilia.it)
INTER
- CATANIA: 2-0
Cassano,
Palacio
Inter
(3-4-2-1): Handanovic 6; Ranocchia 7, Samuel 6, Juan Jesus 6.5; Zanetti
6.5, Mudingayi 6 (26' st Guarin 5.5), Cambiasso 6.5, Obi 6 (16' st
Gargano 6); Palacio 6.5, Cassano 7 (24' st Alvarez 5), Milito 6. (27
Belec, 32 Cincilla, 6 Silvestre, 7 Coutinho, 31 Pereira, 33 Mbaye, 52
Jonathan, 41 Duncan, 88 Livaja). All.: Stramaccioni 6.
Catania (4-3-3): Andujar 5.5; Alvarez 5, Legrottaglie 5.5, Spolli 6.5,
Marchese 6.5; Izco 5.5 (20' st Castro 5.5), Lodi 6, Almiron 6 (36' st
Ricchiuti 5.5); Barrientos 6, Bergessio 5.5, Gomez 5.5. (1 Frison, 34
Messina, 2 Potenza, 5 Rolin, 33 Capuano, 27 Biangianti, 30 Salifu, 15
Morimoto, 35 Doukara). All.: Maran 5.5.
Arbitro: Russo 5.
Reti: nel pt 28' Cassano; nel st 40' Palacio.
Note: recupero 1' e 3'. Angoli: 5-4 per l'Inter. Ammoniti: Alvarez per
gioco scorretto, Castro per comportamento non regolamentare. Spettatori:
48.708 per un incasso 1.202.010 euro.
Cassano
e Palacio si aggiudicano il Festival del Tango
(di
Andrea Mazzeo - calciocatania46.nt)
Nonostante
il Catania non demeriti, il “mal di trasferta” sembra aver
contagiato nuovamente la squadra rossazzurra. Nella giornata del tango
(ben 13 gli argentini titolari in campo) è l’Inter a festeggiare
grazie alle reti di Cassano e Palacio. Gli etnei possono recriminare per
tutte le occasioni sciupate anche a causa di un Bergessio poco ispirato
e sempre anticipato da Ranocchia. Inevitabilmente i valori individuali
saltano fuori ed il talento barese approfitta di una pessima copertura
di Alvarez per sbloccare il match. Solo nel finale l’attaccante
genoano mette in ghiaccio il successo. Inizia male il tour de force
degli uomini di Maran.
La
squadra di Stramaccioni, reduce da tre vittorie consecutive e dal
successo nel derby, si affida al 3-4-1-2 con Ranocchia, Samuel e Juan
Jesus in difesa. A centrocampo agiscono Mudingayi e Cambiasso, con
Zanetti e Obi sugli esterni. In avanti i nerazzurri puntano ad un
tridente iper offensivo con Cassano, Palacio e Milito. Il Catania di
Maran, dopo la bella vittoria contro il Parma, deve fare i conti con
alcune defezioni in difesa e propone il rientrante Spolli con
Legrottaglie (non al meglio), Alvarez e Marchese confermati sulle fasce.
In mediana ci sono Izco, Lodi ed Almiron, mentre in avanti spazio al
tridente Gomez-Bergessio-Barrientos.
La
sfida tra meneghini ed etnei inizia su ritmi molto elevati con Cassano
che dà spettacolo con bellissime giocate personali che infiammano il
pubblico di casa. Il Catania non butta via la sfera e si affida a
giocate corali e rapide per non concedere alla difesa nerazzurra di
potersi schierare. Al 6’ Barrientos lancia lungo e buca a centro area
Ranocchia e Juan Jesus, la sfera arriva ad Almiron che, a tu per tu con
Handanovic, calcia malissimo sopra la traversa: occasionissima per gli
uomini di Maran che non riescono clamorosamente a capitalizzare.
Risponde tre minuti dopo Samuel con un lancio chirurgico per Cassano che
stoppa di petto ma non riesce a calciare ben anticipato dall’uscita di
Andujar.
I
rossazzurri continuano a dimostrare di avere eccellente qualità nel
palleggio e due volte mettono in ambasce la retroguardia interista,
prima con Bergessio e poi con Marchese, ma il punteggio non si sblocca.
Ispiratissimo Barrientos che, come un magistrale Picasso, pennella
calcio sul rettangolo di gioco. Al 19’ il Catania mostra avere dei
problemi sui lanci lunghi per la profondità del tridente di casa: è
Palacio ad avere di testa la palla del vantaggio ma la conclusione è un
passaggio per Andujar.
La
gara perfetta degli etnei sfuma al 28’ quando i padroni di casa
trovano il vantaggio: Milito manda fuori tempo Spolli in scivolata e
scarica indietro per Cambiasso, il numero 19 nerazzurro crossa in area
per scavalcare la difesa, Cassano si libera di un’inadeguata copertura
di Alvarez e di testa fulmina Andujar. Quinto gol stagionale per “Fantantonio”.
La reazione del Catania è immediata e per poco Marchese non indovina la
traiettoria vincente con una staffilata dai 30 metri che esalta le
proprietà acrobatiche di Handanovic.
Con
il passare dei minuti la manovra dei rossazzurri perde smalto
permettendo ai meneghini di amministrare il punteggio. In difficoltà
Bergessio, messo alle strette da un Ranocchia sempre attento. Sale un po’
il nervosismo in casa Catania e per poco Barrientos non prende un giallo
per un battibecco con Juan Jesus. Brivido all’ultimo minuto per la
difesa nerazzurra: Izco, solissimo in piena area di rigore, non riesce a
trovare la porta con Handanovic immobile su perfetto cross di Marchese.
Finisce il primo tempo con l’Inter avanti 1-0.
Nella
ripresa nessuno dei due tecnici effettua cambi e le due squadre vanno
avanti con lo stesso scacchiere in campo. I primi minuti del secondo
tempo proseguono sulla falsariga della prima frazione di gioco: Inter ad
amministrare nel tentativo di trovare il gol del ko e Catania un po’
spento nelle idee negli ultimi 30 metri. Al 53’ Milito crossa basso
per Zanetti ma Andujar è in anticipo ed abbranca in presa sicura.
Ancora Inter al 57’: guizzo di Cassano in area di rigore e rasoterra
al centro per Palacio che non arriva in spaccata.
Al
61’ prima sostituzione del match con Stramaccioni che richiama Obi per
lasciare spazio a Gargano. I nerazzurri pressano con insistenza e per
poco una conclusione di Milito dall’interno dell’area di rigore non
sorprende Andujar che si rifugia smanacciando in corner. Maran prova a
stimolare l’avanzata dei suoi inserendo Castro al posto di Izco, con l’intento
di alzare il baricentro. Al 67’ il Catania si divora il pallone del
possibile pareggio con Bergessio che in modo macchinoso non riesce a
girarsi su invito di Gomez.
In
pochi minuti Stamaccioni effettua un doppio cambio, di cui uno indotto
dall’infortunio di Mudingayi: dentro Alvarez e Guarin per Cassano ed
il congolese. Il Catania ci prova a mettere il cuore ed Almiron, ben
servito da Bergessio, viene fermato in angolo dal recupero di Ranocchia.
Dall’altra parte è decisivo Spolli che immolandosi evita il raddoppio
di Ricky Alvarez ben servito da Milito. Il finale è incandescente e
Ranocchia centra anche il palo al 76’ su cross all’altezza dell’angolo
di Cambiasso.
Maran
si gioca il tutto per tutto e mette dentro anche Ricchiuti al posto di
Almiron. Ancora Inter all’81’ con Ricky Alvarez ancora una volta
fermato da Andujar in corner. Gli etnei provano il forcing finale ma
dopo aver sfiorato il pari con Legrottaglie e Barrientos, l’Inter
trova il 2-0 con uno splendido gol di Palacio con un sinistro sul primo
palo dopo essere stato magistralmente innescato da Milito. Si spengono
le luci di San Siro dopo tre minuti di recupero. Il Catania esce
nuovamente battuto da una trasferta contro un avversario tutt’altro
che irresistibile.
CATANIA
- JUVENTUS: 0-1
Vidal
CATANIA
(3-5-2): Andujar; Rolin, Legrottaglie, Spolli; Izco, Lodi, Almiron (78’
Biagianti), Barrientos (69’ Castro), Marchese; Gomez (81’ Morimoto),
Bergessio. A disp.: Frison, Messina, Potenza, Alvarez, Salifu, Capuano,
Ricchiuti, Doukara. All.: Maran.
JUVENTUS
(3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner (88’
Caceres), Vidal, Pirlo, Pogba, Asamoah; Vucinic (78’ Giovinco),
Bendtner. A disp.: Storari, Rubinho, De Ceglie, Isla, , Padoin, Marrone,
Giaccherini, Pepe, Quagliarella, Matri. All.: Alessio.
Arbitro:
Gervasoni di Mantova.
Ammoniti:
Rolin, Spolli, Barrientos, Marchese, Legrottaglie (C), Asamoah, Vidal
(J). Espulsi: Pulvirenti, Marchese (C).
Gervasoni
& Co. confezionano il delitto perfetto.
di
Andrea Mazzeo (www.calciocatania46.net)
Il
Catania continua a giocare le sue gare contro gli arbitri, e dopo aver
perso a San Siro per un rigore non assegnato a Gomez, anche la Juventus
esce vittoriosa contro i rossazzurri contando sull’aiuto della
direzione arbitrale. Non ci sono mezzi termini per definire questa “truffa”
orchestrata dalla Gervosoni band. Annullato un gol regolarissimo a
Bergessio. Innumerevoli gialli comminati agli etnei, con un fischietto a
senso unico e tutto a favore dei bianconeri. Una rete convalidata alla
Juve su evidente posizione irregolare di Bendtner. Espulsioni a
Pulvirenti e Marchese del tutto gratuite. Questo è in poche parole il
copione di Catania-Juventus.
Il
Catania di Rolando Maran cerca riscatto dopo la sconfitta contro l’Inter
e per il “Lunch Match” propone una formazione inedita con un modulo
tattico inusuale per i colori rossazzurri, il 3-5-2. Durante la
settimana il tecnico ha testato lo scacchiere potendo contare sul
recupero in difesa di Rolin. La novità che salta subito all’occhio è
l’utilizzo dal primo minuto dell’uruguaiano davanti alla porta
difesa da Andujar. A centrocampo, Izco e Marchese giocano esterni,
mentre Lodi, Almiron e Barrientos si posizionano al centro. Dopo il pari
in Champions League contro i danesi del Nordsjealland, Conte propone la
novità Bendtner in attacco al posto di Giovinco che va in panchina.
Davanti
ad uno stadio Massimino gremito in ogni suo ordine di posto (ben 25.000
gli spettatori presenti sugli spalti) è splendido il gioco coreografico
per salutare l’impegnativo match contro i bianconeri. Dopo un minuto
di silenzio in memoria del Caporale Tiziano Chierotti, morto nello
scontro a fuoco in Afghanistan, inizia la sfida contro la “Vecchia
Signora”. Il primo brivido per la porta etnea arriva al 3’ quando
Vidal fa partire una bordata dai 25 metri che costringe Andujar ad un
parata in due tempi.
La
Juventus si affida molto al giro palla nel tentativo di aggirare la
retroguardia etnea sugli esterni, dove Marchese ed Izco sono chiamati a
dover rinculare indietro. Rolin prende in consegna Asamoah, mentre è
Lodi a far mordere il freno a Pirlo. Il Catania resta molto guardingo
dietro la linea della palla ma inevitabilmente concede agli ospiti il
pallino del gioco e la quasi totalità del possesso. Al 13’ sugli
sviluppi di una punizione di Pirlo respinta dalla difesa, ci prova da
distanza siderale Asamoah, ma la conclusione del ghanese non inquadra lo
specchio della porta.
Il
Catania si fa vedere finalmente dalle parti di Buffon al 16’, quando
Gomez s’invola sulla destra e crossa al centro per Bergessio: è
decisivo l’intervento in corner di Barzagli. Cinque minuti dopo,
ancora Vidal, non riesce ad imprimere la forza giusta con la testa per
indirizzare la sfera in porta. Al 25’ succede il finimondo al
Massimino: il Catania trova il vantaggio con Bergessio che ribadisce in
rete la sfera che si era infranta sul palo a Buffon battuto. Gervasoni
convalida la rete, ma il guardalinee fa sovvertire l’esito dell’azione
segnalando un’inesistente posizione irregolare dell’attaccante
argentino sul tocco di Lodi in area di rigore. Esplode la rabbia della
panchina rossazzurra mentre il presidente Pulvirenti prova a riportare
la calma in campo (e Gervasoni di tutta risposta lo espelle).
La
gara diventa nervosissima e in pochi minuti fioccano le ammonizioni:
sanzionati Spolli, Barrientos, Marchese e Legrottaglie. Il pubblico
etneo non gradisce ed iniziano gli applausi di scherno all’indirizzo
dell’arbitro mantovano. La Juventus ci prova sempre con conclusioni
dalla distanza ed al 38’ è Pogba a tentare fortuna ma senza trovarla.
Un minuto dopo, uno sfortunato rimpallo in area di rigore mette Vucinic
in condizione di calciare, ma è decisivo l’intervento di un difensore
etneo. Al 40’ i bianconeri vanno vicinissimi al vantaggio con il
solito Vucinic, ispirato da una sponda di Bendtner, ma Andujar è in
giornata di grazia e salva la propria porta sulla conclusione
ravvicinata. Dopo un minuto di recupero e sotto i fischi roboanti del
Massimino, finisce il primo tempo.
Nessun
cambio per entrambe le squadre ad inizio ripresa. Il secondo tempo
inizia sulla falsa riga del primo: tanto possesso palla per la Juventus
e Catania pronto a ripartire in contropiede. Al 49’ Gomez fa tutto da
solo sull’out di sinistra e crossa al centro, ma è tempestivo l’intervento
di Buffon in presa bassa. La beffa in casa rossazzurra arriva al 57’:
Vucinic libera al tiro Bendtner chiaramente in posizione di offside non
ravvisata. Il tiro viene respinto da Andujar ma sulla ribattuta arriva
Vidal che in tap in fa 0-1.
Il
Catania non può più aspettare e deve cominciare ad essere più
intraprendente per poter riprendere le sorti del match. Al 63’
potrebbe arrivare il raddoppio di Vidal, ma la percussione del numero 23
bianconero non trova la porta. La giornata beffarda il casa rossazzurra
si completa al 66’ quando Marchese viene mandato sotto la doccia
anzitempo per aver toccato la sfera con un braccio, anche se in realtà
appare evidente l’involontarietà dovuta ad un movimento di Vucinic
che manda fuori tempo il difensore di Delia.
Ancora
Juventus che va vicino al 2-0 con Pogba di testa, ma Andujar è
bravissimo a proteggere il suo palo. Al 69’ Maran decide di effettuare
il primo cambio, inserendo Castro al posto di Barrientos. I minuti
scivolano via senza che il Catania riesca a rendersi seriamente
pericoloso dalle parti di Buffon. Il tecnico rossazzurro non sembra
voler spingere ulteriormente e decide di togliere Almiron per dare a
spazio a Biagianti. Scelta decisamente discutibile con Morimoto e
Doukara in panchina.
Nonostante
il successivo ingresso del giapponese (incomprensibile la decisione di
togliere Gomez!), è sempre la Juve a mettere paura dalle parti di
Andujar, specie con Vidal che sembra avere un conto in sospeso con il
portiere etneo. Al 91’ Giovinco semina il panico facendo tutto da solo
ma al momento della conclusione calcia altissimo. Dopo cinque minuti di
recupero finisce la sfida del Massimino. Una partita compromessa dalle
decisioni arbitrali. Dopo il secondo impegno contro le “big” il
Catania resta ancora a zero punti.
Polemiche
su Catania-Juventus.
A
proposito degli errori arbitrali nella gara del Massimino, all’Ansa è
intervenuto il designatore Braschi con questo comunicato: “Capisco
Pulvirenti, sul gol annullato al Catania contro la Juve c’è un
errore. Lo sbaglio è dell’assistente Maggiani, uno solitamente bravo
ed esperto. I primi ad essere dispiaciuti siamo noi”. Si ha l’impressione
è che questo Catania-Juventus diventerà un nuovo tormentone stile “Gol-No
Gol di Muntari” dello scorso anno, considerando che sul risultato c’è
la nettissima impronta dell’arbitro Gervasoni e dei suoi assistenti.
Gli etnei si sono visti annullare una rete regolare di Bergessio dopo le
proteste vibranti dei giocatori della Juventus. Su punizione dalla
sinistra, Spolli, in posizione regolare, ha staccato a centro area,
colpendo il palo alla sinistra di Buffon. Sulla palla è piombato
Bergessio, anche lui partito in posizione regolare, che con un tap-in ha
firmato la rete che avrebbe permesso ai rossazzurri di passare a
condurre nel lunch match della nona giornata di Serie A.
Non
così per il signor Gervasoni, che dopo aver in un primo tempo
convalidato la marcatura, viste le proteste vibranti dei bianconeri e
consultatosi con l’assistente Maggiani e l’arbitro di porta Rizzoli,
ha deciso in seguito di annullarla, commettendo un grave errore tecnico
e scatenando le proteste dei padroni di casa.
Decisivo
è parso l’intervento di Rizzoli, chiamato in causa per confermare il
tocco di Lodi successivo a quello di Spolli. Maggiani, evidentemente
convinto che Bergessio fosse in gioco sul colpo di testa del difensore
ma non sul successivo intervento di Lodi, ha suggerito a Gervasoni di
annullare il gol.
Ironia
della sorte, nella ripresa, nella stessa area di rigore si verifica la
situazione opposta: Bendtner è in fuorigioco sul filtrante di Vucinic
ma non viene fermato da Gervasoni e i suoi assistenti. Sul prosieguo
dell’azione il danese conclude a rete trovando l’opposizione di
Andujar. Sulla respinta, Vidal insacca con un facile tap-in realizzando
il gol che decide la partita. Rispetto al primo episodio, l’errore è
meno clamoroso perchè la differenza tra Bendtner e l’ultimo giocatore
del Catania, in termini di centimetri, è meno consistente. Ma
chiaramente il fuorigioco c’è ed è decisivo.
Singolare
la linea adottata dal pubblico del Massimino dopo la rete non assegnata
a Bergessio. Scemata la furia iniziale, i tifosi del Catania hanno
cominciato ad applaudire l’arbitro ad ogni sua decisione, invocando
persino un rigore a favore della Juventus dopo un contatto nell’area
etnea. Anche l’espulsione per doppia ammonizione di Marchese è stata
accompagnato con una surreale standing ovation.
(catania46.net)
“Tutta
l’Italia sportiva ha visto la vergogna che si è consumata oggi allo
stadio Massimino di Catania“. Lo afferma il sindaco Raffaele
Stancanelli dopo il ko con la Juve. “Un’offesa grave per i tifosi e
la città perpetrata da una direzione arbitrale inqualificabile sotto
ogni profilo“, aggiunge il sindaco che chiede che “gli organi
competenti intervengano per evitare il ripetersi di episodi che
disonorano lo sport e fanno male al calcio” e che il designatore “porga
pubbliche scuse“.
Raffaele
Stancanelli, Sindaco di Catania.
ROMA
- Arbitri, favori in corso. A chi sì, a chi no. Due pesi, due misure,
interpretazioni discusse e discutibili che agitano in campo e fuori.
Campionato nella bufera.
A Firenze la Lazio esce sconfitta, ma soprattutto penalizzata dalle
decisioni dell'arbitro Bergonzi. Che giudica irregolare un gol
regolarissimo di Mauri e poi sorvola su un mani in area di Cuadrado. La
Fiorentina vince così 2-0, ma il risultato riflette solo in parte i
valori in campo.
A
Catania Gervasoni concede prima il gol del vantaggio ai padroni di casa,
poi dopo le proteste della panchina della Juventus va a consultarsi con
l'arbitro di porta Rizzoli e annulla la rete per un fuorigioco che non
c'è. Nella ripresa arriva poi la marcatura di Vidal, viziata da una
posizione sospetta di Bendtner. Uomini di Conte sempre più primi, ma si
riscatenano le polemiche sulla sidditanza psicologica.
Il
Messaggero
Capisco
Pulvirenti, sul gol annullato al Catania contro la Juve c’e’ un
errore”.
Anche
il designatore arbitrale, Stefano Braschi, ammette al telefono con l’Ansa
quello che tutta Italia ha visto in tv.
”Lo sbaglio -prosegue- e’ dell’assistente Maggiani, uno
solitamente bravo ed esperto. I primi ad essere dispiaciuti siamo noi”.
Braschi,
designatore arbitri
L'ira
di Pulvirenti: "Ripetiamo la partita" - Marotta: "Idea
assurda" - Maggiani: "Sono sereno"
Polemiche sul gol annullato
Il
presidente degli etnei avanza nuovi dubbi sull'operato dell'assistente
Maggiani, reo di aver annullato un gol regolare a Bergessio: "Sul
suo profilo Facebook c'è lo stemma della Juve. Se la pagina non è sua
sporga denuncia". L'Aia smentisce: "Maggiani non ha alcun
profilo sul social network"
Roma,
29 ottobre 2012 - Non si placano le polemiche per la vittoria della
Juventus contro il Catania. Il presidente Antonino Pulvirenti,
intervenendo a 'Radio anch’io Sport' su Radio1, avanza nuovi dubbi
sull'operato del guardalinee Luca Maggiani, che ha annullato il gol
regolare di Bergessio che avrebbe portato la squadra di Maran in
vantaggio sui bianconeri.
"Stamattina
sono andato sul profilo Facebook di Maggiani e c'è lo scudetto della
Juventus - dice il numero 1 del club etneo -. Tutti sono liberi di
tifare per qualsiasi squadra ma se vedo questo e penso a quello che e’
successo ieri in campo, il fatto che si sia fatto influenzare dai
giocatori della Juve, ditemi voi cosa devo pensare".
"Sono disorientato, non riesco più a capire - aggiunge Pulvirenti
-. Accettiamo gli errori degli arbitri, non abbiamo mai parlato, ma
quello che è successo ieri è sconcertante".
Poche ore dopo il parziale passo indietro: “Se quello di Maggiani su
Facebook è un falso profilo lo invito a denunciare, in caso contrario a
toglierlo”. E aggiunge: “Rifacciamo la partita, iniziamo da qua,
tanto la Juventus è sicura di vincerla. Le scuse mi bastano, ma qui
siamo oltre la buona o la cattiva fede. Conosco questo mondo, ma qui gli
arbitri avevano fatto bene. Rifacciamo la gara, lo deve chiedere lo
stesso Agnelli”.
MAROTTA: "SAREBBE ASSURDO RIPETERE LA GARA. L'ERRORE C'E', IL
COMPLOTTO NO" - Botta e risposta. L’amministratore delegato della
Juventus Giuseppe Marotta non vuole sentir parlare di complotto in
favore della capolista, dopo la clamorosa svista arbitrale di Catania
che ha portato all’annullamento di un gol regolare di Bergessio: “Se
si parla di errore arbitrale condivido - spiega Marotta sulle frequenze
di Radio Anch’io Sport su Radio1 - l’errore c’è stato. Ma
complotto proprio no, respingo in modo categorico. Nessuno può dire che
la Juventus avrebbe perso qualora fosse stato convalidato il gol”.
L’ex
dirigente della Sampdoria tende la mano all’infuriato presidente del
Catania, Antonio Pulvirenti: “Capisco la sua amarezza, ma ripetere la
gara mi sembra un'idea assura. Ieri in Manchester-Chelsea ci sono stati
errori clamorosi, come quelli accaduti a Catania e non mi pare sia
successo niente. O si accettano o il calcio non cambierà mai.
Commettere degli errori è umano e bisogna dare fiducia al gruppo
arbitrale. Peraltro non sono stati i nostri giocatori a convincere il
guardalinee in occasione del gol annullato: Maggiani aveva già deciso
di alzare la bandierina”.
Un’opinione,
infine, sul delicato tema della sudditanza psicologica da parte del
settore arbitrale nei confronti della Signora: “Sudditanza
psicologica? Se n’è sempre parlato, ma l’arbitro quando viene a
dirigere una partita non può considerare il peso specifico di una
squadra e dell’altra. Ripeto, al momento del gol annullato mancavano
ancora settanta minuti e la Juve avrebbe potuto tranquillamente
rimontare, visto che la superiorità territoriale è apparsa evidente
per tutta la gara”.
PETRUCCI: "BISOGNA STARE ZITTI E ACCETTARE GLI ERRORI
ARBITRALI" - "Gli errori ci sono stati, è sotto gli occhi di
tutti, e ci saranno sempre. Ma tutti dovrebbero accettarli, stare più
zitti e ritirare le denunce fatte". Questo il commento del
presidente del Coni Giovanni Petrucci sulle polemiche seguite ai
discussi arbitrati del weekend, e in particolar modo agli errori nelle
gare Catania-Juventus e Fiorentina-Lazio.
"L'ho detto, lo ripeto e lo ripeterò oggi: i mali del calcio
arrivano dall'interno - ha spiegato Petrucci - dovremmo essere più
umili tutti quanti". Ieri, ha spiegato Petrucci, "due
allenatori sono stati straordinari per come hanno reagito, Petkovic e
Montella. Petkovic ha detto che la Fiorentina meritava al di là degli
episodi arbitrali, Montella ha preferito tacere. Sono due atteggiamenti
di fair play e di classe, tutti dovrebbero prendere esempio, stare zitti
e non fare i primi della classe. Il calcio è bello - ha concluso - ma
non è il paradiso: ogni sentenza del giudice sportivo non può essere
un dramma, sembra che la colpa sia di Palazzi o della Federazione, ma
finchè non si possono usare termini apodittici per una partita di
calcio, bisogna tornare con i piedi per terra".
L'AIA SMENTISCE PULVIRENTI: "MAGGIANI NON HA ALCUN PROFILO
FACEBOOK" - La notizia secondo cui Luca Maggiani, il guardalinee di
Catania-Juventus, "sia titolare di un profilo personale o di una
pagina sul social network Facebook è destituita di ogni
fondamento". E' quanto rende noto l'Associazione italiana arbitri
(Aia) in un comunicato dopo le accuse rivolte all'assistente arbitrale
da Antonino Pulvirenti. L'Aia ha anche segnalato l'episodio alla procura
federale "affinchè accerti le responsabilità di soggetti
eventualmente tesserati". L'Aia fa sapere nella nota che "ha
ricevuto dall'assistente arbitrale della C.A.N. A Luca Maggiani
attestato in cui egli precisa che la notizia secondo cui lo stesso sia
titolare di un profilo personale o di una pagina sul social network
Facebook è destituita di ogni fondamento".
MAGGIANI:
"SONO SERENO, PUO' CAPITARE DI SBAGLIARE" - Il guardalinee
Luca Maggiani, colui che ha contribuito ad annullare il gol del Catania
contro la Juve, ha dichiarato all'Ansa: "Sono sereno, molto sereno.
Può capitare di sbagliare e capiterà ancora". Maggiani non ha
voluto parlare della motivazione tecnica che ha portato ad annullare la
rete di Bergessio, né del caso sollevato dal presidente del Catania
Pulvirenti che ha scoperto sul profilo Facebook del guardalinee lo
scudetto della Juventus. "Il presidente non mi ha autorizzato a
parlare, ma l’Aia ha già smentito la storia del profilo
Facebook".
BRASCHI: "CI SONO STATE DOMENICHE PEGGIORI" - Il designatore
Stefano Braschi torna sulle polemiche arbitrali dell'ultima giornata di
campionato: "Non è stata una delle domeniche peggiori. Ieri ci
sono stati certamente errori degli assistenti ma ci sono stati anche
arbitraggi di buon livello, alcuni anche ottimi. Per otto giornate non
si e’ parlato degli arbitri e questo mi fa molto piacere e testimonia
come il nostro livello sia molto alto".
"E’ inevitabile che ci siano errori - ha detto ai microfoni di
Radio Sportiva -, quello a Catania sicuramente era da evitare ma la
maggioranza degli errori sono fisiologici. Siamo dispiaciuti quando si
sbaglia, ma state certi che quello più dispiaciuto di tutti è
Maggiani: è un assistente esperto, con oltre 200 partite in A e questo
non va dimenticato". "Gli arbitri di area? - continua - Sono
una novità interessante, che hanno fatto diminuire gli errori ma non si
può pensare che all’improvviso gli sbagli scendano a zero".
NICCHI: "CATANIA-JUVE NON SI RIGIOCA" - "Rigiocare
Catania-Juventus? No, non si tratta di un errore tecnico ma di una
errata valutazione, purtroppo un errore importante, di uno dei migliori
assistenti". Il presidente dell'Aia, Marcello Nicchi getta acqua
sul fuoco rovente delle polemiche che hanno caratterizzato la nona
giornata di serie A e accantona ogni ipotesi di rigiocare
Catania-Juventus anche se il regolamento della Federcalcio prevede la
possibilità di ripetere il match in caso di ammissione dell'errore
tecnico dell'arbitro.
"L'arbitro quando va in campo non si fa influenzare da nessuno -
continua Nicchi -. Nel calcio si giocano 12mila partite e ogni domenica
basta un fuorigioco o un fallo laterale in serie A e si scatenano questo
tipo di situazioni. Noi continuiamo a lavorare serenamente come stiamo
facendo".
IL CATANIA SUL SUO SITO: "’Scandaloso al Cibali, il day
after" - Il giorno dopo la sconfitta contro la Juventus, il Catania
torna a commentare le decisioni arbitrali sul proprio sito internet:
"Il Catania ha sempre sostenuto l’accettazione dell’errore
arbitrale - afferma la società etnea - ed intende farlo ancora oggi,
pur avendo subito ieri una somma ingiustizia: la trasformazione di un
netto 1-0 (gol di Bergessio regolare, gol di Vidal viziato dall’off-side
determinante di Bendtner) in un inverosimile 0-1. 0-1 a referto, 1-0 sul
campo".
Il Catania sottolinea che "al di là delle certezze palesate da chi
sostiene che la Juventus avrebbe vinto comunque (il risultato finale
resta sempre ovviamente impossibile da prevedere, almeno per noi), resta
il fatto inevitabile che: l’arbitro può sbagliare". Secondo la
società etnea, quindi, "le parole del designatore della Can Serie
A Stefano Braschi si sposano perfettamente con le nostre idee. Noi,
inoltre, non abbiamo avanzato il dubbio che la panchina della Juventus
potesse aver interferito nella decisione di non convalidare la rete di
Bergessio - aggiunge il Catania - noi abbiamo purtroppo constatato
questa evidenza, considerando immagini e tempi delle convulse fasi
successive all’assegnazione del gol. Impossibile nascondersi:
impossibile nascondere questo gravissimo episodio che mina alle
fondamenta l’immagine del nostro calcio, proponendo un quadro di
confusione in cui basta insinuare un dubbio e fare la voce grossa per
rimettere in discussione una decisione (regolarissima) e
"costringere" a cambiarla (in una sbagliatissima)".
"Ciò che un direttore di gara non può e non deve fare, per
tutelare la sua autorevolezza e credibilità e per il bene del calcio
italiano - conclude la società etnea - è lasciare che i calciatori di
una squadra, addirittura partendo dalla panchina, giungano a circondare
un assistente di gara, sorvegliando e reclamando attenzioni, senza
incorrere in sanzioni disciplinari".
http://qn.quotidiano.net/sport/calcio/2012/10/29/794102-serie-a-catania-juve-pulvirenti-guardalinee-Maggiani.shtml
UDINESE
- CATANIA: 2-2
Di
Natale (R), Castro, Lodi, Di Natale
Udinese
(3-5-1-1): Brkic 5.5, Coda 5.5 (23' st Ranegie 6), Danilo 5, Domizzi
5.5, Pereyra 5, Badu 6.5, Allan 6, Lazzari 5.5 (23' st Basta 6), Armero
6, Maicosuel 5.5 (11' st Gabriel Silva), Di Natale 7 (25 Padelli, 93
Pawlowski, 4 Angella, 75 Heurtaux, 88 Willians, 6 Faraoni, 31 Fabbrini,
9 Barreto, 94 Zielinski). All.: Guidolin 6
Catania (3-5-2): Andujar 7, Rolin 5.5, Spolli 6, Bellusci 5.5 (1' st
Castro 7), Izco 6.5, Lodi 7, Almiron 6, Biagianti 6 (30' st Salifu sv),
Capuano 5, Bergessio 6.5, Gomez 6 (46' st Doukara sv) (1 Frison, 34
Messina, 2 Potenza, 22 Alvarez, 24 Ricchiuti, 15 Morimoto). All.: Maran
6.5
Arbitro: Rocchi di Firenze 5
Reti: nel pt, 30' Di Natale (rig.), nel st 17' Castro, 41' Lodi, 48' Di
Natale.
Dopo
il pareggio per 2-2 nella sfida del Friuli tra Udines e Catania, parlano
a fine gara i protagonisti del match. Per i bianconeri sono intervenuti
ai microfoni dei cronisti il tecnico Francesco Guidolin ed il
calciatoreGabriel Silva. Per i rossazzurri hanno parlato l’amministratore
delegato Sergio Gasparin, il tecnico Rolando Maran ed i calciatori
Francesco Lodi e Nicolas Castro.
Il
tecnico dell’Udinese, Francesco Guidolin: “Secondo me avremmo dovuto
chiudere i conti nel primo tempo in cui abbiamo giocato come si deve e
creato occasioni. Poi il destino ci ha regalato un campo pesante, e dopo
tante partite ravvicinate con due trasferte e pochi ricambi, se i miei
giocatori calano un pochino non posso dire niente. Questo è quello che
è successo e che succederà ancora perché sono ragazzi ben allenati ma
non di ferro. L’1-1 è stato un gollonzo e abbiamo anche rischiato di
perderla, ma ancora una volta i ragazzi hanno rimesso in piedi la
partita. Questo è un segnale piccolo ma importante. Noi dovevamo andare
a 4 perché il Catania giocava con 3 attaccanti larghi. Potevo scegliere
di far uscire Armero al posto di Maicosuel ma ho fatto così. Stava per
far uscire Di Natale per Ranégie. Mathias era già pronto e volevo
inserire un attaccante con altre caratteristiche e togliere mezz’ora
di pantano a Totò. Se si deve recuperare, però, io non lo tolgo per
nessun motivo, deve essere lui a chiedermelo perché può sempre dare la
zampata decisiva“.
Il
centrocampista dell’Udinese, Gabriel Silva: “Questo pareggio per noi
vale come una vittoria. C’è un pizzico di rammarico perché si
trattava di una gara da vincere e perché avevamo le redini del gioco in
mano, ma per come si è evoluto l’incontro va bene così.
Probabilmente saremmo dovuti tornare in campo con maggior intensità
dopo l’intervallo. Guidolin sul Catania ci aveva messo in guardia:
sapevamo di incontrare una bella squadra. Di Natale è un gran giocatore
fuori e dentro il campo. E’ il nostro faro“.
L’amministratore
delegato del Catania, Sergio Gasparin: “E’ una giornata molto
strana, sicuramente lasciamo questo stadio con l’amaro in bocca dato
che a pochi secondi dalla fine eravamo convinti di portare a casa i tre
punti. Dentro lo spogliatoio è naturale che i ragazzi ne risentano un
po’, però è anche vero che non si torna a mani vuote e comunque
muoviamo la classifica. E’ sempre un piacere tornare a Udine, per un
bel po’ di tempo è stata casa mia, ma adesso pensiamo alla Lazio“.
Il
tecnico del Catania, Rolando Maran: “Veder sfumare così una vittoria,
dopo essere andati in avanti alla fine e dopo aver giocato molto bene
nella seconda frazione di gara, su un campo così impervio, lascia l’amaro
in bocca. Il nostro obiettivo doveva essere cercare di costruire, essere
corti e grintosi. Siamo riusciti a farlo più in fase difensiva che là
davanti. Il rammarico è grande per come è arrivato il pareggio, ma
bisogna guardare anche i lati positivi. Una volta tanto abbiamo fatto
punti fuori casa. Il rigore? Dubbio“.
Il
centrocampista del Catania, Francesco Lodi: “Un po’ di rammarico c’è
perchè tra oggi e Roma gli ultimi trenta secondi abbiamo perso quattro
punti. Penso che oggi ci sia stata una grandissima reazione dopo
Domenica contro la Juve; abbiamo giocato un buon calcio e sicuramente
abbiamo creato qualcosa in più rispetto all’Udinese, poi però non
bisogna dimenticare che c’era un attaccante come Di Natale che non
bisogna mai lasciare solo in area perchè è proprio in quel momento che
fa vedere le sue qualità. I tatuaggi? Sì, sono nuovi e sono i nomi dei
miei figli, più una frase che preferisco tenere per me. Il primo tempo
è stato più difficile, è vero, ma indubbiamente l’ingresso di
Castro è stato determinante. Ha messo in difficoltà la difesa
bianconera, sono contento per il suo primo gol in serie A. Forse con un
pò di attenzione in più adesso potevamo parlare di un’altra partita.
Adesso pensiamo alla Lazio. Sono molto contento dei complimenti ricevuti
dal presidente Pozzo, secondo lui non hanno aspettato abbastanza e
probabilmente in quel periodo venivo impiegato come attaccante“.
Il
centrocampista del Catania, Lucas Castro: “Sono contento per il mio
primo gol però sono anche molto triste perchè proprio alla fine non
siamo riusciti a portare a casa i tre punti. Diventare titolare? Penso
di sì, ma sono tranquillo perchè il mister pensa sempre a me quindi
spero principalmente di ripagare la fiducia che mi dà. La posizione che
preferisco? Indifferente, mi sento bene in qualsiasi ruolo. Domenica
contro la Lazio spero di giocare dal primo minuto. Dedico questo gol
alla mia famiglia“.
Andrea
Mazzeo (catania46.net)
CATANIA
- LAZIO: 4-0
Gomez,
Gomez, Lodi (R), Barrientos
CATANIA
(4-3-3): Andujar; Alvarez, Legrottaglie, Spolli, Marchese; Izco, Lodi,
Almiron (63’ Biagianti); Barrientos, Bergessio (26’ Doukara), Gomez
(70’ Castro). A disp.:
Frison, Messina, Potenza, Rolin, Capuano, Salifu, Ricchiuti, Morimoto.
All.: Maran
LAZIO (4-5-1): Bizzarri; Konko, Biava, Dias, Cavanda (46’ Brocchi);
Lulic, Ledesma, Candreva, Hernanes (46’ Floccari), Mauri; Rocchi (70’
Kozak). A disp.: Carrizo, Guerrieri, Radu, Scaloni, Ciani, Gonzalez,
Zarate, Cana, Onazi. All.: Petkovic
Arbitro: Mazzoleni di Bergamo.MARCATORI: 9’ e 29’ Gomez (C), 25’
rig. Lodi (C), 69’ Barrientos (C). Ammoniti: Alvarez (C).
Dopo
tre giornate il Catania torna al successo passeggiando su una Lazio
inesistente. Dopo un buon avvio degli ospiti, un super Gomez regala il
vantaggio con la complicità di Bizzarri. Il raddoppio arriva poco dopo
con Lodi su rigore concesso per fallo di mano di Dias. Ancora Gomez
mette in ghiaccio il successo portando i rossazzurri sul 3-0 già alla
mezzora. Nella ripresa c’è spazio per il quarto gol di Barrientos. Il
Catania vola a 15 punti e guadagna il sesto posto in condominio con
Atalanta e Parma.
Dopo la buona prova di Udine, Maran ripropone il 4-3-3, vero marchio di
fabbrica del Catania, rinunciando all’indisponibile Bellusci,
ritrovando però Marchese e Legrottaglie. Alvarez in campo dal primo
minuto al posto di Rolin che si riaccomoda in panchina. Torna
disponibile anche Barrientos che forma il tridente offensivo insieme a
Gomez e Bergessio. In casa Lazio, Petkovic decide di sostuire Klose con
Rocchi. Solo panchina per Floccari, nonostante l’attaccante venisse
dato in vantaggio sul numero 9 biancoceleste. A centrocampo, dopo la
squalifica, tornano Ledesma ed Hernanes. Dopo la prevista “pañolada”
da parte dell’intera tifoseria rossazzurra per protestare contro i
recenti torti arbitrali, ha inizio la sfida del Massimino.
L’avvio degli ospiti è propositivo, tanto che il Catania resta
bloccato nella propria trequarti. Al 5’ i biancocelesti vanno
vicinissimi al vantaggio con Rocchi che trova il pallone in area di
rigore dopo un batti e ribatti, ma la conclusione a botta sicura è
fuori di pochi centimetri dal palo sinistro di Andujar. Al primo affondo
è per il Catania a trovare il vantaggio: Gomez scende palla al piede
sulla sinistra ben lanciato da Spolli, il Papu vince il duello con Biava
e fa partire una conclusione che Bizzarri battezza fuori ma s’insacca
sotto il “sette”.
La Lazio reagisce subito dopo l’inatteso svantaggio e prova a
schiacciare gli etnei nella propria metà campo. E’ però ancora il
Catania a sfiorare il raddoppio: Gomez porta via due uomini e serve in
area Barrientos in imbucata, il Pitu calcia un diagonale rasoterra che
costringe Bizzarri alla miracolosa deviazione in corner. Con il passare
dei minuti aumentano gli errori a centrocampo degli ospiti ed i
rossazzurri diventano padroni del campo. Al 22’ Cavanda rischia l’autogol
di testa su calcio d’angolo, ma due minuti dopo è Dias a commettere
un ingenuità toccando con il braccio un pallone sull’incursione di
Izco. Dal dischetto Lodi non fallisce e fa 2-0.
Dopo il
doppio vantaggio, Bergessio è costretto ad arrendersi ad un problema
muscolare ad un polpaccio. Maran lo toglie dal campo e mette dentro il
giovanissimo Doukara. Il Catania è inarrestabile e al 29’ arriva il
terzo gol: Marchese fugge sulla sinistra e crossa al centro, in spaccata
arriva Gomez che mette la palla dentro nonostante l’intervento
disperato di Biava sulla linea di porta. Successo in ghiaccio dopo
appena mezzora. La Lazio ha una fiammata al 34’ con Candeva che
costringe Andujar alla respinta corta, poi è Spolli a liberare in
corner. Finisce il primo tempo dopo due minuti di recupero con il
Catania che si limita ad amministrare il largo vantaggio.
Petkovic nella ripresa rinuncia ad abulico Hernanes e ad un
confusionario Cavanda ed inserisce il più ruvido Brocchi e Floccari in
attacco. Stesso scacchiere per Maran che predica ai suoi attenzione fino
a fine gara. Proprio il nuovo entrato Floccari si rende subito
pericoloso saltando Spolli, ma è reattivo Andujar che anticipa in
uscita bassa. Il passaggio al 4-3-1-2 rende gli ospiti molto più
propositivi rispetto alla prima frazione di gioco, ma la retroguardia
rossazzurra regge bene.
Il Catania lascia il pallino di gioco agli ospiti che provano ad
impensierire Andujar con conclusioni non sempre precise, come quella di
Mauri dalla distanza al 54’ che si spegne a fondo campo. Tutto difesa
e contropiede il gioco degli uomini di Maran, che non tendono ad alzare
i ritmi del gioco. Al 60’ Marchese prova a fare poker con una gran
staffilata dalla distanza che però non trova lo specchio della porta.
Maran prova a far legna a centrocampo e toglie Almiron per dare spazio a
Biagianti.
I rossazzurri dilagano al 69’: Gomez si libera di Konko e s’invola
sull’out di sinistra, crossa basso al centro dove Barrientos deve solo
appoggiare in rete per 4-0. A vittoria ormai acquisita, Maran si concede
anche il lusso di far entrare Castro concedendo la standing ovation al
Papu Gomez, autore di una doppietta. Petkovic mette dentro Kozak al
posto di uno spento Rocchi, ma i biancocelesti hanno ormai da tempo
ammainato la bandiera. Al 78’ Doukara sfonda a destra e mette al
centro dove Bizzarri è bravo ad anticipare in uscita l’accorrente
Barrientos.
Nonostante
il punteggio ormai acquisito, i minuti finali sono concitati: prima è
Lodi a cercare l’incrocio senza fortuna, poi è Candreva a tentare da
fuori ma Andujar salva la propria porta con un plastico tuffo. L’estremo
difensore etneo vuole mantenere inviolata la propria porta e si oppone
due minuti dopo anche sulla conclusione di Floccari. All’85’ anche
Castro potrebbe scrivere il proprio nome sul tabellino dei marcatori, ma
la deviazione sotto porta del numero 19 sull’assist di Barrientos è
fuori misura. I minuti finali sono concitatissimi ma il punteggio non
cambia più. Adesso il pensiero vola alla sfida di sabato contro il
Cagliari.
Gasparin
(Amministratore Delegato Catania): “Oggi è stata una partita ben
giocata da un gran gruppo, e tutto ciò ci fa rammaricare ancora di più
per il pareggio di Udine, che poteva lanciarci dopo aver ribaltato la
partita, ma stiamo migliorando anche fuori casa. Godiamoci questo
importantissimo risultato e siamo contenti che le scelte iniziali stanno
dando i frutti sperati. Questi 15 punti sono meno di quello che
meritiamo, ma sono punti che ci danno un’ottima classifica, ma ripeto,
mi aspettavo qualcosa in più, ma le situazioni negative ci hanno
penalizzato. Sono felice per Gomez, ma io sono certo delle sue
potenzialità e anzi sono stranito quando gioca al disotto di esse.”
CAGLIARI
- CATANIA: 0-0
CAGLIARI
(4-3-1-2): Agazzi; Pisano, Rossettini, Astori, Avelar; Dessena, Conti,
Nainggolan; Cossu (75’ Thiago Ribeiro); Nenè (63’ Pinilla), Sau (83’
Ibarbo). A disp.: Avramov, Perico, Del Fabro, Ekdal. All.: Pulga.
CATANIA
(4-3-3): Andujar; Alvarez, Spolli, Legrottaglie, Marchese; Izco, Lodi,
Biagianti (80’ Almiron); Barrientos (75’ Castro), Doukara (65’
Morimoto), Gomez. A disp.: Frison, Terraciano, Potenza, Bellusci, Rolin,
Capuano, Salifu, Ricchiuti. All.: Maran.
Arbitro:
Di Bello di Brindisi. Ammoniti: Conti, Dessena, Nainggolan, Astori (CA),
Gomez, Almiron (CT).
Non
resterà negli annali questo anticipo di serie A. Fra Cagliari e Catania
finisce 0-0 nel risultato così come per l’emozioni. Un punto che
accontenta entrambe le squadre, dato che le due isolane non cercano di
pungere più del dovuto per sbloccare una gara che ha messo in luce le
capacità di entrambe le difese. Il Catania di Maran dà un seguito al
pareggio esterno di Udine ottenendo il secondo pari di fila e
intavolando un mini ruolino di marcia che lo vede imbattuto da tre
turni. Un punto che muove la classifica e che permette al Catania di
affrontare domenica prossima in Chievo al Massimino con 16 punti in
carnet, due in più rispetto alla gestione Montella.
In
attesa di poter inaugurare in modo completo l’Is Arenas, il tecnico
Pulga può disporre della migliore formazione, eccezion fatta per il
difensore Ariaudo. Conti e Nainggolan, assenti giustificati contro la
Fiorentina, rientrano in campo dal primo minuto. L’attacco è affidato
alla coppia Nenè-Sau. Solo panchina per Pinilla. Dopo una settimana di
speranza, Maran ha dovuto accettare il forfait di Bergessio, costretto
ai box da uno stiramento al polpaccio. E’ Doukara il sostituto
naturale del “Lavandina”. Il franco-senegalese viene supportato da
Barrientos e Gomez. Solo panchina per Bellusci, rientrato dopo i
problemi fisici. A centrocampo la sorpresa è Biagianti al posto di
Almiron.
L’avvio
non è particolarmente brillante, con entrambe le squadre che studiano l’avversario
e restano guardinghe per evitare le ripartenze degli esterni. Al 3’ è
Gomez a provare a seminare il panico nella difesa sarda, andando in
velocità sull’out di destra, ma l’interdizione della retroguardia
rossoblù è utile a regalare solo il primo corner agli etnei che non
riescono a sfruttare l’occasione. Al 10’ Doukara, da fondo campo,
mette il pallone al centro per l’accorrente Gomez, ma il Papu è un po’
in ritardo e la difesa libera in fallo laterale. Due minuti dopo, il
capitano cagliaritano Conti entra con il piede a martello su Doukara e
viene comminata la prima ammonizione del match.
Dopo
il primo quarto d’ora la gara non decolla e Legrottaglie predica
attenzione ai compagni di squadra per evitare sorprese contro un
Cagliari tutt’altro che irresistibile. Marchese dimostra di avere
buona personalità e ci prova con l’ennesima conclusione al volo da
fuori area, ma il difensore di Delia calcia male d’esterno e la palla
finisce fuori. I padroni di casa cominciano con il passare dei minuti a
guadagnare terreno, sfruttando le imprecisioni di un centrocampo alle
volte un po’ troppo svagato nei passaggi orizzontali. E’ sicuramente
Sau il più attivo degli uomini di Pulga, tanto che gli stessi compagni
di squadra fanno fatica a seguirlo.
Il
Catania prova a distendersi al 25’ con un contropiede innescato da
Biagianti, sfonda sulla destra Gomez che prova a mettere Barrientos
nella condizione di battere a rete, ma il Pitu viene anticipato. Brivido
alla mezz’ora su un clamoroso errore di Legrottaglie a metà campo: il
centrale perde palla e concede a Cossu di involarsi sull’out di
sinistra. La scodellata al centro del numero 7 però non trova preparato
Sau, ben ostacolato da onnipresente Spolli.
I
rossazzurri hanno una fiammata prima con Gomez e poi con Doukara, ma i
due attaccanti non riescono a mettere in seria difficoltà Agazzi. Maran
si accorge di un problema fisico di Spolli e comincia a far scaldare a
bordo campo Rolin e Bellusci. Le difese continuano ad avere la meglio
sugli attaccanti: lo stesso esito accade al 38’ quando Nenè viene
murato da ben tre etnei davanti all’area di rigore. Poco prima del
fischio della fine della prima frazione di gioco, il Cagliari si
sveglia: prima è Dessena a calciare da fuori area senza inquadrare la
porta, poi è Sau a far venire i brividi per ben due volte alla
retroguardia ospite, ma Andujar si guadagna la pagnotta con altrettanti
interventi sull’ex Juve Stabia.
Nella
ripresa, si prosegue con gli stessi ventidue in campo. Dopo appena due
minuti, Andujar commette un errore clamoroso su rinvio servendo
Nainggolan. Il centrocampista belga prova la conclusione ma la difesa
ribatte, la palla s’impenna favorendo Sau che davanti alla porta s’incarta
e la difesa libera. La risposta dei rossazzurri non si fa attendere ed
al 52’ su punizione di Lodi, Agazzi cicca l’intervento mettendo
Spolli nella condizione di sorprenderlo, ma il difensore non si accorge
dell’errore ed il Catania ottiene solo un corner.
La
gara non decolla, mantenendo i ritmi flemmatici della primi 45 minuti,
anche se i padroni di casa appaiono decisamente più in partita rispetto
ad un Catania troppo attendista. Pulga prova a dare una scossa offensiva
ai suoi ed al 63’ mette dentro Pinilla al posto di un abulico Nenè.
Gli risponde subito il collega etneo, che toglie un poco propositivo
Doukara per inserire Morimoto. Nonostante l’innesto del giapponese, la
squadra catanese appare con il freno a mano tirato, tanto che i raddoppi
di marcatura dei sardi, fanno scattare pericolosi contropiedi che
costringono Legrottaglie e Spolli a provvidenziali interventi decisivi
sugli attaccanti rossoblù.
Il
Catania non gestisce più la sfera e si limita a far scorrere i minuti
per blindare lo 0-0. Maran e Pulga provano a mettere forze fresche per
sbloccare l’inerzia del match: entrano Castro e Thiago Ribeiro per
Barrientos e Cossu. Si entra nel quarto d’ora finale con entrambe le
squadre che non sembrano intenzionate a pungere, quasi a volersi
accontentare del punto. Dopo Morimoto e Castro, in campo entra anche
Almiron al posto di Biagianti. Risponde ancora una volta Pulga, che
inserisce Ibarbo al posto Sau (sostituito subito dopo aver costretto
Andujar ad un’uscita provvidenziale di piede).
I
minuti scorrono senza particolari emozioni, se si esclude un collo
esterno di Avelar che Andujar battezza fuori. L’ingresso di Ibarbo
dona maggiore potenza fisica all’attacco sardo, anche se la difesa
riesce ad avere sempre la meglio sul colombiano. Dopo tre minuti di
recupero la gara termina: poche emozioni, un punto per uno.
CATANIA
- CHIEVO: 2-1
Almiron,
Almiron, Andreolli
CATANIA(4-3-3)
- Andujar; Alvarez, Legrottaglie, Spolli, Marchese; Biagianti(29'Izco),
Lodi, Almiron; Castro, Bergessio(26'Doukara), Gomez(76'Barrientos). A
disposizione: Frison,
Terracciano, Bellusci, Capuano, Potenza, Rolin, Salifu, Ricchiuti,
Morimoto. Allenatore: Rolando Maran.
CHIEVO(4-3-1-2)
- Sorrentino; Sardo, Dainelli, Andreolli, Dramè; Guana,
Vacek(79'Paloschi), Hetemaj(64'Di Michele); Luciano(77'Cofie); Thereau,
Pellissier. A disposizione: Puggioni, Viotti, Farkas, Jokic, Cesar,
Stoian, Moscardelli, Samassa. Allenatore: Eugenio Corini
Arbitro:
Peruzzo di Schio Marcatori:
51' e 85'Almiron(Ca), 93'Andreolli(Ch)
Espulsi:
Nessuno
Prosegue
l'impressionante continuità al Massimino del Catania: i rossoazzurri di
Maran, infatti, battono anche il Chievo per 2-1 e salgono al sesto posto
in classifica. A decidere il match è stata una doppietta di Almiron,
mattatore dell'incontro, che rende vano il gol nel finale di Andreolli.
IL
MATCH - La gara comincia con ritmi piuttosto blandi e il primo episodio
degno di nota è un giallo arbitrale: al 12', su un cross da sinistra,
Castro, schierato titolare a sorpresa al posto di Barrientos, anticipa
Dainelli che tocca l'argentino in piena area di rigore. Per l'arbitro
Peruzzo non c'è fallo da rigore e la gara prosegue. Il Chievo si
sveglia e quattro minuti dopo i clivensi costruiscono una buona palla
gol: Luciano va via a destra e lascia partire un cross sul quale
Thereau, favorito da un velo di Pellissier, calcia di prima intenzione
mettendo la sfera alta non di molto. La prima pericolosa conclusione a
rete del Catania arriva al 23' per merito di Gomez: il 'Papu' si libera
sui venticinque metri e lascia partire un destro secco che lascia
immobile Sorrentino ma sfiora il palo alla sinistra del portiere
clivense. Tre minuti dopo, invece, il piccolo fantasista argentino si
divora un gol enorme: direttamente su un rilancio di Andujar lisciato da
Dainelli, Gomez si ritrova a tu per tu con Sorrentino, graziato da un
tiraccio del numero diciassette rossoazzurro che mette sul fondo. Il
Catania sale di tono e alla mezz'ora ci prova dal limite Castro dopo
un'ottima triangolazione con Doukara, subentrato all'infortunato
Bergessio, ma il tiro a giro del giocatore sudamericano è debole e
Sorrentino blocca senza problemi. I rossoazzurri non riescono a dare
continuità al loro forcing e si arriva così al duplice fischio di
Peruzzo, non prima però di due brividi nel finale provocati da amnesie
di Andujar: su due corner susseguenti, il portiere argentino prima
liscia la sfera provocando la quasi autorete di Legrottaglie mentre poco
dopo respinge malissimo regalando palla a Dainelli che da due passi
calcia alto. Il Catania tira un sospiro di sollievo e al riposo è 0-0.
La
ripresa comincia con i rossoazzurri subito alla ricerca dei tre punti e
dopo solo due minuti Marchese, sugli sviluppi di un'azione d'angolo,
colpisce di testa da buona posizione mettendo però al lato. Non
perdona, invece, Almiron al 51': su un corner da destra di Gomez,
infatti, l'argentino anticipa Dainelli e con un'inzuccata precisa
trafigge l'incolpevole Sorrentino per il gol del meritato vantaggio
etneo. I veronesi non si rendono mai pericolosi e al 67' il Catania
spreca l'occasione per chiudere il match: Lodi pesca al limite dell'area
piccola Doukara il quale, di testa, mette incredibilmente al lato.
Il
Chievo si fa vivo dalle parti di Andujar per la prima volta al 69' con
Thereau che prova il destro a giro dal limite dell'area trovando la
pronta risposta in tuffo di del numero uno etneo. E' un fuoco di paglia
e la gara si chiude al minuto numero ottantacinque grazie al bellissimo
gol che sancisce la doppietta di Almiron: l'argentino prende palla a
sinistra, si accentra approfittando della marcatura troppo morbida di
Sardo e lascia partire un destro a giro che si insacca imparabilmente
sul secondo palo. I rossoazzurri allentano la tensione e all'89'
Pellissier sfiora il gol con un sinistro potentissimo che centra in
pieno il palo. I clivensi trovano il gol della bandiera al 93' con
Andreolli, bravo a battere di testa Spolli e a trafiggere Andujar ma è
troppo tardi: al fischio finale il Catania vince 2-1 e sale a quota
diciannove punti in classifica.
PALERMO
- CATANIA: 3-1
Miccoli,
IIicic, IIicic, Lodi
Palermo (3-4-2-1): Benussi 6.5, Munoz 6.5, Donati 6.5, Von Bergen 6.5
(30' st Pisano sv), Morganella 7, Arevalo Rios 6, Kurtic 6.5, Garcia 6,
Ilicic 8, Brienza 7.5 (41' st Viola sv), Miccoli 7.5 (21' st Dybala 6.5)
(22 Brichetto, 4 Cetto, 12 Fulignati, 15 Milanovic, 16 Zahavi, 17
Giorgi, 19 Budan). All.: Gasperini 7.
Catania (4-3-3): Andujar 6.5, Alvarez 5.5, Legrottaglie 5, Spolli 4.5
(41' st Capuano sv), Marchese 5, Izco 5 (44' pt Castro 6), Lodi 6,
Almiron 5, Barrientos 4.5, Morimoto 5 (18' st Doukara 5), Gomez 5 (1
Frison, 5 Rolin, 14 Bellusci, 16 Paglialunga, 18 Augustyn, 24 Ricchiuti,
29 Terraciano, 30 Salifu). All.: Maran 5.
Arbitro: Romeo di Verona 6.
Reti: nel pt 10' Miccoli; nel st 4' e 15' Ilicic; 24' Lodi.
Note: ammoniti Munoz, Doukara e Almiron per gioco falloso, Spolli e
Donati per proteste, Miccoli (dalla panchina) per comportamento non
regolamentare. Angoli: 7 a 3 per il Catania. Recupero: 2' e 4'.
Spettatori: 20.969, per un incasso di 245.266 euro.
Il Palermo c'è, il Catania no
di Alberto Cigalini
Il
derby del Barbera va ai rosanero, più tonici e determinati: Miccoli
sblocca subito l'incontro (foto Galtieri), una doppietta di Ilicic lo
chiude. I rossazzurri, molli e poco incisivi, sbagliano l'approccio alla
gara. La bella punizione di Lodi serve solo ad accorciare le distanze
Il derby è così. Senza mezze misure. Nel bene e nel male. Capace di
esaltare e deprimere in maniera direttamente proporzionale alle emozioni
che è in grado di suscitare. Nel recente passato era stato spesso il
Catania a godersi il bello della classica di Sicilia lasciando al
Palermo amarezze e rimpianti.
Stavolta
è il contrario. Il verdetto del Barbera è chiaro. Il 3-1 evidenzia i
meriti dei rosanero, che si regalano la soddisfazione più grande di una
stagione sin qui povera di note liete, e sottolinea le lacune dei
rossazzurri, protagonisti di un vistoso passaggio a vuoto proprio in
occasione di uno degli incontri più sentiti dell'intero campionato.
La
squadra di Maran marca visita sbagliando l'approccio alla gara e
facendosi sorprendere da un avversario maggiormente tonico e subito in
partita. Sembra lo spartito, a ruoli invertiti, di altri incroci del
recente passato. E', a conti fatti, il tema lungo il quale si snodano i
novanta minuti.
Il
Palermo corre di più, lotta di più, ci crede di più. Quella di
Gasperini è una formazione senza dubbio inferiore ad altre che negli
scontri diretti degli scorsi anni hanno ceduto il passo - rimediando
talvolta anche sonore batoste - al Catania, ma stavolta al cospetto dei
rivali per antonomasia esibisce una robustezza mentale superiore.
Su
questi presupposti, preziosi per sopperire con la grinta a limiti per
altri versi non eludibili, possono emergere le individualità in grado
di dare qualità al gioco dei padroni di casa: da Miccoli, che sblocca
presto il risultato raccogliendo un pallone sporcato da Spolli e
facendosi luce in area prima di scagliare un preciso destro
all'incrocio, a Ilicic, autore di una doppietta propiziata dalla
libertà e dalla scarsa opposizione riservatagli dagli avversari.
Al
Catania, in quel gioco di specchi che è questo derby, accade l'opposto.
I rossazzurri non hanno il passo giusto, appaiono lenti e macchinosi e
la manovra non può non risentirne, così come le prestazioni dei
singoli.
Il
tridente, tradizionale arma in più del gruppo di Maran, paga dazio in
modo particolare. Al centro l'assenza di Bergessio si avverte eccome:
né Morimoto, promosso tra i titolari, né Doukara hanno il peso
specifico necessario per fare male. Ciò consente, tra l'altro, alla sin
qui tanto vituperata difesa rosanero di concentrare i propri sforzi
sugli esterni.
Gomez
e Barrientos si vedono pochissimo: il Papu prova qualcosa solo nel
finale, quando la partita è già compromessa; il Pitu sbaglia molto
restando ben lontano dai propri standard e finalizzando malamente una
delle migliori occasioni da gol costruite dal Catania.
In
un quadro così delineato, la piega presa dalla gara è di facile
lettura. Il Catania, incassato il gol di Miccoli in apertura, non riesce
a organizzare una reazione lineare sbagliando troppo in fase di
impostazione e rifinitura. Non resta che provarci su calcio piazzato e
così Lodi, sulle cui tracce Gasperini piazza subito Rios, dopo due
tentativi sventati da Benussi (promosso titolare al posto dello
squalificato Ujkani e ben comportatosi) riesce a disegnare a metà
ripresa una splendida parabola per il 3-1.
Ma
è un lampo isolato in una serata di poche luci. I ripetuti cambi di
modulo di Maran, che parte col 4-3-3 per poi passare al 3-5-2 e quindi
tornare al tridente con l'innesto di Castro, non cambiano le sorti di un
derby in cui il Palermo - sorretto nelle ripartenze dalla vivacità di
Brienza e Morganella - si rende pericoloso più volte mettendo in
difficoltà la difesa avversaria (salvataggi di Andujar su Brienza con
l'aiuto della traversa e su Morganella e Dybala più un recupero in
extremis di Spolli su conclusione a botta sicura ancora di Morganella)
legittimando la vittoria al cospetto di un Catania presosi una pausa
nella serata sbagliata.
PRIMA
DEL DERBY
Continua
a gettare benzina sul fuoco l'amministratore delegato del Palermo,
Pietro Lo Monaco. Dopo il comunicato stampa del Catania, il dirigente di
Torre Annunziata ha rincarato la dose ai microfoni di Itasportpress:
"Non ho offeso nessuno, né tantomeno nelle mie dichiarazioni c'è
violenza verbale o volgarità. Ho legittimato il valore del Catania
paragonandolo persino al Barcellona. Cosa dovevo dire di più?
Evidentemente qualcuno non ha capito il senso del mio discorso. Ritengo
invece il comunicato del Catania patetico, fuori
luogo e assolutamente demenziale. Quando parlano di nuovo stile
dimenticano il post partita di Catania-Juventus quando in conferenza
stampa sono stati proferiti termini in lingua siciliana come "min…"
e "ca…" che tutta Italia ha sentito. Altro che "dolce
stil novo". Ma è la storia che parla per il sottoscritto non le
chiacchiere. Io ho lasciato l'oro a Catania mentre questi nuovi
dirigenti parlano di stile. Mi accontento della storia fatta di realtà
tecnica ed economica di alto profilo. Il derby? Il Palermo lotta per
salvarsi e affrontiamo una squadra che sta nelle parti alte della
classifica e che va a gonfie vele. Sarà un match combattuto e spero che
i nostri ragazzi lo giochino con il massimo ardore possibile. Sappiamo
perfettamente pregi e limiti del Catania e cercheremo di sfruttare le
nostre armi e le loro debolezze. Se prenderò Barrientos? Pitu è un
giocatore importante. Per me è il calcio e il Catania farà bene a
tenerselo stretto. Io lo vorrei sempre dalla mia parte un giocatore
così".
È già derby. Palermo in silenzio, parla Pietro Lo Monaco. Di fronte
c'è il Catania che l'ex a.d. rossazzurro considera ancora una sua
creatura. "La squadra è la stessa che ho lasciato io, non ho
lasciato solo la squadra, ma tutto, è una realtà costruita dal
sottoscritto - dice Lo Monaco -. Non è stato cambiato niente dal punto
di vista tecnico e anche le stesse strategie di comunicazione pre-derby.
Se non parlano loro però parlo io. Non ho motivi particolari di rivalsa
dopo otto anni. Per me Catania è un figlio, sarei stupido a negare
quello che io ho creato. Posso prendere atto di un processo di
evoluzione che è partito dal niente e che oggi annovera il Catania tra
le società migliori d'Italia, sia tecnicamente che economicamente.
Pulvirenti? Non lo saluterò. Non ho mai fatto polemica sul motivo del
divorzio, ma lui lo sa. Anche Pulvirenti ha messo del suo in questo
progetto, è stato importante tanto quanto l'autista Antonio Pennisi…".
Il Palermo parte sfavorito, lo dicono gli otto punti di differenza in
classifica: "Il Catania deve andare in Europa, se non lo fa ha
fallito - continua l'a.d. rosanero - sento già dire che hanno vinto, in
effetti arriva una corazzata, arriva il Barcellona e noi nel nostro
piccolo proveremo a fermarla. Il derby sfugge a qualsiasi logica, è una
partita che si carica da sé. Io voglio vincere per i tre punti e basta.
Sono sicuro che le due squadre si affronteranno al massimo della
tensione sportiva. In campo getteremo sangue, venderemo cara la pelle.
Ho letto i toni trionfalistici del vicino della porta accanto, sembra
che la partita sia già decisa, che sia inutile pure giocarla
considerato che il Real Madrid… il Barcellona viene qui a fare la
passeggiata. Vogliamo avere la presunzione di dire che ci rimboccheremo
le maniche e cercheremo di fronteggiare il Barcellona".
Sul
possibile arrivo di Marchese al Palermo: "Non penso che la
dirigenza attuale del Catania possa mai dare un giocatore all'attuale
dirigenza rosanero. In passato abbiamo avuto rapporti cordiali e dei
trasferimenti, ma hanno troppe aperture mentali rispetto a noi per
pensare di fare con noi delle operazioni. Sono troppo avanti e noi siamo
troppo piccoli, non possiamo trattare con loro".
DOPO IL DERBY
Da
adesso in poi questa squadra ha il dovere di giocare in campionato con
la stessa attenzione e determinazione messa in campo col Catania.
Vittoria che vale doppio per me? Non ho gioito per aver battuto il
Catania ma per i tre punti che ci fanno risalire in classifica. Abbiamo
lavorato bene in settimana e oggi abbiamo incassato il giusto premio
battendo nettamente il... Barcellona. Può capitare anche alle grandi
squadre un passo falso (ride,ndr)". Così, con la consueta ironia,
Pietro Lo Monaco, intervistato da Itasportpress, ha commentato la
vittoria del Palermo nel derby contro il Catania.
CATANIA - MILAN: 1-3
Legrottaglie, El Shaarawy, El Shaarawy, Boateng
CATANIA (4-3-3): Andujar; Alvarez,
Legrottaglie, Rolin, Marchese; Almiron (71’ Bellusci), Lodi, Salifu (71’
Paglialunga); Castro, Bergessio (77’ Doukara), Barrientos. A disp.:
Frison, Terracciano, Addamo, Augustyn, Barisic, Morimoto. All.: Maran.
MILAN (4-3-3): Amelia; De Sciglio, Mexes,
Acerbi, Constant; Montolivo (66’ Emanuelson), De Jong, Nocerino; Robinho
(92’ Ambrosini), Boateng, El Shaarawy. A disp.: Gabriel, Narduzzo,
Zapata, Strasser, Flamini, Niang, Pazzini, Bojan. All.: Allegri.
Arbitro: Orsato di Schio. Ammoniti:
Barrientos, Bellusci, Rolin (C), Amelia, El Shaarawy (M). Espulso:
Barrientos (C), Boateng (M).
Era iniziata nel migliore dei modi questa gara contro
il Milan, poi nella ripresa è accaduto di tutto ed il sogno si è
tramutato in incubo. In vantaggio con una splendida rete di testa di
Legrottaglie, i rossazzurri sono crollati nella ripresa a causa di
alcuni eventi che hanno capovolto l’esito del match. Prima Barrientos si
fa mandare fuori dall’arbitro Orsato commettendo uno sciocco fallo su
Nocerino, poi è la stessa terna arbitrale a metterci del suo
convalidando un gol in fuorigioco di El Shaarawy. Con il Catania in 10,
è tutto facile per i rossoneri che fanno 1-3 prima con Boateng (poi
espulso nel finale) ed ancora con il “Faraone”. Nuova battuta d’arresto
e nuovo 3-1 dopo quello del derby. Il Catania incassa il secondo stop di
fila e rischia di perdere il piazzamento che lo vede nella prima parte
della classifica.
Maran è costretto a fare di necessità virtù, a causa
delle molteplici assenze in casa rossazzurra. Con Spolli e Gomez
appiedati dal giudice sportivo, il tecnico rossazzurro deve fare a meno
anche di Biagianti ed Izco. Non per questo il trentino decide di variare
il modulo, confermando il 4-3-3 con Rolin al centro della difesa e
Salifu in mediana. Torna come vertice dell’attacco etneo l’argentino
Bergessio. Allegri, nonostante la lunga lista di indisponibili, può
contare sul rientro di Mexes e sul ritrovato Nocerino. Squalificato
Yepes, in difesa va Acerbi. Inamovibile in attacco il giovane talento El
Shaarawy.
Davanti ad una bella cornice di pubblico, nonostante
l’inusuale impegno calcistico del venerdì, l’avvio gara dei rossazzurri
è di buona intensità, con gli ospiti costretti a cercare di impostare il
ritmo di gioco. I rossazzurri aspettano le avanzate rossonere troppo
bassi e più volte si prendono dei rischi decisamente evitabili. La prima
conclusione è degli uomini di Allegri con Boateng, ma è bravo Andujar a
parare in due tempi. Break del Catania che, dopo aver sfondato con
Castro ed ottenuto un corner, sugli sviluppi del medesimo svetta di
testa Legrottaglie ed al 10’ porta avanti gli etnei.
Il gol subìto alla prima offensiva dei rossazzurri
scombussola i piani al Milan che non riesce a costruire azioni degne di
nota per cercare di riprendere le redini del match. Anzi si fa vedere
ancora il Catania al 16’ su cross dalla sinistra, Amelia esita
nell’uscita ma Almiron non riesce a correggere in rete. La Maran Band’s
amministra bene il vantaggio e prova ad affondare ancora su palla
inattiva, ma la retroguardia dei diavoli ci mette quasi sempre una
pezza. L’attacco rossonero è asfittico con un Robinho senza idee e un
Boateng con la lampadina spenta. Anche lo stesso El Shaarawy è ai
margini del gioco, così il primo tempo scivola via senza tante emozioni
ma con un Catania cinicamente in vantaggio.
La ripresa inizia con gli stessi ventidue della prima
frazione di gioco, ma subito la gara cambia volto. Barrientos, avulso ed
abulico fino al 49’, commette una pazzesca ingenuità scalciando
fallosamente Nocerino: già ammonito, Orsato la manda sotto la doccia. Il
“Pitu” esce tra i fischi del pubblico di casa mentre il Presidente
Pulvirenti prova a rincuorarlo. Il vantaggio etneo si sgretola al 53’
quando El Shaarawy sfrutta un tocco corto di Robinho e realizza l’1-1:
peccato che la posizione del numero 92 rossonero sia palesemente
irregolare.
L’ennesimo torto arbitrale fa scatenare la tifoseria
rossazzurra ma il Milan non è domo e trova subito il gol del vantaggio:
è il 57’ quando Boateng si libera della marcatura stretta e fa partite
una conclusione dalla distanza che sorprende Andujar e s’insacca
nell’angolino. Inevitabilmente la gara cambia spartito con i rossoneri
che si limitano a gestire il possesso palla ed il Catania che resta
tutto dietro la linea del pallone. Al 68’ Andujar ipnotizza El Shaarawy
giunto a tu per tu con l’estremo difensore rossazzurro, permettendo al
Catania di restare in partita.
Maran prova a dare freschezza ed inserisce Bellusci e
Paglialunga al posto di Almiron e Salifu: una decisione che il tecnico è
costretto a prendere per infortunio alla caviglia del numero 4 etneo.
Pochi giri d’orologio dopo è Bergessio a lasciare il campo: al suo posto
entra Doukara. Il Catania si dimostra generoso ma nonostante il Milan si
divori l’impossibile con Robinho ed Emanuelson, trova la rete del
definitivo 1-3 ancora con El Shaarawy quando i rossoneri sono stati
ridotti in dieci per espulsione di Boateng.
Un Catania che può rimproverarsi poco: paga tanto
l’ingenuità di un disarmante Barrientos e l’ennesimo torto arbitrale sul
gol dell’1-1. Un venerdì da dimenticare in casa rossazzurra.
Andrea Mazzeo (www.catania46.net)
Dopo la pesante sconfitta 3-1 contro il Milan,
parlano a fine gara i protagonisti del match. Per i rossazzurri,
fortemente rammaricati dall’ennesimo torto arbitrale, sono intervenuti
ai microfoni dei cronisti il tecnico Rolando Maran, l’amministratore
delegato Sergio Gasperin, ed i calciatori Nicola Legrottaglie, Mario
Paglialunga e Gonzalo Bergessio. Per il club rossonero, hanno parlato
Massimiliano Allegri e Stephan El Shaarawy.
Il tecnico del Catania, Rolando Maran: “Sono due
episodi che hanno condizionato la gara. Prima dell’espulsione non
avevamo concesso nulla ed eravamo riusciti a interrompere tutte le trame
del Milan. Stavamo facendo la gara che volevamo e che avevamo preparato
in settimana. L’espulsione nasce però nel primo tempo quando Barrientos
è stato ammonito per una simulazione in mezzo al campo. Purtroppo a
Catania ci siamo abituati a certe cose e non è una bella abitudine. Non
voglio colpevolizzare il giocatore, anche se l’errore è stato pagato a
caro prezzo dal Catania. Sono situazioni che possono capitare in una
gara, in cui uno non ci pensa specie se si tratta di un giocatore che
viene ammonito di rado. Dovevamo reagire dopo la prestazione di Palermo
per tornare a essere squadra e l’abbiamo fatto, anche se poi nella
ripresa si è complicato tutto e ci siamo un po’ demoralizzati subendo
anche il raddoppio. Siamo amareggiati per il risultato perché ci
tenevamo molto a rifarci dopo la sconfitta nel derby“.
L’amministratore delegato del Catania, Sergio
Gasparin: “Gol in fuorigioco? Quando si gioca contro una grande squadra
sembra che questa sia la regola. Abbiamo perso contro l’Inter a San Siro
con lo stesso Stramaccioni che ha ammesso che c’era un rigore a nostro
favore per fallo in area di Guarin su Gomez. Con Juventus e Milan
sappiamo cosa è successo. Abbiamo dato a tutte e tre le grandi, paghiamo
sul terreno di gioco oltre le nostre colpe. C’è sudditanza psicologica e
- dopo quello che è successo in queste tre partite - non c’è bisogno di
sottolinearlo ulteriormente. Castro? Ha giocato bene, siamo molto
contenti del suo processo di maturazione. Ha qualità importanti, ideali
per il calcio italiano. Mercato? Non credo sia arrivato il momento di
parlare di questo. Per il prossimo impegno in Coppa Italia contro il
Cittadella dobbiamo tornare ad essere incisivi. Ritorneranno anche
Spolli e Gomez. Solo con il lavoro, l’impegno e attenzione possiamo
superare questo momento“.
Il difensore del Catania, Nicola Legrottaglie: “Sono
deluso, in cinque minuti non ci siamo accorti di nulla e cambiato il
nostro umore e di conseguenza abbiamo risentito dello stress fisico.
Dispiace di aver giocato in 10 contro il Milan nella ripresa. La cosa
più grave è la condotta di gara. Era chiaro che Nocerino aspettava il
fallo di Barrientos per fallo espellere. Credo che l’arbitro ci sia
cascato come non doveva e doveva essere più attento, fischiando subito
quando Nocerino si ferma in attesa del fischio dell’arbitro sul primo
fallo. Poi Barrientos ha fatto una cosa che non doveva fare e ha
sbagliato. Stiamo vivendo un periodo no, ma ci rifaremo perché siamo un
gruppo forte come abbiamo dimostrato in passato. Rinnovo? Io non chiedo
nulla, se la società sarà contenta di me troveremo un accordo“.
Il centrocampista argentino del Catania, Mario
Paglialunga: “Non siamo contenti del risultato, ma ci abbiamo creduto
fino alla fine anche quando eravamo in inferiorità numerica. Il mio
esordio? Io mi alleno ogni giorno sperando di giocare. La concorrenza è
tanta e so che ogni occasione devo sfruttarla. La mia felicità è stata
smorzata dalla sconfitta, ma prima di entrare in campo ho pensato alla
mia famiglia, a quanto mi è stata vicina in questi momenti“.
L’attaccante del Catania, Gonzalo Bergessio: “E’ un
peccato, fa troppo male perdere così, anche per errori nostri. Adesso
dobbiamo fare tesoro di questi e ripartire subito. La mia condizione?
Sono ancora lontano dal livello delle partite precedenti. Posso
migliorare. Barrientos nervoso? No, non lo è. E’ stata una giornata
sfortunata. Gli parleremo per capire come uscire da questo momento“.
Il tecnico del Milan, Massimiliano Allegri: “Il
fuorigioco sul primo gol di El Shaarawy c’è anche se non era facile da
vedere. È stata una gara difficile con il Catania che ci ha chiuso bene
gli spazi trovando il vantaggio su un’azione d’angolo in cui siamo stati
un po’ troppo passivi. Il Catania ha molti meriti nel primo tempo, il
pressing è una delle sue armi e l’ha fatto bene. Avevamo iniziato bene
anche in fase di palleggio e avevo chiesto grande attenzione sulle palle
inattive perché il Catania è molto bravo in queste giocate. La partita è
stata equilibrata specialmente nel primo tempo, nella ripresa siamo
migliorati, facendo bene e soffrendo poco anche per la superiorità
numerica, arrivata per un’espulsione che mi pare giusta. Abbiamo fatto
bene nella gestione della palla pur sbagliando un po’ troppo in avanti.
Montolivo volevo schierarlo davanti alla difesa nella ripresa, ma poi
l’espulsione ha cambiato tutto e ci ho ripensato. Berlusconi porta bene?
L’ho sentito e la sua presenza ci dà tanta carica. Tornerà presto a
trovarci“.
L’attaccante del Milan, Stephan El Shaarawy: “Spero
che questo momento continui il più possibile. Sono stati 3 punti
fondamentali per dare continuità alle ultime prestazioni. Noi non
abbiamo obiettivi principali, ma pensiamo solo a risalire la classifica
partita per partita. Stiamo ritrovando un equilibrio in campo e sono
contento che tutta la squadra abbia giocato una buona partita“.
SIENA - CATANIA: 1-3
Rosina, Castro, Bergessio, Bergessio
SIENA (3-4-2-1): Pegolo; Neto, Paci, Felipe; Sestu,
Vergassola (52’ Rodriguez), Bolzoni, Del Grosso; Valiani (71’ Larrondo),
Rosina; Calaiò. A disp.: Farelli, Marini, Contini, Dellafiore, Rubin,
Coppola, Verre, D’Agostino, Mannini, Reginaldo. All.: Cosmi.
CATANIA (4-3-3): Andujar; Alvarez, Rolin, Legrottaglie,
Marchese; Salifu (91’ Capuano), Lodi, Almiron; Gomez (91’ Paglialunga),
Bergessio (87’ Doukara), Castro. A disp.: Frison, Terracciano, Augustyn,
Cabalceta, Addamo, Aveni, Morimoto. All.: Maran.
Arbitro: Doveri di Roma.
Ammoniti: Sestu, Rodriguez (S), Legrottaglie, Almiron
(C).
Il Catania
trova la prima vittoria esterna della sua stagione, conquistando tre
punti in rimonta contro un buon Siena nella prima frazione di gioco. I
bianconeri sbloccano il punteggio con Rosina al 10’ e poi amministrano
il vantaggio. I rossazzurri provano a rientrare in partita ma Pegolo
para il parabile, ed anche di più. Nella ripresa i rossazzurri entrano
in campo con un altro piglio e trovano subito il pari con Castro
imbeccato da Bergessio. Poi è il bomber rossazzurro a chiudere il match
realizzando la seconda doppietta in appena cinque giorni dopo quella
contro il Cittadella. Torna a correre la formazione di Maran dopo i due
stop contro Palermo e Milan. Un successo che galvanizza l’ambiente
catanese.
Cosmi prova
a lasciare l’ultimo posto in classifica dimenticando la sconfitta
casalinga dello scorso turno contro la Roma e per farlo prova a
dimenticare le assenze di Belmonte, Vitiello e Terzi, squalificati di
lungo corso, nonché quelle degli indisponibili Zé Eduardo, Campagnolo e
Angelo. Per il 3-4-2-1, il tecnico bianconero si affida a Valiani e
Rosina alle spalle di Calaiò. Anche Maran, da parte sua, deve fari i
conti con le tante assenze. Senza gli squalificati Barrientos e Bellusci,
oltre agli indisponibili Spolli, Potenza, Izco, Ricchiuti, Biagianti,
Sciacca e Keko, l’allenatore trentino conferma il 4-3-3 con Castro,
Bergessio e Gomez a formare il tridente d’attacco.
L’avvio è
su ritmi elevati con due occasioni da ambo le parti: prima è Calaiò a
provarci ma è puntualissimo intervento in chiusura di Alvarez, poi il
break etneo è sui piedi di Lodi e Bergessio che concludono da fuori area
ma i tiri non inquadrano la porta di Pegolo. La gara si sblocca al 10’
quando Valiani sfrutta una bella ripartenza dei toscani e serve al
centro area Rosina che approfitta di una caduta di Legrottaglie e fa
secco Andujar. Subito sotto, i rossazzurri provano a tornare
immediatamente in partita con un destro insidioso di Gomez che viene
deviato in corner da Paci.
Il
Catania fa fatica a creare la manovra offensiva ma al 22’ sfiora il
pareggio con un’incredibile deviazione di Paci che per poco non
sorprende clamorosamente il proprio portiere. Pegolo è reattivo e devia
in angolo. Legrottaglie è in serie difficoltà ed un’ennesima sua
incertezza libera Calaiò: il difensore etneo è costretto al fallo a
centrocampo e becca il giallo. Lo stesso Calaiò sfiora il raddoppio
pochi minuti con un colpo di testa poco preciso che non trova lo
specchio della porta. Al 28’ dubbi per un contatto in area di rigore tra
Bergessio e Neto, ma per Doveri molto vicino all’azione è tutto
regolare. Al 32’ Bolzoni spiana la strada per Valiani che, ostacolato da
un puntualissimo Alvarez, manca l’impatto con la palla ad un passo dalla
porta di Andujar.
Il Siena
prova a tenere bassi i ritmi ma al 38’ i rossazzurri vanno vicinissimi
al pari con Castro, bravissimo a superare con un pallonetto Pegolo in
uscita, ma sulla linea è provvidenziale intervento di Felipe. Dopo un
rasoterra di destro di Almiron terminato sul fondo ed una torsione di
testa senza forza di Calaiò, finisce il primo tempo. Colpito a freddo,
il Catania non è riuscito a trovare con precisione la porta senese.
Maran
striglia i suoi negli spogliatoi e l’effetto si vede subito ad inizio
ripresa. Grande occasione di Almiron dopo pochi secondi, con una
conclusione violenta che si spegne ad un soffio dal palo. Pochi secondi
dopo è Gomez a fallire il raddoppio calciando debolmente a pochi
centimetri dalla porta esaltando la reazione di Pegolo. Il gol del pari
è maturo: Bergessio in scivolata libera sul filo del fuorigioco Castro
che stavolta sfonda la rete dei padroni di casa con una fortissima
conclusione. Seconda rete stagionale per l’ex Racing.
Cosmi nota
un calo dei suoi e decide di mettere subito dentro Rodriguez al posto di
Vergassola per dare maggiore qualità al centrocampo. Gli etnei hanno un
altro piglio ed al 58’ vanno vicinissimi al vantaggio: prima Castro (che
controlla male a centro area) e poi Gomez mettono a dura prova la
resistenza della porta di Pegolo. Un minuto dopo, Rolin svetta di testa
su corner, la palla viene deviata in modo decisivo da Bolzoni ma
l’angolo non viene accordato.
Nel momento
in cui il Siena riesce a prendere le misure, il Catania trova il
vantaggio: Castro avvia una velocissima ripartenza sulla sinistra, serve
in mezzo Lodi che vede sull’out opposto Bergessio. Il “Lavandina” è
implacabile e con un preciso pallonetto su cui Pegolo nulla può fare.
Quarto gol stagionale per il numero nove etneo. I bianconeri provano a
rispondere subito con un tiro insidioso di Sestu, ma è bravo Andujar a
bloccare a terra nonostante la palla rimbalzi sul campo in modo
irregolare. La squadra rossazzurra non è sazia e prova a chiudere il
match con Almiron di testa ma Pegolo è in giornata di grazie ed evita
con uno spettacolare tuffo la capitolazione ed anche il calcio d’angolo.
Per evitare
un contropiede di Sestu, Almiron è costretto ad un fallo tattico a
centrocampo e viene punito con l’ammonizione. Essendo diffidato, il
“coccodrillo” salterà l’impegno di domenica prossima con la Sampdoria.
La partita si fa più cattiva e i contatti duri tra Sestu e Marchese,
nonché tra Neto e Gomez, ne sono una chiara prova. Il Catania mette in
ghiaccio i tre punti all’81’: calcio d’angolo di Lodi, Castro spizza di
testa per Bergessio che da pochi passi realizza la sua doppietta
personale con il piatto destro. Strepitosa la reazione del Catania.
Incredibile il calo di tensione del Siena.
Nei minuti
finali Maran concede la standing ovation a Bergessio, autore di due
doppiette nella stessa settimana. Al suo posto entra Doukara. Nel
recupero entrano anche Capuano e Paglialunga per Salifu e Gomez. Dopo
quattro minuti di recupero il Catania può festeggiare il primo successo
esterno stagionale che cancella le due sconfitte consecutive contro
Palermo e Milan.
CATANIA - SAMPDORIA: 3-1
Maresca (R), Paglialunga, Bergessio, Castro
CATANIA (4-3-3): Andujar; Alvarez, Bellusci, Legrottaglie,
Marchese; Izco, Lodi, Salifu (14’ Paglialunga); Barrientos, Bergessio,
Castro (90’ Capuano). A disposizione: Frison, Messina, Potenza, Rolin,
Spolli, Augustyn, Ricchiuti, Keko, Morimoto, Doukara. All. Maran.
SAMPDORIA (4-5-1): Romero; Mustafi (67’ Castellini), Rossini, Costa,
Berardi; Krsticic, Tissone, Maresca (38’ Eder), Obiang, Poli (80’
Pozzi); Icardi. A disposizione: Da Costa, Berni, De Sivestri, Poulsen,
Renan, Soriano, Estigarribia. All. Ferrara.
AMMONITI: Salifu, Legrottaglie, Bellusci (C). Eder, Tissone (S).
ARBITRO: Giacomelli di Trieste.
Il Catania saluta il pubblico di casa vincendo la sua ultima gara
interna del 2012. Gli etnei volano a quota 25 punti superando in
rimonta, ancora una volta, la Sampdoria di Ciro Ferrara. Passati in
vantaggio con rigore generoso concesso da Giacomelli e realizzato da
Maresca (che poi uscirà per infortunio), gli ospiti incassano la ripresa
con il cuore del Catania. Trovato il pareggio con Paglialunga, gli etnei
vincono grazie alle reti di Bergessio e Castro.
Maran, oltre alle assenze di Almiron e Gomez, deve fare i conti con la
condizione fisica non ottimale di alcuni dei suoi elementi. In difesa a
sorpresa c’è Bellusci al centro della difesa al posto di Spolli, mentre
a centrocampo trova spazio Izco dal primo minuto che si riprende la
fascia di capitano. Ferrara non propone alcuna novità sostanziale nel
suo 4-5-1 con Icardi unico terminale offensivo. In panchina vanno Pozzi
ed il recuperato in extremis Eder.
L’avvio dei rossazzurri è intenso sin dalle prime battute. L’eccesso di
agonismo di Salifu costa l’ammonizione dopo appena 90 secondi per un
brutto fallo a centrocampo su Maresca. La prima azione pericolosa arriva
al 4’, quando sugli sviluppi di una punizione calciata da Lodi, Romero
esce goffamente dalla porta ma Bergessio non riesce al volo a correggere
la sfera in porta. La Sampdoria prova ad orchestrare la manovra
offensiva ma Icardi è troppo isolato e la difesa etnea chiude bene gli
spazi.
Al quarto d’ora, Maran è costretto a togliere del campo per un problema
fisico Salifu. Al posto del numero 30 etneo entra Paglialunga. Al 17’
strappa applausi a scena aperta una bella triangolazione del Catania con
conclusione in prima battuta di Izco: l’argentino calcia bene ma non
trova la porta per questione di centimetri. Pochi giri d’orologio più
tardi è Bergessio a non trovare il jolly calciando alto sulla traversa,
dopo un clamoroso errore di alleggerimento di Rossini.
Il Catania è padrone del campo ed al 22’ Castro ci prova in acrobazia su
perfetto cross di Alvarez: la conclusione viene murata dalla difesa.
Dopo una totale immobilità dell’attacco doriano nei primi 25 minuti, è
l’arbitro Giacomelli ad inventarsi un calcio di rigore per sbloccare le
sorti del match. La difesa etnea si addormenta e sulla pressione di
Krsticic su Andujar la palla arriva ad Icardi. Sull’attaccante
interviene Legrottaglie ma per il direttore di gara non in modo
regolare. Rigore e ammonizione per il numero 6 etneo: dal dischetto
Maresca spiazza Andujar e porta avanti gli ospiti.
Il Catania va letteralmente nel pallone e nell’arco di cinque minuti
rischia di incassare il raddoppio per ben due volte con Tissone ed
Icardi, ma i liguri non riescono ad approfittarne. I rossazzurri provano
a reagire e in due occasioni mettono i brividi a Romero con due
incursioni di Castro e Paglialunga, entrambe senza fortuna. Al 38’
problemi ai flessori per Maresca che è costretto a lasciare il campo:
Ferrara al suo posto mette dentro Eder. Romero è costretto agli
straordinari per evitare che Rossini nel tentativo di anticipare
Bergessio per poco non mette la sfera dentro la propria porta.
Il
Massimino al 40’ diventa una polveriera per un clamoroso atterramento di
Bergessio su uscita a valanga di Romero: non solo per Giacomelli non c’è
rigore, ma nel successivo capovolgimento di fronte con la squadra di
casa ferma a protestare, per poco Eder non raddoppia. Il nervosismo
serpeggia e l’arbitraggio del direttore triestino appare visibilmente a
senso unico, dispensando gialli solo nei confronti dei locali. Poco
prima del fischio del primo tempo, Lodi prova a rimettere in pari la
gara su punizione ma il tiro sorvola l’incrocio di un soffio.
Nella ripresa si parte subito forti: dopo un tentativo andato a vuoto
per i rossazzurri a causa di un’eccessiva lentazza di Barrientos,
dall’altra parte è decisivo per ben due volte Bellusci sugli attaccanti
blucerchiati. Al 49’ nuova protesta in casa etnea: una conclusione di
Lodi viene fermata con un braccio da Rossini, ma per Giacomelli non ci
sono gli estremi per il penalty. Nonostante la continua pressione del
Catania, un errato disimpegno di Bellusci mette Icardi nella condizione
di battere a botta sicura ma calcia alle stelle.
Il pareggio arriva finalmente al 55’ e realizzarlo è il neo entrato
Paglialunga. Il numero 16 etneo infila Romero con un pregevole destro
che colpisce il palo e finisce nel sacco. Torna finalmente a far parlare
di sé l’ex Rosario Cental dopo il lungo periodo di anonimato. Il pari
galvanizza gli uomini di Maran che dopo aver provato ad imbastire il
contrattacco, trovano il meritato vantaggio al 64’: Marchese riesce a
tenere in campo un pallone destinato sul fondo crossando in maniera
impeccabile al centro. Puntualissimo Bergessio si fa trovare al posto
giusto e di testa supera imparabilmente Romero. Determinante il
fuorigioco sbagliato da Costa, Sesto gol stagionale per il “Lavandina”.
Ferrara prova a rimettere in corsa i suoi inserendo Castellini al posto
di uno spento Mustafi, ma il Catania è bravo ad amministrare il
vantaggio andando anche vicino al terzo gol ancora con Bergessio che,
servito da Lodi, di testa non trova il bersaglio grosso. I minuti finali
diventano frammentari a causa di tante interruzioni di gioco per diversi
falli. Nei restanti dieci minuti, Ferrara si affida al bomber Pozzi per
cambiare le sorti di un match che appare ormai compromesso.
Il forcing finale dei blucerchiati è a testa bassa e senza inventiva,
favorendo così i rossazzurri che riescono a spazzare l’area senza tanti
patemi. E’ da standing ovation la prova di Pablo Alvarez: inaccessibile
la fascia destra per gli attaccanti doriani. Il Catania arretra
totalmente il suo baricentro, attendendo la Samp nella propria metà
campo. Nonostante questo riesce a pungere al momento opportuno: è il
minuto 89’ quando su una ficcante discesa di Barrientos, Bergessio
libera Castro approfittando di una dormita di Rossini e mette dentro il
pallone del definitivo 3-1.
Non è
andata giù a Ciro Ferrara la sconfitta rimediata a Catania questo
pomeriggio, maturata nel corso della ripresa dopo che i primi 45 minuti
di gioco si erano chiusi con gli ospiti blucerchiati in vantaggio per
1-0 grazie al calcio di rigore trasformato da Maresca. Il finale di gara
è stato particolarmente caotico, con il tecnico della Sampdoria che ha
mandato a quel paese il collega etneo Rolando Maran, rifiutando la
classica stretta di mano al termine del match. Sconfitta che mantiene il
club doriano al tredicesimo posto a quota 17 punti, mantenendo un
vantaggio di tre lunghezze sulla zona retrocessione, con il Pescara che
occupa attualmente la terzultima posizione. Ma qual è stato il motivo
scatenante che ha reso Ferrara furioso?
PRESSIONI – Ciò che ha fatto scattare Ferrara contro Maran sarebbero
state presunte pressioni operate dal tecnico di casa Maran nei confronti
della terna arbitrale al rientro negli spogliatoi durante l’intervallo,
pressioni che si sarebbero prolungate anche nel post intervallo. Da qui
la considerazione da parte di Ferrara su come il secondo tempo sia stato
pesantemente condizionato da una direzione di gara non più serena come
invece era stata nel corso della prima frazione di gioco.
CHIARIMENTO – Pochi minuti dopo la plateale protesta di Ferrara contro
lo stesso Maran, i due allenatori si sono chiariti come testimoniano le
dichiarazioni del post-partita rilasciate ai giornalisti presenti al
Massimino. Ferrara ha spiegato come avesse frainteso un gesto del
collega etneo, per poi sottolineare come non fosse sua intenzione
attribuire la sconfitta della sua squadra alle decisioni della terna
arbitrale. Anche Maran ha voluto ribadire come il tutto fosse rientrato
nella normalità, confermando il suo rispetto verso tutti gli altri
allenatori, ricordando il match contro il Milan e la stretta di mano
finale con Massimiliano Allegri.
PESCARA - CATANIA: 2-1
Celik, Barrientos, Togni
UFFICIALIPescara (4-3-1-2): Perin;
Balzano, Terlizzi, Capuano, Modesto (68′
Zanon); Nielsen, Togni, Bjarnason; Weiss (79′
Caprari); Abbruscato, Celik.
A disp.: Pellizzoli, Bochetti, Crescenzi,
Colucci, Quintero, Brugman, Jonathas, Soddimo. All.: C. Bergodi
Catania (4-3-3): Andujar; Alvarez (43′
Bellusci), Legrottaglie, Spolli, Marchese; Izco, Lodi, Almiron;
Barrientos, Castro, Gomez (76′
Morimoto)
A disp.: Frison, Terracciano, Augustyn,
Capuano, Potenza, Rolin, Paglialunga, Ricchiuti, Doukara, Keko. All.: R.
Maran
In avvio di gara il Catania è subito pericoloso, al
2' su cross di Barrientos è Gomez ad avere sul sinistro la prima palla
gol ma a pochi passi dalla porta tira alto. Reagisce il Pescara che
guadagna metri, al 10' Celik tenta la rovesciata ma il tiro viene murato
dalla difesa, sul capovolgimento di fronte Castro ruba palla a Terlizzi
e si invola nell'area del Pescara facendo partire un tiro angolato che
si stampa sul palo. Ci riprovano i siciliani quattro minuti più tardi,
Izco entra in area da posizione defilata ma il tiro finisce sull'esterno
della rete. Al 23' sbloccano la partita i padroni di casa, Terlizzi
ferma una azione degli etnei al limite dell'area e innesca un
contropiede portato avanti da Modesto che passa a Weiss, lo slovacco
serve al limite dell'area Celik che piazza la sfera alla destra di
Andujar: 1-0. Il Catania si scuote, al 27' ci prova Lodi con un tiro da
lontano alto sopra la traversa. Azione confusa dei siciliani al
27', Castro sulla linea di fondo alza un pallone su cui interviene il
portiere del Pescara che subisce fallo da Gomez. Il pareggio del
Catania
è nell'aria e arriva al 35' grazie ad una azione sulla destra di Izco
che entra in area, si libera della marcatura di un difensore e scarica
indietro per Barrientos che fulmina Perin.
La ripresa si apre con un tiro di Gomez rimpallato da
un giocatore del Pescara. Replicano i padroni di casa con Celik che dal
limite dell'area lascia partire un gran tiro deviato in angolo, non
senza difficoltà, da Andujar. Si susseguono i capovolgimenti di fronte,
al 9' è il Catania con una azione insistita ad andare al tiro con Lodi
ma la palla viene deviata in angolo. Un minuto dopo i catanesi vanno in
gol con Marchese lesto a ribadire in rete una respinta corta di Perin ma
l'arbitro annulla per fuorigioco. Il copione della partita vede la
squadra di Maran tenere in mano il pallino del gioco con il Pescara
pronto a colpire in contropiede. Sfortunato al 68' il Catania, su angolo
Almiron colpisce di testa ma la palla viene deviata da un compagno di
squadra. Risponde Weiss per il Pescara al 70', il giocatore ruba palla
ed entra in area ma al momento del tiro viene contrastato. Insiste il
Catania, Almiron al 82' ci prova dalla media distanza, palla fuori, un
minuto più tardi è la volta di Barrientos ma Perin fa buona guardia e
blocca. Al 84' Bellusci viene avanti e dal limite lascia partire un tiro
centrale deviato da un difensore, la strana traiettoria obbliga
l'estremo difensore del Pescara alla deviazione acrobatica sopra la
traversa. Ma la palla gol più ghiotta è del Pescara all'88' in
contropiede, Caprari a tu per tu con Andujar si fa anticipare dal
portiere di un soffio. Al quinto minuto di recupero esplode la festa
dello stadio Adriatico, su punizione il brasiliano Togni sorprende
Andujar e segna la rete del 2-1.
CATANIA - TORINO: 0-0
CATANIA (4-3-3): Andujar; Bellusci,
Legrottaglie, Spolli, Marchese; Izco, Lodi, Almiron (81’ Salifu);
Bergessio (66’ Castro), Barrientos, Gomez. A disposizione:
Frison, Terracciano, Potenza, Rolin, Augustyn, Paglialunga, Ricchiuti,
Doukara, Keko. All. Maran.
TORINO (4-3-3): Gillet; Darmian, Rodriguez, Glik, Masiello; Gazzi (58’
Birsa), Basha, Vives; Cerci (81’ Verdi), Bianchi, Meggiorini (74’
Sansone). A disposizione: Gomis, Agostini, D’Ambrosio, Di Cesare,
Caceres, Suciu, Brighi, Stevanovic, Sgrigna, Diop. All. Ventura.
ARBITRO: Bergonzi di Genova.
AMMONITI: Barrientos, Legrottaglie (C), Gazzi, Vives, Darmian, Masiello,
Glick (T). ESPULSO: Lodi, Maran, Pulvirenti (C).
ZERO A ZERO SU TUTTI I FRONTI (Andrea
Mazzeo - www.catania46.net)
Finisce 0-0 la prima gara del 2013 del Catania. Una
partita nata male e finita peggio, ma dopo la sconfitta di Pescara nei
minuti di recupero, riuscire a muovere la classifica dinnanzi a queste
gare è il miglior risultato. I rossazzurri faticano più del doppio per
portare a casa uno striminzito punto contro un Torino spuntato, incapace
di sfruttare la superiorità numerica dovuta dall’espulsione nei primi
minuti di Lodi. La fortuna non aiuta i rossazzurri nemmeno quando
Bergonzi concede un generoso rigore per fallo di Vives su Izco. Dagli
undici metri, Bergessio riesce a fare la cosa più difficile: centrare la
traversa. Fiocca il nervosismo e a farne le spese sono il tecnico Maran
ed il presidente Pulvirenti, entrambi mandati negli spogliatoi da un
discutibile Bergonzi.
Rolando Maran, non può contare sul terzino Pablo Alvarez, out a causa di
un infortunio. Al posto dell’esterno destro di difesa gioca Bellusci.
Buone notizie invece per Bergessio, tornato ad allenarsi in gruppo,
immediatamente schierato dal tecnico trentino insieme a Barrientos e
Gomez. Ventura recupera Brighi, che aveva saltato l’ultima gara per un
problema muscolare. Assenti Ogbonna e Santana, ancora convalescenti dai
rispettivi infortuni. L’ex tecnico del Giarre, decide di abbandonare il
4-2-4 per un più oculato 4-3-3, con Vives al centrocampo al posto di
Sansone in attacco.
L’avvio dei rossazzurri è subito arrembante, con Almiron che ci prova da
limite con una conclusione insidiosa che si spegne di poco al lato. Al
4’ è Barrientos a mettere i brividi ai granata con una girata di testa
che si perde alta sulla traversa di Gillet. Il Torino si limita a
gestire il pallone, cercando di tenere il ritmo gara molto basso. Al 12’
cambia lo spartito del match: Lodi viene pressato fallosamente da
Meggiorini ed il numero 10 reagisce con uno schiaffo all’attaccante
granata. Per Bergonzi non ci sono dubbi, rosso diretto e Catania subito
in inferiorità numerica. Reazione sciocca da parte di Lodi, che
solitamente è molto corretto.
Maran chiede ai suoi di passare al 4-4-2, ma subito gli ospiti vanno
vicini al vantaggio con un tiro da fuori area che viene
involontariamente deviato da Legrottaglie. Andujar è reattivo e ci mette
una pezza. Al 22’ può clamorosamente volgere a favore dei padroni di
casa: Vives ostacola in area di rigore Izco (episodio decisamente
dubbio) e per Bergonzi è rigore. Dal dischetto va Bergessio che calcia
molto alto e centra la traversa ed il Toro si salva. Catania in credito
con la Dea Bendata.
Gli etnei reagiscono allo svantaggio numerico con grande aggressività,
costringendo i granata a restare schiacciati dietro la linea del
pallone. Al 26’ Gillet si esalta sul potentissimo destro da fuori area
di Gomez: decisiva la deviazione del portiere belga in calcio d’angolo.
La gara s’innervosisce e fioccano le ammonizioni, a volte anche gratuite
come quella a Barrientos della mezzora. Poco prima della fine del primo
tempo, il Catania si divora una nitida occasione per chiudere la prima
frazione in vantaggio. Cerci ai 30 metri si dimentica della pressione di
Almiron e perde palla. Il mediano etneo serve al limite Gomez che trova
l’imbucata giusta per Bergessio in posizione regolare. Il “Lavandina”
davanti a Gillet s’incarta e non riesca a calciare in porta.
Nessun cambio nella ripresa, ma la squadra di Ventura appare decisamente
più convinta rispetto al primo tempo. La maggiore propensione offensiva
di Darmian sull’out di destra costringe Marchese agli straordinari. Il
Catania prova a reagire in modo rabbioso e al 51’ Bergessio costringe
Gillet a doversi distendere in tuffo per evitare che il numero 9 etneo
sbloccasse il risultato. Pochi minuti dopo è Bianchi a divorarsi il gol
del vantaggio calciando debolmente su Andujar, dopo essere stato ben
liberato in area da Meggiorini.
Ventura prova a cambiare l’inerzia del match effettuando un cambio per
rendere l’azione dei granata più offensiva: dentro Birsa al posto di
Gazzi. Il Toro prova ad alzare un po’ i ritmi e la difesa etnea è
costretta a dover fare gli straordinari per evitare che gli ospiti
sfondino. Il Catania è visibilmente sulle gambe e si denotano tanti
errori in fase di alleggerimento. Al 65’, con i rossazzurri sempre più
schiacciati in difesa, è Cerci a provarci con un sinistro a giro che
sorprende Andujar, ma la sfera termina di un soffio fuori.
Maran decide di non dare punti di riferimento alla difesa granata e
toglie dal campo uno stanco Bergessio per dar posto a Castro. La gara
vive di scarne e rare fiammate. Dopo un destro dalla distanza di Almiron
che non desta problemi a Gillet, il Catania sciupa l’ennesima chance
prima con Gomez, che perde il tempo per la conclusione a rete, e poi con
Castro, che calcia debolmente. All’80’ Bergonzi grazia Darmian, già
ammonito, reo di aver colpito in viso Castro in un’azione di contrasto.
Le ultime operazioni di cambio vedono entrare in campo Salifu al posto
di un maestoso Almiron, e Verdi per Cerci. La direzione arbitrale
continua a sorprendere in negativo e all’84’ il tecnico Maran viene
mandato negli spogliatoi per aver protestato in modo troppo concitato in
occasione di un fallo di Glick su Gomez che gli aveva soffiato il
pallone davanti l’area. Il Catania non si arrende e all’86’ ci prova con
il destro Salifu da distanza siderale, Gillet è imperforabile. Il timore
di perdere la gara nei minuti finali, come a Pescara, si ripete anche
oggi: è Verdi a sfiorare la rete con una spaccata sotto misura che mette
i brividi ai tifosi del Massimino.
Dopo tre minuti di recupero, nei quali trovano spazio solo l’ingresso in
campo di Capuano per Barrientos e l’espulsione di Pulvirenti, finisce la
gara. Va in archivio la prima gara del 2013. Adesso bisogna pensare alle
romane: prima la Lazio in Coppa Italia, poi la Roma al Massimino in
campionato.
Il regista del Catania, Francesco Lodi, chiede ‘’scusa”
prima che finisca la partita per la sua
espulsione al 12′ del primo tempo nella gara con il Torino. Sarebbe
potuta costare caro, ma alla fine il suo Catania è riuscito comunque a
portare a casa un punto d’oro. Il numero 10 etneo fa “mea culpa” su
Twitter scrivendo: “Chiedo scusa ai compagni, hai i tifosi e a tutta
Catania per l’espulsione“. Poi, accortosi dell’errore grammaticale, ha
trovato anche modo di sdrammatizzare con un nuovo tweet: “Tra campo,
espulsione e verbi sbagliati…non è proprio serata“.
CATANIA - ROMA: 1-0
Gomez
CATANIA
(4-3-3): Andujar; Bellusci, Legrottaglie, Spolli, Marchese; Izco, Salifu
(61’ Paglialunga), Almiron (35’ Castro); Barrientos, Bergessio, Gomez
(77’ Ricchiuti). A disposizione: Frison, Terracciano, Alvarez, Potenza,
Augustyn, Rolin, Capuano, Doukara, Keko. All. Maran.
ROMA (4-3-3): Goicoechea; Piris (57’ Marquinhos), Burdisso, Castan,
Balzaretti; Bradley, Tachtsidis, Florenzi; Lamela, , Marquinho (70’ Dodò),
Destro. A disposizione: Stekelenburg, Lobont, Taddei, De Rossi,
Perrotta. All. Zeman.
Arbitro: Antonio Damato di Barletta. Ammoniti: Bellusci, Legrottaglie,
Marchese, Bergessio (C). Balzaretti, Destro,
L'ELEFANTE AZZANNA LA LUPA
Andrea Mazzeo - www. catania46.net
Evidentemente Zeman non ha proprio fortuna contro il
Catania. Il boemo nella sua storia di tecnico è riuscito solo una volta
a battere gli etnei. Il copione si ripete anche oggi. Una perla di
Alejandro Gomez, il migliore dei suoi, regala i tre punti agli uomini di
Maran che meritano il successo odierno e tornano a correre in
campionato. Primo tempo più di marca ospite, con un Andujar un po’ in
difficoltà. Nella ripresa salgono in cattedra i rossazzurri e la Roma va
ko.
Nessuna novità da parte di Maran rispetto alla formazione prevista.
L’assenza per squalifica di Lodi promuove automaticamente a centrocampo
Salifu, mentre in difesa sull’out di destra viene confermato Bellusci al
posto dell’indisponibile Alvarez. Zeman deve rinunciare all’infortunato
Osvaldo e a Totti che non ce la fa durante la rifinitura. Il boemo si
presenta così a Catania con il tridente offensivo formato da Lamela,
Marquinho , Destro. Solo panchina per De Rossi e Perrotta.
Che la gara sia viva lo si intuisce dalle prime battute. Al 3’ minuto
Izco s’improvvisa discesista di uno slalom gigante e manda in ambasce la
difesa ospite. Servito sulla sinistra Gomez, il Papu centra per
Bergessio ma l’attaccante viene anticipato di un soffio da un’uscita
bassa di Goicoechea. Grande difficoltà da parte di Florenzi e Piris a
contenere le progressioni di Izco e Gomez.
La Roma prova a sfondare centralmente con Bradley e Lamela, ma la difesa
etnea chiude bene. Grossa ingenuità dei padroni di casa al minuto 12’:
errato alleggerimento di Marchese che serve Florenzi. Il numero 48
giallorosso entra in area di rigore ma non riesce a trovare lo specchio
della porta per un soffio.
Il Catania soffre non poco a centrocampo, dove sia
Salifu che Almiron non riescono a dar man forte a Gomez e Bergessio,
spesso raddoppiati in marcatura. In pochi minuti fioccano le prime
ammonizioni: per il Catania viene sanzionato Bellusci, mentre per la
Roma finiscono sul taccuino Balzaretti e Destro, quest’ultimo reo di un
ingenuo fallo di mano in area di rigore.
Intorno alla mezzora la sfida s’infiamma. Prima è Destro a sfiorare il
palo della porta di Andujar con una conclusione da fuori area, poi è
Gomez, ben servito da Bergessio, a mettere i brividi all’estremo
difensore ospite, ma la mira è da rivedere. Ancora un break dei
rossazzurri, ed ancora Gomez a costringere Goicoechea, sorpreso dal
tiro, ad un salvataggio in corner. Il Massimino si ammutolisce quando
Andujar si fa scappare dalle mani un facile intervento servendo
involontariamente Destro, ma la fortuna aiuta i locali.
Al 35’, dopo un colpo di testa non andato a buon fine di Florenzi,
Almiron è costretto a lasciare il rettangolo verde: entra Lucas Castro.
Due minuti dopo è ancora Andujar il protagonista in negativo con la
seconda respinta corta della giornata. Stavolta è Bradley a non trovare
il bersaglio grosso calciando alto da posizione favorevole. Al 42’ è il
turno di Marquinhos a provare la via della porta, ma anche stavolta il
Catania è graziato. Finisce il primo tempo con i rossazzurri che
soffrono molto le ripartenze e non riescono a dare maggiore densità in
zona offensiva.
La ripresa inizia con gli stessi uomini in campo. La prima conclusione è
di marca etnea, con Castro che prova a pescare il jolly dal mazzo con un
tiro dai 25 metri, ma mira è da rivedere. La strigliata negli spogliatoi
di Maran sortisce i suoi effetti ed il Catania ha un altro piglio,
costringendo i giallorossi ad una manovra più accorta ed abbottonata.
Dopo i cambi di Marquinhos per la Roma e Paglialunga per il Catania, al
62’ si sblocca la gara. Assist di Bergessio che libera Gomez, tocco
sotto a scavalcare il portiere e Goicoechea è battuto. Inevitabilmente
la partita s’innervosisce e Damato comincia a distribuire gratuitamente
cartellini gialli in direzione dei padroni di casa. Pesa tantissimo
quello rifilato a Legrottaglie che, diffidato, salterà l’impegno contro
il Genoa.
La Roma non sembra essere scesa in campo nella ripresa e nonostante
l’ingresso di Oddò, la formazione capitolina non impensierisce Andujar
in modo serio. Al 77’ standing ovation per Gomez che merita gli applausi
del pubblico di casa. Al suo posto entra Ricchiuti. Proprio il nuovo
entrato, due minuti dopo, potrebbe mettere il sigillo alla gara ma il
passaggio in profondità di Castro è troppo lungo e l’azione sfuma.
I minuti finali tengono il pubblico di casa con il fiato sospeso, anche
quando all’81’ Bergessio ruba palla in area di rigore ma non riesce a
fare il 2-0 con un tocco sotto che si alza sopra la traversa. Il Catania
mantiene il possesso palla, impedendo agli uomini di Zeman di provare le
ultime sortite. Nuovo brivido all’88’ quando Dodò viene servito solo
davanti ad Andujar, ma l’estremo difensore argentino riesce a metterci
la mano ed a deviare in corner. Il neo entrato si lamenta con l’arbitro
per una presunta trattenuta in area di Barrientos, non ravvisata da
Damato.
Dopo tre minuti di recupero, e due conclusioni senza fortuna di Castro e
Bergessio, il Catania può festeggiare il ritorno alla vittoria. Un
successo voluto che porta i rossazzurri a quota 29 punti. Il sogno
continua.
GENOA - CATANIA: 0-2
Bergessio, Barrientos
GENOA (4-4-2): Frey; Sampirisi (49’ Rossi), Granqvist, Manfredini,
Moretti; Olivera (57’ Floro Flores), Kucka, Matuzalem, Antonelli;
Borriello, Immobile (70’ Nadarevic). A disposizione: Zima, Donnarumma,
Bovo, Bertolacci, Said. All.: Delneri.
CATANIA (4-2-3-1): Andujar; Alvarez, Bellusci, Spolli, Capuano; Izco,
Paglialunga (67’ Biagianti); Castro, Barrientos, Gomez (79’ Ricchiuti);
Bergessio. A disposizione: Frison, Terraciano, Potenza, Augustyn, Rolin,
Salifu, Doukara, Keko. All.: Maran.
ARBITRO: Rizzoli di Bologna. AMMONITI: Matuzalem (G), Bergessio (C).
Con 32 punti, a 4 dall’Europa League, la gara di domenica prossima
contro la Fiorentina di Montella può diventare decisiva per la stagione
dei rossazzurri.
Delneri non può commettere errori e senza gli squalificati Seymour e
Pisano, si affida al tandem offensivo Immobile-Borriello. Il nuovo
arrivato Olivera va subito in campo, mentre Nadarevic va in panchina.
Maran deve fare nuovamente di necessità virtù e, senza i senatori
Legrottaglie, Marchese, Almiron e Lodi, vara un 4-2-3-1 inedito che
prevede Izco e Paglialunga davanti alla difesa. In attacco, Begressio è
supportato da Castro, Barrientos e Gomez.
I padroni di casa partono subito fortissimo ed il nuovo acquisto Olivera
mette sulla testa di Borriello la sfera del vantaggio dopo appena 30
secondi, ma l’attaccante colpisce male e la sfera si perde fuori. Il
Catania reagisce subito ed al primo affondo trova il vantaggio:
spettacolare apertura da centrocampo di Barrientos per Gomez, il Papu
serve al centro il liberissimo Bergessio che mette dentro. Settimo gol
stagionale per il Lavandina.
Il Genoa prova a rimettere subito in carreggiata la gara e sul perfetto
traversone dalla sinistra di Immobile, è incredibile l’errore di
Borriello da pochi centimetri. Si salva la difesa etnea presa troppo
facilmente in contropiede, ma l’attaccante rossoblù commette il secondo
errore in poco più di 300 secondi. La gara è su ritmi elevatissimi e
questo permette agli etnei di agire in velocità sugli spazi, dove la
retroguardia del grifone non sembra perfetta con Sampirisi e Manfredini.
La prima conclusione in porta dei padroni di casa arriva da fuori area
al 19’ con Matuzalem, ma Andujar abbranca facilmente in presa bassa.
Brutta tegola per gli etnei quando Rizzoli ammonisce Bergessio per un
braccio largo su Manfredini. Diffidato, il numero 9 rossazzurro salterà
la gara interna contro la Fiorentina. Andujar al 23’ si guadagna la
pagnotta andando a deviare in corner un pallone angolato colpito di
testa in tuffo da un Borriello, molto attivo, ma altrettanto impreciso.
La manovra del Genoa è troppo complicata e perde diverse chance per
trovare la via del pareggio. Al 31’ nuova occasione per la squadra di
Maran, pericolosa sull’asse Barrientos-Castro, i rossoblù si salvano
spazzando via l’area dopo una mischia furibonda. Dopo il gol immediato,
il Catania ha lasciato molto spazio al possesso palla locale, ma gli
uomini di Delneri non hanno impensierito oltremodo la difesa etnea ben
ordinata. Al 43’ ci prova da buona posizione Immobile, ma il tiro è
ancora da rivedere. Otto conclusioni, pochi pericoli. Dopo un minuto di
recupero finisce il primo tempo con il Catania avanti di un gol.
La ripresa inizia con gli stessi uomini in campo ma la pioggia continua
a cadere copiosa. Pochi secondi ed il Genoa va vicinissimo al pari:
triangolo in area tra Immobile e Borriello, interviene in Capuano che
manda la palla sul proprio palo. La reazione etnea arriva sugli sviluppi
di un clamoroso errore di Sampirisi che si dimentica di Gomez. Serve una
gran parata di Frey per evitare il raddoppio rossazzurro. Al 49’ esce
Scampirisi tra i copiosi fischi di Marassi. Al suo posto entra Marco
Rossi.
Nonostante a centrocampo manchino i titolari Almiron e Lodi, sono più
che apprezzabili le prove di Izco e Paglialunga in mediana. La difesa
etnea resta molto bassa, concedendo un po’ troppi metri alle avanzate
dei padroni di casa. E’ ancora Borriello a provarci con una conclusione
improvvisa al 58’, ma Andujar prende bene le misure. Al 61’ il Catania
perde l’occasione per chiudere la gara con la difesa del grifone presa
in contropiede: Castro ha il tempo per servire in area Bergessio in
posizione regolare, ma il Pata allarga troppo la diagonale e la difesa
locale si salva.
Al 67’ Maran effettua il primo cambio, togliendo un ottimo Paglialunga
per dar spazio al rientrante Biagianti. Risponde Delneri con
l’inserimento di Nadarevic al posto di un Immobile calato vistosamente
nella ripresa. Al 72’ il Catania si divora la palla del raddoppio:
Bellusci lancia in posizione regolare Bergessio, solissimo sulla metà
campo rossoblù. L’attaccante argentino cincischia troppo e Frey, uscendo
a valanga, salva il Genoa dalla capitolazione.
Il Genoa sembra sulle corde ed i rossazzurri si limitano al giro palla a
centrocampo per fare sfiancare l’avversario. Maran prova a dare vivacità
ai suoi inserendo Ricchiuti al posto di un generoso Gomez in campo per
79 minuti. Proprio il nuovo entrato, ben servito da Izco, non riesce ad
inquadrare bene al porta per il colpo del ko. Ma la rete è solo
rimandata: ancora una volta Izco, imprendibile, parte in campo aperto ed
al limite dell’area serve Barrientos che piazza il diagonale, leggera
deviazione di Granqvist, e Frey è battuto. Quarta rete stagionale per il
Pitu.
Gli ultimi attimi sono solo di accademia e dopo i tre minuti di recupero
il Catania può festeggiare il secondo successo esterno in campionato.
Gli etnei volano a quota 32 punti ed il sogno Europa non può più
chiamarsi tale.
Dura risposta del presidente del Catania, Antonino Pulvirenti, alle
parole del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, che aveva
dichiarato di essere sorpreso dell’elezione del presidente rossazzurro a
consigliere delegato, a causa della sua “latitanza” dalla Lega da quasi
10 anni. Il numero uno etneo non le ha mandate a dire poco prima
dell’inizio della sfida contro il Genoa: “E’ una provocazione, ma anche
il suo comportamento durante l’assemblea è stato discutibile, da zitella
isterica in crisi d’astinenza. La Lega non è uscita divisa dalla
votazione, visto che in 14 hanno votato compatti per Beretta e 14 su 20
mi sembra siano una solida maggioranza e non una spaccatura a metà“.
CATANIA - FIORENTINA - 2-1
Migliaccio, Legrottaglie, Castro
CATANIA (3-5-2): Andujar; Bellusci (75’
Potenza), Legrottaglie, Spolli; Alvarez, Izco, Biagianti (85’
Paglialunga), Barrientos, Capuano (56’ Ricchiuti); Castro, Gomez. A
disposizione: Frison, Terracciano, Augustyn, Salifu, Keko, Doukara,
Petkovic. All. Maran.
FIORENTINA (3-5-2): Neto; Roncaglia, Rodriguez, Savic; Cuadrado,
Aquilani, Migliaccio, Borja Valero, Pasqual (80’ Tomovic); Jovetic,
Ljajic (69’ Toni). A disposizione: Viviano, Lupatelli, Camporese,
Cassani, Romulo, Capezzi, Llama, Seferovic, Larrondo. All. Montella.
ARBITRO: Domenico Celi di Bari. AMMONITI: Capuano, Bellusci, Biagianti,
Spolli, Alvarez, Castro (C), Savic, Cuadrado (F). ESPULSO: Aquilani (F).
CASTRONERIE NON PARLARE DI EUROPA - di Andrea Mazzeo
(www.catania46.net)
Non si può non sognare con un Catania così. I
rossazzurri vincono la sfida con il loro passato e volano a quota 35
punti. La gara è su ritmi altissimi sin dalle prime battute, con i
locali che ci provano in più occasioni, ma sono gli ospiti a passare con
l’ex rosanero Migliaccio. Nella ripresa è un altro Catania e l’immediato
pareggio di Legrottaglie spiana la strada agli uomini di Maran. Nel
finale, Aquilani lascia i suoi in dieci e Castro all’87’ fa esplodere il
Massimino. Una grande prova per un Catania che non può più parlare di
salvezza.
Maran, forte di un 2013 senza reti subite ma con tante assenze, si
affida ad un inedito 3-5-2 con Bellusci, Legrottaglie e Spolli in
difesa. Alvarez e Capuano sono esterni con il compito di far ripartire
l’azione. In mediana trova nuovamente spazio Biagianti, mentre la coppia
offensiva, orfano di Bergessio, è composta da Castro e Gomez. Non va
nemmeno in panchina Marchese. Montella, ancora a secco di vittorie
nell’anno nuovo, deve fare a meno di Pizarro a centrocampo e si affida a
Migliaccio. Il tandem d’attacco è composto da Ljajc e Jovetic. Solo
panchina per Toni.
All’ingresso in campo delle due squadre, ci sono più applausi che fischi
per l’ex di turno Vincenzo Montella. L’avvio dei rossazzurri è di buon
auspicio: Alvarez ruba palla a centrocampo e, dopo una triangolazione
con Gomez sull’out di destra, va al tiro sfiorando il palo alla sinistra
di Neto. Al 4’ l’arbitro Celi grazia Aquilani reo di aver commesso un
fallo da dietro su Izco. Ancora etnei pericolosi con Legrottaglie su
perfetto traversone al centro di Capuano, ma la palla colpita di testa
dal centrale difensivo termina fuori con Neto battuto.
Il ritmo è altissimo, ma negli ospiti fanno fatica ad entrare in
partita, specie Jovetic, autore di due grossolani errori di possesso
palla. La Fiorentina con il passare dei minuti guadagna metri ed il
Catania ha difficoltà ad uscire dalla propria metà campo, anche a causa
della mancanza di un uomo che faccia risalire l’azione a centrocampo. La
pressione dei viola sortisce i suoi effetti ed al 21’ la squadra di
Montella passa: sul cross dalla sinistra di Pasqual, la difesa etnea
dimentica completamente Migliaccio che, indisturbato, di testa fa 0-1.
Si ferma a poco meno di 300 minuti l’imbattibilità di Andujar.
Celi, che arbitra un po’ troppo all’inglese, indispone il pubblico del
Massimino fischiando con ritardo un fallo su Migliaccio mentre il
Catania era in piena azione di ripartenza. Pochi istanti dopo, Borja
Valero va da tergo su Barrientos, ed il fischietto pugliese non estrae
il giallo sicuramente dovuto. Finalmente Celi si ricorda di avere con sè
i cartellini ed ammonisce Savic per un fallo sicuramente meno evidente
dei precedenti. Al 34’ è lo stesso Savic ad immolarsi per evitare che
Castro trovi la via della porta a pochi metri da Neto.
La gara s’innervosisce quando sugli sviluppi di un corner, Bellusci
viene trattenuto in area e per Celi non c’è rigore, anzi, ammonisce il
difensore etneo per proteste. Il direttore di gara s’intestardisce sui
calciatori rossazzurri e pochi istanti dopo anche Biagianti finisce sul
taccuino dell’arbitro di Bari. Al 38’ gran lavoro di Ljajic che penetra
in area di rigore e cade giù dopo un contrasto con Legrottaglie, ma
anche stavolta non ci sono gli estremi per la massima punizione. Dopo un
fallito “colpo dello scorpione” da parte di Gomez, finisce il primo
tempo con i toscani avanti.
Nella
ripresa, Maran non fa cambi e passa al 4-2-3-1 visto a Marassi, mandando
a destra Bellusci ed Alvarez a sinistra. A centrocampo avanza di qualche
metro Capuano. Tutto confermato in casa viola. Bastano pochi minuti ed
il Catania trova subito la rete del pareggio: al 50’ su un calcio di
punizione dalla sinistra svetta di testa Legrottaglie, anticipa Neto e
realizza la sua seconda realizzazione stagionale che vale l’1-1.
La reazione dei viola è immediata. Prima Cuadrado di testa colpisce la
traversa a due passi da Andujar, uscito maldestramente, poi su punizione
è Ljajic su punizione a colpire il legno con l’estremo difensore etneo
battuto. Il Catania si affida ai lanci lunghi e su uno di questi, Neto è
costretto ad uscire ai 30 metri per anticipare Gomez. Al 56’ finisce la
gara di Capuano, al suo posto entra Ricchiuti per dare maggiore qualità
al centrocampo. I padroni di casa sono vivi e, su un “coast to coast” di
Barrientos, i rossazzurri sfiorano il vantaggio, ma la conclusione del
numero 28 termina di un soffio fuori.
Il ritmo continua ad essere altissimo e Cuadrado, una vera furia in
campo, impegna severamente con un diagonale che il portiere devia in
corner. Montella prova a giocarsi la carta Toni per dare maggiore
fisicità all’attacco, togliendo uno Ljajic in debito d’ossigeno. E’ però
ancora il Catania a rendersi maggiormente pericoloso: sul lungo rinvio
di Andujar, Gomez guadagna metri sul versante sinistro e serve al centro
Castro. Il tiro del Pato impegna Neto che devia in corner.
Al 75’ Maran è costretto a togliere un claudicante Bellusci per inserire
Potenza, da quasi un anno assente dal rettangolo di gioco. Pochi istanti
dopo finisce anzitempo la gara di Aquilani, mandato sotto la doccia con
un rosso diretto per avere mandato a quel paese Celi dopo un fallo a
centrocampo. All’82’ Jovetic si sveglia dal suo torpore e da distanza
ragguardevole sfiora il sette con Andujar in evidente ritardo.
Nei minuti finali Alvarez becca un giallo
pesante che lo costringerà a saltare per squalifica l’anticipo del
sabato a Napoli. Il Catania è carico e vuole i tre punti e al minuto 87’
si materializza il sogno: cross all’altezza bandierina di Barrientos, al
centro Castro anticipa Roncaglia e batte imparabilmente Neto. Esplode il
Massimino. I restanti quattro minuti di recupero sembrano interminabili.
Castro prende un giallo che costa la sfida del San Paolo, ma alla fine
il Catania può festeggiare. Il sogno continua!
Il Torino Fc è in lutto per la prematura scomparsa di
Pierantonio Bortot, 57 anni, con un passato nelle giovanili granata,
dove fu ad un passo dall'esordire in quella prima squadra che poi vinse
l'ultimo scudetto della storia granata. Bortot la sua carriera l'ha poi
svolta quasi tutta al Sud, dove in Sicilia si sposò ed ebbe una figlia,
anche se la squadra che meglio di tutti lo consacrò fu la Reggina. Così
ricordò qualche anno fa Bortot il suo approdo al Torino, solo
quindicenne, come ricorda il sito strill.it: "Non fu facile, il calcio è
bello ma duro. E’ un mondo che ti dà tanto ma pretende molto di più. Da
giovanissimo, lontano da casa, con l’obbligo di dovere anche studiare,
rischia di travolgerti. E poi la vita di collegio è difficile per un
ragazzo. Dopo un anno andai dal direttore sportivo del Toro, Bonetto, e
gli dissi che se non mi avessero trovato un appartamento lontano da
quella prigione del collegio me ne sarei tornato subito a casa mia, a
Conegliano”.
Bortot fu aggregato alla prima squadra a metà degli anni 70, quando
ormai era diciannovenne, ma visse ai margini del progetto, perchè
davanti aveva gente del calibro di Pulici, Graziani, Bui, Claudio Sala,
Agroppi, Zaccarelli. Nell'anno dello scudetto Bortot erà già a Cremona,
prima di approdare a Catania, dopo arrivò la bella avventura alla
Reggina. L'attaccante veneto era malato da qualche tempo e viveva con un
rene solo.
Le sue esequie si svolgeranno domani, sabato 26 gennaio, a Conegliano,
presso la Chiesa di S. Pio X, alle 11. La redazione di TorinoGranata si
unisce al dolore di tutto il mondo granata che ricorda un ex figlio del
Filadelfia.
Bortot, ai tempi in cui giocava nel Catania. Ciao
Pietrantonio..... ti chiamavamo "u Pileri!"
NAPOLI - CATANIA: 2-0
Hamsik, Cannavaro
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis;
Grava, Cannavaro, Gamberini; Mesto, Behrami, Dzemaili (63’ Inler),
Zuniga (84’ Armero), Hamsik (77’ Insigne), Pandev; Cavani. A disp.:
Rosati, Colombo, Rolando, Donadel, El Kaddouri, Calaiò. All.: Mazzarri.
CATANIA (4-3-3): Andujar; Bellusci, Rolin, Spolli, Capuano; Izco, Lodi
(87′ Doukara), Biagianti (72’ Almiron); Barrientos, Bergessio, Gomez. A
disp.: Frison, Terracciano, Augustyn, Potenza, Ricchiuti, Salifu, Keko.
All.: Maran.
ARBITRO: Calvarese di Teramo. AMMONITI: Behrami, Grava, Dzemaili (N),
Spolli (C).
Basta un tempo per il Napoli per avere ragione di un
Catania un po’ troppo guardingo e portarsi in vetta alla classifica in
attesa della gara di domani della Juventus. Stavolta i rossazzurri hanno
un po’ ciccato l’appuntamento, giocando in modo un po’ troppo
attendista. Sulla gara gravano non poco le imprecisioni dell’arbitro
Calvanese che non concede un rigore al Catania per fallo di mano di
Zuniga e non espelle Grava, reo di aver colpito Gomez a gioco fermo. La
contemporanea sconfitta di ieri della Roma, permette agli etnei di
confermare il settimo posto. Da rivedere le prestazioni di Capuano e
Biagianti.
Napoli-Catania inizia nonostante si sia temuto un rinvio di qualche ora
o addirittura a domani per la protesta di un centinaio di persone legate
al mondo dell’ippica napoletana, driver e dipendenti dell’ippodromo di
Agnano. Mazzarri deve fare a meno di Campagnaro e Britos per squalifica
e di Maggio fuori per infortunio. Il tecnico partenopeo opta per la
difesa a tre con Grava, Cannavaro e Gamberini. Maran risponde con il
consueto 4-3-3: con Bellusci al posto di Alvarez e Rolin per il
febbricitante Legrottaglie. In attacco torna Bergessio.
La partenza dei partenopei fa realmente paura: bastano dieci secondi a
Pandev per impensierire Andujar con una bella giocata che termina di un
soffio fuori. La risposta degli etnei non si fa attendere: sugli
sviluppi di una punizione calciata da Lodi, Barrientos calcia al volo ma
non inquadra la porta. Il Catania regge bene l’urto azzurro tanto da
indispettire il tecnico Mazzarri, furioso con i suoi per l’incapacità di
attaccare gli spazi.
Nonostante la pioggia continui ad essere copiosa, i ritmi di gioco sono
molto alti. I rossazzurri hanno qualche difficoltà a gestire la palla a
centrocampo, intimoriti dalla pressione di Dzemaili e di Hamsik
sull’esterno sinistro. Capuano ha notevoli difficoltà a tenere a bada
nella sua fascia di competenza le sovrapposizioni di Mesto e Pandev. La
squadra di Maran mantiene un profilo basso e tenta di rallentare la
manovra per non permettere le accelerazioni tipiche dei calciatori
partenopei.
La squadra di Maran continua a rimanere troppo schiacciata dietro la
linea del pallone e al 30’ il Napoli trova la rete del vantaggio: Zuniga
prova a calciare in diagonale, la palla finisce a Hamsik che,
dimenticato completamente dal solito approssimativo Capuano, mette
dentro da posizione più che ravvicinata. La rete scuote un po’ il
Catania, apparso troppo remissivo nella prima mezzora. Proteste al 36’
per un evidente fallo di mano di Zuniga non ravvisato da Calvarese.
Sulla ripartenza, Spolli è costretto ad atterrare al limite Pandev,
sulla successiva punizione calciata da Cavani è la traversa a salvare i
rossazzurri.
La gara s’incattivisce quando Grava colpisce a gioco fermo Gomez e
l’arbitro ammonisce solamente l’improvvisato pugile. Al 41’ grandissima
apertura di Biagianti per Barrientos, colto in posizione regolare a tu
per tu con De Sanctis. Il numero 28 etneo, anziché stoppare e calciare
prendendo la mira, prova un inguardabile tiro al volo che termina fuori.
Prima della fine del primo tempo, il Napoli raddoppia: palla a Hamsik
sugli sviluppi di un corner, assist dello slovacco per Cannavaro che da
due passi non sbaglia.
La ripresa inizia senza sostituzioni e con un mezzo sussulto per i
tifosi etnei. Al 47’ viene annullato un gol al Catania: corner di Gomez
e Bergessio insacca dopo aver messo giù Zuniga. Stavolta la decisione di
Calvarese è giusta. Sia Mazzarri che Maran provano a cambiare il modulo
tattico passando specularmente ad un 4-4-2 più coperto a centrocampo. Al
53’ nuova combinazione Bergessio-Gomez con il “Papu” che prova il
sinistro ma è fuori misura. In Napoli si chiude molto in difesa
attendendo un Catania che sembra priva di personalità con Barrientos
molto lezioso ed impreciso. E’ Mazzarri ad effettuare il primo cambio,
inserendo Inler al posto di Behrami.
Al 66’ è Lodi a provare a suonare la riscossa con una perfetta punizione
dai 25 metri che costringe De Sanctis al plastico volo per deviare in
corner. Pochi minuti dopo, veloce contropiede tre contro tre del Napoli:
Hamsik sciupa tutti servendo Dzemaili centralmente ed ignorando Cavani.
Al 72’ Maran prova a cambiare le carte in tavola inserendo Almiron, non
al meglio, per un Biagianti un po’ ai margini del gioco. All’84’
percussione di Cavani, la difesa respinge, Inler prova il tiro dal
limite, ma la palla fuori. Nel finale entra anche Doukara per Lodi, ma
il punteggio non cambia più.
Continua a subire torti arbitrali in modo vergognoso. Nonostante le
“penalizzazioni” reiterate, il Catania resiste e veleggia a quota 35
punti in settima posizione. Sentito dal quotidiano locale “La Sicilia“,
il presidente rossazzurro, Antonino Pulvirenti, ha parlato della pessima
direzione arbitrale di Calvarese nella sfida di sabato sera persa a
Napoli: “L’hanno visto tutti, i particolari incriminati: il rigore netto
non concesso, l’espulsione non sanzionata a Grava. E, per completare il
conto, credo che il gol di Bergessio fosse regolare. Arbitrare al San
Paolo, per di più con una squadra che lotta al vertice, è complicato. E’
andata come è andata, detto questo, la rabbia resta e fa parte del
gioco. Ma a me piace guardare la prestazione che è stata all’altezza
dell’avversario. Quel che è capitato nel match interno con la Juve non è
paragonabile a nessun altro errore. E’ stato un caso unico nella storia
del calcio“.
Piccola parentesi sulla mancata convocazione di Marchese contro i
partenopei: “E’ un giocatore che ha gli stessi diritti degli altri. La
sua assenza a Napoli è dovuta al fatto che l’allenatore ha confermato, a
parte l’emergenza, i protagonisti della partita precedente. Non
dimenticate che il giocatore ha toccato corde delicate nel rapporto col
gruppo e con l’allenatore“.
_______________
Pietro Lo Monaco, ex amministratore delegato del
Palermo, tira le somme dopo i quattro mesi trascorsi al club di Viale
del Fante. Intervistato dalla Gazzetta del Sud, si è così espresso:” Ora
potrò dedicarmi a tempo pieno al Messina però dico con molta sincerità
che mi sono emozionato il giorno in cui, lasciando il "Barbera, sono
stato applaudito da tanti tifosi rosanero. Posso assicurare di aver
ricevuto più affetto in quattro mesi a Palermo che in nove anni a
Catania".
ATALANTA - CATANIA: 0-0
ATALANTA (4-3-2-1): Consigli; Scaloni, Canini, Stendardo, Del Grosso;
Biondini (73’ Radovanovic), Giorgi, Carmona (62’ Cazzola); Bonaventura,
Brienza; Denis (82’ Livaja). A
disp.: Polito, Frezzolini, Bellini, Contini, Brivio, Raimondi, Budan,
Moralez, Parra, De Luca. All.: Colantuono.
CATANIA (4-2-3-1): Andujar; Alvarez, Bellusci, Spolli, Capuano (21’
Marchese); Izco, Lodi; Castro, Barrientos, Gomez (79’ Biagianti),
Bergessio. A disp.: Frison, Terracciano, Augustyn, Potenza, Rolin,
Legrottaglie, Almiron, Ricchiuti, Salifu, Keko, Doukara. All.: Maran.
ARBITRO: Massa di Imperia. AMMONITI: Scaloni, Del Grosso, Bonaventura,
Biondini, Livaja (A), Bergessio, Alvarez, Castro (C).
Il Catania esce imbattuto dalla seconda trasferta
consecutiva, andando a strappare un buon pareggio a Bergamo contro
l’Atalanta. Una partita combattuta su ambo i fronti ma senza particolari
sussulti da parte dei portieri. Meglio il primo tempo dei rossazzurri,
poi nella ripresa escono i padroni di casa che reclamano un po’ troppe
volte dei penalty inconcedibili. Gli etnei volano a quota 36 punti,
accorciando sulla Fiorentina ed allungando sulla Roma. La vittoria
dell’Udinese permette agli uomini di Guidolin di condividere il settimo
posto con i rossazzurri.
Dopo la sconfitta di sabato scorso contro il Napoli, il Catania di Maran
prova a conquistare punti in trasferta affidandosi ad un più accorto
4-2-3-1 con Izco e Lodi in mediana ed una batteria di trequartisti
dietro all’unica punta Bergessio. Il tridente Castro, Barrientos, Gomez
ha il compito di dare vivacità e fantasia alla manovra offensiva
rossazzurra. L’Atalanta di Colantuono si schiera con il consueto
4-3-2-1, con Bonaventura e il neo acquisto Brienza a supporto di Denis.
Il fondo dell’Atleti Azzurri d’Italia è provato dal freddo delle ultime
settimane e presenta preoccupanti buche sulla zona nevralgica del campo.
Partono bene i locali: Bonaventura prova subito ad infilarsi fra la
difesa etnea. La progressione del numero 10 non trova la deviazione
vincente di Denis, ben chiuso dalla retroguardia rossazzurra. L’avvio di
gara è molto veloce, con entrambe le squadre che non si risparmiano nel
tentativo di scardinare la porta avversaria.
Sia i locali che gli ospiti prediligono il gioco di prima: se da una
parte è Bonaventura a dar man forte a Denis, dall’altra Castro si
sovrappone spesso a Bergessio per non dare punti di riferimento alla
difesa orobica. Al 12’ furibonda mischia in area di rigore catanese, ma
la squadra di Maran riesce a sbrogliare la matassa. L’Atalanta si muove
agevolmente fino alla trequarti, poi non trovano l’ultimo passaggio. Al
18’ Bergessio si libera bene al limite dell’area e fa partire una
conclusione lenta troppo facile per Consigli.
Al 21’ finisce la gara di Capuano per un problema muscolare: al posto
del terzino entra Marchese dopo i problemi con la società. Poche
conclusioni per entrambe le formazioni in campo, anche se i nerazzurri
appaiono un po’ più propositivi. Maran si lamenta con i suoi che si
affidano troppo ai lanci lunghi, decisamente troppo prevedibili. Il
primo giallo arriva alla
mezzora, quando viene sanzionato Scaloni per aver commesso fallo di mano
a centrocampo. Al 34’ il Catania va vicinissimo al vantaggio: Bergessio
serve un diagonale veloce per Castro a centro area, ma il passaggio è
troppo profondo e Castro non riesce a correggere in rete in scivolata.
Dopo una mischia in area in occasione di un corner (vengono ammoniti Del
Grosso e Bergessio), al 42’ è Gomez a provare la conclusione in porta
dalla distanza, il tiro sul fondo irregolare diventa insidioso e
Consigli si rifugia in corner. Ancora Catania al 44’: schema degli etnei
e Marchese di testa non inquadra la porta ma il terzino è comunque in
offside. Prima della fine del primo tempo ci prova dal limite Denis ma
la sfera vola in curva.
La ripresa parte con gli stessi elementi che hanno concluso la prima
frazione di gioco. Canini al limite tocca col braccio, Massa gli concede
il beneficio del dubbio, giudicandolo involontario. Al 50’ Lodi arriva
alla conclusione su appoggio indietro di Barrientos, il regista etneo
però non riesce a tener basso il pallone. La gara diventa sempre più
spigolosa ed il nervosismo serpeggia in campo. Al 56’ il Catania non
riesce a trovare la via della porta dopo una mischia in area e tre
tentativi ben murati dagli orobici.
Al 61’ Bergessio parte in contropiede uno contro uno, ben lanciato da
Barrientos, ma Stendardo lo chiude molto bene. Al 69’ azione pericolosa
per gli uomini di Colantuono: Andujar allontana di pugno, Bonaventura
raccoglie la respinta e tenta il pallonetto al volo che si spegne fuori.
Ci prova su punizione dai 30 metri Lodi al minuto 72, la conclusione del
numero 10 è interessante ma prevedibile per Consigli. L’Atalanta spinge
sull’acceleratore e Maran decide di coprirsi inserendo Biagianti al
posto di Gomez.
Il Catania ancora ci crede e all’85’ Castro taglia tutta l’area con un
fendente potente. Bergessio non ci crede e la palla sfila. Poco prima
del recupero Livaja si lascia cadere in area di rigore sul contrasto di
Biagianti: per Massa è simulazione e l’ex attaccante dell’Inter viene
sanzionato con l’ammonizione. Dopo quattro minuti di recupero finisce
una gara che non meritava vincitori.
Le
dichiarazioni di Andujar
“Devo dire che il merito
della mia crescita e del mio rendimento è molto merito dell’allenatore.
Senza dimenticare il lavoro fatto con il preparatore dei portieri, Enzo.
Io sono tornato dal prestito all’Estudiantes
con tanta tranquillità. Devo dire che ho trovato un’altra società
rispetto a quella che avevo lasciato, una società che mi ha dato fiducia
e mi ha permesso di avere un’altra chance qui a Catania. Credo di poter
dire che le mie prestazioni confermano che sono all’altezza della Serie
A. Cerco di migliorare e lavorare tanto, a volte va bene e a volte si
può sbagliare.
“Quota 40 è la salvezza ma dobbiamo ormai pensare che siamo una squadra
di medio-alta classifica. Anche oggi abbiamo dimostrato che il Catania è
stato attento e concentrato e non abbiamo perso la testa. Parlare di
Europa forse sarebbe eccessivo ma possiamo pensare di fare il salto di
qualità solo vincendo adesso in casa. Andiamo avanti e capiremo dove
possiamo veramente arrivare, senza nasconderci.
“La partita oggi è stata difficile per colpa dell’Atalanta che è una
squadra tosta e per il campo che ci penalizza. Fare un punto su questo
campo è un ottimo risultato, dobbiamo essere contenti. Non ho nessun
rammarico. Un punto oggi, qui, è un punto guadagnato.
“Anche se cambia un po’ lo schema e il modulo, per me è lo stesso e i
giocatori in campo alla fine sono più o meno gli stessi. Bravo il mister
a trovare questa alternativa che ci permette di giocare le partite in
modo diverso e di adattarci alle situazioni in cui serve un modulo
piuttosto che un altro.
CATANIA - BOLOGNA: 1-0
Almiron
CATANIA (4-3-3): Andujar; Alvarez,
Bellusci, Spolli, Marchese; Izco, Lodi, Almiron (57’ Biagianti); Castro
(83’ Legrottaglie), Bergessio, Gomez (89’ Ricchiuti). A disp.: Frison,
Terracciano, Rolin, Augustyn, Potenza, Salifu, Keko, Doukara. All.:
Maran.
BOLOGNA (3-4-2-1): Curci; Sorensen, Antonsson, Cherubin (70’ Moscardelli);
Motta (78’ Garics), Perez, Khrin, Morleo; Diamanti, Kone (46’ Gabbiadini);
Gilardino. A disp.: Agliardi, Stojanovic, De Carvalho, Naldo, Abero,
Guarente, Pazienza, Pasquato, Christodouloupoulos. All.: Pioli.
ARBITRO: Russo della sezione di Nola. AMMONITI: Biagianti (C), Morleo,
Perez (B).
Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Il Catania
incamera i tre punti contro un Bologna troppo guardingo capitalizzando
al meglio un colpo di testa di Almiron alla fine della prima frazione di
gioco. Il gol del “Coccodrillo” proietta i rossazzurri a quota 39 punti,
ottenendo la matematica salvezza ed il momentaneo aggancio al sesto
posto, in attesa di Fiorentina-Inter.
La squadra di Maran, reduce da due gare in trasferta dove hanno raccolto
solo un punto, prova a tornare al successo affidandosi al consueto
4-3-3. Assenti Capuano e Barrientos, spazio dal primo minuto a Marchese
e Castro. Parte dalla panchina Legrottaglie, con Bellusci che viene
riproposto titolare al centro della difesa. Il Bologna dopo il pareggio
casalingo contro il Siena, prova ad allontanarsi dalla zona calda. Pioli
recupera Gabbiadini, ma perde Taider e propone il 3-4-2-1 con Diamanti e
Kone dietro Gilardino.
La partenza dei padroni di casa è subito arrembante, specie con Castro
ed Izco che si propongono molto sulle fasce. Il Bologna risponde al 5’
con Diamanti che prova un gol impossibile da distanza siderale: Andujar
è attento e non si fa sorprendere. La sfida si gioca prevalentemente a
centrocampo, dove i batti e ribatti alimentano dei pericolosi campanili
che non vengono mai sfruttati adeguatamente per le ripartenze.
I felsinei si limitano a tenere i ritmi bassi con un giro palla volto a
sfiancare i locali. In effetti, la politica di Pioli paga, anche se al
22’ i rossoblù rischiano di capitolare su un contropiede rapidissimo di
Gomez che però non riesce a sfruttare a dovere la situazione di tre
contro due provando la conclusione personale. Nelle prime battute il
“Papu” si dimostra egoista, innamorandosi troppo della sfera e non
servendo i compagni in posizione più favorevole.
Alla mezzora gli ospiti tornano al tiro con Diamanti ma la conclusione è
da dimenticare. Dall’altra parte ci prova Gomez con un tiro al volo che
termina alto sulla traversa. Il pubblico del Massimino inveisce contro
la direzione di Russo troppo anglosassone: più volte i rossoblù
avrebbero meritato l’estrazione di qualche giallo, ma il fischietto di
Nola è eccessivamente generoso. Al 36’ brivido dalle parti di Curci: sul
calcio d’angolo dalla sinistra calciato da Lodi, svetta di testa Almiron
che però non riesce ad inquadrare lo specchio.
L’ex di turno Motta non sembra essere al meglio,
sbagliando spesso in chiusura sulla propria fascia di competenza, così
come in fase di appoggio nelle ripartenze. Il Catania prima della fine
del primo tempo fa le prove tecniche del vantaggio. Prima sfiora la
marcatura colpendo il palo con Bergessio su perfetto assist di Gomez,
poi sul successivo corner Almiron stacca di testa da solo battendo
imparabilmente Curci. Terzo gol stagionale per il “Coccodrillo”. Dopo un
minuto di recupero, il Catania torna negli spogliatoi avanti di una
rete.
Nella ripresa, Pioli prova subito a cambiare spartito inserendo
Gabbiadini per Kone, ma la prima occasione è ancora di marca rossazzurra,
ed ancora con Almiron di testa: stavolta Curci è attento. Al 47’
plateale protesta di Gilardino per un presunto fallo di mano in area di
Marchese. Le braccia del difensore sono attaccate al corpo e per Russo è
tutto regolare. Cinque minuti dopo ancora Bologna: Diamanti trova a
centro area Gabbiadini che gira a lato di sinistro.
Prima di uscire dal campo per dare spazio a Biagianti, Almiron (provato
da un problema al ginocchio) si rende protagonista di una strepitosa
discesa che taglia la difesa felsinea come il burro. Sfortunatamente
l’ultimo passaggio dell’argentino non è preciso e la difesa emiliana
libera. Al 62’ fiammata dei rossoblù con Gilardino ben imbeccato da
Diamanti, ma l’attaccante ex Milan viene però murato in tandem da
Andujar e Bellusci. Momento positivo per la squadra di Pioli che ci
prova anche con Gabbiadini dalla distanza: bravo Andujar ad alzare la
saracinesca.
La reazione etnea arriva su una percussione Bergessio-Castro, con
quest’ultimo che dopo una ribattuta della difesa prova la conclusione a
giro. Curci non si fa sorprendere. Pioli decide di giocarsi il tutto per
tutto e getta nella mischia anche Moscardelli al posto di Cherubin.
Diamanti arretra di qualche metro per alimentare il tridente
Gabbiadini-Gilardino-Moscardelli. Da lodare la prova di uno strepitoso
Marchese, letteralmente inesauribile sull’out di sinistra e nemico
pubblico numero uno di Motta.
Ultimo cambio per i felsinei: esce uno spento Motta per far posto a
Garics. Al 79’ brivido per il pubblico del Massimino: cross del neo
entrato Garics per Gilardino che con la punta del piede manda lato di un
soffio. Maran corre ai ripari ed inserisce Legrottaglie per Castro in
modo da garantire maggiore copertura. I minuti finali sono
concitattisimi ma la retroguardia etnea è sempre attenta sul pezzo. Dopo
quattro minuti di recupero il Catania può festeggiare il successo che
vale la salvezza matematica.
PARMA - CATANIA: 1- 2
Lodi, Keko, Amauri
PARMA (4-3-3): Mirante; Rosi, Coda
(46’ Lucarelli), Paletta, Mesbah; Marchionni, Valdes (75’ Ninis), Parolo;
Biabiany, Amauri, Belfodil (25’ Palladino). A disp.: Pavarini, Bajza,
Ampuero, MacEachen, Morrone, Strasser, Gobbi, Boniperti, Benalouane.
All.: Donadoni.
CATANIA (4-2-3-1): Andujar; Bellusci (49’ Alvarez), Spolli, Legrottaglie,
Marchese; Izco, Lodi; Castro, Keko (75’ Salifu), Gomez (88′ Rolin);
Bergessio. A disp.: Frison, Terracciano, Potenza, Ricchiuti, Doukara.
All.: Maran.
ARBITRO: Giacomelli di Trieste. Ammoniti: Paletta (P). Bellusci (C).
Espulso: Legrottaglie (C).
I SOGNI DIVENTANO VERTIGINOSI (Andrea
Mazzeo - www.catania46.net)
Un Catania strepitoso sotto ogni punto di vista,
espugna il Tardini e vola al sesto posto in condominio con la Fiorentina
che giocherà martedì sera. Con 42 punti, la squadra di Maran è lontana
appena due lunghezze dal terzo posto (e domenica arriva l’Inter, stasera
impegnata nel derby). La partenza degli etnei è straripante ed il
vantaggio arriva su punizione con Lodi. Il Catania spreca più volte il
raddoppio, ma non al 43’ quando Keko indovina il tap in vincente. Nella
ripresa esce il Parma che trova la rete solo nel finale con Amauri. Le
uniche note dolenti arrivano dalla difesa: Bellusci (ammonito) e
Legrottaglie (espulso) non giocheranno contro i nerazzurri.
Superato il problema della neve, Donadoni si affida al 4-3-3 con il
tridente d’attacco formato da Biabiany, Amari ed il rientrante Belfodil.
Senza gli indisponibili Mariga e Galloppa, il tecnico dei ducali è
costretto a chiamare anche i giovani MacEachen e Boniperti. Maran deve
fare di necessità virtù non potendo contare, oltre dello squalificato
Biagianti, anche di Capuano, Sciacca, Almiron, Barrientos e l’atteso
Çani. La novità è l’inserimento di Keko nella batteria di trequartisti
dietro l’unica punta Bergessio. In difesa torna Legrottaglie dato che
Alvarez è febbricitante.
L’immane lavoro degli addetti durante la notte ha permesso al terreno
del Tardini di presentarsi all’appuntamento delle ore 15 in condizioni
abbastanza ottimali. La partenza degli etnei è dirompente: è il 5’
quando Castro ottiene una punizione importantissima da posizione
defilata sulla
destra.
Si presenta alla battuta lo specialista Lodi che buca la barriera di due
uomini e sorprende un poco preciso Mirante. Sbloccato il punteggio, il
Catania potrebbe subito raddoppiare con Bergessio, che di testa colpisce
il palo. L’azione è vanificata comunque da una segnalazione di offside
inesistente.
L’impatto alla partita degli uomini di Maran è incredibile ed il Parma
appare sorpreso dai rossazzurri. All’11’ serve un intervento di piedi di
Mirante per evitare che Bergessio faccia il bis. I ducali provano a
prendere le misure, anche se Donadoni non è contento del ritmo gara
impresso dai suoi. Al 18’ decisiva uscita alla disperata di Andujar che
anticipa Belfodil ed evita il peggio. La gara dell’attaccante algerino
naturalizzato francese finisce al 25’ quando il riacutizzarsi di un
problema fisico lo costringe a lasciare il posto a Palladino. La prima
vera occasione dei padroni di casa arriva pochi istanti dopo con Parolo
che dai 25 metri calcia un diagonale che sorprende Andujar ma termina
sul fondo.
Alla mezzora Bellusci entra con il piede a martello su un avversario e
viene sanzionato con il giallo: diffidato salterà il match di domenica
contro l’Inter. Al 31’ il Catania spreca la palla gol per il raddoppio
con Bergessio che calcia alto un rigore in movimento. Cinque minuti dopo
è Keko a rendersi protagonista con una discesa rapida sulla destra. Il
cross al centro dello spagnolo viene spazzato via dall’intervento di
Coda. Molti gli errori di Valdez nell’impostazione della manovra, con un
Parma che resta imbrigliato nella tela tesa dai catanesi.
Poco prima della fine del primo tempo, il Catania mette il sigillo: è il
43’ quando Castro si beve Valdes e fa partire un diagonale velenoso che
Mirante riesce appena a deviare, irrompe Keko che con un facile tap in
fa 0-2 e realizza il suo primo gol in Italia. Il Parma è alle corde e,
dopo due minuti di recupero, termina la prima frazione di gioco con gli
etnei avanti di due lunghezze.
Nella ripresa, Donadoni è costretto a mettere dentro subito Lucarelli a
causa di un problema muscolare di Coda, ed il Parma effettua il secondo
cambio del match. Maran conferma in toto gli undici del primo tempo, ma
dopo quattro minuti è costretto a togliere dal campo Bellusci per un
problema al polpaccio inserendo Alvarez. I locali provano a rientrare in
partita con Amauri che di testa anticipa tutti ma non trova la porta di
un soffio. Pochi istanti dopo ci prova Biabiany con un cross dalla
destra che non trova nessun compagno pronto alla deviazione vincente.
Proteste dei crociati per un intervento al limite dell’area di
Legrottaglie su Biabiany, per Giacomelli non c’è nemmeno fallo. Il Parma
continua a crescere e al 60’ sfiora la rete con Amauri che sfrutta un
perfetto cross di Biabiany calciando al volo, ma Andujar è attento e si
rifugia in corner. Il Catania si rifà vedere dalle parti di Mirante su
una punizione di Lodi dai 30 metri, ma il numero 10 stavolta non
inquadra lo specchio della porta. Gli etnei viaggiano ad un ritmo più
compassato ed il Parma si affida anche alle conclusioni da fuori: al 69’
ci prova ancora Parolo ma Andujar dice ancora di no.
Al 74’ la fortuna aiuta i rossazzurri: su cross di Rosi ed Andujar fuori
dai pali, Biabiany riesce incredibilmente a colpire la traversa di testa
a porta vuota. Ultimi cambi per entrambe le squadre: nel Parma entra
Ninis per un Valdes sottotono, mentre nel Catania esce Keko per dar
spazio a Salifu. Nonostante i continui tentativi della squadra di casa,
sono ancora i rossazzurri a sfiorare la terza marcatura con Bergessio,
ma Rosi riesce a deviare in corner al momento giusto.
La gara si riapre all’87’ quando Biabiany trova al centro area Amauri
che in torsione fa 1-2. Nell’occasione del gol, Legrottaglie protesta in
modo veemente contro l’arbitro per un chiaro fallo di Amauri sul
difensore. L’eccessiva foga del centrale difensivo costa caro al
Catania: in pochi minuti incassa due gialli e va sotto la doccia. Dopo
tre minuti di recupero ed un po’ di sofferenza cala il sipario del
Tardini. I rossazzurri continuano a sognare.
CATANIA - INTER: 2- 3
Bergessio, Marchese, R. Alvarez , Palacio, Palacio
CATANIA (4-2-3-1): Andujar;
P.Alvarez, Rolin, Spolli, Marchese; Biagianti (76’ Almiron), Lodi; Izco,
Castro, Gomez; Bergessio (84’ Çani). A disposizione: Frison, Messina,
Potenza, Augustyn, Salifu, Sciacca, Ricchiuti, Keko, Doukara. All. Maran.
INTER (4-2-3-1): Handanovic; Zanetti, Chivu, Juan Jesus, Pereira;
Kuzmanovic (46’ Stankovic), Gargano; Schelotto, Guarin (76’ Cambiasso),
R.Alvarez; Rocchi (46’ Palacio). A disposizione: Carrizo, Di Gennaro,
Jonathan, Mbaye, Pasa, Benassi, Kovacic, Colombi. All.: Stramaccioni.
ARBITRO: Bergonzi di Genova. AMMONITI: P.Alvarez, Rolin, Bergessio, Çani
(C), Handanovic (I).
Il Catania getta alle ortiche una vittoria
fondamentale in chiave Europa, regalando la ripresa all’Inter dopo aver
chiuso in vantaggio di due reti il primo tempo. Bergessio e Marchese
illudono il pubblico etneo con un pesantissimo uno-due che sfianca gli
ospiti. I rossazzurri avrebbero l’occasione per chiudere la gara più
volta ma peccano di cinismo. Nella ripresa, Stramaccioni mette dentro
Palacio e Stankovic e la gara cambia. Maran non è tempestivo nel
correggere lo schieramento in campo e Ricky Alvarez trova subito il gol
del 2-1. Si scatena poi Palacio che realizza una doppietta e fa crollare
i castelli in area del pubblico del Massimino.
Davanti ad un Massimino tutto esaurito, Maran conferma il 4-2-3-1 visto
a Parma inserendo Rolin al centro della difesa e Biagianti in mediana
accanto Lodi. Prima panchina per il nuovo arrivato Edgar Çani. In casa
Inter c’è tensione dopo l’ultima “Cassanata”. Stramaccioni, privo del
talento di Bari Vecchia, si affida a Rocchi in attacco con Alvarez,
Guarin e l’ex Schelotto a supporto. A centrocampo spazio a Gargano e
Kuzmanovic.
L’avvio di gara è subito su ritmi importanti anche se
i rossazzurri provano a tenere il pallino del possesso palla per evitare
le ripartenze veloci dei nerazzurri. Al primo vero affondo i padroni di
casa, finora sempre protagonisti sul campo, trovano il vantaggio: è il
7’ quando Juan Jesus nel tentativo di proteggere il fallo di fondo
commette un clamoroso erroraccio che agevola Bergessio. L’attaccante
argentino d’esperienza si libera del difensore brasiliano e con un tocco
perfetto fa secco Handanovic. Ottavo gol stagionale per il “Lavandina”.
La reazione al gol dei nerazzurri è sterile ed al 13’ Gomez potrebbe
trovare anche il raddoppio con un destro dal limite, ma stavolta
Handanovic è attento. L’Inter si affida alle iniziative personali e
Kuzmanovic al 17’ ci prova da distanza siderale senza trovare lo
specchio della porta. Il Catania è dilagante ed al 19’ fa 2-0:
chirurgico calcio di punizione dai 35 metri di Lodi, la palla arriva a
Marchese che sovrasta Chivu e con un delizioso incrocio in torsione
beffa l’estremo difensore nerazzurro.
Sotto di due reti, la squadra di Stramaccioni è letteralmente “non
pervenuta” a Catania. Le stesse percussioni di Schelotto, sempre
velocissimo sulla fascia, vengono mirabilmente anticipate da un sontuoso
Rolin. La reazione degli ospiti è tutto sui piedi di Rocchi che dimostra
palesemente di non riuscire a far dimenticare l’assenza in attacco di
Milito. Troppo prevedibili le azioni offensive dei nerazzurri, a
differenza di quelli etnei che trova nella poca attenzione di Juan Jesus
terreno fertile.
Nei minuti finali della prima frazione di gioco, l’Inter ha una reazione
d’orgoglio ed al 43’ ha l’opportunità per accorciare le distanze: cross
teso dalla sinistra di Guarin che sorprende la difesa etnea, ma non
Pablo Alvarez che anticipa Ricky Alvarez a pochi centimetri dalla linea
di porta. Si chiude sul 2-0: Catania cinico e padrone, Inter lenta e mai
pericolosa.
Nella ripresa, Stramaccioni cambia subito spartito inserendo dal primo
minuto Stankovic e Palacio al posto di Kuzmanovic e di uno spento
Rocchi. Nonostante le sostituzione è il Catania ad avere subito la palla
per mettere in ghiaccio i tre punti: Bergessio, ben lanciato, a tu per
tu con Handanovic calcia addosso al portiere, poi Izco non riesce a
ribadire in rete sulla ribattuta. Gol sbagliato, gol subito: la regola
si ripete. L’Inter riapre la gara al 52’ quando Palacio si libera di
Rolin e cross al centro dove Ricky Alvarez anticipa Spolli e di testa fa
2-1.
La rete scuote la squadra nerazzurra, mentre il Catania appare
visibilmente in difficoltà. I rossazzurri sono molto sfilacciati e Rolin
ha il suo bel da fare nel contenere Palacio, decisamente meno marcabile
rispetto a Rocchi. Al 68’ Pereira trova l’inserimento per Guarin, ma il
colpo di testa termina alto. Dopo un’occasionissima del Catania sciupata
clamorosamente, l’Inter trova il pareggio: ancora un cross dalla destra
di Pereira, Palacio viene dimenticato dalla difesa etnea e di testa buca
Andujar. Tutto da rifare. Catania in evidente difficoltà nella ripresa.
Maran prova a cambiare le carte in tavola ed inserisce Almiron al posto
di Biagianti. Risponde Stamaccioni, dentro Cambiasso per Guarin.
Subentra un po’ di paura da ambo i lati di perdere la gara e il ritmo ne
risente visibilmente. Improvvisa fiammata in pochi secondi: prima è
Castro a provare il tiro al volo che termina alto, poi è Schelotto a non
sfruttare il clamoroso colpo del 2-3 calciando addosso ad Andujar.
All’84’ fa il suo esordio in campo Çani al posto di uno stremato
Bergessio, che si rende protagonista di un’immediata ammonizione dopo
pochi secondi. E’ ancora l’Inter a sfiorare la rete del vantaggio con
Cambiasso che, ben impeccato da Schelotto in area di rigore, calcia al
volo sfiorando il palo alla destra di Andujar. I nerazzurri ci credono e
al 92’ trovano il gol vittoria: Cambiasso mette al centro per Palacio
che completa la rimonta beffando Andujar. Dopo quattro minuti di
recupero finisce una gara che il Catania ha amministrato male:
strepitoso nel primo tempo, disastroso nella ripresa.
(Andrea Mazzeo www.catania46.net)
JUVENTUS - CATANIA: 1- 0
Giaccherini
JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Barzagli,
Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Pogba, Pirlo, Marchisio, Asamoah (75’
Giaccherini); Vucinic (76’ Quagliarella), Giovinco (65’ Matri). A
disposizione: Storari, Rubinho, Peluso, De Ceglie, Marrone, Isla, Padoin,
Anelka. All. Conte.
CATANIA (3-5-2) Andujar; Bellusci, Spolli (85’ Rolin), Alvarez; Izco,
Biagianti (81’ Salifu), Lodi, Almiron, Marchese; Castro, Gomez (83’ Çani).
A disposizione: Frison, Terracciano, Potenza, Sciacca, Augustyn,
Ricchiuti, Keko, Barrientos, Doukara. All. Maran.
ARBITRO: Giannoccaro di Lecce. AMMONITI: Giaccherini (J). Gomez,
Biagianti, Spolli (C). ESPULSO: Maran (C).
Dopo
l’Inter, il Catania riesce a crollare emotivamente nei minuti finali di
gara anche a Torino. Una gara strepitosa per 91’ minuti degli uomini di
Maran (ingiustamente espulso per proteste a metà primo tempo) viene
vanificata da una sola incertezza difensiva, arrivata per l’ennesima
volta in pieno recupero. E’ Giaccherini a rendere inutili le monumentali
prestazioni in difesa di Izco e Bellusci. Una sconfitta amarissima per i
rossazzurri che in due gare gettano alle ortiche quattro punti. I
rossazzurri conservano l’ottavo posto e sentono il fiato sul collo
dell’Udinese di Guidolin che sabato prossimo arriverà al Massimino.
Conte si affida ad un ampio turn-over, con Chellini, Lichtsteiner,
Marchisio, Asamoah, Vucinic e Giovinco in campo dato che avevano dovuto
rinunciare all’impegno di Champions League vinto a discapito del Celtic.
Unici due assenti, lo squalificato Vidal e Caceres, fermato ancora da
problemi alla schiena. Difficoltà di formazione per Maran, che deve
rinunciare oltre allo squalificato Legrottaglie, anche agli
indisponibili Capuano e Bergessio. Barrientos e Ricchiuti risultano
convocati, ma non in grando di scendere in campo. Rispolverato il 3-5-2
con Castro e Gomez in avanti.
I padroni di casa partono subito molto forte e Marchisio ha tra i piedi
il primo pallone pericoloso in area di rigore, ma Alvarez ci mette una
pezza in corner. Il Catania è schiacciato nella propria metà campo,
bloccato dall’iniziativa offensiva dei bianconeri ispirati
dall’entusiasmo del pubblico amico. I rossazzurri soffrono troppo la
pressione della squadra di Conte e non riescono a mettere il muso fuori
dalla linea del centrocampo anche a causa dei troppi errori in fase di
appoggio della linea mediana.
Al
15’ è Vucinic a sfiorare il vantaggio con una gran botta dalla distanza
dopo aver eluso il tentativo di ritorno di Bellusci, ma sulla
conclusione è attendo Andujar che in tuffo si rifugia in calcio
d’angolo. Il Catania finalmente si va vedere dalle parti di Buffon con
un velenoso diagonale di Gomez che costringe il portiere bianconero
all’intervento in due tempi. La squadra di Maran soffre tantissimo il
raddoppio di marcatura dei mediani di Conte, tanto che Castro e Gomez
sono costretti a dover cercare la sfera a ridosso della linea del
centrocampo.
Gli spazi sono strettissimi nonostante il ritmo gara resti molto alto.
Intorno alla mezzora, il Catania comincia ad acquistare fiducia ed al
27’ è Lodi a provare a pescare il jolly con una conclusione troppo
pretensiosa che si spegne larga sul fondo. La sfida continua a salire
d’intensità, e dopo una conclusione di Marchese dopo una bella apertura
di Gomez, è Marchisio a sfiorare il vantaggio con un rasoterra che viene
sporcato in corner da Spolli.
Al 34’ Juventus va vicinissima al vantaggio dopo un clamoroso fallo a
centrocampo di Bonucci su Gomez non ravvisato da Giannoccaro: Vucinic
ruba palla a Bellusci a centro area ed in girata centra il palo, poi è
Almiron a spazzare l’area. Furioso Maran per la mancata concessione
della punizione sul Papu: il quarto uomo Liberti richiama l’arbitro che
espelle il tecnico etneo per le proteste veementi.
Continuano le scorie polemiche tra Juventus e Catania e Giannoccaro non
fa nulla per stemperare gli animi. Il fischietto pugliese continua il
suo show ed ammonisce Gomez per simulazione al limite dell’area: alla
moviola il fallo di Chiellini pare evidente. Al 42’, ancora Gomez, prova
un improbabile tiro-cross dalla destra, ma la sfera termina addirittura
in fallo laterale. Finisce il primo tempo senza recupero e senza reti.
Tante polemiche e strenua difesa etnea che regge l’urto bianconero.
Nella ripresa si riparte con gli stessi uomini in campo. Le due squadre
provano a scardinare la difesa avversaria con lanci lunghi che non
sempre hanno la giusta efficacia. Il pubblico di casa fischia a
ripetizione Giovinco, apparso finora molto sotto le righe, ed invoca
l’ingresso in campo di Matri. Al 52’ ci prova dalla distanza Pogba con
una bordata poderosa di destro che Andujar respinge con puntualità in
corner. Le coperture difensive di Bellusci sono semplicemente perfette:
solo in occasione del palo del montenegrino il numero 14 rossazzurro è
apparso in difficoltà. Stesso discorso per le coperture di Izco su
Asamoah.
Al 62’ provvidenziale l’intervento di testa a
spazzare di Chiellini sul perfetto cross di Marchese per Biagianti. Il
Catania è più intraprendente e Conte corre ai ripari inserendo
l’acclamato Matri al posto di Giovinco. Tanti gli errori a centrocampo
di Pirlo ed i rossazzurri provano a sfruttare il momento no del centrale
della Nazionale. Al 67’ è Castro a tentare l’invenzione, ma il tiro di
destro termina ancora fuori misura.
La Juventus sfiora l’1-0 al 72’: punizione generosa dal limite concessa
da Giannoccarro. Si presenta Pirlo che buca la barriera ma trova
l’intercetto di Alvarez in area. La corta respinta favorisce Marchisio
che da pochi passi fallisce clamorosamente l’appuntamento con il
vantaggio. Conte si gioca il tutto per tutto e mette dentro Giaccherini
e Quagliarella per Asamoah e Vucinic. La Juve prova a gettare il cuore
oltre l’ostacolo e il nuovo entrato Matri prova ad impensierire la
retroguardia ospite: il colpo di testa termina alto.
I primi cambi del Catania arrivano nel finale di gara: esce un buon
Biagianti al posto di Salifu, nonché entra l’albanese Çani per Gomez. I
rossazzurri provano a guadagnare minuti importanti e Maraner mette
dentro anche Rolin al posto di Spolli con il chiaro intento di far
scorrere le lancette dell’orologio. Non trovando la via della rete,
Giaccherini prova a conquistare un rigore simulando vistosamente in area
etnea: Giannoccaro non abbocca l’ammonisce. Quando la gara sembra ormai
finita, si ripete il copione della gara di domenica scorsa con l’Inter:
strepitoso stop dalla destra di Pogba che crossa al centro. La palla
deviata da Marchese costringe Andujar a smanacciare sui piedi di
Giaccherini che, da due passi abbatte il muro del Catania. Dopo quattro
minuti di recupero finisce un’altra triste gara.
Mi chiamo Maran, e non posso fiatare.
“Devo
esser più bravo a non urlare, non fiatare in panchina. Un “ma dai” è già
troppo per me. Certi episodi sono chiari, come sull’azione del goal col
giocatore della Juventus che si ferma a chiedere scusa e l’arbitro che
non fischia nulla. E’ talmente chiaro il fallo che non c’è da aggiungere
nulla.
“Fa rabbia non portare a casa nulla dopo una
prestazione del genere contro la Juventus. Potevamo far meglio in
ripartenza ma abbiamo fatto in pieno il nostro dovere primario. La
prestazione resta positiva anche come risposta alla sconfitta di
settimana scorsa contro l’Inter. Siamo arrivati compatti, convinti.
Abbiamo sofferto ma con ordine. Avremmo meritato il risultato positivo
che è sfumato per le situazioni dette poc’anzi.
“Non ha influito la sostituzione di Spolli quanto i falli non concessi
negli ultimi minuti. Avremmo portato a casa un pareggio meritato se ci
fossero stati fischiati a favore i falli che abbiamo subito
“Possiamo sognare e continueremo a farlo. Non cambieremo i toni,
rimanendo umili. Ci siamo incontrati con realtà molto diverse dalla
nostra. Non sono preoccupato perché ho visto una squadra quadrata, con
tanta voglia, anche in classifica è cambiato poco. Continuiamo sulla
strada tracciata finora.
“Ho visto una squadra, squadra davvero. La reazione della squadra resta
al centro della mia attenzione da allenatore. Non c’è stato nulla di
fortunoso nei nostri meriti. Siamo stati timidi nella prima parte.
Pensavamo di subire un po’ di più. Nel secondo tempo siamo venuti fuori
meglio, andando spesso all’uno contro uno con i nostri attaccanti.
Serviva un pizzico di spigliatezza in più ma correre per chiudere tutti
gli spazi ci ha tolto un po’ di brillantezza negli ultimi metri.
CATANIA - UDINESE: 3- 1
Gomez, Gomez, Lodi, Muriel
CATANIA (4-2-3-1): Andujar;
Alvarez, Bellusci, Legrottaglie, Marchese; Lodi, Almiron (79’ Biagianti);
Izco, Barrientos, Castro (92’ Keko); Gomez (89’ Doukara). A
disposizione: Frison, Terracciano, Potenza, Rolin, Salifu, Ricchiuti,
Bergessio, Çani, Petkovic. All.: Maran.
UDINESE (3-5-1-1): Brkic; Benatia (86’ Zielinski), Danilo, Angella;
Faraoni (59’ Campos Toro), Badu, Allan, Merkel (79’ Ranegie), Gabriel
Silva; Pereyra; Muriel. A disposizione: Padelli, Pawlowski, Berra,
Rodriguez, Marsura. All.: Guidolin.
ARBITRO: De Marco di Chiavari. AMMONITI: Bellusci, Alvarez (C). Benatia
(U). ESPULSO: Potenza (C
HABEMUS PAPU…DUE VOLTE!
Andrea Mazzeo (www.catania46.net)
Un
Catania dai due volti trova un importantissimo successo in chiave Europa
League superando con un perentorio 3-1 una giovanissima Udinese. Primo
tempo senza sussulti, dove sono i friulani a rendersi maggiormente
pericolosi. E’ bravo Andujar a far chiudere sullo 0-0 la prima frazione
di gioco. La strigliata di Maran negli spogliatoi sortisce i suoi
effetti ed il triumvirato Castro-Barrientos-Gomez mette in ginocchio i
bianconeri con una doppietta del “Papu” in appena 18 minuti. Una
punizione di Lodi deviata dalla difesa ospite mette il sigillo al
successo. Inutile la rete di Muriel nel finale. Il Catania torna a
respirare aria europea salendo al settimo posto e portandosi a due punti
dalla Lazio, prossima avversaria dopo la sosta.
Non può ancora contare sulla migliore formazione, ma il tecnico Maran fa
di necessità virtù. A causa della squalifica di Spolli, la coppia
central è formata da Legrottaglie e Bellusci. Ritorna Barrientos che
gioca accanto a Castro con Gomez unica punta. Solo panchina per
Bergessio, in dubbio fino all’ultimo. Tante le assenze in casa Udinese.
Guidolin deve fare a meno di Di Natale e Basta, oltre a Pinzi, Lazzari e
Pasquale. Fase offensiva affidata a Muriel con dietro Pereyra.
Nonostante la formazione sia giovanissima, la squadra friulana è la
prima a trovare subito la porta con un colpo di testa di Danilo su
punizione di Markel: Andujar è attento. Risposta del Catania al 3’ con
una sventola di Almiron che trova lo stinco di Benatia e per poco non
sorprende Brkic. I primi minuti di gara non si fanno notare per il
ritmo. I tanti falli a centrocampo spezzettano notevolmente il gioco
impedendo alle due squadre di proporsi seriamente in avanti.
I rossazzurri sembrano scesi in campo privi del piglio giusto,
permettendo agli ospiti di poter contenere senza troppi patemi. Al 18’ è
ancora Merkel su punizione ad impensierire Andujar, che in volo mette il
pallone in angolo. Sulla successiva battuta del corner, Allan ci prova
da fuori ma non trova la porta. Gli etnei sembrano mentalmente fuori
dall’impegno e solo Almiron e Gomez provano ad illuminare il gioco dei
rossazzurri.
Al 24’ sinistro tagliato di Lodi da fermo: svetta Castro e manda alto;
dietro di lui era messo meglio Almiron. Due minuti dopo, buona giocata
in velocità del Catania, ma Barrientos perde tempo e palla al limite
dell’area. La squadra di Maran prova a salire in cattedra e poco prima
della mezzora è ancora il Pitu a sfiorare il vantaggio con un tiro al
volo che sorvola di poco la traversa dopo una respinta di pugni di Brkic.
Break dei bianconeri al 32’ con Faraoni, che prima s’inventa un bel
dribbling al limite, poi fa partire una conclusione che non sorprende
Andujar. A parte un tiro senza pretese di Castro che trova la facile
parata di Brkic ed un diagonale di Merkel di poco a lato non c’è più
nulla da registrare in questo abulico primo tempo. 0-0 dai tratta quasi
irritabili: squadre imballate e spazi ridotti all’osso.
Nella ripresa, i due tecnici ripresentano in campo lo stesso scacchiere
della prima frazione di gioco. Finalmente il Catania reagisce al torpore
e trova il vantaggio: bellissimo lancio al 49’ di Barrientos per Gomez.
Il Papu chiama in causa Castro che con un gesto di altruismo chiude il
triangolo con il numero 17 che supera Brkic grazie ad una carambola sul
palo. Sesto gol stagionale per Gomez.
Subìto lo svantaggio, l’Udinese prova subito a rispondere con Badu: il
ghanese calcia in modo violento ma troppo impreciso. I friulani guadagno
metri, mentre i padroni di casa hanno difficoltà a far ripartire
l’azione. Al 52’ mischia in area etnea e Benatia prova la girata senza
fortuna. La gara s’innervosisce, e dopo l’ammonizione di Bellusci per un
fallo a centrocampo su Muriel, Potenza dalla panchina viene espulso per
proteste nei confronti di De Marco reo di non aver sanzionato lo stesso
Muriel per un fallo di reazione plateale.
Nel momento migliore degli ospiti, il Catania trova il raddoppio:
splendida percussione sull’asse Castro-Barrientos, con quest’ultimo che
crossa al centro area, dove da dietro sbuca Gomez e realizza la sua
doppietta personale. C’è un altro Catania in campo nella ripresa. Dopo
una punizione velenosa di Merkel senza fortuna, i rossazzurri chiudono
la gara. E’ il 71’ quando Lodi su punizione mette il sigillo andando a
realizzare contro la sua ex squadra: la rete del numero 10 scaturisce da
una leggera deviazione della barriera che sorprende imparabilmente Brkic.
Nei minuti finali c’è spazio per i cambi: nel Catania entra Biagianti al
posto di un claudicante Almiron, mentre nell’Udinese entra Ranegie per
Merkel. Pochi minuti dopo, i friulani accorciano le distanze con un bel
diagonale di Muriel che fa secchi Bellusci e Legrottaglie, trovando il
sesto gol stagionale. La squadra di Guidolin prende coraggio e prova a
rientrare in partita, ma non c’è più tempo ed i rossazzurri possono
festeggiare il ritorno al successo.
Francesco Guidolin : “Abbiamo preso due goal che
potevano essere letali. Invece siamo rimasti in partita.
Non abbiamo reso vita facile al Catania. Eravamo
giovanissimi, penso sia stato un record. Se avessimo fatto goal nel
primo tempo avremmo potuto far male, sportivamente. Ad inizio secondo
tempo abbiamo commesso un errore, sono comunque contento della
prestazione della squadra.
“Il Catania non è lontano da noi. Non ho mai parlato d’Europa ma di
rimanere nella classifica di sinistra. C’è molto entusiasmo nel Catania.
Sta maturando, giocano insieme da diversi anni e da quattro, allenata
anche da tecnici diversi, riesce a migliorare. Ha consapevolezza, può
ambire all’Europa. Ammiravo il Catania per quel che stava facendo,
voleva essere un complimento quando si è parlato di fastidio. C’è chi ha
voluto capire male.
“Non ho mai venduto fumo. Non è possibile andare sempre in Europa. Il
Catania potrebbe esser la provinciale che va in Europa rompendo i piani
delle grandi ma dovrà riuscire a mettersi alle spalle qualche altra
squadra. Non sarà facile. Ad Udine sanno che non si può sempre ambire
all’Europa.
“Qui al Massimino è stato difficile per tutti giocare, samba e rumba,
non sono sorpreso che la squadra sia riuscita a metter in difficoltà il
Catania ma sono felice.
Barrientos-Castro-Gomez e il
Catania va
Pronti via e il Catania passa. Con un pallone
illuminante di Barrientos che al 4’ serve in profondità Castro, bravo a
mettere il Papu solo davanti al portiere. Gomez è freddo e con un po’ di
fortuna segna l’1 a 0. La partita si accende e Guidolin inserisce Campos
Toro al posto di Faraoni per provare a pareggiare. Ma a segnare sono
ancora i siciliani con il trio made argentino in San Lorenzo. Castro
lancia, Barrientos crossa e il Papu, 165 cm, segna di testa. Il catania
chiude la partita, con un po’ di fortuna al 78’. Punzione di Lodi e
deviazione della barriera. Brkic è sorpreso. 3-0 e un quarto d’ora e
poco più di garbage time. Guidolin mette Ranegie per Merkel e l'Udinese
spinge. Molta pressione ma un solo gol la perla del colombiano Muriel
all'81'. Il Catania dopo due sconfitte nel recupero supera
momentaneamente la Roma e si iscrive alla corsa per l’Europa.
'Que orgullo'': i calciatori argentini pazzi per
Bergoglio
Il San Lorenzo pubblica la foto della tessera del Pontefice: "È un
nostro socio".
Come a un goal nella finale di un Mondiale il calcio argentino è esploso
in un incredibile boato di gioia per l’elezione di un Papa di Buenos
Aires. Dallo Stretto di Magellano all’Inghilterra passando per Spagna,
Francia e Italia tutti i calciatori argentini hanno voluto manifestare
in tutti i modi la loro gioia. Sui social network, sulle agenzie di
stampa, sui giornali, in tv. Un evento che vivono quasi come un segno
premonitore di un futuro raggiante.
“Que orgullo”
Un finto Lionel Messi l’ha scritto su Twitter: “Un Papa argentino!
Quanta felicità. Francesco I mi piacerebbe poterti dedicare il Mondiale
2014”. Ma poco importa che non sia l’originale. Tutti i nazionali
argentini sono entusiasti.
L’attaccante del Manchester City, Sergio Aguero scrive “Che orgoglio”.
Quello del Real Madrid Gonzalo Higuain “sono orgoglioso che il Papa è
argentino. È una notizia che una persona così importante rappresenti il
nostro Paese”.
Quello del Paris Saint Germain el Pocho Lavezzi aggiunge: “Un’emozione e
una felicità incredibile per la nomina di Papa Francesco. Un Papa
argentino che tifa San Lorenzo”.
Zanetti: “Voglio conoscerlo”
E anche gli argentini d’Italia fanno festa.
Sempre da Twitter arrivano gli auguri ufficiali della Roma e dell'Inter,
in cui militano ben otto argentini.
Il più emozionato sembra proprio il capitano dei nerazzurri Javier
Zanetti: “Mi aspetto di conoscere il nuovo Papa connazionale, sarebbe
una grandissima emozione per me e per tutta la mia famiglia. Gli auguro
tutto il bene possibile e, ripeto, per tutti noi come popolo argentino è
una grande emozione".
Il Papu tifa per il Papa.
Gomez: "Felici che sia un sostenitore del San Lorenzo". Bergessio: "In
Argentina sono impazziti". Izco: "Lo hanno eletto nel giorno del mio
compleanno, magari mi porta fortuna"
Andujar: “Porta il Sud del mondo in Vaticano”
Con dieci giocatori argentini in rosa, il Catania è la più grande
colonia di calciatori argentini in Italia. E l’elezione del Papa ha
suscitato davvero una grande emozione tra loro.
"Sono davvero emozionato, è un momento storico e ho accolto la notizia
con un grande sorriso. Ho sentito quasi tutti i miei compagni e per noi
argentini l’origine del nuovo Papa è certamente un motivo in più per
gioire. Francesco I porta il Sud del mondo, le sue speranze e la sua
energia in Vaticano: possa essere uno splendido percorso sulla retta via
della fratellanza per tutti, proprio come è stato detto”, ha detto
portiere Mariano Andujar.
Burdisso: “Sarà il vescovo di tutti”
Gioiscono anche gli argentini della Roma Nicolas Burdisso, Erik Lamela e
Pablo Daniel Osvaldo.
“È un'emozione grandissima, prima come credente e poi come argentino. Il
nuovo Papa non sarà solo il Vescovo di Roma, sarà il Vescovo di tutti”
ha confessato Burdisso dopo aver seguito assieme alla famiglia davanti
alla televisione l'elezione di Bergoglio, appassionato di calcio e
tifoso del San Lorenzo de Almagro.
http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?titolo=%27%27Que+orgullo%27%27%3A+tutti+i+calciatori+argentini+sono+%27%27pazzi%27%27+di+Papa+Bergoglio&idSezione=20236
CONTINUA
LA CAVALCATA DEI SOGNI. IL CATANIA RESTA NELL'EUROSTAR - Gianluca Cocina
(www.catania46.net)
Volendo forse esagerare un po’, la gara contro l’Udinese che è appena
stata messa in archivio avrebbe rappresentato per il Catania, alla
vigilia, l’ultima chiamata per l’Europa, l’ultimo avvertimento del
capostazione il cui richiamo invitava i ritardatari a salire a bordo di
quell’Eurostar pronto a viaggiare verso il nord Italia, per poi valicare
le Alpi e oltrepassare il confine italiano, fino ad entrare ed
immergersi nell’atmosfera europea in quel di maggio, mese deputato alla
chiusura del campionato 2012/2013. E la squadra di Rolando Maran,
all’avviso ai naviganti, non è stato di certo sorda, ma anzi ha
prontamente risposto con tre squilli acutissimi, vincendo e convincendo
(solo a tratti) contro un’Udinese scevra di ben otto elementi
indispensabili, battuta al “Massimino” con un 3-1 che non ammette
repliche.
I due cazzotti presi da Inter e Juventus, che avrebbero potuto mandare
k.o. qualsiasi pugile di grossa levatura, non ha invece minimamente
scalfito il morale e, soprattutto, la dignità della compagine
rossoazzurra, pronta a rimettersi in carreggiata e a rimanere agganciata
a quel treno dei desideri di stazza europea, nella speranza di compiere
un vero e proprio miracolo sportivo. Come se non bastasse, poi, arrivava
al “Massimino” l’Udinese di Francesco Guidolin, in difficoltà
manifestamente acclarata rispetto alle scorse stagioni, ma fattasi
pericolosamente sotto negli ultimi turni e ad una sola lunghezza di
distanza dagli etnei prima dell’incontro. Con una formazione
rimaneggiata per le assenze che l’avevano falcidiata durante la
settimana di preparazione al match e con una età media di 22 anni, il
rischio di sottovalutazione da parte della band di Maran poteva essere
forte, ma così non è stato, per fortuna.
Come spesso accade nel calcio, le partite possono essere divise in due
perfetti tronconi, rispondenti alle fasi di primo e secondo tempo, per
meglio analizzarne l’andamento complessivo. Orfano ancora di Bergessio,
portato comunque in panchina ma ancora instabile fisicamente, Rolando
Maran si era risolto ad optare per il 4-2-3-1, suo sistema di gioco “di
scorta” (come, d’altro canto, lo era stato il 3-5-2 per Vicenzo Montella
nella stagione passata). Dovendo sopperire alla mancanza di un punto di
riferimento centrale in avanti che facesse da boa come “El Lavandina”,
l’arduo e forse ingrato compito di aprire gli spazi, cercando la
profondità e l’incursione delle mezze punte era toccato a Gomez, entrato
in palese difficoltà sin dalle prime battute di gioco, vista la mancanza
di rifornimenti unita alla sua scarsa vena non solo realizzativa, ma di
conoscenza profonda del ruolo di prima punta (il che non rappresenta
sicuramente una colpa per lui).
Nel secondo tempo, invece, tutta un’altra musica suonava al caro vecchio
“Cibali”. Il cambio di modulo dal 4-2-3-1 al ben oleato 4-3-3 ha
modificato sensibilmente il registro della gara. Lo spostamento di un
fin lì abulico Izco, spaesato nel compito di ala sinistra, al classico
ruolo di mezzala destra, con Barrientos ala destra e Gomez “falso nove”
aveva portato, nel giro di pochi minuti, alla doppietta del “Papu”,
prima di piede su un’azione ricamata ad arte da Barrientos e Castro,
conclusa poi con un colpo di biliardo dello stesso Gomez, poi con un
abile colpo di testa messo dentro sempre dal folletto argentino su
assist fantastico del “Pitu” Barrientos, salito sugli scudi per la prova
offerta e per i lampi di genio con in quali ha illuminato e incantato la
platea del “Massimino”. Il gol su piazzato di Lodi, deviato dalla
barriera, aveva infine suggellato una gara gestita al meglio,
“mortificata” soltanto dalla rete della bandiera di Muriel, opportunista
nell’approfittare di una topica colossale creata da Marchese e Bellusci.
Scavalcata momentaneamente la Roma e balzato al settimo posto in
graduatoria, al Catania non resta che stare a guardare la giornata delle
altre partecipanti alla corsa per l’Europa, sperando in alcuni passi
falsi. Con nove giornate alla fine e con un calendario che, dati alla
mano, potrebbe consegnare squadre già in vacanza anticipata per via di
obiettivi stagionali pienamente centrati o, ancor meglio, già ampiamente
mancati, potrebbe aprire scenari importanti in casa rossoazzurra.
Senza mai dimenticare, ovviamente, la logica del passo dopo passo (tra
due settimane si gioca all’ “Olimpico” contro la Lazio di Vladimir
Petkovic, in piena corsa per la Champions League, forse la compagine più
in forma di questo campionato) e della non obbligatorietà del
raggiungimento del piazzamento europeo, pena il fallimento di un’intera
stagione. Mai pensiero, infatti, sarebbe più errato, diabolico e in
totale malafede di questo.
vai allo speciale
DUE UOMINI,
DUE ESEMPI DI STILE. |
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“Ho voluto
fortemente rinsaldare il mio legame con il Catania perché in
questi mesi mi sono trovato splendidamente sotto ogni
aspetto: societario, tecnico ed ambientale, dalla struttura
alla città. Il rinnovo è la proiezione naturale della
qualità del lavoro quotidiano e della linearità di un
progetto che suscita continuamente la voglia di esserci e di
partecipare. La Serie A con questi colori è una realtà
splendida: ho esordito in questa categoria grazie al Catania
ed abbiamo raccolto già, insieme ai ragazzi ed allo staff
tecnico, risultati importanti. Solitamente, nelle
circostanze favorevoli, cantano le sirene, magari alcune
davvero ammalianti, ed è piacevole essere gratificati dagli
apprezzamenti: passione, intelligenza e lucidità ti
conducono infine alla scelta giusta. Per me Catania
rappresenta ciò che desidero e l’entusiasmo rispetto al
primo giorno è aumentato. Resto qui, felice”. “Solitamente,
nelle circostanze favorevoli, cantano le sirene, magari
alcune davvero ammalianti, ed è piacevole essere gratificati
dagli apprezzamenti: passione, intelligenza e lucidità ti
conducono infine alla scelta giusta. Per me Catania
rappresenta ciò che desidero e l’entusiasmo rispetto al
primo giorno è aumentato. Resto qui, felice” |
Lo Monaco
contro Pulvirenti: "Non mi ha pagato, lo porto il
tribunale".
E' guerra aperta tra Pietro Lo Monaco e il Catania. L'ex
dirigente del club etneo, che quest'anno ha interrotto i
contratti prima con il Genoa e successivamente con il
Palermo, ha chiesto 6 milioni e 650 mila euro di stipendi
non retribuiti, dal giugno 2004 al maggio 2012, in qualità
di amministratore delegato e il relativo Trattamento di fine
rapporto.
Secondo l'avvocato Sergio Marullo di Condojanni che, come
riporta oggi Milano Finanza, ha depositato una citazione a
giudizio nel Tribunale civile di Catania, Lo Monaco, che "è
stato l'artefice dello straordinario sviluppo patrimoniale e
economico" della società, "non ha peraltro mai ricevuto
alcun compenso per lo svolgimento della sua attività di
amministratore delegato, ricevendo compensi soltanto per
l'incarico di direttore generale".
Secca la replica della società del presidente Pulvirenti:
'Abbiamo preso atto di quanto contenuto nella citazione, che
riteniamo totalmente infondata" |
LAZIO - CATANIA: 2- 1
Izco, Legrottaglie (autogol), Candreva
LAZIO (3-5-1-1) Marchetti; Biava, Cana, Radu;
Gonzalez, Ledesma, Onazi (dal 19′ s.t. Ederson), Hernanes (dal 30′ s.t.
Klose), Lulic; Candreva; Saha (dal 18′ s.t. Kozak). (Bizzarri, Strakosha,
Crecco, Pereirinha, Mauri, Stankevicius, Antic, Rozzi). All.: Petkovic.
CATANIA (4-3-3) Andujar; Alvarez, Legrottaglie, BelluscI, Marchese; Izco,
Lodi, Biagianti (dal 41′ s.t. Doukara); Barrientos, Bergessio, Gomez
(dal 33′ s.t. Castro). (Frison, Terracciano, Rolin, Ricchiuti, Salifu,
Cani, Keko, Petkovic). All.: Maran.
ARBITRO Massa di Imperia. AMMONITI: Ledesma, Marchetti (L), Marchese,
Lodi, Barrientos (C).
di Andrea Mazzeo (catania46.net)
Non sarà una serena Pasqua per il Catania di Rolando
Maran. La formazione etnea torna sconfitta dalla trasferta capitolina
contro una Lazio letteralmente padrona del campo. Nonostante la
formazione biancoceleste abbia messo d’assedio la porta di Andujar (15-0
il conto dei tiri verso i pali del portiere argentino), la squadra
catanese è riuscita nell’intento di portare a compimento il primo tempo
sullo 0-0.
La buona organizzazione della squadra di Petkovic, ed un Candreva in
giornata di grazia, sono gli elementi che lasciano senza fiato i
rossazzurri, costretti a giocare per quasi 45 minuti a difendersi nella
propria metà campo, alzando un bunker ben protetto da un attento Andujar.
Al 9′, Candreva a tu per tu con il portiere etneo, si fa ipnotizare da
Andujar. Errori pazzeschi a rendere merito al taccuino giornaliero: al
15’ Saha, con la porta spalancata, non inquadra i pali producendo
qualcosa di inguardabile. Nell’assalto laziale c’è da annoverare anche
la traversa di Cana.
Nella ripresa accade l’inverosimile: la Lazio incassa la classica doccia
fredda al primo affondo etneo. Al 49’ su un rilancio apparentemente
innocuo di Radu, la palla sbatte su Izco. La parabola è velenosa e beffa
Marchetti. Come un regalo trovato nell’uovo, il Catania si ritrova
improvvisamente in vantaggio. La Lazio accusa visibilmente il
contraccolpo, tanto che la squadra di Maran comincia a prendere fiducia
guadagnando metri.
La carica della riscossa la suona Petkovic che inserisce in pochi minuti
Ederson, Kozak e poi anche Klose (al rientro dopo 54 giorni di stop per
l’infortunio). Proprio i nuovi entrati risulteranno decisivi. Accade
tutto in due minuti. Prima, al 79′, Legrottaglie intercetta il
traversone di Radu e beffa Andujar. Passano appena due giri di lancetta
e la Lazio ribalta il punteggio: devastante progressione di Ederson,
Bellusci abbocca e lo mette giù vistosamente. Inevitabile il rigore
concesso dall’arbitro Massa. Dal dischetto Candreva non perdona,
mandando la Lazio alle stelle. Torna sulla terra un Catania che fino ad
undici minuti dalla fine aveva cullato il sogno di scavalcare in un sol
colpo Inter, Roma e Lazio. Un peccato visto come si erano messe le cose,
ma obiettivamente non un’ingiustizia.
Per sognare bisogna riscattarsi contro il Cagliari
ROMA – Così Rolando Maran al termine di Lazio-Catania
“Abbiamo preso goal nel nostro momento migliore. A causa dei risultati
delle altre squadre restiamo in lotta e continuiamo a sognare. La Lazio
è riuscita a tirar fuori qualcosa in più unito al campo scivoloso che ha
condizionato la nostra gara. In vantaggio siamo cresciuti.
“Archiviamo questa sconfitta, brucia anche se in un campo difficile, se
vogliamo continuare a sognare dobbiamo far punti. Bisogna partire con
l’entusiasmo di sempre.
“Perdiamo Pitu, troviamo Spolli. Da martedì cominciamo a pensare al
Cagliari. Vogliamo subito tornare a far risultato. Peccato non aver
messo la sorpresa nell’uovo di Pasqua del Catania. Vogliamo continuare a
stupire. Ce la metteremo tutta per regalare un post-Pasqua più sereno.
Pietro Lo Monaco infanga e minaccia il
Catania.
Appena rientrato da uno dei suoi soliti viaggi in
Argentina, ha rilasciato una lunga intervista al direttore di
Tuttomercatoweb, Michele Criscitiello, dove, oltre a parlare del
burrascoso rapporto con il presidente dei rosanero, Maurizio Zamparini,
ha spiegato i motivi della sua richiesta di 6,5 milioni di euro al
Catania: “E’ un atto dovuto. Per 9 anni sono stato il Direttore generale
del club e ho percepito regolarmente il mio stipendio come prevede un
contratto federale. C’è un particolare che qualcuno dimentica, forse.
Ero anche l’Amministratore Delegato del Catania, eletto regolarmente dal
Cda della società. E da Amministratore Delegato il sottoscritto non ha
mai percepito un solo euro. Da Direttore Generale invece ho fatto la
risoluzione del contratto, rinunciando dunque a due anni di emolumenti e
senza pretendere nemmeno un euro come avrebbe fatto chiunque. Questo lo
sapete? Lo scrivete? Perchè 6,5 milioni? Il compenso di un
amministratore delegato normalmente si stabilisce sulla base di due
parametri: l’incremento patrimoniale della società conseguito grazie
all’’opera svolta dall’’amministratore e gli emolumenti degli altri
Amministratori Delegati della serie A. La vertenza è partita e quando
prenderò quei soldi so anche cosa farò. Devolverò la cifra alle povere
famiglie dei dipendenti Wind Jet e non aggiungo altro. Perchè non li ha
chiesti prima? Perché da aziendalista quale sono ho sempre pensato prima
al bene delle mie aziende e mai alle mie tasche. Ho gestito la società
con oculatezza e questo ha permesso che una piccola realtà come il
Catania potesse crescere nel modo che oggi tutti conoscono. E poi a chi
dovevo chiederli i soldi? A me stesso? Cioè a chi addirittura è stato
costretto a metterci di tasca propria? Nessuno sa che il Catania Calcio
si è potuto iscrivere al campionato 2011-2012 grazie al conto corrente
personale di Pietro Lo Monaco. Dopo aver chiesto a Pulvirenti di
anticipare la somma necessaria al pagamento degli stipendi del mese di
aprile 2011 (adempimento necessario senza il quale il Catania non si
sarebbe potuto iscrivere al campionato successivo) fui costretto ad
intervenire io personalmente perché il presidente non se ne volle
occupare, lavandosene le mani. Ho dato io una garanza bancaria e il
Catania si potè iscrivere al campionato. Ricordo a qualcuno che finge di
aver dimenticato qualcosa che come ho acceso la luce al Catania, in un
attimo la posso spegnere. Avviso per i naviganti“.
CATANIA - CAGLIARI: 0-0
CATANIA (4-2-3-1): Andujar; Alvarez, Bellusci, Spolli, Marchese; Izco,
Biagianti (82’ Salifu), Keko (82’ Ricchiuti); Castro (71’ Doukara),
Bergessio, Gomez. A disposizione: Frison, Potenza, Legrottaglie, Rolin,
Augustyn, Capuano, Çani, Petkovic. All.: Maran.
CAGLIARI (4-3-3): Agazzi; Pisano (32’ Cabrera), Rossettini, Astori,
Avelar; Dessena, Conti, Nainggolan; Ibarbo (57’ Ekdal), Sau (77’ Thiago
Ribeiro), Pinilla. A disposizione: Avramov, Ariaudo, Casarini, Nené.
All.: Pulga.
ARBITRO: Valeri di Roma. AMMONITI: Bellusci (CT), Cabrera, Nainggolan,
Dessena, Pinilla, Ekdal (CA).
Nel giorno in cui la fase offensiva della squadra di
Maran appare più che scarna ed il Cagliari non cede un millimetro ai
rossazzurri, il Catania abbandona definitivamente i sogni d’Europa
League impattando al Massimino per 0-0. Senza il fosforo a centrocampo
di Almiron e Lodi, e le invenzioni del “Pitu” Barrientos, gli etnei
riescono solo a conquistare il 46° punto stagionale che li mantengono
all’ottavo posto, ma rischiano di vedersi raggiunti e sorpassati
dall’Udinese di Guidolin, oggi vittoriosi per 3-1 sul Chievo. Clamorosi
gli errori di Pinilla e Thiago Ribeiro a tu per tu con Andujar.
Un Catania privo di molti elementi a centrocampo, è costretto ad
affidarsi ad una mediana più tecnica con l’innesto di Keko, mentre
Castro va a formare con Bergessio e Gomez il tridente offensivo. Se
Maran piange le assenze di Lodi, Almiron e Barrientos, Pulga non se la
ride, dato che deve fronteggiare l’assenza di Cossu. Per scardinare la
porta etnea, il tecnico dei sardi si affida ad un terzetto tutta
velocità formato da Ibarbo, Sau e Pinilla, rinunciando inizialmente a
Thiago Ribeiro.
Nonostante le piogge del primo pomeriggio, le due squadre giocano su
buoni ritmi, anche se è il Catania a gestire il pallino del gioco. Il
Cagliari si limita a stringere gli spazi e ad accorciare la squadra,
affidando il gioco solo alle ripartenze con lanci lunghi, spesso preda
di una coppia difensiva ben registrata come quella di Bellusci e Spolli.
In particolare, l’argentino riesce a prendere bene le misure a quell’Ibarbo,
che in passato è andato in rete diverse volte contro i rossazzurri.
A centrocampo, Izco e Keko riesco a guadagnarsi la pagnotta con delle
belle verticalizzazioni, sfruttando molto l’out di destra. Dall’altra
parte, l’apporto di Marchese è come sempre encomiabile. Al 22’ Bergessio
potrebbe sfruttare di testa un’uscita maldestra di Agazzi, forse
ingannato dal sole, ma la palla viene deviata in corner. Dieci minuti
dopo, finisce la partita di Pisano, infortunatosi dopo un contrasto
fortuito con Gomez: al suo posto entra Cabrera.
Dopo una conclusione senza pretese di Izco, è proprio il nuovo entrato
Cabrera a sfiorare il clamoroso gol del vantaggio ospiti, ma l’uruguagio
non riesce a sfruttare il bell’invito di Ibarbo sparando alto sulla
traversa. Prima del fischio del primo tempo, dopo ben cinque minuti di
recupero, finisce sul taccuino delle azioni pericolose il tentativo di
Marchese dalla distanza, ben contenuto da Agazzi. Senza reti e senza
grosse occasioni la prima frazione di gioco.
La ripresa ripete il medesimo copione del primo tempo, anche se le
ripartenze degli ospiti si fanno più pericolose. La prima azione è di
marca sarda, con Nainggolan che non inquadra la porta ma mette paura
alla difesa etnea. Le due squadre faticano molto a produrre gioco, ed il
Catania si affida spesso ai lunghissimi rinvii di Andujar per i perfetti
stop di Gomez. Maran risponde al cambio di Pulga, che toglie dal campo
un spento Ibarbo per Ekdal, ed inserisce Doukara al posto di un Castro
decisamente con la lampadina fulminata.
Gli spazi sono strettissimi ed a parte un gol spettacolare di Bellusci,
giustamente annullato per gioco già interrotto, non si registra nulla di
rilevante da sottolineare. Nel festival del gioco spezzettato, all’80’ è
Pinilla ad avere la palla del match point andando in progressione
solitaria, ma il tiro dell’ex rosanero è clamorosamente al lato. Maran
si gioca il tutto per tutto a otto minuti dalla fine, ed inserisce
Salifu e Ricchiuti per Biagianti e Keko.
Nel forcing finale etneo, ci prova prima Gomez che va via sul fondo e
crossa per Bergessio, ma è bravo Avelar a salvare la porta, poi è
Bergessio a provarci su punizione dal limite senza fortuna. Dopo tre
minuti di recupero, dove Thiago Ribeiro si divora il gol del vantaggio a
tu per tu con Andujar (bravissimo Marchese a riprenderlo in velocità),
finisce una pessima gara dei rossazzurri, decisamente poco attivi in
attacco e senza idee in fase creativa.
Andrea Mazzeo (catania46.net)
Altra opportunità persa sulla strada dell’Europa per
un Catania che oggi non ha espresso tutto il suo potenziale contro un
Cagliari che ha chiuso ogni varco ed ha sfiorato la vittoria nel
recupero. Maran ha problemi soprattutto a centrocampo in cui mancano gli
infortunati Lodi ed Almiron mentre Barrientos è squalificato e quindi
rispolvera lo spagnolo Keko accanto a Gomez e Castro nel 4-2-3-1 in cui
Izco e Biagianti si schierano davanti alla difesa e Bellusci viene
preferito a Legrottaglie affiancando il rientrante Spolli; Bergessio è
ovviamente la punta centrale. Pulga e Lopez confermano Ibarbo a supporto
di Pinilla e Sau nel 4-3-1-2 iniziale.
Si comincia a ritmi blandi con il Catania che cerca di penetrare nella
munita difesa sarda ed il Cagliari che prova a sfruttare la velocità di
Sau ed Ibarbo con rapide ripartenze. Keko dimostra subito di essere in
palla e viene anticipato di un niente da Astori su lancio di Gomez.
Sulla sinistra Marchese gode di grande libertà ma i suoi lanci difettano
di precisione. Grande occasione per Bergessio su bel lancio di Keko ma
Agazzi salva in angolo. Poi è Gomez di testa di poco fuori su cross di
Marchese. Si infortuna il cagliaritano Pisano ed entra Cabrera con
arretramento di Dessena esterno di difesa. Il neo entrato uruguajo si fa
subito notare tirando però fuori un appoggio di Ibarbo. Ci prova anche
Izco da lontano ed Agazzi si supera in angolo. E’ Marchese tra i più
attivi a provarci sia con un cross perocoloso che Astori libera, sia con
un tiro da fuori parato da Agazzi.
La ripresa si apre con un’occasione per Naingollan il cui tiro, deviato
fortuitamente da Sau, finisce fuori. Pulga fa entrare Ekdal per uno
spento Ibarbo. Giuste ammonizioni per Naingollan e Cabrera per falli su
Alvarez e Gomez. Ci prova Keko su assist di Gomez ma la difesa sarda
chiude ogni varco. Il Cagliari in evidenza per gioco duro ed anche
Dessena e Pinilla finiscono sul taccuino di Valeri per brutti falli su
Gomez ed Izco. A gioco fermo Bellusci spara una cannonata che finisce in
rete e Valeri lo ammonisce. Cambi dalle panchine con Doukara per Castro
e Thiago Ribeiro per Sau. E’ ancora Marchese a provarci ma Agazzi c’è.
Incredibile occasione per Pinilla che solo davanti ad Andujar tira
fuori. Maran prova le ultime mosse inserendo Salifu e Ricchiuti per
Biagianti e Keko. Il Catania ci prova con le ultime forze ed è Avelar
che salva di testa su Bergessio e poi Doukara viene abbattuto al limite
dell’area ma non c’è Lodi e Bergessio incoccia la barriera. Ancora
un’ammonizione per il sardo Ekdal ma nel recupero è Thiago Ribeiro che
in una ripartenza tutto solo si fa anticipare da un grande Marchese che
salva quella che ancora una volta sarebbe stata una beffa. E’ però
Spolli che di testa ha l’ultima occasione ma la palla finisce sopra la
traversa.
Il pareggio tutto sommato è giusto ma con un pò di fortuna in più i 3
punti potevano arrivare: ora si va a Verona contro un Chievo non ancora
salvo ma va cercata una vittoria che rilancerebbe le ambizioni europee e
farebbe raggiungere con largo anticipo il record dei punti.
I migliori: Alvarez gioca un ottima gara ed è in gran forma al pari di
Izco che regge il centrocampo; Marchese è tra i più pericolosi in avanti
e salva il pareggio nel finale. Tra i sardi Astori dimostra di meritare
la nazionale.
I peggiori: Castro oggi è stato al di sotto dei suoi standard. Nel
Cagliari Ibarbo molto sotto tono e Thiago Ribeiro si è divorato
l’occasione della vittoria.
Piero Russo de Cerame (Catania46.net)
CHIEVO - CATANIA : 0-0
CHIEVO (5-3-2): Puggioni; Frey, Cesar, Andreolli, Dainelli, Dramé (65’
Sardo); Rigoni (82’ Guana), Hetemaj, Cofie; Thereau (60’ Samassa),
Pellissier. A disp.: Ujkani, Squizzi, Papp, Seymour, Stoian, Vacek,
Luciano, Paloschi, Hauche. All.: Corini.
CATANIA (4-3-3): Andujar; Alvarez, Bellusci, Spolli, Marchese; Izco,
Lodi (75’ Castro), Biagianti (88’ Almiron); Barrientos, Gomez; Bergessio.
A disp.: Frison, Messina, Potenza, Legrottaglie, Capuano, Rolin, Keko,
Salifu, Doukara, Çani. All.: Maran.
AMMONITI: Samassa (CH), Bellusci, Izco (CT). ARBITRO: Giacomelli
di Trieste.
TUTTO IL RESTO E' NOIA (Andrea Mazzeo -
catania46.net)
Trovare qualche nota positiva, brillante o degna di
essere annoverata, è cosa ardua davvero. Non resterà certamente negli
annali degli almanacchi questo Chievo-Catania sotto il cogente sole
veronese. Uno 0-0 che rispecchia fedelmente l’andamento della gara vista
in campo. Pochezza e fantasia al lumicino hanno fatto scivolare la
partita senza emozioni fino al 90’. I rossazzurri ottengono il punticino
che permette di arrivare a quota 47, ma il successo strepitoso
dell’Udinese sul campo del Tardini, costringe gli etnei a vedersi
scivolare al nono posto. Un vero peccato, considerando il clamoroso stop
dell’Inter in quel di Trieste contro il Cagliari. Domenica c’è il Derby,
e lì tutta una città rivuole il ritorno al successo.
Corini si affida ad un coperto 5-3-2 che, in fase di possesso, permette
a Dramè di schierarsi a centrocampo. L’attacco dei gialloblù è affidato
al tandem Theareu-Pellissier, con Paloschi che si accomoda in panchina.
Nessuna novità per il Catania di Maran, in campo con il consueto 4-3-3.
Biagianti prende il posto di Castro a centrocampo, mentre nel tridente
offensivo torna dal primo minuto Barrientos.
L’avvio gara è su ritmi molto compassati, anche a causa del forte caldo
pomeridiano sul rettangolo di gioco del Bentegodi. Il Catania appare
molto rilassato nei primi dieci minuti di partita, concedendo ai locali
il pallino del gioco. Nonostante il blackout degli etnei, i “Mussi
Volanti” non sembrano così incisivi e le occasioni latitano dalle parti
di Andujar.
I rossazzurri provano ad organizzarsi, ma la verve
non è certa quelle delle ultime uscite. Al 20’ prima azione pericolosa
che sveglia il pubblico dal torpore del match: gran numero di Pellissier
che colpisce al volo su perfetto assist di Thereau. La palla termina
alta, ma il gesto atletico è degno di cronaca. L’unico nota etnea è
invece rappresentata dal giallo all’indirizzo di Bellusci, come dire,
decisamente poca cosa.
Finalmente, solo al 28’, il Catania si vede in campo: Dramè sbaglia un
appoggio servendo Gomez. Il Papu s’invola e serve Lodi in profondità, ma
è bravissimo Puggioni a capire tutto e ad anticipare il numero 10
rossazzurro. Maran suona la carica, e alla mezzora è Barrientos a
seminare il panico tra la difesa clivense. Nonostante i buoni proposti
del Pitu, l’azione sfuma per un eccesso di velo dell’ex San Lorenzo.
I ritmi continuano ad abbassarsi e gli errori non tardano ad arrivare.
Al 37’ grossa ingenuità di Bellusci che buca l’intervento difensivo. Ne
approfitta Pellissier che s’invola verso la porta, ma è tempestiva
l’interdizione di Spolli che sbroglia la matassa. Prima della fine del
primo tempo, restano da annoverare una punizione di Lodi terminata alta
di un soffio, ed una bel dribbling in area di Izco non finalizzata al
meglio da Gomez. 0-0, senza arte né parte.
La ripresa inizia con gli stessi protagonisti in campo, ma con un
Catania che appare decisamente più tonico, sintomo che Maran ha
catechizzato i suoi nello spogliatoio. Passano appena due minuti e sugli
sviluppi di una punizione dal limite di Lodi, Bergessio impegna
severamente Puggioni svettando di testa: buona la risposta dell’estremo
difensore clivense. Break locale con Dramè che s’invola 30 metri senza
alcun ostacolo da parte della retroguardia etnea, ma il tiro del
senegalese è ciabattato e viene facilmente fermato da Andujar.
Corini prova a scuotere la pochezza offensiva dei suoi inserendo nel
giro di pochi minuti, Samassa e Sardo, per uno spento Thereau ed un
altrettanto poco incisivo Dramè. Nuova reazione degli etnei: prima è
Barrientos a sfiorare il gran gol, ma la sua conclusione viene respinta
di schiena da Bergessio, poi è Biagianti a servire nella corsa una
splendida palla per Gomez che viene anticipato d’un soffio da Puggioni.
Al 75’ finisce la propria gara Lodi. Maran decide di togliere
l’evanescente centrocampista per inserire Castro e provare a sfondare
sugli esterni. Pochi minuti ed è il Chievo a sfiorare il clamoroso
vantaggio con Bellusci che rischia di infilare la propria porta nel
tentativo di salvare sul colpo di testa di Andreolli: decisivo
l’intervento in tuffo di Andujar. La gara scivola via senza eventi
meriti di finire sul taccuino, salvo l’ingresso in campo di Almiron,
match winner della gara d’andata, al posto di Biagianti. Dopo quattro
minuti di recupero, finisce la gara del Bentegodi. Nessuna delle due
squadre ha voluto farsi del male. Lo stadio veronese continua a rimane
un tabù per i colori rossazzurri.
Una partita di fine stagione giocata al rallentatore da Chievo e Catania
che hanno preferito non farsi male, anche se gli etnei nella ripresa ci
hanno messo un pò di impegno in più ma senza grandi risultati. Finisce
con un pareggio a reti bianche che per i rossazzurri vuol dire
soprattutto salvezza matematica a 6 giornate dalla fine e c’è ancora un
lumicino acceso per l’Europa anche se l’Udinese, vincendo a Parma,
scavalca gli uomini di Maran all’ottavo posto. I rientri di Lodi e
Barrientos consentono di presentare quasi la formazione tipo nel 4-2-3-1
con il solo Almiron in panchina e Biagianti in campo, mentre Bellusci
viene ancora una volta preferito a Legrottaglie. Il 4-3-1-2 di Corini
vede Cesar e Dramè preferiti a Sardo e Guana.
Si comincia con una ripartenza di Gomez stoppata da Corini che ostacola
El Papu dalla sua area tecnica ma non c’è acredine a dimostrazione del
poco accanimento che si vedrà in campo. Ci sono tantissimi errori a
centrocampo e non si segnala nemmeno un’azione degna di essere
raccontata per molti minuti e l’unica nota di cronaca la fornisce
Bellusci che finisce sul taccuino di Giacomelli per un fallo su Thereau.
Finalmente un pericolo per Puggioni che è bravo ad anticipare Lodi su
assist di Gomez e subito dopo è Andreolli a salvare su affondo di
Barrientos. Bergessio si batte come al solito e conquista una punizione
sulla mattonella di Lodi che sfiora la traversa. Nel finale su azione di
Izco è Gomez a sparare fuori.
Nel secondo tempo il Catania parte subito forte e Bergessio si conquista
una punizione che stavolta Lodi piazza per la testa dello stesso
Bergessio ma Puggioni compie un miracolo salvando in angolo. Oggi ancora
in ombra Gomez che non sfrutta un assist di Izco. Corini cerca di
cambiare qualcosa inserendo il maliano Samassa per uno spento Thereau
mentre il mai amato ex Sardo rileva Dramè. Il Catania sembra averne di
più ma non è aiutato dalla fortuna su un bel tiro di Barrientos che
finisce addosso a Bergessio che poco prima era stato fermato
ingiustamente da Giacomelli dopo che si era correttamente svincolato
dalla gabbia dei difensori clivensi.
Dopo un’ammonizione a Samassa è Alvarez, oggi davvero in grande
spolvero, che si fa tutta la fascia destra e crossa al centro ma
Bergessio è in ritardo. Maran inserisce Castro per un Lodi che non ha
ripreso il ritmo partita dopo l’infortunio alla mano. E’ però Andujar a
salvare il risultato su un colpo di testa di Bellusci all’indietro e poi
è Puggioni tempestivo ad anticipare Gomez. Dopo un’ammonizione ad Izco e
gli ingressi di Guana per Rigoni e di Almiron per Biagianti, i 4 minuti
di recupero non offrono ulteriori spunti di cronaca anche se il Catania
sembra averne di più, ma con poco profitto.
Ora la concentrazione si sposta al derby di domenica contro un Palermo
disperato. Gli obiettivi restano almeno l’ottavo posto ed il superamento
di quota 50 con il passaggio automatico dei primi turni di Coppa Italia.
Per l’Europa è molto più difficile ma il calendario non è impossibile e
bisogna ancora crederci.
I migliori: Pablo Alvarez è stato decisamente il migliore in campo ed è
da parecchie gare che si sta mettendo in evidenza per valori assoluti di
continuità e di impegno; Barrientos ha provato qualche magia ma oggi era
troppo solo. Bergessio è il solito toro ed ha sfiorato anche il gol.
Puggioni e Andreolli i più sicuri della difesa del Chievo.
I peggiori: Gomez e Lodi i più in ombra. Per i veronesi gli attaccanti
Thereau, Samassa e Pellissier non hanno creato un solo pericolo ad
Andujar.
CATANIA - PALERMO : 1-1
Barrientos, Iilic
CATANIA: 21 Andujar; 14 Bellusci, 6
Legrottaglie, 3 Spolli, 12 Marchese; 13 Izco (dal 44′ Biagianti) 10
Lodi, 4 Almiron (dal 57′ Castro); 28 Barrientos, 9 Bergessio, 17 Gomez.
A disposizione: 1 Frison, 2 Potenza, 5 Rolin, 26 Keko, 30 Salifu, 32
Cani, 33 Capuano, 34 Messina, 35 Doukara.
Allenatore: Rolando Maran.
PALERMO: 54 Sorrentino; 6 Munoz (dal 73′ Rios), 25 Von Bergen, 3 Aronica;
89 Morganella, 5 Barreto, 23 Donati, 28 Kurtic (dal 77′ Hernandez), 8
Dossena; 27 Ilicic (cap.), 17 Boselli (dal 57′ Dybala). A disposizione:
99 Benussi, 7 Viola, 14 Anselmo, 16 Fabbrini, 18 Faurlin, 22 Nelson, 29
Garcia, 30 Brichetto, 33 Formica.
Allenatore: Giuseppe Sannino.
ARBITRO: Paolo Silvio Mazzoleni (Bergamo).
Ennesima
beffa:stavolta a tempo scaduto, il Catania si fa raggiungere dal Palermo
in un derby che aveva dominato in lungo e in largo ma una disattenzione
della difesa costa ai rossazzurri altri 2 punti persi ed oramai l’Europa
diventa un miraggio. Maran deve fare a meno di Alvarez e schiera
Bellusci esterno destro di difesa riproponendo Legrottaglie al centro e
recuperando Almiron davanti alla difesa. Sannino deve fare a meno di
Miccoli rimpiazzato da Boselli. Subito un giallo a Donati per fallo su
Barrientos. Il Catania fa la partita e Marchese fornisce un assist a
Gomez ma Sorrentino para. In sequenza un tiro di Almiron dalla distanza
alto, un’occasione per Izco che sbaglia a piazzare il pallonetto e poi
una punizione di Lodi con Sorrentino che devia in angolo.
Il Palermo la mette sul gioco duro e Dossena si merita il giallo per
fallo su uno scatenato Barrientos. Poi è Andujar a salvare con un grande
intervento su Ilicic che per fortuna si dimentica di Boselli che era
libero in mezzo all’area. E’ Almiron a provarci su cross di Izco ma la
palla finisce di alta e poi ancora una punizione di Lodi di poco fuori.
Nel finale di tempo infortunio muscolare ad Izco, fin qui tra i
migliori, che deve lasciare il posto a Biagianti.
Si riprende con il Catania che prova a passare in tutti i modi e Lodi ci
prova ancora su punizione ma oggi non è giornata. Ancora Barrientos con
un bel cross che Bergessio sfiora di poco per la deviazione vincente.
Dossena meriterebbe il secondo giallo per un fallaccio su Bellusci ma
poi Mazzoleni ammonisce Munoz per un intervento duro su Bergessio.
Le panchine provano ad intervenire e Maran inserisce Castro per Almiron
mentre Sannino fa entrare Dybala per un deludente Boselli. E’ subito
Castro in evidenza con un tiro neutralizzato e poi ci prova ancora Gomez
senza fortuna. Azione corale dei rossazzurri che si chiude con un tiro
di Castro che sembra dentro ma Sorrentino fa un miracolo.
Finalmente il Catania la sblocca con Gomez che fa impazzire la difesa
rosanero e crossa per Barrientos che con un tiro al volo un pò sporco la
mette dentro. Sannino inserisce Rios ed Hernandez per Munoz e Kurtic
ignorando la richiesta di un esausto Ilicic che chiedeva la
sostituzione. Spolli si fa ammonire per un fallo su Ilicic e salterà la
gara contro il Milan di domenica prossima.
Il Catania prova comunque a chiuderla con Bergessio ben servito da
Castro ma Sorrentino si supera ancora una volta. Infine anche Castro e
Legrottaglie sfiorano la marcatura. Palermo oramai rassegnato ma poi
nell’ultimo di recupero Bellusci si fa ammonire ingenuamente dopo una
discesa forsennata (salterà anche lui il Milan) e sulla punizione a
tempo scaduto è Ilicic a beffare una difesa distratta.
Finisce in rissa e Andujar viene sanzionato con il rosso da Mazzoleni
per proteste. La maledizione della zona Cesarini ha colpito ancora e nel
derby fa ancora più male perchè la vittoria sembrava davvero cosa fatta.
Scippati dal raggiungimento dei 50 punti, bisogna continuare a giocare
con questa intensità per finire in bellezza un campionato fantastico,
nonostante la delusione odierna.
I migliori: Barrientos oltre al gol costruisce gran calcio e si dimostra
tra i più lucidi in ogni occasione; Gomez oggi ha fatto impazzire
Morganella e compagni ed è un vero peccato che l’anno prossimo non
vestirà più i colori rossazzurri; Castro entra e vuol spaccare il mondo
dimostrandosi tra i più pericolosi. Per i rosanero Ilicic non era nella
miglior giornata ma è un pericolo comunque mentre Sorrentino ha salvato
in più di un’occasione la sua porta.
I peggiori: difficile trovare un’insufficienza nel Catania di oggi. Per
i rosanero Boselli e Dybala non incidono.
Barrientos: "Fregati da una distrazione. "Il Palermo non meritava il
pari, ma il calcio è questo. Abbiamo riscattato il derby dell'andata.
L'Europa? Sono gli altri a parlarne, noi andiamo avanti gara per gara"
Legrottaglie: "Scusate per la rissa. Siamo dispiaciuti per il finale di
gara, abbiamo dato il cattivo esempio. Se avessimo vinto, l'Europa
sarebbe stata a portata di mano. Il prolungamento di contratto? Giocherò
un altro anno qui, poi vedrò se continuare"
Marchese: "Dovevamo chiuderla. Abbiamo dominato dall'inizio alla fine,
peccato per il gol alla fine. Ce la siamo giocata al meglio, al
contrario di quello che dicevano certe malelingue. La rissa? Loro sono
andati verso la nostra curva"
Izco
rinnova il contratto: A vita con il Catania
E’ stato il primo argentino a indossare la maglia del Catania
da quando, nel 2006, i siciliani sono tornati in Serie A. Il legame con
gli etnei non è messo a repentaglio dalla crisi del settimo anno. Anzi
s’appresta a rinsaldare il rapporto con il club di Pulvirenti: contratto
in scadenza nel 2014, ma le parti hanno già raggiunto l’intesa per
prolungare la sua permanenza fino al giugno del 2017. A giudicare dalle
sue parole, è orgoglioso della scelta fatta. Una vera e propria
dichiarazione d’amore: ”Qui sono cresciuto come uomo e come
professionista – ha detto attraverso il sito ufficiale del club il
centrocampista di Buenos Aires, che ha appena tagliato il traguardo
delle 200 partite ufficiali con la maglia etnea – qui vivo con grande
serenità, qui voglio chiudere la mia carriera: Catania a vita, quindi,
con gioia. Questa città ormai è anche mia, e questo vuol dire tanto,
umanamente”.
MILAN - CATANIA: 4-2
Legrottaglie, Flamini, Bergessio, Pazzini,
Pazzini, Balottelli.
MILAN (4-3-3): Amelia; Abate, Bonera,
Mexes, De Sciglio; Flamini, Montolivo, Nocerino (67’ Pazzini); Boateng
(87’ Niang), Balotelli, El Shaarawy (81’ Muntari). A disposizione:
Gabriel, Petkovic, Constant, Yepes, Antonini, Zaccardo, Traoré, Robinho.
All.: Allegri.
CATANIA (4-2-3-1): Frison; Izco, Legrottaglie, Rolin, Marchese; Lodi
(87’ Capuano), Almiron (82’ Biagianti); Barrientos, Castro, Gomez;
Bergessio. A disposizione: Messina, Terracciano, Cabalceta, Potenza,
Augustyn, Ricchiuti, Salifu, Keko, Çani, Doukara. All.: Maran.
ARBITRO: Massa di Imperia. AMMONITI: De Sciglio, Balotelli, Flamini (M),
Frison, Legrottaglie, Bergessio, Barrientos, Marchese
Che partita beffarda
Andrea Mazzeo - catania46.net)
Continua il periodo negativo del Catania, che chiude questo mese di
Aprile senza neanche un successo. Anche stavolta la rabbia sale alle
stelle per la squadra di Maran che, dopo il pareggio nel derby
all’ultimo secondo, incassa una sonora sconfitta contro il Milan dopo
essere andato due volte in vantaggio con Legrottaglie e Bergessio. In
due minuti, Pazzini approfitta delle uniche due incertezze di Frison e
ribalta il punteggio. Il sigillo della beffa arriva nel recupero con un
rigore di Balotelli. Il discorso Europa è definitivamente tramontato, e
non senza rammarichi.
Se i rossoneri recuperano Balotelli in attacco, graziato di una giornata
di squalifica, il Catania, di contro, deve fronteggiare una situazione
tutt’altro che ideale. I rossazzurri devono fare a meno degli appiedati
dal giudice sportivo Andujar, Bellusci e Spolli, nonché dell’infortunato
Alvarez. Maran così propone Frison tra i pali e Izco esterno destro
difensivo.
L’avvio di gara è di pura marca rossonera, con la
squadra di Allegri che reclama dopo pochi minuti un fallo di mano di
Legrottaglie in area di rigore. Nonostante il difensore centrale abbia
visibilmente le braccia eccessivamente distese, per l’arbitro Massa non
ci sono gli estremi per la massima punizione. Il Catania è tutto
schiacciato alla difesa dei suoi 16 metri, ma il pressing offensivo dei
padroni di casa ha spesso il sopravvento sulla retroguardia etnea.
All’11’ gran botta dalla distanza di Montolivo che sorprende
l’esordiente Frison, la palla non viene trattenuta dall’estremo
difensore ma l’azione si ferma per l’offside di Flamini.
La prima iniziativa dei rossazzurri arriva al 12’ con Barrientos, che
scodella un pallone in area rossonera che non trova la presenza di
compagni di squadra. La pressione dei locali è incessante e Maran chiede
a gran voce alla propria squadra di salire di qualche metro per non
restare schiacciati dietro la linea del pallone. Gli effetti si vedono
subito e gli etnei prendono coraggio. Nonostante il Milan resti padrone
del campo, al primo vero affondo il Catania passa. Calcio di punizione
di Lodi che con il goniometro trova la testa di Legrottaglie che in
torsione batte Amelia.
Il vantaggio ospite spiazza i rossoneri, che rischiano di incassare un
pesante uno-due con Gomez, ma Amelia stavolta risponde presente. Al 32’
Boateng demolisce la traversa con una bordata che sorprende Frison ma
s’infrange sul montante. Due minuti dopo il Milan sfiora il pareggio ma
la difesa etnea regge nonostante un furioso batti e ribatti in area di
rigore. Giro d’orologio e Frison deve volare per evitare che El Shaarawy
realizzi con il suo preciso destro di controbalzo.
L’assedio alla porta catanese regge grazie anche ad un super Frison,
decisivo in più occasioni: al 42’ l’ex Vicenza dice di no ad una bordata
di Balotelli che il portiere devia in corner. Quando chiudere in
vantaggio sembra fattibile, ancora una volta i minuti finali risultano
decisivi in casa Catania. E’ il 45’ quando Flamini raccoglie un pallone
da posizione defilata dell’area e con un diagonale trafigge
l’incolpevole Frison. Pareggio meritato per la squadra di Allegri che va
all’intervallo sull’1-1.
Nessun cambio per i due tecnici ad inizio ripresa, e Milan
pericolosissimo dopo appena 4 minuti: ci prova Boateng di testa, ma è
provvidenziale l’intervento sulla linea del ben appostato Lodi. Frison
dimostra di essere in giornata di grazia e dice di no ad El Shaaeawy
prima al 51’ e Montolivo dopo al 57’. I rossoneri provano a ragionare
palla al piede, ma il Catania dimostra di essere cinico ed al momento
giusto punge nuovamente. E’ il 65’ quando Barrientos fa una magia
innescando un mirabolante contropiede finalizzando in maniera chirurgica
da Bergessio, che con un colpo sotto di sinistro supera Amelia e
realizza il nono gol stagionale.
Allegri prova a rimettere in corsa i suoi, ed inserisce immediatamente
Pazzini per Nocerino, passando così ad un Milan a trazione anteriore. I
rossazzurri diventano molto più spavaldi e sicuri, ma i padroni di casa
quando attaccano fanno paura. El Shaarawy non riesce a sfruttare un
ottima sponda di Pazzini calciando fuori la sfera.
Quando tutto sembra girare a favore del Catania, in due minuti i
rossazzurri perdono la gara. Al 70’ sulla gran botta di Balotelli,
Frison riesce malamente a respingere ma lo fa sui piedi di Pazzini che
da due passi mentre dentro la sfera del 2-2. Passano appena 180 secondi
e Frison, finora impeccabile, commette una clamorosa ingenuità
respingendo male un tiro di El Shaarawy e concedendo a Pazzini, con la
seconda corta respinta consecuitiva, la possibilità di mettere il
sigillo del 3-2. Pandemonio in campo, con tutti i rossazzurri a
protestare con l’arbitro Massa per un chiaro fallo su Gomez nell’azione
del gol.
Il Catania è tutt’altro che affondato e all’80’ Bergessio gela San Siro
calciando con il polpaccio a pochi metri da Amelia: la palla sorvola di
poco centimetri la traversa. Doppio cambio: dentro Muntari per El
Shaarawy e Biagianti per Almiron. Nella beffa della gara, la squadra di
Maran incassa anche l’ammonizione di Marchese che, diffidato, salterà la
sfida del Massimino contro il Siena. A concludere la serata negativa
arriva anche il rigore concesso a Balotelli per fallo lievissimo di Izco.
Dal dischetto va lo stesso attaccante e Frison viene mandato dall’altro
lato. 4-2 e gara finita. Si spengono le luci di San Siro.
IL “PAZZO” GELA UN CATANIA CHE SFIORA L’IMPRESA
(Piero Russo de Cerame - catania46.net)
Una sconfitta di dimensioni esagerate dopo un primo
tempo di sofferenza ma un doppio vantaggio che poteva portare almeno un
punto e che invece conferma il tabù Milan, unica squadra che il Catania
non ha ancora battuto dal rientro in serie A. Maran fa esordire Frison
in porta ed arretra Izco esterno destro basso con Rolin centrale per
sopperire alle assenze degli squalificati Andujar, Bellusci e Spolli,
mentre è Castro ad affiancare Pitu e Papu nel 4-2-3-1. Allegri recupera
il miracolato Balotelli che fa compagnia a El Shaarawy e Boateng.
Il Milan parte subito all’arrembaggio e Balotelli sfiora il palo. Il
Catania non riesce ad entrare in partita. De Sciglio è il primo ad
essere ammonito per fallo su Izco. Il primo tentativo dei rossazzurri è
di Barrientos che sfiora il palo su cross di Castro. Massa arbitra a
senso unico nei confronti di Bergessio fischiandogli contro ogni
intervento ed alla fine lo ammonisce per fallo su Abate. Improvvisamente
su palla inattiva arriva il vantaggio del Catania con Legrottaglie che
di testa insacca una punizione di Lodi.
Il Milan è sorpreso e Gomez si divora l’occasione del raddoppio. I
rossoneri si scuotono e suonano la carica mettendo alle corde il Catania
prima con Boateng il cui tiro viene deviato sulla traversa da Frison e
poi con un batti e ribatti in cui la difesa fa muro. Il portiere etneo
si fa ammonire per aver ritardato la rimessa in gioco. Il Catania prova
ad alleggerire la pressione con Castro che spara alto. Anche
Legrottaglie finisce sul taccuino di Massa per un fallo dubbio su
Boateng. Nel finale di tempo, dopo una bella deviazione in angolo di
Frison su punizione di Balotelli, il portiere rossazzurro non può nulla
su un diagonale di Flamini servito da Boateng che frutta il pareggio ai
rossoneri.
La ripresa ripropone un Milan alla ricerca del gol e sono Lodi e Frison
a salvare la rete del Catania che però sembra meglio messo in campo e si
propone fino al limite dell’area rossonera mancando però sempre l’ultimo
passaggio. Ecco però una grande discesa di Izco sulla destra con
imbeccata per Barrientos che offre a Bergessio una grande palla che El
Toro non fallisce con un pallonetto che supera Amelia.
Allegri prova la carta Pazzini per Nocerino e sarà la mossa vincente.
Balotelli si fa ammonire per proteste ma subito dopo indirizza un gran
tiro verso la porta di Frison che non trattiene e Pazzini irrompe per il
pareggio. Incredibile svista di Massa che non fischia un netto fallo di
Boateng su Gomez che resta a terra al limite dell’area e sulla
ripartenza è purtroppo ancora Frison a non trattenere un tiro di El
Shaarawy e Pazzini da rapece insacca la rete del vantaggio milanista.
Un’ammonizione a Flamini e poi Bergessio sfiora la traversa con un bel
pallonetto imbeccato da Gomez. Muntari per El Shaarawy con Allegri che
cerca di coprirsi mentre Maran inserisce Biagianti per uno stanco
Almiron. Massa ammonisce Marchese per un mani sembrato involontario. Gli
ultimi cambi vedono Capuano e Niang per Lodi e Boateng. Nel recupero
Massa regala un rigore al Milan per un fallo inesistente di Izco su
Baoltelli che non sbaglia e sigla il finale 4-2.
Un altro finale amaro, anche se va detto che nel primo tempo il Milan ha
dominato la scena ma un Catania certamente in partita nella ripresa non
è riuscito a tenere il vantaggio ed è stata punito più da 2 sviste di
Massa che da due tiri non trattenuti da Frison. Europa addio ma non
bisogna smobilitare ed onorare questo grande campionato fino alla fine
con il record dei punti mirando all’ottavo posto.
I migliori: Izco, uomo ovunque, il capitano è l’anima di questo Catania,
anche quando è costretto a giocare in un ruolo non suo, Bergessio lotta
sempre come un toro e sfiora anche la doppietta; Massa lo blocca spesso
ingiustamente. Una nota di merito a Rolin e Frison (anche se
quest’ultimo ha sulla coscienza le 2 reti di Pazzini, che ha cambiato il
trend della gara).
I peggiori: Castro oggi era sotto tono ed ha sbagliato molti passaggi.
Nel Milan Bonera e Nocerino insufficienti.
CATANIA - SIENA: 3-0
Bergessio, Bergessio, Bergessio.
CATANIA
(4-3-3): Frison; Alvarez (39’ Potenza), Rolin, Spolli, Capuano; Izco,
Lodi, Biagianti; Castro (76’ Gomez), Barrientos, Bergessio (74’ Çani). A
disp.: Terracciano, Messina, Legrottaglie, Ricchiuti, Almiron, Salifu,
Keko, Doukara. All.: Maran.
SIENA (3-4-2-1): Pegolo; Texeira, Paci, Felipe; Angelo, Della Rocca,
Calello, Rubin; Rosina (70’ Bogdani), Sestu (58’ Mannini); Emeghara. A
disp.: Farelli, Grillo, Terlizzi, Terzi, Bolzoni, Verre, Belmonte,
Reginaldo, Agra, Pozzi. All.: Iachini
ARBITRO: Banti di Livorno. AMMONITI: Spolli (C). ESPULSO: Felipe (S).
Dopo un mese di aprile disastroso, il Catania torna
al successo ed in sol colpo ottiene il record di punti in Serie A da
quando sono stati istituiti i tre punti, ed eguaglia il numero il
vittorie casalinghe in una stagione di massima serie (14). Chi ne fa le
spese è un tramortito Siena, affondato in graduatoria da uno strepitoso
Bergessio, autore di una tripletta. Bianconeri ridotti in dieci per
l’espulsione (forse eccessiva) di Felipe.
Maran deve fare ancora i conti con l’emergenza difesa, dato che la sua
squadra deve fare a meno di Andujar, Bellusci e Marchese squalificati.
Spazio dal primo minuto a Frison tra i pali, dopo il buon esordio in A
contro il Milan, ed Alvarez e Capuano sugli esterni. Il tridente
offensivo è affidato a Castro, Barrientos e Bergessio, con Gomez non al
meglio in panchina. Per il Siena di Iachini, Sestu è tornato a
disposizione dopo aver saltato le ultime due sfide e rientra dal primo
minuto, formando il reparto con Rosina ed Emeghara. A centrocampo
Calello sostituisce lo squalificato Vergassola. Panchina per l’ex
rossazzurro Terlizzi, solo tribuna per Paolucci.
Giornata ventilata al Massimino e pubblico non certamente delle grandi
occasioni (appena 13.000 i presenti sugli spalti). L’avvio dei
rossazzurri è autoritario ed i toscani sono subito costretti a
difendersi. Al 3’ Emeghara lamenta una trattenuta in area di rigore:
data la lieve entità, è corretto il metro di giudizio dell’arbitro Banti.
Dopo il promettente inizio, il Siena prende le misure agli etnei e
progressivamente guadagno metri, approfittando anche di un eccessivo
possesso palla dei centrocampisti rossazzurri.
Al 10’ primo squillo del Catania: perfetta apertura in area di
Barrientos per Bergessio, il “Lavandina” prova la girata al volo ma è
provvidenziale l’intervento con il corpo di Pegolo. L’appuntamento con
il gol è solo rimandato, ed ancora una volta è il “Pitu” ad illuminare
la scena: minuziosa apertura da centrocampo di Barrientos per Castro. Il
“Pata” stoppa e serve un pallone d’oro a Bergessio che, in modo sporco,
trova il diagonale che supera Pegolo. 10 gol stagionale per il numero 9
etneo.
Il Catania non ha affatto la pancia piena e prova a mettere in ghiaccio
i tre punti. La reazione dei senesi è tutta sui piedi di Rosina ed
Emeghara, ma i bianconeri toscani sembrano aver accusato il colpo e non
riescono a rendersi realmente pericolosi dalle parti di Frison. Al 24’ è
ancora Bergessio a provare la via della rete, ma l’attaccante argentino
chiude troppo l’angolo e la sfera si spegne di poco a lato.
Improvviso break degli uomini di Iachini due minuti dopo: su un cross
dalla sinistra in area di rigore, interviene in controtempo Rubin che fa
partite un destro velenoso che sorprende Frison, ma fortunatamente
termina di un soffio fuori dallo specchio della porta etnea. Il Catania,
superata la mezzora, si limita ad amministrare il vantaggio senza tanti
patemi. Al 39’ si fa male Alvarez, già non al meglio: torna in campo
dopo quasi 3 mesi e mezzo Potenza (l’ultima gara contro la Fiorentina al
Massimino).
La gara dei rossazzurri si mette in discesa a pochi minuti dalla fine
del primo tempo. Bergessio ha l’occasione di penetrare in area ma
Felipe, ultimo uomo, ferma la sfera con una mano in fase di caduta:
rosso diretto per Banti e Siena in dieci per i restanti 50 minuti di
gara. Dopo un minuto di recupero termina la prima frazione di gioco.
La
ripresa inizia subito con il Catania subito in rete con Castro, ma Banti
annulla per un presunto tocco di mano del centrocampista argentino. La
reazione ospiti è sui piedi di Sestu che, favorito da un alleggerimento
difensivo errato, prova a pescare il jolly ma Frison risponde presente.
Al 51’ i rossazzurri trovano il bis: cross sporco di Izco per Bergessio
che stoppa e di sinistro fa secco per la seconda volta Pegolo.
Lo schema tattico di Iachini non regge ed il tecnico dei bianconeri
corre ai ripari inserendo Mannini per Sestu. Il Catania avrebbe
l’occasione per calare il tris con Bergessio che sfonda per vie
centrali, ma al momento di servire Castro non calibra bene le distanze e
l’azione sfuma. I ritmi calano vistosamente e Iachini prova a dare
qualità inserendo Bogdani per Rosina. Pochi istanti dopo, Bergessio fa
tris e si porta il pallone a casa: ancora Barrientos serve uno
strepitoso assist per il match winner che controlla e poi fulmina Pegolo.
Maran concede la standing ovation a Bergessio, al suo posto entra Çani.
Dentro anche Gomez per Castro. Al 77’ il Siena prova a sollevare la
testa con un buon destro di Mannini dal limite, ma Frison controlla
senza problemi. Risposta immediata degli etnei, con un bel triangolo tra
Gomez e Çani, con quest’ultimo che impegna severamente Pegolo costretto
a rifugiarsi in corner. I minuti scivolano via senza altre emozioni ed
il Catania può festeggiare i suoi 51 punti, così come Bergessio la sua
prima tripletta in Serie A.
Andrea Mazzeo (www.catania46.net)
CATANIA - SIENA: 1-1
De Silvestri, Spolli
SAMPDORIA (3-5-2): Da Costa; Castellini,
Palombo, Gastaldello; De Silvestri, Renan, Obiang, Poli (87’ Munari),
Estigarribia; Eder (62’ Sansone), Maxi Lopez. A disp.: Romero, Berni,
Mustafi, Rossini, Berardi, Poulsen, Soriano, Maresca, Rodriguez, Icardi,
Sansone. All.: Rossi.
CATANIA (4-3-3): Frison; Izco, Rolin,
Spolli, Marchese; Biagianti, Lodi (79’ Keko), Almiron; Barrientos,
Gomez, Bergessio (92’ Çani). A disp.: Terracciano, Messina, Potenza,
Augustyn, Legrottaglie, Ricchiuti, Castro, Salifu, Doukara. All.: Maran.
ARBITRO: Celi di Bari. AMMONITI: De
Silvestri (S), Almiron, Marchese, Rolin, Keko (C).
UN PARI CHE ACCONTENTA TUTTI - (Andrea Mazzeo -
catania46.net)
Un Catania non bello da vedere, complice la pochezza
di Lodi ed Almiron a centrocampo, strappa un punto importante a Genova,
contro la Sampdoria. Dopo il meritato vantaggio dei blucerchiati con De
Silvestri, la squadra di Maran, molto labile in attacco, trova il
pareggio con Spolli, anche se l’azione è viziata da un fuorigioco di
Bergessio non ravvisato dal guardalinee. Poco male se si considerano
tutti i torti arbitrali subiti dagli etnei durante l’anno. Il Catania va
a 52 punti e si porta ad un solo punto dall’Inter, oggi crollata in casa
contro la Lazio. Il sorpasso e l’ottavo posto potrebbe arrivare sabato
sera contro il Pescara (nerazzurri in campo a Marassi contro il Genoa).
Rossi conferma le indiscrezioni della vigilia ed
inserirsi Palombo in difesa, riproponendo sull’esterno Gastaldello. In
avanti la sorpresa è l’innesto di Maxi Lopez al posto di Sansone. Ancora
panchina per Icardi. Maran abbandona l’idea 3-5-2 e si affida al
consueto 4-3-3 con Izco al posto di Alvarez e Gomez fa staffetta con
Castro nuovamente nel tridente offensivo.
Clima surreale dopo i tragici fatti del porto di
Genova. Marassi è ammutolito ed i tifosi blucerchiati limitano al minimo
le urla di incoraggiamento verso i propri beniamini. L’avvio dei padroni
di casa è subito importante e Rolin è spesso costretto a metterci una
pezza per evitare pensieri a Frison. Il Catania si limita a concedere il
pallino del gioco alla squadra di Rossi e la formazione rossazzurra
resta tutta dietro la linea del pallone.
Il silenzio di Marassi viene interrotto quando da
Palermo giungono notizie positive: il vantaggio dell’Udinese con la rete
di Muriel. Dopo vari tentativi dei liguri senza centrare la porta, al
17’ sul cross teso di Eder dalla destra, Frison è costretto a metterci i
pugni per allontanare. Il centrocampo etneo è latitante con Almiron e
Lodi decisamente sotto tono. A peggiorare la situazione si registra
anche un problema a Spolli, a cui gira la testa.
La Sampdoria, superata la mezzora, sale in cattedra
e, dopo aver sfiorato la rete con Maxi Lopez (bravo Frison
nell’intervento), al 35’ trova il meritato vantaggio con un colpo di
testa di De Silvestri che sovrasta Marchese e deposita in rete il
perfetto cross proveniente dalla destra. Il gol dei blucerchiati arriva
al momento giusto, dato che al Barbera il Palermo trova il pareggio con
Miccoli su rigore. Il Catania sembra rimasto all’Aeroporto Fontanarossa
e per l’estrem difensore Da Costa c’è un biglietto omaggio per assistere
al match. Finisce il primo tempo e lo zero nella casella dei tiri in
porta del Catania la dice lunga sulla prestazione degli etnei.
Negli spogliatoi Maran sprona i suoi ed un campo si
vede subito un altro Catania, anche se la difesa Sampdoria è sicura di
sé, specie con un sontuoso Palombo sempre puntuale negli interventi. Le
azioni nella ripresa languono e Rossi inserisce Sansone al posto di uno
stanchissimo Eder. Al 62’ ci prova dalla distanza l’ex Maxi Lopez, ma la
diagonale dell’attaccante argentino è troppo larga. Poco dopo, Frison è
costretto prima ad uscire di piede della sua area per interrompere
un’azione pericolosa di Sansone, poi ad intervenire in modo decisivo
sulla conclusione velenosa di Renan.
Nel momento migliore dei blucerchiati, il Catania
trova il pareggio: calcio di punizione di Lodi che trova la sponda in
area di Bergessio per Spolli, che di testa supera un approssimativo Da
Costa. Polemiche doriane per un evidente fuorigioco di Bergessio non
ravvisato dal guardalinee. La reazione della squadra di Rossi non si fa
attendere, specie dopo il momentaneo pareggio del Palermo contro
l’Udinese. Al 76’ è clamoroso il palo colpito da Sansone a botta sicura
con Frison completamente immobile sulla conclusione ravvicinata.
Nonostante Benatia riporti in vantaggio l’Udinese a
Palermo, la Sampdoria vuole il successo. All’82’ intervento pericoloso
di Spolli su Maxi Lopez in area: l’attaccante argentino va giù, ma
l’arbitro Celi lascia proseguire. Due minuti dopo, De Silvestri va ad un
passo dalla doppietta ma solo una deviazione gli nega la gioia del
secondo sigillo personale.
Nel finale sale in cattedra Frison, ancora una volta
decisivo. L’estremo difensore etneo salva il risultato prima su Renan e
poi Maxi Lopez. Alla luce del risultato di Palermo, la Sampdoria abbassa
i ritmi (anche se Obiang si divora un’azione pazzesca all’ultimo
secondo) e dopo tre minuti festeggia la salvezza. Un Catania tutt’altro
che irresistibile vola a quota 52 punti e rosicchia un punto all’Inter.
CATANIA - PESCARA: 1-0
Gomez
CATANIA (4-3-3): Andujar; Bellusci, Legrottaglie (23’ Biagianti), Spolli,
Capuano; Izco, Lodi, Almiron (71’ Castro); Barrientos (91′ Salifu),
Bergessio, Gomez. A disp: Frison, Terracciano, Potenza, Marchese,
Augustyn, Ricchiuti, Keko, Doukara, Çani. All. Maran.
PESCARA (4-2-3-1): Perin; Zanon, Balzano (73’ Zauri), Cosic, Capuano;
Blasi (81’ Iannascoli), Togni; Di Francesco, Bjarnason, Bocchetti;
Sforzini. A disp: Falso, Kroldrup, Bianchi Arce, Cascione, Mancini,
Catalano, Vukusic, Celik, Abbruscato, Caraglio. All. Nobili-Bucchi
ARBITRO: Pasqua di Tivoli. AMMONITI: Bellusci (C), Cosic, Bocchetti (P).
Al termine del match tra Catania e Pescara, Ciro
Capuano, ha parlato ai microfoni dei cronisti nella mix zone: “E’ stato
emozionante questa sera. Abbiamo regalato ai nostri tifosi una
bellissima emozione e vogliamo regalargliene ancora delle altre. Siamo
la rivelazione di questo campionato. Non era semplice vincere questa
sera, le squadre che vengono qui al Massimino si difendono sempre bene.
In questa stagione sono stato un po’ sfortunato ma sono contento di aver
giocato questa partita. A Catania sto benissimo, sono disposto a
rimanere qui ma dipende anche dalla società, fosse per me resterei senza
problemi”.
Al termine del match contro il Pescara, abbiamo raccolto le
dichiarazioni del capitano rossazzurro, Mariano Izco. Queste le sue
parole in mix zone ai microfoni dei cronisti: “Abbiamo fatto di tutto
per vincere questa partita, volevamo far contenti i nostri tifosi,
adesso l’obiettivo è l’ottavo posto. Questa partita è stata emozionante,
come molte altre in questa stagione. Abbiamo disputato un campionato
straordinario, lottare per l’Europa è stato motivo di soddisfazione per
noi”.
Subito dopo il match tra Catania e Pescara, abbiamo sentito
l’amministratore delegato etneo, Sergio Gasparin. In mix zone il
dirigente rossazzurro ha parlato della splendida stagione del Catania,
evitando di parlare di voci di mercato: “Mi sono emozionato parecchio
quando i ragazzi hanno fatto il giro del campo. E stata un’annata
straordinaria, soprattutto per l’atteggiamento e la compattezza con cui
abbiamo superato momenti più brutti. Oggi abbiamo suggellato questi
concetti e questi valori. Molti pensavano che ci saremmo fermati dopo i
26 punti dell’andata e invece abbiamo già fatto 29 punti in questo
girone di ritorno. Siamo stati sempre coerenti in questo senso. Adesso
ci godiamo questa notte rossazzurra. C’è un po’ di rammarico per qualche
occasione persa ma devo dire che sono molto soddisfatto di quello che è
stato il nostro percorso. A tal proposito volevo elogiare il presidente
Pulvirenti e tutto il nostro staff. Eravamo sicuri di puntare su Maran.
E’ un grande professionista e i risultati gli danno ragione, sono
inconfutabili“.
Festa grande in casa Catania dopo il successo nell’anticipo serale del
Massimino contro il Pescara. Grazie al successo contro gli adriatici, la
squadra di Rolando Maran vola a quota 55 punti e sorpassa l’Inter in
attesa della sfida di Marassi contro il Genoa. Intervenuto ai nostri
microfoni, il tecnico etneo ha parlato della splendida stagione dei
rossazzurri: “Mi sono emozionato a fine gara con un finale che
meritavamo. Questo è il giusto premio per noi è per la città. Quello che
ho visto stasera me lo porterò per tanto tempo. Mi auguravo di fare una
splendida stagione così, la mia prima in serie A. La stagione di
Barrientos? Ha avuto qualche problema fisico ma il lavoro ha pagato.
Tanti record quest’anno, proveremo a centrare anche quello delle
vittorie esterne a Torino. Noi ci crediamo. Questi ragazzi meritano un
applauso ed ha fine gara mi è sembrato doveroso abbracciare anche Adrian
Ricchiuti che ha giocato poco. Sapevamo che la sfida con il Pescara non
era facile. Ora siamo ottavi fino a domani, ci crediamo e proveremo a
chiudere così fino alla fine. Marchese? Ha avuto dei problemi fisici ed
ho voluto dare spazio a Capuano”.
Pablo Barrientos, queste le parole raccolte in mix zone: “Per me è stato
emozionante ricevere l’applauso di tutto il pubblico del Massimino al
termine della gara. Se la prossima stagione sarò ancora qui? Spero di
si, dipende comunque anche dalla società. Io ho un contratto con il
Catania e per adesso sto bene qui. Se dovessi dare un voto a questo
Catania? Dieci sicuramente, la stagione è stata perfetta. Non abbiamo
mai mollato, siamo una squadra davvero forte. Abbiamo grandi qualità ma
siamo soprattutto uomini. Non penso al futuro, voglio solo terminare al
meglio la stagione”.
Il pubblico del “Massimino” non vuole più andare via alla fine della
partita contro il Pescara, sconfitto per 1-0, per salutare e ringraziare
la squadra per lo straordinario campionato dei propri beniamini, giunti
momentaneamente all’ottavo posto superando l’Inter che sarà di scena
domenica contro il Genoa. Maran schiera il classico 4-3-3 con Capuano e
Bellusci esterni di difesa e la squadra parte di slancio creando
occasioni a ripetizione nella prima frazione di gioco, ma vuoi per la
troppa precipitazione, vuoi per le spettacolari parate di Perin, prima
su Barrientos, strepitosa la sua prova, poi su Gomez, il primo tempo
termina a reti inviolate.
Nella ripresa il Catania passa subito con Gomez che raccoglie un assist
di Bergessio e trafigge Perin, realizzando probabilmente il suo ultimo
gol al “Massimino” con la maglia rossazzurra. Il Catania amministra il
vantaggio mentre il Pescara prova ad impensierire Andujar con Sforzini,
ma il portierone fa buona guardia, con gli etnei che cercano il
raddoppio con Bergessio e Barrientos, ma la gara termina con il
risultato di 1-0 e può bastare per festeggiare i giocatori che fanno la
passerella attorno al campo, unica nota stonata l’uscita di Legrottaglie
con una sospetta frattura dello zigomo.
Il Catania di Rolando Maran si congeda dal proprio pubblico con una
vittoria, sia pur di misura, con un Pescara già retrocesso e mentalmente
lontano dal rettangolo di gioco. Basta un gol di Alejandro Gomez a
spezzare le sorti di un match blindato da una prestazione maiuscola
dell’estremo difensore pescarese Perin. Il Catania vola a quota 55 e, in
attesa della gara di domani dell’Inter, vola all’ottavo posto. Festa per
tutta la squadra, specie per il “Papu” che saluta (forse per l’ultima
volta) il suo pubblico con un gol.
Maran per l’ultima stagionale al Massimino recupera Andujar e Bellusci e
li manda subito in campo al posto di Frison e dello squalificato Rolin.
Solo panchina per Marchese, prossimo a lasciare il Catania per
abbracciare i colori del Genoa: al suo posto confermato Capuano. Bucchi,
con la sua squadra ormai retrocessa da diverse settimane, è costretto a
fare la conta degli indisponibili e propone in attacco il solo Sforzini,
con Abbruscato e Caraglio inizialmente in panchina. A sorpresa non c’è
il rientrante Kroldrup in mediana: a formare il reparto davanti la
difesa c’è il tandem Blasi-Togni.
Nonostante gli adriatici siano ormai in B, l’avvio della squadra del duo
Nobili-Bucchi fa intendere di non voler regalare i tre punti ai
rossazzurri, ma alla prima vera occasione il Catania rischia di trovare
subito il vantaggio: è il 5’ quando sugli sviluppi di un calcio di
punizione, lo schema studiato in allenamento non permette a Barrientos
di sfondare in apertura, ma la palla sfiora il palo e termina fuori con
Perin sorpreso.
La squadra di Maran si diverte e fa divertire il pubblico del Massimino
(15.000 sugli spalti): il Catania ci prova a sfondare con Bergessio, il
cui tiro al volo al 11’ però finisce alto, e non di poco. Nonostante gli
etnei non alzino più di tanto i ritmi di gioco, al 15’ Perin è costretto
a volare per impedire a Capuano di trovare il primo gol stagionale. Dopo
appena 23’ finisce la gara di Nicola Legrottaglie: il difensore risente
di un colpo ricevuto allo zigomo e Maran precauzionalmente fa entrare
Biagianti, retrocedendo in difesa Izco.
I rossazzurri continuano a cercare il gol con insistenza, sfruttando un
Barrientos molto ispirato, peccato che Bergessio non appaia al meglio e
i traversoni del “Pitu” finiscono spesso per essere ribattuti dalla
difesa biancazzurra in evidente affanno. Al 36’ sul cross di Izco,
svetta di testa Almiron ma il tentativo è ancora fuori misura. L’assalto
dei padroni di casa non sortisce l’effetto voluto e le conclusioni di
Barrientos ed Almiron servono solo ad esaltare le doti di Perin. Finisce
il primo tempo ed è 0-0.
La ripresa inizia senza variazioni sullo scacchiere tattico delle due
squadre e con il Catania che continua a fare la partita. Al 48’
occasionissima per i rossazzurri: Bergessio lancia in area Biagianti che
calcia al volo, ma Perin continua a mantenere inviolata la propria
porta. Tre minuti dopo, il fortino pescarese crolla: perfetto assist a
centro area di Bergessio per l’accorrente Gomez che in spaccata fa secco
Perin e realizza l’ottava rete stagionale.
La rete del “Papu” galvanizza l’ambiente etneo e al 57’ Barrientos serve
l’ennesimo pallone d’oro per Bergessio che da posizione favorevole
sciupa calciando alto. Nel primo capovolgimento, Sforzini prova a
guastare la festa catanese, ma sul colpo di testa del “tagliagole” trova
la risposta di un puntuale Andujar. Una lunga discussione tra Bellusci e
Bocchetti costringe l’esordiente Pasqua ad ammonire entrambi i
giocatori.
Il forcing offensivo del Catania mette solo paura al Perin che, prima
deve intervenire di piede sulla conclusione di Almiron, poi deve
ringraziare il palo sul tiro direttamente da calcio d’angolo di
Barrientos. Ancora il “Pitu” si destreggia in gioco di prestigio al 76’
facendo fuori tre difensori in uno spazio strettissimo, poi serve la
sfera a Bergessio che con il piattone non riesce a superare un ottimo
Perin. Dopo due minuti di recupero finisce una gara senza sussulti, ma
l’importante oggi era vincere e salutare degnamente i tifosi.
TORINO - CATANIA: 1-0
Almiron, Cerci, Bergessio, Bianchi
TORINO (3-5-2): Coppola; Rodriguez, Di Cesare, Ogbonna; Darmian, Bakic
(69’ Gazzi), Vives (46’ Brighi), Basha, Caceres; Jonathas (51’ Bianchi),
Cerci. A disp.: Gillet, Gomis, Diop, Glik, Masiello, Gomis, Menga,
Meggiorini. All. Ventura.
CATANIA (4-2-3-1): Frison; Izco, Bellusci, Spolli, Capuano (56’ Augustyn);
Biagianti, Almiron (48’ Sciacca); Barrientos, Castro, Gomez (88’
Petkovic); Bergessio. A disp.: Andujar, Terracciano, Cabalceta,
Ricchiuti, Çani, Salifu, Keko, Doukara. All.: Maran
ARBITRO: Peruzzo di Schio. AMMONITI: Frison, Augustyn (C).
Il Catania saluta i suoi tifosi con un bel pareggio
all’Olimpico di Torino. Due volte in vantaggio e due volti ripresi, la
squadra di Maran non guasta la festa d’addio di Rolando Bianchi (autore
del gol del definito 2-2). A segno per i rossazzurri Almiron e Bergessio.
Grazie al contemporaneo ko dell’Inter (tracollo in casa contro l’Udinese
di Guidolin), il Catania chiude all’ottavo posto e l’anno prossimo
partirà come testa di serie della Coppa Italia. Complimenti a tutti!
Nessuno escluso!
Serata particolare per il Torino, dato il sicuro addio di Rolando
Bianchi (lasciato inizialmente in panchina) ed il probabile saluto di
Ventura ai granata. Dopo lo stucchevole “biscotto” nel pari interno
contro il Genoa, i tifosi pretendono una prova d’orgoglio per l’ultima
in casa. Se i padroni di casa hanno già ottenuto l’obiettivo stagionale,
il Catania è ancora in corsa per un ottavo posto che permetterebbe ai
rossazzurri di eguagliare i record degli d’oro del ’60 ed evitare un
fastidioso turno estivo in Coppa Italia. Maran, oltre alle assenze
annunciate degli infortunati Legrottaglie, Alvarez e Potenza, dovrà fare
a meno anche di Marchese, Rolin e Lodi. In panchina sono presenti i
giovani della Primavera, Cabalceta e Petkovic. Etnei sbilanciati in
avanti con un quartetto d’archi formato da Castro, Barrientos, Gomez e
Bergessio.
L’avvio
di gara inizia positivamente per gli etnei, che ricevono da Milano la
notizia del vantaggio dell’Udinese dopo pochi secondi con Pinzi. Dopo
uno studio tra le due squadre, è il Torino a farsi pericoloso: al 5′
Cerci reclama il calcio di rigore per un leggero contatto in area con
Spolli. Passano pochi secondi e Frison è costretto a non usare mezze
misure per fermare l’attaccante granata: giallo per l’estremo difensore
etneo e punizione dal limite non sfruttata da Caceres.
Il Catania è molto schiacciato dietro la linea del pallone e si affida
solo all’estro geniale del Pitu Barrientos, spesso fermato dai difensore
locali con le cattive. Continua il duello a distanza tra Cerci e Frison,
con l’attaccante granata che al 16’ impegna severamente il portiere ex
Vicenza, costretto ad un plastico tuffo per salvare la propria porta dal
velenoso diagonale del numero 7 granata. I risultati provenienti da San
Siro (1-2 per i friulani) confortano i rossazzurri, che giocano in campo
senza necessità di accelerare i ritmi.
Nonostante lo svantaggio dell’Inter, il Catania passa in vantaggio al
primo tentativo utile: errore difensivo dei locali, ne approfitta Castro
che guadagna la profondità e serve ad Almiron un pallone d’oro che il
centrocampista scaraventa dietro le spalle di Coppolo. 4 gol stagionale
per l’argentino che eguaglia lo score di reti realizzate nella sua prima
stagione a Catania. Lo svantaggio scuote i padroni di casa che ci
provano a stretto giro, prima con Jonathas e poi con Cerci (che realizza
pure di testa in bello stile), ma in entrambi i casi arrivano puntali le
chiamate di offside. Dopo un altro rigore reclamato dal Toro (ridicolo
chiedere il fallo di mano con Spolli in caduta). Finisce un primo tempo
tutto positivo: Torino-Catania 0-1; Inter-Udinese 1-3.
Novità nella ripresa, con Ventura che mette dentro Brighi per Vives,
mentre dura appena due minuti il secondo tempo di Almiron: problemi
fisici per lui, entra Sciacca. Al 51’ arriva il momento di Rolando
Bianchi, accolto da un tifo da brividi dell’intero stadio piemontese. Il
Torino si carica e dopo vari tentativi al 53’ arriva il meritato
pareggio granata: Cerci triangola con Brighi e segna con un preciso
diagonale su cui nulla può Frison. L’ingresso in campo del capitano
granata carica l’ambiente ed il Catania sembra decisamente in debito
d’ossigeno.
Maran ridisegna la squadra ed inserisce Augustyn al posto di Capuano.
Dopo un tentativo non andato a buon fine di Gomez, il Catania ritrova il
vantaggio: è il 63’ quando su un pasticcio di Ogbonna, ne approfitta
Bergessio che dal limite dell’area realizza il tredicesimo gol con un
tiro incrociato dal limite che supera imparabilmente Coppola. La rete
del “Toro” non spegne l’entusiasmo etneo, che viaggia sulle ali del
vantaggio e sull’andamento della sfida del Meazza (Inter-Udinese 2-5).
I padroni di casa giocano con il solo intento di far segnare Rolando
Bianchi ed all’82’ il numero 9 prima ci va vicino colpendo il palo con
Frison battuto, poi 60 secondi dopo realizza a pochi centrimetri dalla
porta eludendo l’intervento di Bellusci, palesemente in ritardo. Esplode
l’intero stadio che esalta le doti realizzative del bomber granata. Il
Torino prova a chiudere la gara vincendo la sfida ed all’87’ Darmin di
testa sfiora il clamoroso gol. A pochi minuti dalla fine, Maran manda in
campo per l’esordio in Serie A il giovane Bruno Petkovic al posto del
“Papu” Gomez che saluta il Catania e, probabilmente anche l’Italia.
Dopo tre minuti di recupero finisce l’ultimo atto di questo spettacolare
campionato. Il Catania chiude all’ottavo posto e taglia il traguardo dei
56 punti stagionali. La squadra di Maran partirà il prossimo anno dopo
aver chiuso il torneo tra le prime otto migliori del massimo torneo
italiano. Chapeau a Maran e alla squadra. Ora è il turno delle meritate
vacanze.
L’orologio scandisce le ultime ore in rossazzurro per
l’italo-argentino Adrian Ricchiuti. Stasera il fantasista chiuderà
la sua avventura al Catania durata ben 4 anni. Arrivato in Sicilia nella
stagione 2009/10 dal Rimini, Ricchiuti con la casacca etnea ha
collezionato 86 presenze mettendo a segno quattro reti, realizzate ai
danni di Cagliari, Bari, Milan e Chievo. Festa grande ieri sera con i
compagni di squadra che gli hanno dedicato una festa ed splendido
messaggio sulla lavagna dell’albergo in cui i rossazzurri sono in
ritiro: “Adrian gracias por tu futbol“. Ricchiuti ha ringraziato in sui
compagni in un commosso “tweet” apparso sulla sua pagina personale del
famoso social network: “Ragazzi grazie sempre nel cuore“. Il suo futuro?
“Rumors” parlano di un interesse di Trapani, Rimini e Messina.
Un
pareggio che chiude una stagione esaltante per il Catania targato
Rolando Maran. Al suo esordio in Serie A, l’allenatore trentino si è
reso protagonista di un campionato strepitoso, conclusosi con tanti
record ed un ottavo posto di prestigio. Sentito nella “mix zone” dello
stadio Olimpico di Torino, Maran parla della classifica, senza
tralasciare i rimorsi per un piazzamento Europa non arrivato: “I
complimenti fatti a me li giro alla squadra ed a tutto lo staff. Nello
spogliatoio abbiamo festeggiato stappando una bottiglia, come da rito.
E’ motivo di grande orgoglio esser stato un tecnico di questa squadra
che è riuscita a salire così in alto. Siamo andati oltre i nostri limiti
e sempre al massimo dall’inizio alla fine. Nel corso della stagione è
stata tangibile la crescita di motivazioni e mentalità. Dobbiamo essere
fieri di questi aspetti. Finire il campionato in questo modo fa capire
come siamo cresciuti. È un insieme di record e prestazioni notevoli che
hanno fatto sì che si riuscisse ad arrivare a certe cifre e a certi
numeri. Da ricordare che quasi tutti i nostri attaccanti hanno battuto
il loro record personale di gol. Se andiamo a rileggere questo
campionato, al di là degli incidenti di percorso dovuti a noi, altri
eventi hanno condizionato parecchio, ma noi dobbiamo guardare solo a
noi. L’anno prossimo? L’obiettivo sarà anzitutto salvarsi e stupire
ancora. Dobbiamo ripartire ricominciando da zero e confermando ciò che
abbiamo fatto di buono. Mi fa piacere aver fatto esordire tutti i
ragazzi del gruppo rendendoli partecipi di questo Catania dei record. Mi
dispiace per Terracciano. Purtroppo quello del portiere è un ruolo
particolare. Ma il resto della squadra è entrato tutto il campo. Ho
voluto schierare un giocatore della Primavera per premiare la squadra
che ha raggiunto la finale scudetto“.
Una stagione strepitosa, terminata con un punteggio finale record ed una
graduatoria invidiabile: 56 punti ed ottavo posto. Nonostante la festa
in casa rossazzurra, l’unica nota stonata sarebbe rappresentata dal
possibile addio dell’amministratore delegato Sergio Gasparin.
Sentito nella “mix zone” dello stadio Olimpico di Torino, il dirigente
etneo glissa e si sofferma sui risultati: “Abbiamo finito la stagione
come avevamo promesso. Spero ricordiate che si diceva che, una volta
raggiunta la salvezza, c’era il rischio di togliere il piede
dall’acceleratore. Abbiamo risposto ottenendo il miglior risultato
possibile, facendo anche meglio che nel girone d’andata. Abbiamo chiuso
col record di punti e l’ottavo post: un risultato importante ed un
traguardo che festeggiamo tutti insieme, tra l’altro suggellato dal
debutto di Petkovic che rappresenta in maniera emblematica
l’attestazione per il grande lavoro del settore giovanile. Un debutto
che va diviso con gli altri ragazzi della Primavera che giocheranno le
Final Eight. Lui è una scommessa che abbiamo fatto tutti insieme.
Raccogliamo i frutti di un lavoro sinergico che abbiamo fatto tutti
insieme ed è coinciso con risultati importanti dal punto di vista
sportivo e gestionale. Questa, inoltre, sarà l’ennesima stagione che si
chiuderà con il bilancio in utile per questa società. Il mio futuro?
Questa sera mi godo i risultati che abbiamo colto, nei prossimi giorni
avrete una risposta circa la mia partenza o meno. Sarà una notizia ed
una decisione basata sulla credibilità che ha sempre contraddistinto
questa nostra stagione“.
Gasparin lascia il Catania
Risoluzione consensuale del contratto tra la società rossazzurra e il
suo amministratore delegato. Ufficiale la nomina di Cosentino alla
vicepresidenza del nuovo Cda
Si chiude dopo una sola stagione l'avventura al Catania di Sergio
Gasparin, che la scorsa estate aveva ereditato la scrivania di Pietro Lo
Monaco.
La società rossazzurra, in una nota, ha fatto sapere che "dopo un
incontro avvenuto stamane in sede fra il presidente Antonino Pulvirenti
e l'amministratore delegato Sergio Gasparin, si è deciso di risolvere
consensualmente il contratto in essere fra le parti". "Si esprime
reciprocamente stima ed apprezzamento per il grande lavoro svolto in
questa stagione sportiva e per il proficuo rapporto professionale
intercorso".
Contestualmente, il club rossazzurro ha ufficializzato la composizione
del nuovo consiglio d'amministrazione, che vede la nomina di Pablo
Cosentino, procuratore di numerosi calciatori argentini (incluso
l'ultimo nuovo acquisto Leto), quale vice presidente. Completano il Cda
l'altro vice presidente Angelo Vitaliti e il consigliere Giuseppe
Bonanno.
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