Ci sentiamo TUTTI pronti quando giudichiamo le decisioni che prendono o che devono prendere gli altri, ma quando ci troviamo noi stessi di fronte a questi momenti perdiamo TUTTE le nostre sicurezze. Ecco esattamente il mio attuale stato d'animo!!!Sì, perchè in questi giorni ho dovuto prendere una cruda decisione professionale che andava a contrastare con i miei naturali ed umani sentimenti. E che solo grazie alla serietà, comprensione e disponibilità del Presidente e del Direttore Generale del CATANIA Calcio ho potuto prendere. "LORO" mi hanno capito!!! Pensate, mi hanno dato da lavorare (ero a casa senza squadra), mi hanno sostenuto durante la stagione ed adesso, dietro mia richiesta, mi hanno detto : "Grazie Sinisa per quello che ci hai dato in questa bellissima stagione sportiva. Abbiamo conosciuto un grande persona che resterà sempre nei nostri cuori, e che riteniamo sia giusto che porti avanti le sue ambizioni professionali". INCREDIBILE!!!
Una delle più belle manifestazioni di stima che abbia ricevuto in vita mia. Mille GRAZIE al CATANIA Calcio!!! E GRAZIE mille a TUTTA Catania!!! E scusatemi CATANESI, cercate di capirmi, vorrei (ma non lo pretendo) che TUTTI i tifosi rossazzurri si potessero mettere al mio posto e prendessero la decisione che ho preso io. Forse chiedo troppo. Però almeno SCUSATEMI (so che questo lo farete) perchè ho conosciuto bene la
grandezza del Vostro
"CUORE". Eppoi, non dimenticate, che gli allenatori passano e che la cosa più importante per Voi è che resti l'attuale SOLIDA Società. Solida e competente tanto da mettermi a
disposizione un organico di "prim'ordine". Sì, di "prim'ordine": TECNICO e MORALE!!!
Ho conosciuto infatti, un gruppo di calciatori a dir poco FANTASTICO. Che mi hanno dato di più di quello che era nelle loro possibilità: sì, mi hanno dato di più. Come hanno fatto non lo so, sono ancora a domandarmelo. Inoltre, anche se all'interno della squadra ci sono 6/7 GRANDI calciatori ed il livello tecnico medio è MOLTO elevato, la cosa che li ha maggiomente contraddistinti è un FENOMENALE "spirito di squadra"!!! Calciatori ed uomini SPLENDIDI!!!

Grazie CAMPIONI. TUTTI devono essere ORGOGLIOSI di "Voi" !!!

Sinisa MIHAJLOVIC

P.S.: Spero di trovare, presto, da lavorare per legittimare la mia decisione e le mie ambizioni professionali e di tornare a CATANIA da avversario leale come leali siete stati TUTTI Voi con me.

 

 

 

 

 

 

DUE PAROLE DA UN DISFATTISTA PENTITO.

Lo ammetto. Faccio parte di quella schiera di disfattisti che a dicembre del 2009 vedevano il Catania dritto dritto in serie in B, che Bizzarri e Stovini non era stati degnamente sostituiti dalla Società e che questa, dopo anni di miracoli, stavolta aveva fatto il botto.

Oggi sono pentito. Non sono un addetto ai lavori né un giornalista specializzato; non conoscendo come si vive dentro a una Società professionistica ed essendo all’oscuro di certi fatti, evoluzioni e malesseri che solo in quella sede si conoscono, da profano alla fine mi son dovuto ricredere. Avevano ragione, chiedo scusa.

Le mie parole son cose che si dicono; come milioni di italiani anch’io mi sono autoproclamato un estemporaneo CT della Nazionale dicendo pure la mia e annunciando la mia ruspante formazione al Bar dello Sport di turno. Ma solo quello, perché la passione da tifoso rossazzurro non mi è mai mancata (come si vede palesemente da queste pagine). E’ sempre lì, incrollabile, e se mi sono improvvisato una pessima Cassandra l’ho fatto solo in buona fede e per amore della squadra della mia città. Ma non era soltanto il sottoscritto a pensarla così, in città erano in molti. In effetti nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla salvezza, anche se Lo Monaco e Pulvirenti ripetevano che la squadra era la più forte costruita durante la loro gestione. "Ma che dicono? Dai, prepariamoci al peggio. Che fine faremo?"

Poi il miracolo, anzi di più. Chi avrebbe mai immaginato tutto quel ben di Dio dopo l’esonero di Atzori? Nove punti al girone di andata avrebbero abbattuto chiunque, significavano l’anticamera dell’inferno. Insomma, eravamo spacciati e solo quei due ci credevano ancora.

I 45 punti finali hanno qualcosa dell’incredibile, un girone di ritorno da pazzi forsennati, una media da Champions League per non dire da scudetto, con la concentrazione a mille e un gruppo di marmittoni trasformato da Mihajlovic in una banda di predoni che ogni domenica non guardava in faccia nessuno, senza alcun rispetto per il blasone di squadre che hanno fatto la storia del calcio italiano. Tutte, nessuna esclusa, hanno dovuto chinare il capo davanti all’elefante.

Tutti i ragazzi hanno dato l’anima. Ognuno di loro, con capacità o proprietà diverse, per la sua parte ha sputato qualcosa per la causa comune.

Per san Giuseppe Mascara sono stati versati quintali e quintali di inchiostro, e altrettanti ancora non basterebbero per celebrare colui che rimarrà per sempre nella storia del Calcio Catania. Alla pari (ma decisamente di più) di Cinesinho, Fogli, Calvanese, Mastalli e Prenna, Giuseppe rappresenta la storia del calcio sotto l'Etna. Perchè lui, da solo, è il fotogramma vivente di questi anni di follia che stiamo vivendo.

Il portierone Andujar è “U Cani Niuri”, come lo ha definito il buon Pennisi per quel fisico imponente e quelle manone. Come dicevo prima, vedendo le sue prestazioni all'inizio del torneo già rimpiangevo Albano Bizzarri ma durante il campionato Mariano è rientrato in corsa, garantendo sicurezza fra i pali e rendendo i suoi compagni di reparto traquilli e consapevoli che ad ogni uscita la palla era solo di questo gigante. Due importanti interventi contro la Fiorentina valgono, da soli, tutto il campionato. Sarà il futuro Vavassori.

Alvarez, a guardarlo con quella pancetta (a Catania direbbero n'puppitteddu) sembra uno di quei catanesi che giocano nei campionati aziendali serali, in squadre tipo "Gli amici del Corso" e che dopo la doccia si vanno a strafogare di carne di cavallo e seltz e limone a "Via 80 palmi". Ma l'aspetto fisico inganna, dopo due anni in sordina è stato una delle sorprese di quest'anno. Oggi è un terzino di livello internazionale. Splendido il suo assist a Lopez nella vittoria con l'Inter.

Discorso diverso, invece, per Bellusci e Morimoto. Mi dispiace, ma non ci siamo. In un panorama in cui c'è penuria di difensori italiani (figuriamoci che ai Mondiali andiamo con Legrottaglie!), il terzino è quel che passa il convento. L'attenuante è che raramente ha giocato nel suo ruolo di centrale, bensì da terzino destro e siccome lo scatto e la velocità non sono proprio il suo forte, si è beccato due cartellini rossi proprio perchè è ricorso al fallo quando saltato come un birillo dall'ala avversaria. Anche sulla costruzione del gioco non mi sembra granchè. Forse è stato sopravvalutato, mi dispiace ma non mi sento di dire che deve ancora crescere, perchè le doti di un campione si vedono subito. Un consiglio estetico: visto che ha delle sopracciglia a foresta, perchè pelarsi totalmente per poi sembrare Mounsier Landrù?

Il giapponese non so più se definirlo una vera punta, perchè da fuori area parte bene ma poi nell'area piccola divora anche i più facili dei gol. Tutti dicevano "ha dalla sua la giovane età". Son passati 4 anni, e credo che gli sia rimasta solo la giovane età. Per lanciarlo, il Catania gli ha offerto tutto il girone d'andata da titolare e lui l'ha sprecato. Qualcuno dice che aveva sulle spalle grandi responsabilità. Quando esplose, Paolo Rossi al Vicenza aveva 20 anni, come Anastasi al Varese....... Altri suoi coetanei, che di occasioni hanno soltanto i 10 o i 5 minuti finali, lo invidiano. E' rimasto l'eterna promessa.

Gli altri? Tutti delle vere rivelazioni: dall’estro e la classe di Llama, sul quale non avrei scommesso un bel niente e che oggi è inseguito da tutti, al motorino settepolmoni Izco che sotto le ali del Catania è diventato un calciatore di rango; da Biagianti che qui da noi ha raggiunto la Nazionale all’indimenticabile Malaka che con le sue giocate ci ha deliziato per tre anni.   

E infine c'è lui: l’uomo con i lunghi capelli che sembra la  figurina di un album di fiabe Manga, con la chioma bionda da bel cavaliere che svolazza al vento dopo la liberazione dal dragone cattivo: Maxi Lopez.

Grazie alla genialità di Lo Monaco, nei primi giorni di febbraio (sembra avercelo mandato Sant'Agata) questo “liberatore”è arrivato qui e ….  non abbiamo capito più niente! Abbiamo visto cose incredibili, giocate mai viste da queste parti e undici gol uno più bello dell’altro che hanno salvato il Catania dal baratro. Non sono sicuro che oggi avremmo festeggiato la salvezza se non fosse arrivato lui.

Maxi Lopez è nato per fare il centravanti. Quando i difensori avversari se lo vedono sbucare dentro le loro retrovie, come un fantasma dalla nebbia, è ormai troppo tardi. Quando alla fine lo vedono ben per intero, pronto a perforarli, non c’è più tempo per rimediare al danno: la gallina bionda sta già per colpire. E loro, portiere compreso, non hanno più scampo.

Osservatelo bene: vaga per il campo come una leonessa nella Savana africana mentre, affamata, cerca l’antilope malata per abbatterla. Possiede la grande dote di captare il difensore in difficoltà, quasi a sentirne i globuli sanguigni in affanno, il ritmo cardiaco accelerato dalla paura di sbagliare e corre come un felino su di lui per attaccarlo, per togliergli la palla e andare in rete. Si muove con un’eleganza e una plasticità che oggi è difficile vedere in giro. Non sa nemmeno lui perchè lo fa. Lo fa e basta.

E’ un animale da area di rigore nato, completo in tutti i sensi: elevazione, tecnica, agilità, proprietà acrobatiche, intuito, insaziabile fame da gol, opportunismo, visione di gioco, precisione e potenza nel tiro (destro e sinistro). Tutte doti che farebbero la gioia di ogni presidente Paperone.

Anche qui abbiamo avuto grandi attaccanti e di un certo valore, vedi Cantarutti, Oliveira, Prenna, Calvanese, Bonfanti. Ma con tutto il rispetto per loro, erano fatti su misura per gli obiettivi del Catania: salvezza dalla B o promozione in A. Qui siamo davanti a qualcuno che non abbiamo ancora capito perchè è qui.

Nell'ultima partita mi sono avvicinato vicino la bandierina per vederlo in azione e avvertivo la stessa sensazione che avevo da ragazzino: la voglia di veder giocare da vicino il campione che calpestava il Cibali, ma con la differenza che il campione che avevo davanti aveva la casacca rossazzurra. Stavolta era mio!

E poi vederlo sfondare la stessa rete sfondata da Manca una decina di anni fa, quando la squadra ricominciò la sua risalita, fa un certo effetto. Lopez è stato il valore aggiunto, il salto di qualità del Catania, è qualcosa che qui non eravamo abituati ad avere, a vedere, applaudire. Molti hanno detto “Ma che c’entra col Catania? Questo è un fuoriclasse, che ci sta a fare qui? Non è un giocatore per noi, ce lo possiamo permettere?” 

In effetti è sembrato un lusso, una meteora. Tuttavia, sarebbe ora di finirla di considerare il Catania come la squadretta che non può permettersi certe cose. Perché il Catania non potrebbe continuare ad essere il proprietario di Maxi Lopez? Perché il Cagliari ci riuscì con Gigi Riva, entrando nella storia con lo scudetto del 1970? Perché la Samp tricolore si tenne stretti Vialli e Mancini? Perchè Verona e Parma sì e noi no? Perché gli altri possono farlo e il Catania no? Cos’hanno di più?

Se è arrivato davvero il momento di pensare in grande, far rimanere Maxi significa mettere realmente in atto quelle ambizioni europee dichiarate da Nino Pulvirenti. Intanto il diretto interessato si domanda perché tutto il clamore per la paura di perderlo che si è creato attorno a lui. Ogni volta che la stampa strimpella le sue imminenti partenze verso altri lidi, la Gallina bionda smentisce puntualmente tutti dichiarando che vuole rimanere qui, che è innamorato di Catania, del sole, del mare, del pesce, della gente. Proprio come fece Gigi Riva quando decise di rimanere in Sardegna), fa capire che non ne fa una questione di soldi e ribadisce di essere già pronto per il nuovo anno in rossazzurro promettendo faville.  

Prenna si innamorò del porto di Ognina e ci rimase tutta la vita.  Come per altri giocatori del passato, sta accadendo la stessa cosa con questi altri; già Baiocco, Sottil, Spinesi sono rimasti qui. Signori, non vogliono più andarsene! E la colpa è un un po' della Società: quando cercano una sistemazione per un nuovo arrivato lo spediscono in una casa in Riviera, Acicastello, Acitrezza, Scogliera, ecc. Come si fa, poi, a farlo andare via?

Anche Maxi se n'è accorto e sa pure che qui è diventato uno Zar e la bellissima moglie Wanda una regina, accolta in quella piccola comunità pallonara-argentina che ha fatto base ai piedi dell’Etna e che li fa sentire come in patria. Anche loro vogliono rimanere a Catania a vita.

Forse questi ragazzi sono l’esempio vivente che nella vita i soldi non sono tutto e che esistono altre soddisfazioni che meritano di essere colte.

Forse hanno capito che vivere a Catania (per certi versi) è una di queste.

  

Mimmo Rapisarda

 

Il miglior Catania targato Pulvirenti

Coerentemente con la mia impostazione critica, foondata esclusivamente sul campo, sui risultati, come avevo anticipato una settimana fa, eccomi qui a celebrare il miglior Catania dell'Era Pulvirenti, cioè il miglior Catania della storia del calcio moderno (il football degli anni '60 può tranquillamente essere considerato un altro sport). La constatazione si basa sì sul dato meramente artimetico, 45 punti (record) conditi dal tredicesimo posto finale, ma anche sulle prestazioni, veramente eccezionali, sciorinate da capitan Mascara e compagni nell'ambito di un girone di ritorno stratosferico: 30 punti (il doppio della tornata d'andata), settima difesa meno battuta in assoluto, vittorie con Juventus, Inter, Palermo e Fiorentina. In più, considerazione non certamente irrilevante, la valorizzazione di molti elementi ormai definitivamente divenuti beniamini dei tifosi. Il giro finale di campo, il tributo dato dai sostenitori a questi ragazzi costituiscono il momento più bello di tutto il campionato. L'auspicio è che tale idillio trovi una sua continuità d'espressione, anche quando giungeranno momenti bui, momenti del resto trascorsi nella prima parte di questo torneo. E' facile, infatti, salire sul carro del vincitore nel frangente dell'esaltazione collettiva, molto più difficile tirare il medesimo carretto quando le cose vanno maluccio. I veri tifosi non si riconoscono al fulgido sole della vittoria, ma nella tetra oscurità della sconfitta.

Ovazioni e lacrime d'addio
Più che sulla partita, una meritata vittoria sul Genoa firmata dall'undicesima rete stagionale di Maxi Lopez, è giusto concentrare l'attenzione sui tanti motivi d'interesse che hanno fatto da contorno all'evento. Innanzitutto Martinez e Russo. Che il Malaka, futuro protagonista al Mondiale suidafricano, possa lasciare il Catania è nell'ordine delle cose. Merita grandi palcoscenici. La standing ovation tributatagli dal pubblico all'atto dell'uscita dal campo dimostra l'affetto che ha saputo meritarsi. Nove reti, grandi giocate e prestazioni da urlo (indimenticabile quella contro l'Inter campione d'Italia) nel suo bagaglio stagionale. Auguri, Jorge!!! Ancor più commovente la vicenda di Orazio Russo. Il "catanese volante", destinato a ruoli societari da definire, è entrato a 20' dalla fine, coronando una buona carriera segnata in maniera indelebile dal rossazzurro. Sentire il proprio nome cantato a più riprese dalle curve deve essere stata un'emozione impagabile per Renzo. Un'emozione da raccontare ai nipotini. Tuttavia, il momento clou del postpartita è da considerarsi la lacrimuccia di Marco Biagianti. Il mediano fiorentino deve tutto al Catania, cui naturalmente molto ha dato in questi ultimi anni. Rilevato dalla Pro Vasto in C2, Marco ha saputo imporsi come uno dei migliori centrocampisti del campionato (a suo merito anche una convocazione in Nazionale), divenendo un leader del team dell'Elefante. Una delle tante "scommesse" vinte, e alla grande, dall'A.D. etneo Pietro Lo Monaco. Anche lui lascerà lo Jonio per una nuova, stimolante avventura. Rimarrà nella nostra storia.

Maxissimo
Anche in una partita, francamente, dai toni agonistici non eccelsi, Maxi Lopez ha saputo infiammare il pubblico con rincorse, pressing folle, spallate, accelerazioni, tiri e gol, un gol, l'undicesimo in 17 gare, come già detto. Uscendo dal campo, sostituito dal nostro Orazione, è stato
osannato dal pubblico come non mai. A fine partita ha pure detto che rimarrà, a meno di "prodigi" in fatto di offerte. Ecco, se il Catania, come ampiamente ribadito dallo stesso presidente Pulvirenti, vorrà fare il classico salto di qualità attestandosi nei piani medio-alti della classifica, ripartire dalla "gallina" argentina non sarebbe malaccio...

Europa, non più un sogno
Giocare, almeno una volta nella vita, un match europeo non deve più rimanere un sogno. Io sono convintissimo che questa presidenza, capace di cose straordinarie, ci porterà a fare un viaggio a Birmingham, come a Belgrado o a Sofia. Basta crederci e farla lavorare con serenità, non pretendendendo tutto e subito. Il processo di crescita si sta svolgendo in maniera graduale. Già dalla prossima stagione, probabilmente, si potranno constatare i primi frutti di tale progresso. Tuttavia, anche nel caso in cui tale "sogno" non dovesse verificarsi, sarà lo stesso, perché il quinto anno di fila in Serie A, per un piazza largamente immatura (in tutti i campi) come la nostra, costituisce un miracolo quasi irripetibile. Quindi, tutti in vacanza con serenità. Siamo in buone mani. Let's go, Liotru, let's go!!!

Max Licari (calciocatania.com)

Il Presidente

Genoa ha permesso al Catania di centrare «quota quarantacinque», ovvero il massimo dei punti conquistati in Serie A dagli etnei. Sarà pure un traguardo minimo, ma è pur sempre un dato da archiviare tra le note positive di quella che è stata la quarta stagione di fila nella massima serie di questo club: «E’ vero - dice il presidente - e per come si era messo il
campionato a metà del suo cammino, credo sia un segnale che serva a darci un ulteriore soddisfazione. 

La più grande è ovviamente la salvezza, conquistata con merito e dopo avere perso appena tre partite nelle diciannove di ritorno. Due con il minimo scarto a Roma e a Napoli,
la terza a Livorno in una giornata storta che sarebbe stata meglio non fosse capitata,ma che abbiamo archiviato in gran fretta».
Battuto anche il Genoa e con un’altra rete di Maxi Lopez. «Abbiamo salutato il nostro pubblico con un bel successo e in una domenica che ha sancito una volta di più il grande
rapporto affettivo che lega la città a questa società. Lopez ha fatto un gol ancora una volta utile e decisivo al tempo stesso. Mi fa piacere per il ragazzo, che ha disputato dal suo arrivo un ottimo campionato, segnando e contribuendo con il resto della squadra al raggiungimento della salvezza».
Potrebbe essere stata la sua ultima partita in rossazzurro. Probabilmente non solo la sua, in lista di partenza anche Biagianti e Martinez.
«Non lo so, questo dipenderà dal mercato e da quelli che saranno i suoi sviluppi. Noi abbiamo detto tante volte, e anche oggi lo ribadisco, che non abbiamo alcuna intenzione di smantellare una squadra che l’anno prossimo sarà ancora più forte e che avrà l’obiettivo di crescere e migliorare la classifica e la sua partecipazione al campionato. Voi dite che Maxi, Biagianti e Martinez partiranno? Potrebbe anche essere, sento anche io di presunti interessi da parte di più club per loro. Di concreto però non c’è nulla. Aggiungo e vi prego di credermi, che chiunque andrà via, sarà degnamente sostituito. Ripeto il concetto: l’ossatura del prossimo Catania c’è ed è pure di valore. Il nostro progetto è serio e noto, la strada prosegue e dal prossimo campionato il Catania avrà pure una nuova casa. Sarà bene non dimenticarlo».

La classifica dice che avete chiuso davanti a Chievo, Udinese e Cagliari, appena due punti dietro alla Fiorentina.
 «E’ un’ulteriore nota che suona a nostro merito. Vuol dire che, nonostante le traversie vissute sul piano dei risultati per una metà di stagione, avevamo comunque ragione quando difendevamo la bontà tecnica del gruppo».
Ci sarà ancora Mihajlovic in panchina?
«Non ho registrato alcun segnale che indichi una sua partenza. Ritengo che il tecnico continuerà a lavorare  con il Catania e questo non può che farci piacere. Mihajlovic è un ottimo
allenatore e una persona molto intelligente».
Alla fine oggi c’erano giocatori in lacrime.
«Questo è un ottimo gruppo, che ha saputo soffrire e che non ha mai mollato, anche quando le cose erano messe molto male sul piano dei numeri. Sono orgoglioso di loro e se qualcuno si è pure emozionato, vuol dire che quel che dico è la pura realtà. Permettetemi di mensionare Orazio Russo: ha coronato un sogno e noi siamo molto contenti di avere contribuito a raggiungerlo. Il Catania non dimentica chi dimostra attaccamento ai colori e alla società».
Avete già il primo acquisto della prossima stagione. Si chiama Barrientos...
«E’ vero, Pablo può essere considerato un nuovo arrivo, un rinforzo che ci darà una grande mano. Ha sofferto molto e noi con lui. Si tratta di un ottimo giocatore. Averlo a pieno regime non può che essere un vantaggio. Grazie a tutti i nostri tifosi, ci rivediamo presto.

 

 

 

PARTITE   RETI RIGORI
Squadre  
Pt
C F T C F T RF RC
G V N P G V N P G V N P M.I. R S R S R S T R T
inter 82 19 15 4 0 19 9 6 4 38 24 10 4 6 42 15 33 19 75 34 6 6 7

CAMPIONE D'ITALIA

roma 80 19 15 1 3 19 9 7 3 38 24 8 6 4 36 17 32 24 68 41 11 9 6

CHAMPIONS LEAGUE

milan 70 19 12 5 2 19 8 5 6 38 20 10 8 -6 37 20 23 19 60 39 10 7 3

CHAMPIONS LEAGUE

sampdoria 67 19 13 6 0 19 6 4 9 38 19 10 9 -9 31 10 18 31 49 41 5 4 5

CHAMPIONS LEAGUE (preliminari)

palermo 65 19 13 6 0 19 5 5 9 38 18 11 9 -11 34 14 25 33 59 47 9 8 6

EUROPE LEAGUE

napoli 59 19 9 8 2 19 6 6 7 38 15 14 9 -17 26 16 24 27 50 43 5 2 8

EUROPE LEAGUE

juventus 55 19 9 4 6 19 7 3 9 38 16 7 15 -21 32 26 23 30 55 56 4 3 5

parma 52 19 10 4 5 19 4 6 9 38 14 10 14 -24 24 17 22 34 46 51 4 2 4

genoa 51 19 11 5 3 19 3 4 12 38 14 9 15 -25 42 28 15 33 57 61 10 9 10

bari 50 19 11 4 4 19 2 7 10 38 13 11 14 -26 30 15 19 34 49 49 10 4 6

fiorentina 47 19 9 3 7 19 4 5 10 38 13 8 17 -29 28 20 20 27 48 47 3 2 5

lazio 46 19 5 6 8 19 6 7 6 38 11 13 14 -30 19 21 20 22 39 43 5 3 5

CATANIA 45 19 8 7 4 19 2 8 9 38 10 15 13 -31 25 15 19 30 44 45 9 7 5

RECORD SERIE A

cagliari 44 19 7 7 5 19 4 4 11 38 11 11 16 -32 37 29 19 29 56 58 7 6 6

udinese 44 19 10 5 4 19 1 6 12 38 11 11 16 -32 38 25 16 34 54 59 7 6 8

chievo 44 19 6 5 8 19 6 3 10 38 12 8 18 -32 20 21 17 21 37 42 2 1 10

bologna 42 19 7 5 7 19 3 7 9 38 10 12 16 -34 25 27 17 28 42 55 3 3 4

atalanta 35 19 7 5 7 19 2 3 14 38 9 8 21 -41 24 20 13 33 37 53 4 3 7 RETROCESSO IN SERIE B
siena 31 19 4 7 8 19 3 3 13 38 7 10 21 -45 17 25 23 42 40 67 4 2 8 RETROCESSO IN SERIE B
livorno 29 19 5 5 9 19 2 3 14 38 7 8 23 -47 19 25 8 36 27 61 4 3 4 RETROCESSO IN SERIE B

29 reti: Di Natale (6 rig., Udinese)

22 reti: Milito (2 rig., Inter)

19 reti: Miccoli (6, Palermo), Pazzini (Sampdoria, 3)

15 reti: Gilardino (1 rig., Fiorentina)

14 reti: Borriello (Milan), Barreto (Bari), Totti (4, Roma)

13 reti: Matri (3 rig., Cagliari), Vucinic (2), Cavani (2, Palermo);

12 reti: Floccari (2 rig., Lazio/Genoa), Ronaldinho (5 rig., Milan), Pato (Milan), Hamsik (1, Napoli), Maccarone (1, Siena), Di Vaio (2 rig., Bologna);

11 reti: Adailton (Bologna),  Maxi Lopez (1, Catania) Tiribocchi (Atalanta), Eto'o (2 rig., Inter), Pellissier (Chievo), Quagliarella (Napoli)

10 reti: C. Lucarelli (2 rig., Livorno),

9 reti: Martinez (1, Catania), Cassano (1, Sampdoria)

8 reti: Lavezzi (Napoli), Jeda (2 rig., Cagliari), Nené (1 rig., Cagliari), Mascara (5 rig., Catania), Palacio (Genoa), Floro Flores (Udinese), Bojinov (Parma), Calaiò (Siena), Del Piero (1, Juventus)

7 reti: Hernandez (Palermo), Lazzari (Cagliari), Rocchi (Lazio), Scullli (Genoa), Balotelli (Inter), Pepe (Udinese), De Rossi (Roma), Lanzafame (Parma), Crespo (Genoa 5, Parma 2),;

6 reti: Valdés (2 rig., Atalanta), Amoruso (2 rig., Parma/Atalanta), Iaquinta, Trezeguet (Juventus); Huntelaar (Milan), Perrotta (Roma); Jovetic, Marchionni (1 rig., Fiorentina), Ghezzal (Siena), Biabiany (Parma)

5 reti: Meggiorini (Bari), Denis (Napoli), Toni (Roma), Santana, Vargas, (Fiorentina), Diego (Juventus), Budan (Palermo), Morimoto (Catania); Maggio (Napoli); Mesto (Genoa), Riise (Roma), Mannini (Sampdoria), Vergassola (Siena), Danilevicius (Livorno);

4 reti: Granoche (Chievo), Motta (Inter), Rivas (Bari), Castillo (Bari 3, Fiorentina 1), Sanchez (Udinese), Almirón, Marcolini (Bari), Zalayeta (Bologna), Conti (Cagliari), Palladino (1 rig., Genoa); Sneijder, Maicon (Inter), Amauri (Juventus), Cruz (1 rig., Lazio), Zaccardo, Paloschi (Parma); Kolarov (Lazio); Brighi (Roma), Seedorf (Milan);

3 reti: Marchisio (Juventus) Acquafresca (Atalanta-Genoa, 2 rig.), F.Pinto, Ceravolo (Atalanta), Allegretti (Bari), Ricchiuti (Catania), Mantovani (Chievo), Dessena (2 Chievo, 1 Cagliari), Pozzi (Sampdoria), Pandev, Cambiasso (Inter), Nesta (Milan); Gimenez (Bologna), Mutu (Fiorentina), Osvaldo (Bologna); De Paula, Pinzi (Chievo); Kharja (3 rig., Genoa), Stankovic (Inter); Felipe Melo, Camoranesi, Chiellini (Juventus); Mauri (Lazio), Tavano (Livorno), Simplício (Palermo), Zapater (Genoa), Suazo (3 Genoa, 0 Inter);

2 reti: Samuel (Inter), Ziegler (Sampdoria), Padoin (Atalanta), A.Masiello (Bari), Buscè, Portanova (Bologna), Ragatzu, Cossu (Cagliari), Biagianti, Llama (Catania), Semioli, Palombo (Sampdoria), Doni (Atalanta), F.Inzaghi, Thiago Silva (Milan), Larrivey (Cagliari), Pazienza (Napoli), Alvarez, Ranocchia (Bari); Bogdani, Sardo (Chievo); Milanetto (1 rig.), M.Rossi, Criscito (Genoa); Candreva, Paolucci (Juventus 0, Siena 2); Dias, Zarate (1 rig.), Rivas (Livorno), Cigarini (Napoli), Pastore, Bovo (Palermo), A. Lucarelli, Kjaer, Nocerino, Galloppa (Parma); Julio Baptista (1 rig.), Burdisso, Pizarro, Taddei, Cassetti (Roma), Guberti, Gastaldello, Padalino (Sampdoria); Reginaldo (Siena)

A CURA DI CALCIOCATANIA.COM (Domenico Roberto Privitera)

ANDUJAR voto 7,5. Chiamato a sostituire l’eccezionale Bizarri dell’anno passato, offre un rendimento in linea con quello dell’intera squadra. E cioè straordinariamente in crescendo. Il portiere impacciato, poco lucido e reattivo dei primi tre mesi e mezzo cominciava a far intuire perché a Palermo non avesse lasciato ricordi eccelsi. E invece da fine 2009 in poi una metamorfosi incredibile, palesata da una serie ad oggi ininterrotta di prestazioni ottime. Premiato dalla convocazione con la Selecion di Maradona ai prossimi mondiali, ha trasferito personalità e sicurezza all’intero reparto, grazie a lui diventato difficilmente perforabile nel girone di ritorno. Tanti gli interventi di rilievo, su tutti mi piace ricordarne due in particolare. In casa contro la Fiorentina un volo sotto l’incrocio su tiro di Jovetic, con conseguente sigillo su una vittoria fondamentale per la salvezza. Più di recente menziono una meravigliosa respinta tutta istinto e riflessi su conclusione ravvicinata, bassa e precisa di Del Piero in Catania-Juventus.

il mio voto: VOTO 7,5

ALVAREZ 8. Annata da applausi. Raramente ho visto un salto di qualità così ampio in un giocatore a distanza di pochi mesi. Non mi nascondo e dico che dal suo arrivo sino alle ancora disastrose prestazioni di inizio 2009/2010 (ricordo ancora Parma-Catania di quest’annocon un Alvarez sconcertante) gli avevo consegnato la palma di peggior acquisto dell’era Lo Monaco. Oggi riconosco di meritare il patibolo mediatico, ma credo d’essere in buona compagnia. Da brocco a beniamino del pubblico il passo è sembrato lestissimo quanto giustificato. Una crescita che come unico aggettivo può dichiararsi stratosferica. Raramente ho visto un terzino destro marcare un avversario con la sua tenacia: il risultato è che in tutto il campionato avrà perso 4 o 5 duelli uno contro uno. La miopia riprorevole della stampa nazionale lo ha oscurato, se si pensa per esempio alle santificazioni fatte per le rivelazioni Abate ed Antonini di casa Milan. Giocatori non più che buoni, di cui Pablo ritengo sia 3 o 4 spanne sopra. Uno dei migliori interpreti nel ruolo dell’intera serie A e più che un semplice punto fermo per l’anno che verrà.

il mio voto: VOTO 8,5

SILVESTRE voto 7,5. Non per sbaglio in occasione del suo primo gol in rossazzurro (contro la Juve) parlammo di “Mati, giocatore vero”. In queste poche parole vuole essere concentrato un attestato di enorme stima, che vale per l’abnegazione, il sacrificio, l’impegno e la costanza di rendimento non comuni. Un leader silenzioso capace di zittire coloro che (non erano pochi) lo pronosticavano clamorosamente in sofferenza per l’assenza di Stovini quest’anno. E’ vero, ha sofferto come tutti nel periodo in cui girava storto, commettendo anche più di una disattenzione. Ma si è riscattato, da un certo momento in poi non scendendo più al di sotto di un rendimento sempre dalla sufficienza in su. Si è costruito da solo, progredendo di anno in anno ed accumulando esperienza.

il mio voto: VOTO 7,0

CAPUANO 6. Vale il discorso iniziale fatto per Potenza. Il Capuano di un anno fa era obiettivamente un’altra cosa. Ha preso condizione più tardi rispetto al gruppo e diverse sono state le occasioni che lo hanno visto protagonista di errori eccessivamente vistosi quanto evitabili. Non parlo di imprecisioni tecniche, ma reali disattenzioni, cali di concentrazione. Gli va dato atto d’aver riversato comunque sul campo tutte le energie in corpo, non lesinando mai fiato, polmoni e sacrificio per la causa. L’esperienza ha fatto il resto. L’auspicio è che il rinnovo del contratto restituisca il Capuano vecchio stile se non ancora migliore, specie in una fase di spinta ancora costellata da troppo pochi cross invitanti. Il ruolo glielo impone.

il mio voto: VOTO 6,0

SPOLLI voto 7,5. Per buona parte della stagione gli è toccato il compito più oneroso: non far rimpiangere uno come Lorenzo Stovini. Lo scetticismo iniziale non ha risparmiato nemmeno lui, ma è bastata l’iniezione di fiducia targata Mihajlovic perché di colpo si volatilizzassero tutti i rimpianti per “Lorenzo il Magnifico”. Spolli ha capito progressivamente il calcio italiano, azzerando pian piano le disattenzioni e quei cartellini gialli per i primi mesi nota immancabile nei tabellini post-gara. Calatosi nella parte ha fatto valere fisico, esperienza e personalità. La pubalgia lo ha debilitato nel momento di miglior forma. Arma insidiosa sui calci piazzati, un gol all’attivo (decisivo contro il Bologna in casa) e tanti altri sfiorati. Altro affidabile puntello da cui ripartire nella retroguardia del prossimo anno.

il mio voto: VOTO 8,0

TERLIZZI voto 7,5. Una lieta sopresa. Giudico così il suo campionato e il motivo è presto detto. Un giocatore che ad ogni sessione di mercato è sistematicamente dichiarato partente. Un giocatore che con un malcapitato liscione pro Juve si auto immola a pubblico ludibrio di tifosi che iniziano quasi istericamente a detestarlo. Un giocatore simile che al contempo perde il posto da titolare, lavora in silenzio e al momento giusto risponde presente, inanellando partite su partite praticamente perfette e riacquistando con gli interessi favori, applausi e simpatie dagli spalti. Cristian per me ha risposto da professionista esemplare. Chissà se tra qualche settimana ricomincerà a circolare il suo nome tra i possibili partenti…

il mio voto: VOTO 7,5

CARBONI voto 6,5. Stagione dai due volti per il Vichingo. Ha tirato la carretta quando tutto girava per il peggio. Ricordo benissimo quando i risultati pessimi facevano invocare ai più “undici Carboni in campo”. Segno che Ezequiel era uno dei pochi e “lasciare il sangue sul campo di battaglia”, correndo a perdifiato, randellando e balbettando improbabili (perché non nelle sue corde) impostazioni di manovre. L’infortunio e il conseguente spostamento di Biagianti al suo posto davanti la difesa ha però coinciso con l’assetto finalmente vincente del Catania di Mihajlovic. Per una mediana che doveva iniziare a costruire e non solo a distruggere Carboni non era il massimo. In più anche l’infortunio, che giusto un paio di mesi fa ha restituito un giocatore non lucidissimo come ad inizio torneo e comunque spesso poco a agio in un meccanismo che durante la sua assenza aveva cambiato rodaggio.

il mio voto: VOTO 8,0

BIAGIANTI 7,5. Doveva essere l’anno della consacrazione e alla fine lo è stato. Marco si appresta a fare il grande salto, salutando una maglia che lo ha fatto conoscere al calcio che conta. Come accennato in precedenza non appena ha messo le tende in posizione centrale a copertura della difesa, ha cominciato a elargire tutto il suo valore. Come quasi tutta la squadra, anche per lui un merito immenso: da Natale in poi non ha sbagliato una dico una partita. Ritengo che da mezzala possa pure giocarci, a patto che faccia lievitare il numero di inserimenti negli spazi con e senza palla. I tre gol di quest’anno li ha realizzati tutti così, a dimostrazione di saper vedere la porta quando vuole. E’ il suo record in fatto di marcature. Deve solo convincersi che è questo l’ultimo sentiero da compiere per diventare un centrocampista super completo, perché l’esperienza e la personalità elevata sono doti che ha già in carniere da tempo.

il mio voto: VOTO 7,5

LLAMA voto 7,5. Finchè un brutto infortunio a Cagliari non lo ha messo fuori causa, era stata per me la più bella rivelazione della stagione rossazzurra. Tanto per intenderci, è stato sulla stessa linea di Alvarez come livello di crescita e di esplosione. E credo fermamente che proseguendo su quella scia si sarebbe preso un bel 9 in pagella finale, con contorno di altri gol oltre ai due già realizzati (punizione alla Samp e prodigio contro il Bari da fuori area) e non so quanti assist. Giocatore unico per caratteristiche nello scacchiere di Mihajlovic, mi piace ricordare che le primissime perle con il serbo in panchina, e prima dell’onda Maxi Lopez, si sono viste col tridente Mascara-Llama-Martinez . Speriamo solo il ginocchio non faccia le bizze come quello di Ledesma.

il mio voto: VOTO 9,0

RICCHIUTI voto 8. Da panchinaro e con le valigie pronte a gennaio, sino a diventare assolutamente insostituibile negli equilibri del centrocampo etneo. La voglia di emergere gli ha permesso di valorizzare la prima stagione in A della carriera a 31 anni, che rischiava seriamente di finire in maniera negativa quanto precoce. Insieme a Izco e Maxi Lopez credo invece sia stato il giocatore che, in maniera se vogliamo più visibile agli occhi, ha rivoltato l’andamento della squadra in campo. Il suo contributo ha fatto di una mediana piatta e tecnicamente avara una linea dotata di velocità, abilità nel saltar l’uomo e creare superiorità numerica. Con Adrian in mezzo la manovra si è ulteriormente sveltita, e sono lievitati gli ultimi passaggi dettati per le conclusioni in porta. Qualche assist e 3 gol bellissimi. L’unica pecca è la tenuta fisica nel corso dei match: le sue sostituzioni a metà ripresa sono diventate un rituale. Ma finchè ne ha avuto ha corso, spesso anche oltre l’ultima goccia di carburante. Encomiabile.

il mio voto: VOTO 8,5

MARTINEZ voto 8,5. Ha impiegato 3 anni e qualche infortunio di troppo per capire totalmente il calcio italiano, ma anche per lui è arrivata la stagione della consacrazione. E’ tutto scritto, sarà addìo, e lascerà un ricordo eccezionale. I ghirigori fini a se stessi sono stati accantonati (tanto mi hanno stizzito in passato, contribuendo a non farmelo mai amare fino a quest’anno) e così l’estro, la potenza, la rapidità e l’opportunismo hanno preso il sopravvento, mettendo in mostra un attaccante delizioso. Le doti atletiche sensazionali spesso ha mi hanno dato l’impressione netta di un giocatore con almeno due marce in più dei difensori avversari. Detto che con Maxi abbiamo visto “cose dell’altro mondo”, penso d poter affermare che il miglior Malaka si sia comunque ammirato proprio da centravanti piuttosto che da ala. Una finta boa capace di far reparto da solo e firmare la sua stagione più prolifica in tre anni di serie A. L’istantanea più bella è sicuramente il 3-1 all’Inter, con tanto di circumnavigazione di Lucio e Materazzi al minuto 88, con una forza nella gambe che raramente si può ammirare. 9 reti complessive che gli varranno un contratto vantaggioso (e meritato) lontano da Catania e nell’immediato anche il Mondiale con la maglia dell’Uruguay. A 27 anni può spiccare il volo. L’augurio delle fortune migliori.

il mio voto: VOTO 9,0

MASCARA voto 8,5. Cosa non si è detto sul campionato sensazionale del capitano? Nulla. Al di là degli arcinoti appunti sul suo immolarsi per la maglia e il suo essere anima della squadra in tutto e per tutto (ma vittorie meravigliose sono arrivate anche senza Peppe), mi preme più d’ogni altra cosa sottolineare un altro aspetto di Topolinik. Ha risposto da autentico signore e professionista a voci maligne e infondate, come quelle che lo volevano disinteressato alla causa rossazzurra e proiettato a un’altra esperienza lontana dall’Etna. Forse più di tutti ha pagato l’inizio orribile di stagione, è innegabile. Ma con quanta voglia, determinazione e carica da leader ha inciso per tutta la trionfale marcia verso la salvezza….lo abbiamo visto tutti. 8 gol e una perla folle, legata alla notte più bella: il cucchiaio al portiere al miglior portiere del mondo, che travolse l’Inter di Mourinho.

il mio voto: VOTO 9,0

MAXI LOPEZ voto 9. Insieme al tecnico rappresenta il vero spartiacque della stagione rossazzurra. C’ è stato un “sine Maxi” e un “cum Maxi”. Troppa la differenza tra le due fasi, troppo elevato lo spessore di questo centravanti. Senza mezze misure lo ritengo il calciatore più forte del Catania degli ultimi vent’anni, per quanto la mia età mi permette di ricordare. Un’altra categoria sotto tutti i punti di vista. Forza fisica, rapidità, velocità d’esecuzione e fiuto del gol, gioco di sponda e visione di gioco. Ci sono volute otto o nove partite per vedergli fallire la prima palla gol. 11 reti su 17 gare, addirittura 7 negli ultimi 6 match. Nemmeno una realizzazione facile o banale, senza aver ricevuto un solo cross alto per il colpo di testa, inizialmente considerato il suo marchio di fabbrica. In tutta onestà dalla sua conferma o meno si capirà molto delle intenzioni della società sugli obiettivi prossimi futuri…

il mio voto: VOTO 10,0

IZCO voto 8. Fatemi passare l’ironia: forse bisogna ringraziare l’annata poco felice di Pablito Ledesma se abbiamo assistito alla progressiva affermazione di Marianito Izco. Di lui si era sempre sottolineata l’encomiabile volontà ridimensionata da un tasso tecnico non eccelso. Ebbene è bastato il gol alla Juve (primo in campionato con i colori rossazzurri) per consegnarlo alla storia del Catania e dare il là all’esplosione più fragorosa insieme a quella di Alvarez. Un moto perpetuo tra mediana e linea offensiva, sgroppate, ripartenze, cambi di passo e accelerazioni palla al piede dalle quali l’intera manovra ha tratto benefici giganteschi.

il mio voto: VOTO 9,0

AUGUSTYN voto 5,5. Quando ad inizio stagione è stato catapultato sul palcoscenico a lui sconosciuto della serie A, ha palesato forse le difficoltà maggiori di impatto con la massima serie. In tutta onestà ho per lunghi tratti pensato non ne fosse all’altezza. Gli sono piovute critiche anche aspre, senza però considerare che atleticamente fosse ancora poco presentabile. Utilizzato senza fortune sia da centrale di difesa che da schermo dinanzi la retroguardia, mi pare che invece abbia fatto intravedere cose discrete quando ha sostituito Capuano sull’out mancino. Si è visto, anche se in pochissime occasioni, che quest’ultimo ruolo riesce ad interpretarlo con meno pressione e paura di sbagliare.

il mio voto: VOTO 6,5

BELLUSCI voto 5,5. La sua stagione è una miscellanea di infortuni, panchina e qualche chance sfruttata non al massimo. Presentato come uno dei colpi del mercato 2009 l’ex Ascoli ha giocato pochissimo, e dispiace che in questo “pochissimo” rientrino due cattive prestazioni tra le rarissime da titolare. Espulsioni con il Genoa in campionato e con la Roma in Coppa Italia. Poche e concise considerazioni vanno comunque fatte. E’ un giovane, è italiano ed è titolare dell’Under 21. In più, seppur nell’avarizia di esperienza che ne contraddistingue il gioco, ha dimostrato di possedere doti atletiche notevoli. Deve imparare tantissimo, ma credo davvero che lavorandoci su ne possa venir fuori un marcatore di ottimo valore.

il mio voto: VOTO 4,5

LEDESMA voto 5.E’ evidente che il mero voto è fortemente condizionato dai problemi fisici. Atteso vanamente dopo l’infortunio, invocato nei periodi bui come risolutore dei problemi, Pablito ha invece dimostrato durante la stagione di non aver superato appieno il trauma, sia psicologicamente che atleticamente. Mihajlovic gli ha concesso diverse chance seppur a partita in corso, e le prestazioni confermavano puntualmente il ritardo del suo stato di forma. Giusto nelle ultimissime prove ha fatto intravedere un po’ più dell’ombra del Ledesma delizioso e rivelazione del 2009

il mio voto: VOTO 6,0

 

 

 

 

POTENZA voto 6- . Del terzino che tappò a meraviglia il buco di destra a metà del campionato scorso non si è visto tantissimo. All’inizio vittima come tutti delle paure generali, poi per colpa dell’esplosione di Alvarez che lo ha relegato in panchina per quasi l’intera stagione. Ho apprezzato come, benché mai in condizioni atletiche ottimali, quando è stato chiamato in causa specie nell’ultima trance di stagione ha risposto in maniera comunque dignitosa. Le gambe non gli hanno girato al massimo, ma ha sopperito con esperienza e un notevole spirito di sacrificio.

il mio voto: VOTO 6,0

 

DELVECCHIO voto 4. Ha francamente toppato il ritorno in rossazzurro. Ci ricordavamo un altro giocatore a Catania, così come ben diverso era quello fattosi apprezzare alla Sampdoria. Atipico perché in realtà poco utile allo svolgimento della manovra, in blucerchiato ha dato il massimo giocando dietro l’unica punta o come quinto centrocampista davanti a 4 mediani. Insomma nessun compito di copertura e tanti inserimenti a sorpresa in zona gol. Un evidente equivoco tattico di inizio stagione lo colloca mezzala nel 4-3-3, dove non può apportare alcun contributo essendo un giocatore che Mourinho definirebbe “posizionale”.

il mio voto: VOTO 5,0

MORIMOTO voto 6 - . Troppo poco esperto per sostenere un’intero attacco, per di più nel periodo in cui la squadra era in difficoltà. Ma era pur vero che l’accusa mossa allo collettivo era quella di lasciar troppo isolato il povero nipponico. Dunque colpe non solo sue. Resta comunque secondo me il simbolo dello sfortunato Catania di Atzori, una mistione di volontà, confusione, insicurezza ed occasioni clamorose buttate al vento. Mori ha tempo per crescere e maturare, partendo dai 5 gol realizzati quest’anno.

il mio voto: VOTO 5,5

 

MIHAJLOVIC voto 10. Accolto con scetticismo ha fatto un capolavoro poco preventivabile. I disfattisti ma anche qualche lucido realista ammettevano che pensar di fare 30 punti dall’arrivo di Sinisa al termine della stagione era quantomeno proibitivo. Il lavoro del serbo non ne ha portati 30 in effetti, bensì 36. E non sono perfettamente d’accordo con chi afferma che Miha abbia lavorato esclusivamente da psicologo. Molto si, solamente no. Perché il nuovo assetto del centrocampo Biagianti-Izco-Ricchiuti, come interpreti e modo di cucire le trame è tutta farina dell’allenatore, compreso il mitico 4-1-4-1 in fase di non possesso oramai stracopiato da chiunque. Perché con l’allenatore si sono viste accelerazioni e cambi di passo. Perché con l’allenatore le caratteristiche di ciascun giocatore sono diventate armi letali. Perché con l’allenatore si è rivisto un gran bel calcio a Catania. Onore al gran campionato di Zenga di un anno fa, ma qualcuno osa mettere sullo stesso piano, al di là dei 2 punti in più in classifica, quel Catania con quest’ultimo? E poi a Mihajlovic va reso l’incommensurabile merito d’aver regalato vittorie storiche dopo lustri. Juventus, Lazio fuori casa, Inter, e Fiorentina per finire con il derby casalingo (l’unica a non essere storica bensì oramai consuetudine…). Quegli acuti che hanno fatto parlare di Catania per giorni tutti i tg sportivi, nelle passate stagioni erano rimasti gi unici sfizi che il popolo rossazzurro non si era potuto permettere.
il mio voto: VOTO 9,0

GUARDA IL VIDEO CHE CELEBRA IL QUARTO ANNO DI SERIE A

 

 

 

 

Catania (4-3-3): Andujar, Sardo (5' st Potenza), Silvestre, Augustyn, Capuano, Biagianti (41' st Izco), Carboni, Delvecchio, Martinez, Morimoto (32' st Alvarez), Mascara. All. Atzori

Sampdoria (4-4-2): Castellazzi, Stankevicius0, Gastaldello, M. Rossi, Zauri (40' st Bellucci), Padalino (17' st Ziegler), Palombo, Tissone (40' st Sammarco), Semioli, Cassano, Pazzini. All. Del Neri

Arbitro: Banti di Livorno

Espulso Augustyn (32' st) per doppia ammonizione. Ammoniti: Sardo, Delvecchio, Stankevicius, Potenza, Alvarez e Ziegler per gioco scorretto.

 

PARMA (4 3 3) – Mirante; Zenoni, Paci, Panucci, Lucarelli; Galloppa (dal 36' s.t. Dellafiore), Morrone (Cap.), Mariga; Lanzafame (dal 19' s.t. Lunardini), Paloschi, Biabiany (dal 33' s.t. Bojinov). Allenatore: Guidolin 
CATANIA (4 4 2) – Andujar; Potenza, Silvestre, Spolli, Capuano (dal 3' p.t. Alvarez); Sciacca, Carboni, Biagianti (Llama dal 12' s.t.), Delvecchio; Ricchiuti (dal 29' s.t. Plasmati), Mascara.Allenatore: Atzori 

Arbitro: Sig. Mazzoleni della Sezione A.I.A. di Bergamo

Ammoniti: Potenza (C) al 41' p.t.; 18' s.t. Lucarelli (P); 23' s.t. Ricchiuti (C); Llama (C) al 47 s.t.

 

Udinese (4-3-3): Handanovic, Zapata, Coda, Felipe (1' st Lukovic), Domizzi, Isla, D'Agostino, Sammarco (1' st Pepe), Sanchez, Floro Flores (30' st Lodi), Di Natale. All.: Marino

Catania: (3-4-1-2): Andujar, Bellusci (26' st Martinez), Spolli, Silvestre, Potenza, Delvecchio, Carboni, Pesce, Ricchiuti (30' st Plasmati sv), Mascara, Morimoto. All.: Atzori 

Arbitro: Bergonzi di Genova

Reti: 11'pt Morimoto, 29'pt Floro Flores, 34'pt Mascara (rigore); 10' st Di Natale, 25' st Di Natale (rigore), 34' st Di Natale.

Ammoniti: Delvecchio per comportamento non regolamentare; Felipe, Pesce, Potenza e Spolli per gioco falloso;

 

Catania (4-3-2-1): Andujar 6, Potenza 6, Silvestre 6, Spolli 6, Capuano 6, Delvecchio 5.5 (21' st Ricchiuti 5.5), Carboni 6.5, Biagianti 6 (36' st Plasmati sv), Mascara 5.5, Martinez 7 (36' st Izco sv), Morimoto 5.5. (30 Campagnolo, 14 Bellusci, 16 Llama, 18 Augustyn). All. Atzori 6.

Lazio (4-3-1-2): Muslera 6, Lichtsteiner 6.5, Diakite 6, Siviglia 6, Kolarov 6, Mauri 6, Baronio 6, Matuzalem 6 (34' st Cribari sv), Meghni 5 (1' st Cruz 6), Foggia 6.5 (25' st Perpetuini 6), Zarate 6. (1 Bizzarri, 21 Inzaghi, 26 Radu, 81 Del Nero). All. Ballardini 6.
Arbitro: Morganti di Ascoli Piceno 6.
Recupero 0' e 3'.
Ammoniti: Silvestre, Spolli e Matuzalem per gioco falloso.

Atalanta (4-4-2): Consigli, Garics, Bianco, Manfredini, Bellini, Padoin, Guarente, Caserta (26' st Ceravolo), Valdes, Doni (29' st Tiribocchi), Acquafresca. All.: Conte.

Catania (4-3-3): Andujar, Potenza, Silvestre, Spolli, Capuano, Delvecchio, Carboni (32' st Izco), Biagianti (41' st Plasmati), Martinez (26' st Llama), Morimoto, Mascara. All.: Atzori.

Arbitro: De Marco di Chiavari.
Ammoniti: Silvestre, Martinez, Delvecchio, Acquafresca, Bianco, Spolli, Bellini, Manfredini, Doni e Andujar

Catania (4-3-2-1): Andujar; Potenza, Silvestre, Spolli, Capuano; Izco (dal 57' Llama), Carboni, Biagianti; Ricchiuti (dal 63' Delvecchio), Mascara, Morimoto. A disposizione: Campagnolo, Pesce, Augustyn, Bellusci, Delvecchio, Llama, Plasmati. All.: Atzori.
Roma (4-3-1-2): Julio Sergio; Cassetti (dal 28' Motta), Mexes (dal 17' Juan), Burdisso, Riise; Brighi (dal 55' Cerci), De Rossi, Pizarro; Perrotta; Totti, Vucinic.All.Ranieri A disposizione: Lobont, Juan, Motta, Faty, Guberti, Cerci, Okaka.

Arbitro: Saccani di Mantova - Reti: 22' Morimoto, 90 De Rossi

Espulsi: a 90' Delvecchio Ammoniti: Carboni, Burdisso, Potenza, Biagianti, Cerci, Morimoto

 

Bari: Gillet, A. Masiello, Ranocchia, Bonucci, S.Masiello, Alvarez, Donati, Gazzi, Rivas (90' Almiron), Barreto (76' Greco), Kutozov (59' Meggiorini). All. Ventura

Catania: Andujar, Bellusci, Spolli, Silvestre, Marchese, Llama (68' Pesce), Izco, Biagianti, Mascara, Morimoto (87' Augustyn), Ricchiuti (80' Plasmati). All. Atzori.

Arbitro: Romeo. Ammoniti: Marchese (C), Llama (C), Spolli (C), Izco (C), Andujar (C).

 

 

CATANIA (4-3-1-2): Campagnolo 6; Potenza 6, Augustyn 5, Silvestre 5.5, Marchese 6; Llama 6.5 (63' Biagianti 6), Carboni 6.5, Izco 6; Mascara 6.5 (57' Morimoto 6.5); Martinez 7, Ricchiuti 6 (77' Pesce s.v.). A disposizione: Andujar, Terlizzi, Ledesma, Plasmati. All. Atzori 7

CAGLIARI (4-3-1-2): Marchetti 5; Marzoratti 6.5 (89' Barone s.v.), Canini 6, Astori 5, Agostini 5; Dessena 7.5, Conti 6, Lazzari 4.5; Cossu 6 (67' Biondini s.v.); Jeda 5, Matri 5.5 (89' Nenè s.v.). A disposizione: Lupatelli, Lopez, Parola, Larrivey. All. Allegri 5

Arbitro: Damato 7

Ammoniti: Augustyn, Pesce, (Ct); Cossu, Biondini, Lazzari (Ca)

INTER (4-3-1-2): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Cordoba, Chivu; Zanetti, Viera, Muntari (dal 86' Khrin); Sneijder (dal 72' Stankovic); Balotelli, Eto’o (dal 87' Materazzi). All. Mourinho A disposizione: Toldo, Materazzi, Santon, Stankovic, Khrin, Mancini, Arnautovic
CATANIA (4-3-2-1): Campagnolo; Potenza, Spolli, Silvestre, Capuano; Izco (dal 46' Ledesma), Carboni, Biagianti (dal 46' Mascara); Llama, Delvecchio (dal 75' Plasmati); Morimoto. All. Atzori A disposizione: Andujar, Augustyn, Martinez, Mascara, Ricchiuti, Plasmati.

Arbitro: Giannoccaro di Lecce

Reti: 12' Muntari, 31' Sneijder, 84' Mascara (rig) Ammoniti: Spolli, Zanetti, Carboni, Cordoba, Silvestre Espulsi: nessuno

CATANIA (4-3-2-1): Andujar, Potenza (32' st Izco), Silvestre, Spolli, Capuano, Ledesma (14' st Llama), Carboni, Biagianti, Ricchiuti (14' st Plasmati), Mascara, Morimoto. All. Atzori.

CHIEVO (4-3-1-2): Sorrentino, Sardo (26' st Frey), Yepes, Mandelli, Mantovani, Luciano, Iori, Marcolini, Bentivoglio (34' st Ariatti), Granoche (40' st Malagò), Pellissier. All. Di Carlo

Arbitro: Valeri di Roma

Espulso: Morimoto (38' st) per fallo da tergo. Ammoniti: Ledesma, Marcolini, Capuano, Spolli Sorrentino

Fiorentina: Frey, De Silvestri, Gamberini, Dainelli (C), Gobbi, Zanetti (38'st Donadel), Montolivo, Marchionni (34'st Comotto), Santana (45'pt Kroldrup), Vargas, Gilardino. A disp: Avramov, Pasqual, Comotto, Kroldrup, Donadel, Jorgensen, Castillo. All: Prandelli

Catania: Andujar, Alvarez (1'st Ricchiuti), Potenza, Silvestre, Terlizzi, Capuano; Llama (17'st Marchese), Carboni, Biagianti; Mascara (C), Plasmati (27'st Ledesma). A disp: Kosicki, Ledesma, Marchese, Izco, Blazej, Ricchiuti, Pesce. All: Atzori.

Arbitro: Tagliavento di Terni
Ammoniti: Dainelli (2), Carboni, Mascara, Silvestre, Capuano (2), Kroldrup

CATANIA: Andujar, Potenza, Terlizzi, Bellusci (41'pt Augustyn), Izco, Biagianti (42'st Pesce), Llama (21'st Plasmati), Carboni, Alvarez, Mascara, Morimoto. A disp.: Kosicky, Spolli, Ledesma, Ricchiuti. All.: Atzori

NAPOLI: De Sanctis, Grava, P.Cannavaro, Contini, Maggio, Gargano (33'pt Pazienza), Cigarini (27'st Datolo), Aronica, Hamsik, Quagliarella (40'st Denis), Lavezzi. A disp.: Iezzo, Zuniga, Rinaudo, Pià. All.: Mazzarri

ARBITRO: Rosetti di Torino NOTE: ammoniti Terlizzi, Bellusci, Contini, Augustyn, Contini

PALERMO (3-4-1-2): Sirigu - Kjaer, Bovo, Migliaccio - Cassani, Simplicio, Bresciano (87' Budan sv), Balzaretti - Pastore (61' Hernandez); Cavani (83' Liverani), Miccoli. All. Zenga.
CATANIA (4-4-2) Andujar - Izco, Silvestre, Terlizzi (46' Capuano), Spolli - Alvarez, Carboni (71' Bellusci), Biagianti, Llama (46' Martinez) - Mascara, Morimoto. All. Atzori.
ARBITRO: Romeo di Verona.
RETI: 4' pt Migliaccio, 56' Martinez. NOTE: Cielo sereno, terreno buono. Spettatori: 25000. Angoli: 5-3 per il Palermo. Ammoniti: Migliaccio, Simplicio, Bresciano, Martinez, Kjaer. Recupero: 1'; 3'.

 

CATANIA (4-4-2): Andujar; Bellusci, Silvestre, Spolli, Alvarez; Martinez, Biagianti, Carboni, Llama (dal 16’ s.t. Izco); Morimoto (dal 33’ s.t. Ricchiuti), Mascara (dal 41’ s.t. Potenza) (Campagnolo, Ledesma, Plasmati, Capuano). All: Atzori
MILAN (4-2-3-1): Dida; Abate, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta (dal 21’ s.t. Antonini); Flamini (dal 39’ s.t. Huntelaar), Ambrosini; Pato, Seedorf, Ronaldinho; Borriello (dal 29’ s.t. Inzaghi)(Storari, Kaladze, Favalli, Di Gennaro). All: Leonardo
ARBITRO: Brighi di Cesena - Reti: Huntelaar (M) al 48’ e 50’ s.t.

NOTE – Spettatori paganti 6.039 per un incasso di euro 272.070. Ammoniti Biagianti, Martinez, Spolli, Flamini, Inzaghi per gioco scorretto. Angoli 4-4. Recuperi 0’ e 5’

SIENA: Curci; Fini, Terzi, Brandao, Del Grosso; Vergassola, Codrea, Ekdal (34' st Jarolim); Reginaldo, Maccarone, Ghezzal (1' st Paolucci). All: Malesani.

CATANIA: Andujar; Bellusci, Spolli, Silvestre, Capuano; Carboni, Biagianti, Ledesma (20' st Ricchiuti); Martinez, Mascara; Morimoto (32' st Llama). All: Atzori.

Arbitro: Tagliavento. Ammoniti: Codrea (S), Ledesma (C), Silvestre (C), Bellusci (C).

Catania: Andujar, Alvarez, Silvestre, Terlizzi, Capuano, Biagianti, Carboni (90' Spolli), Martinez, Mascara, Llama (63' Ledesma), Morimoto (59' Plasmati). (Campagnolo, Bellusci, Spolli, Izco, Ricchiuti). All.: Mihajlovic.

Livorno: De Lucia, Perticone, Knezevic, Miglionico (76' Diniz), Raimondi, Pulzetti (76' Marchini), Bergvold, Filippini, Pieri, Candreva (90' Mozart), Danilevicius. (Benussi, Rivas, Cellerino, Dionisi). All.: Cosmi.

Arbitro: Orsato di Schio Rete: 88' Danilevicius Espulso: Mascara all'85' Ammoniti: Ledesma (C), Marchini (L)

 

JUVENTUS: Manninger; Caceres, F.Cannavaro, Legrottaglie, Grosso; Felipe Melo (33' Salihamidzic), Marchisio, Tiago (66' Giovinco); Diego; Amauri (70' Del Piero), Trezeguet. A disp.: Chimenti, De Ceglie, Grygera, Molinaro. All.: Ferrara.

CATANIA: Andujar; Alvarez, Silvestre, Spolli Capuano; Biagianti, Carboni, P.Ledesma (60' Izco); Martinez, Llama (78' Bellusci); Morimoto (69' Plasmati). A disp.: Campagnolo, Augustyn, Moretti, Ricchiuti. All.: Mihajlovic.

ARBITRO: Pierpaoli di Firenze.AMMONITI: Diego, Tiago, F.Cannavaro, Marchisio (J), Morimoto (C)

 

GENOA - (4-3-3) - Amelia, Sokratis, Biava, Bocchetti, Criscito, Milanetto, Juric, Mesto (33' st Crespo), Palacio (42' pt Zapater), Sculli, Suazo (38' st Tomovic). (Scarpi, Esposito, Moretti, Modesto). All: Gasperini.

CATANIA - (4-1-4-1) - Andujar, Alvarez, Bellusci, Silvestre, Capuano, Carboni, Biagianti (16' st Plasmati), Llama (31' st Morimoto), Izco, Martinez, Mascara (31' pt Terlizzi). (Campagnolo, Potenza, Ledesma, Moretti). All: Mihajlovic.

Arbitro: Rosetti.

Marcatori: 36' pt Mesto (G), 26' st Sculli (G).

Ammoniti: Bellusci (C), Sculli (G), Carboni (C), Milanetto (G), Criscito (G), Suazo (G). Espulsi: Bellusci (C).

 

 

 

 

 

SAMPDORIA (4-4-2): Storari; Lucchini (71' Accardi), Gastaldello, M.Rossi, Ziegler; Semioli (55' Padalino), Palombo, Poli, Guberti (55' Mannini); A.Cassano, Pazzini. A disp.: 23 M.Cassano, 12 Tissone, 9 Pozzi, 11 Bellucci. All. Del Neri.

CATANIA (4-3-2-1): Andujar; Alvarez, Silvestre, Spolli, Capuano; Izco, Biagianti, Llama (81' Plasmati); Mascara (61' Ledesma), Ricchiuti; Martinez. A disp.: 30 Campagnolo, 2 Potenza, 18 Augustyn, 17 Moretti, 15 Morimoto. All. Marcolin.

RETI: 13' Llama, 44' Pazzini (rig.)

ARBITRO: Morganti di Ascoli Piceno (Pugiotto-Bianchi/Gaglione). AMMONITI: Silvestre, Rossi, Padalino, Ricchiuti, Ledesma, Poli.

 

 

Catania (4-3-3): Andujar, Alvarez, Silvestre, Spolli, Capuano, Ricchiuti (17'st Ricchiuto), Carboni, Biagianti (43'st Moretti), Mascara, Martinez, Llama (29'st Morimoto). A disposizione: Campagnolo, Potenza, Terlizzi, Moretti, Izco, Plasmati, Morimoto. All.: Mihajlovic.
Parma (4-1-3-2): Mirante, Dellafiore, Paci, Panucci (25'st Castellini), Lucarelli, Lunardini (4'pt Biabiany), Dzemaili, Mariga (1'st Antonelli), Morrone, Amoruso, Bojinov. A dispozione: Pavarino, Antonelli, Castellini ,Pisanu, Biabiany, Gigli, Baccolo. All.: Guidolin.
Arbitro: Gervasoni

Note: Mascara (C) fallisce un calcio di rigore al 23' del primo tempo

 

Catania (4-3-3): Andujar, Alvarez, Silvestre, Spolli, Capuano, Ricchiuti (20' st Izco), Carboni, Biagianti, Martinez, Maxi Lopez (10' st Morimoto), Llama. All.: Mihajlovic

Udinese (4-3-3): Handanovic, Isla, Zapata, Lukovic, Pasquale, Inler, D Agostino, Sammarco (33' st Corradi), Sanchez (44' st Lodi), Floro Flores (27' st Basta), Di Natale. All.: De Biasi

Arbitro: Romeo di Verona Reti: nel pt 32' Floro Flores, nel st 35' Biagianti.

Ammoniti: Silvestre, Sanchez, Llama, D'Agostino e Zapata per gioco falloso; Handanovic per comportamento non regolamentare.

 

LAZIO (4-3-1-2): Muslera; Biava, Radu, A. Dias, Kolarov; Firmani(70' Diakhitè), Baronio, Hitzlsperger; Mauri (76' Cruz); Floccari, Zarate. A disp.: 88 Berni, 28 Stendardo, 3 Scaloni, 6 Dabo, 9 Rocchi. All. Ballardini.

CATANIA (4-3-3): Andujar, Alvarez, Silvestre, Spolli, Capuano; Izco, Carboni (46' Ricchiuti), Biagianti; Mascara, Maxi Lopez, Llama. A disp.: 30 Campagnolo, 2 Potenza, 18 Augustyn, 23 Terlizzi, 4 Delvecchio, 15 Morimoto. All. Marcolin.

RETI: 62' Maxi Lopez.

ARBITRO: Gava di Conegliano Veneto (Altomare-Rubino/Giancola). SQUALIFICATI: Mihajlovic. AMMONITI: Llama, Radu. RECUPERO: 0' e 4'. ANGOLI: 5-0 per la Lazio. SPETTATORI: 20.000 circa.

Catania (4-3-3): Andujar; Alvarez, Silvestre (39' st Augustyn), Spolli; Capuano, Izco, Biagianti, Ricchiuti; Morimoto (17' st Martinez), Maxi Lopez, Mascara. (30 Campagnolo, 2 Potenza, 4 Delvecchio, 17 Moretti, 23 Terlizzi). All.: Mihajlovic.

Atalanta (4-4-1-1): Consigli; Garics, Talamonti, Manfredini, Bellini; Ferreira Pinto, Padoin, Guarente, Valdes (32' st Peluso); Doni; Amoruso (36' st Tiribocchi). (32 Coppola, 18 Caserta, 70 Ceravolo, 74 Volpi, 77 Bianco). All.: Mutti.

ARBITRO: Trefoloni di Siena.

NOTE: angoli 6-6. Recupero 1' e 4'. Espulso: Bellini (29' st) per doppia ammonizione. Ammoniti: Manfredini e Ricchiuti per gioco scorretto; Maxi Lopez per proteste; Biagianti e Guarente per comportamento non regolamentare.

 

ROMA: Doni; Cassetti, Burdisso, Juan, Riise; De Rossi, Brighi; Cerci, Menez, Taddei; Vucinic. A disposizione: Lobont, Andreolli, Faty, Baptista, Perrotta, Tonetto. Allenatore: Ranieri
CATANIA: Andujar; Alvarez, Silvestre, Spolli, Augustyn, Capuano; Izco, Ricchiuti, Llama; Mascara, Maxi Lopez. A disposizione: Kosicky, Potenza, Delvecchio, Carboni, Morimoto, Terlizzi, Martinez. Allenatore: Mihajlovic
Arbitro: Bergonzi 

CATANIA (4-3-3): Andujar; Alvarez, Silvestre, Terlizzi (80' Augustyn), Capuano; Izco, Biagianti, Ricchiuti (59' Delvecchio); Martinez, Maxi Lopez (70' Morimoto), Llama. A disp.: 1 Kosicky, 2 Potenza, 14 Bellusci, 8 Ledesma. All. Mihajlovic.

BARI (4-4-2): Gillet; Belmonte, A.Masiello, Bonucci, S.Masiello; Alvarez (79' Sestu), Gazzi (79' Donati), Almiron, Koman (46' Rivas); Barreto, Castillo. A disp.: 12 Lamberti, 3 Diamoutene, 27 Stellini, 69 Meggiorini. All. Ventura.

RETI: 4' Ricchiuti, 39' Llama; 80' Morimoto, 90' Martinez.

ARBITRO: Peruzzo di Schio (Barbirati-Manganelli/Candussio).

SQUALIFICATI: Mascara (1).  AMMONITI: P.Alvarez, Maxi Lopez, Almiron, A.Masiello. ESPULSI: 67' Nino Pulvirenti per proteste.

 

CAGLIARI (4-3-1-2): Marchetti; Marzoratti, Astori, Canini, Agostini; Biondini, Conti, Lazzari; Jeda (58' Cossu); Matri (80' Dessena), Nenè (73' Larrivey). A disp.: 24 Lupatelli; 23 Ariaudo, 18 Parola, 20 Barone. All. Allegri.

CATANIA (4-1-4-1): Andujar; Potenza, Silvestre, Terlizzi, Capuano; Biagianti; Mascara, Izco, Ricchiuti (77' Delvecchio), Llama (9' Martinez); Maxi Lopez (79' Morimoto). A disp.: 30 Campagnolo, 18 Augustyn, 8 Ledesma, 5 Carboni. All. Mihajlovic.

RETI: 9' Lazzari, 31' Mascara (rig.), 35' Maxi Lopez; 74' Cossu.

AMMONITI: Llama, Mascara, Biagianti, Canini, Lazzari, Capuano.. ESPULSI: 68' Canini per doppia ammonizione.

CATANIA: 21 Andujar; 22 Alvarez, 23 Terlizzi, 6 Silvestre, 33 Capuano (43' st 2 Potenza); 19 Ricchiuti (31' st 4 Delvecchio), 27 Biagianti, 13 Izco; 25 Martinez, 11 Maxi Lopez (5 Carboni), 7 Mascara. ?A disposizione: 30 Campagnolo, 8 Ledesma, 15 Morimoto, 18 Augustyn;
Allenatore: Sinisa Mihajlovic.

INTER: 12 Julio Cesar; 13 Maicon, 6 Lucio, 23 Materazzi, 4 Zanetti; 5 Stankovic (32' st 27 Pandev), 19 Cambiasso (34' st 11 Muntari), 17 Mariga (1' st 7 Quaresma); 10 Sneijder; 22 Milito, 9 Eto'o. A disposizione: 1 Toldo, 21 Orlandoni, 2 Cordoba, 15 Krhin.
Allenatore: José Mourinho.
Arbitro: Paolo Valeri (sez.arbitrale di Roma).
Note. Ammoniti: 24' Biagianti, 45' Zanetti, 6' Stankovic, 31' st Martinez, 34' e 36' st Muntari. Espulsi: 36' Muntari. Tempi supplementari: 1'-4

 

Am...Mouccamu!!!

 

di Maxi Licaropez (calciocatania.com) - le foto sono di Lasicilia.it
Topolinik, "cucchiaio" da leggenda...Notte da leggenda, notte da Ma-Ma-Ma
Fuochi d'artificio. Mi mancavano. Ci mancavano. Stasera ho aggiunto pure questa alla mia personale galleria di "evergreen" in chiave rossazzurra. Quindici minuti dopo il fischio di Valeri, seduto sulla mia panca in tribuna stampa, ancora inebetito e quasi debilitato dalle fibrillazioni cardiache procuratemi dal mitologico spettacolo cui avevo assistito, ecco fiorire al mio sguardo, provenienti dalle adiacenze dello stadio, le pirotecniche "accensioni" colorate di giallo, rosso, verde, blù che qualche tifoso aveva preventivamente apparecchiato, incurante di scaramanzie, corni, cornetti, tocchi ai gemelli di famiglia e consimili facezie. Incredibile? No, assolutamente no. E, lo anticipo subito, non si tratta di provincialismo come a qualche distratto osservatore potrebbe apparire. E' solo genuina felicità, carnale letizia, dilettoso amore, delirante liberazione. Ci sta. Ci sta perché troppa è la gioia per l'ennesima pagina di storia scritta dal Catania targato Pulvirenti. Forse la più fulgida. Dopo 44 anni, scacco matto all'Inter. L'Inter dei 4 scudetti consecutivi, l'Inter prossima a giocarsi la Champions League a Londra con il Chelsea di Ancelotti, l'Inter dei milionari, l'Inter del "Comunicattore" (due "t" d'obbligo), e chi più ne ha più ne metta. Non starò a scadere nelle banalità che leggo e sento in queste oreda più parti. "Clamoroso al Cibali"? Ma quando mai. Troppo facile. Troppo scontato. Di clamoroso, in questa lezione di calcio inflitta ai presuntuosi nerazzurri dell'unico tecnico al mondo ad aver scomodato per sé l'ormai usurata prova ontologica di anselmiana memoria, non c'è proprio nulla. Il Catania ha giocato meglio, assai meglio per tutti i 90' e ha vinto di conseguenza, in virtù di tre eccezionali "perle" tecniche esibite dal Ma-Ma-Ma, il tridente che fa sognare i tifosi del Liotru. Un successo, dunque, senza "se" e senza "ma" (questo "ma", come vedete, torna sempre in primo piano, che sia il destino?). Piuttosto, mi sia consentito un paragone, appunto, mitologico, considerata la portata eroica dell'impresa compiuta da Mascara e soci. Gli etnei si sono proposti come moderni emuli di Teseo guerreggiante nel labirinto. Alla spasmodica ricerca di un pertugio nella guardia del Minotauro interista, gli uomini di Miha sembravano essersi persi, loro malgrado, nel cieco tunnel abitato dai fantasmi delle piccole grandi imprecisioni sotto porta (Ricchiuti), delle sfortunelle, dei colpi d'ala del più potente avversario (Eto'o-Milito). Poi, come per magia, ecco ricomparire il filo d'Arianna, mai realmente smarrito durante tutto l'arco del match. Così, niente da fare per il mostro. Abbattuto, umiliato, distrutto, in ultimo abbandonato fra i tortuosi budelli del labirinto grazie alle preziose ali fornite dall'impagabile ululato della "torcida" catanese, numerosa, calda, palpitante come mai. Non un volo d'Icaro, ma un volo stile Jet. Anzi, "Wind" Jet.

"A facci de' caravigghiari"
Così come mi ero sbilanciato durante la scorsa stagione, in occasione della fondamentale vittoria interna sulla Reggina, ugualmente lo faccio adesso, assumendomene tutte le responsabilità: il Catania, grazie a questa storica "scoppola" inflitta alla ben pagata cucciolata del presidente Moratti, si è praticamente salvato. Sì, si è salvato. Giocherà il suo quinto anno consecutivo in Serie A. "A facci de' caravigghiari", in puro idioma siculo. E, attenzione, non mi riferisco al mero dato numerico, pur rilevante: 31 punti, sostanzialmente a 7/8 lunghezze (massimo, proprio volendo stare larghissimi) dalla quota necessaria alla realizzazione dell'impresa. No, mi riferisco all'incalcolabile portata psicologica della vittoria odierna. Un'autentica overdose di autostima e fiducia per il Catania, una spaventosa tranvata per le rivali che vedono il team su cui (improvvidamente) avevano puntato tutte le fiches -a "s" non ma scoddu, malgrado siano le 3 di mattina, s'annunca appoi mi massacrate...- di riaggancio conquistare tre pesantissimi e inopinati punti in una partita considerata "impossibile"; veri e propri macigni sulla strada della salvezza. Del resto, siamo al ventottesimo turno, mancano 11 gare in cui racimolare quei 7/8 punti sopra citati. Sempre che Livorno e Atalanta riprendano a conquistare qualche punticino. Domenica l'uno va a Roma contro i giallorossi di Ranieri, l'altra a Parma. Vedremo...

Miha stende Mou
22 punti in 13 gare. Non vi sarebbe necessità di ulteriori specificazioni. Ma ve le do lo stesso. Da quando il tecnico serbo è alla guida del Catania, i rossazzurri hanno vinto 7 gare, incassato pochissimi gol (settima difesa con 34 reti subite) e ricominciato a segnare con una certa regolarità (32 gol complessivi). Tanto per gradire, 2 "polpette" alla Juve, 3 al Parma, 4 al Bari, 3 all'Inter... Merito di un assetto tattico stabile e ben oliato, di un "lavaggio del cervello" perfettamente riuscito, di scelte tecniche precise, di un nuovo centravanti, di una scarica adrenalinica trasmessa in maniera immediatamente percebile, di un pizzico di fortuna. In una parola, Miha. Quello che fa specie a chi non segue abitualmente il Catania è che abbia potuto infinocchiare con una certa semplicità il tanto celebrato Mou, superfigo tra i superfighi, beato tra cannoli e arancini all'interno di un boxetto in tribuna. Eppure, l'allenatore del Catania questo scherzetto lo aveva giocato anche alla Juve! 4-1-4-1 in fase di non possesso, 4-3-3 in quella d'attacco; due esterni offensivi (Mascara e Martinez) tecnicamente avvertiti, entrambi in grado di creare superiorità dalle parti di Maicon o Zanetti, costringendoli contestualmente a limitare le proverbiali discese palla al piede; un centrocampista di qualità (Ricchiuti) capace di guidare le ripartenze in percussione centrale e di inserirsi nel cuore dell'area interista; un centravanti di stazza in grado di rompere le scatole ai due lenti centrali difensivi, tenendoli sempre sul "chi va là?". Il tutto, mantenendo sempre compatezza e coesione fra i reparti. Cioè, aspetti, prendi palla e riparti con velocità. Semplice, ma geniale. Una tattica micidiale per questa Inter, che qualcuno definisce sorniona e che io, invece, reputo poco brillante, come testimoniato dal mesetto di risultati balbettanti in campionato (peraltro pienamente riaperto da questo risultato). Male gli esterni, maluccio i centrali difensivi, lenti i centrocampisti (Stankovic e Cambiasso sovrastati da Izco e Ricchiuti), così così Snejider, soffocato da un ottimo Biagianti, abulico Eto'o. Benino il solo e solito Milito, autore del gol dell'effimero vantaggio al 53'. L'impresa da leggenda del Catania si commisura proprio sull'immeritato svantaggio subito nella ripresa, dopo aver condotto un primo tempo garibaldino, condito da due clamorose palle gol fallite da Ricchiuti, peraltro tra i migliori in campo. Certo, Mou il colpo d'ala tenta sempre di porgerlo. Il riuscito cambio Mariga-Quaresma proposto a inizio ripresa, condito dal passaggio a un 4-2-3-1, si rivela capace di costringere Martinez e Mascara, autentici "castighi di Dio" per la difesa nerazzurra, a limitare le scorribande offensive. E per una quindicina di minuti funziona. Sembra che la solita maledizione aleggi sul "Massimino" quando la classica mannaia dei fuoriclasse si abbatte su Andujar. In sostanza, Eto'o e Milito azzeccano l'unica ripartenza della loro partita, nobilitata dalla diciannovesima segnatura del "principe" argentino. Un'altra squadra si sarebbe rassegnata al destino rio e malvagio. Non il Catania di questi tempi. Splendido il pareggio di Maxi Lopez dopo una ventina di minuti; adidrittura "avatariano", 7' dopo, il "cucchiaio" di Mascara a trasformare il netto rigore susseguente a un miserrimo tocco di mano in area di Muntari (che stabilisce un record: due ammonizioni in poco più di un minuto; meno di due primi in campo); da brividi i dribbling su Lucio, Materazzi e Julio Cesar operati da Martinez in occasione della magnifica terza rete che, al 90', chiude i conti. Cose mai viste. Cose reali. Reali come la grinta di "Comu finiu" Alvarez, come la sicurezza di Silvestre (migliore prestazione stagionale) e Terlizzi, come la ritrovata verve di Capuano (mai così positivo nell'ambito dell'attuale stagione), come la forza fisica di Izco, anche oggi protagonista di una percussione centrale seguita da assist vincente (ad Alvarez, da cui scaturirà il cross al bacio per il primo gol di Maxi). Insomma, apoteosi pura. Un'apoteosi meritata, sancita da quella corsa in mezzo al campo del presidente Pulvirenti a fine gara. Uno che ci ha sempre creduto, anche nei tempi bui. E non si era in molti...

Muntari, uno di noi
E' "sparo", come si dice dalle nostre parti. Cioè, banalizzando, non c'entra nulla con il resto della squadra. Quello sul simpatico ghanese non è, naturalmente, un giudizio riferibile alla sola partita del "Massimino", ci mancherebbe. Troppe risultano le ricorrenti "imprecisioni" del centrocampista ex udinese nell'ambito di un team imbottito di campioni che parlano una lingua del tutto diversa. La sua irruenza, la sua scarsa destrezza tecnica, la sua mancanza di freddezza rischiano di diventare un fardello pesantissimo per l'Inter. Come detto, la sua partita è durata 2'. E il suo incomprensibile fallo di mano potrebbe valere un campionato. Una cosa è certa, detta senza polemiche: se Muntari gioca nell'Inter, un buon medianone come Biagianti dovrebbe perlomeno accasarsi nel Real Madrid. Avrebbe di certo maggiori chance di ben figurare... Che Mou lo faccia giocare spesso titolare nell'ambito di uno fra i più attrezzati organici d'Europa appare ascrivibile ai più grandi misteri dell'umanità, non meno rilevante del famoso video del 1994 con l'autopsia del presunto alieno di Roswell. Comunque, se Mou preferisce portarsi dietro il Muntarone e lasciare a casa Balotelli, vittima di presunti e non meglio precisati infortuni, deve per forza essere considerato un emulo del celebre Tozzi-fan, kamikaze in salsa di pomodoro che tutti noi ricordiamo con affetto.

Topolinik 29
Ce l'ha fatta, Peppe, a raggiungere il mitico Memo Prenna, il quale da lassù starà applaudendo. Topolinik, grazie al "cucchiaio" (rimarrà indelebile nei ricordi dei tifosi, non meno del pallonetto da centrocampo infilato a Palermo) adagiato alle spalle di Julio Cesar, tocca quota 29, miglior realizzatore rossazzurro di sempre in Serie A. Un traguardo importante, raggiunto con pieno merito. Adesso, a pieno titolo, può essere considerato come uno dei più grandi calciatori della storia del Catania. Non solo, si tratta della sua settima rete stagionale. Non male per uno che stava disputando un'annata grigia... Oggi ha giocato come vogliamo noi: con qualità, spesso in attacco, seppur non trascurando, come da caratteristiche, l'aiuto ai compagni, ma in attacco. Tirando in porta. Come sempre deve fare, dato che ha una stoccata micidiale. Congratulazioni, Peppe.

Maxi 7
Qualcuno già aveva sentenziato: bidone. Risposta: due reti consecutive, contro Cagliari e Inter, bellissime entrambe (il "taglio" in area in faccia a Lucio esibito oggi è da grande centravanti). Tre complessivamente, contando quella di Roma contro la Lazio. In tutto, facendo il conto del macellaio, 7 punti portati a casa. 7 punti. 7 punti. Ah, poi magari gli esperti di cui sopra si facciano spiegare da Mihajlovic, uno che propriamente capisce qualcosina di calcio, a cosa servono in campo, dal punto di vista squisitamente tattico e al di là delle capacità realizzative, le punte come la "galina de oro"...

Malaka 9
Un marziano. Il migliore in campo. Dribbling, assist, tiri, gol da leggenda. 90' di pura poesia targata Jorge Martinez, alla stagione della definitiva consacrazione. Sta bene l'uruguagio e si vede. In ogni caso, ogni dubbio è svanito: se fa queste cose davanti a Zanetti o Lucio, le può fare contro chiunque. Merita una grandissima squadra, un top team, a fine campionato. E l'avrà. Per adesso, che salvi il Catania...

Valeri promette
Non mi sbilancio spesso sugli arbitri, ma questa volta (spero di non pentirmene) farò un'eccezione: questo direttore di gara ha un roseo futuro. Mi è piaciuto per personalità e preparazione tecnica. Si vede che ne capisce di calcio dal modo in cui applica correttamente l'opzione del vantaggio. Non ha sbagliato nulla, aiutato anche dal guardalinee Romagnoli, un tantinello fortunato, ma bravo, a pizzicare la posizione regolare di Eto'o in occasione del vantaggio nerazzurro. Inappuntabile sul rigore, accompagnato da sacrosanta espulsione a Muntari. Sperem...

Ologramma Maradona
Sembrava Startrek. Tutti in tribuna a cercare Maradona, fantomaticamente (chissà da chi, poi...) annunciato in tribuna al "Massimino". Chi con metal detector, chi con raggi laser, chi con marchingegni in grado di captare anche lievissime attività neuronali. Come ampiamente previsto, c'era il suo ologramma, magari proiettato dall'astronave madre a opera del dottor Spock. Ma il vero "pibe" era probabilmente a Buenos Aires a ingurgitare "asado". I viaggi transoceanici stancano...

A Verona per la "mazzata" finale
L'errore più grave da compiere ora sarebbe quello di "sedersi" dopo la grande impresa. Un errore già commesso un anno fa dopo il vittorioso derby di Palermo, durante il match casaligo giocato in casa contro il Siena. Ma, se allora in fatto di punteggio potevamo anche permettercelo, adesso no, o meglio, non ancora. Servono sempre i celebri 7/8 punti. Prima li facciamo e meglio è. Anche perché, ci si potrebbe guadagnare la fantastica chance di far giocare qualche partita a Barrientos... E, quindi, a Verona con la stessa cattiveria, con la stessa grinta, con la stessa qualità di oggi. Giocando come contro l'Inter si potrebbe aggiungere un ulteriore, decisivo mattone all'edificio salvezza. Mancherà Martinez, assenza grave, ma riposerà. E Morimoto scalpita. Let's go, Liotru, let's go!!!

 

ANDUJAR: 6.5 - Puntuale sul tentativo di Sneijder nel primo tempo. Nella ripresa si disimpegna con sicurezza.
ALVAREZ: 7 - La gran palla messa in mezzo per il pareggio di Maxi Lopez è da applausi. In più ci mette un cospicuo contributo in copertura e costanti sovrapposizioni per creare spazi a Martinez.
SILVESTRE: 6.5 - La coppia Milito-Eto'o ha potenzialità da far paura, eppure non passa mai, se non sul filo del fuorigioco. Per il resto c'è poco da fare per gli attaccanti nerazzurri.
TERLIZZI: 6.5 - Da ultima ruota del carro (come lui stesso si è definito) a titolare ritrovato. Gioca con autorevolezza, sovrasta di testa le punte interiste e fa muro quando gli avversari provano a buttarsi avanti.
CAPUANO: 6.5 - Dalle sue parti era atteso un certo Maicon, ma il brasiliano si vede poco e non sfonda mai. Al contrario, è Ciro a proporsi costantemente in avanti mettendo in mezzo palloni interessanti e cercando anche la via del gol nel primo tempo.
IZCO: 7 - Tenuta atletica sopra la norma e accelerazioni importanti. Contribuisce a spegnere il centrocampo interista tenendo a bada Stankovic. Prova nobilitata dall'ottima apertura per Alvarez che propizia il pareggio.
BIAGIANTI: 7 - Sneijder ha messo in crisi un bel po' di squadre quest'anno. Se con il Catania non succede è perchè Marco non lo fa respirare tallonandolo con tenacia e levandogli spazi vitali per la manovra offensiva dell'Inter.

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RICCHIUTI: 6.5 - Non era facile per lui che non è un gigante farsi valere contro una squadra fisica come l'Inter, eppure l'argentino si fa rispettare. Peccato per quel gol solo sfiorato.
MARTINEZ: 8 - Straripante. Il modo in cui dopo pochi minuti lascia sul posto Stankovic e Cambiasso è eloquente. Serpentine, dribbling e spunti che spesso costringono al fallo gli avversari e culminano con il gol da fuoriclasse giunto dopo aver fatto fare una figuraccia a Lucio.
MAXI LOPEZ: 7 - Un attaccante vero si vede dalla percentuale di occasioni trasformate. Maxi tiene sotto pressione i centrali interisti e quando vede la palla servitagli da Alvarez brucia Lucio tagliandolo fuori con un anticipo da grande bomber.
MASCARA: 7.5 - Potremmo magnificarne le chiusure da difensore navigato, le intuizioni che aprono varchi in attacco o la personalità da uomo-squadra sempre più pronunciata. Ma ci fermiamo solo a ricordare il folle cucchiaio dal dischetto con il quale batte Julio Cesar ed entra a pieno titolo nella storia del Catania. Impagabile.
MIHAJLOVIC: 8 - Stravince su Mourinho. Il portoghese sbilancia la squadra, opta per la disastrosa mossa Muntari e alla fine lascia i suoi senza centrocampisti. Il serbo schiera una formazione senza paura e azzecca tutte le mosse, dalla marcatura di Biagianti su Sneijder alla spinta sulle fasce alimentata con raddoppi puntuali. E poi la personalità di questo gruppo è ormai una certezza.

 

 

 

 

c'erano questi

... e questi

 

No, basta, va bene così. Va bene così? O va bene c'Jose? Perché qualche cosa bisognerà pur dirla al senor
Mourinho, quello che tutti sappiamo, che se l'Inter perde lo scudetto, saranno pure fatti suoi, ma che a Catania ci ha rimesso malamente le penne. Allora, chiediamo all'amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco, se, per caso, ha qualche cosa ancora da dire sullo showman portoghese. Ma, per oggi, buttiamola sul tecnico. E allora? "E che devo dire, ancora 'sta storia. Ma no, avete visto tutti com'è andata, la forza del Catania e le responsabilità del tecnico avversario, che non ne ha azzeccata una nel momento in cui doveva mettere la sua impronta su una partita già difficile per l'Inter. Ha confermato quel che ho detto io".

Lo Monaco non lo dice, anzi lo dice, ma sussurra e niente più: "lo Special jumento". Cioé? Cioé, speciale sì, ma come dicono dalle sue parti, in Portogallo, al massimo speciale come asinello, se si tratta di modificare l'assetto tattico della sua squadra. Ma, forse, abbiamo sentito male, lasciamo stare Mourinho.
Pietro Lo Monaco deve spiegare la crescita progressiva del Catania, che oggi fa spalancare gli occhi a tutta l'Italia calcistica, perché i rossazzurri di Mihajlovic marciano a ritmo da zona Champions.
"Eh, ripeto, ripeto, ripeto. Ci voleva pazienza, ci voleva amore, pazienza, passione, e attendere che venisse fuori un gruppo che avevamo profondamente rinnovato, abbassando di cinque o sei anni l'età media. L'ho detto quando le cose andavano male, lo ribadisco oggi: noi ci abbiamo sempre creduto, sapevamo di avere allestito la squadra più completa e con la migliore proiezione anche nel tempo di questi quattro anni di Serie A. Certo, abbiamo sofferto in quella fase, ma giocando quasi sempre un buon calcio, quindi non ci siamo mai sentiti schiacciati dalla classifica deficitaria. La prova sta nella classifica di oggi, sta nella partita di venerdì sera, sta in una capolista che, già nel primo tempo, poteva stare sotto di due gol. Poi, abbiamo quasi regalato noi il vantaggio, su un errore di piazzamento, ma la reazione è stata da grande squadra, Maxi Lopez ha fatto quel che sa fare, Mascara lo stesso, Martinez è in forma strepitosa. Ma gira tutta
la squadra, eccome gira".
Di più, e va detto. Gira chi gioca, gira chi non gioca per il momento, ma entra e sa essere protagonista.
"Certo, è così. Prendete Potenza, Delvecchio e Carboni, per citare i ragazzi che sono entrati a partita cominciata, sono stati importanti, erano pronti, concentrati, hanno offerto un contributo importante.
La squadra, tutta la squadra, ha carattere, ha determinazione, ha voglia di lottare e di salvarsi, giocando anche un buon calcio, divertendo il pubblico, divertendosi. Questa è la nostra squadra, questa è la squadra della città. Questa è la squadra che sempre di più, anche quando non c'è l'Inter, vengono a vedere da Messina, da Siracusa, da Enna, da Ragusa, da mezza Sicilia".
Anche su questo converrà fare spiegare sino in fondo un concetto a Pietro Lo Monaco, perché è importante
chiarire la filosofia della società, il modello imposto, la cultura che sta alla base di tutto.
"Esattamente al contrario di quel che qualcuno può pensare, visto che abbiamo tanti stranieri in squadra, questo Catania nasce, si sviluppa e sta andando avanti seguendo quello che ci piace definire un modello-Sicilia. Cioé, l'unico modello che, secondo noi, ha una logica, un presente e un futuro in un territorio dove ci sono molti problemi, disagi economici, gap sociali. Non si può pensare qui di fare calcio a buon livello, andando oltre il rispetto di certi parametrici economici, restando con i piedi ben saldi a terra, costruendo risultati giorno dopo giorno, con sacrifici, cercando le soluzioni che possono coniugare economia della società, equilibrio delle casse e, naturalmente, aspirazioni sportive e ricerca delle vittorie. Noi lo stiamo facendo e i siciliani se ne stanno accorgendo sempre di più, per questo dico, senza alcuna polemica ma come semplice constatazione di filosofia societaria, appunto, che tra noi e il Palermo ci sono sostanziali differenze, scelte e strategie molto diverse. Quel che oggi ci fa felici è, appunto, scoprire ogni domenica di più che Catania è tornata ad amare profondamente questa squadra, che sta regalando grandi prove e risultati di prestigio, ma che siamo anche, come ho detto, la squadra in cui tantissimi siciliani si identificano".
Grande ambizione, unire l'amore per il calcio, la passione di mezza Isola almeno, sotto il segno di questa società che sta dietro i successi di ieri e di oggi e che prepara giorno dopo giorno il futuro. Scegliendo con oculatezza, ma anche con una capacità straordinaria il materiale umano. I risultati di questa stagione fanno di Pietro Lo Monaco uno stratega del mercato internazionale, uno che, se calcoliamo i risultati che hanno dato e stanno dando gli uomini che ha pescato nel mercato argentino, può benissimo passare o per uno che trasforma tutto in oro, un nuovo re Creso, oppure, com'è, uno che ha contatti straordinari e competenza infinita. Ripassare per credere: Vargas, e va bene. Martinez, e stiamo arrivando a quelle valutazioni. Llama tornerà più forte di prima, ma basterebbe anche forte come prima per essere un fenomeno. Silvestre, indiscutibile. Alvarez, non ne parliamo. Carboni, prezioso. Spolli, solido e insuperabile. Andujar si sapeva, ma l'uomo della tavoletta dell'anno si chiama Izco. Una crescita inarrestabile.
"Sappiamo sempre che cosa scegliamo, non prendiamo nulla al buio. Non avete visto ancora Barrientos, speriamo di riaverlo presto, ma non è possibile fare una classifica, questo è il Catania, tutta gente scelta, perché sappiamo che viene qui a sudare, a lavorare, a giocare per la nostra squadra, per quella maglia, per quei tifosi eccezionali. Questa è la nostra prima vera forza, quella di scegliere giocatori, tecnici, staff che s'integrano nel meccanismo, ed ognuno sa che cosa deve fare, la propria parte al meglio, nulla che riguardi altre competenze, perché la confusione in equilibri precari come quelli del calcio porta spesso a rovesci nei risultati, nella serenità dei rapporti".
Potrebbe continuare, Pietro Lo Monaco, spiegare ancora e bisogna credere al direttore, perché la storia parla, dice, spiega, conferma, avvalora. La storia è ieri, è oggi, è domani, quella del Catania di Nino Pulvirenti e di Pietro Lo Monaco, quella che i "clamoroso al Cibali" servono solo per comodità di amarcord e di titolazione. Perché solo quest'anno il Catania ha vinto a Torino con la Juventus, a Roma con la Lazio, in casa con l'Inter. Che altro, signore e signori? Ah, la vittoria contro l'Inter porta dell'altro.
"Abbiamo riaperto la lotta per lo scudetto, l'Inter dovrà giocarselo sino in fondo e in calendario i nerazzurri hanno Livorno, Siena e Atalanta. Abbiamo fatto un grande colpo venerdì, non c'è che dire".

Mezzo secolo, da un'impresa all'altra

Il clamoroso e sonante successo appena conseguito dalla squadra rossazzurra sull'Inter propone e suggerisce un confronto fra il lontano Catania del "Clamoroso al Cibali" e quello di oggi che ha strappato commenti altrettanto entusiasti e spedito letteralmente in Paradiso il pubblico appassionato che aveva gremito il Cibali sino all'ultimo spazio utile.
Non è un paragone facile, quello a cui siamo invitati, perché in cinquant'anni molta acqua è passata sotto i ponti e molto è cambiato nel modo di giocare e di proporsi sul campo.
Si può dire che il Catania di allora molto affidava allo slancio e all'entusiasmo per travolgere ogni ostacolo; oggi invece c'è più studiata raffinatezza tattica nel cercare la sorpresa, senza naturalmente che restino da parte quei fattori e quelle spinte di passione, di capacità di sacrificio che sono da sempre alla base di qualsiasi successo. E non soltanto calcistico.
Il Catania di Carmelo Di Bella era bello a vedersi per il gioco spumeggiante che sapeva offrire; oggi le mosse sono più calcolate, i colpi portati con maggior freddezza, magari dopo aver lasciato che l'avversario si sfogasse: praticamente quel che è successo nello scontro con l'Inter, deciso alla distanza, addirittura dopo aver rovesciato un vantaggio avversario.
L'importante, in definitiva, è che il risultato finale sia stato identico nella sostanza e altrettanto importante ed esaltante. Altro confronto di preciso interesse: allora il Catania veniva da un campionato in cui aveva figurato come matricola di lusso, oggi era ed è in piena risalita dagli sprofondi della bassa classifica, che vincendo ha potuto migliorare in modo pressochè decisivo.
Nessuno lo avrebbe giudicato all'altezza di rovesciare il confronto durissimo con una "grande", anzi grandissima, per giunta portatasi per prima in vantaggio.
Sono queste le imprese che meritano lungo ricordo, che spruzzano oro sul blasone, che esaltano la capacità di rovesciare una situazione sfavorevole. Di ciò il Catania ha mostrato di essere capace, oggi come allora: è quel che conta, nel cammino sempre arduo e fra le insidie di un campionato fra i più difficili e combattuti
in assoluto.
In questa continuità ideale fra gli allori di un giorno e quelli appena raccolti c'è tutto il significato della partecipazione della squadra rossazzurra al campionato maggiore, un impegno difficile e qualificante per tutte le formazioni fuori dal giro delle metropoli: allora, ai tempi del "Clamoroso" al Cibali", come adesso che fa sempre chiasso e richiama gli sguardi l'impresa di una "provinciale" capace di venire così spavaldamente alla ribalta.
Identica, oggi come allora, la volontà di emergere, di essere qualcuno, di richiamare su sè i riflettori della fama: cose che contano, che accendono gli entusiasmi, che ti fanno figurare sui grossi titoli della stampa. E di che altro vivrebbe una società che deve sempre forzare le porte dei quartieri alti?
Luigi Prestinenza (La Sicilia 14.3.2010)

Il capo di quei figli di....

CATANIA, 13 marzo 2010 - "Qui quando si vince vinciamo tutti così come, quando si perde, si perde tutti". Sinisa Mihajlovic, il giorno dopo la netta e sorprendente vittoria contro l'Inter, non perde di vista la realtà e, ai microfoni di Sky Sport 24, analizza il grande momento del suo Catania. "Siamo molto contenti per quello che abbiamo fatto ieri e per quello che stiamo facendo adesso, ma dobbiamo continuare così - spiega -. Notte insonne dopo la vittoria di ieri? No, per fortuna io dormo bene sia prima che dopo, non so cosa hanno fatto i giocatori, ma io sono andato al ristorante con degli amici, abbiamo mangiato e poi sono andato in albergo a dormire. Oggi vado a casa per rivedere la mia famiglia".

i complimenti di mou — A fargli piacere è stato soprattutto il saluto di Mourinho a fine gara: "Lo ringrazio dei complimenti. È una bella soddisfazione. Non capita spesso di vincere partite così". Subito dopo la partita Mihajlovic ha rivelato di aver ricevuto una settantina di sms di congratulazioni. "Non li ho letti tutti, me ne mancano ancora una trentina - spiega -. Mancini mi ha scritto "not bad", ormai srive questo tipo di sms, mi ha fatto piacere e oggi lo sento". Intanto voti altissimi nelle pagelle di tutti i giornali. "Non ho mai guardato i voti, non me ne sono mai preoccupato da giocatore, figuriamoci adesso che faccio l'allenatore. Mi fa piacere sapere dei voti alti, ma non è questa la cosa che più mi interessa". Il 2-1 è arrivato dopo un tocco di classe di Mascara: rigore a cucchiaio, bello ma rischioso. "Non ne sapevo nulla, se l'avessi saputo non gli avrei fatto tirare il rigore. È stato fortunato, se avesse sbagliato l'avrei attaccato al muro".

terza grande k.o. — Intanto con questa sconfitta l'Inter ha rimesso più che mai in discussione un campionato che sembrava già finito. "Non mi sono giocato la partita per riaprire il campionato - spiega l'ex nerazzurro Mihajlovic -, io cerco di fare il possibile per il Catania e per salvare la squadra, sono contento per la mia società, i miei giocatori e tutti i tifosi. Mi dispiace per l'Inter, martedì hanno una partita molto importante e in questo momento la sconfitta di ieri non ci voleva. Ma noi siamo una piccola squadra e non capita spesso di battere una grande, quando ci riesci sono soddisfazioni che ti restano per tutta la vita e io spero di viverne ancora di queste gioie, intanto quest'anno siamo riusciti a battere già tre grandi: Juventus, Inter e Lazio".

 

 

Alvaro Biagini: Che bello rivivere quell'emozione cinquant'anni dopo


"Sono stato uno dei cosi impietosamente definiti 'postelegrafonici' in maglia rossazzurra strabattuti dall'Inter (0-5) a San Siro nel 1960; ma sono stato in campo nel Catania quando nella rivincita umiliammo i 'ferrotramvieri' nerazzurri nel 1961. Il Mago Herrera quel giorno pianse al Cibali". Alvaro Biagini parla ed è
un fiume in piena: "L'altra sera ho gioito davanti alla Tv ed avrei voluto abbracciare tutti i giocatori del Catania, principalmente Mascara, neogoleador principe etneo in serie A alla pari con il povero Memo Prenna, e Ricchiuti, un ex cannoniere che oggi si sacrifica a centrocampo, a 31 anni, tanti quanti ne avevo io
quando andai via dalla società etnea".
- In chi si è identificato?
"In nessuno, poichè oggi è cancellata la funzione dell'uomo-faro di centrocampo che doveva tirare le castagne dal fuoco. Oggi corrono tutti come assatanati e sono fisicamente più forti di noi".
- E' un Catania che sta risalendo prepotentemente la china.
"Direi che lo stramerita, anche se penso che all'inizio Atzori non fosse stato accompagnato dalla dea bendata. Oggi comunque la squadra guidata da Mihajlovic ha assunto una notevole mentalità vincente, dimostra di non avere paura di nessuno, supera spietatamente nella corsa qualunque avversario, gode dei funambolismi più spettacolari di Martinez e sta valorizzando atleti che prima forse erano o sconosciuti o comunque operavano in sordina".
- Biagini, il suo fu il 'Clamoroso al Cibali'; quello di Mascara forse è stato ancor più 'clamoroso'.
"Non ci avevano neanche mandati in ritiro il sabato. Ma noi con quella vittoria dell'orgoglio donammo alla città un onorevolissimo ottavo posto; il Catania odierno cerca la salvezza che merita, ma non dimentichiamo che pochi mesi orsono era il fanalino di coda. Dunque le sue sono imprese più che apprezzabili".
- Quale differenza fra il suo Catania e quello odierno?
"Eh..., qui casca l'asino. Quello attuale è costruito con saggezza da un grande scopritore di talenti qual è Pietro lo Monaco, coadiuvato da un presidente, Pulvirenti, che è disposto a mettere ragionatamente in gioco capitali cospicui. Noi eravamo una squadra che vedeva gli stipendi con il cannocchiale, che aveva vinto la serie B con i rifiuti di magazzino degli altri (compreso me, quasi regalato dal Palermo), rinforzata con due scarti del Genoa (Calvanese) e del Mantova (il povero Giavara). Dando la stura alle nostre risorse, grazie anche alle sollecitazioni di Carmelo Di Bella, riuscimmo poi a salire in cattedra in serie A".
- Sappiamo che quel 2-0 del 'Clamoroso al Cibali' è per lei un ricordo felicissimo.
"Esatto, fu il mio autoregalo di nozze: tre giorni dopo mi sposai a Palermo, dove risiedo ancora".
GAETANO SCONZO (La Sicilia, 14.3.2010)

 

Marcoccio elogia il suo Catania

 

LORENZO MAGRÌ (La Sicilia, 14.3.2010)

Presidente del Catania Calcio dal 16 marzo del 1959 al 25 ottobre del 1969, Ignazio Marcoccio verrà ricordato nella storia della squadra rossazzurra insieme all'attuale presidente Antonino Pulivirenti, per aver battuto l'Inter in campionato.
Marcoccio, classe 1913, attuale presidente onorario, grazie alla carica conferitagli proprio da Pulvirenti nel 2004, è legato ai momenti più belli della squadra rossazzurra e la vittoria di venerdì sera a spese della squadra di Mourinho ha reso felice l'ex sindaco di Catania che per anni, come presidente del Coni etneo, ha retto le sorti dello sport catanese.
"Non è stato facile nel 1961 vincere contro una squadra nerazzurra che era stata beffata dalla Juve nella corsa scudetto - ricorda commosso Marcoccio - come non potrò dimenticare quella splendida giornata di fine settembre e poi, ancora il 20 febbraio del 1966 quando battemmo per la terza volta Inter di Helenio Herrera, ma penso che questa quarta storica vittoria della squadra rossazzurra, assuma un particolare significato. Di fronte l'undici nerazzurro campione d'Italia e leader del campionato e soprattutto guidato da un tecnico come il portoghese Josè Mourinho che ha poco da invidiare al "mago" Herrera".
Una quarta vittoria storica contro l'Inter che esalta non poco il dott. Ignazio Marcoccio che ricorda i momenti eroici dei suoi primi anni di presidenza, quando più che ai risultati in campo doveva pensare a risollevare il Catania che si trovava sull'orlo del fallimento.
"Quando ho preso in mano le redini della squadra - ci dice il dott. Marcoccio - c'era poco da stare allegri. Riuscì comunque a salvare le sorti della società grazie anche al sindaco di Catania Luigi La Ferlita che concesse alla società un mutuo di 120 milioni di lire. Con Michele Giuffrida e Silvestro Stazzone riuscì così a ricostruire la squadra e con panchina un tecnico bravo come Carmelo Di Bella toglierci anche qualche bella soddisfazione come queste tre belle vittorie contro l'Inter di Herrera".
E il dott. Marcoccio oltre ai grandi colpi sul mercato come gli acquisti di giocatori come Ferretti, Vavassori, Calvanese, Danova, Facchin, Petroni, Cinesinho e Szymaniak, era anche famoso per avere intavolato grandi rapporti con le più importanti società calcistiche italiane, Inter su tutti e così nella giornata di festa rossazzurra ha anche un parola per la squadra del presidente Massimo Moratti.
"Ho conosciuto Angelo Moratti presidente della grande Inter - conclude con la solita grande carica il dott. Marcoccio che il prossimo 7 novembre compirà 97 anni, anche se l'emozione è stata tanta per lui - e l'allora giovanissimo figlio Massimo e così non posso che dire un grande grazie ai giocatori rossazzurri del presidente Pulvirenti che hanno fatto questo grande regalo alla città intera, ma voglio anche consolare gli amici dell'Inter ricordando che le ultime due volte che il Catania ha battuto l'Inter, poi, i nerazzurri hanno vinto lo scudetto".

Ma che accadde di tanto clamoroso al Cibali nel 1961?    (clicca qui)

 

Catania (4-3-3) Andujar; Augustyn, Silvestre, Terlizzi, Capuano (al 44'p.t. Bellusci); Izco, Biagianti (dal 29's.t. Del Vecchio), Ricchiuti (dal 20's.t. Carboni); Mascara, Maxi Lopez, Martinez. All. Sinisa Mihajlovic.

Fiorentina (4-2-3-1) Frey; De Silvestri, Natali (dal 10's.t. Babacar), Kroldrup, Felipe; Montolivo, Donadel (dal 16's.t. Bolatti), Santana, Jovetic, Gobbi; Gilardino (dal 40's.t. Ljajic). All. Cesare Prandelli

Ammoniti: Mascara, Biagianti, Babacar


Un altro "sfizio" che vuol dire salvezza
Dopo Juventus, Lazio e Inter, tocca alla Fiorentina. Mai battuta da quando i rossazzurri sono tornati in A, 46 anni tondi tondi senza vittorie sui viola, un altro tabù "impossibile" da sfatare puntualmente abbattuto dal grande cuore rossazzurro. Mai più di oggi la vittoria è giunta grazie a una grinta e uno spirito di scrificio immensi, incarnati nella figura del capitano, quel Topolinik Mascara capace di cantare e portare la croce, segnare e salvare gol fatti, stoccare e randellare, fino al 94'. E anche in virtù di una buona dose di fortuna, questa come sempre targata Mihajlovic. Gli uomini di
Prandelli, infatti, si sono dimostrati la miglior squadra, per gioco, presentatasi quest'anno al "Massimino". Tante, almeno sei, le occasioni limpide create dagli ospiti nel corso della partita (in particolare nella prima frazione), grazie a uno strepitoso Jovetic, campione vero, e agli inserimenti di Santana, Gobbi e Montolivo. Ma la palla non è andata dentro e il Catania ha avuto il grande merito di saper soffrire, combattere come un sol uomo fino all'ultima goccia di sudore. Così gioca una squadra in lotta per la evitare il baratro, così ci si salva. E la salvezza, possiamo dirlo, virtualmente è stata raggiunta con questo straordinario risultato. Non tanto per il mero dato numerico, pur rilevante: 35 punti sono tanti a questo punto del campionato, a 8 turni dalla fine, malgrado le contemporanee vittorie di Atalanta e Lazio abbiano forse innalzato la quota salvezza di qualche punto (e il Catania rimane a +7 rispetto agli orobici terz'ultimi). Piuttosto per una considerazione psicologica: Miha ha prodotto 26 punti complessivi, vincendo ben 4 partite in casa con una caterva di gol. Non solo, ha distrutto l'Inter capolista e sconfitto uno dei team più in forma del momento, la Fiorentina appunto. Il "pieno" di autostima è cosa fatta, i giocatori volano in campo e fuori. L'importante sarà mantenerli a terra durante la settimana... In questo senso, l'opera di un "duro" come il serbo può farci dormire sonni tranquilli.

Oltre le assenze
Il dato più confortante, a mio parere, è quello relativo alla grande dimostrazione di coesione e forza psicologica sciorinate dai rossazzurri in tutte le situazioni tattiche e tecniche, al di là di assenze e acciacchi. Stasera mancava Alvarez, uno dei punti fermi della difesa, e lo stesso Capuano non era in buone condizioni, tanto che a fine primo tempo ha dovuto lasciare il campo sostituito da Bellusci. Ebbene, il Catania dei giovani ha emesso il proprio ruggito. Il polacco Augustyn, schierato a destra (a dimostrazione di una grande duttilità tattica) e lo stesso nazionale Under 21, posizionato a destra come nel team azzurro di Casiraghi, hanno retto la botta, malgrado gli avversari (De Silvestri, Santana, Gobbi e Jovetic) sciorinassero gran
calcio. Non è poco. Se aggiungiamo la buona attenzione mostrata al centro del reparto arretrato da Terlizzi (preferito a Spolli) e Silvestre, la solidità di Izco e Biagianti in mezzo (e poi dei subentrati Carboni e Delvecchio) e la grande disponibilità al sacrificio di Maxi Lopez (a mio avviso protagonista di una partita a dir poco eccezionale per corsa e capacità di tener palla e far salire la squadra) e Martinez (meno brillante in fase offensiva, ma disciplinatissimo dal punto di vista tattico sulla corsia destra), otteniamo la ricetta precisa precisa della "pietanza" servita da Miha a un grandissimo allenatore come Prandelli. Era difficile fermare gente come Montolivo, Jovetic, Santana o Gilardino, e il campo lo ha confermato. Almeno tre le parate decisive di un Andujar sempre più convincente, altrettante le occasioni clamorosamente sciupate dalla Fiorentina. Ma i ragazzi sono riusciti nell'impresa, e il merito va tutto a loro e all'allenatore, capace di "martellarli" psicologicamente, convincendoli di poter compiere, anche soffrendo, qualsiasi impresa contro qualsivoglia avversario.

Peppe nel mito
Era nell'aria. e puntualmente si è avverato. Magari non si pensava che il "dente" il caltagironese potesse toglierselo dopo due minuti, ma l'ineluttabile prima o poi si sarebbe dovuto verificare. Meglio prima... Un Peppe immenso, ormai entrato nella leggenda del popolo etneo. Con la rete messa a segno in faccia a Frey (ottava stagionale), raggiunge quota 30, miglior cannoniere di sempre in Serie A, oltre il compianto Prenna. Un nome, quello di Mascara, che rimarrà indelebile nel firmamento delle stelle rossazzurre anche nel caso in cui, in futuro, un altro giocatore dovesse riuscire nell'impresa di superarlo in fatto di prolificità. Un mito, insomma. Vorrei segnalare solo un tratto della sua epica serata antiviola: al 91' recupera una palla fondamentale sulla fascia sinistra difensiva, di fatto frustrando le ultime velleità di recupero fiorentino. Il pubblico catanese, sempre restio ad abbandonarsi a cori "ad personam", lo beatifica con un ripetuto "Peppe-Peppe-peppe". Solo questo vale una carriera.

Max Licari (calciocatania.com)

 

Napoli: De Sanctis; Grava, Cannavaro, Campagnaro; Maggio, Pazienza, Gargano, Zuniga (57' Zuniga); Hamsik (73' Cigarini), Quagliarella; Lavezzi (88' Bogliacino). Allenatore: Mazzarri.
Catania: Andujar; Bellusci, Silvestre, Spolli, Augustyn; Izco (78' Morimoto), Biagianti, Ricchiuti (67' Delvecchio); Martinez, Maxi Lopez, Mascara. Allenatore: Mihajlovic
Ammoniti: P.Cannavaro, Gargano, Quagliarella, Spolli, Augustyn, Delvecchio. Espulso: Mihajlovic  Arbitro: Valeri

Catania (4-3-3): Andujar; Alvarez, Silvestre, Terlizzi (44' st Spolli), Capuano; Izco, Biagianti, Ricchiuti (27' st Sciacca); Martinez (dal 35' pt Ledesma), Maxi Lopez, Mascara. A disposizione: Campagnolo, Potenza, Bellusci, Morimoto. All.: Mihajlovic (squalificato)
Palermo (4-3-1-2): Sirigu; Cassani, Goian, Kjaer, Balzaretti; Migliaccio, Liverani (17' st Bertolo), Nocerino; Pastore (44' st Budan); Miccoli (25' st Hernandez), Cavani. A disposizione: Benussi, Blasi, Celustka, Calderoni. All.: Rossi
Arbitro: Tagliavento
Note. Ammoniti: Balzaretti (P), Silvestre (C), Liverani (P)

 

 

"A levapilu" (di Max Licari - calciocatania.com)

 

Lo avevamo invocato alla vigilia, Topolinik e compagni hanno eseguito. "A levapilu", senza pietà, hanno bastonato sportivamente i rosanero come tutti i tifosi si attendevano, ripagandoli e rinfrancandoli delle sofferenze patite all'epoca del "Miccoli cacciatore", quando due stagioni fa nel capoluogo siciliano, con la consueta dose di provincialismo tipica del trinacride di non eccezionale cultura, si gridava "Serie B, Serie B", come se la retrocessione (a quel punto assai probabile) dei rossazzurri potesse redimere secoli e secoli di insuccessi calcistici della nostra martoriata isola. Non solo. Il sogno è divenuto realtà: apoteosi nel derby e salvezza quasi matematica raggiunta. Il massimo della goduria. Una Pasqua da ricordare. Tuttavia, "a levapilu" come stasera, mai. Mai. Nemmeno in occasione del mitico 0-4 targato Mascara "dalla Via Etnea". Una vittoria netta, meritata, inequivocabile, ottenuta da una compagine impeccabile in tutti i reparti, corta e compatta fin dal primo minuto, subito arrembante in pressing e molto più "cattiva" e convinta di un Palermo svagato, molle e presuntuoso. Eppure le due squadre si presentavano sostanzialmente con gli schieramenti titolari; solo il Palermo doveva soffrire l'assenza del centrale difensivo Bovo (non un fuoriclasse, se ci è consentita la licenza), sostituito dal romeno Goian (a dire il vero, una sciagura peggiore del fratello di Kakà, di cui non ricordo il nome...). Eppure, i 16 punti di distacco non si sono visti. Anzi, è parsa quella catanese la squadra maggiormente dotata tecnicamente, in virtù di una interpretazione del match inappuntabile dal primo all'ultimo istante. Reattivi in difesa; stratosferici a centrocampo con Biagianti, Izco e soprattutto Ricchiuti, abile a pressare e ripartire con velocità e tecnica; addirittura mostruosi in avanti con Martinez, Mascara e Maxi tragicamente mortali per gli avversari nelle ripartenze sulle corsie laterali e nelle percussioni centrali, un mix di quantità e qualità che, al momento, trova pochi riscontri in Serie A. Basti guardare i due gol che, nel giro di mezzora, chiudono la pratica. Al 14' Maxi ruba palla allo sconcertante centrale difensivo romeno, si invola in solitudine e batte in diagonale Sirigu. Al 32' Martinez dribbla anche sé stesso sulla corsia destra e fornisce un assist al bacio per la stessa "galina de oro", la quale festeggia il proprio ventiseiesimo compleanno con una doppietta da urlo, da centravanti di valore mondiale. Peccato che il Malaka nell'occasione si infortuni. La speranza è che non si tratti di nulla di serio. In mezzo e dopo, altre due grandi occasioni di Maxi, assolutamente inprendibile per i centrali rosanero (malissimo anche il reclamizzato Kjaer, che contro il Catania sfodera sempre pessime prestazioni) e tre o quattro ripartenze letali non finalizzate da Ricchiuti e soci in una ripresa in cui gli ospiti sì tentano di reagire chiudendo i rossazzurri nella propria metà campo, tuttavia quasi mai impensierendoli seriamente, se non quando tardivamente entra in campo l'uruguagio "giusto", quell'Hernandez che, a mio avviso, diverrà in futuro un autentico fuoriclasse del calcio mondiale. 

Da solo, in un quarto d'ora, il giovane rosanero si procura le uniche due occasioni serie della sua squadra, peraltro sventate dalla reattiva difesa etnea, imperniata su un Alvarez sontuoso, un Terlizzi da Nazionale e un Andujar sempre più leader. Gli ultimi due, fra l'altro, ex di turno... Una riflessione sul difensore centrale romano la vorrei fare. Mi fa rabbia vederlo "maramaldeggiare" così. Rabbia perché, se fosse riuscito a mantenere questo tipo di concentrazione in maniera più prolungata durante la sua carriera, adesso giocherebbe in un top team europeo e sarebbe un punto fermo del team azzurro di Marcello Lippi. Non un intervento sbagliato, addirittura irriverente nelle uscite palla al piede e negli appoggi, figli di tecnica ed eleganza. Uno "spreco" incredibile per il nostro calcio. Ma ancora non tutto è perduto. Se riuscisse a continuare così, magari qualche ulteriore soddisfazione ad alti livelli potrebbe essere in grado di prenderla. Alla fin dei conti, sintetizzando sommariamente, un coniglietto pasquale assai irriverente per i rosanero, un uovo di cioccolato più che indigesto. Una considerazione, inoltre, mette fine a qualunque possibile (e immotivata) recriminazione: le tre sostituzioni di Rossi si chiamano Miccoli, Liverani e Pastore, alla vigilia segnalati come i "fuori categoria" in maglia rosanero. Il loro flop è il flop del Palermo, una squadra in grado ancora di centrare il quarto posto, ma rivelatasi psicologicamente e atleticamente troppo fragile, proprio nella "partita delle partite", nel match che pure a livello mentale avrebbe potuto e dovuto rappresentare il clou del campionato. Un gap, questo, che la società di Zamparini si porta dietro da almeno un paio di anni, come dimostrano inequivocabilmente, inesorabilmente i numeri degli ultimi 4 derby: punti Catania 10, Palermo 1; gol realizzati Catania 10, Palermo 2; reti subite Catania 2, Palermo 10. Qualunque altro commento sarebbe inutile.

La vittoria di Miha
Innanzitutto, un appunto scaramantico: con il bravo Marcolin in panca, sono giunti 7 punti. Le squalifiche di Mihajlovic non è che portino male... Cionondimeno, rivolgiamoci ai numeri, ai santi numeri. Il Catania, con la netta vittoria odierna, si attesta con 23 punti al secondo posto assoluto della classifica relativa al girone di ritorno, un'impressionante andatura da Champions che incrementa i rimpianti di tutto il popolo rossazzurro. Se, come invocato ripetutamente, il serbo e il "centravanti serio" (al secolo Maxi Lopez) si fossero fatti beatametne il ritiro estivo ad Assisi, adesso il Catania dove sarebbe? Forse già da ora tutti noi daremmo ragione al presidente Pulvirenti e all'AD Lo Monaco, pronti in agosto a proclamare di aver costruito il Catania "più forte di tutti i tempi". Ma la storia è un'altra. E la storia, in ogni caso, dice che il Catania disputerà il suo quinto campionato di fila in A. La salvezza non è ancora matematica, ma è come se lo fosse. Miha ha fatto 29 punti in 17 gare, con 8 vittorie complessive (diventano 9 con il solitario successo sul Cagliari ottenuto da Atzori), 6 in casa (il "Massimino" è tornato a essere fortino inespugnabile) e 2 fuori (Juve e Lazio). Qualcosa di mostruoso, impensabile nemmeno dal più sfrenatamente ottimista dei tifosi rossazzurri. In pratica, dopo la sconfitta interna con il Livorno, solo soddisfazioni, e che soddisfazioni (Juve, Lazio, Inter, Fiorentina, Palermo...) per il popolo del Liotru. Miha sta facendo benissimo, si sta imponendo come un ottimo trainer di Serie A, alla sua seconda esperienza da primo allenatore (la prima fu breve e amara, a Bologna). E già si parla di Fiorentina, Lazio e chi più ne ha più ne metta. Mi permetto di sottolineare alcuni punti: a Catania è benvoluto, addirittura osannato dai tifosi; ha a disposizione una buona squadra perfezionabile in sede di campagna acquisti; gode della fiducia della società; ha tutto il tempo che vuole (basti pensare quanto ne hanno avuto, anche a torto, Baldini e Atzori) per crescere e consolidarsi come tecnico vincente. Mi auguro che non faccia l'errore di Walter Zenga...

Rossi, un rospo duro da in...Goia(n)re
Goian, uno di noi! Così cantano i tifosi rossazzurri. Certo, dare la croce addosso al lentissimo romeno significherebbe sminuire la prova eccezionale del team allenato da Mihajlovic, ma obiettivamente in Serie A non si può scendere in campo -in specie in occasione di match così decisivi- condizionati da una "palla al piede" così ingombrante, per non dire imbarazzante. Meno che mai può permetterselo una squadra in lotta meritatamente (e, sottolineo, meritatamente) per la Champions League. Una considerazione basti a fotografare il paradosso: in panchina il Catania, fino a oggi in lotta per evitare la retrocessione (adesso non più...), si permette di tenere uno dei centrali a più alto gradimento in questa stagione caratterizzata da un rendimento difensivo assai buono (quella etnea è la sesta miglior difesa del campionato), alias l'argentino Nicolas Spolli. Il Palermo, dietro Bovo (peraltro protagonista di diversi errori fin qui), propone Goian. Non ci siamo, assolutamente. Comunque, ribadisco che Delio Rossi, grande tecnico il cui valore una partita andata male non può in alcun modo "sminuire", il match non lo perde per gli errori di Goian, ma perché la sua compagine viene letteralmente sommersa a centrocampo. Il lento Liverani annullato da una gabbia composta da Ricchiuti e Izco; Pastore francobollato da Biagianti; Mascara e Martinez a rinculare in fase di non possesso palla e a ripartire in "uno contro uno" sulle fasce. Tutto qui. E non possono, naturalmente, essere i pur lodevoli "faticatori" Nocerino e Migliaccio, giocatori normali di massima serie, né più né meno validi degli stessi Izco e Biagianti, ad "accendere la luce". Il solo Balzaretti, poi, non può bastare. Il laterale sinistro ex juventino, per come sta giocando (anche oggi il migliore dei suoi), non può trovarsi davanti in ottica Nazionale gente come Grosso (glorioso ma inguardabile in questa stagione) o Criscito. Inoltre, non mi pare che possa essere considerata una mossa vincente l'aver lasciato in panchina un giocatore che nella partita precedente aveva giocato da 10, il già ricordato Hernandez. Le risultanze del campo successive all'ingresso del ragazzo sudamericano "condannano" la scelta del tecnico ex laziale, seppure Cavani abbia avuto forse le uniche occasioni decenti della nefasta serata in tinte rosanero.

Maxidecisivo
Facciamo un rapido conto. Il bomber della Pampa ha siglato 6 reti in 11 gare, media da più di mezza rete a partita. Ma, cosa più importante, le 6 prodezze hanno fruttato 11 punti. "Undici punti". Cioè, trequarti di salvezza. Una mostruosità in fatto di efficacia. Il suo rendimento spazza via ogni dubbio sulla bontà dell'acquisto invernale della società di Via Ferrante Aporti. Trattasi di grande giocatore, centravanti vero, in grado di fare la differenza sia in fatto di realizzazioni, sia di gioco, grazie al gran movimento, al pressing continuo (vedasi il primo gol odierno) e a un coefficiente tecnico tutt'altro che disprezzabile (a un certo punto, è riuscito a dribblare mezza difesa rosanero e a sparare da posizione impossibile, trovando un grande Sirigu, aiutato oltre tutto dal palo). Il problema, adesso, sarà trattenerlo. Come di consueto in frangenti simili, si comincia a vociferare dell'interessamento di grandi squadre nei suoi confronti. Ma se il Catania, come dichiarato dallo stesso presidente Pulvirenti, è intenzionato a fare il salto di qualità a partire fin dal prosimo campionato, non potrà in alcun modo far partire la "galina de oro", cui a fine gara sono stati dedicati cori "ad personam", una rarità al "Massimino".

A Milano pe la vendetta
La ciliegina sulla torta di un girone di ritorno pieno di incredibili soddisfazioni, addirittura storico (vittorie dopo millenni su Inter, Juve e Fiorentina), potrebbe essere costituita dalla dolce vendetta sul Milan di Huntelaar. In occasione della partita d'andata, al culmine di un match di bruttezza epica, lo sfiorito "tulipano" olandese mise dentro una doppietta in "zona Cesarini" capace di mettere in ginocchio moralmente squadra e ambiente etneo. Rompere le uova nel paniere-scudetto rossonero (il Milan si trova a -3 dall'Inter capolista) e, contestualmente, conquistare gli ultimi punticini buoni a conseguire la matematica salvezza, sarebbe il massimo dell'orgasmo. Questa squadra, giocando concentrata come oggi, potrebbe farcela. Ma, per stasera, godiamoci "questo" orgasmo. Felici polluzioni notturne. Let's go, Liotru, let's go!!! E... Buona Pasqua!!!

 

 

MILAN (4-2-1-3): Dida; Abate, Thiago Silva, Favalli (18' st Flamini), Antonini; Pirlo, Ambrosini; Seedorf (30' st Mancini); Ronaldinho, Borriello, Huntelaar (30' st Inzaghi). A disp. Roma, Zambrotta, Kaladze, Gattuso. All. Leonardo.

CATANIA (4-3-3): Andujar; Alvarez, Spolli, Terlizzi, Capuano; Ricchiuti (27' st Delvecchio), Carboni (16' st Ledesma), Biagianti; Izco (38' st Potenza), Maxi Lopez, Mascara. A disp. Campagnolo, Bellusci, Morimoto, Russo. All. Mihajlovic.

ARBITRO: Orsato di Schio NOTE: Ammoniti: Pirlo, Ambrosini, Borriello (M); Alvarez, Carboni, Mascara (C). Rec.: pt 3'; st 5'.

CATANIA (4-3-3): Andujar; Alvarez, Silvestre, Terlizzi, Capuano; Biagianti, Carboni, Ricchiuti (62' Delvecchio); Izco (80' Sciacca), Maxi Lopez, Morimoto (92' Ledesma). A disp.: 30 Campagnolo, 2 Potenza, 3 Spolli, 14 Bellusci. All. Mihajlovic.

SIENA (4-3-3): Curci; Rosi (50' Reginaldo), Malagò, Cribari, Del Grosso; Vergassola, Ekdal (76' Jarolim), Tziolis; Ghezzal, Larrondo (50' Calaiò), Maccarone. A disp.: 31 Pegolo, 6 Terzi, 88 Odibe, 24 Jajalo. All. Malesani.

ARBITRO: Gava di Conegliano Veneto (Viazzi-Liberti/Guida). INDISPONIBILI: Llama, Augustyn, Plasmati, Martinez; Parravicini, Fini.

SQUALIFICATI: Mascara (1); Pratali (1).

LIVORNO (3-4-2-1): De Lucia, Bernardini, Knezevic, Galante, Raimondi (34' st Modica), Moro, Bergvold, Vitale, Di Gennaro (17' st Mozart), Bellucci (20' st Danilevicius), Lucarelli. (25 Rubinho, 5 Marchini, 22 Prutsch, 90 Simeoni). All.: Ruotolo
CATANIA (4-3-3): Andujar, Alvarez, Silvestre, Terlizzi, Capuano, Delvecchio (19' st Morimoto), Biagianti, Ricchiuti (8' st Potenza), Izco (30' st Ledesma), Mascara, Maxi Lopez (30 Campagnolo, 3 Spolli, 5 Carboni, 26 Sciacca). All.: Mihajlovic
Arbitro: Pierpaoli di Firenze Reti: nel st 5' Lucarelli su rigore, 15' Bellucci, 20 Bergvold, 42' Maxi Lopez.
Note: Angoli: 3-3. Recupero: 1' e 3'. Espulsi: 5' st Capuano per doppia ammonizione. Ammoniti: Capuano per gioco scorretto. Spettatori: un migliaio circa.

CATANIA (4-3-3): Andujar; Potenza, Silvestre, Terlizzi, Alvarez; Biagianti (23' st Spolli), Carboni, Ricchiuti (12' st Ledesma); Izco (41' st Sciacca), Mascara, Lopez. A disp. Campagnolo, Marchese, Delvecchio, Morimoto. All. Mihajlovic.

JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon; Zebina (32' st Salihamidzic), Chiellini, Cannavaro, De Ceglie; Melo, Poulsen, Marchisio; Diego (38' st Candreva); Iaquinta, Del Piero (1' st Amauri). A disp. Manninger, Grosso, Legrottaglie, Camoranesi. All. Zaccheroni.

ARBITRO: Orsato di Schio

 

BOLOGNA Viviano; Raggi, Moras, Britos, Lanna; Buscè, Guana, Casarini (36’ pt Modesto); Adailton (13’ st Succi); Zalayeta (1’ st Appiah), Di Vaio. A disp.: Colombo, Santos, Pisanu, Gimenez. All.: Franco Colomba

CATANIA Andujar; Potenza, Silvestre, Spolli, Capuano; Ledesma, Carboni, Bigianti (24’ st Moretti); Izco (17’ st Barrientos), Maxi Lopez (10’ st Martinez), Mascara. A disp.: Campagnolo, Alvarez, Ricchiuti, Morimoto. All.: Sinisa Mihajlovic

Arbitro: sig. Giannoccaro di Lecce Assistenti: Alessandroni, Chiocchi - Marcatori: 15’ pt Di Vaio (Bo), 6’ st Maxi Lopez (Ca) Note. Recupero: 2’ pt, 2’ st. Ammoniti: Britos (Bo, 16’ st)

CATANIA (4-3-3): Campagnolo; Alvarez, Silvestre, Terlizzi, Capuano; Ledesma, Biagianti, Ricchiuti (78' Marchese); Martinez (57' Barrientos), Maxi Lopez (83' Russo), Mascara. A disp: 1 Kosicky, 2 Potenza, 13 Izco, 15 Morimoto. All. Mihajlovic.

GENOA (4-2-4): Amelia; Mesto, Tomovic, Papastathopoulos, Criscito; Milanetto (64' Zapater), Juric; Sculli, Suazo (50' Boyake), Acquafresca, Palladino (42' Fatic). A disp: 1 Frison, 34 Terigi, 31 Cofie, 11 El Shaarawi. All. Gasperini (squal., in panchina Caneo).

RETI: 63' Maxi Lopez. ARBITRO: Candussio di Cervignano (Cini-Bagnoli/Velotto).

AMMONITI: Juric, Biagianti, Papastathopoulos. ESPULSI: Juric per doppia ammonizione.

RECUPERO: 1' e 3'. ANGOLI: 9-2 per il Catania. SPETTATORI: 20.000 circa.

 

 

 

 

 

Il Catania più forte di sempre


I numeri dicono inequivocabilmente che questo è il Catania più forte di sempre. Qualcuno lo aveva detto in tempi non sospetti, anzi, l’affermazione del presidente Pulvirenti era arrivata quando ancora i rossazzurri navigavano in  bruttissime acque nei bassifondi della classifica. Adesso i 45 punti in graduatoria confermano in maniera oggettiva ed indiscutibile quello che già da settimane si era capito semplicemente vedendo giocare i ragazzi di Mihajlovic domenica dopo domenica; la qualità delle giocate, la forza, il carattere, la grinta hanno contribuito a plasmare una squadra perfetta per superare di slancio l’ostacolo della salvezza, che era diventato un percorso ad handicap dopo il quasi disastroso, ma sfortunato, inizio di stagione. Il Catania è adesso una squadra ‘giovane’ ma con esperienza in molti dei suoi elementi cardine, possiede pedine importantissime in chiave mercato e gioielli che hanno triplicato se non di più il proprio valore d’acquisto, tutte virtù che per una società come la nostra sono indispensabili se si vuole competere ai livelli più elevati. Un bravo va dunque a tutti quelli che si sono spesi e si sono dannati l’anima per raggiungere questo traguardo: società, dirigenti, tecnico ma un bravo va soprattutto alla squadra, o meglio ai tanti ragazzi encomiabili che la compongono, alla grande colonia di giocatori argentini che proprio nella nostra città si sentono a casa loro ma ovviamente anche allo zoccolo duro italiano, con Mascara a capostipite a rappresentare e mostrare i valori della sicilianità doc. Queste sono certezze, questo Catania è diventato una sicurezza per tutti i tifosi che col passare delle giornate e vittoria dopo vittoria hanno abbandonato le paure e le ansie e si sono dedicati alle feste e alla gioia per una salvezza insperata. Purtroppo e’ arrivato il momento di archiviare questa splendida stagione, i rossazzurri di Mihajlovic le vacanze se le sono certamente meritate ma con una squadra così forte e bella da vedere bisogna ammettere che ci avevamo preso gusto ad incontrarli tutte le domeniche e ad accompagnarli nelle sfide settimana dopo settimana; invece dobbiamo salutarci adesso con una grande festa e darci appuntamento al via delle prossima avvincente stagione, stagione nella quale il Catania vorrà ritagliarsi ancora una volta un ruolo da protagonista.
Mister Mihajlovic premia Campagnolo e lo inserisce come titolare tra i pali sin dal primo minuto, davanti a lui agiscono Alvarez Silvestre Terlizzi e Capuano, in mezzo Biagianti con Ricchiuti e Ledesma, in avanti larghi Martinez e Mascara e prima punta Maxi Lopez. Il Genoa dello squalificato Gasperini, al suo posto Caneo, risponde con Amelia in porta, Papastathoupoulos Tomovic e Criscito in difesa, Milanetto Juric Mesto e Sculli a centrocampo, Palladino Suazo e Acquadresca in avanti.


La sfida non comincia su ritmi elevatissimi, il finale di stagione non suggerisce di strafare soprattutto in virtù anche della temperatura che non aiuta sicuramente. Il primo squillo è di Ricchiuti che poco fuori area riceve palla sfruttando una sponda, scarica il sinistro e impegna Amelia sulla sua sinistra. Qualche minuto dopo una palla filtrante per Maxi Lopez trova l’argentino pronto per la conclusione anche se da posizione molto defilata, la sfera colpisce l’esterno della rete. Il Catania dopo i primi minuti di studio adesso riesce a mantenere il pallino del gioco e a farsi pericoloso dalle parti di Amelia con una certa continuità, al 10° sul sinistro di Maxi Lopez arriva una buona palla ma la conclusione del biondo attaccante rossazzurro non è all’altezza della sua fama; Mihajlovic chiede ai suoi di fare densità a centrocampo e di ripartire velocemente, Ledesma Biagianti e Ricchiuti spendono molte energie per coprire il campo inseguendo gli avversari, gli sforzi però in qualche modo premiano, il Catania in questo modo si presenta spesso pericolosamente dalle parti dell’area genoana. Al 17° ancora Maxi Lopez al limite dell’area, spalle alla porta, si gira in un attimo e scarica un sinistro improvviso sul secondo palo, palla fuori di poco; il tema della sfida è chiaro, il Catania mette pressione ai portatori di palla rossoblù e riparte mentre il Genoa quando riesce a bucare la diga mediana rossazzurra prova a pungere specialmente con Palladino a sinistra. Al 28° ci prova dalla distanza Mascara, ancora tiro di poco a lato, un minuto dopo invece arriva la prima vera occasione per i il Genoa: i rossoblù partono in contropiede con Suazo servito in verticale, l’attaccante riesce a superare anche Campagnolo in uscita, lo specchio della porta però è chiuso per la conclusione e quindi prova il passaggio arretrato per l’accorrente Palladino, pallonetto morbido del fantasista che finisce di pochissimo sul fondo con l’estremo difensore etneo praticamente battuto. Al 32° ci prova Acquafresca con un’apprezzabile girata di collo pieno sinistro ad incrociare, palla a lato oltre il secondo palo. L’ultima occasione del primo tempo è per Mascara che al 38° tutto solo da buona posizione si fa deviare la conclusione in angolo. Prima della fine il Genoa sostituisce Palladino con Fatic. La ripresa si apre con altro cambio sempre nelle fila genoane, al 50° fuori Suazo e dentro Boakye, risponde Mihajolovic con Barrientos per un applauditissimo e commosso Martinez che lascia il campo in un tripudio di applausi. Il gioco in questa seconda frazione è meno veloce, le squadre rallentano le frequenze e le occasioni diventano davvero rare; al 60° ci prova Mesto con una punizione con esiti trascurabili, al 62° invece un bell’assist in verticale trova Acquafresca lanciato in area da solo davanti a Campagnolo, il tiro dell’attaccante rossoblù viene respinto brillantemente dall’estremo difensore etneo, davvero un pericolo scampato per il Catania. Intorno al ventesimo del secondo tempo gli episodi chiave che determinano l’esito dell’incontro, prima al 62° Juric si fa espellere per doppia ammonizione lasciando i suoi compagni in inferiorità numerica, poi al 64° arriva l’undicesimo sigillo di Maxi Lopez di questo strepitoso girono di ritorno: Capuano scende a sinistra e serve un pallone rasoterra ficcante per l’accorrente Lopez, intervento in scivolata e pallone deviato verso l’angolino basso sul secondo palo, 1-0! Il Catania merita il vantaggio soprattutto per quello che ha fatto vedere nel primo tempo, i rossazzurri adesso devono solo controllare e ripartire sfruttando anche l’uomo in più. Al 65° mister Caneo, Gasperini è squalificato, inserisce Zapater per Milanetto ed esaurisce i cambi a sua disposizione, nel Catania invece entra Marchese per Ricchiuti ma soprattutto Orazio Russo, al suo esordio ‘premio’ in serie A con la maglia del Catania, al posto di Maxi Lopez, capitan Mascara gli cede addirittura la fascia da capitano sotto una pioggia di applausi che travolge l’intero stadio. Poco prima di uscire Ricchiuti aveva avuto un’occasione d’oro per chiudere i conti, servito di tacco da Ledesma all’altezza dell’area di porta tirava però fuori con Amelia in uscita. Il Genoa ormai non aspetta altro che la fine dell’incontro, riesce a farsi vivo ancora una volta con un calcio da fermo, la punizione di Zapater però finisce abbondantemente sul fondo. L’arbitro segnala tre minuti di recupero ma già sugli spalti si festeggia e si attende solo il giro di campo e i saluti dei ragazzi di Mihajlovic, rossazzurri che con questa vittoria sul Genoa e con i 45 punti finali in classifica hanno confermato che quello di quest’anno è il Catania più forte di sempre.
Di Orazio Cutrona

 

 

 

 

 

 

 

 

30 - dalla Reggina

21 - dall'Estudiantes

1 - confermato

 

IN USCITA: Albano BIZZARRI (Lazio) - Ciro POLITO (Salernitana) - Vincenzo IOIME (Spal)

 

22 - dall'Estudiantes

6 - confermato

3 - dall'Old Boys

33 - confermato

14 - dall'Ascoli

18 - dal Rimini

23 - confermato

2 - confermato

12 dal Chievo

17 - dal Parma

Primavera CT

ritorna all'Ascoli in gennaio

 

IN USCITA: Lorenzo STOVINI (fine contratto - sigh!) - Cristian SILVESTRI (fine contratto, Ascoli) -  Gennaro SARDO (Chievo)

Marcello GAZZOLA (Ascoli) - Milan BORTEL (prestito Spal) - Mauro MINELLI (Sassuolo)

 

 

5 - confermato 8 - confermato 10 - dal FC Mosca 27 - confermato

16 - confermato

13 - confermato

26 - confermato

4 - dalla Sampdoria

 

IN USCITA: Davide BAIOCCO (fine contratto - Brescia) - Giacomo TEDESCO (Bologna) - Francesco MILLESI (vedi sotto, Babù - Foggia) - D'AMICO (prestito)

 

 

15 - confermato

25 - confermato

19 - dal Rimini

9 - dall'Atalanta

7 - confermato

7 - dal Gremio

 

IN USCITA:  Gionatha SPINESI (fine contratto) - Michele PAOLUCCI (Siena) - Nicolae DICA (Ikralis Salonicco) - Andrea CATELLANI (Modena)

Vito FALCONIERI (Taranto) -  BABU' : in qualsiasi posto, l'importante che (solo dal punto di vista calcistico) sia almeno a 50 chilometri distante da Catania

 

 

 

 

Allenatore

Allenatore in 2° Preparatore atletico Preparatore portieri Medico sociale Massaggiatore

Direttore sportivo

Team Manager

Dirigente P.R.

Resp. Settore Giovanile

Direttore Generale

Presidente

 

La precedente guida tecnica

 

 

Anche per quest'anno.... Buon lavoro! E comunque vada, sempre grazie per quello che fate per noi

perchè i campi della Rossanese, del Castrovillari e del Tricase sono ancora vivi nei nostri ricordi.

 

 

 

 

 

IL TIFO ETNEO