Trattorie co 'fucuni
lungo la via Plebiscito a Catania, in principio erano macellerie di carne equina, che dalla mattina mettevano sul fuoco un
pentolne per cucinare i resti del maiale e il sanguinaccio (cosiddetto Sangeli) e al pomeriggio accendevono il barbeque sulla strada dove una
fettina, un paio di sanguinacci, un po di vino e quattro chiacchere era
tappa obligatoria degli artigiani e del popolo che svolgeva lavori manuali.
Adesso queste sono diventate Trattorie sempre molto economiche, dove si
possono assaporare i piatti grigliati tipici catanesi; parodossalmente in
città si consuma molta più carne che pesce.
Le più richieste sono la fettina e le polpette di carne di cavallo, la
cipollata, che sarebbe pancetta intorno all’erba cipollina (My Love),
spiedini di carne al pistacchio (Fenomenali), fettina di carne di Asina, la
quaglia, la stighiola (per chi ama i sapori forti) e tant’altro.
Di solito é presente anche il tavolo buffet per l’antipasto moltovario che
va dai funghi dell’etna alla parmigiana siciliana dalla caponata alle olive,
e tutto quello che offre la nostra ricca cucina.
In queste trattorie si ci può andare a qualsiasi ora del giorno e della
notte e si ci trova sempre la massima accoglienza tipica del popolo
siciliano.
http://www.postazioneavanzata.com/carne-di-cavallo-pebliscito_19_05_2012/
DOVE MANGIARE
Si parte dalla via Plebiscito, porta d’ingresso dei quartieri
storici di Catania, inondata dal fumo perenne dei bracieri che dipinge di
cenere la pietra invecchiata, dalle strade alle case, dai terrazzi al cielo. Qui
non avrete che l’imbarazzo della scelta. Decine di trattorie dove è possibile
cenare a buon mercato.
1) DA DAVIDE E ACHILLE
Tra le tante “putie” che si trovano nella via, la più
frequentata è quella di Davide e Achille. Il servizio è caotico e sbrigativo ma
cordiale. Nei pochi tavoli all’interno del locale, un tempo macelleria equina,
ci si può accomodare e consumare fettine e polpette.
C’è anche la possibilità di assaggiare il filetto di cavallo,
ma è una scelta che sconsigliamo, tra tutti i tagli del cavallo è quello che
meno rende sulla brace. Non può mancare nella vostra ordinazione l’insalata di
pomodoro e cipolla ricoperta da una montagna di ricotta salata grattugiata.
Insalta pomodoro e ricotta
2) DA ENZO DA CHIANCA
Oltre la via Plebiscito le trattorie cedono il posto alle
macellerie, non c’è più spazio per i gastrofighetti, e rimarranno solo i
catanesi veraci. Superato il confine della Catania ‘accessibile’ a tutti, sarà
un pullulare di macellerie rigorosamente equine che si dividono per famiglie.
Nonni macellai che hanno deciso le sorti di figli e nipoti
che si sradicano e creano le loro mille strade evangelizzando un cognome.
Per evitare la confusione generata dall’omonimia spesso si
ricorre a un soprannome, l’ingiuria, che ritorna anche nelle insegne delle
botteghe.
Vedrete così nomi più vari accompagnare le classiche tende
rosse delle macellerie: Turi da chiacchiera, lo Scapellato, Saro Alliccaricchi,
i figli di Turi Vaddo, per citarne solo alcuni.
Così da Enzu da chianca, in piazza Risorgimento. Galantuomo
della carne, nipote figlio e fratello di macellai, affetta impeccabilmente la
carne e la mette sul fuoco per servirla ancora calda con il consiglio di sempre:
“arrusti e mancia”, così senza forchetta e coltello, con le sole mani.
3) AL TRAFORO
A San Cristoforo, in via Belfiore, c’è ‘Al Traforo’, storica
macelleria equina da più di quattro generazioni.
Rifornisce con la propria carne le migliori trattorie di via
Plebiscito ma non ha perso lo spirito originario servendo la carne arrostita
direttamente sul tovagliolo.
Aperta anche la sera dal martedì al sabato, vi servirà la
carne direttamente su un tovagliolo di carta. Solo a pranzo si può assaggiare il
bollito, ma se non si arriva presto già a mezzogiorno si corre il rischio di
restare a bocca asciutta.
4) DA RICCARDO
Per le polpette consigliamo ‘Al Dusmet’ da Riccardo, piccola
bottega di fronte l’Antica Dogana, accanto ai caratteristici Archi della Marina.
Una sorta di take away in cui i clienti sono serviti sulla strada.
5) MACELLERIA RUSSO
Se invece volete provare carne di cavallo siciliana doc da
consumare tra le mura domestiche due sono i posti migliori. Il primo è la
macelleria Russo, nella popolare via Belfiore. Sebbene l’insegna reciti “dal
1830” in realtà la tradizione di famiglia non va oltre i settant’anni (“Un
errore del tipografo…”), ma la qualità della carne è garantita, solo puledri
siciliani.
Stessa qualità ma prezzi meno popolari, potete trovarli a
Gravina di Catania, nella macelleria equina Longo, nella centralissima via
Gramsci.
Finito questo excursus dal sapore univoco, voltiamo lo
sguardo verso la città annebbiata ancora dal fumo gastronomico. E’ tempo di
caldarroste, di salsiccia e vino novello, qui è sempre tempo di carne di
cavallo.
http://www.dissapore.com/cibo-di-strada/carne-di-cavallo-catania-5-posti-dove-mangiarla/
Cibo di strada. Ma forse, per rendere meglio l'idea, è il
caso di parlare di «Arrusti e mangia». Se n'è parlato ieri nel corso della
trasmissione di Radio Giornale di Sicilia «Ditelo a Rgs», in onda dal
martedì al sabato tra le 7.15 e le 9.
Da via Acquicella Porto a piazza Dante, cuore popolare di Catania, il panino
con la carne di cavallo - l'arrosto «fai-da-te» sui bracieri messi a
disposizione dalle macellerie equine - è quello che rappresenta più
efficacemente l'idea di «cibo di strada». Veloce, sano, nutriente: gli
esperti approvano.
Storcono il naso, invece, pensando al «sangeli» - il
sanguinaccio di carne di maiale - e alla trippa che costituiscono prove più
impegnative per il palato e l'intestino cui turisti e catanesi si
sottopongono (con piacere) nei mercati storici, alla Fiera e alla Pescheria,
ma non solo. Decisamente meno stressante dal punto di vista digestivo il
«mauro» - alga croccante - con sale e limone, oppure aceto. Immancabili i
carciofi arrostiti, anche se alcune riviste specializzate scrivendo di
Catania definiscono «il cibo da strada per eccellenza» la cipolla di Zafferana arrostita alla brace: «La cipolla - spiegano - viene servita su
fette di pane abbrustolito, condito con olio extravergine di oliva, origano
e una freschissima sarda, anch'essa cotta alla brace, aperta a libretto e
diliscata». Per dissetarsi, infine, meta obbligata sono i chioschi,
disseminati in ogni angolo della città, per un seltz, limone e sale. La
bevanda ufficiale dei catanesi in estate
http://catania.gds.it/2013/07/04/il-gusto-del-cibo-di-strada-dal-centro-alla-periferia-272003_164330/
A Catania vige una forte tradizione di cucina di strada.
Basterà raggiungere piazza Castello Ursino o via Plebiscito per trovare una
miriade di macellerie che all’ imbrunire si trasformano in caratteristici
punti di ritrovo. Il panino con la carne di cavallo è la loro specialità.
Su
griglie gigantesche vedrete cuocere fette di carne di cavallo, polpette
equine, la cipollina avvolta nella pancetta. Vi serviranno queste delizie
dentro un panino grigliato!
Qua e la, si incontrano le Putie, che vendono vino e cibo
tradizionale, dove avrete modo di assaggiare la gelatina di maiale, u zuzzu,
condita con succo di limone, potrete gustare ottimi formaggi e salumi,
accompagnandoli con del vino locale, che il putiaro estrarrà direttamente
dalle botti.
Sempre nella zona del centro storico, vi capiterà di
imbattervi in piccoli ristori ambulanti in cui troneggia un grande
pentolone, a quarara, posto sul fuoco. Qui si prepara u sangeli, un tipico
piatto siciliano che viene preparato utilizzando il budello del maiale,
riempito di sangue dell’animale, e la trippa.
Trattoria Antico Corso
da ACHILLE - Catania
Se invece vuoi calarti nella
tradizione catanese più classica con carne di cavallo, polpette di cavallo e
cipollata (ma in questo caso si vira sul mooooolto rustico e non si deve essere
schizzinosi) avventurati in via Plebiscito, un quartiere popolare molto
caratteristico dove è meglio andare con qualcuno del luogo (ogni catanese
ha una sua trattoria di fiducia in via Plebiscito) e magari lasciare la propria
auto altrove... Non ti voglio fare preoccupare, io ho camminato tante volte a
piedi, da solo e di notte in questo quartiere e non è mai accaduto nulla però
sai, un'auto "straniera"
potrebbe saltare all'occhio. Le mie scelte in via
Plebiscito cadono su "Concetto Scapellato l'originale" (via Plebiscito,
428, praticamente un garage riattato a trattoria) o "Trattoria Antico Corso Da
Achille" (via Plebiscito, 734)
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Mi trovavo a Catania con la mia famiglia per disbrigo pratiche. A
pranzo abbiamo deciso di mangiare la famosa carne di cavallo. Dopo
aver cercato un po su internet ed onestamente sperando di trovare la
macelleria Leone (vista nel programma con chef Rubio) ci siamo
imbattuti da Achille e Davide. Atmosfera molto familiare, ci siamo
accomodati in un tavolino sul marciapiede ed abbiamo scelto cosa
mangiare. Carne di cavallo, polpette, salsiccia, stigghiola e
spiedini. Vino locale pane e la nzalata da nonna. Tutto buonissimo e
genuino. il conto nella media. Ci tornero' al 100%
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Il locale è molto rustico, si mangia soprattutto carne e panini
quasi tutto alla griglia a prezzi piuttosto contenuti.
Un posto alla buona dove mangiare in allegria con amici.
Certo non è tutto fantastico, i tavoli fuori sulla strada sono
pericolosi (cosiderando lo stile di guida degli automobilisti di
zona), sul menu non è riportata l'origine della carne e lo scontrino
fiscale è solo un miraggio.
Con maggiore trasparenza fiscale ed alimentare per il "tipo" di
locale si potrebbero dare anche 4 stelle!
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Essendo a Catania per lavoro non potevo rinunciare a mangiare la
carne di cavallo. Così, su consiglio di più persone, con alcuni
colleghi abbiamo deciso di provare la trattoria da Achille. Se
volete un locale ricercato e chic allora andate da un’altra parte,
ma se volete mangiare tanto, bene ed a prezzi più che buoni allora
questo è il locale che fa per voi. Si tratta di una trattoria molto
spartana e rustica, con camerieri “folkloristici” che nonostante il
pienone garantiscono un discreto servizio. Dopo aver atteso una
quindicina di minuti prima di entrare, poiché il locale era pieno,
ci siamo accomodati ed abbiamo approfittato del buffet di antipasti
che si trovava in un angolo della trattoria (parmigiana, caponata,
frittate e patate per tutti i gusti, alici marinate, fritte e
arrostite, sarde a beccafico, olive bianche, nere e farcite, e tanto
altro ancora). Abbiamo poi ordinato la carne di cavallo: fettina
cotta con olio e aceto, “fiorentina”, polpette e cipollata, tutto
veramente buonissimo. La carne arriva al tavolo su piatti unici e va
quindi divisa tra i commensali, ma le porzioni sono comunque
abbondanti. Per contorno insalata di pomodoro, cipolla rossa e
ricotta salata, con pane, acqua, vino della casa, caffè e
ammazza-caffè abbiamo speso 18 € a testa. Rapporto qualità-prezzo
unico. Assolutamente da provare!
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LEONE & FIGLIO - Via Plebiscito
A Putia Do Calabrisi. La vera essenza della
Sicilia. Un tuffo nelle tradizioni culinarie locali.Qui si torna indietro nel
tempo e si vive l’esperienza catanese. In questo angolo sopravvive la “putia”;
termine e concetto siciliano, memoria, storia e casa. Tra sapori autentici di
piatti preparati con amore e bicchieri di vino spillato dalle botti. Il racconto
di tre generazioni, di passioni e di scoperta dei gusti e dei profumi di una
terra sedimentata di bellezza.
A Putia Do Calabrisi è Catania. Rappresenta l’espressione della “catanesità”.
Tradizioni, sapori, colori si mescolano in un connubio di gentilezza,
spensieratezza e atmosfera casalinga. In via della Concordia al civico 185
sembra essere ritornati indietro nel tempo. Si pranza tra sedie impagliate e
tavolini di legno. Il banco mescita con le immancabili botti di legno ci fa
fantasticare. Il ricordo delle putie di vino, luogo di ristoro e di incontro di
una volta, rivive. Il passato si lega al presente, disegna la geometria di un
luogo trascorso e ideale e prende forma con la Putia Do Calabrisi. La cucina è
semplice, sincera e tradizionale. Non esiste un menu alla carta. Ogni giorno si
cucinano cose diverse.
Ogni giorno si utilizzano le materie prime, i prodotti di stagione, ma che
rivelano un grande amore per la città di Catania. Non mancano le melanzane per
la pasta alla Norma, i pomodori e le cipolle per l’insalata con la ricotta
salata e il pescato del giorno. E ancora: la caponata, la pasta al forno, la
trippa e la carne di cavallo. Tutti i piatti fanno capo alla tradizione
catanese. Tutto viene cucinato in maniera semplice per indovinare gli
ingredienti e per gustarli boccone dopo boccone. Il trucco però c’è, si
intuisce, ma non si vede. Si cucina con predilezione, con sentimento e arte.
Un’arte genuina che si tramanda da tre generazioni. Un impeto affidato ad Amedeo
e a Santa, sua figlia.
A Putia non è solo un luogo dove pranzare, ma è anche un punto di incontro.
Miscellanea di saperi e di gente. Si può conversare con tutti. Si possono
conoscere storie e aneddoti sulla città di Catania. Dal Calabrese puoi
incontrare un docente universitario, un padre di famiglia, un operaio o uno
studente. Chi conosce e ama Catania passa da qui almeno una volta nella vita.
C’è chi si unisce al tavolo di qualche altro, chi ama fermarsi a parlare con
Amedeo e chi si lascia coccolare da Santa. Perché “Calabrese”? Il soprannome,
più che un appellativo, come da tradizione catanese, un’ingiuria bonaria o un
pecco (i pecchi, utilizzati soprattutto fino al secolo scorso ma non del tutto
scomparsi, vengono legati ai vizi, ai difetti, alle abitudini o alla propria
attività lavorativa) deriva da non molto lontano. Amedeo è il marito della
figlia dell’originario calabrese, chiamato così per aver sposato una calabrese e
per avere una particolare predisposizione per il cibo piccante e parecchio
abbondante. A Putia Do Calabrisi è una storia di famiglia. Un meraviglioso
affresco di una Catania che altrove non esiste più.
A Putia Do Calabrisi è aperta solo a pranzo (come nelle migliori tradizioni).
Tutti i giorni, da lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 15:30. La domenica è
giorno di riposo. Via della Concordia 185. Telefono: 349 843 6479
Cristina Gatto
https://catania.italiani.it/scopricitta/a-putia-do-calabrisi-a-putia-catanese-du-zu-amedeo/
Finalmente!
Trovandomi al centro per servizio, ad ora di pranzo mi avvio più
lontano in una
locanda le cui pietanze mi sono state molte volte segnalate da amici
e conoscenti: “Mimmo vacci, Mimmo poi ci andiamo?”.
Mai riuscito, tanta è la nomea di questo locale oggi frequentato da
mezza Catania, dal muratore al magistrato. A dire il vero una volta
ci tentai, ma c’era un gran folla all’entrata e dovevo prenotare,
quindi ci rinunciai.
Oggi sono stato fortunato. Sono entrato in questo ambiente con
cinque tavoli appena, già pieni di commensali. Tovaglia di carta,
bicchieri di carta e posate che ti devi tenere fra un piatto e
l’altro perché non te le sostituiscono.
In poche parole, se andate
alla “putia do Calabrisi”, sita nella cosiddetta via ottanta palmi
(della mano), dovrete essere consapevoli
che non si tratta assolutamente di zona residenziale e neppure di
parcheggio sicuro. Appena entrati, se volete provare l’autentica
“gastronomia catanese” anche se il nome inganna perché calabrese era
la suocera del catanesissimo titolare, dovrete sforzarvi di togliere una certa
puzzetta al naso e scordarvi le minchiate gourmet che vi propongono
in Centro città spacciate per gastronomia siciliana, tipo
“sugarello (u sauru, va) in crosta adagiato su letto di zucchine
impazzite e spolverate di mandorla avolese”. Niente di tutto ciò,
questa è la cucina di Angelo Musco, di Martoglio, Verga, del vero
catanese.
Alla cameriera che sembra uscita fuori da un quadro di Botero, come
una partoriente in preda a voglie prenatal chiedo un assaggio e un
piatto che non assaporavo da un decennio. Prima di affondarmi nelle due “sostanziose” leccornie,
scatto le foto e le invio a mia moglie: “meraviglia! non me li
cucinerai mai, nemmeno sotto tortura!”
Risposta: “che schifo!”
Non capisce. Ovviamente sono cose che si fanno una sola volta nella
vita. Stasera a digiuno o una mela. Se ci campo, se ne riparlerà fra
una decina d’anni.
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In questo momento un’intera cavalleria di trigliceridi sta
galoppando nella Little Big Horn delle mie arterie. Se dovessi
soccombere come Custer, sappiate che vi ho voluto bene.
M.R.
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