H o tentato di far da guida alla ristorazione catanese, ma non è stato facile. Quello che si vede è solo una piccola parte di quello che c’è; spesso ho dovuto rincorrere le pagine per modificare il locale appena riaperto o chiuso definitivamente, soprattutto per il Covid.Anche l'informazione multimediale dei locali è cambiata e in molti hanno abbandonato i domini internet preferendo i più semplici profili Facebook, economici e facili da gestire ma soprattutto più visitati. Alla faccia della crisi, qui a Catania se non si prenota prima (parlo di giorni feriali) si rischia di rimanere ad aspettare un’ora in piedi all’ingresso, anche alle due del mattino. Troppo, troppo cibo. Vedo che i ragazzi, anche quelli più piccoli e di qualsiasi ceto sociale, si abbuffano di quintali di calorie che bene non faranno alla loro salute, dopo qualche anno. Già li vedo adesso, giovanotti obesi e ragazze cicciotte con le pance in fuori che mangiano brioches con monumentali aggiunte di gelato e panna. Come avranno le arterie e le coronarie quando avranno trent’anni? Per non parlare di dolci, gelati, granite e divorate a colazione che solo questi basterebbero fino alla sera, per numero di calorie. Capisco che la tentazione è tanta, perché Catania è una specie di Sodoma e Gomorra dei buongustai, però i suoi abitanti ingurgitano troppi carboidrati, troppo amido e quindi troppi zuccheri. Troppo golosi di carne rossa, soprattutto di cavallo. Poi si beve parecchio, qui non c’è solo il famoso seltz limone e sale. Ad ogni cento metri spunta fuori una rosticceria, una tavola calda (number one in the world), una crespelleria, una nutelleria, una yougurteria, una pizzoleria, una scacciataria, una patatineria, tutte camuffate dentro una nebbia che fa sembrare di essere avvolti dalla Pianura Padania. Niente di tutto questo, è il fumo delle strade dell’Antico Corso dell’arrusti e mangia! Sarà una tradizione che ci hanno lasciato gli antichi romani, ma lo street food è una cosa che abbiamo nel sangue. Vivo in un città in cui è impensabile cenare con un brodino di pesce o un uovo alla coque, oppure pranzare con un’insalata. Non sia mai! Ma chi fa, non mangi? Mbare, hai problemi? To mugghieri ti lassau? Alla faccia della crisi, qui a Catania se non si prenota prima (parlo di giorni feriali) si rischia di rimanere di aspettare un’ora in piedi all’ingresso, anche alle due del mattino. Troppo, troppo cibo. Vedo che i ragazzi, anche quelli più piccoli e di qualsiasi ceto sociale, si abbuffano di quintali di calorie che bene non faranno alla loro salute, dopo qualche anno. Già li vedo adesso, giovanotti obesi e ragazze cicciotte con le pance in fuori che mangiano brioches con monumentali aggiunte di gelato e panna. Come avranno le arterie e le coronarie quando avranno trent’anni? Per non parlare di dolci, gelati, granite e divorate a colazione che solo questi basterebbero fino alla sera, per numero di calorie. Capisco che la tentazione è tanta, perché Catania è una specie di Sodoma e Gomorra dei buongustai, però i suoi abitanti ingurgitano troppi carboidrati, troppo amido e quindi troppi zuccheri. Troppo golosi di carne rossa, soprattutto di cavallo. Poi si beve parecchio, qui non c’è solo il famoso seltz limone e sale. Ad ogni cento metri spunta fuori una rosticceria, una tavola calda (number one in the world), una crespelleria, una nutelleria, una yougurteria, una pizzoleria, una scacciataria, una patatineria, tutte camuffate dentro una nebbia che fa sembrare di essere avvolti dalla Pianura Padania. Niente di tutto questo, è il fumo delle strade dell’Antico Corso dell’arrusti e mangia! Sarà una tradizione che ci hanno lasciato gli antichi romani, ma lo street food è una cosa che abbiamo nel sangue. Qui, mangiare è quasi una religione. Nel mio sito ho tentato di far da guida alla ristorazione catanese, magari cercando di tenere aggiornata la situazione, ma non è facile. Quello che si vede è solo una piccola parte di quello che c’è in città, e in quella piccola parte sono presenti locali che aprono e chiudono nell’arco di sei mesi, con osti che cambiano continuamente. Insomma, per tenere aggiornata la pagina occorrerebbe una persona incollata su internet h24. Per questo parecchi collegamenti si riferiscono ancora a vecchie gestioni. Un giorno un mio amico mi chiese un consiglio su dove mangiare a Catania con alcuni suo ospiti. Subito! Gli passai il link e poi mi rispose “ti confesso di essermi confuso. meglio una pizza a casa vedendo la partita, va!”
S ono 14 pagine e a ciascuna corrisponde una zona di Catania e provincia. Solo passione e voglia di promuovere la mia terra, quindi se i ristoranti sono stati segnalati vuol dire che se lo meritano. Probabilmente ne avrò dimenticato qualcuno, in tal caso segnalatemi eventuali omissioni o inesattezze.Probabilmente avrò dimenticato qualcuno, in tal caso segnalatemi eventuali omissioni o inesattezze. Ristoratore, ti chiedi perchè faccio tutto ciò? Per promuoverti e, quindi, per promuovere la nostra terra. Dimenticavo: è gratis.
L'immagine a sinistra proviene dalla trattoria "A putia du catanesi", sita in Via V. Emanuele in Catania. Non ha rifermenti telematici per poter chiedere il permesso.
ALCUNI LOCALI DOVE PUOI TROVARE LA GASTRONOMIA CATANESE "OLTRE STRETTO"
|