INIZIO CAMPIONATO l giorno del suo arrivo in rossazzurro ho levato il calice in alto in segno di festa. Ottimismo, più che moderato, generato dall’aver condotto in porto una salvezza nella vicina Messina, tra mille difficoltà dentro e (soprattutto) fuori dal campo, e ancor più dalla storia del miliardo rifiutato pur di vestire la maglia del suo amato Livorno. Storie autentiche, di un calcio romantico che fa sognare un nostalgico come me, illudendolo, talvolta, che forse c’è ancora qualcosa di incontaminato, di puro e genuino in uno sport inquinato dagli interessi economici. Con la sua schiettezza, il suo non mandarle a dire e cultura del lavoro ha portato a Catania anche un curriculum di allenatore non proprio da veterano. Poco importa. Ai tempi (belli) della Serie A uno come Vincenzo Montella a parte una dozzina di panchine romaniste aveva lavorato solo coi giovani. Già, la Serie A. Probabilmente, anche se non avremo mai la controprova, nell’esperienza catanese di Cristiano Lucarelli pesa come un macigno l’esser arrivato nel momento storico sbagliato. Al di là delle uscite focose davanti ai microfoni nei post-partita infuocati, con alcune dichiarazioni fuori luogo – vedi le sfide casalinghe con Cosenza, Juve Stabia o Trapani, tanto per citare i più rappresentativi –, e delle discutibili scelte tecnico-tattiche, come la perseverante riproposizione dell’amato 3-5-2 con Maks Barisic come ‘quinto’ di destra, ruolo chiave (insieme all’utilizzo di un esterno sinistro duttile, con maggior propensione difensiva rispetto allo sloveno, nella fattispecie Marchese e Porcino) di un atteggiamento tattico camaleontico che permetteva il passaggio in corsa al 4-3-3, sull’annata catanese di Lucarelli gravano anche i recentissimi dolci ricordi del tempo che fu e soprattutto il bisogno immediato di risalita di una piazza logorata oltremodo dalle umilianti ultime stagioni. È inutile nasconderlo, un Catania così vincente come quello in questa stagione non lo si vedeva dai tempi della promozione in Serie A con Pasquale Marino: 70 punti in classifica, 10 vittorie in trasferta (nuovo record come tecnico), miglior attacco del girone insieme al capocannoniere del raggruppamento meridionale. Grandi numeri, infranti contro la traversa del portiere senese Pane, nettamente superiori ad altri Catania vincenti. Proprio così, perché analizzando la stagione 2017-18 il cammino del Catania di Cristiano Lucarelli è stato nettamente più esaltante anche rispetto a quello che conquistò (con merito) la promozione in B in quel di Taranto. A parte le gare contro ionici e Pescara, insieme ad alcune gare di campionato della gestione Pietro Vierchowod (il 3-0 sempre ai rossoblù o l’1-4 di Nocera Inferiore), quel Catania non faceva proprio impazzire… Ci vuole onestà intellettuale. Probabilmente, una stagione come quella appena conclusa, se fosse arrivata nel periodo antecedente alla stagione 2005-06 sarebbe entrata prepotentemente nel cuore di tutti, tifosi ed addetti ai lavori, nessuno escluso. Ipotesi, quest’ultima, rafforzata dal ricordo di quanto lasciato in eredità da altri Catania non vincenti: vedi la squadra di Catania di Stefano Colantuono (stagione 2003-04) o ancor prima quello di Vincenzo Guerini nel 2000-01, per non parlare dei Catania senza gloria del 1977-78 e del 1978-79, a cui la B sfuggì per molto meno. Proprio così. Insieme alla poca esperienza, sia come tecnico che soprattutto nella gestione dell'ambiente esterno, Cristiano Lucarelli ha pagato caramente il peso del momento storico sbagliato. Un’esigenza vitale di vittoria, una voglia di promozione a tutti i costi, a cui la piazza catanese non può più rinunciare. In bocca al lupo, Cristiano.
foto Calcio Catania
HANNO LASCIATO CATANIA A GENNAIO
Medico Sociale:dottor Antonino Puglisi - Medico Ortopedico: dottor Arcangelo Russo - Medico Fisiatra: dottor Francesco Guagliardo Fisioterapista:Andrea Calì - Osteopata:Angelo Fangano.
PROMOSSE IN SERIE B
HANNO LASCIATO IL CATANIA A FINE STAGIONE
LA NUOVA STAGIONE
Primo atto della stagione sportiva, 2018/19. Sottil non ha bisogno di presentazioni. Ha fatto grandi cose col Catania ed è figlio di questa terra. Lo accogliamo con grande piacere e grandi speranze. È un’annata particolare, in cui come non ci siamo nascosti lo scorso anno non ci nascondiamo adesso. L’anno scorso ho specificato che avevamo diversi problemi non tecnici. Che combattevamo il campionato dei numeri, dei conti e quello sul campo. Eravamo impegnatissimi sul campionato dei conti. Lo scorso anno abbiamo detto che volevamo vincere. Quest’anno, anche se può sembrare un obbligo, noi quest’anno dobbiamo vincere. Abbiamo tutto per poterlo fare e per portare in porto questo salto di categoria abbiamo scelto Sottil, uno dei nostri. Sottil ha firmato un contratto di tre anni perché con lui abbiamo un progetto a lunga scadenza. Sarà annata dura ma avremo i mezzi per confrontarci con tutti. Ci stiamo muovendo da diverso tempo per definire l’organico della prossima stagione. Non escluso che nel giro di pochi giorni arrivino diverse novità. Diversi affari sono imbastiti». «Noi già da diverso tempo stiamo lavorando sulla rosa. Aspettiamo solo di concretizzare il lavoro fatto per tempo e in anticipo. Almeno 3-4 cosette potrebbero diventare certezze nei prossimi giorni. Tra giocatori che non hanno reso al massimo, alcuni che rischiamo di cedere perché il mercato mette nelle condizioni di cedere – e noi quando possiamo vendere un giocatore, lo vendiamo – Una sola volta non l’ho fatto, con Lopez, e ho perso 8mln di euro. Deve essere bravura della società rimpiazzarlo. Tra cessioni, prestiti e scadenze avremo tanto da fare in uscita». «Il ritiro inizia a Torre del Grifo, il 13 luglio. Faremo visite mediche, varie attività e il lunedì si inizia il lavoro vero e proprio. Avevamo pensato ad andare fuori ma meglio non cambiare la strada vecchia per la nuova». «L’anno scorso il Catania aveva la rosa migliore della C, con 24 titolari. Abbiamo fatto 70 punti, e fatto un campionato eccezionale. L’abbiamo perso perché è stato incapace di gestire gli episodi e sono sempre di più gli episodi che influenzano la partita. Quest’anno dobbiamo gestire i calciatori e gli episodi da squadra vincente e non titubante». «Abbiamo un’ossatura di squadra importante che andremo a irrobustire». «Il gesto del Giappone ai mondiali è da libro cuore. Hanno grande propensione al sacrificio. Morimoto aveva una soglia del dolore altissima. Ha continuato a lavorare anche dopo essersi rotto il legamento in allenamento. Ce ne siamo accorti dopo. Sarebbe curioso vedere i tifosi di Roma e Napoli pulire il loro stadio. Il problema nasce quando viene equivocata la legge. Ci sono tante, troppe postille che prestano il fianco a situazioni come quelle del Foggia, del Chievo, del Cesena. Una volta c’era il falso in bilancio, per il quale era prevista la radiazione ma certamente la retrocessione automatica. Sono nati tanti accorgimenti che permettono agli avvocati di trasformare un falso in bilancio in 15 punti da scontare nel prossimo campionato. È un campionato falsato a priori. Hanno trovato l’escamotage che io non condivido. Nel caso del Chievo, un accertamento così evidente è palese. Il problema vero è inventarsi tanti organi di controllo che poi, ci si chiede, che facevano? Cosa fa la Co.vi.sco oltre a stare col bilancino sulle squadre di C, cosa faceva? 23 milioni di euro di trasferimenti hanno fatto. E non uno. A nessuno è venuto il dubbio che fossero operazioni finanziarie per mettere il bilancio a posto. Chi viene scoperto è giusto che paghi. Il caso del Foggia è diverso ma è sempre un falso in bilancio. Alcune somme sono state pagate in altro modo. Io sono sempre dire: sbagli, è giusto che paghi». «Ancora oggi dico. Il Catania è stato retrocesso per illecito, che poi illecito di cosa? Ancora oggi deve essere definito. È stato condannato per un omicidio senza cadavere. Quali sono le società che avrebbero goduto dell’illecito? Perché non hanno pagato? Intanto ha pagato solo il Catania e non solo l’episodio in sé. Ha pagato tutti gli strascichi. Ricordo, a quel tempo, ci fu una dichiarazione giustizialista del presidente della serie B. Alla fine il Catania ha pagato per una cosa non ancora definita. Il tentativo non c’è stato. C’è stata un’imperizia del presidente, che ha dato dei soldi a un tizio che poi non ha fatto niente. Il Cesena sembra abbia un bilancio sotto di 70 milioni. L’occhio in questi casi non va chiuso».
IL NOVARA FA LARGO ANCHE AL CATANIA (Corriere dello Sport) Fa festa anche il Catania con il Novara che di fatto fa largo in Serie B agli etnei dell’Ad Pietro Lo Monaco. Non solo, dunque, mancate iscrizioni, fallimenti, aule di tribunali affollate e cortei di tifosi. Nella calda estate calcistica italiana, per quanto visto fino a questo momento, c’è anche chi scongela lo spumante. Godono, infatti, Novara e Catania, aspettando l’ufficialità dell’ammissione in serie cadetta che arriverà direttamente dal Commissario Fabbricini. Per la verità, la Lega Serie B anche nell’ultima Assemblea ha continuato a chiedere il bloccato dei ripescaggi, mentre la Corte d’Appello Federale è stata arbitro di una delicata partita che non smetterà di far discutere. L’udienza di ieri sul “caso“ Novara ha aiutato a fare chiarezza sulla questione, bocciando il ricorso della Figc e spalancando, di fatto, le porte della cadetteria a piemontesi ed etnei. STORIA INFINITA. Gli azzurri avevano recentemente vinto un ricorso al Tribunale Nazionale Federale contro una delibera della Federcalcio che prevedeva l’esclusione dalla graduatoria dei ripescaggi delle società sanzionate per inadempienze amministrative e contabili negli anni passati. Il Novara si è garantita la possibilità di partecipare al prossimo campionato cadetto, trascinandosi dietro, anzi davanti, il Catania. Alla Corte d’Appello Federale s’erano rivolte anche Ternana e Pro Vercelli, che, una volta invalidata la delibera della Figc, sono state scavalcate nella graduatoria proprio dai piemontesi e dagli etnei, altro club penalizzato negli anni precedenti e che ha quindi potuto beneficiare degli effetti dovuti all’invalidamento della norma. In questo momento, dunque, Catania e Novara sono in B con il Siena (che ha perso la finale play off di C lo scorso anno contro il Cosenza) pronto occupare l’ultima casella qualora l’Avellino venisse bocciato anche al Tar dopo l’esclusione dal torneo cadetto a causa della contestata fidejussione rumena senza rating.
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CATANIA - In una Catania ancora sonnolenta per aver festeggiato fino a notte inoltrata, lui mattiniero per natura e anche per il suo innato spirito imprenditoriale, alle 8 è già in pieno movimento come se fossero già le 10. Nino Pulvirenti, il presidente degli 8 campionati di fila dei rossazzurri in Serie A, ci rivolge uno di quei suoi sorrisi ironici e scacciapensieri. «Cosa è accaduto di tanto importante - dice subito il patron della società etnea - per una simile levataccia. Non è che c’è di mezzo il Catania?...». Lo fissiamo negli occhi e il patron adesso ride liberamente ma non vorrebbe aggiungere altro forse perché ormai si è abituato ai lunghi silenzi e a restare - ma solo ufficialmente - dietro le quinte perché Pulvirenti il Catania non lo ha mai lasciato, anzi forse è meglio dire abbandonato neanche dopo quella “tempesta” di tre anni fa. E così appena gli è stato permesso, ha seguito gli allenamenti della squadra quasi tutti i giorni. Si fa serio a questo punto il proprietario del Catania Calcio che virtualmente ha riconquistato la Serie B e il suo sorriso si trasforma in una espressione eloquente, nel suo volto sono ben visibili i segni lasciati da una sofferenza forse non ancora del tutto superata e del resto non potrebbe essere altrimenti. Insistiamo quel po’ che basta ed ecco che Nino Pulvirenti parla a cuore aperto. Come è giusto che sia: «Spero che la sentenza di martedì rappresenti la fine del disagio che ho provato in questi anni dopo quello che era accaduto, ma quanti mi conoscono e quei pochi che mi sono rimasti vicino in certi momenti veramente amari, sanno bene che io non mi sono mai tirato indietro assumendomi tutte le mie responsabilità. Sì, si sta male a restare lontano da uno stadio in cui si sono vissuti momenti gloriosi, ma il Catania è sempre rimasto dentro di me e credo di averlo dimostrato». Vuole dire che non sono mancati i momenti di totale scoraggiamento? «Esattamente. Ci sono nella vita situazioni in cui si può reagire nella maniera sbagliata, ma mi sono fatto forza e in questo mi ha probabilmente aiutato il mio carattere che porta a sdrammatizzare e intravede un filo di positività quando tutto appare oscuro. Si deve sempre ripartire». Ma martedì sera quando è arrivata la lieta notizia da Roma cosa ha provato? «Una grande emozione difficile da spiegare, sa quando la gola si serra per la felicità e viene la pelle d’oca, qualcosa di simile, non mi faccia commuovere adesso». La sua storia, o meglio quella del Catania conferma che c’è sempre uno spiraglio che si apre nell'oscurità.... «Non abbiamo mai mollato e soprattutto non abbiamo perso la testa quando... lasciamo perdere». C’è stato un risanamento societario con Lo Monaco e Franco protagonisti. Dietro però c’è stato sempre lei, compreso quell'ultimo pagamento di un milione e 200 mila euro tra i 700 mila euro a fondo perduto e la doppia fideiussione. Un altro atto d’amore. Probabilmente non avrà dormito per qualche notte.... «Non fa nulla, a me interessa solo che il Catania torni lì dove doveva restare tre anni fa. Sa, io preferisco aspettare che il nostro ripescaggio sia ufficializzato, non si sa mai.... Nella vita non si finisce mai d’imparare. Voglio vedere il calendario, la prima partita e via di seguito. Poi entrerò magari nei dettagli di quel che ho passato e ci sarà tanto da dire o forse meglio ci sarà solo da guardare avanti». Il patron del Catania si ferma qui anche perché il cellulare continua a vibrare sul tavolo e la sua giornata sarà sicuramente più lunga delle altre. Ed è lui stesso ad anticiparci che in serata sarebbe tornato dopo 4 anni allo stadio Massimino, un altro momento di grande emozione. Un’esperienza già provata, lui il presidente di quel Catania che per anni ha fatto tremare gli squadroni è tornato appunto ieri sera al Massimino accolto in Tribuna A da un lungo applauso che si commenta da solo. Vorrei dirle bentornato Pulvirenti, ma pensandoci bene non è possibile. Perché il patron rossazzurro è al timone del Catania ormai da 14 lunghi anni. Un capitano vero non abbandona mai la nave che sta affondando.
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CATANIA E IL RIPESCAGGIO 4 AGOSTO 2018
Week-end di tregua dopo una settimana ad alta tensione. Di tutto e di più è accaduto nel mondo del calcio italiano. Da una parte c'è il calciomercato con l'arrivo del super top player Ronaldo, dall'altra i problemi ormai patologici del sistema con ricorsi e controricorsi. Non si capisce davvero più nulla. E anche fare ordine sulle notizie e indiscrezioni diventa complicato. Al momento il Catania è una squadra iscritta a due campionati: serie B e serie C. In pratica è nel limbo calcistico anche se mercoledì, alla notizia del ricorso respinto da parte della Corte Federale d'Appello, si è innescata una festa spontanea, quasi a voler esorcizzare tre anni di inferno nella terza serie, più che a voler festeggiare la promozione nella serie cadetta che non si può ancora certificare ufficialmente e non certo per mancanza della società rossazzurra. Anzi, con uno sforzo non indifferente, l'attuale proprietà ha predisposto, con dispendio di denaro (700mila euro a fondo perduto equivalgono a quasi metà stagione in Serie C) la domanda di ripescaggio in Serie B. Manca, però, l'ufficialità del ritorno in serie cadetta e, lo ribadiamo, non per colpa del Catania o del Novara, ma per uno scontro frontale, che va oltre i ripescaggi, tra Lega B e Figc. Il classico scontro tra poteri forti (in realtà non tanto in questo periodo) che ha fatto slittare la presentazione dei calendari di B e C La Lega B, con sorprendente ignoranza (voluta?) delle norme ha ribadito il blocco dei ripescaggi a 20 squadre: votato all'unanimità il 10 luglio, ribadito il 30 luglio dall'assemblea, confermato ancora una volta dal consiglio direttivo il 3 agosto. La linea è quella della fermezza anche a dispetto delle regole. Regolamento alla mano, il taglio della serie cadetta non regge e la Federazione lo ha ribadito. Ci sono due aspetti che fanno dormire sogni (relativamente) tranquilli alle squadre in lotta per il ripescaggio: l'articolo 50 delle Noif (le norme organizzative interne della Figc) e pure i casi di giurisprudenza (il Collegio di Garanzia del Coni nel 2014). E adesso cosa succede? Si va per le lunghe anche perché sono in atto altri ricorsi, tre per l'esattezza riguardano la Serie B 1 - CESENA La società romagnola non si è iscritta al campionato di Serie B e ripartirà dai Dilettanti. C'è però ancora una coda che potrebbe cambiare la griglia dei ripescaggi e togliere un posto (in questo caso sarebbe la Robur Siena ad essere tagliata fuori). Giovedì 9 agosto la Corte Federale d'Appello discute il ricorso dell'Entella sul caso delle plusvalenze fittizie. La società ligure chiede che la pena si afflittiva, cioè ricada nella stagione 2017-2018, facendo così cambiare la classifica: Cesena all'ultimo posto, retrocesso e non escluso dalla Serie B, la Virtus Entella riammessa, in virtu dello scorrimento della graduatoria. Riammissione e ripescaggio, infatti, sono due cose diverse: nel primo caso si rende necessaria l'applicazione dello scorrimento automatico della classifica, nel secondo caso, invece, indicare ripescare una squadra. I criteri per il ripescaggio sono individuati dalla Figc con meccanismi discrezionali nella loro individuazione, ma vincolati nell'applicazione (i criteri in questo caso sono tre, classifica dell'ultimo campionato, tradizione sportiva e spettatori nell'ultimo quinquennio). Attenzione, dunque, alla classica confusione metodologica. 2 - AVELLINO Martedì 31 agosto, il Collegio di Garanzia del Coni ha sbarrato la porta alla società irpina. Per la giustizia sportiva l'Avellino è escluso dal campionato di Serie B e non potrà essere ripescato al posto di un'altra squadra (Catania, Novara e Siena in questo caso sono tranquilli). Entro lunedì si saprà l'esito del ricorso presentato al Tar del Lazio (può arrivare una sospensiva, ma nel merito i tempi saranno molto più lunghi). l'Avellino può solo sperare di essere inserito in sovrannumero, dunque si andrebbe a una Serie B a 23 squadre. 3 - TERNANA&CO Il ricorso che riguarda più da vicino il Catania è quello che verosimilmente sarà discusso entro venerdì 10 agosto al Collegio di Garanzia del Coni. Nemmeno su questo ci può essere la certezza dal momento che ancora le motivazioni non sono state depositate (entro 7 giorni dal deposito si può fare ricorso). Sicura la Ternana, ma anche Pro Vercelli, Siena e probabilmente anche la Figc, faranno ricorso. Il Collegio di Garanzia, però, interviene principalmente su questioni di illegittimità. Ipotizzare che, dopo due vittorie in primo e secondo grado, tutto possa essere ribaltato è, allo stato attuale, difficilissimo. L'iter dei ripescaggi, dunque, è al momento fermo dal momento che la Lega B non ha trasmesso la documentazione presentate dalle sei società entro il 27 luglio. La Figc, però, ha ribadito con fermezza che la Serie B sarà a 22 squadre e il Catania, nei primi tre posti per il ripescaggio, a meno di un clamoroso (e quasi improbabile) ribaltone al Collegio di Garanzia del Coni, può stare sereno. La Serie B già festeggiata da tifosi e squadra non è in discussione. In dubbio, ancora una volta, è la credibilità del calcio italiano, sempre più ostaggio dei cavilli giudiziari. Entro Ferragosto tutto dovrebbe essere definito. Non è escluso, però, uno slittamento di una settimana anche dell’inizio del campionato di Serie B (per quello di C è quasi sicuro). Andrea Carlino
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IL CATANIA E IL RIPESCAGGIO Lo Monaco: "Siamo alla follia pura, qui scoppia la rivoluzione" Di tutto e di più riserva l'estate del calcio italiano. Giovedì, alle 13.30, il tweet del giornalista de La Gazzetta dello Sport, Nicola Binda, fa scoppiare il panico: "Clamoroso, la Serie B riparte con 19 squadre". Tutti si aspettavano il comunicato con la graduatoria dei ripescaggi e i relativi dispositivi che ufficializzano la B per Catania, Novara e Siena e invece... E invece è successo quello che fino a mercoledì sera sembra impossiible. La Gazzetta dello Sport, in edicola, ricostruisce con dovizia di particolari quanto accaduto nelle ultime ore. Secondo quanto raccolto il commissario della Figc, Roberto Fabbricini, fino a qualche giorno fa sarebbe stato fermo nella sua decisione: "La Serie B è a 22 squadre, devono passare sul mio cadavere". Parole forti confermate anche dal comunicato del 3 agosto. Niente mutamento del format da 22 a 20 squadre anche alla luce dell'articolo 50 delle Noif. Nelle ultime ore, però, la posizione di Fabbricini sarebbe cambiata, diventando possibilista: su sollecitazione del Coni (tutto da accertare) che avrebbe trovato uno spiraglio giuridico tra le pieghe delle Noif (e bisogna capire quale perché le regole sembrano chiarissime e invalicabili), il commissario ha riaperto la questione. Tutte le 19 squadre di Serie B hanno fatto arrivare in federazione delle lettere in cui si chiedeva il blocco del ripescaggio. Già Cellino e Lotito si erano esposto pubblicamente su questo e Balata, commissario della Lega B, aveva più volte espresso il concetto: da più anni le squadre della serie cadetta chiedono un "dimagrimento" per questioni di contenimento dei costi e per dividersi una maggiore quota dei ricavi. Quando sembrava imminente il comunicato stampa con l'adozione della B a 19 squadre, ecco l'intoppo. Secondo La Gazzetta dello Sport, a Fabbricini sono arrivate le lamentele di Lega Pro (il tweet di Gravina ironico e polemico ne è la prova) e dell'Aic (tanti calciatori rischiano il posto di lavoro). Il cambio di format da certo è diventato probabile. Il comunicato ufficiale potrebbe uscire in mattinata, al massimo nel pomeriggio. Ma attenzione: cambiare idea significherebbe sconfessare la linea finora sostenuta dal commissario e correre il rischio di nuovi ricorsi con la probabilità, assolutamente non remota, di perdere. E le cinque società coinvolte? (Catania, Novara, Siena, Ternana, Pro Vercelli). Non staranno sicuramente a guardare e hanno promosso battaglia: al Collegio di Garanzia del Coni e anche al Tar del Lazio. Anche la Virtus Entella promette "guerra". Il rischio, però, è che i tempi si allunghino e non si arrivi in tempo. C'è un precedente che conforta le squadre coinvolte e risale al 2014 quando il Coni decise che la Figc dovesse ripristinare l'organico a 22 squadre. Il rischio, addirittura, è che le sei ricorrenti possano ottenere lo stesso responso: il risultato sarebbe la B a 25 squadre. Semplicemente folle. Oggi 10 agosto, alle 15.00, a Roma, conferenza stampa congiunta delle sei squadre coinvolte. Probabile che si chiederà la pubblicazione immediata della graduatoria dei ripescaggi e, come già ventilato nelle ultime ore, battaglia legale con richiesta anche di risarcimento danni L'amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco, è durissimo: "Siamo alla follia pura, è incredibile. Qui scoppia la rivoluzione. Stanno cambiando le regole del campionato. Abbiamo il diritto di giocare la Serie B. Catania non può essere ancora penalizzata, il nostro mercato è bloccato e non sappiamo ancora in quale categoria giocheremo".
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"QUI SALTA TUTTO" Le parole dell'amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco (FOTO fonte La Sicilia), a TuttoSport: "Serie B a 19 squadre? Non hanno idea di cosa accadrà. Qui salta tutto. Un minuto dopo i calendari, il Catania preparerà le carte per il ricorso e chiederemo al Tar il blocco dei campionati. Asse Malagò-Lotito per fare la B a 19 squadre" “La Figc e la stessa Lega Serie A non hanno idea di cosa li attenda. Stanno violando pesantemente le regole: non possono essere cambiate in corsa quando tutti sanno benissimo che, per modificare il format del campionato, è necessario il pronunciamento del consiglio federale con almeno un anno d’anticipo. Il consiglio federale non c’è, perché la federazione è commissariata. Il commissario Fabbricini dovrebbe imporre il rispetto delle norme, invece…". "Un minuto dopo la compilazione dei calendari, il Catania preparerà le carte per fare ogni ricorso possibile e immaginabile, anche al Tar a cui chiederemo il blocco del campionato. Poi c’è la questione del risarcimento danni: noi, per iscriverci sia alla C che alla B abbiamo sosttoscritto fideiussioni di 3,5 milioni, abbiamo 5mila abbonati, abbiamo speso ingenti per allestire una rosa all’altezza della B, sicuri di avere i titoli per essere ripescati. Se non lo fossimo, subiremmo un danno enorme e sapremmo a chi presentare il conto". "Vogliamo dirla tutta? Tutta questa baraonda è nata dall’asse Coni-Lotito, cioè Malagò-Lotito. Quest’ultimo si crede il padrone del calcio ed è convinto di fare ciò che gli pare. Il guaio è che, se nessuno lo ferma a cominciare dal Coni, Lotito va avanti. E la B va a sbattere contro un muro. Occhio, perché qui salta tutto”.
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Calcio Catania, la delusione del tifoso: “Na ficiru fari vilenu” 12/08/2018 Redazione SPORT di DOMENICO RAPISARDA.
Questo maledetto agosto ci sta distruggendo. L’estate pallonara catanese si riconferma bollente e ad alta pressione arteriosa, come ogni anno. Risuonano ancora le baraonde in Piazza Europa, erano strombazzamenti che non facevamo da tempo, quasi puerili, sinceri e frutto di quel desiderio di abbandonare una serie C che ci va stretta come un obeso infilato dentro una taglia 50. Quel nostro, sano, genuino entusiasmo ce l’hanno smorzato qualche giorno fa. A Catania diremmo “na ficiru fari vilenu !”. I fatti li conoscono tutti, basta andare a leggere su internet senza bisogno di star qui a ripeterli. Al Calcio Catania che si tutelerà in sede sportiva, amministrativa e penale, oggi fa seguito la diffida della Lega Pro contro la FIGC che evidenzia il palese contrasto con gli artt. 49 e 50 delle NOIF (Norme Organizzative Interne della F.I.G.C.). Il richiamato art. 50 dispone, infatti, che la modifica dell’ordinamento dei Campionati debba “entra(re) in vigore dalla seconda stagione successiva a quella della sua adozione”. In altri termini anche laddove si volesse modificare il “Format Serie B” la modifica non potrebbe certamente avvenire a decorrere dalla stagione sportiva 2018-2019 bensì “dalla seconda stagione successiva a quella della sua adozione”. Sta tutta qui la questione, che un Paese civile che non vuole essere definito come una Repubblica delle banane dovrebbe rispettare. Non sto nemmeno a paventare quello che scatenerà la piattaforma inglese Dazn, che ha pagato alla Lega B diritti televisivi per 22 partite e che adesso dovrà trasmetterne in streaming soltanto 19, soprattutto senza un bacino di abbonamenti come quello della piazza catanese! Ma alla Lega B lo sanno questo? Questi non guarderanno in faccia nessuno. RICORDANDO MATARRESE La storia ci insegna tutto quel che abbiamo subito a partire da Matarrese che ci radiò ingiustamente, passando per un intero girone di ritorno giocato fuori e a porte chiuse con la speranza di farci retrocedere e poi finire nel binario morto di certi vagoni per i quali abbiamo già pagato, ampiamente. La questione non sembra che sia relativa all’innato odio contro il Catania; riguarda solo misere fette di torta più o meno grandi da spartirsi in 19 anziché in 22, e dalle fidejussioni versate (700.000 euro a fondo perduto) da ogni società interessata che la banda dei 19 incasserà e che non rimborserà, come in un bluff, a chi ha “rilanciato” durante questa partita a poker. Catania sempre insultata, presa in giro e sbeffeggiata dal Palazzo del pallone. In questi casi, come al solito, i nostri deputati dormono. Nessuno di coloro che ci hanno chiesto il voto a marzo, con la sciarpa rossazzu rra al collo fra le periferie e i mercati, ha fatto un’interrogazione parlamentare al Ministro competente per denunciare questo scandalo e far tagliare le “fin troppe” poltrone (CAF e TNF a che servono? tanto vale abolirli) di una Federazione che necessita urgentemente di una forte cura dimagrante e che, calpestando le stesse regole che si è data, da oggi non può assimilarsi a un organo governativo appartenente allo Stato. Come lo fu per Garibaldi e Bixio quando razziarono la Sicilia in nome di un’unione che è mai esistita, ormai siamo abituati da tempo a questi attacchi provenienti da lassù. Li subiamo. A mente calda ci incazziamo perchè abbiamo lapilli che scorrono dentro le nostre vene, subito dopo ci riflettiamo perché le nostre sinapsi sono fatte di lava incandescente e quindi propense a produrre vulcanici calcoli. Alla fine, il magma scorre nelle cellule dell’intelletto e trova la formula giusta per farci resuscitare come la nostra città. Siamo i suoi figli, indistruttibili come lei e pronti a risorgere di fronte ad ogni angheria. Nella Catania pallonara è così ad ogni estate. Le elevate temperature ci fanno arrivare fra i primi posti nelle classifiche nazionali, non solo per la meteorologia ma anche per merito della carta bollata contro il Governo del Calcio. Infuocata e passionale come tutte le altre in attesa del 90° all’ultima giornata, nel bene e nel male. Come sempre. RASSEGNATI A ROVINARCI L’ESTATE PER IL CALCIO CATANIA Ogni mattina, al bar, fra un boccone di “minnulata ca brioscia” e il telo da mare sotto braccio, ormai siamo rassegnati a rovinarci l’estate a causa delle vicende che riguardano il Calcio Catania, che siano promozioni, retrocessioni, radiazioni e notizie su probabili acquisti. Mai come in agosto sfogliamo così assiduamente il quotidiano La Sicilia. Va bene, la lettura delle prime pagine sono quasi un dovere per la nostra coscienza di cittadini: i migranti, gli sbarchi (mischini!), la politica, la TAV, la FLAT (cosi fitusi, ni luvanu 80 eur i!), la quota 100 e la modifica della legge di Elsa Fornero (grandissima tapp inara!), vengono lette velocemente perchè la brama di arrivare a ciò che si vuol veramente sapere è davvero tanta. Poi le altre pagine dedicate allo spettacolo, l’ambiente, la cronaca nazionale (chi nicchi e nacchi lo speciale sull’Economia Ragusana? avaia!). Tutte saltate in minuto per arrivare, finalmente, all’agognato tesoro: “comu finiu co Catania?” Arrivati a quella pagina, LO SPORT, la granita si squaglia e il telo da mare cade per terra: abbiamo appena appreso (forse, chissà domani), come ogni anno, la sorte della nostra squadra di calcio da sempre maltrattata dagli organi federali, quindi quanti punti di penalizzazione, i ricorsi, gli avvocati. La domanda imperante, dalla sedia Scuderi al salone da barba di Via Plebiscito alla sdraio sotto l’ombrellone del lido di grido alla Playa, è sempre quella: ma l’annu ca veni unni iucamu? L’ansia n. 2 è relativa all’arrivo dell’attaccante di grido che dovrebbe accordarsi per giocare con noi, con un tira e molla scritto quotidianamente dalla stampa locale e centellinato goccia a goccia sulla nostra curiosità di tifosicome il mastro fa con l’alambicco per distillare la grappa. QUANDO AL CATANIA ARRIVO’ SPAGNOLO A proposito di tira e molla nel periodo estivo, ricordo l’arrivo a Catania dell’attaccante della Reggiana Giampietro Spagnolo, ambito da mezza Italia per la sua straordinaria potenza. Costava parecchio ed era un pallino del nostro Presidente Massimino che voleva regalarcelo a tutti i costi. Passammo almeno due estati a parlare di lui : “arriva, non arriva, in settimana sapremo del braccio di ferro fra le sue società, nella trattativa si è inserito il Bari terzo incomodo…”. Alla fine del secondo anno, finalmente, arrivò a Catania ma a condizione di ingaggiare anche il libero Roberto Benincasa, che poi si confermò un valido difensore nella pronta risalita in serie B del 1975. Di famiglia borghese di Siena, Roberto si era fidanzato a Catania e….. con Catania: abitava a Picanello e si iscrisse in Economia e commercio per laurearsi poco dopo. Diventammo amici e ogni tanto, a noi ragazzotti, con la sua Fiat 500 ci portava allo stadio per l’allenamento. Quando entravamo al parcheggio del vecchio Cibali, tante erano le risate quando i tifosi ci guardavano da fuori i finestrini “cu jè chiddu d’arreri, Polett o? Chi dici, jè Biondi… non viri ca ch’avi i baffi?” Altri tempi, quando per comprare Bonfanti bastava una stretta di mano fra il nostro presidentissimo e il Presidente del Verona Garonzi. Oggi zio Angelo non avrebbe avuto vita facile. LO STRESS DI “CHI SI RICI DO’ CATANIA?” Chi si rici do Catania?” Sì, ogni anno è questo lo stress. Poi, sazi per qualunque cosa accada a Torre del Grifo, dopo aver formulato tutte le formazioni possibili (4-3-3, 4-2-3-1, 3-5-2) da navigati C.T. e detto peste e corna dell’ultimo allenatore, passiamo all’altra parte del quotidiano: la cronaca cittadina per apprendere, invee,gli ultimi acquisti della Questura pubblicati con tanto di foto ed esilarante pecco (il soprannome). E’ stato e sarà sempre così nella nostra arroventata, smaniosa e sempre uguale estate sportiva. In un preciso momento della mattinata, durante la lettura de La Sicilia, quel “TALÌA A CU ACCATTANU!….” si trasforma immediatamente in “TALÌA A CU ATTACCANU!….” Forza Catania, ce la faremo. Sempre! https://corrieretneo.it/2018/08/12/calcio-catania-la-delusione-del-tifoso-na-ficiru-fari-vilenu/
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TERNANA E CATANIA SI PUNZECCHIANO
«In maniera molto chiara – prosegue il proprietario – vorrei dire che la Ternana ha due battaglie in corso. Perché ha subito due torti. Il primo torto è quando alcuni giudici hanno cambiato le regole. Perché questo è l’anno delle regole cambiate, è l’anno delle regole che non ci sono più, è l’anno della grande incertezza. Il casino l’hanno creato Novara e Catania, che sono arrivate in seconda battuta chiedendo a un giudice di cambiare regole che esistevano, le regole per il ripescaggio. Ricordo che sarebbero dovute essere ripescate le società virtuose, cioè che non avevano né illeciti amministrativi né sportivi. Sta di fatto che questa legge è stata cambiata e all’improvviso due squadre che non potevano essere ripescate in B hanno iniziato a creare casino, cioè Catania e Novara. Oggi è vero che portano avanti con noi la battaglia della serie B a 22 squadre, ma io non scordo che, finita la prima battaglia, inizia la seconda. Io voglio far ripescare la Ternana, perché le leggi di quest’anno, quelle che erano in vigore, dicevano che le squadre che dovevano essere ripescate dovevano essere quelle virtuose. Quindi, in ordine, Siena, Ternana e Pro Vercelli. Ed è inutile continuare a far chiacchiere. Le battaglie da vincere sono due. La prima perché il campionato di B torni a 22 squadre, perché le puttanate che ho sentito sono infinite, perché evidentemente parlo con dei dilettanti in economia. La seconda, che chiamo “battaglia di giustizia” e sulle regole che dicevano che alcune squadre non potevano essere ripescate, e così dovranno restare le regole. E siccome confido nella giustizia e nel fatto che il Coni sia sulla strada giusta, alla fine io mi aspetto che la Ternana vinca queste due battaglie. Spero di essere stato molto chiaro: campionato di B a 22 squadre e campionato con il ripescaggio della Ternana. E Balata può stare sicuro che non fallirà la Ternana quest’anno. Finché sarà mia non fallirà».
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Catania. Nel giorno in cui il Commissario della Figc, Fabbricini, apre uno spiraglio per la B a 22 squadre e dunque anche per il ripescaggio di Catania e Novara, scoppia la polemica tra il club rossazzurro e la Ternana. Tutto nasce dalle dichiarazioni del presidente degli umbri, Bandecchi che ha accusato i rossazzurri, oltre a Novara e Siena, di aver generato confusione nell’ambito delle regole per il ripescaggi. Lo Monaco in un lungo comunicato replica: "Fino a questo momento non abbiamo mai raccolto le provocazioni dei club che si dicono più virtuosi e meritevoli del Catania ma, registrato l'ennesimo attacco mediatico, è nostro diritto e dovere puntualizzare alcuni concetti. Il signor Bandecchi afferma che "sono state Novara e Catania, che ho letto che saranno ripescate con il Siena, ad aver generato confusione chiedendo a un giudice di cambiare regole esistenti, quelle per il ripescaggio". Ricordiamo al frettoloso patron della Ternana che il Tribunale Federale Nazionale prima e la Corte Federale d'Appello poi, con argomentazioni stringenti ed inoppugnabili sul piano della logica e del diritto, hanno confermato l'illegittimità della disposizione che impediva al Novara ed al Catania di rientrare tra le società ripescabili. Lo Monaco affonda ancora precisando: “Non è stata cambiata alcuna regola, quindi, anche perché in Italia un giudice non cambia le regole ma applica il diritto: sorprende, e non poco, che il fondatore di un ateneo ignori questa differenza. In questo caso, è provato dai due gradi di giudizio citati che la FIGC, proprio secondo i suoi organi giudicanti e non secondo le dirigenze ed i tifosi di Novara e Catania, non aveva il diritto di prevedere una sanzione retroattiva nella stesura della disciplina dei "ripescaggi". Anche sul piano della sostanza, è paradossale ed ingiusto prevedere che Novara e Catania si ritrovino nelle condizioni di scontare sanzioni aggiuntive, non previste al momento delle rispettive infrazioni, a distanza di anni: dal 2016 ad oggi, ad esempio, il nostro club ha ritrovato e riscoperto una sua solidità economica, rispettando tutte le norme in termini amministrativi e dimostrando quest'estate, a proposito di club virtuosi e sostenibilità, di avere le carte in regola per iscriversi non ad un solo campionato ma a due campionati contemporaneamente. Nel corso delle interviste rilasciate nelle ultime ore, Bandecchi afferma che "dovevano essere ripescate società virtuose, ovvero quelle che non avevano commesso illeciti amministrativi e sportivi. La legge invece è stata cambiata e Novara e Catania, due squadre che non potevano essere ripescate, hanno iniziato a fare casino". In questo caso ancora l’ad rossazzurro risponde in questo modo: “Il Catania è una società virtuosa, espressione di una città tra le prime dieci in Italia, forte di 226.215 presenze in occasione delle gare casalinghe in Serie C nella stagione 2017/18, con quasi 5.500 abbonati a prescindere dalla categoria in vista del prossimo campionato, con i conti in ordine come risulta a tutte le autorità preposte, con un centro sportivo ritenuto tra i più belli e funzionali in Europa, con un'organizzazione societaria da massima serie e con una qualità tecnica della prima squadra già provata al cospetto di due formazioni di Serie B. A proposito di penalizzazioni, il Fondi, quando era Unicusano, venne penalizzato per inadempienze amministrative: non crediamo sarebbe giusta, oggi, una pregiudiziale in chiave ripescaggio nei confronti del Fondi, che peraltro non è più Unicusano. La nostra condanna a scontare quel punto di penalità per un ritardato pagamento IRPEF risalente a più di due anni addietro, peraltro, fu espressione delle difficoltà causate da una retrocessione che non maturò sul campo ma venne inflitta d'ufficio per cause che, tre anni dopo, non sono ancora chiare: noi abbiamo scontato le nostre sanzioni, giuste ed ingiuste, abbiamo risanato e siamo sempre più forti”. Infine la stoccata che pone fine alla replica del dirigente dei rossazzurri: “Il Novara ed il Catania non "fanno casino" ma tutelano, entro la cornice normativa e nell'ambito delle azioni concesse dall'ordinamento, i propri diritti. Invitiamo pertanto calorosamente il signor Bandecchi a tacere del Catania, che dimostra di non conoscere, ed a documentarsi un po' meglio sul concetto di esercizio del proprio diritto". __________________________________________________________________________________________________________
“Per quanto riguarda le affermazioni fatte dall’A.D. Lo Monaco, voglio prima di tutto fare una premessa: io sono estremamente rispettoso della città di Catania, dei tifosi e dei cittadini catanesi, con i quali mi sono sempre trovato molto bene, quindi non c’è bisogno di ricordarmi che i catanesi sono un grande popolo, io questo già lo so. Nel merito delle affermazioni del Direttore Lo Monaco, in risposta a ciò che io ho detto, vorrei soltanto dare alcune indicazioni sulle inesattezze che immagino gli siano state raccontate. La prima è di livello squisitamente calcistico, è vero che quando la squadra del Fondi si chiamava UniCusano Fondi ed era di mia proprietà ha avuto una penalizzazione, mi sembra di un punto, per contributi pagati tardivamente, questa faccenda risaliva a due anni prima che io comprassi la squadra, ma faccio presente al signor Lo Monaco che, silenziosamente, quando io ho comprato la squadra sapevo già di aver comprato diritti e doveri, cose buone e cose cattive e nelle cose cattive ci stava anche la penalizzazione, che io mi sono preso e che abbiamo scontato durante il campionato, silenziosamente, attenti e prudenti, come d’altronde mi sono anche preso carico di oltre un milione e settecento mila euro di debiti che ho regolarmente pagato. Poi c’è un secondo punto che vorrei chiarire a Lo Monaco, visto che mi ha dato lezioni di diritto. Io non sono avvocato, mi servo di insigni avvocati che mi hanno ricordato, dopo le sue puntualizzazioni, che c’è stata anche una sospensiva ai due gradi di giudizio da lui citati. La sospensiva, momentaneamente, ha azzerato questi due gradi di giudizio, ed è basata su un altro ragionamento giuridico, quindi il giorno 7 sarà sviscerata dai giudici. Quel giorno sapremo se la lezione di diritto che mi ha dato Lo Monaco ha valore oppure no. E’ una dimenticanza quella di Lo Monaco o degli avvocati che gli hanno suggerito di rispondermi, ma è una dimenticanza molto grave, perché ad oggi le disposizioni alle quali lui si riferisce non sono in vigore e noi avremmo avuto in questo momento tutto il diritto di essere ripescati ed essere inseriti per l’inizio del campionato, ma non l’abbiamo nemmeno chiesto, rispettosamente davanti alla legge aspettiamo ormai il giorno 7. Poi Lo Monaco è informato male sul fatto che io abbia fondato un’università in Italia e che comunque di fatto sia una persona che avrebbe dovuto essere meglio informata. Vorrei dire a Lo Monaco che io di università ne ho fondate 3: una in Italia, una in Inghilterra la N.C. Italian University London autorizzata dal governo inglese e una francese la NIccolò Cusano Ecole Paris. Rispetto alle altre cose da lui citate e dette, preferisco non rispondere perchè altrimenti diventa una conversazione privata che non interessa a nessuno. Chiudo anticipando a l’A.D. Lo Monaco che ho dato disposizione ai miei avvocati di ricordargli anche altre piccole dimenticanze, ma questo credo lo faranno nella giornata di lunedi”. __________________________________________________________________________________________________________
Il Direttore: “Bandecchi confonde i significati dei verbi azzerare e sospendere" "Quali sarebbero le mie inesattezze? Il patron della Ternana non smentisce ma conferma di aver subito penalizzazioni quando era proprietario dell’Unicusano Fondi e di aver fondato un ateneo in Italia" L’Amministratore Delegato del Calcio Catania risponde a Stefano Bandecchi, che in mattinata ha inteso fornire le sue indicazioni rispetto alle presunte inesattezze contenute nelle dichiarazioni riferite dal comunicato stampa numero 60, pubblicato ieri: “Vorrei ricordare al signor Bandecchi, anzitutto, che ogni parola ha un significato preciso: vale anche per “inesattezze”, “azzerare” e “sospendere”. Le puntualizzazioni di Bandecchi confermano e non smentiscono le mie parole, perché la grammatica italiana, alla quale io mi affido, è come la matematica: non è un’opinione. Nello specifico, Bandecchi conferma che nel corso della stagione 2016/17 l’Unicusano Fondi ha subito e scontato una penalizzazione per contributi pagati tardivamente, al di là dei se, dei ma, delle differenti proprietà del club e delle tempistiche riferite dal patron rossoblù ieri e rossoverde oggi. Inoltre, è confermato che Stefano Bandecchi ha fondato un ateneo in Italia, a prescindere da quanto analogamente accaduto in Inghilterra ed in Francia: quest’ultima ulteriore conoscenza sarà per noi magari utile, domani, ma non è attualmente necessaria. Potremmo dire, quindi, che Bandecchi non distingue correttamente tra i suoi legittimi approfondimenti e le mie presunte inesattezze. È goffa e quasi inconcepibile, poi, la confusione tra “sospendere” ed “azzerare”: la sospensiva ha appunto sospeso, e non certo “momentaneamente azzerato”, il giudizio minuziosamente argomentato e stringente della Corte Federale d’Appello che include nel novero delle società “ripescabili” Novara e Catania, sentenza peraltro sostanzialmente incontrovertibile a meno di clamorosissimi e storicamente pressoché inauditi “ribaltoni”. Tutto ciò, sul piano dell’equità, vale a prescindere dal verdetto del 7 settembre, che potrà poi incredibilmente azzerare o logicamente confermare un responso chiarissimo emerso in due gradi di giudizio. Chi dice che è tutto incerto fino al 7 settembre? La stessa natura di una “sospensiva” ma anche la… Ternana! Al punto 10) dell’istanza rivolta dalla società rossoverde al CONI per l’annullamento del calendario a 19 del campionato di Serie B, proprio i legali umbri riconoscono infatti questa realtà: “i ripescaggi dovranno seguire la predetta decisione nel merito (quella del 7 settembre, appunto, ndr) come stabilito dal Collegio di Garanzia dello Sport”. Peraltro, appare giuridicamente palese l’inammissibilità dell’azione della Ternana. Al momento e ad ogni modo, purtroppo e con pesante danno per tutte le società che hanno correttamente richiesto il ripescaggio e che a mio avviso dovrebbero mantenere compattezza in nome della difesa del sistema normativo del calcio, il diritto al ripescaggio è quindi sospeso, grave effetto di una situazione imbarazzante. Conseguentemente, Bandecchi giuridicamente erra e nel merito contraddice la sua società, affermando oggi: “noi avremmo avuto tutto il diritto di essere ripescati ed essere inseriti per l’inizio del campionato”. Quanto ad eventuali “piccole dimenticanze da ricordare”, resto a disposizione del gentile signor Bandecchi e dei suoi avvocati, per apprendere ogni giorno e non soltanto da lunedì in poi. Non ho bisogno di suggerimenti dai miei legali per prendere una posizione nell’ambito del mio ruolo, credo mi possano bastare la mia esperienza e le mie conoscenze. Terrò certamente conto delle comunicazioni ricevute dai legali e dalle università italiane, inglesi e francesi. Voglia Stefano Bandecchi gradire, frattanto, i miei cordiali saluti”.
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Le dichiarazioni del sindaco di Catania Salvo Pogliese in merito alla vicenda ripescaggi. "L’epilogo dell’assurda vicenda del campionato di serie B ha certificato la perdita di credibilità di chi governa il calcio italiano. Non perché il nostro Catania dovrà disputare un altro anno di C: il nostro sostegno e la nostra fede non hanno mai guardato alla categoria; anzi, nei momenti più difficili abbiamo sempre saputo stringerci ancora di più intorno alla squadra. Il fatto è che si è arrivati a questo epilogo in totale spregio delle regole e del diritto, per la mera volontà di chi vede nel calcio non la passione condivisa da milioni di persone ma una fonte di guadagno e di lucro. Personaggi che hanno scritto una delle pagine più squallide della storia dello sport più amato dagli italiani. La risposta può essere una sola - oltre a quella che daremo nelle aule dei tribunali, sostenendo con i legali del Comune il ricorso del Catania Calcio-: sostenere in massa la squadra, i ragazzi che indossano le nostre gloriose maglie, affinché quella serie B che ci hanno negato - mortificando il diritto - arrivi alla fine di una stagione che dovrà essere indimenticabile. La nostra storia ci insegna che le difficoltà non ci abbattano, ma ci esaltano".
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"Il Collegio di Garanzia dello Sport, oggi, ha dichiarato inammissibili i ricorsi proposti dalle società Ternana e Pro Vercelli per l'annullamento delle delibere del Commissario Straordinario FIGC del 13 agosto 2018, pubblicate con C.U. n. 47, n. 48 e n. 49, e del C.U. n. 10 della LNPB, con cui è stato pubblicato il calendario relativo al Campionato di Serie B 2018/19 (format a 19). Il difetto di giurisdizione così affermato dal Collegio di Garanzia dello Sport ribadisce, di conseguenza, la piena competenza del Tribunale Federale Nazionale relativamente alla materia in questione. Il Calcio Catania, unica società tra le "ripescabili" ad essersi rivolta al Giudice di primo grado in merito alla chiara illegittimità delle suddette delibere del Commissario, evidentemente viziate sul piano formale e sostanziale, confida adesso nell'accoglimento delle istanze per la tutela del format della Serie B a 22 e per la conseguente immediata ammissione al campionato di Serie B delle tre società "ripescabili" aventi diritto. Il Tribunale Federale Nazionale, come noto, ha fissato l'udienza del 12 settembre, con inizio alle ore 14.00, per la trattazione del ricorso del Calcio Catania". 11 set 2018
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LE REAZIONI
“In questo giorno triste il mio pensiero va ai tifosi, che si sono visto derubati della Serie B, che il Catania Calcio aveva il diritto di ottenere.. e alle circa cento famiglie che oggi si trovano senza lavoro per colpa di qualcuno che ha pensato solo ai propri interessi !! Credevo fortemente alla frase : LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI, ma solo adesso ho capito che è una barzelletta !!“. Ramzi Aya
“Serie B a 19 squadre? Il Catania non è rimasto così scioccato, prendiamo atto dello sconcio che c’è in giro. Il calcio italiano è gestito sempre dai soliti noti e va alla deriva, si è persa la certezza del diritto e delle regole, che possono essere bypassate dall’oggi al domani. Quindi mi sorprende, ma fino a un certo punto: non pensavo si osasse tanto. Trovo, invece, gravissima la posizione del presidente del Collegio di Garanzia Frattini che si è dichiarato soccombente nella votazione, perché voleva una Serie B a 22 squadre e non a 19 come stanno portando avanti i vertici della Serie B. Dimenticano che un campionato così ridotto si traduce in dispendio economico a mio avviso. I format vanno cambiati, lo sanno tutti. Abbiamo sempre sostenuto, noi come Lega Pro, che bisogna sistemarli perché il calcio professionistico non regge la quantità di squadre che c’è. Ma con i tempi giusti e nel rispetto delle regole. “Il Catania, a suo tempo, ha seguito l’iter giusto. Questo è sfuggito, oggi aspetteremo la sentenza del TFN, chiamata a decidere se la B sarà a 22 o a 19 squadre. Non è finita qui. Da parte nostra c’è un forte richiamo alle regole, anche per questa querelle che ha fatto del male al nostro calcio. "A gestire il tutto ci sono sempre gli stessi pupari, che governano in un non governo. Non mi soffermo sul resto, sulla Nazionale, sugli stadi, sui giovani… tutto questo è frutto di un sistema che porta allo sfracello. Quale figura serve? Faccio calcio da 50 anni, dalla A alla D, a tutti i livelli. Ciò che potrebbe essere l’espressione del 73% può essere Gravina. Mi auguro che queste componenti non si disgreghino davanti alla politica dei pupari. Spero che anche l’Asso Calciatori non si tiri indietro all’ultimo momento”. Pietro Lo Monaco
Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro, ha rilasciato alcune dichiarazioni a margine della presentazione dei calendari di Serie C. In seguito alla decisione di mantenere la Serie B a 19 squadre, anche la serie inferiore ha avuto grosse ripercussioni e ritardi. Il numero uno si è voluto scusare e ha rilasciato alcune riflessioni importanti ai media presenti. SCUSE – “Inizierei con le scuse ufficiali per il brevissimo tempo concesso a ciascuno di voi per aderire a questa presentazione. Eventi indipendenti dalla nostra volontà non ci hanno consentito di avere ulteriori possibilità di avere questo appuntamento. Le scuse vanno anche ai calciatori, agli allenatori, ai tifosi, a tutti i presidenti per questa estate abbastanza turbolenta, che non ha permesso di seguire una logica di lavoro tipica del nostro mondo. Ringrazio Nicchi per la sua partecipazione e la sua presenza, gli arbitri ormai sono due mesi che sono fermi in attesa di partire. Oggi ci auguriamo di dare il via al campionato, sapendo che sono ancora tante le nubi che si addensano sul nostro sistema. Nubi che probabilmente richiederanno ancora moltissime riflessioni e verifiche, per arrivare al chiarimento di uno strappo storico. Mi stupisce vedere come il calcio italiano possa contare su dirigenti che inneggiano a un inizio di un processo di riforma con un provvedimento di questo tipo. Sono dichiarazioni superficiali e da rivedere, c’è poca conoscenza di quello che realmente è il nostro mondo e poco rispetto delle regole. La nostra lega ha dimostrato coerenza nel seguire una linea di rispetto verso le istituzioni sportive, le proprie associate e quei soggetti che hanno maturato alcuni diritti e legittimamente sono stati chiamati a difendersi. Credo che il percorso non sia ultimato. Non voglio commentare le ultime posizioni del collegio di garanzia, mi rimetto alle dichiarazioni del suo presidente Frattini. È una prima volta che apre scenari raccapriccianti, mi auguro che chi ha responsabilità di vigilare e anche soggetti esterni al mondo dello sport facciamo chiarezza sui comportamenti dei componenti del collegio di garanzia. Credo sia giusto smentire o accertare la natura di certi comportamenti. Darebbe certezza a tanti tifosi, mi auguro che queste verifiche siano avviate in modo molto rapido per capire se quello che è avvenuto sia in linea col rispetto delle regole, civili e penali”. PROPOSTA – “Abbiamo riscritto ieri sera al commissario federale per chiedere il ripristino della B a 22 come prevedono le norme. Abbiamo chiesto di ripristinare il format con una modalità semplicissima: attraverso le sette promozioni. Se non succederà, sarà uno dei temi politici che il nuovo consiglio federale dovrà affrontare”. Redazione ITASportPress «Pazzesco che si sia arrivati a settembre per un’interpretazione sfuggita di mano» (La Gazzetta dello Sport)
“Avvocato Grassani, come può essere successo che a metà settembre si debba ricominciare da capo? «È pazzesco e i motivi di questo cortocircuito sfuggono anche agli addetti ai lavori. Il problema è nato banalmente a giugno intorno all’interpretazione di un capoverso del Comunicato 54 della Figc (quello sui criteri di ripescaggio), è sfuggito di mano ai vari organi che se ne sono occupati, un po’ come il «caso Martinelli» del 2003, quando la B passò da 20 a 24. Ma il culmine è stato raggiunto con la pronuncia del Collegio di Garanzia. ● Perché sostiene questo? Tutti ci aspettavamo una pronuncia di merito, l’inammissibilità non rientrava tra le ipotesi plausibili. Ma, anche fosse, possibile che la Cassazione dello sport ci metta un mese per deliberare che non può giudicare in quanto le società ricorrenti hanno sbagliato giudice, per dirla alla Frattini? Il tempo è fondamentale nei procedimenti di ripescaggio, quel mese rischia di vanificare ogni sforzo compiuto dai club. Intanto, i campionati sono partiti o stanno partendo e i soggetti interessati non hanno una risposta, nemmeno di primo grado». ● Ci spiega, poi, questa storia del Collegio di Garanzia come «doppio» giudice, di 1° e 3° grado contemporaneamente? «Sono procedure normate ed espressamente previste dal Codice di Giustizia Coni e Statuto Figc: in forza della prima fonte, il Collegio di Garanzia, esauriti i gradi interni, opera quale organo di terza istanza, in funzione di giudice di legittimità. Per il secondo, invece, quando non sono previsti rimedi interni alla Federazione, si ricorre direttamente al Collegio di Garanzia, quale giudice di 1° e unico grado». ● Come andrà a finire? «Ormai il treno della verità è passato, rimane aperta solo la strada del risarcimento del danno». Grassani – Avv. Novara
Tavecchio: «Assurdo quel che sta succedendo» Dice Tavecchio al Corriere dello Sport: «Il presente è un calcio dormiente. E irregolare. Un calcio che il 31 maggio indicò alle società, che avevano disputato i play off le modalità per i ripescaggi, versamenti, gli 800mila euro, graduatorie e altro, e il 13 agosto, ovvero due mesi e mezzo dopo, spiegò che aveva scherzato, che non se ne faceva niente, calpestando le norme… Assurdo».
Il Tar ha ritenuto che «i provvedimenti gravati evidenziano sotto vari profili rilevanti aspetti di distonia rispetto alla primaria finalità di interesse pubblico alla regolazione e al controllo dell'ordinato svolgimento dei campionati e alla disciplina federale in materia». E la modifica dei campionati «è stata assunta nell'ambito di una gestione commissariale» e «la riduzione dell'organico del campionato è stata operata nel mese di agosto, a pochi giorni dall'inizio dello stesso», senza acquisire «il deliberato delle altre Leghe, che senz'altro avrebbero dovuto essere coinvolte, in quanto la determinazione dell'organico del campionato di Serie B incide sugli interessi delle squadre del campionato inferiore interessate ad esservi ammesse». In relazione a tutte le argomentazioni svolte, il Tar ha ritenuto sussistere «il fumus boni juris sotto i dedotti profili dell'eccesso di potere e della violazione delle norme statutarie dell'ordinamento della Figc», nonché che «la prosecuzione del campionato avviato sulla base delle modalità previste nei gravati provvedimenti, appare all'evidenza idonea ad arrecare un pregiudizio grave e irreparabile agli interessi della ricorrente di entità difficilmente quantificabile, nelle more della decisione del merito del ricorso, anche tenuto conto della fase meramente iniziale in cui, allo stato, si trova il campionato». L'effetto è: accoglimento della «domanda di sospensione di tutti i provvedimenti impugnati, con conseguente obbligo, per le autorità competenti, di riesaminare gli stessi, sulla base della corretta applicazione del quadro normativo di riferimento». Udienza di merito fissata il 26 marzo 2019
Pietro Lo Monaco, a.d del Catania, ha parlato a Radio Sportiva della decisione del TAR di riportare la Serie B a 22 squadre. "Quello che è successo questa estate è un bypassare le leggi. Siamo riusciti a creare un mostro, l'intervento da parte di un tribunale è di per sé una sconfitta del nostro calcio. Tutto ciò è figlio del non governo, che ha permesso ai soliti noti di poter sguazzare e governare nelle non regole. Mi auguro che con la nuova presidenza si metta veramente mano al rifacimento del codice di giustizia sportiva, che è devastante per come è stato strutturato. Al 100% esiste una graduatoria di ripescaggio, che prevede al primo posto il Novara e al secondo il Catania. Il calcio è non è mantenuto dalle TV ma dalla gente e dai tifosi, calpestati per l'interesse di pochissimi. Come si fa a recuperare 8 partite a questo punto della stagione? Chi deve farlo parte mutilato. La Serie B dovrebbe fermarsi. Chiederemo un risarcimento di 12 milioni."
“È assurdo, giocheremo 6 gare ogni tre giorni. I nostri piani rischiano di saltare” Partita chiusa con un risultato scontato che più della beffa ha il sapore del ridicolo. Il primo consiglio Federale della Figc targato Gabriele Gravina dunque non ha riservato sorprese o colpi di scena, ma è servito semplicemente a ribadire che il format della serie B non verrà modificato e quindi resterà a 19 come voluto e imposto lo scorso agosto dal duo Fabbricini-Balata […] l’amministratore delegato del Catania Pietro Lo Monaco rilasciate ieri all’uscita dal Consiglio: «Alla luce di quello che deciderà il Consiglio di Stato il prossimo 15 novembre, qualsiasi decisione sarebbe stata bypassata. C’è stato l’invito a cominciare i campionati per dare normalità a tutti. La serie B continuerà cos’ come la C che riprenderà il suo corso normale […]È evidente che c’è un chiaro volere di disattendere le regole. In questi mesi sono state molte le discussioni che hanno minato il calcio nelle sue fondamenta […] per quanto mi riguarda, invece, per procedure nei tribunali continueremo e lo faremo visto anche che si dice che gli unici a essere danneggiati da questa situazione sono i club di B. In realtà lo sono e anche tanto, anche quelli di serie C […] il campionato spezzatino non fa bene a nessuno, soprattutto a noi. I nostri piani potrebbero saltare visto che non è per nulla normale dove attendere mesi prima di capire quando e contro chi giocare e poi all’improvviso essere costretti a dover disputare venti partite in un paio di mesi. Avete visto il calendario del Catania da 3 al 24 novembre? Sei partite, cioè una ogni tre giorni. Assurdo. In questo modo le qualità di una squadra forte e competitiva come la nostra rischiano di non poter emergere e tutti i sacrifici economici sostenuti dalla proprietà del club, potrebbero essere vanificati. Tutto questo non certo per una nostra responsabilità ma per la gestione incauta di altri che ci ha impedito anche di poter programmare giorno per giorno il lavoro tattico e tecnico».
ECCO QUEL CHE E' ACCADUTO, DA RICORDARE PER SEMPRE
Durante l’estate Avellino, Bari e Cesena falliscono e vengono escluse dal campionato: secondo il regolamento della Figc si dovrebbero ripescare tre squadre dalla C. E così il 18 luglio vengono aperti i termini per tre ripescaggi con una graduatoria elaborata sulla base dei risultati sportivi, della media spettatori e degli standard infrastrutturali. Primi nella classifica sono Siena, Ternana e Pro Vercelli. Catania e Novara vengono inizialmente escluse perché negli ultimi anni hanno ricevuto sanzioni amministrative, ma fanno ricorso e ottengono dal Tribunale Federale Nazionale della Figc e dalla Corte d’Appello la riammissione in graduatoria, posizionandosi in testa alla graduatoria dei ripescaggi.
Intanto l’Entella gioca su un altro tavolo: il Cesena, già fallito, viene condannato in primo grado per illeciti amministrativi avvenuti nello scorso campionato e subisce una penalizzazione di 15 punti, da scontare però in questa stagione. Se invece fosse stata scontata nella scorsa stagione i liguri non sarebbero retrocessi in C: così fanno ricorso e chiedono di essere riammessi in B. Insomma: tutti ricorrono, la graduatoria dei ripescaggi cambia e non si capisce più chi deve tornare in B. Il format del campionato è a 22 squadre, bisogna ripescarne 3 ma ce ne sono 6 in lizza che sostengono di averne diritto.
La richiesta dei presidenti di B Nel frattempo la Figc è commissariata, quindi debole, e tutti i presidenti di B — con in testa Massimo Cellino del Brescia e Claudio Lotito della Salernitana — provano ad approfittarne chiedendo che si blocchino i ripescaggi per diminuire a 20 il numero delle squadre: fra le altre cose, puntano a prendere 700 mila euro in più a testa dai diritti tv, una cifra considerevole su bilanci da 6-10 milioni all’anno, e ad avere meno concorrenza per salire in A, dove i soldi in arrivo dalla tv sono molti di più. Il commissario straordinario della Figc Roberto Fabbricini liquida la proposta dei presidenti assicurando che il format sarebbe rimasto a 22 squadre, ma il gioco riesce. Il 13 agosto, infatti, si verifica il primo colpo di scena: Fabbricini delibera il blocco dei ripescaggi modificando le Norme Organizzative Interne della federazione (n. 47, 48, 49) e stabilendo che la B passerà da 22 a 19 squadre. Aveva i poteri per prendere questa decisione, visto che sarebbe rimasto in carica pochi mesi? Per le squadre in attesa di ripescaggio no, e parte un altro ricorso.
Iniziano i campionati e le sentenze L’11 settembre, il Collegio di Garanzia del Coni, con parere contrario del presidente Franco Frattini, dichiara inammissibile il ricorso contro la delibera di Fabbricini, ritenendo competente il tribunale federale. Lo stesso Collegio, il 19 settembre, riconosce la legittimità processuale dell’Entella che chiede la riammissione in B. Il giorno successivo Catania, Novara, Pro Vercelli, Siena e Ternana — che intanto hanno saltato diverse partite di C — presentano un’istanza congiunta al Governo chiedendo un provvedimento straordinario per il reintegro dei club esclusi dalla Serie B. Si comincia a parlare di un format a 24 o addirittura a 25 squadre. Intanto i campionati sono cominciati e le sei squadre non giocano. L’Entella, in particolare, disputa la prima giornata di C il 17 settembre e tornerà in campo soltanto il 4 novembre contro il Pisa, dopo quasi due mesi senza giocare e senza sapere in quale campionato dovrà farlo. Il 27 settembre il Tar del Lazio dichiara inammissibile il ricorso della Pro Vercelli contro il provvedimento del Collegio di Garanzia del Coni, e lo stesso fa il 1 ottobre il Tribunale Nazionale della Figc che dichiara inammissibili i ricorsi di Catania, Novara, Pro Vercelli, Siena e Ternana. A questo punto la vicenda sembra conclusa, mentre il campionato di B è giunto alle sesta giornata e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti dice: «Stiamo assistendo a uno spettacolo indecoroso, la giustizia sportiva deve essere migliorata». Il 29 settembre, infatti, il governo stabilisce con il decreto Salvini una procedura abbreviata che porta direttamente al Tar del Lazio i ricorsi pendenti sui ripescaggi in Serie B, unificandoli.
I colpi di scena L’ennesimo colpo di scena arriva il 24 ottobre. La sezione Prima ter del Tar del Lazio accoglie i ricorsi di Novara e Pro Vercelli in forma cautelare e sospende l’efficacia del pronunciamento del Tfn e dei provvedimenti a esso collegati — in pratica quelli presi per fissare la B a 19 squadre — invitando la Federazione a ripescare gli aventi diritto: il commissario straordinario avrebbe stravolto le norme, violato lo statuto e arrecato un danno a società e campionati. Il format a 22 viene riabilitato mentre le squadre di B stanno per scendere in campo per la nona giornata. È finita? Assolutamente no: passano tre giorni e il 27 ottobre il Consiglio di Stato accoglie il ricorso presentato dalla Lega di Serie B e sospende l’ordinanza del Tar del Lazio, fissando la camera di consiglio per il 15 novembre, quando la B sarà alla 12 giornata delle 36 totali: un terzo del campionato. Intanto, il 7 novembre, arriva l’ultima parola del Tar del Lazio sul ricorso dell’Entella: istanza cautelare respinta, i liguri restano in C, dove, a metà novembre, hanno giocato appena 3 delle prime 11 giornate.
A questo punto bisogna «soltanto» aspettare la camera di consiglio del 15 novembre, quando si deciderà in via definitiva sui ricorsi presentati dalle società ripescabili. E «ci possiamo aspettare di tutto», ha dichiarato nelle scorse settimane il presidente della Lega Serie B Mauro Balata a Radio Sportiva. Poi toccherà al Consiglio federale, che si riunirà per le decisioni finali sul format della Serie B. Ormai probabilmente su quello della prossima stagione. Comunque vada, la Lega Serie B ha venduto i diritti televisivi per 42 giornate, ma siccome le squadre ora sono meno se ne giocheranno solo 38 e probabilmente dovrà pagare una penale al gruppo Perform, che a giugno si è aggiudicato il triennio 2018-2021 per 22 milioni all’anno: il contratto stabiliva che la Lega Serie B avesse il diritto di scendere fino a 20 squadre nell’arco dei tre anni, ma con 19 diminuisce il numero delle partite. Ora la Figc del nuovo presidente Gabriele Gravina, che era contrario alle 19 squadre, avrà un bel daffare per rimettere a posto la situazione. *Una versione precedente di questo articolo sosteneva che le giornate del campionato 2018/19 sarebbero state 36: saranno 38, mentre 36 saranno le partite disputate da ogni squadra, a cui si dovranno aggiungere due riposi.
Cristiano Lucarelli: “Io e Catania, quanti ricordi… Novellino scelta azzeccata, e sul Bingo vi dico che…” - 28 Febbraio 2019 Alessandro Vagliasindi
Al sole di Aci Trezza con lo sfondo dei Faraglioni, in un fine Febbraio dal tepore primaverile, e del buon pesce nel piatto: il contesto ideale per aprire l’album dei ricordi. Non ha più parlato del Catania da quando la scorsa estate è andato via. Cristiano Lucarelli è netto, senza mezze misure, il ritorno da “turista” in terra etnea, gli suscita forti emozioni. “Catania è affascinante, l’ho vissuta poco da allenatore, stando sempre a lavorare a Torre del Grifo, adesso me la sto godendo da turista, e mi rendo conto di quanta energia sprigioni”. Il pensiero scivola subito sul Calcio: la partita col Siena, la traversa di Lodi, il rigore sbagliato da Mazzarani e la finale per la B che svanisce; un sogno spezzato, che a distanza di otto mesi brucia ancora. “L’amaro epilogo, per dettagli, di un’annata molto positiva. Qualcuno mi rimprovera, la sostituzione Blondett per Aya, in situazione di uomo in più, all’inizio dei tempi supplementari della semifinale di ritorno col Siena. Ma con Bogdan in campo coi crampi ed ammonito, ho preferito non correre il rischio di trovarmi senza alcun marcatore su Marotta. La verità è che l’infortunio nel secondo tempo di Russotto, ci ha penalizzato tantissimo. Peccato, perché in occasione del gol dell’1-1 di Curiale, lo definisco un gol alla Lucarelli, ho provato l’emozione più forte della mia avventura a Catania. Un boato incredibile, sembrava che da un momento all’altro lo Stadio venisse giù. Ma dopo tutti i gol sbagliati e la sfiga accumulata tra andata e ritorno, prima dei calci di rigore ho avvertito dei brutti presagi. Probabilmente la mia avventura in rossazzurro si è interrotta lì, il peso emotivo di quella delusione collettiva ha indotto la dirigenza ad iniziare un nuovo percorso tecnico, senza di me. Un vero peccato, perché resto convinto che proseguendo quel progetto, con l’innesto di un terzino destro, di un difensore centrale ed un attaccante, quest’anno si sarebbero raccolti tutti i frutti. Guardate la Juve Stabia, ha mantenuto l’intelaiatura della scorsa stagione e senza acquisti roboanti ha azzerato i 15 punti di distacco dal Catania, adesso sopravanzandolo di 11 punti”. Un stagione, la 2017/18 del Catania, iniziata con difficoltà, ma proseguita in crescendo, con due filotti di vittorie consecutive, ed altre serie utili, inframezzate da battute d’arresto imprevedibili e rovinose. “Non eravamo l’organico più forte ma sicuramente un grande gruppo. Abbiamo attraversato tanti momenti di difficoltà, ma ne siamo sempre venuti fuori con compattezza, sfiorando anche la promozione diretta, pur al cospetto di un Lecce fortissimo, che oggi lotta per la serie A”. Tra i momenti “ad alta intensità” della scorsa stagione, si vocifera di un quarto d’ora particolarmente “turbolento” nello spogliatoio del Catania a Pagani (con i padroni di casa in vantaggio 1-0 a fine primo tempo). “Non commento… ricordo soltanto che nel secondo tempo la squadra è rientrata in campo realizzando 3 gol in 25 minuti”. Un ruolino di marcia, caratterizzato da 70 punti (sarebbero valsi il primo posto negli altri due gironi), 11 vittorie esterne, 70 gol realizzati tra campionato e playoff, ma anche da 8 sconfitte stagionali, e i passi falsi fatali con Juve Stabia e Trapani. “Un percorso ricco di contenuti, nel bene e nel male. Mi viene in mente la trasferta di Catanzaro nel periodo di Pasqua. Giocavamo poche ore dopo il Lecce, e in ritiro ho ordinato a tutti i giocatori di consegnare i telefonini al massaggiatore Turi Libra, affinché non fossero a conoscenza del risultato della capolista. Al termine di Lecce-Siracusa, conclusasi 1-1, ho radunato i giocatori comunicandogli che con una vittoria a Catanzaro avremmo conquistato il primo posto. Abbiamo vinto 4-0, scavalcando il Lecce grazie ad una prestazione di gran livello. Purtroppo la settimana dopo, al Massimino, il gol fallito da Bogdan contro la Juve Stabia, ha fatto svanire il sogno promozione diretta”. Ma è anche l’occasione per recitare i mea culpa. “Non rifarei le dichiarazioni sul Bingo, nel post Cosenza, sono state infelici e me ne scuso con i tifosi rossazzurri. Potevo fare meglio nella preparazione della gara interna con la Leonzio, della trasferta di Monopoli e della sfida al Massimino col Trapani”. Il Catania delle “bandiere”, un tema ancor oggi assai dibattuto. “Ritengo che schiettezza e lealtà siano imprescindibili nel relazionarsi coi giocatori, indipendentemente dai loro curriculum. Il rapporto con Lodi è stato sempre diretto e produttivo. Biagianti inizialmente non era titolare, ma allenamento dopo allenamento si è conquistato il posto, diventando insostituibile. Marchese ci ha dato una grande mano soprattutto nel girone d’andata”. Rapporto diretto, a volte ruvido, anche con Pietro Lo Monaco.“Ci siamo scornati tante volte, ma tuttora ci sentiamo spesso. Per un allenatore lavorare col Direttore è come andare all’Università. Gli riconosco il merito di avermi definitivamente tolto dalla testa il modo di ragionare da giocatore, facendomi sentire allenatore a 360 gradi. Rimane uno dei dirigenti più preparati del calcio italiano”. Nei momenti di tensione tra Lo Monaco e Lucarelli, spesso è toccato al d.s. Christian Argurio far da paciere.“Argurio ha un tratto umano superiore alla media, e professionalmente ha l’intuito di capire prima degli altri le qualità di un calciatore: una dote innata. Brodic, a mio avviso, è un giovane dalle grandi prospettive”. Ma la realtà del campionato di C continua a stridere con le legittime ambizioni della tifoseria.“Nel calcio non esiste la bacchetta magica, per centrare gli obiettivi serve programmazione, compattezza ambientale ed un briciolo di fortuna. Quest’anno la dirigenza del Catania ha fatto tutto quello che c’era da fare, per rendere l’organico competitivo ai massimi livelli. Di Piazza, Sarno, Marotta e Curiale costituiscono un potenziale offensivo che non ha pari in tutta la serie C. Secondo me Pulvirenti e Lo Monaco sono perfettamente complementari, e possiedono le capacità per vincere ancora”. Ma l’attualità dice che a 10 giornate dalla conclusione della stagione regolare Sottil è stato esonerato ed è arrivato Novellino. “Mi dispiace per Andrea, mio ex compagno di squadra all’Atalanta. Nella programmazione dell’annata, lui ha sicuramente risentito del ritardato inizio del campionato. Ma Novellino è l’uomo giusto, da Catania. Un tecnico cazzuto che può ribaltare l’inerzia della stagione. L’ho avuto allenatore a Perugia, sono sicuro che farà bene e riuscirà a reggere le pressioni di una piazza appassionata come Catania, che in tal senso vale Napoli o Torino. Ho visto che è arrivato anche Lorenzo Bardini, mio concittadino, un portiere valido che volevo portare a Livorno la scorsa estate. Secondo me il Catania quest’anno può centrare l’obiettivo”. Del Livorno non vuol parlare, dopo il divorzio da Spinelli occupa il tempo libero studiando metodologie d’allenamento. A dicembre è stato a Madrid, per osservare da vicino il lavoro del Cholo Simeone. “Abbiamo parlato di Catania, lui conserva ancora un grande ricordo della sua esperienza in rossazzurro, ritenendola ancor oggi una tappa fondamentale nel suo percorso di crescita. Prossimamente andrò a studiare Roberto De Zerbi”. Il tour etneo di Lucarelli si è concluso con una rimpatriata a Torre del Grifo. Prima dei saluti gli chiedo se in futuro è immaginabile un Lucarelli bis sulla panchina del Catania. “Non vedo ragioni ostative. Mi sento un tifoso del Catania, e ne ho senso d’appartenenza. A tal proposito vi racconto un aneddoto: uscendo dall’Aeroporto di Palermo, una persona in macchina passando mi ha urlato Catanese di merda, e l’ho preso come un complimento”. Alessandro Vagliasindi
la serie C del Catania dopo il disastro 2015-16 2016-17 2017-18 2018-19 2019-20
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