Fabrizio Ferrigno racconta i retroscena della scorsa (e scarsa) stagione Ai microfoni di newscatania.com è intervenuto l’ex dirigente del Calcio Catania Fabrizio Ferrigno. Una lunga intervista realizzata per raccontare i retroscena e i dettagli della passata stagione. Queste le sue parole
Il cammino –“Siamo partiti forte, abbattendo la penalizzazione in 3 giornate, ma poi dopo qualche mese non siamo riusciti a tenere lo stesso ritmo. L’avevamo messo in conto perchè avevamo preso molti calciatori che non avevano fatto il ritiro o che lo avevano fatto con altre squadre. Però il lavoro fatto da Pancaro con lo staff era logicamente diverso. Noi è come se avessimo raccolto un po’ di pezzi, in pochi giorni, per fare una squadra ma in condizioni fisiche differenti l’uno dall’altro. Abbiamo deciso, con unità di intenti, di partire alla grande e metterci in carreggiata da subito. Siamo partiti con dei carichi più leggeri perchè non sapevamo realmente che lavoro avessero fatto individualmente ben 15 giocatori della nuova rosa, la situazione non era così semplice come poteva trasparire. Sapevamo che portandoci alla lunga la penalizzazione, sarebbe stata dura salvarsi come abbiamo fatto noi, ovvero senza i playout. Sicuramente portandosi dietro punti di penalizzazione si prospettavano gli spareggi. Invece debellando subito il -10 ce la siamo giocata alla lunga, ma sono cose che paghi giustamente durante l’anno. A gennaio non si è potuto fare un mercato diverso per delle vicende accadute in quel periodo alla proprietà. Giocatori che non volevano venire a Catania perchè c’erano tantissimi problemi. Meno male che abbiamo preso subito Di Cecco, ma noi dovevamo prendere altri tre profili di questo tipo. Poi sono saltati per le vicissitudini societarie che non ci hanno permesso di velocizzare gli acquisti“. Salvezza nell’ultima giornata – “Sapevamo che si lottava contro il tempo da un lato per gli stipendi e per mettere tutto in regola. Si lottava anche contro tutto il sistema perchè c’erano problemi sotto tutti i punti di vista. Sapevamo pregi e difetti della squadra e sapevamo che con il lavoro e la competenza ne saremmo venuti fuori. Non so se vi ricordate, penso di si, l’ultima mia conferenza stampa dopo l’Akragas. Io dissi che ci saremmo salvati, anche nell’ultima giornata all’ultimo secondo, contro tutto e tutti. Poi ci siamo salvati veramente così, quando il Monopoli ha preso la traversa a Matera nell’ultimo minuto di partita. Quando io arrivai a Catania, sin dal primo giorno la proprietà ci chiese una salvezza sul campo e sotto il profilo conti. Direi che ci siamo riusciti, anche se all’ultima giornata“. Giocatori – “Qualcuno che è stato al di sotto delle aspettative? C’è stato, senza dubbio. Calil ha fatto un grande girone d’andata straordinario, ma non ha avuto lo stesso rendimento nel girone di ritorno, lo sappiamo. Se avesse avuto lo stesso passo, sarebbe stato il capocannoniere insieme a Iemmello, invece non è stato così ed è naturale che questo qualche grattacapo lo ha creato. Plasmati, Castiglia, Parisi hanno avuto infortuni che li hanno tenuti lontani dai campi a lungo. Giocatori che per noi erano molto ma molto importanti. Pessina? Ha avuto un ottimo approccio, poi il gioco si è fatto duro e avevamo bisogno di giocatori un po’ più pronti. Vi racconto un aneddoto. Contro il Messina, quando vincemmo 2-1 c’erano dei giocatori dall’altro lato che conoscevo, perchè sono stato tre anni lì. Prima della partita mi chiesero come mai il Catania si trovasse in questa situazione. A fine partita mi dissero che avevano da soli capito il perchè“. Ambiente – “Purtroppo molti tifosi si sono allontanati dalla squadra, per altre vicende che non riguardavano prettamente il campo. Con i tifosi al nostro fianco durante tutta la stagione ci saremmo salvati anche prima. Purtroppo loro hanno fatto altre scelte. Ne abbiamo preso atto, ma sapevamo bene che l’unica vera grande forza del Catania sono i tifosi con il loro calore che invece ci ha letteralmente trascinato nelle prime gare. È stata una cosa meravigliosa, che purtroppo non è durata, anche per demerito nostro. Se avessimo continuato a fare risultati forse avrebbero lottato insieme a noi fino alla fine”. Pancaro e Moriero – “Quando la società esonera un allenatore significa che a monte c’è stato uno sbaglio. Arrivi ad un punto che si deve cambiare passo e dare qualche stimolo ai calciatori, ritrovare un po’ la squadra e ritrovare un filo che si era perso secondo noi. Dovevi fare una scelta non semplice. Non c’era un giro così vasto di allenatori da poter scegliere, il migliore in circolazione era Moriero. Ha raggiunto il suo obiettivo. Gli avevamo chiesto una salvezza senza playout e così è stato. Ci sono situazioni che vivi settimanalmente. Quando decidi di cambiare non è sulla base di una sola partita. Pancaro ha fatto un buon lavoro, ma volevamo dare una svolta ed uscire da quella situazione quanto prima”. Salvezza economica – “È stata un’annata molto ma molto difficile. All’inizio siamo arrivati lì con molti calciatori che non volevano andare via e che non avevano capito la situazione. Nel contempo dovevamo parlare con i procuratori, convincerli perchè dovevamo fare la squadra e in più non sapevamo con certezza la categoria che dovevamo fare. Meno male che con le nostre conoscenze ed amicizie, con i tanti discorsi e tante nottate in bianco a parlare con i singoli calciatori e procuratori, siamo riusciti a fare la squadra. Non dimentichiamo che se Francesco Lodi l’ultimo giorno non avesse fatto la risoluzione il Catania non so se sarebbe rimasto in vita. Bastava l’ingaggio di un calciatore di quello spessore e saltavamo economicamente per aria. I vari Rosina, Calaiò, Sciaudone ecc. sono state operazioni per ritrovare equilibrio economico. Qui c’erano ingaggi veramente da Serie A, ereditati dalla precedente gestione. Non è stato semplice, perchè dovevamo trovare le società che gli garantivano lo stesso ingaggio, o che gli allungavano i contratti. Non è stato semplice affatto. Sapevano che se non avessimo tolto tutti questi ingaggi, fino all’ultimo, e ne bastava davvero uno solo, saremmo probabilmente falliti. Noi siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto perchè abbiamo salvato la matricola. Non abbiamo fatto notare tutto questo all’esterno. Dopo aver salvato il Calcio Catania dal fallimento, lo abbiamo salvato anche sul campo che è una cosa secondaria rispetto al fattore economico”. Una base per il futuro – “Oggi il Catania ha una base. Con i vari Calil, Russotto, Bergamelli, Bastrini, Di Cecco. C’è una base solida da cui il Catania può ripartire con dei giocatori che se venissero messi sul mercato troverebbero squadra subito. Questi sono giocatori importantissimi per la Lega Pro con contratti “normali” per la categoria. Non sono ai livelli di Foggia, Matera, Lecce, Juve Stabia. Sono ingaggi che noi abbiamo fatto al di sotto delle aspettative dei calciatori, perchè giocammo forti del fatto che avevamo il Calcio Catania alle spalle. Il Catania è una realtà completamente diversa dalle altre”. Futuro? – “Purtroppo con molto rammarico in questi ultimi giorni sono saltati alcuni accordi con una società di Serie B. Mi hanno cercato altre realtà della stessa categoria, e una di alta Lega Pro. Vedremo, ma è questione di tempo. Io voglio una società seria dove mi lascino lavorare con serenità e tranquillità. L’obiettivo può essere anche la salvezza, basta che possa lavorare bene, con la mia testa. Con un’organizzazione anche minima. Io a Messina in 3 anni ho vinto 2 campionati. Molti calciatori che ho avuto io in quel periodo, presi con pochi soldi, hanno avuto carriere importanti. Bisogna avere conoscenza delle categorie, a partire dall’Eccellenza e dall’Interregionale e fare delle scommesse. Ad esempio ho avuto Costa Ferreira a Messina, Terracciano a Milazzo. Qualche anno fa fui vicino a prendere Lapadula e Iemmello a Messina, però poi a volte economicamente non li potevi accontentare e mi sono saltate queste operazioni, mentre oggi sono tutti grandi calciatori. Non ho grosse pretese di budget per il futuro, ma quello che cerco è un progetto pluriennale per prendere dei giovani e fare plusvalenze. Anche questo è il mio obiettivo, non sempre le ambizioni sono di vincere i campionati”.
CATANIA, le pagelle di fine stagione 2015/2016
Tutto è bene quel che finisce bene. Il Catania conclude la sua stagione in Lega Pro con la tanta agognata salvezza. Finale stentato ma positivo di un campionato che i rossazzurri hanno vissuto come se fossero stati sulle montagne russe: tanti gli alti e i bassi che ne hanno condizionato performance e risultati. Protagonisti gli interpreti in campo, a cui ItaSportPress assegna voti e giudizi, tracciando un resoconto del cammino etneo in terza serie.
PORTIERI Elia Bastianoni 5 - Debutta nel recupero della seconda giornata di campionato in casa contro il Cosenza. Colleziona in totale 11 presenze. Gli errori al cospetto del Melfi, però, lo relegano nuovamente in panchina. Uscite a vuoto, e reattività a intermittenza, spesso causa di sconfitte o pari evitabili, annebbiano le prestazioni del classe ’91, che non raggiunge la sufficienza. Luca Liverani 6.5 - Esordisce a Matera dando sfogo a interventi spericolati, ma efficaci. Non il classico portiere che resta fermo tra i pali. Ma una mina vagante, che spesso preferisce sradicare la palla dai piedi dell’avversario, piuttosto che attenderlo in porta. Rischia, e non poco. Ma la presa sicura e l’elevata capacità di reazione cancellano qualche errore banale commesso in chiusura, come contro il Foggia. Florin Logofatu s.v. Il giovanissimo portiere, arrivato a febbraio dalla Caratese, non è mai sceso in campo durante il girone di ritorno. In panchina solo contro Ischia, Lecce e Catanzaro.
DIFENSORI Alessandro Bastrini 5.5 - A lungo out per problemi muscolari, nel finale di stagione dà il suo contributo in termini di esperienza. Doveva essere il titolare con Ferrario e invece deve recitare un ruolo da comprimario. Dario Bergamelli 7 - Due reti e tanta grinta. Il centrale rossazzurro è stato il migliore del reparto per continuità di rendimento. Una delle colonne da cui ripartire. Stefano Ferrario 5.5 - Meno di quindici presenze, più volte in difficoltà, Ferrario poteva e doveva far di più. Anche in questo caso i guai fisici ne hanno limitato il rendimento. Desiderio Garufo 6 - Ha alternato cose buone ad altre meno buone. Il grave errore di Castellammare, poi il riscatto complice anche i guai fisici di Parisi. Finale di stagione di nuovo in calo. Leonardo Nunzella 6.5 - Un 'Frecciarossa' per gran parte della stagione, poi un'evidente flessione dovuta al mancato ricambio sulla sua fascia. Tornerà a Lanciano (e magari si ritroverà i rossazzurri di fronte il prossimo anno). Fossimo nella società, però, un tentativo per confermarlo lo faremmo. Tino Parisi 5 - 12 presenze, un lunghissimo stop per guai fisici. Non è riuscito a imporsi. Avrà un'altra chance? Presto per dirlo. Carlo Pelagatti 6 - Un finale in calo, ma Pelagatti ha dimostrato poliedricità giocando da centrale e anche da terzino destro. Ha palesato limiti, ma è un elemento sui cui si può ripartire per il prossimo anno. PS Da evitare le espulsioni.
CENTROCAMPISTI Davide Agazzi 6 - Una costante nel corso di quasi tutta la stagione. In fase di costruzione perde lucidità rispetto a inizio campionato. Ripartenze errate o assist imprecisi fanno del classe ’93 una pedina talvolta evanescente a centrocampo. Anche se da regista non lesina incursioni funzionali al reparto avanzato. Realizza un gol contro il Melfi. In generale, un filtro sufficiente alla manovra etnea. Francesco Bombagi 6 - A gennaio saluta la Juve Stabia e si accasa al Catania. Con Pancaro racimola pochi minuti, e non ha la possibilità di brillare. Con Moriero è titolare inamovibile sulla trequarti. Crea movimento in avanti, offrendo spunti interessanti ai compagni. Una sola rete, da ex, ai danni delle Vespe. Ivan Castiglia 6 - Continuità in campo interrotta dall’infortunio. Torna e conferma quanto fatto in precedenza. Dedito al sacrificio, coopera tanto in fase di copertura, raddoppiando la marcatura, quanto in fase di spinta. Perde palla occasionalmente, ma è indolore. Domenico Di Cecco 6.5 - Dalla Virtus Lanciano con furore. Risveglia il gioco in mediana col suo arrivo durante la finestra di mercato invernale. Punto fisso, mette a disposizione della squadra una stazza fisica non indifferente, che gli permette di vincere i contrasti e saltare l’uomo, grazie anche alla spiccata rapidità. Non sfigura come terzino contro la Fidelis Andria, ostentando giocate d’esperienza. Gianluca Musacci 5.5 - Partenza sprint a centrocampo, salvo poi calare d’intensità al ritorno. È dotato di un buon tiro, utile dalla trequarti o dalla bandierina. Va in rete contro il Catanzaro: eurogol a cui contribuisce la disattenzione del portiere avversario. Convive a fatica con Agazzi. Rende più se solo in regia. Predilige i retropassaggi in fase di costruzione. Troppi, però, i disimpegni sbagliati, favorevoli ai contropiedi degli sfidanti. Matteo Pessina s.v. - Disputa solo il primo tempo della trasferta di Ischia. È tra i gli spettatori più usuali dalla panchina, nonostante abbia rivelato scatti discreti e una buona visione di gioco. Andrea Russotto 6.5 - Determinante in casa contro Ischia, Messina, Melfi e Fidelis Andria. Solito ai gol dalla distanza o su punizione, mostra guizzi offensivi insidiosi, soprattutto se in giornata. Dribbling e corsa le armi impugnate dal classe ’88, che in accelerazione supera l’avversario, svariando da una parte all’altra del campo. Ala sinistra, infatti, può anche essere schierato sulla destra. Arriva con frequenza al limite per poi scaricare e servire i compagni con cross o tiri intrisi di potenza, ma non sempre precisi.
ATTACCANTI Elio Calderini 5.5 - Veniva da un buon campionato con il Cosenza, quello con il Catania, invece, è stato decisamente poco entusiasmante. Deludente soprattutto dopo l'inizio promettente. La sua stagione è la perfetta rappresentazione di quella del Catania: partenza sprint, finale in affanno. Caetano Calil 6 - Una prima parte di stagione da top player tanto da essere nominato giocatore dell'anno della Lega Pro. Poi un 2016 da incubo: 2 reti e tante partite senza un guizzo. Dal capitano rossazzurro ci saremmo aspettati qualcosa in più. Una sufficienza che è una media tra il 7 di fine 2015 e il 5 del primo scorcio di 2016. Luigi Falcone 5.5 - Poteva anche lui fare di più e invece non è riuscito, complice, anche per lui, guai fisici, a imporsi come titolare del reparto. Discontinuo, ma talentuoso, può ancora migliorare. Gianvito Plasmati 6 - Tre reti pesanti, ma anche un impiego con il contagocce. Una sufficienza stiracchiata soprattutto per quel gol alla Lupa Castelli, ancora più decisivo se si guarda la classifica finale. Arturo Lupoli 4.5 - Purtroppo conferma di essere in parabola discendente. Sei mesi difficili, ai margini nell'ultimo periodo. Francesco Felleca & Axel Gulin s.v. La situazione difficile della squadra rossazzurra non ha permesso loro di mettersi in mostra.
PAGELLE a cura di Andrea Carlino & Veronica Celi http://www.tuttocatanianews.com/editoriale/catania-le-pagelle-di-fine-stagione-20152016-205415
L'ORGANICO
ù In casacca nera, dove sono andati a finire dopo la stagione 2015-16
QUADRI TECNICO-SOCIETARI
HANNO LASCIATO CATANIA A SETTEMBRE
A GENNAIO
LA GIORNATA DELL'ORGOGLIO ROSSAZZURRO quasi una linea di demarcazione che distacca il buio dalla luce.
Catania centro, poco fa. Un piccolo bar in una viuzza stretta e sporca del quartiere Antico Corso. «Stu binirittu Catania quarantasei -giura un omaccione stempiato sulla settantina- non è di Nino e mancu di Franco: è u nostru». «U nostru ? –replica un giovanotto tatuato dalla testa ai piedi- Ma chi dici, zu Pippu? Ma si luvassi, ambrisa sti maliritti soddi l’ama pavari nuautri ? Sta squatra avi chiossai debiti ro comuni di Catania». «Carusi, tagghiatila !» – fa capolino un tipo con bastone in mano, aria saccente e sorriso sulle labbra. «Ora –riprende il nuovo arrivato- vu cuntu iu u fattu e vi ricu comu stanu i cosi. Penalizzazione a st’annu non ci nn’é e Puvvirenti u sapiti chi fa ? Nesci i soddi, ni fa squatruni, acchianamu ‘nta B e si stanu tutti muti….». «Ma chi nicchi e nacchi ! –lo interrompe il giovanotto coi tatuaggi- Ma chi dici vossia ? Du cristianu testa no palluni non avi, i soddi ci squagghianu e ora ci sta accuminciannu macari u processu pi l’aeroplani ddocu». «U giunnali –lo zio Pippo riparte come un missile- scrivi sulu minchiati e non si sapuni mai comu stanu i cosi pi da veru. Finu a quannu c’è chiddu nto mezzu o stadiu non ci avissi a ghiri chiù nuddu; ma però a duminica ca veni o Cibali u ci ama ghiri tutti chiddi ca semu. Ni puttamu a bannera e i strisciuni e ama stari ‘nsemi abbrazzati comu dda vota, tant’anni fa quannu c’era a bonammuzza di Massiminu. Du ionnu non si sapeva su scinneva a Catania u Giarri o a Palestru. Non mu faciti ripetiri chiu, macari ca è chinu di debiti stu binirittu Catania quarantasei non è di Nino e mancu di Franco: è u nostru». «Io –interviene uno con iris in mano e occhiali da intellettuale- sono un giornalista. Intanto che vi ascoltavo mi tornava in mente l’intero film della scorsa stagione. Rivedevo l’entusiasmo strabiliante di tifosi e addetti ai lavori dopo le prime vittorie dei giovanotti di Pancaro; ma scorgevo anche lo stadio desolato e vuoto durante la partita col Messina e quella col Melfi. Concordo che il Catania non sia ne’ di Nino, nè di Franco, ma proprio perché è nostro bisognerebbe andare allo stadio sempre. La ‘giornata dell’orgoglio rossazzurro’ mi pare una manifestazione molto bella, però la tifoseria doveva rimanere unita e coerente anche nella seconda parte dell’anno scorso. Ad inizio campionato, dopo le prime tre, quattro vittorie, erano tutti felici e contenti. Poi, lentamente, proprio nel momento del bisogno, non c’era più nessuno». Ordunque, una volta a casa mi metto di corsa a scrivere la nuova puntata del Russo-azzurro. Epperò, ora ho come l’impressione di ritrovarmi accanto al signor Pippo, quello dalla fronte stempiata. Eccolo, alle cinque meno un meno un quarto del pomeriggio di domenica cinque giugno, che percorre con spensierata lentezza tutta la via Monserrato. Quando si blocca al semaforo di via Etnea attende il verde pedonale facendo tintinnare le chiavi dietro la schiena. Dopo una rapida sosta per un caffè amaro, lo osservo che lascia qualche moneta di mancia al banconista del bar. Infine, lo saluto con l’occhiolino, mentre si dirige verso i varchi del ‘Massimino’ in attesa del fischio d’inizio. In quel preciso istante, lo zio Pippo mi si avvicina e mi racconta una cosa: «Pi ghiri in piazza Spedini, da casa nesciu sempri sulu. Me mugghieri mi rimprovera e io ci rispunnu: ‘Sulu? Ma chi ‘ncucchi ? Ci su vintimila cristiani e sugnu sulu ?!?’»
DOMENICA, 5 GIUGNO - ORE 17.00 STADIO MASSIMINO - INGRESSO LIBERO Alessandro Russo
Dico solo: Quando Catania chiama... gennaro monaco risponde..!!!!! Quando sono stato chiamato non ci ho pensato 2 volte a dire che sarei stato presente.... Lo spazio per il tuo Catania lo trovi sempre... Sono qui a scrivere per ringraziare tutti coloro che oggi sono intervenuti e coloro che continuano a sostenere i nostri colori, la nostra maglia. A coloro che hanno permesso tutto ciò e i tifosi che non si tirano mai indietro Io e la mia famiglia siamo legati a questa città e scorre in noi un sangue Catanese... Catania merita di più!!! Catania splende di luce propria!!! Sono stravalse 7 ore di viaggio per tornare in quel campo...nella mia città ,nella mia isola... Non mi capita quasi mai di versare nemmeno una lacrima o di piangere ... Ma quando sono entrato in quel campo sono stato sommerso dal calore delle persone ,dai migliaia di ricordi ed emozioni che mi hanno letteralmente sommerso....le mie erano lacrime di gioia... Sentire gridare il tuo nome ..... Saltare sotto la curva ... Giocare con i tuoi ex compagni di squadra .... Cantare i cori con i tifosi "gennaro monaco salta con noiii"...... Ho ricevuto migliaia di messaggi in serata per ringraziarmi MA ringraziarmi di cosa..??? Sono io che vi ringrazio che mi continuate a regalare emozioni, continuate a tenermi nel vostro cuore come tutta la città lo è nel mio Nonostante reduce da un infortunio sono stato in grado di "zompettare" con una forza che nn credevo di avere...(sarà perché per me quando entro in quello stadio impazzisco) Molti mi hanno chiesto qual è il tuo sogno nel cassetto ad oggi dico che sarebbe quello di vivere o allenare il MIO Catania,forse un giorno chissà ..... Tornare a vivere nella mia città,ma soprattutto rifare parte quotidianamente di quello stadio, di quella curva🔴🔵 Le cose cambieranno e tornerà a risplendere il soleallo stadio massimino.... Per sempre Fino e alla fine forza Catania Gennaro Monaco
Mario Samperi Addì domenica 05 giugno 2016: sto all'ingresso dello stadio in via Ferrante Aporti, a far la "spunta" di organizzatori, giocatori, allenatori e arbitri che devono presentarsi per la partita; sono in tanti ad arrivare chi in motocicletta (Pantanelli e Pellegrino) molti in auto alcune anche lussuose, tra tutte mi colpisce per esempio la porsche del Dott. Dal Poggetto. A un certo punto si presenta un'anziano signore accompagnato dal figlio e paratosi dinnanzi a me si ferma e mi rivolge il saluto di prammatica. "Buonasera, prego mi dica..." mi rivolgo al mio interlocutore con fare cortese, questi si volge a guardare il figlio e poi con sorrisetto compiaciuto asserisce alzando appena gli occhiali: "lei è troppo giovane per ricordarsi di me". L'anziano signore però non immagina che con il gesto di aver tolto le lenti, ha invece fatto scattare in qualche cassetto della memoria nella mia mente, un fotogramma....una vecchia figurina dei tempi che furono...così con un sorriso cordiale replico: "io lo so chi è lei...Mario Samperi, ex Catania, Massiminiana e Trinità, 2 presenze in serie A...Forti, Bongiovanni, Manasseri, Sframeli,Turus, Liardo, Samperi, Anastasi..." con lo sguardo sbigottito si volta di scatto verso il figlio: "Pazzesco mi ha riconosciuto...e si ricorda pure Liardo !!!" In campo poi prendiamo confidenza, chiaccherando gli dico di quella famosa figurina introvabile...nemmeno lui è a conoscenza "Mandamela per favore !" Chiama il figlio che sta in tribuna per farmi dare un'indirizzo mail visto che lui è poco pratico di queste cose. "Sergio io vorrei poi entrare alla fine anche solo un minuto per salutare il pubblico ed entrare nel tabellino...purtroppo ho subito un'importante operazione alle ginocchia che in pratica sono rifatte non posso correre, ma sono venuto perchè i tifosi lo meritano"...e così comincia il lavoro dell'insolito duo Quartarone-Capizzi...il primo tiene i contatti con la tribuna stampa, che a breve dovrà annunciare il cambio ai presenti e stilare il tabellino; io invece mi recò dagli allenatori: "quanto manca ?" chiedo ma nessuno ha idea precisa "una ventina di minuti crdo" mi dice mister Marletta; mi reco da mister Russo: "Senta mister, il signor Samperi vuole entrare per salutare il pubblico a fine gara...cosa facciamo chi facciamo uscire ?" il mister: "Non lo so fai tu", io: "no mister dica lei !" " boh...e che sò fai uscire 'sto Grillo vah" comincio a richiamare il prescelto mimando con le braccia il cambio, assieme a me urlano anche mister Distefano e Marletta...il ragazzo sembra incredulo e si tocca quasi a voler farci capire "ma proprio io ?" "si si esci non te ne avere facciamo entrare qualche minuto il signor Samperi": Lo speaker annuncia la sostituzione, il nostro entra in campo appena un'attimo un'applauso, un saluto alla tribuna e di nuovo in panca. Gli feci avere ieri via mail la figurina richiesta. "Grazie Sergio sei stato gentilissimo, il tuo numero l'ho segnato..quando mi va di chiamare un buon amico so dove trovarti". Anche per questo mi piace il calcio...perchè aldilà delle brutture, delle polemiche e delle congetture, vi sono sempre saldi valori come il rispetto e l'amicizia. Sergio Nunzio Capizzi la serie C del Catania dopo il disastro |